http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 7EFB9F.jpgLe vele B.Marin
I
Quando nei lunedi mattina dell'aprile, la flottiglia peschereccia usciva dal porto a vele spiegate, io dalla diga la stavo a guardare. Filavano le barche leggere e silenziose, come le nubi che la primavera sventaglia in ponente. E mi portavano via il cuore, che sentiva il gorgoglio della scia timoniera e l'odore del catrame.
Facevano un tenue baffo, che montava per l'asta di prora e si arricciava in volute bianche di spuma, scendendo dai fianchi come un riso di felicità. Io lo sentivo nella mia carne,
fresco e
verdino.
le vele avevano l'ansa piena di vento e volavano liete, e il mio cuore nostalgico navigava dietro di loro.
II
Ché al mio paese non c'erano alberi che a primavera rallegrassero i cieli e gli occhi con la fioritura (...) Gli alberi nostri erano senza corteccia, piallati sui nodi e spalmati d'olio di lino. Erano alberi senza radici piantati nello scasso squadrato di rovere dura.
Ma sotto Pasqua, o subito dopo quando tornava dalla terra il maestrale e il mare ripigliava il suo moto e quella particolare luminosità che preludia l'estate, anche i nostri alberi mettevano al sole il loro fiore purpureo, la vela grande, che ardeva nelle solitudini dei gorghi marini. Quando in porto si alzavano le vele (...) fioriva ogni anno nei cuori, timida, ma pure certa , la speranza. Fin che le vele erano in mare c'era nei cuori l'aspettazione di un qualche bene, e come una luce di primavera.
Le donne e i vecchi le guardavano partire commossi e per i bimbi erano una festa, e si ubriacavano dei loro colori e del volo.
III
Tristi sono le solitudini del mare senza le vele. Ma ne basta una per darti gioia e conforto. Cupa è la barca come una bara, e dolorosamente costrittiva, ma leggera e incelata è la vela.
Quando la miseria ci opprime, quando il male ci nega la possibilità di vivere e diventa un gorgo di perdizione, quando la disperazione s'aggruma nel cuore, basta talora la vampa della vela contro il sereno, per farci guardare in alto, sciogliere il grumo e rasserenarci.
Sopra le nostre teste, grande, spaziata, quella beata solarità.
...
Verrà un giorno che saranno ammainate per sempre. Per millenni sono state le nostre ali, l'anima sprigionantesi in fiamma dalla nostra necessità. Hanno imbandierato i porti, hanno fiorito i mari, queste meravigliose creature della nostra vita.
( la felicità pal poeta l è fresca e verdolina..)