Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2016 10:06 am

Io non sono cristiano, ma difendo i cristiani dell'Europa come mia madre e tutti i diversamente religiosi, tra cui gli ebrei e gli atei che nel mondo sono perseguitati dal nazismo islamico altrimenti detto Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0280754404
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2016 10:07 am

Francia, torna l'allarme terrorismo: sventato attentato. "Forse preparavano attacco a Parigi"
Sette gli arresti tra Strasburgo e Marsiglia. Almeno cinque sospetti si conoscevano ed erano stati in Siria. Uno è un impiegato municipale, che lavora in una scuola materna. Erano inoltre in contatto con gli attentatori del Bataclan. La polizia è intervenuta dopo una sorveglianza durata settimane
2016/11/21

http://www.repubblica.it/esteri/2016/11 ... -152464534

PARIGI - Torna alto l'allarme terrorismo in Francia, dove è stato "sventato" un nuovo importante attentato, con obiettivi Parigi e Marsiglia. L'inchiesta in base alla quale è avvenuto il raid è in piedi da "più di otto mesi".

A poco più di una settimana dalla commemorazione del primo anniversario degli attentati di Parigi, il governo francese annuncia l'arresto di sette persone: cinque sospetti sono stati fermati a Strasburgo, dove domenica si aprirà il mercatino di Natale, uno dei più importanti del Paese e che si pensava potesse essere nel mirino, e due a Marsiglia. In un secondo momento invece è emerso che gli obiettivi erano Parigi e Marsiglia. Tutti sono di età compresa tra 29 e 37 anni, di origine francese, marocchina e afgana. "Non era Strasburgo l'obiettivo dei terroristi" ma l'area parigina.Ha rivelato il sindaco della città alsaziana Roland Ries aggiungendo: "Me lo ha detto il ministro Cazeneuve. L'obiettivo era nella regione di Parigi". Tra i quattro arrestati a Strasburgo c'è un impiegato municipale, che lavora in una scuola materna. A casa sua sono state trovate due pistole.

Cazeneuve ha tenuto una conferenza stampa in mattinata per rivelare alcuni dettagli. Sei dei sospetti non erano noti ai servizi di intelligence, mentre uno, di origine marocchina, è stato segnalato da un Paese partner. L'indagine della Direzione generale di sicurezza interna (Dgsi), scattata otto mesi fa, aveva portato alla vigilia degli Europei di calcio, all'arresto di cinque sospetti, due dei quali erano stati poi incarcerati. Secondo il ministro, l'indagine aperta dalla Procura anti-terrorismo permetterà di conoscere i dettagli dell'attacco che avevano pianificato e se si trattasse di un'azione coordinata in vari luoghi del Paese. L'arresto della cellula "ci ha permesso d'impedire un attacco terroristico sul nostro territorio a lungo pianificato", spiega il ministro. ed è stato a lui rivelare che "Strasburgo non era l'obiettivo ma la regione parigina, me lo ha detto Cazeneuve".

Almeno cinque degli arrestati, scrive le Parisien, si conoscevano ed erano stati in Siria. Erano inoltre in contatto con gli attentatori del Bataclan. La polizia è arrivata agli arresti, dicono fonti al quotidiano, dopo una sorveglianza durata settimane. Poi venerdì è emerso che attendevano un carico di armi, poi sequestrate durante il blitz. In particolare, a Strasburgo, le forze di sicurezza sono intervenute nel quartiere di Meinau, dove nel maggio 2014 fu smantellata un'altra cellula terroristica i cui membri subirono poi varie condanne. Tra loro anche Karim Mohamed-Aggag, condannato a nove anni, fratello di uno degli assalitori del locale parigino Bataclan, il 13 novembre 2015.

La "minaccia terroristica" in Francia, "non è mai stata così alta", continua il ministro, e "non possiamo garantire rischio zero nonostante tutto quello che stiamo facendo". La mobilitazione del governo, sia in Francia che in altri Paesi, aggiunge, è "totale" e include il rafforzamento delle frontiere europee e la lotta contro il traffico di armi.

Dall'inizio dell'anno,
specifica, sono 418 le persone arrestate. Mentre da settembre i fermi sono stati 143 (52 persone sono in carcere e 21 messe sotto controllo giudiziario). Da inizio novembre, hanno invece avuto luogo 43 arresti e 28 delle persone coinvolte sono state deferite all'autorità giudiziaria.




Terrorismo di Natale in Francia. Arrestate sei persone: volevano colpire i mercatini di Strasburgo
21 novembre 2016
http://www.lanotiziagiornale.it/terrori ... strasburgo
Rendere un bagno di sangue un appuntamento di festa come i mercatini di Natale a Strasburgo in Francia. La polizia ha sgominato una cellula terroristica con l’arresto di 6 persone, 4 nella città dell’Alsazia e 2 a Marsiglia. Il gruppo, secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno di Parigi, “stava “preparando un’azione imminente”. Di sicuro nel mirino era entrato il commissariato di Strasburgo, ma ci sono elementi che fanno sospettare la preparazione di un possibile attentato ai mercatini natalizi, che richiamano milioni di turisti dal 25 novembre al 24 dicembre. L’operazione avrebbe quindi sventato una vera e propria mattanza di innocenti. Un’informazione che fa il paio con quanto affermato dal prefetto del Basso Reno, Stéphane Fratacci, che aveva prospettato l’ipotesi di sospendere o annullare i mercatini in caso di sospetti su possibili attacchi jihadisti. Tuttavia, il presidente della Eurométropole Robert Herrmann, ha sottolineato che al momento la manifestazione è prevista regolarmente.

