Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » dom dic 30, 2018 9:18 pm

I dementi contro il Natale, il presepio e il crocefisso
viewtopic.php?f=141&t=2022
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » lun dic 31, 2018 9:45 am

Persecuzione dei cristiani in Turchia

Un uomo di fede cristiana prova ad esporre alcune bibbie su una bancarella in piazza Taksim, a Istanbul, nella laica Turchia.
Ecco la reazione della maggioranza musulmana:

https://www.facebook.com/21428844992897 ... 7364515449
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » lun mag 27, 2019 2:52 pm

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 25/05/2019, a pag.2, il redazionale dal titolo "Ancora raid e scontri in Siria"
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... ErKU6W3Log

Finalmente il quotidiano della Santa Sede si è deciso di informare i propri lettori su chi attacca alcune città siriane, causando morti e feriti. IC l'ha puntualmente segnalato, tutti i pezzi erano titolati come quello di oggi, ma i responsabili degli attacchi rimanevano anonimi. Chi sarà mail l'attaccante?
Oggi cade la censura e veniamo informati che la resposabilità degli attacchi è da attribuirsi allo stesso Assad con l'aiuto delle forze militari di Mosca. Sono loro ad avere ordinato le stragi contro i civili siriani, evidentemente non in linea con il dittatore.
Mai dare notizie che possono dare una immagine negativa del mondo arabo-islamico, una regola pressochè comune nei paesi occidentali. Un passo importante sulla via della sottomissione.

DAMASCO, 24. Non tacciono le armi nella regione siriana di Idlib e nelle province limitrofe di Latakia, Hama e Aleppo. Ieri almeno sei civili sarebbero morti in conseguenza dei raid aerei delle forze governative coadiuvate dalle forze di Mosca. Altri tre uomini sono morti nel villaggio di Khan Shaykun e ancora non è noto il numero delle vittime negli scontri presso la valle del fiume Oronte. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) aggiorna, così, il bilancio dei civili coinvolti negli scontri dell'area nord-occidentale del paese all'indomani dell'attacco nel mercato ortofrutticolo di Maarrat Numan, dove hanno perso la vita 23 persone. Secondo l'Ondus, nelle ultime ore ammontano a oltre un centinaio gli attacchi aerei compiuti dalle forze di Damasco e di Mosca. A Kafr Aweid, nella provincia di Idlib, le incursioni aeree di giovedì hanno danneggiato gran parte degli edifici e aumenta il numero degli sfollati. Intanto, si incrementano gli scontri a fuoco nella provincia di Hama, dove le forze di Assad stanno accerchiando i jihadisti di Hayat Tahrir al Sham, gruppo vicino ad Al Qaeda. Assad promette di liberare le città della regione dalla presenza dei miliziani: ieri, nel terzo giorno di scontri, undici miliziani sono stati uccisi nella regione di Kafr Nabuda. Il ministero della Difesa della Russia ha riferito che un gruppo di jihadisti ha lanciato 17 razzi contro la base aerea russa di Khmeimim. Si tratta del secondo tentativo di attacco alla base russa in pochi giorni. Lo scorso settembre, l'area a nord-ovest della Siria è stata oggetto di un accordo tra Russia e Turchia su una zona demilitarizzata, creata per separare i territori occupati dalle forze ribelli al regime da quelli sotto il controllo del governo di Damasco. Secondo le organizzazioni umanitarie, tuttavia, questa zona cuscinetto non è stata rispettata: negli ultimi mesi, gli scontri si sono intensificati nel sud di Idlib e nel nord di Hama
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Re: Ixlam (persecousion e stermegno dei creistiani)

Messaggioda Berto » lun mag 27, 2019 7:15 pm

Attacco in chiesa: morti e feriti. Spari contro i fedeli durante la messa
27 maggio 2019

https://va.news-republic.com/a/66956310 ... 3988384777

Quattro persone sono state uccise in un attacco contro una chiesa cattolica nel nord del Burkina Faso , l’ultimo di una serie di assalti ai luoghi di culto cristiani nella regione. “La comunità cristiana di Toulfe è stata l’obiettivo di un attacco terroristico radunato per le preghiere della domenica”, ha detto in una dichiarazione domenica il vescovo di Ouahigouya, Justin Kientega. “L’attacco ha ucciso quattro dei fedeli morti.”

