di LUCA FUSARI
Nel mese di Luglio, Transparency International, organizzazione leader mondiale anti-corruzione, ha reso noto ilGlobal Corruption Barometer 2013, un sondaggio condotto tra Settembre 2012 e Marzo 2013 su oltre 114 mila intervistati di 107 Stati, rivolgendosi direttamente a un campione di popolazione con domande sulla corruzione nelle principali istituzioni dei loro Paesi. 1010 intervistati hanno così risposto ad alcune domande standard sull’Italia poste da Doxa:
1) Nel corso degli ultimi due anni, come è il livello di corruzione in Italia? Com’è cambiata?.
E’ molto diminuita: 0%
2) Pensa che la corruzione sia un problema nel settore pubblico in Italia?
E’ un problema serio: 61%
E’ un problema: 26%
E’ un piccolo problema: 12%
Non è un problema: 1%
Non è affatto un problema: 1%
3) Fino a che punto questo governo è gestito da pochi grandi soggetti che agiscono nel loro interesse?.
Interamente: 34%
In larga misura: 35%
Un poco: 25%
In misura limitata: 5%
Per nulla: 1%
4) Quanto ritieni siano efficaci le azioni del Governo italiano nella lotta contro la corruzione?
Molto inefficaci: 27%
Inefficaci: 34%
Né efficaci né inefficaci: 26%
Efficace: 13%
Molto efficace: 1%
5) Percentuale di intervistati che percepiscono queste istituzioni italiane corrotte o estremamente corrotte:
6) Lei o qualcuno della sua famiglia ha pagato una tangente per uno di questi otto servizi negli ultimi 12 mesi?
Servizi di raccolta tasse: 2%
7) La gente comune può fare la differenza nella lotta contro la corruzione?
Sono fortemente concorde: 19%
Il grado di corruzione percepito dagli italiani intervistati nelle istituzioni e soprattutto nei partiti politici è aumentato sensibilmente, benché complessivamente non sia cambiato il giudizio già negativo registrato nel 2012. Tra il 5-9,9% degli intervistati dichiara di aver pagato una tangente negli ultimi 12 mesi. Tra il 61–80% degli italiani intervistati dichiara che la gente comune può fare la differenza nella lotta contro la corruzione; lo strumento da loro ritenuto più idoneo è la raccolta di firme per petizioni.
In una scala da 1 a 5 (dove 1 significa poco corrotto, mentre 5 estremamente corrotto) le seguenti categorie hanno ottenuto i seguenti voti:
Oltre l’80% degli italiani intervistati (al pari degli abitanti del Libano, Malawi, Marocco, Nepal, Paraguay, Russia, Ucraina e Vanuatu) ritiene che i contatti personali siano importanti per poter accedere nel settore pubblico. Tant’è che nell’analisi di Transparency si dichiara come «la corruzione nel settore pubblico possa manifestarsi in un numero di modi diversi. La corruzione può avvenire presso i servizi pubblici per accedere o accelerare tali servizi. Altre forme di corruzione che hanno un impatto sulla gente si verificano quando le decisioni di allocazione delle risorse pubbliche sono distorte dal denaro, dal potere, dall’accesso, e dai collegamenti o da una loro combinazione; benché meno comuni sono altrettanto nocive».
Anche nel GCB 2013 vengono ribadite le analisi già presenti nel CPI 2012, i Paesi più colpiti dalla crisi, percepiscono la corruzione come assai diffusa, giudicando i propri politici e funzionari pubblici di Stato come assai più corrotti di quelli di altri Paesi europei, non è dunque un caso se in tali Paesi il sistema politico sia in crisi di consenso e credibilità.
Il 70% degli italiani intervistati ritiene che il governo sia gestito da pochi grandi interessi. Secondo Transparency «guardando solo i paesi Ocse, ovvero le maggiori economie mondiali, che dovrebbero essere fortemente impegnati nelle loro governance nella lotta alla corruzione, la vasta gamma di percezioni delle persone per la portata di interessi particolari nei governi è impressionante. Mentre solo il 5% dei norvegesi vede il loro governo preso da interessi particolari, questa cifra sale a più di due terzi nei Paesi in cui la crisi economica evidenzia guasti profondi di governance, come Grecia, Italia e Spagna, ma comprende anche il Belgio ed Israele».
Confrontando il piazzamento ottenuto nel Corruption Perception Index 2011 rispetto a quello del 2012 si può notare come l’Italia stia da vari anni inesorabilmente precipitando nella classifica di Transparency (che ordina i Paesi del mondo sulla base del livello secondo il quale l’esistenza della corruzione è percepita dai cittadini nei pubblici uffici e in politica, quale abuso dei pubblici ufficiali e come loro guadagno personale ottenuto illegalmente).
In attesa della pubblicazione del CPI 2013, se nel 2011 l’Italia era alla 69° posizione, nel 2012 è scesa alla 72°. La corruzione percepita dagli italiani sotto i governi Berlusconi-Monti è aumentata di pari passo con l’aumento degli scandali politici, della tassazione, della spesa pubblica e ovviamente del debito pubblico.
E’ dunque possibile ragionevolmente prevedere, dato il peggioramento delle condizioni strutturali e delle variabili politiche-economiche del Paese, che anche quest’anno vi sia una ulteriore sua discesa in classifica, in linea con i dati emersi nel Global Corruption Barometer 2013. Si evince infatti in maniera indiretta, dal parere rilasciato dagli italiani interpellati, come l’approvazione alla Camera del decreto anti-corruzione, nell’Ottobre del 2012, non sia servito ad arginare o a ridurre tale problema endemico.
D’altronde i governi e i partiti in Parlamento non hanno tagliato la spesa pubblica, né le innumerevoli leggi inutili ancora in vigore, né ridotto la pressione fiscale e la burocrazia (come suo organico nella pubblica amministrazione e pubblico impiego). Non hanno dunque colpito le fondamenta basilari del clientelismo politico da cui traggono voti e consensi elettorali, né quindi la corruzione sistemica all’interno dello Stato.
Secondo quanto dichiarato dalla Corte dei Conti nel 2012, la corruzione è una “tassa occulta” da 60 miliardi di euro, la quale però è molto spesso un surplus erogato da chi produce e fa impresa a “beneficio del pubblico”, non sempre per trarne un diretto profitto o vantaggio, ma molto spesso al fine di bypassare gli intricati iter burocratici creati a tal scopo o solo per poter ottenere ascolto dai funzionari pubblici i quali non paghi dello stipendio arrotondano illegalmente forti della loro funzione pubblica.
La corruzione nel settore pubblico peggiora di anno in anno e laddove, come in Italia, vi è maggior distorsione dell’ordine spontaneo di una società da parte dei politici e burocrati, vi sarà maggior coercizione statale e di conseguenza maggior corruzione pubblica.
Non stupisce che le istituzioni italiane siano diventate, persino Oltreoceano, un soggetto su cui far satira irriverente, quale simbolico riferimento della peggior corruzione immaginabile in un Paese occidentale. In un episodio del cartoon I Simpson, recentemente trasmesso in America, per illustrare i guasti dell’istruzione pubblica elementare nella cittadina di Springfield, si afferma testualmente: «This school is more corrupt than the Italian Parliament» («Questa scuola è più corrotta del Parlamento italiano»).
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