“I sei uomini erano sconosciuti ai servizi di intelligence”, ha spiegato anche il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. Tuttavia, nel corso delle indagini, è emerso che i potenziali terroristi avevano stretto un sodalizio in Siria e potevano vantare legami con alcuni organizzatori degli attentati del 13 novembre 2015. Con gli arresti delle ultime ore sale a 418 il numero di persone finite in carcere in Francia con l’accusa di favorire il terrorismo islamico.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » gio dic 01, 2016 10:08 am

Gualdo, hanno distrutto le statue raffiguranti il presepe emozionale: tre bulli stranieri denunciati
27 novembre 2016
http://www.perugiatoday.it/cronaca/gual ... ciati.html
Gualdo, hanno distrutto le statue raffiguranti il presepe emozionale: tre bulli stranieri denunciati
„Sono stati scoperti gli autori dell'atto vandalico che ha prodotto la distruzione di 4 statue di cartone che hanno parte del percorso dell'innovativo presepe emozionale - promosso da Frate Indovino, Comune di Gualdo Tadino e Polo Museale - che sarà aperto al pubblico direttamente il 2 dicembre prossimo nella Chiesa di San Francesco. I carabinieri, grazie alle telecamere della video-sorveglianza del centro storico, sono stati individuati tre ragazzi magrebini - residenti da anni a Gualdo e Nocera - già noti alle forze dell'ordine per reati legati allo spaccio, violenza e furti. Denunciati anche stavolta ma a piede libero.“


???
Villaggio Badia, presepe distrutto
Brescia e Hinterland
1 gen 2014
http://www.giornaledibrescia.it/brescia ... -1.1812533
Ignoti i vandali che la scorsa notte hanno distrutto il presepe del villaggio Badia. Quando i residenti si sono svegliati, la mattina del primo dell'anno nel giardino dove è allestito il presepe hanno trovato una sgradita sorpresa.
Il presepe, a grandezza naturale, era distrutto e ad alcune statue è stata addirittura “mozzata” la testa. Grande lo sconforto del quartiere per un gesto giudicato violento e barbaro.


???
Vandali davanti alla parrocchia Presepio distrutto, rubato Gesù
Venerdì 1 Gennaio 2016
http://www.ilgazzettino.it/nordest/pord ... 56285.html
FONTANAFREDDA - Raid di vandali nella notte dell'ultimo dell'anno a Fontanafredda : hanno distrutto il presepio davanti alla chiesa, rubato Gesù Bambino, rotto i vetri delle pensiline alla fermata dell'autobus e rovesciato cassonetti per la raccolta delle bottiglie in modo che il viale che porta alla scuola rimanesse cosparso di vetri.


???
Bruxelles, distrutto il presepe in piazza. Non è la prima volta
EUROPA UE, NEWS venerdì, 18, dicembre, 2015
http://www.imolaoggi.it/2015/12/18/brux ... rima-volta
Non è mai una buona notizia quando un presepe allestito nella piazza di una grande capitale europea per Natale subisce azioni vandaliche. Soprattutto se accade a Bruxelles, con tutti i problemi che la capitale del Belgio ha avuto negli ultimi mesi per via degli attentati terroristici in Francia. E soprattutto se è la seconda volta in due anni.
RUBARE GESÙ. Tre giovani di 20, 21 e 24 anni sono entrati nella grande mangiatoia che occupa il centro della piazza dal 27 novembre al 3 gennaio, hanno danneggiato il tetto e parti della struttura, poi hanno spaccato la culla che ospitava la statua di Gesù, facendo cadere a terra e danneggiando altre due statue all’interno, e dopo aver rubato il Bambinello, l’hanno lanciato sulla terrazza di un bar. La polizia che presiede la piazza si è accorta del lancio dell’oggetto e ha arrestato i tre, che lunedì sono stati rilasciati e condannati a ripagare i danni causati al presepe. Nessun elemento sull’identità dei vandali è stato rilasciato.
NATIVITÀ DIETRO LE SBARRE. L’accanimento contro la statua di Gesù a Bruxelles non è una novità. L’anno scorso due donne, attiviste del “Collettivo anonimo”, vicino al movimento delle Femen, avevano rubato travestite da poliziotte la culla dove si trovava Gesù e l’avevano portata via. Poi avevano preso a manganellate Maria e Giuseppe, appendendo all’entrata del Presepe lo striscione: “Fanculo i poveri”. L’obiettivo delle donne era compiere un «gesto ironico» e criticare il governo per non aver preso misure adeguate alla protezione dei più indigenti. Alle donne non è stato contestato nessun reato, ma la natività è stata protetta con delle sbarre.




Io i presepi li detesto. Ora guai a chi me li tocca
Questa storia che in qualche scuola italiana ci si è arresi all'arroganza islamica e si rinuncia alle tradizione cristiane per non offendere i sentimenti dei musulmani immigrati, provoca in me (in noi) l'orticaria, costringendomi alla ribellione
Vittorio Feltri - Dom, 29/11/2015
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 99504.html

Chiedo anticipatamente scusa per la crudezza del linguaggio, ma questa storia che in qualche scuola italiana ci si è arresi all'arroganza islamica e si rinuncia alle tradizione cristiane per non offendere i sentimenti dei musulmani immigrati, provoca in me (in noi) l'orticaria, costringendomi alla ribellione.

Ai nostri (non sempre) graditi ospiti non piace l'albero di Natale? Non piacciono neppure il presepe, Gesù bambino, il bue e l'asinello di gesso che riscaldano (simbolicamente)? Sapete cosa vi dico? Chi se ne frega.Per essere sincero, fino a ieri non apprezzavo neppure io tutto ciò, gli addobbi, il vischio, le statuette, l'abete carico di stupidaggini luminose, le luminarie stradali tipiche delle festività di questo periodo. Ero addirittura infastidito dal clima zuccheroso creato apposta dai commercianti per indurre i cittadini a comprare regali a familiari e amici in occasione di certe ricorrenze. Vado giù piatto: Babbo Natale mi stava sulle scatole da sempre, e quando ero bambino smisi presto di bere le fandonie dei miei genitori secondo i quali i doni che trovavo in salotto la mattina del 25 dicembre fossero stati portati dal figlio di Dio.Tutto questo ambaradan mi sembrava un'insopportabile presa in giro. Devo però ammettere che quando i miei quattro figli erano piccoli, mi adeguai all'andazzo e provvidi, con la complicità di mia moglie, a riempirli di giocattoli e dolci in ossequio alla leggenda: dicevo loro che si trattava di elargizioni celesti. Le mie parole probabilmente non erano molto convincenti, ma i bimbi abbozzavano felici.Oggi, apprendendo che le finzioni facenti parte del nostro bagaglio culturale non sono tollerate dagli adoratori di Allah, giuro che mi viene voglia di perpetuarle: Babbo Natale, in tutte le sue declinazioni, compresa Santa Lucia e la Befana, mi è diventato simpatico e ne difendo alla morte la fasulla attività. Se gli islamici lo odiano, io lo amo.