Una fonte della sicurezza ha riferito all’agenzia di stampa AFP “individui pesantemente armati hanno attaccato la chiesa … mentre i fedeli festeggiavano la messa domenicale” nella città di Toulfe, a 240 chilometri a nord-ovest della capitale Ouagadougou. “L’attentato ha causato il panico nel villaggio e molti residenti hanno cercato riparo nelle loro case o nella boscaglia”, ha detto un testimone.

La scorsa settimana, uomini armati hanno ucciso quattro cattolici in una processione religiosa, pochi giorni dopo che un sacerdote e altre cinque persone erano stati assassinati. Nessuno ha rivendicato gli attentati. Attentati che minacciano di sconvolgere i rapporti tradizionalmente pacifici tra i musulmani e i cristiani di maggioranza che costituiscono un quarto del paese. Il governo ha accusato i gruppi armati che operano nel paese e nella regione circostante del Sahel in Africa.

Le incursioni sono iniziate nel 2015 nel nord, prima di individuare Ouagadougou e altre regioni, in particolare a est. Secondo un conteggio dell’AFP. circa 400 persone sono state uccise dal 2015 – principalmente in incursioni. Gruppi armati hanno come obiettivo i cristiani e i musulmani che non considerano sufficientemente conservatori in un paese in cui tradizionalmente entrambe le religioni hanno convissuto pacificamente.

La Francia ha schierato 4.500 soldati in Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad in un codice di missione chiamato Barkhane per aiutare le forze locali ad arrestare i combattenti. Le forze speciali francesi questo mese hanno liberato quattro ostaggi stranieri nell’ex colonia francese durante un raid notturno che ha ucciso due soldati.
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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:48 pm

Le angherie e persecuzioni contro i cristiani sotto Autorità Palestinese devono cessare
5 Giugno 2019
Di Edy Cohen
(Da: jns.org, Israel HaYom, 27-28.5.19)

https://www.israele.net/angherie-e-pers ... cpHzYOSeCQ



Le angherie e persecuzioni contro i cristiani sotto Autorità Palestinese devono cessare
Quando la minoranza cristiana viene attaccata, autorità e mass-media palestinesi si voltano dall'altra parte. Il problema è che lo fa anche l’Occidente

Recentemente si sono verificati tre gravi eventi che riguardano i cristiani nei territori governati dall’Autorità Palestinese, ma non hanno fatto notizia perché non sono collegati a Israele.

Lo scorso 25 aprile, gli abitanti terrorizzati del villaggio cristiano di Jifna, vicino a Ramallah, hanno chiesto all’Autorità Palestinese di proteggerli dopo che erano stati aggrediti da musulmani armati. La violenza è scoppiata quando una donna del villaggio ha presentato denuncia alla polizia dell’Autorità Palestinese a carico del figlio di un importante notabile affiliato a Fatah, accusandolo d’aver attaccato la sua famiglia. Per tutta risposta sono arrivate nel villaggio decine di uomini armati di Fatah che hanno sparato in aria centinaia di proiettili e lanciato bombe incendiarie, urlando imprecazioni e causando seri danni ai beni pubblici. È un miracolo che non ci siano stati né morti né feriti. Nonostante le richieste d’aiuto degli abitanti, la polizia dell’Autorità Palestinese non è intervenuta durante la scorreria, che è durata per ore. Non è stato arrestato nessun sospetto. È interessante notare che gli aggressori hanno ingiunto ai residenti di pagare la jizya, la tassa pro capite storicamente imposta alle minoranze non musulmane sotto dominio islamico. Le più recenti vittime della jizya sono state le comunità cristiane in Iraq e Siria sotto lo Stato Islamico (ISIS).

Il secondo incidente è avvenuto la notte del 13 maggio. Dei vandali hanno fatto irruzione in una chiesa della comunità maronita nel centro di Betlemme, profanandola e rubando costose attrezzature di proprietà della chiesa, incluse le telecamere di sicurezza. Tre giorni dopo è stata la volta di una chiesa anglicana nel villaggio di Aboud, a ovest di Ramallah. I teppisti hanno tagliato la recinzione e hanno fatto irruzione rompendo le finestre della chiesa. Anche qui hanno profanato e rubano una grande quantità di attrezzature. Come nei due precedenti incidenti, non è stato arrestato nessun sospetto.

