Defendar la purpia tera

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Messaggioda Berto » lun mar 17, 2014 8:29 am

Defendar la purpia tera
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Veneto indipendente, un modello di difesa per la nazione

http://www.lindipendenza.com/veneto-ind ... la-nazione



di ENZO TRENTIN

Da molto tempo si parla dell’indipendenza del Veneto. Lo Stato italiano, infatti, è irriformabile, oramai quasi tutti se ne sono convinti. Manca solo un’alternativa credibile. Consci di ciò, molti si sono impegnati a illustrarci le vie legali e pacifiche all’autodeterminazione, al diritto internazionale e quant’altro affine. Nessuno, ad oggi, si è impegnato a prefigurare una bozza di nuovo assetto istituzionale attraverso il quale il nuovo soggetto indipendente – previo l’assenso del popolo, per mezzo dell’esercizio della sovranità popolare – dovrebbe essere governato.

Persuasi che è proprio su questo “nuovo modello” che la maggior parte dei Veneti (quelli incerti, come coloro che sono influenzati dalla propaganda di regime) potrebbero convincersi e scegliere consapevolmente l’indipendenza; alcuni persone e gruppi di sono messi a lavorare per singole tematiche al fine di mettere nero su bianco varie proposte o brief. Per evitare – in questa delicata fase “costituzionale” – che si accendano polemiche e critiche ad personam che sarebbero deleterie all’iniziativa che vuole invece essere giudicata per il suo lavoro e non per le persone che lo hanno svolto, tutti i componenti hanno chiesto o accettato di lavorare nell’anonimato. Ci penserà la storia – se del caso – ad esaltare i giusti meriti d’ognuno.

I vari elaborati, suscettibili di ulteriori sessioni di approfondimento, saranno pubblicati su questo giornale senza un preciso ordine d’importanza, via via che mi giungeranno. Si è deciso di procedere in questo modo, nella speranza e convincimento che i brief qui pubblicati possano tornare utili anche ad altri popoli incamminati sulla via dell’indipendenza. Saranno, di conseguenza, affrontate le più diverse tematiche: previdenza sociale, sanità, scuola, sicurezza, giustizia etc.. Il tutto con l’ambizione di realizzare qualcosa di comparabile ad un «Libro Bianco» sul tipo di quello redatto dallo Scottish National party.

Tutto ciò premesso comincio con la pubblicazione di un documento che propone un Modello di Difesa per la Nazione Veneto. Esso parte dall’esclusione della remota attesa di un ipotetico nemico convenzionale che potrebbe portarci ad una guerra convenzionale, ed esclude quindi a priori uno strumento armato con finalità e/o possibilità di proiezione all’esterno delle capacità di offesa, consideriamo la sola difesa interna. Visti gli attuali equilibri geo-politici europei, anche il concetto classico di difesa armata dei confini nazionali contro un ipotetico attacco armato da parte di nazioni ostili, è superato. Così pure la suddivisione classica delle FF.AA. nelle componenti Esercito, Aviazione e Marina, rapportata al Veneto indipendente, è da rivedere. In pratica lo studio prevede una difesa contro i pericoli sopra evidenziati, che si possono identificare tre tipologie di difesa:

1) difesa armata;
2) difesa civile;
3) protezione civile.

Il modello è imperniato sulla Milizia Territoriale, e prevede l’impiego di un’aliquota in circa 4-5.000 persone in SPE. Chiamiamoli “professionisti” per semplicità, e la possibilità in caso di necessità di mobilitare una Milizia armata potenziale di circa 200.000 cittadini dai 20 ai 35 anni. Ben oltre, quindi, le potenzialità dell’E.I. Che si sta riducendo a circa 115.000 unità.

Da sottolineare la valenza sociale e culturale del modello. Questa ultima osservazione va rimarcata, poiché la storia ci insegna che quando un Paese delega la propria difesa ad altri, segna l’inizio della propria fine. È quindi compito preciso di ogni cittadino partecipare alla difesa della propria Patria.

ALLEGATO

Modello di DIFESA per la Nazione_Veneto

Proposta per un Modello di DIFESA per la Nazione Veneto

Premessa

Escludendo a priori uno strumento armato con finalità e/o possibilità di proiezione all’esterno delle capacità di offesa, consideriamo la sola difesa interna.
Visti gli attuali equilibri geo-politici europei, anche il concetto classico di difesa armata dei confini nazionali contro un ipotetico attacco armato da parte di nazioni ostili, è superato.

Anche la suddivisione classica delle FF.AA. nelle componenti Esercito, Aviazione e Marina, rapportata alla Nazione Veneto, è da rivedere.
Il solo fattore economico renderebbe difficile il mantenimento di:
1) piattaforme aeree (aerei da trasporto, caccia multiruolo, elicotteri da combattimento) con relativi aeroporti e sistemi missilistici di difesa ravvicinata;
2) mezzi navali di grossa stazza, mezzi subacquei e relative infrastrutture portuali;
3) un esercito convenzionale, magari strutturato su diverse brigate (meccanizzata, corazzata, di artiglieria) con componenti di truppe alpine, lagunari, paracadutisti e reparti di forze speciali.
E tutto questo, oltre al già citato problema economico, nella remota attesa di un ipotetico nemico convenzionale che potrebbe portarci ad una guerra convenzionale.
No, a parere del gruppo di studio scrivente non è questa la direzione.

Difesa

Quindi, prima di parlare di Modello di Difesa, analizziamo quali potrebbero essere i pericoli reali per la Nazione Veneto in questo attuale contesto socio-politico-economico:
1) pericolo per l’incolumità personale;
2) pericolo per le infrastrutture;
3) pericolo per l’ambiente;
4) pericolo per le cultura veneta e le opere d’arte;
5) pericolo per il livello di benessere e per la coesione sociale.