Non sopporto che essi impongano a noi di mutare abitudini, pur cretine che siano. Sono roba nostra e mi rifiuto di accantonarla solo perché a qualcuno, che accogliamo offrendogli di che vivere, non va a genio. È assurdo piegarsi alla prepotenza di gente che ha lasciato il proprio Paese per venire nel nostro. Sarà volgare dire che in casa mia faccio quel che mi pare, ma talvolta la volgarità coincide con la giustizia e con la dignità.Tra l'altro segnalo che la stragrande maggioranza degli italiani (e degli europei), inclusi gli agnostici e gli atei, hanno ricevuto un'educazione cattolica, comunque cristiana, e non c'è alcun motivo per cui debbano rinunciarvi allo scopo di non irritare gli islamici, moderati o no. Aggiungo che ogni compatriota è cresciuto in famiglie dove la fede e le sue espressioni erano (o sono) fondamentali per la sua formazione culturale. Massì. Diciamolo con franchezza. Chi non ha recitato le preghiere? Chi non ha fatto la prima comunione? Chi non si è cresimato? Chi non ha acceso una candela in chiesa? Sono pratiche ridicole? Non importa. Saremo liberi di credere o di non credere oppure siamo obbligati a persuaderci che in Paradiso ci aspettano 77 vergini, che poi non si capisce dove se ne rintraccino tante se non negli asili nido, teoricamente non bastevoli per rifornire l'intera popolazione maschile.Infine, una considerazione. La mattina ci svegliamo al suono delle campane. Quando mettiamo piede in strada ci imbattiamo in cattedrali e cappelle. A scuola ci hanno imbottito la testa di Dante, Foscolo e Manzoni, uomini che più cattolici di loro non si può. Siamo stati allevati a ostie e a Pater Ave Gloria. E ora ci obbligano ad abiurare alla nostra religione, che sarà quel che sarà ma è la nostra? Sentite, cari musulmani, andate a scopare il mare che noi ci teniamo le nostre tradizioni e la nostra cultura che ha prodotto frutti migliori della vostra. Ai miei nipoti Babbo Natale porterà un vagone di omaggi. Pago io. Volentieri.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » ven dic 02, 2016 9:57 pm

Indonesia, proteste a Giacarta: musulmani chiedono arresto del governatore cristiano accusato di blasfemia

http://www.corriere.it/foto-gallery/est ... f919.shtml

A Giacarta in Indonesia 200 mila persone sono scese in piazza per chiedere l’arresto del governatore della capitale indonesiana accusato di blasfemia. Primo governatore non musulmano da mezzo secolo, cristiano e di etnia cinese, Basuki Tjahaja Purnama, popolarmente conosciuto come Ahok, è stato accusato da estremisti islamici di aver insultato l’Islam in in discorso in cui ha citato un verso del Corano. È indagato, non può lasciare il paese e verrà processato ma non è stato fermato. I gruppi islamisti più conservatori chiedono il suo arresto (Reuters)
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » sab dic 03, 2016 12:45 pm

Ecco cosa succede alla maestra cristiana, che insegna in un'area fortemente islamica.Tagikistan.
https://www.facebook.com/10001393729603 ... 4744141101
È' accusata di essere eccessivamente condiscendente nei confronti delle alunne femmine.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » dom dic 11, 2016 6:03 pm

Egitto, attentato al Cairo in edificio della cattedrale copta: 25 morti, sei sono bambini
2016/12/11
Altre 35 persone sono rimaste ferite nell'esplosione causata da 12 chili di tritolo. La polizia ha creato un cordone di sicurezza intorno alla zona
http://www.repubblica.it/esteri/2016/12 ... -153873974

È di almeno 25 morti, tra cui sei bambini, e 35 feriti il bilancio dell'esplosione avvenuta oggi al Cairo in un edificio che fa parte del complesso della cattedrale copta di San Marco nel quartiere Al Abasiya, sede del capo spirituale, papa Teodoro II, centodiciottesimo patriarca di Alessandria. Lo ha detto il ministro della Sanità Ahmed Emad al canale satellitare Cbc. Al momento non c'è stata alcuna rivendicazione.
L'esplosione, causata da 12 chili di tritolo, è avvenuta nella piccola chiesa di San Pietro e Paolo, coinvolgendo la navata laterale. Nessun danno, invece, secondo fonti ecclesiastiche, al tempio principale. Le forze di sicurezza stanno setacciando l'area dopo aver chiuso l'accesso alle principali strade attorno alla cattedrale di San Marco. I cristiani copti rappresentano circa il 10% della popolazione egiziana. Ahmed al-Tayeb, imam dell'università di al-Azhar e massima autorità religiosa sunita egiziana, ha condannato l'attentato.
Venerdì, in due esplosioni, una al Cairo e un'altra a nord della Capitale, avevano perso la vita sei agenti di polizia e altri sei erano rimasti feriti.
L'attacco di oggi presenta le caratteristiche degli attentati messi a segno dai militanti islamici che combattono il governo di al Sisi. Il quotidiano egiziano Youm al Sabaa ha pubblicato immagini dell'interno di un tempio ortodosso, in cui si vedono i danni causati dall'esplosione, e macchie di sangue a terra. La fonte di polizia aggiunge ancora che la polizia sta perlustrando la zona per timore che ci siano altre bombe.

La preghiera di Papa Francesco. Vicinanza a Papa Tawadros II e alla sua comunità è stata espressa da Bergoglio all'Angelus: "Prego per i morti e per i feriti", ha detto il pontefice. Una preghiera il Papa l'ha rivolta anche per "gli efferati attacchi terroristici che nelle ultime ore hanno colpito vari paesi", in Turchia, Nigeria e Somalia. Francesco ha aggiunto che si tratta di più episodi, ma di "un'unica violenza che semina morte e distruzione. L'unica risposta - ha ribadito - è quella della fede in Dio e l'unità nei valori umani e civili".