Il monastero maronita di San Charbel a Betlemme dopo un’aggressione con incendio

Secondo la sua pagina Facebook, questa è la sesta volta che la chiesa maronita di Betlemme subisce atti di vandalismo e furto, compreso un incendio doloso nel 2015 che causò danni considerevoli e costrinse la chiesa a restare chiusa per un lungo periodo. Tuttavia, benché il 24 dicembre 2018 il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen fosse presente alla cerimonia di riapertura della chiesa dopo la ristrutturazione, l’incendio doloso e gli altri atti di teppismo e vandalismo avvenuti nel corso degli anni non hanno ricevuto alcuna copertura nei mass-media palestinesi. In molti casi è stato anzi imposto l’ordine di tacere completamente i fatti.

È improbabile che l’ultima ondata di aggressioni porti all’arresto, per non dire all’incriminazione, di eventuali sospetti. L’unica cosa che interessa all’Autorità Palestinese è che eventi di questo tipo non arrivino sui mass-media. Fatah esercita regolarmente forti pressioni sui cristiani affinché non riferiscano gli atti di violenza e vandalismo che subiscono frequentemente, perché sarebbe cattiva pubblicità che potrebbe danneggiare l’immagine dell’Autorità Palestinese come soggetto capace di proteggere la vita e le proprietà della minoranza cristiana sotto il suo governo. Men che meno l’Autorità Palestinese vorrebbe passare per un’entità estremista che perseguita le minoranze religiose, un’immagine che potrebbe avere ripercussioni pesantemente negative sui massicci aiuti internazionali che l’Autorità Palestinese riceve, in particolare dall’Europa.

I cristiani nell’Autorità Palestinese evitano di dirlo pubblicamente, ma molti di loro temono, con buone ragioni, che le aggressioni dei musulmani contro di loro possano solo peggiorare. E queste paure sono tanto più forti alla luce dell’assordante silenzio dei mass-media occidentali rispetto alla progressiva scomparsa della minoranza cristiana dalle terre dell’Autorità Palestinese e dalle terre islamiche in generale: in stridente contrasto con la crescita, la prosperità e la crescente integrazione della comunità cristiana all’interno di Israele.

I cristiani del mondo occidentale devono esigere che l’Autorità Palestinese si adoperi sul serio per assicurare alla giustizia i sospetti delle ultime aggressioni e inizi a proteggere i luoghi di culto cristiani sotto il suo governo. La perdurante indifferenza internazionale per la condizione dei cristiani sotto Autorità Palestinese può solo portare alla scomparsa del cristianesimo dal luogo stesso in cui è sorto.
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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:49 pm

Perseguitati 340 milioni di cristiani. L'Islam la prima causa
Anna Bono
14 gennaio 2021

https://lanuovabq.it/it/perseguitati-34 ... rima-causa

Presentata ieri l’annuale World Watch List: nel 2020 ci sono stati 340 milioni di cristiani perseguitati a causa della loro fede, 309 milioni in forma molto alta. Aumentato del 60% il numero di cristiani uccisi: da 2.983 a 4.761, una media di 13 al giorno. Arrestati senza processo 4.277 fedeli e 1.710 rapiti. L’Islam rimane la principale matrice di persecuzione. Grave anche il peso di nazionalismo religioso e, specie in Cina, comunismo. Maglia nera ancora la Corea del Nord. E tra i fattori responsabili delle maggiori difficoltà per i cristiani, soprattutto dove sono una minoranza, Open Doors individua il Covid.

Ci sono nel mondo 340 milioni di cristiani perseguitati a causa della loro fede perché vivono territori ostili, vittime di pregiudizi, di intolleranza, indifesi quando le loro vite, la loro libertà e le loro proprietà sono minacciate. È quanto emerge dal nuovo rapporto diffuso ieri, 13 gennaio, da Open Doors, l’associazione internazionale fondata nel 1955 per aiutare i cristiani perseguitati, che ogni anno pubblica la World Watch List (WWList), un elenco dei 50 stati in cui è più difficile essere cristiani, e un rapporto sulla situazione mondiale, paese per paese.

Nel rapporto precedente, relativo al 2019, i cristiani perseguitati nei 50 stati dell’elenco erano 260 milioni. Nel 2020 sono saliti a 309 milioni, un aumento impressionante, anche tenendo conto della concomitante crescita demografica, e che da solo giustifica la preoccupazione con cui in tutto il mondo la WWList in queste ore viene commentata. Rispetto al 2019, inoltre, è aumentato considerevolmente, del 60 per cento, anche il numero dei cristiani uccisi: da 2.983 a 4.761 (in media 13 al giorno). Ci sono poi 4.277 cristiani in carcere senza processo, arrestati durante l’anno (in media, più di 11 al giorno) in seguito a denunce quasi sempre palesemente pretestuose. E ancora, 1.710 sono stati rapiti (più di quattro al giorno in media). Unico dato positivo, è il netto calo delle chiese e delle strutture religiose (oratori, seminari, scuole, ospedali…) danneggiate, saccheggiate, distrutte o chiuse: 9.488 nel 2019, “solo” 4.488 nel 2020.

