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Strage in Egitto, non difendiamo i cristiani perché non accettiamo di sentirci vittimePerché quella cristiana è l’unica comunità che abbandona i suoi adepti laddove sono minoranza? Perché l’Occidente, in cui i cristiani sono maggioranza, non dice nulla? Può essere senso di colpa. Ma è soprattutto paura di non essere più padroni del mondo
di Francesco Cancellato
2017/04/10
http://www.linkiesta.it/it/article/2017 ... di-s/33821 45 morti tra Tanta e Alessandria, nella domenica delle Palme, vittime della cinica e sanguinaria follia di due kamikaze e dello Stato Islamico, che ha rivendicato gli attentati attraverso i suoi account Twitter. 45 morti copti, cristiani, ammazzati in quanto tali all’interno del loro luogo di culto, in una giornata sacra. Vale la pena di sottolinearlo quanto più possibile. Non tanto perché i cristiani siano la confessione religiosa più perseguitata al mondo. Non ha senso dirlo, né mettersi a fare graduatorie per dimostrarlo. 90mila morti nel solo 2016 - uno ogni sei minuti - sono una misura più che sufficiente della vastità del problema, senza che siano necessarie comparazioni.
Il tema è un altro, semmai. È che quella cristiana è l’unica fede che viene massacrata dov’è minoranza - lo è anche in Egitto, dove i copti sono un terzo (1/7 il 15%) della popolazione - senza che dai luoghi in cui è maggioranza si levi un’onda di sdegno, o una voce di condanna, o quantomeno un po’ di empatia. Lo fanno i monaci buddisti con il Tibet, gli ebrei con Israele, i musulmani, il cui radicalismo si abbevera della retorica contro i crociati, ogni qual volta vengono malmenati. Noi - occidentali con radici cristiane, quand’anche oggi agnostici o atei - no. Noi, per l’appunto, preferiamo non parlarne. E se lo facciamo, tendiamo a giustificare il carnefice - le crociate, per l’appunto - a trovare motivi per cui il massacro, in fondo, ce lo siamo andati a cercare - il colonialismo, la globalizzazione -, a trovare ben altre persecuzioni in giro per il mondo di cui dolerci, per le quali fare concerti e raccogliere fondi, dai tibetani agli uiguri.
Noi - occidentali con radici cristiane, quand’anche oggi agnostici o atei - no. Noi, per l’appunto, preferiamo non parlarne. E se lo facciamo, tendiamo a giustificare il carnefice - le crociate, per l’appunto - a trovare motivi per cui il massacro, in fondo, ce lo siamo andati a cercare - il colonialismo, la globalizzazione -, a trovare ben altre persecuzioni in giro per il mondo di cui dolerci, per le quali fare concerti e raccogliere fondi, dai tibetani agli uiguri
Un ancestrale senso di colpa per i crimini commessi in passato? Può essere. Un anelito all’autodistruzione? Forse. O forse molto più semplicemente ci siamo affezionati al nostro ruolo di carnefici, di predatori alfa del mondo. Convinti - e contenti, o semplicemente rassicurati - di essere ancora i più forti, i più ricchi, i meglio armati. Che la morte di altri cristiani sia solo un effetto collaterale o un accidente. E non invece il preoccupante tassello di una storia nuova, quella in cui sono - siamo - la preda. Oggi, ie minoranze cristiane del mondo, domani chissà.
Soprattutto è la demografia a essere brutale. Secondo Pew Research (sono dati di un paio di anni fa) l’Islam - che oggi ha poco meno di un miliardo di fedeli in meno rispetto al cristianesimo - sarà la religione con più adepti al mondo entro la fine del secolo. Una transizione, questa, che non lascerà immune il nostro continente: tra i Paesi che per primi raggiungeranno la maggioranza musulmana ci sono la Francia, il Regno Unito, l’Olanda, l’Australia. Non saremo più noi la culla della cristianità, ci piaccia o meno la cosa, ma l’Africa sub sahariana. Sarà da lì che proverrà quasi la metà dei cristiani del globo. Indifferenti, molto più che spaventati, noi europei, cristiani, agnostici o atei, dovremo rassegnarci a un futuro di minoranza. Come i morti di Tanta e del Cairo. Vittime della follia islamista. E della nostra inerte e - questa sì, cristiana - acquiescenza.
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ISLAM-VATICANO-EGITTO - Anche l’occidente contribuisce al massacro dei cristiani e della speranza del Medio orienteI cliché del conflitto delle civilizzazioni e delle guerre di religione. L’obbiettivo di Daesh sono i cristiani, ma anche la convivenza fra cristiani e musulmani. Gli sforzi di al Sisi per la piena cittadinanza dei cristiani in Egitto. Al Azhar e la condanna del fondamentalismo. L’occidente vende armi al Medio oriente, che vanno a finire in mano allo Stato islamico. Ripensare a tutto il discorso di Benedetto XVI a Regensburg.
Bernardo Cervellera
10/04/2017
http://www.asianews.it/notizie-it/Anche ... 40434.htmlRoma (AsiaNews) - All’indomani della domenica delle Palme insanguinate in Egitto, diversi commenti ricalcano i cliché alla moda: esiste un aperto conflitto delle civilizzazioni, è in atto una guerra religiosa fra musulmani e cristiani.
Queste letture hanno qualcosa di vero.