Copti nel mirino. La Cattedrale copta di San Marco in Abassiya è la più antica chiesa d'Africa e la sede del Papa di Alessandria, patriarca dell'intero continente. I copti (parola che significa egiziano, i cristiani d'Egitto si identificano come cristiani copti) sono una comunità cristiana con radici millenarie che vanta 10 milioni di fedeli, moltissimi appartenenti alla diaspora, che formano il 10% della popolazione del Paese a stragrande maggioranza musulmana.

Dalle Primavere Arabe del 2011 e dalla cacciata di Hosni Mubarak, che godeva del sostegno dell'ex patriarca Shenouda III, i copti hanno vissuto in uno stato di crescente tensione
che ha avuto il suo apice durante il periodo del governo del presidente islamista, Mohamed Morsi. Solo dal 2013 ci sono stati circa 40 fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti. L'epicentro delle violenze è l'Egitto rurale e in particolare la regione di Minya, il turbolento governatorato con il mix esplosivo di un 35% di popolazione cristiana e un forte radicamento jihadista.

Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, che ha destituito Morsi promettendo di ripristinare l'ordine e di proteggere le minoranze, ha ribadito anche recentemente che gli egiziani "sono tutti uguali nei loro diritti e nei loro doveri, in accordo con la Costituzione" e ha lodato la calma e la saggezza con cui la comunità cristiana sta rispondendo alle violenze. Una legge per punire ogni atto che mina all'unità nazionale e per allentare le limitazioni per la costruzione di nuove chiese è all'esame del Parlamento.

I copti sono una minoranza che ha sempre avuto un ruolo chiave nell'economia e nell'establishment dell'Egitto, anche se molti di loro oggi vivono sotto la soglia di povertà. Sono cristiani la maggioranza degli orafi e la gran parte degli impiegati nel settore farmaceutico del Paese, così come alcune delle famiglie più ricche dell'Egitto come i Sawiris, che controllano il gigante delle telecomunicazioni Orascom.

Dinastie di copti hanno ricoperto incarichi politici di primo piano: un membro della famiglia Boutros Ghali ha sempre fatto parte dei vari governi prima della caduta di Mubarak e un suo esponente, Boutros Ghali, è stato ministro degli Esteri prima di diventare segretario dell'Onu.

La tragedia ha portato diverse centinaia di egiziani, soprattutto cristiani, a radunarsi davanti alla cattedrale per una protesta improvvisata: "Se il sangue degli egiziani è a buon prezzo, che il presidente se ne vada", gridavano i dimostranti. E ancora: "Con l'anima e il sangue proteggeremo le nostre chiese". I manifestanti chiedevano le dimissioni del presidente, Abdelfatah al Sisi, e del ministro dell'Interno, Magdy Abdelgafar.



Egitto, l’attentato in Chiesa e la tensioni fra i cristiani copti e il regime di Al Sisi: “Non protegge la comunità”
La bomba alla cattedrale di San Marco al Cairo, con 25 morti, potrebbe essere un punto di svolta nella strategia del terrore, Nel 2011 l'ultimo attentato anti-cristiano, ma attacchi nelle zone rurali e la nuova legge sui luoghi di culto incrinano il rapporto fra la minoranza e il presidente
di Laura Cappon | 11 dicembre 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12 ... ta/3251748

L’attacco alla cattedrale copta di San Marco al Cairo è un punto di svolta nelle strategie dei gruppi terroristici dopo il colpo di stato del 2013? L’assenza di una rivendicazione dell’ordigno che ha provocato almeno 25 morti e una cinquantina di feriti non può ancora fare chiarezza sull’accaduto che sta scuotendo ulteriormente la minoranza cristiana. Un attentato di questa portata contro un luogo di culto cristiano non si verificava, infatti, dal 2011 quando una bomba esplose il primo dell’anno nella Chiesa dei Santi di Alessandria. Allora, il bilancio fu di 21 morti e circa 70 feriti.

A fare da cornice a questa situazione c’è la tensione tra il regime del presidente Al-Sisi e la minoranza copta. Gli scontri settari nelle zone rurali che si sono susseguiti frequentemente dal colpo di stato del 2013 a oggi – assieme alla discussa nuova legge sulla costruzione dei luoghi di culto – hanno, infatti, alienato il consenso dei cristiani che costituiscono circa il 10% della popolazione egiziana. A dirlo è anche una lunga analisi di Foreign Policy pubblicata alcuni giorni fa che ripercorre la difficile situazione della minoranza cristiana negli ultimi decenni di storia del paese. Il magazine sottolinea che la società civile copta che nel 2013 aveva benedetto l’arrivo di Al-Sisi ora protesta contro una linea del regime ritenuta troppo morbida nel punire gli scontri settari; un esempio sono i disordini avvenuti alcuni settimane fa a Sohag quando 15 case cristiane sono state attaccate da una folla di circa 2000 persone.

“Dopo questo attentato il regime e la chiesa copta saranno messi ancora di più sotto pressione dalla società civile cristiana”, dice Georges Fahmi, ricercatore dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole. “Dubito, però, che le forti relazioni tra il patriarca e la presidenza cambieranno. Il sentimento tra i cristiani in questi mesi è che il presidente Sisi non è stato in grado di proteggere la nostra comunità”. L’attentato di oggi è il terzo nell’arco degli ultimi tre giorni. Venerdì scorso due bombe, una nel distretto di Giza aveva ucciso 6 poliziotti mentre una seconda esplosione aveva provocato un’altra vittima a Kafr El-sheick, cittadina a 134 chilometri a nord del Cairo. Ma la tipologia dell’attentato di oggi e l’alto numero di vittime civili, al momento il più alto dal 2011, possono far pensare a un ulteriore inasprimento delle attività terroristiche. Sino a ora, infatti, anche gli attacchi più eclatanti come quello contro la Direzione della polizia del 2014 o quello al Consolato Italiano del luglio del 2015, non puntavano mai alla popolazione civile. Secondo le prime ricostruzioni fatte questa mattina dalle forze di sicurezza la bomba, fabbricata con 12 chili di tritolo, sarebbe stata detonata da remoto all’interno della chiesa di Pietro e Paolo, edificio adiacente alla cattedrale principale.