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione del rapporto, Cristian Nani, direttore di Open Doors Italia, ha ricordato che nella WWList i paesi sono divisi in fasce in base ai diversi livelli di persecuzione registrati misurando il grado di libertà religiosa e di tolleranza in cinque ambiti: “La vita privata, quindi il rapporto intimo con la fede; la vita famigliare e il come vivere la fede all’interno di essa; la vita comunitaria o civile e di conseguenza anche il mondo del lavoro; la vita nazionale, ovvero il tipo di leggi che possono discriminare una minoranza cristiana; e la vita della Chiesa, cioè la possibilità che la comunità di cristiani possa subire forme di restrizione alle attività religiose”. Un sesto parametro misura il grado di violenza subita.

Nel 2019 le fasce erano tre - estrema (11 stati), molto alta (34), alta (5) - mentre quest’anno sono due: estrema e molto alta. Questo indica che non soltanto ci sono più cristiani perseguitati, ma che la situazione di molti è ulteriormente peggiorata.

Open Doors ha individuato nel Covid-19 uno dei fattori responsabili delle maggiori difficoltà alle quali molti cristiani hanno dovuto far fronte nel 2020. Ad esempio, il confinamento ha costretto molti convertiti al Cristianesimo a vivere a più stretto contatto con famigliari che disapprovano la loro scelta e lo fanno “pesare” in molti modi. La pandemia inoltre ha “esacerbato alcune vulnerabilità già esistenti per le minoranze cristiane”. In diversi paesi, tra cui l’India, il Bangladesh, il Pakistan, il Sudan, il Vietnam, i cristiani sono stati i primi a perdere il lavoro e gli ultimi a ricevere aiuti alimentari e sanitari, dai quali in certi casi sono stati del tutto esclusi.

In India, ad esempio, i partner di Open Doors hanno assistito oltre 100.000 cristiani in difficoltà. L’80% di essi hanno detto ai ricercatori della WWList di essersi visti negare l’accesso ai centri di distribuzione degli aiuti. Alcuni hanno camminato per chilometri e hanno dovuto nascondere di essere cristiani per ottenere aiuto da qualche altra parte. In Nigeria, nello stato settentrionale di Kaduna, a maggioranza islamica, le famiglie cristiane di molti villaggi hanno raccontato di aver ricevuto un sesto della razione alimentare data alle famiglie musulmane.

Secondo il direttore di Open Doors Italia, le “matrici” delle persecuzioni ai cristiani sono nove: l’Islam, il nazionalismo religioso: l’antagonismo etnico; l’oppressione intra-tribale, di clan e famiglia; il protezionismo denominazionale (che si verifica quando una denominazione cristiana ne opprime un’altra); i regimi comunisti e post comunisti; l’intolleranza secolare; la paranoia dittatoriale; il crimine organizzato.

Scorrendo l’elenco in effetti si ha riscontro di tutte le matrici individuate da Open Doors: l’antagonismo etnico nell’intera Africa, la repressione comunista, devastante in Cina, il nazionalismo religioso di cui gli estremisti indù in India sono l’esempio più esasperato, il crimine organizzato, come in Colombia, l’intolleranza secolare, che si diffonde nei paesi occidentali. Ma salta agli occhi l’enorme ruolo che nel corso degli anni ha assunto l’Islam.

L’attuale fascia di persecuzione estrema comprende 12 stati: nell’ordine, Corea del Nord (da sempre al primo posto), Afghanistan, Somalia, Libia, Pakistan, Eritrea, Yemen, Iran, Nigeria, India, Iraq e Siria. Ne esce il Sudan, vi sono entrati Nigeria e Iraq. In nove paesi su 12 è l’Islam a perseguitare i cristiani.

