1. salus, utis, f.,1 salute fisica, sanità: aliquem ad salutem reducere, guarire uno, CIC.; quod cum salute eius fiat, purché ciò avvenga senza danno della sua salute, TER. Ad. 519;
2 salute, salvezza, conservazione; benessere: civitatium salus, la salvezza degli stati, CIC.; libertatis, rerum salus, la conservazione della libertà, dei beni, CIC.; salutem petere o quaerere, cercare la salvezza, NEP., SALL.; salutem pacisci, patteggiare l'incolumità personale, TAC. Agr. 16; saluti esse alicui, salvare qualcuno, esser utile a qualcuno, CAES., CIC. e a.; alicui salutem dare o ferre o afferre, assicurare o recare salvezza a qualcuno, CIC. e a.; aliquem ad salutem vocare, mettere al sicuro, salvare qualcuno, CIC.; restitutor salutis meae, autore del mio richiamo dall'esilio, CIC.; mezzo di salvezza, scampo: una salus est (con l'inf.), l'unica possibilità di salvezza consiste, LIV., VERG.; salutem reperire col dat., trovare un mezzo di salvezza, un rimedio per..., CIC.; extrema salus, l'estremo tentativo di salvezza, TAC.;
3 saluto: alicui salutem dicere o nuntiare o impertire, salutare uno, CIC.; alicui salutem plurimam ascribere, aggiungere molti saluti per qualcuno, CIC.; salute data redditaque o s. accepta redditaque, scambiatisi i saluti, LIV.; salute aliquem prosequi, accompagnare con augurio di salute il nome di qualcuno, APUL.; secundum salutem, secondo la formula di saluto, LIV.; salutem dicere foro, dare l'addio al foro, CIC. Fam. 7, 32, 2;
4 come termine affettuoso, salvezza mia: quid agis, mea salus?, PL. Cas. 801
[cf. salvus].
2. Salus, utis, f.,la dea Salute, CIC. e a.; nec Salus (la dea Salute) nobis saluti iam esse potest (ci può ormai salvare), PL. Most. 351; augurium Salutis, augurio della Salute, CIC., TAC. (rito augurale con cui si chiedeva agli dèi se fosse lecito pregare per la salute pubblica).
1. salutaris, e, agg. con comp.,salutare, salutifero; utile, vantaggioso, favorevole; di cose: ars salutaris, l'arte medica, HOR.; salutares herbae, OV.; salutares litterae, lettere confortanti, che ridanno la vita, CIC.; oratio salutaris, discorso atto a salvare la situazione, LIV.; di persone: salutaris civis, cittadino soccorrevole, CIC. Mil. 20; sost.: pestifera a salutaribus secernere, distinguere le cose nocive dalle salutari, CIC.; tuta et salutaria capessere, rivolgersi a vie sicure e salutari, TAC. Ann. 15, 29, 1; col dat.: quod tibi salutare sit, PL.; corporibus res salutares, cose utili alla salute del corpo, CIC.; con ad e l'acc.: stella ad ortus puerorum salutaris, stella favorevole alla nascita di bambini, CIC. Div. 1, 85; con contra e l'acc.: (herba) salutaris contra anginas, (erba) utile contro le angine, PLIN.; usi partic.: salutaris littera, la lettera A, abbreviazione di absolvo, assolvo, CIC. Mil. 15; salutaris digitus, il dito indice, SUET. Aug. 80
[1. salus + -aris].
salutificator, oris, m., salvatore, TERT. [1. salus + -fico + -tor].
saluto, as, avi, atum, are, 1 tr.,1 salutare: salutare aliquem (atque appellare, PL.), salutare uno (e chiamar per nome), CIC. e a.; Tironem saluta nostris verbis, saluta Tirone a nome mio, CIC. Fam. 7, 29, 2; salutare aliquem nomine, salutare uno per nome, CIC., TAC.; salutare, acclamare: salutare aliquem imperatorem, acclamare uno imperatore, TAC.; cur ego poeta salutor?, perché mi salutano poeta?, HOR. A. P. 87; di Dèi: adorare: deos salutatum venire, recarsi a far atto di adorazione agli dèi, CIC. S. Rosc. 56; dire salve: sternumentis (var.: sternuentes) salutare, dir salve a chi starnuta, PLIN. 28, 23;
2 far visita di cortesia, recarsi da uno a salutarlo, visitare (come atto di ossequio): venit salutandi causa, venne a farmi visita, CIC.; salutatum introire, entrare a render l'omaggio mattutino, SALL. Cat. 28, 1; agmina salutantium, turba di clienti, TAC.; rendere omaggio all'imperatore: Galbam salutavit, rese omaggio a Galba, SUET.;
3 signif. partic., ricevere visite: mane salutamus domi, CIC. Fam. 9, 20, 3; dire addio: saluto te, priusquam eo, ti do l'addio, prima di partire, PL. Mil. 1339; inchinarsi: salutare plebem, inchinarsi alla plebe, SALL., CIC., LIV.; salvare, Vulg.
[1. salus + -o3].
salvatio, onis, f., salvazione, salute, Eccl. [salvo + -tio].