Inoltre, secondo molti analisti, la crisi economica che sta colpendo l’Egitto – la lira egiziana ha subito una svalutazione di circa il 48% e le poche risorse di valuta straniera continuano a far mancare i beni di prima necessità come zucchero e medicinali – e la continua repressione dei diritti umani creano un ambiente fertile per i gruppi terroristici. Oltre a Wilayat Sina, la Provincia del Sinai, il gruppo nato nella penisola al confine con Israele come Ansar Bayt Al Maqdis e che ha poi cambiato nome nell’autunno del 2014 affiliandosi allo Stato Islamico, due nuove formazioni stanno emergendo in maniera sempre più potente.

La prima è Al-Hasm (che in arabo significa “risolutezza“). Il movimento ha rivendicato la bomba di due giorni fa contro i poliziotti del governatorato di Giza e il tentato omicidio dello scorso agosto contro il gran mufti Ali Gomaa. “Non ci sarà nessuna sicurezza sino a quando noi impugneremo le armi del jihad nel nome di Dio”, ha dichiarato in un recente messaggio diffuso su internet il movimento che secondo le forze di sicurezza egiziane è vicino ai giovani dei Fratelli Musulmani.

L’altro gruppo è Liwa Al-Thawra (la brigata della rivoluzione), che lo scorso ottobre è arrivato all’attenzione della stampa egiziana rivendicando l’uccisione del Brigadier Generale Adel Ragai, uomo dell’esercito che per lungo tempo ha guidato le operazioni antiterrorismo in Sinai. La dinamica della sua uccisione, avvenuta nella periferia del Cairo a pochi passi dalla sua abitazione, dimostra che questi gruppi sono in grado di compiere azioni sempre più precise e pericolose. Sia Al-Hasm che Liwa al-Tawra esprimono vicinanza a formazioni di resistenza islamista tra cui il movimento palestinese Hamas e per la prima volta anche ai Fratelli Musulmani. Ne è un esempio la rivendicazione sull’uccisione di Regai. Qui Liwa al-Thawra fa riferimento alla morte di Mohammad Kemal, leader dei FM rimasto ucciso lo scorso 4 ottobre durante un raid della polizia in un’abitazione del distretto di Bassateen al Cairo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mar dic 13, 2016 10:16 pm

I bambini cristiani sono vittime di bullismo da parte di immigrati musulmani - Cristiani Today
Rita Sberna
11 dicembre 2016
http://www.cristianitoday.it/bambini-cr ... -musulmani


Un prete cattolico che lavora a stretto contatto con i migranti nella città tedesca di Lipsia, dice, anche se i bambini migranti cristiani sono fuggiti dalla persecuzione in Medio Oriente, sono ancora affetti da bullismo per mano dei bambini migranti musulmani che li attaccano a causa della loro fede in Gesù Cristo.

Padre Andreas Knapp ha detto rete radio tedesca Deutschlandradio Kultur che i migranti cristiani che sono venuti al paese cercando rifugio dalle loro terre stanno ancora affrontando la persecuzione effettuata da immigrati musulmani che non stanno integrando le norme sociali della cultura occidentale.

Knapp, che appartiene ai Piccoli Fratelli dell’ordine Vangelo di sacerdoti e lavora per aiutare i rifugiati indipendentemente dalla loro religione, ha detto che gestisce un club di studio per i figli dei migranti e ha detto alla presa di notizie che molti bambini cristiani trovano bullismo da bambini migranti musulmani, che superano di gran lunga gli studenti cristiani nelle scuole di integrazione dei migranti.

Ha spiegato un caso quando un bambino migrante cristiano è stata vittima di bullismo così male che ha dovuto cambiare scuola.

“Sì, ci sono stati problemi qui in una scuola nel nostro quartiere della città, dove i cristiani e i bambini musulmani, che erano relativamente nuovi in Germania, erano in classe di integrazione. I bambini musulmani hanno preso in giro un ragazzo cristiano che aveva una croce”, ha spiegato Knapp . “Gli hanno probabilmente mancato di rispetto, forse anche [hanno] odio per i cristiani dalla loro patria”.

Knapp ha spiegato che il ragazzo si trovava di fronte alla sua insegnante mentre veniva abusato e maltrattato dai bambini musulmani, e l’insegnante non è potuta intervenire e l’unica soluzione è stata quella di far cambiare scuola al bambino.

Il sacerdote di anni 58, ha raccontato un’altra situazione di bullismo che ha colpito un migrante cristiano della Siria di 13 anni. Il bambino siriano ha detto Knapp che i bambini musulmani lo stavano mobilizzando sul loro campo profughi .

“C’erano un sacco di bambini che sono stati tutti musulmani, e io ero l’unico cristiano,” Knapp ha ricordato il bambino dicendogli. “Quando andavo da loro a proporgli di giocare a calciomi rispondevano, ‘No, tu sei un cristiano!’ Poi mi hanno insultato perché mangio carne di maiale. “

Anche il ragazzo di 13 anni siriano cristiano è stato costretto a cambiare scuola a causa del problema del bullismo. Anche se l’adolescente sta facendo molto meglio nella sua nuova scuola, la madre ha detto Knapp che ha ancora motivo di preoccuparsi.

Io per i miei figli ho sempre paura,” diceva la madre cristiana a Knapp.

“Si tratta di ferite molto profonde e, naturalmente, c’è il timore che questo possa accadere di nuovo”, ha detto. “Fino a quando non si apprende che le diverse religioni si possono rispettare l’un l’altro, ci sarà un lungo processo di apprendimento nella nostra società.”

Knapp poi ha esortato gli insegnanti e gli altri …ad insegnare in maniera adeguata ai migranti, i principi di libertà religiosa garantita dalla Costituzione tedesca.

Poiché la Germania è stata costretta a trattare con l’arrivo di oltre 1 milione di immigrati dal Medio Oriente, le relazioni

hanno messo in evidenza il crescente problema dei migranti musulmani che molestani i cristiani e li costringono a convertirsi all’Islam.