Non passa giorno senza vedere che alcune comunità islamiche resistono anche con la forza alla modernizzazione portata dal mondo occidentale nel modo di vestire, di usare il tempo, nel modo di educare. E non passa giorno – e in Egitto la cosa vale ormai da anni – senza che vi siano uccisioni di cristiani per mano di fondamentalisti islamici che bollano questi fedeli come “miscredenti” e perciò degni solo di essere o convertiti o eliminati. A buttare benzina sul fuoco, Daesh (lo Stato islamico) da tempo ha decretato lo sradicamento dei cristiani dal Medio oriente per il loro potere “inquinante” verso la cultura araba.
Ma partire da qui per esigere con urgenza una nuova crociata, è un passo falso.
Anzitutto perché negli attentati contro i cristiani si trovano spesso anche musulmani. E sono musulmani pure molte delle persone che da ieri donano il sangue per salvare la vita dei feriti nei due attentati alle chiese di Tanta ed Alessandria. Soprattutto, non si tiene conto che l’obbiettivo di Daesh non sono semplicemente i cristiani, ma la loro tensione a far crescere la convivenza coi musulmani. Da tempo l’ex generale al Sisi preme per una società egiziana in cui cristiani e musulmani abbiano stessi diritti e stessi doveri; in cui le procedure per costruire chiese e moschee siano le stesse; in cui vi siano stesse possibilità di carriera nella società e nell’esercito per i fedeli delle due religioni. Un successo di al Sisi in questo campo sarebbe una rivoluzione nel mondo arabo, data l’importanza dell’Egitto, dal punto di vista numerico e culturale.
L’influenza di al Sisi è tale che perfino l’università di Al Azhar, spesso divisa fra modernità e dipendenza dai finanziamenti sauditi, si sta muovendo per condannare l’interpretazione letteralista del Corano, alla base di Daesh e di tutto il wahhabismo saudita.
I cliché che abbiamo citato, se hanno qualcosa di vero, non tengono conto di tanti fermenti positivi nel mondo islamico e medio-orientale.
Ma soprattutto nascondono un fatto: le responsabilità del mondo occidentale. Condannare Daesh, condannare l’islam fondamentalista non è ancora tutta la verità.
Ieri papa Francesco all’Angelus, ricevendo la notizia dell’attentato alla chiesa di Tanta, ha espresso il suo “profondo cordoglio” al “caro fratello, Sua Santità Papa Tawadros II, alla Chiesa Copta e a tutta la cara nazione egiziana” e ha aggiunto: “Il Signore converta il cuore delle persone che seminano terrore, violenza e morte, e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi”.
Se non vogliamo manipolare le parole del papa, dobbiamo ricordare che il mondo occidentale sta cercando di risanare la sua economia scricchiolante proprio attraverso le vendite di armi a Paesi che in un modo o nell’altro sono responsabili dei massacri dei cristiani.
Secondo i dati 2016 del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), ad oggi i maggiori Paesi esportatori di armi sono Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Germania. Essi rappresentano il 74% del volume totale di esportazioni nel mondo. Almeno la metà dei loro prodotti bellici sono stati destinati ai Paesi del Medio Oriente. Nel 2015, l’Arabia saudita ha registrato un incremento del 275% delle importazioni di armi rispetto al 2006-2010; il Qatar un incremento del 279%. Entrambi questi due Paesi – insieme ad altri – sono noti per il loro sostegno alla “ribellione” ad Assad e quindi ad al Qaeda e Daesh.
C’è perciò una responsabilità dell’occidente anche nelle uccisioni dei cristiani e lo scandalo per quanto fa Daesh rimane un po’ farisaico se non si sostiene il dialogo culturale e sociale fra cristiani e musulmani e si pone freno all’escalation delle armi in Medio oriente.
Molti interlocutori continuano a citare il discorso di Benedetto XVI a Regensburg, quando il pontefice ha suggerito al mondo islamico di fare i conti con la ragione e la violenza. Ma dimenticano che la maggior parte di quel discorso era indirizzato all’occidente che disprezzando la ragione religiosa, si è rinchiuso in un modello materialista, dove contano solo i numeri e i soldi. Anche quelli delle armi.
Alberto PentoQuesto articolo dimentica che le armi servono anche a difendersi; e che si può uccidere e sterminare anche senza le armi moderne, bastano i coltelli e i camion. Prendiamo Israele, cosa sarebbe senza armi? Sarebbe già stato invaso da milioni di arabi-mussulmani e gli ebrei uccisi a fil di spada o lapidati o gettati dai condomini a mani nude uno a uno. Come ammazzano i buoni mussulmani in Europa? Questa delle armi è la solita argomentazione per scaricare le responsabilità di qualcuno sulle spalle di altri. E' la solita storia del peccato originale, siamo tutti peccatori e quindi chi pecca è meno responsabile e la colpa è un po di tutti. No caro Papa, no padre Cervellera, proprio no, non ci siamo! Maometto non è stato come Cristo, Maometto è stato un canefice e Cristo una vittima ma non è detto che i buoni cristiani per imitare Cristo debbano farsi ammazzare dai buoni musssulmani che imitano Maometto che è stato il primo terrorista assasino islamico. O era un santo anche lui cari Bergoglio e Cervellero? Ad ognuno le sue colpe e le sue responsabilità.Anche comprare petrolio è un modo per finanziare le guerre dei mussulmani, quindi secondo questo assurdo ragionamento, anche chi compra petrolio dai paesi mediorientali è ugualmente responsabile il che è chiaramente una assurdità.