Riferendoci ai concetti sopra citati, difficilmente si potrebbe giustificare il mantenimento di un’aviazione militare classica, di una flotta da guerra o di un esercito convenzionale per far fronte a questi pericoli. Quale dovrebbe essere quindi il modello di difesa ?

Modello di difesa

Il modello di difesa della Nazione Veneto dovrebbe essere innanzitutto:
- economicamente sostenibile;
- flessibile;
- di valenza sociale e culturale.
Questa ultima osservazione merita un commento: la storia ci insegna che quando una Nazione delega la propria difesa ad altri, segna l’inizio della propria fine. E’ quindi compito preciso di ogni cittadino partecipare alla difesa della propria Nazione (o Patria, concetto a noi più congeniale).
E poco importa che la difesa sia portata contro nemici armati che attentano ai confini nazionali (concetto classico) o che sia portata contro delinquenti comuni o calamità naturali: è comunque un dovere del singolo. Questo porterebbe anche ad un miglioramento del senso dello Stato, del dovere civico, della solidarietà civica (rari nella attuale civiltà relativistica).


Prima di identificare il Modello di Difesa, alcuni dati pratici:

- popolazione del Veneto: 4.881.000 (circa);
- 580 comuni;
- 7 provincie;
- maschi diciottenni 23.000 circa;
- femmine diciottenni 22.000 circa.

Per la difesa contro i pericoli sopra evidenziati, si possono identificare tre tipologie di difesa:

1) difesa armata;
2) difesa civile;
3) protezione civile.

Entriamo nel dettaglio del Modello Difesa.

Ogni cittadino, maschio o femmina, viene chiamato a partecipare alla difesa della Nazione (eccezioni, incompatibilità e distinguo vari meritano una trattazione a parte).
I cittadini con problemi morali-culturali-religiosi inerenti la Difesa di tipo 1), possono optare per gli altri tipi di difesa compatibilmente con le esigenze della Nazione (non può esistere l’obiezione di coscienza, previa la perdita della cittadinanza).
Ogni cittadino dai 18 ai 35 partecipa alla difesa della Nazione per la durata di un anno in una delle tipologie sopra descritte espletando inizialmente 4 mesi continuativi di servizio, ed i restanti 8 mesi con un richiamo di 15 gg. all’anno.

Tutte le forze armate di vario tipo presenti attualmente nel Veneto (FF.AA., Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Forestali) dovrebbero confluire in un’unica Milizia Territoriale Veneta con compiti di difesa di tipo 1); gli appartenenti a tali forze armate, sia cittadini Veneti che cittadini Italiani, dovrebbero poter scegliere: i cittadini Veneti che non intendono far parte della Milizia Territoriale, possono restare nella forze armate Italiane, ovviamente nelle sedi esterne al Veneto, perdendo la cittadinanza veneta; i cittadini italiani che intendono far parte della Milizia Territoriale possono acquisire lo status di cittadino Veneto.

La struttura di tale Milizia Territoriale e la sua dislocazione nel territorio, dovrebbe avere delle analogie con le attuali forze armate dei Carabinieri (già adesso i Carabinieri hanno dei Nuclei con compiti specifici inerenti i pericoli sopra citati (N.A.S. per la tutela della salute, N.O.A.M. contro la falsificazione monetaria, carabinieri di quartiere a contatto con le problematiche pratiche del cittadino, R.O.S. e G.I.S. contro la delinquenza comune e a protezione dell’ordine pubblico).
Per le strutture logistiche, si potrebbero tranquillamente utilizzare le molte basi e caserme presenti nel territorio veneto, adattandole alle finalità del nuovo modello di difesa (da verificare le modalità di acquisizione di strutture, armi, mezzi, ecc, dallo Stato Italiano a seguito dell’indipendenza: si acquisiscono semplicemente o si devono acquistare ?)

Analogamente al modello svizzero, ogni cittadino Veneto chiamato alla difesa di tipo 1) avrà un addestramento militare; sarà dotato di arma individuale da detenere presso la propria abitazione con una riserva di munizioni sigillate; le armi di reparto saranno custodite presso le armerie della Milizia.
Considerati i dati numerici di cui sopra (circa 50.000 cittadini maschi e femmine per ogni classe di età), supponendo che un terzo dei cittadini veneti scelga la tipologia di difesa di tipo 1), avremmo circa 15.000 cittadini in servizio nella Milizia in ogni momento, ma una Milizia armata potenziale di circa 200.000 cittadini dai 20 ai 35 anni.

I mezzi in dotazione alla Milizia Territoriale saranno consoni al territorio in cui la milizia opera (fuori strada per le zone di montagna, motovedette e mezzi analoghi per le zone costiere, mezzi blindati per le operazioni di ordine pubblico; oltre ad un’aliquota di aviazione leggera per la ricognizione – eventualmente armata -, ed un’aliquota di trasporto-truppe).

I cittadini dai 35 ai 50 anni possono far parte della Riserva Territoriale (l’impiego e l’addestramento di tale Riserva verrà deciso a seconda delle capacità logistico-economiche della Nazione dopo la creazione della Milizia Territoriale).

La Milizia Territoriale Veneta deve ovviamente avvalersi di una aliquota di personale in servizio permanente per gestire le infrastrutture e programmare l’addestramento dei cittadini. Tale aliquota deve ricomprendere anche quelle professionalità che non possono essere delegate (se non in parte) al cittadino di leva (non dimentichiamo che la Milizia ha rilevato i compiti della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato).
Potremmo quantificare tale aliquota in circa 4-5.000 di persone.
La suddivisione territoriale (stante l’attuale divisione in Provincie o Cantoni) può identificarsi con dei Comandi Provinciali della Milizia. I vari gradi all’interno della Milizia e la suddivisione/quantificazione numerica della unità, possono rispecchiare il metodo delle FF.AA. : Ufficiali e Sottufficiali, squadre, plotoni, compagnia, battaglioni; non arriveremmo alle brigate. Il comando generale della Milizia è in capo al Comandante della Milizia, con due Capi di Stato Maggiore: uno per l’aliquota in servizio permanente e uno per l’aliquota di leva. Il Comandante della Milizia risponde al Governo del Veneto.