“Prendendo questi nuovi casi in considerazione ora ci sono 743 rifugiati cristiani che hanno segnalato attacchi a sfondo religioso”, prosegue il rapporto. “Con più personale a portata di mano, un numero significativamente più alto di casi avrebbe potuto essere incluso nel sondaggio.” Fonte. http://www.christianpost.com
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » sab dic 24, 2016 8:00 am

L'Europa si è accorta troppo tardi delle persecuzioni contro i cristiani
Carlo Mascio
21 Dicembre 2016
https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... -cristiani

Che i cristiani in Medio Oriente, in particolar modo, in Siria, Iraq e Egitto, sono da anni preda di un vero e proprio genocidio ad opera di jihadisti e affiliati dell’Isis è cosa certa. Però, complice forse l’atmosfera natalizia, è solo “grazie” alle immagini di Aleppo e all’attentato alla cattedrale copta del Cairo se i riflettori sono tornati ad accendersi sulla tragedia in corso. A squarciare nuovamente la solita coltre di silenzio che circonda le comunità cristiane in Medio Oriente, ci ha pensato lunedì scorso Monsignor Pizzaballa che è stato per 12 anni Custode di Terra Santa prima di essere nominato da Papa Francesco, nel giugno scorso, Amministratore apostolico del patriarcato latino di Gerusalemme. “La situazione dei cristiani in Siria, Iraq ed Egitto è una completa tragedia. Qui tutto è distrutto. La Comunità internazionale fa troppo poco” ha dichiarato il presule puntando il dito contro le istituzioni internazionali.

Ma era proprio necessario che Aleppo diventasse una città fantasma e al Cairo morissero altri 25 cristiani per far sì che i media internazionali si accorgessero che in questa zona le comunità cristiane ora più che mai rischiano di sparire sotto i colpi della persecuzione sistematica dello Stato Islamico? A quanto pare, sì. Oppure, già si conosceva la situazione, ma si è preferito soprassedere. In ogni caso, già si pagano le conseguenze. Soprattutto in Europa. Solo nel febbraio scorso, infatti, il Parlamento europeo ha riconosciuto come “genocidio” la situazione dei cristiani in Siria e Iraq, ovvero quando ormai la portata della strage era diventata troppo grande per essere oscurata. Numeri alla mano, in Iraq i cristiani sono passati da un milione e duecentomila negli anni ’90, a poco più di 250 mila nel 2015. Analoga sorte in Siria dove dai 2 milioni di cristiani nel 2011 si è passati a una stima che va tra le 600 mila e le 900 mila persone, con l’emblematico caso di Aleppo, dove rimangono 50 mila cristiani degli oltre 400 mila che lì vivevano prima della guerra.

Ovviamente si tratta di cifre in costante aggiornamento e in ogni caso sommarie, data la velocità con cui lo Stato Islamico semina terrore e vittime e il continuo evolversi della situazione, soprattutto in Siria. Una cosa è certa: tutto questo è frutto di anni e anni di attentati, lotte e stermini nella zona. Non certo di casi isolati. Anche in Egitto, dove i cristiani sono circa il 10% della popolazione, la situazione non è delle migliori. L’attentato kamikaze targato Isis dell’11 dicembre scorso nella chiesa cristiano-copta di San Pietro e Paolo adiacente alla cattedrale di San Marco al Cairo che ha causato 25 morti (di cui 6 bambini) e circa 35 feriti, è stato un vero e proprio colpo nel cuore della comunità copta. Tuttavia, quello dell’11 dicembre è solamente l’ultimo di una lunga serie attacchi contro la comunità cristiana.

Solo per citare alcuni casi, erano copti, infatti, i cristiani trucidati dallo Stato islamico su una spiaggia della Libia nel febbraio del 2015, nel terribile video con la decapitazione di 21 prigionieri caduti nelle mani dei jihadisti. Così come copti i molti fedeli presi di mira, anche dopo gli stravolgimenti politici degli ultimi anni nel Paese delle Piramidi. Secondo l'Iniziativa egiziana per i diritti umani (Eipr), nella sola regione di Minya - dove i cristiani sarebbero circa un terzo della popolazione - si sono registrati 77 episodi di scontri settari dalla rivoluzione del 2011. Unica situazione di apparente stabilità, nel contesto mediorientale, sembrerebbe quella del Libano, dove, dopo due anni di stallo, si è formato il nuovo governo di “unità nazionale” guidato dal sunnita Hariri, 46 anni e già premier tra il 2009 e il 2011. Tuttavia, con l'entrata al governo del partito di Hezbollah (longa manus dell'Iran sciita a fianco di Assad in Siria), i cristiani hanno rifiutato di sostenere l'esecutivo.

E nel Paese sono tutt’altro che al sicuro. I miliziani del Califfato nel giugno scorso con un attacco kamikaze hanno ucciso 15 cristiani nella città di Kaa (Qaa), roccaforte cristiana del Paese, vicinissima al confine con la Siria. Obiettivo dichiarato del Califfato era e continua ad essere quello di destabilizzare il Libano, usando gli attacchi ai cristiani come “esca” per costringere il paese ad entrare in guerra. Pertanto, con la situazione incandescente della vicina Siria, parlare di stabilità è ancora molto difficile. Insomma, il Medio Oriente è la cartina di tornasole di una triste verità: i cristiani costituiscono la comunità religiosa al mondo maggiormente colpita da odio, violenza e aggressioni sistematiche. E questo l’Unione Europea lo sapeva bene, tanto che è stato proprio il Parlamento europeo a lanciare “un grido d’allarme” nel dicembre del 2015 dichiarando che "l'Ue non può permettersi di ignorare la situazione". Ma ormai era già tardi.

La verità è che l’Europa (e i media internazionali) non hanno mai affrontato di petto la situazione. Forse perché troppo presi a inseguire le primavere arabe sponsorizzate da Obama (come scrive oggi sull'Occidentale Daniela Coli), oppure troppo impegnata a sostenere (assieme ad americani, sauditi, qatarioti e turchi) i gruppi jihadisti come il famigerato “Jabat al-Nusra” e gli altri che, alla fine, massacravano proprio le comunità cristiane e bruciavano le Chiese, mozzavano la testa alle persone e crocifiggevano coloro che venivano considerati “apostati”. Forse, salvando i cristiani, l’Europa avrebbe salvato se stessa. Ora il prezzo che sta pagando è quello già preannunciato dal monito, passato sotto silenzio, che l’Arcivescovo cristiano iracheno di Mosul, Emil Nona, rivolse ai paesi europei nell’agosto del 2014: “Le nostre sofferenze di oggi sono solo il preludio di quelle che anche voi europei e cristiani occidentali dovrete soffrire in un futuro prossimo”. Profezia che oggi, vedi Parigi, Bruxelles e Berlino, si sta avverando.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » gio gen 12, 2017 9:46 am

Dal Pakistan alla Corea del Nord. Oppressi 215 milioni di fedeli
Il rapporto dell'associazione evangelica "Porte aperte". L'islam e i nazionalismi religiosi sono le principali cause
Fausto Biloslavo - Mer, 11/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 50237.html

Oltre 215 milioni di cristiani perseguitati nel mondo è un numero spaventoso. In pratica un cristiano su tre è sotto tiro per la sua fede in ben 50 paesi con al primo posto la Corea del Nord e le new entry nel 2016 di Sri Lanka e Mauritania.