Quanto ai restanti 38 stati in cui la persecuzione è molto alta, in 27 l’Islam gioca un ruolo decisivo, siano essi a maggioranza islamica (come il Marocco, il Mali, la Giordania…) oppure a maggioranza cristiana (Kenya, Mozambico…). Dove i cristiani sono una minoranza la persecuzione può essere sia istituzionale, esercitata con leggi che discriminano, emarginano, pongono limiti alla pratica religiosa, sia imposta dalla società civile, sia inflitta da gruppi e movimenti radicali. Altrove è l’estremismo islamico a costituire una minaccia che i governi non riescono o non cercano di contrastare. Il Mozambico, dove i musulmani sono meno del 19 per cento della popolazione, è il caso più recente, infestato dal jihad a partire dal 2017. Ancora assente nella WWList 2020, lo troviamo in quest’ultima, al 45° posto.
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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:49 pm

Due fratelli musulmani accusati dell'omicidio di un negoziante cristiano
20 febbraio 2021

https://www.islamnograzie.com/due-frate ... cristiano/

Due fratelli musulmani sono stati accusati di omicidio all’inizio di febbraio in seguito a un attacco a un negozio nel distretto di al-Wardayan, Alessandria d’Egitto, in cui il proprietario cristiano è stato ucciso e altri due feriti.

Il negoziante Ramsis Boulos Hermina, suo fratello Adel Hermina e Tareq Fawzy Shenouda sono stati pugnalati e picchiati da assalitori armati di mazze, coltelli e una spada, nel dicembre 2020. Tutti e tre gli uomini sono stati curati in ospedale, ma Ramsis Hermina è morto per le ferite riportate.

I fratelli Nasser Ahmed Muhammad (noto anche come Nasser al-Sambo) e Ali Ahmed Muhammad, negano le accuse di omicidio e aggressione. Entrambi rimangono sotto custodia della polizia. Non è ancora stata fissata una data per il processo.

La comunità cristiana si preoccupa del fatto che il tribunale sarà indulgente nella sua decisione sul caso. Nel dicembre 2020, le Corti d’Appello egiziane hanno assolto tre uomini musulmani accusati di aver spogliato nuda un’anziana donna cristiana e di averla trascinata per le strade del villaggio di al-Karm nella provincia di Minya, 250 km a sud del Cairo.



"Ci dicevano che ci avrebbero tagliato la testa se non ci fossimo convertite. In segreto dicevamo le preghiere cristiane"
Giulio Meotti
21 febbraio 2021

https://meotti.substack.com/p/ci-diceva ... o-tagliato

La storia dello straordinario coraggio delle ragazze di Chibok rapite dagli estremisti islamisti nel nord-est della Nigeria non è mai stata raccontata. Ora un libro rivela l’inferno passato dalle duecento ragazze in uno dei più famigerati rapimenti di massa della storia. Ne parla The Guardian.

Protagonista, Naomi Adamu. Il suo tormento inizia quando gli islamisti le hanno detto di togliersi l’uniforme scolastica e indossare un enorme vestito nero dalla testa ai piedi. Naomi si rifiuta. Boko Haram le dice che sarebbe stata uccisa se non si fosse convertita all’Islam, se non avesse sposato un terrorista e non avesse dato alla luce con lui dei bambini. Naomi si rifiutò e fu picchiata con il calcio di un fucile. Ispirate dal suo esempio, anche altre ragazze iniziarono a contrattaccare, rischiando le frustate. “Sono diventata la leader perché ero la maggiore tra loro ed ero la più testarda. Boko Haram voleva che mi convertissi come esempio, perché sapevano che le altre mi ascoltavano, ma ho detto loro che anche se il cielo e la terra si fossero uniti non li avrei sposati”. Naomi è stata soprannominata "la leader degli infedeli" dai capi di Boko Haram.

“Quando si sono resi conto che non indossavamo l'hijab come le altre ragazze, ci hanno picchiato e hanno detto che ci avrebbero tagliato la testa. Ci hanno fatto indossare l'hijab e pregare ma abbiamo deciso di simulare la cerimonia. Intanto fra di noi dicevamo le preghiere cristiane e ci siamo raccontate la storia di Giobbe. Ero arrabbiata quando 30 ragazze si sono convertite all'Islam e si sono sposate ... sentivo che non si battevano abbastanza duramente”.

Le loro storie sono strazianti:

"Sono venuti da noi e ci hanno detto: ‘Per le musulmane, è l’ora della preghiera’. Dopo la preghiera, hanno detto: ‘Ora le musulmane si mettano da una parte e le cristiane dall’altra’. Poi abbiamo visto che avevano una tanica nella macchina e abbiamo pensato che fosse benzina. Ci hanno detto: ‘Chi e quante di voi vogliono convertirsi all’Islam?’. Allora molte di noi, per paura, si sono alzate e sono andate dentro… Hanno detto: ‘Quelle che sono rimaste vogliono morire, è questa la ragione per cui non volete essere musulmane? Vi bruceremo…’. Poi ci hanno dato quella tanica, che pensavamo contenesse della benzina. Non era benzina, era acqua. Un giorno, cinque di noi sono scappate, ma i militanti le hanno riprese, legate, e dopo aver scavato una fossa mi hanno dato una sciabola e ordinato di tagliar loro la testa, altrimenti l’avrebbero fatto a me. Li ho supplicati in ginocchio e le hanno graziate”.