(Un discorso a parte meriterebbe l’eventuale appartenenza dello Stato Veneto, per esempio, ad una Federazione Europea, fatto questo che comporterebbe (allora si) la previsione di un esercito convenzionale Europeo adatto anche a conflitti fuori area, con la partecipazione degli stati membri con uomini e/o mezzi)

Poche parole per la difesa di tipo 2) (difesa civile): tale tipo di difesa si rivolge a quel tipo di infrastrutture di superiore interesse nazionale (dighe, acquedotti, strade, viadotti, ecc.).
Non dimentichiamo che il cittadino può optare per i tre tipi di difesa, quindi avremo sempre un’aliquota di persone da utilizzare per tali scopi. La loro gestione (e la relativa logistica) sarà a carico dei sindaci nel cui territorio insistono tali infrastrutture i quali potranno, eventualmente, affiancare queste persona di leva alla polizia locale (gli attuali Vigili Urbani. che non ricomprenderei nella Milizia Territoriale); o potrebbe essere utilizzata anche la Riserva Territoriale sopra menzionata, sempre con le modalità di cui sopra.

Per la difesa di tipo 3) (protezione civile) vale lo stesso discorso della difesa di tipo 2). Per l’organizzazione di tale tipo di difesa (gestione del personale, dei mezzi e logistica), però, utilizzeremmo ai fini pratici l’attuale organizzazione della Protezione Civile che sembra abbia dato fino ad oggi ottimi risultati. Inseriremmo in tale organizzazione anche i Vigili del Fuoco e i vari Volontari che operano nel campo del Pronto Soccorso.
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » ven giu 13, 2014 1:55 pm

Sì sì, ła me Tera ke no ła xe na Pàrea edeołojega ma na vera PàreaMàrea mestega, on corpo-na parsona xlargà a na fameja, na comonedà mestega:

Espariensa mestega de l’aotoctonia - Heimat

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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » ven giu 13, 2014 1:58 pm

Come ente la Xvisara.
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » ven giu 13, 2014 2:03 pm

Ła Santa Ruspa dei veneti – no lè on tanko

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Ła Santa Ruspa dei veneti – no lè on tanko, ma na ruspa par xnetar fora da ła tera veneta tute łe scoàse tałeghe.

A go leto ke ła ruspa çingołà ła garia dovesto servir par butar xo e portar via ła statua del Savoia a Venesia, beh xe on dover de ogni pareota veneto łeberar ła tera veneta da ste mostruoxetà ke łe raprexenta ki ke ga portà mal ai veneti.

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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » dom nov 16, 2014 9:50 pm

Come ca semo ridoti naltri veneti a caxa nostra, cogna scuminsiar a pararli via, fora da la nostra tera.

Autista autobus aggredito a Treviso in via Roma, il video, oggi 15 novembre 2014
VIDEO - Conducente dell'autobus viene aggredito dai passeggeri

L'episodio, sabato, intorno alle 12, in via Roma a Treviso. All'origine della rissa, due biglietti non pagati. Il video è stato postato su Facebook

http://www.trevisotoday.it/cronaca/auti ... -2014.html

TREVISO - Lo hanno inseguito, accerchiato e malmenato. È successo in via Roma, sabato mattina. Vittima, il conducente di un autobus. Qualcuno ha ripreso l'assalto, pubblicando su Facebook un video sconcertante: da un lato l'autista, in mezzo alla strada, che tentava di arretrare; dall'altro l'assedio di circa trenta persone inferocite, lanciate all'inseguimento, tra pugni e spintoni.

LE CAUSE DELLA RISSA. All'origine della rissa, che si è scatenata sabato intorno alle 12, pare vi fossero due biglietti non pagati. Due passeggeri sarebbero saliti a bordo privi di titolo di viaggio valido. Il conducente avrebbe chiesto alla coppia di "portoghesi" di scendere dal mezzo. Una reazione che avrebbe scatenato, a sua volta, quella dei circa trenta passeggeri che lo hanno aggredito con una rabbia incredibile.

MOM. "Abbiamo segnalato più volte quella zona come area a rischio - commenta il presidente di Mom Giulio Sartor - per problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Non molto tempo fa un altro nostro operatore era stato vittima di un'aggressione. Noi cerchiamo di garantire il meglio per i nostri utenti, vorremmo allo stesso modo che chi si occupa della sicurezza ci tutelasse, monitorando in particolare quest'area. Intanto in stazione stiamo provvedendo ad installare delle telecamere da collegare con il comando della polizia municipale".

Mi faria on sioparo de almanco diexe dì, de tuti i mexi pioveghi e pretendaria on polisioto armà so ogni vetura.
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Sixara » lun nov 17, 2014 9:36 am

Tuta la me solidarietà a l autista de l autobus :
na olta xmontà da le corière kei fiòli lì i và dentro te le scòle, dentro te le clasi... magari nò tuti e trenta ma 1-2 par clase..
ghe vorìa el polizhioto anca scòla ( magari col can anti-droga) oltre ke so i mèzi publici.
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » sab gen 17, 2015 10:51 am

Il Canada abrogherà la legge sullo ius soli “E’ stato un grande errore”

http://www.lisistrata.com/news/?p=8996

8/01/2015

Il Canada che aveva approvato la legge dello “ius soli” come vorrebbe fare anche in Italia il ministro Kyenge, fa marcia indietro, affermando che è stato un clamoroso errore. Pertanto il Parlamento di Ottawa ha intenzione di introdurre delle modifiche alle norme sulla cittadinanza nella prossima sessione. Lo ha dichiarato lo stesso ministro dell’Immigrazione Chris Alexander.