1. salve, imperat. di salveo;formula di saluto: salve!, salute!, buon giorno! e sim., anche venerando un dio (salve sancte parens, PROP.); così pure salveto; salutando più persone: salvete: salute a voi!, vi saluto, e sim.; nei commiati: addio!: vale, salve, CIC. (vale atque salve, PL.), addio e sta' sano; come estremo saluto ai morti: salve aeternum mihi, addio per sempre, VERG. Aen. 11, 97; salve supremum (addio per l'ultima volta)... supremumque vale, STAT. Silv. 3, 3, 208.
2. salve, avv.,in buona salute; prosperamente, bene: quam salve agit Demeas noster?, come sta il nostro D.?, APUL. Met. 1, 26; formula frequente nel linguaggio familiare, spec. nei Comici: satine salve? e satin salve? (anche satin salvae? sott. res), come va? va bene? stai bene?; in buon punto, in tempo: salven advenio, salven arcessi iubes?, arrivo a proposito? che c'è che mi hai fatto chiamare?, PL. Men. 776; quaerenti viro satin salve, al marito che chiedeva se tutto andasse bene, LIV. 1, 58, 7
[salvus + -e].
salveo, es, ere, 2 intr. difett.,essere in buona salute, star bene: non salveo?, non sto bene?, PL. Truc. 259; nelle formule di saluto:
1 all'imperat. vd. 1. salve, salveto, salvete;
2 iubere aliquem salvere, salutare uno, LIV. e a.; salvere iubeo te bene, ti auguro buona salute, PL.; Alexin salvere iubeas velim, fammi il favore di salutare per me Alessi, CIC.; deum salvere iubent, lo salutano come dio, LIV. 1, 16, 3; salvebis a meo Cicerone, il mio Cicerone (= mio figlio) ti saluta, CIC. Att. 6, 2, 10; mane salvere, vesperi valere dicere, al mattino dire buongiorno e alla sera buonasera, SUET. Galba 4, 4;
3 iubere aliquem salvere, dir «salute» (a chi starnuta), PETR.
[salvus + -eo].
salvo, as, avi, atum, are, 1 tr.,1 guarire, render sano, GARGIL.;
2 salvare, Eccl.;
3 conservare, AUG.
[salvus + -o3].
salvus, a, um, agg.,1 salvo, sano, incolume; intatto, intero; di pers.: salvus domum revertor, ritorno a casa in perfetta salute, CIC.; ne sim salvus si..., possa io morire se..., CIC.; salvum in suo genere incolumeque, senza che nulla ne potesse turbare o mettere in pericolo la natura, CIC.; salvos quom peregre advenis, gaudeo, mi compiaccio di vederti ritornare salvo dal viaggio, PL.; gaudeo venisse salvum. Salvan Philumela est?, son lieta che tu sia arrivato sano e salvo. E Fil. sta bene?, TER. Hec. 353; salva Penelope, Penelope intatta, PROP.; abl. assol.: civibus salvis, lasciando salvi i cittadini, CAES.; salvis qui interfuerunt, essendo ancor vivi quelli che furono allora presenti, QUINT. 11, 2, 39; di cose: sana et salva res publica, stato sano e libero da pericolo, CIC.; salva epistula, lettera intatta, CIC. Fam. 7, 25, 1; salvis auspiciis, senza violare gli auspici, CIC. Phil. 2, 84; salva conscientia,
secondo coscienza, SEN. Ep. 117, 1; salva fide, senza mancare alla parola data, CIC. e a.; salva lege, senza violare la legge, legalmente, CIC.; salvis rebus, quando tutto andava bene, CIC.; maiestate salva, senza pericoli per la propria maestà, TAC. e a.;
2 formule di conversaz.: salvus sum, sono salvo, respiro, e sim.; salva res est, va bene, siamo a posto; satin salvae (sott. res)?, va tutto bene?, TER.; vd. 2. salve; salvus sis o sies = salve!, Com.
[cf. gr. hólos].
ave o have, avete, aveto, imper. di 2. aveo,formula di saluto: salute!, addio!; anche l'inf. avere: Marcus avere iubet, Marco ti invia i suoi saluti, MART. 3, 5, 10; saluto ai defunti: ave atque vale, addio, riposa in pace, CATULL.
2. aveo (haveo), es, ere, 2 intr.,star bene, usato nell'età classica solo nell'imper. e nell'inf.; vd. ave; simul atque have mihi dixit, appena salutatomi, CAEL. in CIC. Fam. 8, 16, 4; matutinum ave, il saluto del mattino, MART.
aveho, is, vexi, vectum, ere, 3 tr.,portar via, trasportare: avehere aliquem a patria, condur via uno dalla patria, PL.; sacra avecta in finitimas urbes, cose sacre trasportate nelle città vicine, LIV.; alias in terras a., TAC.; me patriis avectam ab aris (strappata agli altari), CATULL. 64, 132; col solo acc.: quos alias avexerat oras, i quali aveva sospinto su altri lidi, VERG. Aen. 1, 512; (dona) quae domos aveherent, LIV.; il passivo avehi con senso riflessivo = partirsi, andar via (su nave, cocchio etc.): equo avehi, allontanarsi a cavallo, LIV.; ad cohortes avehitur, va alle coorti, LIV. 34, 20, 8; creditis avectos (partiti) hostes?, VERG. Aen. 2, 43
[a- + veho].