La lista nera della persecuzione, resa nota oggi, è stata preparata con un attento lavoro di ricerca da Porte aperte, associazione evangelica che si batte per difendere i cristiani.

Il calcolo del numero abnorme di cristiani nel mirino per il loro credo è presto fatto: «La popolazione totale di questi 50 paesi si aggira attorno ai 4,83 miliardi, di cui 650 milioni circa sono cristiani. Tra questi 650 milioni, il 30% (215 milioni) soffre una persecuzione che va da alta a estrema».

La «paranoia dittatoriale» alimenta la feroce repressione anti cristiana nella Corea del Nord, in cima alla classifica per il quindicesimo anno di fila. «Non abbandoneremo la chiesa nordcoreana» ridotta al silenzio da arresti, lavori forzati e torture, dicono da Porte aperte. Padre Simon opera sulla frontiera con la Cina per mettere in salvo i cristiani che riescono a scappare e contrabbandare aiuti e Bibbie per chi rimane nell'ultimo lager stalinista al mondo. «Il governo di Kim Jong-Un ha inviato centinaia di infiltrati al confine fra Cina e Corea del Nord per rapire ed eventualmente uccidere i missionari coinvolti in ministeri in favore di questo paese», denuncia Simon. Dopo l'ultimo feudo stalinista, Somalia, Afghanistan, Pakistan, Sudan, Siria, Iraq, Yemen ed Eritrea sono i paesi nella «top ten» della repressione.

«L'oppressione islamica costituisce ancora la fonte principale di persecuzione anti cristiana» in 35 paesi su 50 denuncia il rapporto. Non solo Islam: Il Vietnam, che ha aperto al turismo capitalistico, è in realtà al diciassettesimo posto della lista nera mondiale. Lo prova sulla sua pelle il pastore vietnamita Nguyen Cong Chinh incarcerato dal 2011 per la difesa della libertà religiosa e punito lo scorso anno con l'isolamento. Non solo: nel cibo gli hanno mescolato pezzi di vetro e chiodi. In Asia sta aumentando la minaccia del «nazionalismo religioso» con l'India in testa, ma la condizione dei cristiani peggiora anche in Laos, Bhutan e Bangladesh. Il 20 novembre è stato ucciso Jeyram Khoskla, colpevole di essere un convertito indù e di far proseliti in nome di Cristo.

Ben 16 paesi nella lista nera della persecuzione sono africani. Nel continente nero continua a crescere una spirale «di odio anticristiano» a causa della radicalizzazione islamica, ma pure per l'antagonismo etnico. In totale lo scorso anno sono stati uccisi 1207 cristiani, per motivi legati alla fede ed attaccate 1.329 chiese. Per fortuna un numero in diminuzione rispetto agli anni precedenti grazie allo stop imposto all'espansione dello Stato islamico in Siria ed Iraq e all'avanzata dell'esercito nigeriano, che «ha limitato le devastanti azioni di sterminio contro i villaggi cristiani» perpetrate da Boko Haram, costola africana del Califfato.

«Porte aperte» è stata fondata dall'olandese Andrew van der Bijl, che da giovane missionario evangelico negli anni '50 portava di nascosto le Bibbie ai cristiani oltre la Cortina di ferro. La sua avventura è stata raccontata in un best seller, «Il contrabbandiere di Dio». Cristian Nani, il direttore di Porte aperte Italia spiega il senso della denuncia annuale sulle persecuzioni: «Nell'epoca delle immagini fa più eco un assassinio ripreso con un cellulare, che un milione di persone trattate come animali. Vite vessate e oppresse a causa di una scelta di fede».


Per il terzo anno consecutivo aumenta il numero delle persecuzioni. I cristiani vengono sbattuti in carcere e depredati della casa. vengono torturati, decapitati e stuprati. Quasi sempre dagli islamisti
Roberto Vivaldelli - Sab, 14/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cri ... 51482.html

Il 2016 è stato un anno buio e terribile per i cristiani nel mondo, con un numero elevatissimo di persecuzioni e omicidi a sfondo religioso.

A testimoniarlo è il report annuale pubblicato nelle ultime ore da Open Doors Usa, importante associazione no-profit che aiuta e supporta i cristiani perseguitati, attiva in più di 60 paesi dove il cristianesimo è vittima di oppressione e violenze. Secondo l'associazione, che nel 2011 ha consegnato più di 3,1 milioni di bibbie in tutto il mondo e aiutato oltre 172 mila persone, il 2016 è stato l'anno peggiore per i cristiani da quando la stessa Open Doors ha iniziato il monitoraggio del fenomeno, circa venticinque anni fa.

Il rapporto "World Watch List 2016" sottolinea come le persecuzioni a danno dei cristiani su scala mondiale siano cresciute in modo drammatico per il terzo anno consecutivo, raggiungendo "livelli senza precedenti".

"I cristiani di tutto il mondo continuano a rischiare la detenzione, la perdita della casa e dei beni, nonché di subire torture, decapitazioni, stupri e persino la morte a causa della loro fede" - osserva il report, che stila la “lista nera” dei 50 paesi in cui le persecuzioni contro i cristiani rappresentano una dura e triste realtà. Nelle prime 10 posizioni troviamo dunque Corea del Nord, Iraq, Eritrea, Afghanistan, Siria, Pakistan, Somalia, Sudan, Iran e Libia. A seguire Yemen, Nigeria, Maldive, Arabia Saudita, Uzbekistan, Kenya, India, Etiopia, Turkmenistan, Vietnam e Qatar.