Il cambiamento delle regole sarà significativo, e sarà un primo passo verso un percorso che terminerà con l’abrogazione dello Ius Soli. Un cambiamento epocale per una ‘non-nazione’ come il Canada che è sempre stata terra d’immigrazione. Diverse saranno le novità per chi vorrà avere la cittadinanza canadese; il periodo di residenza dopo il quale un immigrato potrà accedere alla cittadinanza canadese sarà allungato.

Non solo, secondo Alexander, anche le condizioni di ammissibilità cambieranno, soprattutto non sarà più così facile diventare cittadini canadesi, attraverso matrimoni di convenienza. Ciò che stupisce è che il Canada non è un Paese europeo, non ha una tradizione di omogeneità etnica ed il fatto che consideri lo “ius soli” un errore e voglia abolirlo, dovrebbe far riflettere che in Italia ancora lo sostiene.

Fonte: www.voxnews.info
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » sab gen 17, 2015 10:58 am

Australia, tiene ostaggi in un bar per 16 ore. Poi blitz della polizia: morti due ostaggi e il sequestratore
http://www.repubblica.it/esteri/2014/12 ... 1/?ref=drl

Man Haron Monis, radicale islamico iraniano, si è barricato con 17 persone in un locale di Martin Place, nel centro finanziario di Sydney. Poi sono entrate in azione le teste di cuoio. Il premier: "Era uno squilibrato". LIs: "Preparatevi ad altri attacchi"

SYDNEY - Più di 16 ore di terrore a Sydney, dove un uomo armato ha tenuto in ostaggio 17 persone nel Lindt Cafè in Martin Place, nel centro finanziario della città. Poi, intorno alle 2.15 del mattino, il blitz delle teste di cuoio. Un'azione lampo nella quale sono rimaste uccise tre persone: due ostaggi, un uomo di 34 anni e una donna di 38, e il sequestratore, il predicatore radicale iraniano Man Haron Monis, già noto alla giustizia. Quattro i feriti, tra i quali un agente. Durante l'operazione nel locale e sulle strade vicine si è materializzata una scena da film: gli ostaggi cercavano di fuggire dalla cioccolateria, spari, esplosioni di granate stordenti, urla. All'interno del bar non sono stati trovati esplosivi.

Le vittime. Si chiamavano Tori Johnson e Katrina Dawson i due ostaggi morti. Il primo era manager del locale ; la seconda era una cliente, un avvocato trentottenne, madre di tre figli di 8, 5 e 3 anni.

Il profilo del sequestratore. Man Haron Monis aveva 50 anni ed era arrivato in Australia nel 1996 come rifugiato, aveva ottenuto asilo politico e si era attribuito il titolo di "sceicco". Era già noto alla stampa per aver lanciato una campagna d'odio contro i soldati australiani impegnati in Afghanistan: aveva inviato decine di lettere offensive ai familiari dei militari uccisi. Per questo, nel settembre del 2013 era stato condannato a 300 ore di servizi sociali.

In realtà, nel profilo del sequestratore, prevale l'aspetto puramente criminale rispetto a quello del militante religioso. Monis era infatti noto anche per la sua attività di santone. Sfruttando questo suo ruolo avrebbe violentato una quarnatina di donne da cui era stato denunciato. Per restare a piede libero, Monis aveva pagato una cauzione e sarebbe comparso in tribunale il prossimo febbraio.

Inoltre, lo scorso anno lo "sceicco" era stato accusato di aver organizzato, insieme alla moglie Amirah Droudis, l'assassinio della sua ex consorte, Noleen Pal, accoltellata e data alle fiamme in un condominio a Sydney.

Secondo il premier australiano Abbott, Monis "era un fanatico estremista, instabile mentalmente". Il premier, in un incontro con la stampa, ha poi sottolineato come "eventi del genere stanno lì a dimostrare che più una nazione è libera, aperta e sicura, tanto è vulnerabile di fronte a una violenza motivata politicamente".

Cronaca del sequestro. Questo, dunque, il "curriculum" dell'uomo che per oltre 16 ore ha tenuto con il fiato sospeso la più grande città australiana. Tutto è cominciato quando in Italia era notte fonda: Monis ha fatto irruzione nel Lindt Cafè e ha appeso a una vetrina del locale una bandiera nera con una scritta bianca in arabo. Tutto il centro finanziario di Sydney è stato subito bloccato e circondato da un ingente schieramento di agenti di polizia e forze speciali. Inizialmente si era temuto anche per un allarme all'Opera House.

Dopo diverse ore, cinque ostaggi, tra i quali il barista, sono riusciti a uscire dalla cioccolateria e sono stati visti correre fuori da una delle porte. Per parecchio tempo le forze dell'ordine, che avevano identificato il sequestratore, hanno chiesto ai media di non divulgarne il nome.

Monis avrebbe parlato al telefono con un conduttore radiofonico locale, che si è rifiutato di mandarlo in onda in diretta. Avrebbe chiesto un incontro con il premier australiano Tony Abbott (avrebbe detto che lui conosce "molto bene" le motivazione dell'assedio) e voleva che gli fosse consegnata una bandiera dello Stato Islamico.

Due radio locali e due tv hanno ricevuto telefonate da persone sequestrate nella cioccolateria che hanno detto di chiamare per conto dello "sceicco". A Channel 10, gli ostaggi avrebbero comunicato che Monis aveva piazzato due bombe nel locale e altre due all'esterno. Ma la polizia non ha confermato le richieste e ha chiesto ai media di non riferire quanto appreso dalle telefonate con gli ostaggi.