Da quell’inferno non è mai uscita una ragazza cristiana che ha rifiutato la conversione, Leah Sharibu. Sono tre anni che è nelle mani dei terroristi di Boko Haram. Ma non c’è mobilitazione in Europa per queste schiave cristiane.




PAKISTAN Leader cristiani contro il ministro Shah: il Pakistan non tutela le minoranze
Shafique Khokhar
23/02/2021
http://www.asianews.it/notizie-it/Leade ... 52422.html

Alle commemorazioni per il centenario del “massacro di Nankana” il titolare dell’Antidroga rivendica il “rispetto e la tutela” dei non musulmani. Invece in India, prosegue, le minoranze sono oggetto di “atrocità”. Parole sconfessate da attivisti e ministri del culto. Il pastore Bashir ricorda la lunga serie di abusi, dalle violenze sessuali alle false accuse di blasfemia.

Lahore (AsiaNews) - La parole pronunciate dal ministro pakistano dell’Antidroga Ijaz Shah nei giorni scorsi, in occasione delle celebrazioni per il centenario del “massacro di Nankana” (meglio noto come Saka Nankana), hanno sollevato polemiche e indignazioni. Alla funzione tenuta il 21 febbraio al Nankana Sahib, a Lahore (Punjab), il politico ha sottolineato che tutte le minoranze del Paese sono rispettate e tutelate, mentre in India sono oggetto di “atrocità”. Immediata la replica di alcune personalità, anche cristiane, che ricordano i numerosi esempi di violazioni e abusi nel contesto di una tutela che è solo “sulla carta”.

L’intervento del ministro si inserisce nel quadro delle celebrazioni per il centenario del massacro di Nankana, cui hanno partecipato moltissimi pellegrini Sikh da tutto il Pakistan e anche dall’estero. Esso commemora l’uccisione di oltre 260 sikh, fra cui bambini di sette anni, per mano dell’ultimo custode Udasi Mahant Narayan Das e dei suoi mercenari quando il territorio era ancora parte dell’India britannica. L’evento culminante della tre giorni è coinciso con l’anniversario di nascita di Guru Nanak, alla presenza di esponenti politici, leader religiosi, rappresentanti delle minoranze, attivisti e fedeli riuniti a Nankana Sahib.

Rivolgendosi ai presenti, il ministro dell’Antidroga ha detto che “il buon trattamento delle minoranze è uno degli obblighi previsti dalla religione islamica” e “il colore bianco nella bandiera nazionale rappresenta le minoranze”. Guru Nanak, prosegue, “ci ha insegnato la lezione di pace e amore verso le persone”. Egli ha quindi ricordato l’inizio “a breve” dei lavori di costruzione della Baba Guru Nanak University, che rappresentano una vera e propria “rivoluzione educativa” per la zona, voluta con forza dal governo pakistano che “coprirà tutte le spese”.

Le parole celebrative del ministro sollevano preoccupazione, e indignazione, in molti rappresentanti delle minoranze religiose secondo cui è falso affermare che “tutte le minoranze religiose in Pakistan godono del pieno rispetto dei diritti”. Il reverendo Javed Bashir, della Voice of Christ Pentecostal Church a Karachi, afferma che le parole di Ijaz Shah sono contrarie alla realtà “perché non solo i cristiani, ma tutte le minoranze vivono una situazione difficile” che peggiora “di giorno in giorno”.

“Preghiamo per la leadership e le autorità del nostro Paese, perché possano portare vera pace e la nostra nazione possa prosperare” prosegue il leader cristiano. “Siamo preoccupati per il futuro dei nostri giovani” e resta essenziale “educare i bambini”. Il pastore Bashir ricorda il recente rapporto di International Christian Concern che conferma il periodo critico vissuto dai non musulmani e i molti abusi e violenze di cui sono oggetto. Il documento, sottolinea, riferisce di almeno 38 episodi di persecuzione che comprendono “discriminazioni, assalti sessuali, sequestri, conversioni forzate, matrimoni forzati, accuse pretestuose di blasfemia e anche omicidi”.



