Casta

 

Gino Bartali è stato un grande campione. Quando lasciò il ciclismo molti giornalisti lo interpellavano per chiedergli un’opinione su questo o quello. Quasi sempre “Ginettaccio” esordiva con: «l’è tutto sbagliato,l’è tutto da rifare!», poi argomentava con proprietà. La formula ebbe tanto successo che nel 1979 la Mondadori pubblicò un libro a sua firma dal titolo, appunto: “Tutto Sbagliato Tutto da Rifare”.

In questo secondo interminabile dopoguerra è stato scritto dai seguaci di questa “Repubblica nata dalla Resistenza” che si è dotata della “Costituzione più bella del mondo” (Tsz!) che essi hanno combattuto per ottenere la democrazia. Una definizione che in Italia è priva di alcun senso. È uno dei tanti artifizi di un regime corrotto ed inetto, che è terrorizzato dal dover affrontare un serio confronto con la vera democrazia; tanto terrorizzato che è stato costretto a creare una cortina di menzogne e, contestualmente, a varare nel tempo leggi antidemocratiche e liberticide, quali la “Legge Scelba”, la “Legge Reale” e la “Legge Mancino”. È democrazia questa? «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Ma ci sono altre due facce dello stesso sistema sfruttatore e truffatore. Quelle dei cosiddetti imprenditori di “successo”. In questo caso l’uno ammanicato a sinistra, l’altro a destra. Da sempre. E qui riprendiamo il botta e risposta tra Carlo de Benedetti e Marco Tronchetti Provera: una diatriba partita sul destino di Telecom Italia con le dichiarazioni dell’ingegnere intervistato recentemente da Giovanni Minoli su Radio 24. «Se i capitani coraggiosi sono Colaninno e Tronchetti allora preferisco le partecipazioni statali.» Secca la replica di Marco Tronchetti Provera: «Se anch’io raccontassi la storia delle persone attraverso i luoghi comuni e gli slogan potrei dire che l’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti, per lo scandalo legato alla vendita di apparecchiature alle Poste Italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dietro le vicende di Tangentopoli, invece non lo faccio perché sarebbe sbagliato.» Poi l’ultimo scambio polemico. De Benedetti: «Anziché esercitarsi in esercizi di dozzinale retorica, che contiene anche falsità, si ricordi che con le sue sconsiderate decisioni “imprenditoriali” ha distrutto miliardi di valore degli azionisti Pirelli. Se c’è una persona a cui converrebbe essere dimenticato per la sua avidità e incapacità è proprio Tronchetti.» Insomma, se dalla politica dei partiti tradizionali (Tutti) dio ce ne scampi, non sarà certo con questa imprenditoria che si risolleveranno le sorti economiche dello stivale. «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Intanto prosegue la caccia al “pensionato d’oro”, che nella maggior parte dei casi non è neppure d’argento, ci sono alcune cose decisamente strane. Per esempio, ci si affanna a sostenere che le cifre risparmiate evitando di adeguare le pensioni all’inflazione andranno anche a favore dei famosi esodati della legge Fornero. Tuttavia nelle casse previdenziali privatizzate la categoria degli esodati esiste. Ed allora perché, Letta e il Pd vogliono colpire i professionisti pensionati? Le casse previdenziali privatizzate di categoria come l’Istituto Previdenziale dei Giornalisti Italiani (Inpgi), la cassa forense, cioè l’istituto previdenziale degli avvocati, gli istituti previdenziali dei farmacisti, degli ingegneri e di altre categorie professionali non hanno nessun esodato. Che c’entrano quindi i pensionati di tutti questi istituti previdenziali privatizzati con gli esodati? Assolutamente nulla, a quanto pare. Lo Stato deve invece mantenere i patti. I pensionati di oggi hanno versato all’Inps e alle Casse ieri, tramite le imprese, contributi del 33% sui loro stipendi e hanno pagato tasse pari al 43,5%. Quindi hanno già dato. Di contro lo Stato non ha versato all’INPDAP, la cassa dei dipendenti pubblici, circa 10 miliardi di Euro, scaricando l’INPDAP stesso all’INPS. «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Il giornalista Pino Nicotri osserva: La cialtronaggine, il pressappochismo e la demagogia, se non la disonestà intellettuale e politica, di chi si riempie la bocca con la “maggiore equità sociale” per giustificare il tiro al piccione contro i pensionati risulta molto più chiara facendo alcuni esempi. Ci sono operai specializzati che hanno lo stipendio molto più alto dei principianti della loro stessa categoria: forse è il caso di togliere quattrini dalle loro buste paga per aumentare quelle dei principianti? Ci sono, invece, i manager delle banche, delle industrie e delle società private o pubbliche e di istituzioni statali che – come è tristemente sempre più noto – hanno retribuzioni e liquidazioni pazzescamente alte. Per giunta, assolutamente non giustificate dai risultati di bilancio – soprattutto se si tratta di banche – delle società nelle quali operano: queste infatti, con l’Italia intera, retrocedono, mentre gli stipendi, i benefit e le liquidazioni dei manager crescono senza pudore. «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!»

Come abbiamo già scritto, ci sono non meno di 26.400 dipendenti pubblici, super pagati,che potrebbero essere oggetto di provvedimenti  ma questi si sono già affidati alla Corte costituzionale per vedersi restituito il “maltolto”. I senior manager della pubblica amministrazione centrale italiana sono i più pagati dell’area Ocse, con uno stipendio medio di 650 mila dollari (circa 482 mila euro al cambio attuale), oltre 250 mila in più dei secondi classificati (i neozelandesi con 397 mila dollari) e quasi il triplo della media Ocse (232 mila dollari). Lo rileva l’organizzazione parigina, con dati aggiornati al 2011. Senza trascurare che con una nota dell’ottobre 2011, il Ministero dell’Economia ha informato l’opinione pubblica che i parlamentari, non essendo lavoratori dipendenti, bensì titolari di “cariche pubbliche”, non sono tenuti a pagare il contributo di solidarietà. E l’uguaglianza tra i cittadini e la progressività del sistema tributario?!!!  «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Si usa dire che i pensionati ricevono di pensione più di quanto gli spetterebbe perché fino al 1995 è esistito il sistema retributivo, basato sullo stipendio ricevuto, invece di quello contributivo, basato su quanto effettivamente versato di contributi. Forse che la marea di manager strapagati ricevono meno di quanto spetterebbe loro in base a quanto hanno prodotto? O non ricevono invece molto, anzi troppo, di più? E come ultima considerazione, perché non prendere atto che i contributi versati dai lavoratori appartengono agli stessi, ed il governo non dovrebbe disporne a piacimento? Il problema quindi non è l’avere o no versato una quantità adeguata di contributi previdenziali all’Inps o alle casse privatizzate: il problema è solo politico. Ovvero: come comprarsi qualche milione di voti a spese di chi non può difendersi. «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Ora che il governo sembra rimettere a rischio i loro privilegi, ritornano a sollecitare la stessa Corte suprema. Il 6 novembre 2013, la sezione Lavoro del Tribunale di Palermo ha rimesso alla Corte Costituzionale l’esame della questione di legittimità costituzionale delle norme volute dal Governo Monti nella parte in cui hanno decretato il blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo Inps per il biennio 2012/2013. Le norme (fissate nel dl 201/2011) violano sei articoli (2,3,23,36,38 e 53) della Carta fondamentale. Questa sentenza è un monito al Governo Letta/Alfano che sta per imboccare la via del prelievo sulle pensioni già bocciato dalla Consulta con la sentenza 116/2013 e del diniego per tre anni della perequazione delle pensioni superiori ai 3mila euro lordi (1800 netti) al mese. È la Giustizia mai riformata? «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!».

Se si continua a fare le stesse cose, si otterranno gli stessi risultati. I danni generati negli ultimi anni dai governi degli “statalisti” di sinistra (Prodi, D’Alema ecc) e degli “statalisti” di destra (Berlusconi, Tremonti ecc) e dei tecnici (Monti e Letta) sono stati enormi e sono sotto gli occhi di tutti. È necessario convincersi che cambiare periodicamente un governo centralista e statalista con un altro formalmente diverso ma in realtà con le stesse caratteristiche di fondo è inutile. È invece necessario cambiare il sistema politico nel suo insieme. È necessario scrivere una nuova Costituzione in modo che la “Repubblica” diventi magari una “Repubblica Federale”. L’essenza di una Costituzione federale, come ha insegnato Gianfranco Miglio, non sta tanto nel numero di funzioni decentrate, quanto nella capacità delle unità territoriali (che devono essere sovrane a tutti gli effetti sul proprio territorio, con competenze irrevocabili) di resistere alla naturale tendenza espansiva del potere centrale.

È necessario convincersi che è più difficile creare in un popolo delle istituzioni municipali che delle grandi assemblee politiche. Quando parliamo di istituzioni municipali, non vogliamo parlare di forme, ma dello spirito che gli da’ vita. L’abito di condurre tutti gli affari per mezzo di discussioni, e di trattarli, anche i più piccoli, per mezzo della partecipazione, questa abitudine si acquisisce più difficilmente che tutte le altre. É unicamente questa che costituisce dei governi veramente liberi. Come volete che un uomo che ha contratto l’abitudine di obbedire a una volontà politico partitica e arbitraria in quasi tutte le azioni della sua vita, e specialmente in quelle che toccano da più vicino il cuore umano, possa concepire un vero piacere per la grande libertà politica?

Le istituzioni comunali (che peraltro sono sorte in Italia centro-settentrionale intorno all’anno 1.000 per poi espandersi in buona parte d’Europa) non solamente educano a servirsi della libertà, ma fanno contrarre il vero gusto per la libertà. Perché la democrazia possa governare, si ha bisogno di “cittadini”, di persone, che prendendo interesse alla cosa pubblica, abbiano la capacità di immischiarsene, e che lo vogliano fare: questo é il punto capitale al quale bisogna sempre ritornare. Altrimenti, come diceva “Ginettaccio”: «l’è tutto sbagliatol’è tutto da rifare!»

 

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L’oror de li talego romani

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4Z24xLXVPOGNyamc/edit?usp=drive_web

tajani tepeghi

L’oror de li talego padani

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4aGNfUE85eWFxb3c/edit?usp=drive_web

Copia di leghisti

Fanfaroni, ciarlatani, farlopi e furfanti

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4cVJvX19HbHFLYmc/edit

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Anda de i costi de l’ Aministrasion Piovega Taliana:

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4a3U3SmtOdnpoR1k/edit

Pertanto, se la spesa della P.A. italiana fosse pari a quella tedesca, in rapporto al PIL,

si potrebbero risparmiare circa 60 miliardi di euro ogni anno.

Asenteixmo ente la piovega ministrasion taliana

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4MjVaMl9rNWJOOUk/edit?usp=drive_web

Caporalato talego o talian

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4T0NzbDEtVWRrUm8/edit

Banke robarie e depredasion taleghe

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4YVhMVWdBUXRFSTA/edit

Debeto INPS

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnRLQEo4NExETExUTUpZNVE/edit

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