La giornata di paura di Sydney. Martin Place, una piazza del quartiere degli affari, è stata chiusa alla circolazione. Chiusa anche la vicina Banca Centrale. Nelle prima fase del sequestro al Lindt Cafè è stata evacuata per sicurezza l'Opera House dopo un allarme bomba per un pacco sospetto, ma poco dopo la situazione è tornata alla normalità. Deviati numerosi voli sulla città australiana.

Hanno provocato indignazione su Twitter i selfie che alcuni australiani e turisti si sono scattati vicino alla cioccolateria. Oggi, alcune ore prima del sequestro, era stato arrestato un giovane di 25 anni accusato di essere uno degli organizzatori dei viaggi degli estremisti australiani verso Siria e Iraq per combattere con i miliziani del Califfato.

Il primo ministro Tony Abbott ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale. In una conferenza stampa ha poi affermato che non è ancora chiaro se l'atto abbia una motivazione politica. In ogni caso, ha affermato il premier, "l'Australia è una società pacifica, aperta e generosa. E nulla la cambierà mai".

L'Australia sostiene gli Stati Uniti nelle operazioni in Siria e Iraq contro lo Stato Islamico. L'allerta è molto alta per le minacce di attacchi da parte di estremisti islamici. Numerosi i cittadini australiani che sono andati a combattere in Siria. A settembre erano stati catturati 15 jihadisti accusati di progettare azioni terroristiche che prevedevano la decapitazione di australiani.

Dopo alcune ore dalla conclusione del blitz lo Stato Islamico ha annunciato: "Preparatevi ad altri attacchi". "La sollevazione dei musulmani e
altri attacchi 'domestici'" saranno "inevitabili" se l'Occidente continuerà con i suoi "crimini contro l'Islam". E' la minaccia dei jihadisti dell'Isis citata dal Site, che sottolinea come il sequestratore di Sydney un mese fa avesse dichiarato la sua 'sottomissione' al 'califfo' al Baghdadi, seppure in forma "inusuale".




QUESTO è l’Islam! religione di pace amore e tolleranza

http://www.catenaumana.it/questo-e-lisl ... tolleranza

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L’Islam non è solo una religione, non é una setta.
Nella sua forma più ampia, è un modo di vivere completamente, totalmente, al 100%.
L’Islam non ha solo componenti religiose, ha anche componenti, politiche, economice, sociali e militari e, sopra tutto, legali, infine: é il coperchio che dà la scusa perfetta per imporrre tutti gli altri componenti.
Islamizzazione inizia quando un paese raggiunge un numero sufficiente di musulmani per essere in grado di avviare una campagna per avere privilegi religiosi.
Quando le società politicamente corrette, tolleranti e culturalmente diversificate, accettano le richieste dei musulmani per i loro privilegi religiosi, alcuni degli altri componenti tendono a infiltrarsi negli altri aspetti della vita quotidiana di tutti i cittadini, anche se questi non sono islamici.

Ecco come funziona:
Finché la popolazione musulmana rimane intorno o sotto al 2% di qualsiasi paese, sarà visto dalla gente locale come una minoranza amante della pace, e non come una minaccia per gli altri cittadini.
Questo è il caso di ciò che accade in: Australia: 1,5% musulmano – Canada: 1,9% musulmani – Cina: 1,8% Musulmani Stati Uniti: 0,6% musulmani – Italia: 1,5% musulmani – Norvegia: 1.8 % musulmani
Con una fascia di popolazione tra il 2% e il 5%, i musulmani iniziano a fare proselitismo da altre minoranze etniche e gruppi di scontenti poi, spesso con notevoli risultati di reclutamento in carceri e tra bande di strada.
Questo sta accadendo in: Germania: 3,7% musulmani – Danimarca: 2,0% musulmani – Spagna: Musulmana 4,0% Regno Unito 2,7% musulmano – Tailandia: 4,6% musulmani
Dal 5% di popolazione musulmana, esercitano un’influenza eccessiva data dalla percentuale di popolazione che rappresentano.
Ad esempio, insistono sulla introduzione di cibo halal (prodotto secondo gli standard islamici), garantendo in tal modo ai gestori di cibo posti di lavoro riservati ai musulmani. Cominciano le pressioni a catene di supermercati per avere cibo halal sui loro scaffali – insieme con le minacce per il mancato raggiungimento di questi requisiti. Questo sta accadendo in: Francia: 8,0% musulmano – Filippine: 5.0% musulmani – Paesi Bassi: Musulmana 5,5% Svezia: 5,0% musulmano – Svizzera: 5,3% musulmano – Trinidad e Tobago: 5, 8% dei musulmani.
A questo punto, l’autorità di governo ha permesso che loro stessi siano regolati sotto la Sharia, la legge islamica (nei loro ghetti).
L’obiettivo finale dei mussulmaniè di stabilire la Sharia in tutto il mondo, perché chi non è islamico è un INFEDELE e perció viene trattato come tale. (la Sharia indica che gli infedeli si devono UCCIDERE).

Quando i musulmani si avvicinano al 10% della popolazione, tendono ad aumentare l’illegalità come mezzo di denuncia circa le loro condizioni di vita nel paese. A Parigi abbiamo visto le sommosse che hanno distruttto intieri quatrieri della cittá. In questa situazione, qualsiasi azione non musulmana offende l’Islam e risulta in rivolte e minacce, come Amsterdam, dopo l’opposizione ai cartoni animati e film sull’Islam e su Mohammed.
Tali tensioni sono visti tutti i giorni, in particolare nelle sezioni musulmane: Guyana: 10,0% dei musulmani – India: 13,4% dei musulmani – Israele: 16,0% dei musulmani – Kenya: 10,0% dei musulmani – Russia: 15,0% dei musulmani
Dopo aver raggiunto il 20%, le nazioni possono aspettarsi disordini tali da far rizzare i capelli, jihadisti formazione delle milizie, uccisioni sporadiche e roghi delle chiese: Etiopia e Nigeria: 32,8% musulmani

Con il 40% dei musulmani, le nazioni sperimentano estesi massacri, attentati terroristici cronici e miliziani continuamente in piede di guerra, come ad esempio: Bosnia: 40,0% dei musulmani – Ciad: il 53,1% dei musulmani – Libano: 59,7% dei musulmani

I paesi che raggiungono un 60% di popolazione musulmana sperimentano persecuzione illimitato dei non credenti di tutte le altre religioni (compresi i musulmani non-ortodossi), sporadica pulizia etnica (genocidio), uso della sharia come arma , e l’istituzione della jizya, impongono imposte sugli infedeli, come sta accadendo in: Albania: 70,0% musulmana – Malesia: 60,4% musulmana – Qatar: musulmani 77,5% Sudan: musulmani 70,0%
Dal 80% c’é da aspettare intimidazioni e violenza jihad sulla popolazione non islamica, una qualche forma di pulizia etnica da parte dello Stato, e anche un po ‘di genocidio, come queste nazioni scacciare gli infedeli pochi che sono di sinistra, e dirigersi verso lo scopo di un 100% di musulmani, come è stato sperimentato già o è in procinto di raggiungere in: Bangla Desh: 83,0% dei musulmani – Egitto: 90,0% dei musulmani – Gaza: musulmani 98,7% Indonesia: 86,1% musulmana – Iran: 98,0% dei musulmani – Iraq: 97.0 % musulmani
Giordania: 92,0% musulmana – Marocco: il 98,7% dei musulmani – Siria: 90,0% dei musulmani. Pakistan: Musulmani 97,0% – 99,0% Palestina musulmana – Tagikistan: 90,0% dei musulmani – Emirati Arabi Uniti: 96,0% musulmana – Turchia: il 99,8% dei musulmani

Raggiungere il 100% inaugurerà la pace di “Dar-es-Salaam”? (Paradiso islamico della Pace). (Pace?, che tipo di pace, chissá quellla del cimitero???) Qui, si presuppone l’esistenza di pace, perché tutti sono mussulmani e le madrassa islamica sono le uniche scuole, il Corano l’unica parola, come in: Afghanistan: 100% musulmano – musulmana al 100% Somalia, l’Arabia Saudita 100% musulmano – Yemen: 100% musulmani.

Purtroppo, la pace non è mai raggiunta, come in questi 100% afferma i musulmani, i più radicali intimidiscono e vomitano odio e per soddisfare le loro voglie, uccidono musulmani meno radicali, per una serie di futili motivi.
“Avevo nove anni quando ho imparato la dottrina base della vita araba: sono io contro mio fratello, io e mio fratello contro nostro padre, noi e nostro padre contro la famiglia, la famiglia contro il clan, il clan contro la tribù, la tribù contro il mondo, e tutti insieme contro gli infedeli “Leon Uris” Il Pellegrinaggio ”
E ‘anche molto importante considerare che in alcuni paesi, con ben al di sotto di 100% le popolazioni musulmane, come ad esempio in Francia, le musulmane che vivono minoranza in ghetti, in che costituiscono il 100% e coloro che vivono sotto la legge di Sharia. La polizia in questo paese non hanno nemmeno il coraggio di entrare in questi ghetti.

Non ci sono tribunali, o scuole nazionali, strutture religiose non musulmane. Le strutture mussulmane sono le solo consentite. In tali situazioni, i musulmani non arrivano ad integrarsi nella comunità. I bambini frequentano madrasse (scuole islamiche), dove solo studiano il Corano.
Anche interagire con un infedele è un reato punibile con la morte. (Questo è successo in Italia, diverse ragazze famiglia musulmana, per avere un fidanzato non-musulmano, sono stati uccise dalla loro famiglia) Pertanto, in alcune zone determinate nazioni, imam musulmano ed estremisti esercitano molto più potere rispetto a ció che la penetrazione media nazionale della popolazione indicherebbe.
Millecinquecento milioni di musulmani rappresentano ormai il 22% della popolazione mondiale. Ma il suo tasso di natalità eclissa quello di cristiani, indù, buddisti, ebrei, e tutti gli altri credenti.
Entro il 2100 i musulmani superaranno il 50% della popolazione mondiale.
Questo è il futuro che attende il mondo a meno che non si venga a conoscenza e lasciarli vivere solo tra di loro nei loro paesi a godere la loro “cultura”. Non contribuiscono per nulla all’umanità negli ultimi 200 anni e non si vede alcun motivo per iniziare a farlo ora.


Il Giappone non ha problemi con l’Islam.

Avete mai sentito nei media che un politico, un leader o il primo ministro di una nazione islamica abbianno visitato il Giappone? Avete visto la notizia che un dignatario dell’Iran o un principe dell’Arabia Saudita abbia visitato il Giappone?
1.- Il Giappone è, forse l’unico, paese che ha tenuto a bada l’Islam.
2.- Il Giappone ha severe restrizioni all’Islam ed a tutti i musulmani.
3.- Il Giappone è l’unica nazione che non dá la cittadinanza ai musulmani.
4.- Il Giappone non dà la residenza permanente ai musulmani, dá solo residenza temporanea e solo sotto stretti parametri.
5.- Vi è un divieto, esplicito e rigoroso, sulla diffusione dell’Islam in Giappone.
6.- Le Università del Giappone, non insegnano né la lingua araba né la religione islamica.
7.- Non è possibile importare ‘Il Corano’ stampato in arabo.
8.- Secondo i dati pubblicati dal governo giapponese, è stato dato soggiorno temporaneo solo a 2 iman musulmani, per accudire i pochi fedeli dipendenti di multinazionali . Questi iman musulmani devono parlare giapponese, devono obbedire la legge giapponese e svolgere i loro riti religiosi solo nelle loro case.
9.- Il Giappone è l’unico paese che ha un numero minimo di ambasciate in paesi islamici.
10.- I musulmani che vivono in Giappone sono solo i dipendenti di società estere.
11.- Ancora oggi, i visti a medici, ingegneri, dirigenti e diplomatici mussulmani inviati al Giappone da multinazionali, sono concessi, solo sotto stretta sorveglianza.
12.- Nella maggior parte delle aziende giapponesi includono nelle loro politiche che solo chi non é musulmano puó fare domanda per un posto di lavoro.
13.- Il governo giapponese ritiene che i musulmani sono fondamentalisti e che anche in quest’epoca di globalizzazione, non hanno voglia di cambiare le loro leggi islamiche.
14.- Un musulmano non può nemmeno pensare di affittare una casa in Giappone.
15.- Se qualcuno viene a sapere che il suo vicino di casa è un mussulmano, informa l’intero quartiere e le autoritá di stare allerta.
16.- Nessuno può avviare una cellula islamica o araba in Giappone.
17.- Non esiste una legge (sharia) personale in Giappone.
18.- Nella stragrande maggioranza i giapponesi non sono attratti dall’Islam.
19.- Se una donna giapponese sposa un musulmano, sarà considerata una emarginata per sempre.
20.- Secondo il signor Komico Yagi (Responsabile Dipartimentale della Università di Tokyo) “In Giappone vi è una percezione che l’Islam è una religione per menti molto strette, e si dovrebbe stare lontano da esso.”
Possiamo continuare a imparare qualcosa dal Giappone???


Questo é quello che, su questo tema, dice il Governo Australiano.
Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge islamica della sharia ed hanno voluto di andare in Australia, il cui governo ha lanciato una campagna contro i radicali, nel tentativo di prevenire potenziali attacchi terroristici.
Il Governo australiano ha destato la rabbia di alcuni musulmani australiani quando ha detto che ha ordinato che le agenzie di intelligence della nazione controllno le moschee del paese.

Discorso del Primo Ministro d’Australia sulla legge islamica della Sharia.

Sono gli immigrati, NON gli australiani, quelli che devono adattarsi. COSÍ CHE, o prendere o lasciare. ‘Siamo stanchi che questa nazione debba preoccuparsi di non offendere qualche mussulmano o la loro cultura.” La nostra cultura si è sviluppata nel corso di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte di milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà “”Qui si parla inglese, non spagnolo o arabo, o cinese, o russo o qualsiasi altra lingua. Quindi, se si vuole essere parte della nostra società, si deve imparare la nostra lingua. ”

La maggior parte degli australiani crede in Dio. Questa non è una posizione politica, questa é una realtà. Perché è storicamente verificabile che uomini e donne cristiane, con principi cristiani, fondarono questa nazione. Ed è certamente opportuno visualizzarlo sui muri delle nostre scuole ed uffici pubblici. Se Cristo vi offende, vi suggerisco di considerare vivamente di andare a vivere in un’altra parte del mondo, perché Dio è parte della nostra cultura e non é negoziabile.

“Noi accettiamo il vostro credo, senza obiezioni. Tutto quello che chiediamo è che si accetti e rispetti il nostro credo ed il nostro modo di vivere. E di vivere in armonia e godere della nostra libertà, in pace con tutti.”
“Questo è il nostro paese, la nostra terra e il nostro stile di vita, e vi daremo ogni opportunità per godere di tutto questo, ma prima DOVETE FINIRE di lamentarvi del nostro paese e di criticare la nostra bandiera, il nostro Giuramento patriottico, Il nostro credo cristiano ed Il nostro stile di vita.”
“Quindi vi chiediamo di usare un’altra delle nostre grandi libertà australiane, .. Quella di ANDARVENE.”
“Se non siete felici qui, potete andarvene! Noi non vi abbiamo costretto a venire qui. Siete voi quelli che hanno scelto venire qui. Quindi, o accettate com’è, il paese che voi volontariamente avete scelto o ANDATE VIA. ”
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » sab gen 17, 2015 12:32 pm

Na ensegnante sensa creansa e asè gnorante
(e mi no so leghsita, so lomè ke veneto)


Immigrati sono una risorsa convinci un tuo compagno leghista


http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 6980.shtml

Tema: «Immigrati sono una risorsa convinci un tuo compagno leghista»
La bufera sulla traccia assegnata agli studenti dell'istituto Ceccato di Thiene. Salvini: «Pazzesco». L’europarlamentare Fontana: Pd regali tessera al prof


THIENE (Vicenza) La parola «leghista» nel testo di un’esercitazione di italiano scatena la polemica. A sollevarla è il Carroccio attraverso Michele Pesavento, della segreteria politica del partito di Vicenza. Sotto accusa è una traccia per un esercizio di argomentazione proposto da un’insegnante di lettere agli alunni di una classe terza dell’istituto tecnico Ceccato di Thiene. «Dopo aver preso in considerazione i dati sull’immigrazione in Italia e dopo aver letto l’articolo – si legge nel documento diffuso - scrivi un testo argomentativo in cui persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa».

Venuto a conoscenza dell’accaduto da alcuni genitori, Pesavento attacca: «Quella traccia è offensiva e razzista, l’insegnante di lettere ha trasformato quell’aula in un “pensatoio politico”». Ed invita il preside a «vigilare su chi ha confuso l’istituto Ceccato con una tribuna elettorale» e la docente in questione «a lasciare a casa tessera e ideologie politiche».