L'estremismo islamico rimane il principale responsabile della persecuzione cristiana nel mondo, colpevole della nascita di conflitti in 35 dei 50 paesi presenti nella lista. Inoltre, in nove delle dieci nazioni in cui i cristiani subiscono una “persecuzione estrema", la popolazione è per il 50% di fede musulmana.

"L'islamismo rimane la causa più comune di repressione contro i cristiani - si legge nel rapporto - ed è in forte aumento forte in Africa, dove più persone vengono uccise a causa della loro loro fede cristiana. Ciò avviene più qui che in qualsiasi altra parte del mondo”.

Da sottolineare il caso emblematico della Nigeria, che ha visto una drammatica escalation di omicidi a sfondo religioso per oltre il 62% nel 2016. La nazione più violenta, tuttavia, è il Pakistan, salito al numero 6 della classifica a causa di un livello di violenza anticristiana "superiore persino al nord della Nigeria".

Come dimostra lo studio, circa 215 milioni di fedeli nel mondo subiscono un livello alto - o molto alto - di persecuzioni e oppressioni. Per la prima volta in 25 anni, inoltre, l'India entra nella classifica stilata da Open Doors al numero 17. Qui, osserva il rapporto, "le comunità cristiane segnalano una crescita delle molestie a loro danno nel corso del 2016. Si segnalano episodi di la violenza fisica, incendi dolosi, profanazione di chiese e Bibbie. Di rado la polizia interviene".

Nel 2010, 428.856 persone di 70 paesi diversi hanno sottoscritto la petizione sui diritti globali di Open Doors, dicendo sì alla libertà di religione. L'istanza è stata presentata alle Nazioni Unite a New York il 6 Dicembre 2010. Purtroppo, ad analizzare i dati contenuti nel report 2016, la realtà sembra andare in un'altra direzione, e non è affatto quella della tolleranza religiosa e della convivenza pacifica. Un dramma, quello dei cristiani perseguitati nel mondo, troppo spesso sottovalutato e sottostimato dalle istituzioni e dall'opinione pubblica. I numeri, forniti sempre da Open Doors, lo certificano in maniera tragica: ogni mese, nel mondo, vengono uccisi di media 322 cristiani, mentre altri 722 subiscono ogni tipo di violenza. Vittime innocenti che fanno poco rumore.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » mer feb 08, 2017 9:33 am

«Nessuno ha protestato mentre l’Isis ci uccideva. Con Trump l’America si è accorta di noi»
febbraio 6, 2017
L’arcivescovo di Erbil, Bashar Warda sul decreto immigrazione del presidente Usa: «È giusto dare la priorità nei visti alle minoranze perseguitate. È per la nostra fede che abbiamo perso tutto»

http://www.tempi.it/nessuno-ha-protesta ... JrEF39-YlC

«Dov’erano tutti quelli che protestano contro l’ordine esecutivo di Donald Trump sull’immigrazione quando l’Isis uccideva noi cristiani e yazidi? Non ho visto nessuno protestare allora». L’arcivescovo caldeo cattolico di Erbil (Iraq), Bashar Warda, spiega perché la politica americana sui rifugiati non lo sorprende affatto («forse molti dimenticano che anche l’Europa ha provato a fare la stessa cosa») e neanche gli dispiace.

«NESSUNO PROTESTAVA». Una settimana fa tutti i giornali del mondo hanno riportato dichiarazioni opposte di monsignor Warda. Che alla Crux chiarisce: «Mi hanno citato fuori contesto. Certamente nel breve periodo la decisione di Trump può cambiare i piani di qualcuno, ma so che molte nostre famiglie solo questa settimana hanno avuto dei visti approvati». Certo, «tutti sono d’accordo che la misura è stata implementata male, c’è stata confusione. Ma io non ho visto nessuno protestare quando gli Stati Uniti non ci davano un dollaro di aiuti mentre ospitavamo decine di migliaia di cristiani sfollati. E non capisco com’è possibile che tanti americani si arrabbino perché viene data la priorità a chi ha subito un orribile genocidio».

«LA RELIGIONE NON C’ENTRA?». Monsignor Warda non risparmia critiche neanche ai media occidentali: «Chi parla di “messa al bando dei musulmani” farebbe bene a misurare le parole perché ci mette in serio pericolo. La maggior parte degli americani non ha la minima idea di che cosa significhi essere un cristiano o una yazida in Iraq. E nessuno ha protestato mentre l’Isis ci uccideva o ci obbligava ad abiurare. I terroristi ci perseguitano per la nostra religione, noi abbiamo perso tutto per la nostra religione e ora gli americani dicono che la religione non deve c’entrare in tema di visti, anche se la persecuzione religiosa è un criterio per avere lo status di rifugiato secondo l’Onu? Per me è pazzesco sentire certe cose».

«ABBIAMO FESTEGGIATO TRUMP». L’arcivescovo di Erbil non vuole che «i cristiani se ne vadano dall’Iraq» ma, aggiunge, «non posso che apprezzare gli sforzi del governo americano per dare la priorità a chi tra noi sta soffrendo, non solo cristiani, questo sarebbe un messaggio sbagliato, ma tutte le minoranze perseguitate. Noi ci siamo sentiti abbandonati dagli Stati Uniti fino ad oggi. Non posso che essere contento se un presidente americano finalmente si rende conto che i cristiani hanno bisogno di aiuto. La verità è che noi cristiani abbiamo festeggiato quando Trump ha vinto perché speravamo che finalmente l’America si accorgesse di noi».

«CHIESA MADRE DI TUTTI». Monsignor Warda dice anche di capire chi vuole aumentare i controllo sui rifugiati: «Io so solo due cose: primo, è terribile convivere con il terrorismo. Il mio paese lo fa ogni giorno e se gli Stati Uniti vogliono avere un processo di controllo più accurato, posso capirlo e lo apprezzo. È comprensibile che la gente abbia paura di chi entra nel proprio paese». Secondo, «la Chiesa cattolica è dalla parte degli immigrati, sempre, a prescindere da fede o origine. Noi siamo pastori di tutti: chi parte e chi resta. Il punto è che responsabilità ha il mondo nei confronti di questa gente: temo che i media si concentrino solo su chi parte e si dimentichino di chi ancora prova a vivere e sopravvivere nella propria terra legittima».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Stermini, genocidi e stragi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite