Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Messaggioda Berto » lun gen 13, 2014 11:12 am

Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj
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???

Nel 440 a.C.Leonte di Sparta vinse l'ottantacinquesima olimpiade proprio con dei cavalli veneti.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.6827827
...da Pindaro conosciamo che un cavallo veneto ha vinto i giochi ad Olimpia, ...

http://it.wikipedia.org/wiki/Pindaro


http://it.wikipedia.org/wiki/Giochi_olimpici
I primi giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. ad Olimpia, in Grecia. All'inizio era essenzialmente una manifestazione locale e veniva disputata unicamente un'antica gara di corsa. Successivamente si aggiunsero altri sport e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Da quel momento in poi, i Giochi divennero lentamente sempre più importanti in tutta la Grecia antica, raggiungendo l'apice nel VI secolo a.C. e nel V secolo a.C. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, una statua del quale si trovava ad Olimpia. Il numero di gare crebbe a venti, e le celebrazioni si estendevano su più giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi (cinque giorni) venivano sospese le guerre in tutta la Grecia: questa tregua era chiamata Tregua Olimpica. I greci usavano le Olimpiadi anche come metodo per contare gli anni.

La partecipazione era riservata a greci liberi che potessero vantare antenati greci.
La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in considerazione di partecipare. Venivano esclusi dalla partecipazione gli schiavi, i barbari, gli assassini, i sacrileghi e le donne.
I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere Romano in Grecia.

Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero Romano, i Giochi Olimpici vennero visti come una festa "pagana", e il loro prestigio diminuiva in modo direttamente proporzionale alla corruzione degli atleti, con gare sempre più falsate. Nel 393 d.C., sulla scia della strage di Tessalonica (avvenuta tre anni prima) e con l'influenza del vescovo di Milano Ambrogio, l'imperatore Teodosio I li vietò, ponendo fine a una storia durata più di 1000 anni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Messaggioda Berto » mer set 10, 2014 9:44 pm

Immagine


http://it.wikipedia.org/wiki/Olimpia

Olimpia (gr. Ολυμπία, pron. Olympìa) è l'antica città greca, sede dell'amministrazione e dello svolgimento dei giochi "olimpici" ma anche luogo di culto di grande importanza, come testimoniano i resti di antichi templi, teatri, monumenti e statue, venuti alla luce dopo gli scavi effettuati nella zona dove la città originariamente sorgeva.

Olimpia era incastonata in una valle situata lungo il corso del fiume Alfeo (variansa alotropa de alveo), nell'Elide (Peloponneso nord-occidentale), presso la località di Pisa. La città possedeva molti edifici, alcuni dei quali venivano usati come dimora dagli atleti che partecipavano ai giochi, detti appunto olimpici, che si svolgevano ogni quattro anni in onore di Zeus.
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Re: Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Messaggioda Berto » gio set 11, 2014 7:33 am

Immagine

http://it.wikipedia.org/wiki/Olimpo
Il Monte Olimpo (in greco Ὄλυμπος) è, con i suoi 2.917 m, la montagna più alta della Grecia. È situato nella parte settentrionale del paese, tra la Tessaglia e la Macedonia, non lontano dal Mare Egeo. Nel 1938 è diventato sede del Parco Nazionale del Monte Olimpo.


Suman (Monte Suman)
el monte sagro dei veneti – monte coxmego
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pOUG8/edit
viewtopic.php?f=45&t=125
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Re: Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Messaggioda Berto » lun set 22, 2014 9:03 pm

http://www.raixevenete.net/documenti/doc570.asp

3.2 Il "topos" dei cavalli veneti


Il poeta greco Alcmane, vissuto alla metà del VII secolo a. C., ricorda "un cavallo vigoroso corsiero [...] enetico" e dei "puledri enetidi [...] dalla Enetide, regione dell'Adriatico" (Alcman. fr. 1, 46-51; 172 = Voltan 4-5). Alcmane, che si ricollega ad Omero quando definisce la terra di origine degli Eneti "il paese delle mule selvagge", è il primo autore a menzionare quello che diventerà il "topos" dei cavalli veneti e che avrà un largo seguito presso i successivi autori greci e latini.

Il frequente ricorrere nelle fonti antiche di questo tema sottintende un'attività economica, quella dell'allevamento equino, particolarmente apprezzata dai contemporanei; attività che da semplice fonte economica primaria divenne, nel corso del tempo, fonte competitiva di ricchezza nell'ambito degli scambi e delle relazioni commerciali fra Europa e Italia. Per citare un esempio, in seguito alla conclusione delle guerre istriche, il "regulus" dei Galli transalpini Cincibilo, assieme a Carni, Giapidi ed Istri, inviò, nel 171 a. C, un'ambasceria a Roma per lamentarsi del console Caio Cassio Longino, che aveva intrapreso, di sua iniziativa, una spedizione per raggiungere la Macedonia via terra, e che, dopo aver ottenuto la loro collaborazione (probabilmente in base ai patti esistenti), li aveva trattati come nemici ("pro hostibus"), saccheggiando i loro territori.

Anche in questa occasione, il Senato deprecò il comportamento del console, che fu richiamato a Roma, e inviò ambasciatori al di là delle Alpi con doni per i "reguli", in modo da ristabilire le buone relazioni. In occasione della medesima ambasceria a Roma, i notabili gallici chiesero il permesso ai Romani di acquistare dai Veneti fino ad un massimo di dieci cavalli di razza a testa e di esportarli nel Norico (corrispondente grosso modo all'odierna Austria).
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Re: Olinpia, olenpiadi e le corse dei cavaj

Messaggioda Berto » mer nov 12, 2014 10:06 pm

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