Interviene anche il segretario federale della Lega Matteo Salvini: «Pazzesco!», Scrive in un tweet. Il consigliere regionale della Lega Nord Nicola Finco ricorda il caso sollevato da lui stesso sulla presenza dell’eurodeputata Alessandra Moretti, candidata alle elezioni regionali venete per il Pd, ad una festa di un istituto comprensivo di Arzignano prima di Natale. «Basta con la politica in classe. Le aule scolastiche non sono circoli del Partito democratico o della sinistra, serve rispetto – dice – Altrimenti i veri fondamentalisti non sono i leghisti, bensì certi professori di cui si può fare volentieri a meno. Invece di preoccuparsi di leghisti da persuadere, il docente potrebbe spiegare ai ragazzi cosa accade nel mondo in queste ore».

L’europarlamentare della Lega Nord Lorenzo Fontana commenta sarcastico il caso di Thiene, Fontana chiosa serio: «La scuola è luogo di istruzione e formazione, non di propaganda politica, anche se è noto come sia un vizio storico della sinistra metterci becco. E poi quel professore dà per scontato l’assunto che l’immigrazione è una risorsa. E se un alunno non la pensasse così che succede? Mi piacerebbe conoscere i metodi di questo prof». E conclude: «Quel professore se proprio ha la fregola della politica può sempre iscriversi al Pd, sempre che non lo sia già. Ma fossi del Partito democratico gli regalerei la tessera. Motivazione: alti servigi al partito e alla causa della sinistra».
12 gennaio 2015 (modifica il 13 gennaio 2015)
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Thiene, "Convinci un compagno leghista che l'immigrato è una risorsa": è polemica

Michele Pesavento, della segreteria Lega Nord, ha denunciato un tema "anti-leghista". Il preside dell'Istituto: "Avrei evitato di citare il partito, ma condivido la sostanza"
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Thiene, "Convinci un compagno leghista che l'immigrato è una risorsa": è polemica
„"Dopo aver preso in considerazione i dati sull'immigrazione in Italia e dopo aver letto l'articolo, scrivi un testo argomentativo in cui persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa".

BIZZOTTO (LEGA): FUORI LA POLITICA DALLA SCUOLA

E' esplosa la polemica, all'istituto tecnico "Aulo Ceccato" di Thiene, a causa di questa traccia che sarebbe stata proposta da un insegnante nel corso di una prova di Italiano. Michele Pesavento, membro della segreteria della Lega Nord di Vicenza, è andato su tutte le furie: "La traccia si commenta da sola - dice - e giudico tale traccia offensiva e razzista, sottolineando che quel l'insegnante di lettere ha trasformato quell'aula in un "pensatoio politico". Alla luce di questi fatti - prosegue - faccio appello al dirigente scolastico affinche' vigili su chi ha confuso l'Istituto Ceccato con una tribuna elettorale e invito l'insegnante in questione a lasciare a casa tessera e ideologie politiche e a pensare al suo vero ruolo, ruolo reso possibile grazie ad un sistema scolastico sostenuto anche dalle tasse di noi leghisti".

Pronta la replica del dirigente, Antonio Coccarelli: "Premetto che devo ancora verificare la veridicità di quanto riportato dal signor Pesavento, cosa che farò quanto prima. Se fosse vero, certamente al posto del docente avrei evitato riferimenti al partito ma apprezzo l'intento del tema proposto agli studenti che, comunque, essendo di terza, non vengono certo influenzati dall'insegnate di Italiano". In attesa di incontrare il docente, Coccarelli conclude: "Credo che si stia provocando un polverone su una cosa che, eventualmente, avrebbe potuto essere discussa all'interno della scuola".

AGGIORNAMENTO: Confermata la traccia, e dopo un colloquio con l'insegnate, il preside Coccarelli aggiunge: "Ammettendo che la scelta di citare un partito è stata sbagliata, e precisando che si trattava di una semplice esercitazione in classe, resto dell'avviso che la questione sia stata oltremodo gonfiata. Inoltre, la scuola non è solo Carducci e Pascoli: è giusto che i ragazzi imparino a trattare tematiche d'attualità".



Sta profasora de Thiene lè n’ ensemenia, lè gnorante e sensa criterio e sensa creansa:

temi de ancó

a) no ła ghe ga mai dimandà a łi so studenti cosa ke łi ghin pensa de ła vera democrasia ke lè lomè coeła direta come en Xvisara e de ła difarensa ca ghè co coela falba e castual tałiana;

b) no ła ghe ga mai fato far on tema so ła łebartà e el dirito a l’aotodeterminasion o so l’endependensa dei veneti;

c) no ła ghe domanda mia se łi omani de on paexe o de na tera łi ga o manco el dirito de deçidar ki, come, coando e coanti migrà łi pol o far entrar, no conta gnente el dirito de łi omani de na tera, conta lomè el dirito dei foresti e de i migranti … sto profasor lè purpio n’ensemenio nol sa gnanca coxa ke sipia el dirito, ła lebartà e i valori omani ogniversali; el dirito de li endexeni el vien vanti de ogni altro.

Lè purpio na profasora ke ła fa dani, de scarsa omanedà anca se mi no so leghista e considero i leghisti de łi tałiani tałego-padani fanfaroni e nemighi de ła lebartà dei veneti.


Ma coxa ghe ensegnałi a ła nostra xente, ai nostri xovani, ai nostri fiołi, sti “ensegnanti ensemenii, mexi kapò de tałiani”: a sotostar a ogni angaria e sopruxo, a subir senpre tuto, a no esar paroni de ła purpia caxa e de ła purpia tera, a esar senpre sojeti ai altri e a no poder esprimare la purpia volontà, a no ver diriti de soransa połedega, a no esar łibari, a no contar gnente, a esar sensa degnetà omana ?
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Re: Defendar la purpia tera

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 7:51 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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