Persecuzione dei cristiani nei paesi a prevalenza islamica o nazi maomettana
https://www.facebook.com/groups/2902168 ... 6131704608
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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:50 pm

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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:50 pm

Etiopia – Orrore in Tigrai. Uccisi preti, donne e bambini, stupri di massa da parte dell’esercito etiopico e degli alleati eritrei
Paolo Lambruschi
23 febbraio 2021

https://ninofezzacinereporter.altervist ... eritrei-2/

Le conferme dei testimoni dei massacri: trenta sacerdoti uccisi dai soldati in chiesa a Irob a gennaio. Quasi duecento persone, tra loro donne e bimbi, morte nei bombardamenti

I racconti dell’orrore della guerra-ombra del Tigrai squarciano il buio che li ha avvolti in questi 100 giorni esatti di blackout informativo e di isolamento. Molti testimoni confermano quanto da tempo scriviamo sui crimini di guerra e le atrocità commesse e quanto ripetuto sui social o sussurrato al telefono da giornalisti, attivisti e operatori umanitari. Confermati i massacri di civili – anziani, donne e bambini compresi – e di religiosi copti.

E gli stupri di massa, uccisioni e deportazioni forzate in Eritrea dei rifugiati eritrei dei campi di Hitsats e Shimelba, che immagini satellitari hanno mostrato distrutti e che nei giorni scorsi il governo di Addis Abeba ha dichiarato di non voler più riaprire mentre l’Onu non ha più potuto accedervi. Inequivocabili le notizie forniteci da fonti cattoliche, che non citiamo per ragioni di sicurezza. Ad Irob, piana semidesertica confinante con la regione Afar e l’Eritrea, sono stati uccisi solo a gennaio 30 preti copti ortodossi che pregavano in chiesa. A Wukro, Adigrat e Kobo mancano cibo e medicinali.

Agghiaccianti i racconti sulle uccisioni di giovanissimi sotto gli occhi dei genitori, cento solo a Irob, e delle frequenti violenze sessuali su donne e ragazze anche davanti ai mariti, spesso seguite dalla spietata uccisione delle vittime.

«Meglio uccidere le donne del Tigrai perché domani partoriranno i woyane (i membri del Tplf, ndr) » avrebbero detto i militari eritrei a chi chiedeva il perché di tanto odio. Alla fine di gennaio, sempre a Irob, etiopi ed eritrei hanno ucciso 50 «mogli dei Woyane».

Venerdì per la prima volta il governo etiope, con un tweet della ministra delle donne Filsan Abdullahi Ahmed, ha ammesso che una task force governativa «purtroppo ha stabilito che le violenze sessuali hanno avuto luogo con certezza e senza alcun dubbio».

Filsan non ha specificato chi siano i responsabili, ma molte donne sostengono di essere state violentate dalle forze eritree, gli shabia, soldati in sandali di plastica che avrebbe ricevuto l’ordine di eliminare anche i maschi tigrini sopra i sei anni proibendone la sepoltura. Circostanziata l’accusa dell’Ong Human Rights Watch alle truppe federali e a quelle eritree: a novembre avrebbero bombardato scuole, ospedali, chiese e mercati di Humera, Macallè e Scire uccidendo 187 civili tra cui donne e bambini e ferendone oltre 300.

Non sono stati risparmiati i simboli religiosi. K. ha assistito al bombardamento della chiesa ortodossa di Sant’Amanuel nel villaggio di Negash, in cima a una montagna, il 23 e 24 novembre da parte di tank e artiglieria pesante di Isaias Afewerki. Sono stati inoltre saccheggiati missioni e conventi cattolici, spesso religiosi e religiose sono stati rapinati persino dei crocifissi portati al collo.

Sul banco degli imputati l’esercito federale e soprattutto gli alleati eritrei – acerrimi nemici del Tplf, partito egemone del Tigrai – tuttora in territorio tigrino. Presenza negata dal regime di Asmara e dal governo etiope (ma ammessa da autorità locali e da comandanti federali) anche nei giorni scorsi, quando Usa e Ue hanno chiesto all’Eritrea il ritiro immediato dei soldati, colpevoli di violenze indicibili, e l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente. Che dovrà affrontare anche il dramma dei rifugiati eritrei deportati, probabilmente 10 mila. Per la prima volta il governo di Addis Abeba riconosce le violenze sessuali avvenute nella zona dei combattimenti Caritas italiana: dopo cento giorni di guerra stiamo sempre a fianco della popolazione

L’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi ha invece denunciato la scomparsa di 20 mila rifugiati eritrei sui 96 mila sotto protezione etiope in quattro campi nel Tigrai. Siamo riusciti a contattare telefonicamente alcuni fuggiaschi a Macallè per ricostruire i fatti. «Il 20 novembre verso le otto di sera sono arrivati gli shabia – racconta Kidane, 28 anni, ad Hitsats da due – li abbiamo riconosciuti dalla divisa.

Sparavano su chi non poteva scappare come anziani, donne e bambini rifugiati uccidendoli e catturando molte persone. Ho visto distruggere Hitsats e sono fuggito. Lungo la via ho visto molti cadaveri». Shimelba, campo di 8.500 eritrei di etnia Cunama, è stato distrutto ai primi di gennaio. «Ma la sera del 26 novembre gli shabia hanno circondato il campo e fatto irruzione – ricorda Haddar. 30 anni – intimandoci di non scappare.

Hanno distribuito 5 chili di farina a persona, poi hanno chiama- to i 5 leader del campo per incontrarli e gli hanno chiesto quanti eravamo. Li hanno portati via e prima di andarsene hanno fucilato 5 guardiani del Tplf impedendoci di seppellirli. Chi voleva poteva andarsene, in Tigrai o in Eritrea, ma non restare. Il giorno dopo sono tornate le milizie tigrine dicendoci di rimanere e garantendoci protezione. Ma quando il 5 gennaio sono tornati gli eritrei, sono fuggiti. L’esercito di Isaias ha iniziato a incendiare tutto e a uccidere anche donne e bambini. Chi non è riuscito a fuggire, la maggioranza, è stato deportato a piedi fino a Shiraro e da lì in camion in Eritrea, a Shambuko».

Che sorte è toccata in Eritrea ai deportati? Diverse fonti completano il racconto di Haddar provando che un ennesimo crimine è stato commesso. I rifugiati Cunama sono prigionieri in campi di accoglienza in attesa che passi il Covid. Sono in uno stato pietoso perché denutriti da settimane. Il regime vuole spedire i giovani nei campi di addestramento per il servizio di leva a vita dal quale erano fuggiti. Gli altri, finita la pandemia, torneranno nei villaggi. Davanti a questa tragedia dimenticata, Caritas italiana ha invitato alla solidarietà lanciando una raccolta fondi a sostegno del programma di aiuti di Caritas Etiopia per garantire cibo ai bambini malnutriti, la distribuzione di kit di sopravvivenza e la consegna di semi e animali alle famiglie sfollate che hanno perso tutto.
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Re: Islam, persecuzione e sterminio dei cristiani

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 8:51 pm

I cristiani algerini vengono condannati a pene detentive in contumacia
11/03/2021

https://www.islamnograzie.com/i-cristia ... ontumacia/

Algeria (International Christian Concern) – Due cristiani sono stati condannati a pene detentive di due anni e pesanti multe per “proselitismo” in risposta a incidenti avvenuti nel 2008 e nel 2017. Il pastore Rachid Seighir e uno dei suoi congregati, Nouh Hamimi, vennero a conoscenza delle loro punizioni attraverso una notifica scritta pubblicata nel loro edificio della chiesa a Orano.

Nel settembre 2017, una libreria di proprietà del pastore Rachid, dove Hamimi lavorava come venditore, è stata saccheggiata dalle autorità. Dopo aver trovato libri cristiani, macchine da stampa e Bibbie, il governatore ha chiuso la libreria. Nel 2018 e nel 2019, la chiesa ha vinto cause legali che hanno ordinato la riapertura della libreria. Tuttavia, il governatore si è rifiutato di obbedire alla sentenza della corte. La libreria è rimasta chiusa.

Nell’ottobre 2019, dopo due ordinanze del tribunale fallite, la chiesa ha presentato ricorso a un tribunale amministrativo che si è pronunciato a loro favore. La sentenza includeva una compensazione finanziaria di $ 3,745 USD.

Invece di adottare la sentenza del tribunale amministrativo, il pastore Rachid e Hamimi sono stati condannati in contumacia il 27 febbraio. Entrambi faranno appello alle loro condonne.

Altri due cristiani sono accusati di blasfemia dal dicembre 2020. Le chiese protestanti in Algeria rimangono chiuse dopo che i regolamenti COVID-19 sono stati revocati per altri luoghi di culto.
La maggior parte delle chiese cristiane che rimandono chiuse fanno parte dell’Associazione evangelica protestante (EPA).
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