Berretti, cappelli

Berretti, cappelli

Messaggioda Berto » mar apr 07, 2015 4:26 pm

Berretti, cappelli
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 171&t=1521


Cavalli, archi, armature e braghe, cappelli, shiti, sarmati, cimmeri, amazzoni
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 108&t=1524


Bronzetto venetico di arciere, trovato ad Altino
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =43&t=1523


La femmina di Caldevigo, dea, shamana, sacerdotessa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 171&t=1498
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Barete, capełi, covricai, caciołe

Messaggioda Berto » mar apr 07, 2015 4:28 pm

La femmina di Caldevigo, dea, shamana, sacerdotessa

La femena de Caldevigo: orante, dea, shamana/sacerdòsa (sacersa o saçerdotesa) ?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 171&t=1498

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 180261.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-Este.jpg


calkedon el ga pensà ke ła posa esar na bareta o cacioła frixa ma a mi no me par:
cacioła frixa de Atis, Mithra, Re Maj:


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oastro.jpg


Mi a me par ke ła ghe someje de pì a sti covricai kive:
Ercołe da Contarina, Shaman traço co Orfeo, Cavałieri Shiti:


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-arco.png

Paride ?
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... altino.jpg
Paride ?
http://it.wikipedia.org/wiki/Paride

Cfr. co:
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... M_E135.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -grego.jpg

Cimeri (Cimmeri)
http://it.wikipedia.org/wiki/Cimmeri
http://it.wikipedia.org/wiki/Discussion ... ei_Cimmeri
Nella voce sta scritto che i Cimmeri erano un apopolazione indoeuropea, ma esistono altre ipotesi secondo cui erano popoli cavalieri pastori della steppa di cultura e lingua turco-altaica con innesti uralici ed europei (slavi): vedasi Teoria della Continuità di Mario Alinei. Alberto Pento
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... uffern.jpg

Caro ara iranega
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ianco1.jpg

Kurgan, Shiti, Sarmati, ... iraneghi o turco altaeghi ?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =134&t=943

Sciti e Sarmati: iraneghi o turco altaeghi ?
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... FNYmc/edit
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Orexeni turco altaeghe de łe coulture nomadego-pastorałi
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... tjWE0/edit
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Re: Barete, capełi, covricai, caciołe

Messaggioda Berto » mar apr 07, 2015 4:29 pm

Cfr. co:

Covricai solari d’oro
http://it.wikipedia.org/wiki/Cappello_d ... di_Berlino
Il Cappello d'oro di Berlino (in tedesco: Berliner Goldhut) è un manufatto risalente alla tarda Età del bronzo realizzato in una sottile lamina d'oro. Fu utilizzato come copertura esterna di un lungo copricapo conico, probabilmente realizzato in materiale organico.
Il Cappello d'oro di Berlino è quello che si è meglio conservato rispetto ai quattro "Cappelli d'Oro" rinvenuti in Europa e risalenti, più o meno, tutti alla stessa epoca. Degli altri tre, due sono stati rinvenuti in Germania e uno in Francia. Tutti e quattro sono stati rinvenuti tra il XIX e XX secolo.
Generalmente si presume che tali oggetti siano stati delle insegne di divinità o di religiosi, collegati ad un culto solare molto diffuso in Europa nella tarda Età del bronzo. Si presume che tali oggetti abbiano avuto anche funzioni calendariali o astronomiche.
Il Cappello d'oro di Berlino è stato acquistato nel 1996 dal Museum für Vor- und Frühgeschichte di Berlino come ritrovamento unico senza provenienza. Uno studio comparativo degli ornamenti e delle tecniche utilizzate nella sua creazione, suggerisce che è stato realizzato alla fine dell'Età del bronzo, tra il 1000 a.C. e 800 a.C. circa.
...
Il Cappello d'oro di Berlino è stato messo in vendita nel 1995 e nel 1996 fu acquistato dal Museum für Vor- und Frühgeschichte di Berlino. Il venditore sosteneva che l'oggetto proveniva da un'anonima collezione privata svizzera, realizzata tra gli anni 1950-1960. Si presume che il reperto sia stato trovato nel sud della Germania o in Svizzera. Ulteriori dettagli non sono noti. La buona conservazione del cono suggerisce che deve essere stato accuratamente riempito con terreno o cenere e poi sepolto in verticale nel suolo.
http://de.wikipedia.org/wiki/Berliner_Goldhut

http://www.sabc.uniss.it/articoli/cappe ... erlino.pdf
http://www.riviste.provincia.tn.it/ppw/ ... penElement

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... i-doro.jpg

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Re: Barete, capełi, covricai, caciòłe

Messaggioda Berto » mar apr 07, 2015 9:42 pm

I capełi de łi omani de łe secie de bronxo ke łi ghe someja a dei petàsi:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... bronxo.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... etkens.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3%A0so.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -larga.jpg

http://mk-kiens.com
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Kiens.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... raphic.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... u5t4is.jpg


Petaso
http://it.wikipedia.org/wiki/Petaso
Il petaso (pron. pètaso) è un tipo di copricapo.
Era un cappello con falde larghe usato dagli antichi nei viaggi o, più in generale, per ripararsi sia dal sole sia dalla pioggia.
Nasce appunto come cappello da viaggio e, inizialmente macedone, fu usato dagli antichi greci e poi dai romani. Poteva essere di cuoio, di feltro o di paglia, e spesso era fornito di sottogola.
In particolare era il copricapo di Ermes.
In latino era petasus e in greco πετασος, da πεταω (stendo, spando).
http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Petaso
Testimonianze dell'uso del petaso si hanno in area italica preromana (guerriero di Capestrano), in area Hallstattiana, etrusca, bolognese (situla di Certosa), venetica (Este, situla Benvenuti) e a Vace in Slovenia; nonchè nella penisola iberica. Vedasi http://it.tinypic.com/view.php?pic=25uo ... STN4JPV_ug --Paolo Sarpi II (msg) 08:41, 26 dic 2008 (CET)

http://www.treccani.it/enciclopedia/pet ... aliana%29/
PETASO 1935 di Lucia Morpurgo
PETASO (πέτασος, petasus, dalla stessa radice di πετάννυμι, "allargo"). - Cappello a falda, di cuoio, feltro o paglia. Talvolta la falda costituisce con la calotta un unico cono slargato, e la calotta è coronata da un bottone ornamentale al vertice (petaso tessalico e macedonico, o causia usato anche dai re macedoni. Ma per lo più nel petaso la calotta è ben distinta dalla falda, ora calzante, ora piccolissima e solo decorativa. La falda può essere orizzontale o conica, scendente o rialzata. Spesso il petaso è trattenuto sotto il mento con due nastri annodati, che permettono di lasciarlo pendere sulle spalle. Per lo più non ha guarnizione, ma vi sono talvolta petasi ornati sulla falda rialzata con coccarde o altri ornamenti applicati, o figure a rilievo, pure applicate, in materiale diverso.
Era usato nei paesi caldi da chi doveva ripararsi dal sole, quindi specie da contadini, pastori, pescatori, guerrieri, viaggiatori, ecc. I Greci lo attribuivano al messaggero celeste, Ermete, per cui lo ornavano di alette, come i calzari, e a parecchi dei loro eroi: Bellerofonte, Perseo, Edipo, Teseo. Dopo le guerre persiane venne di moda nell'abbigliamento ginnico insieme col chitone corto, la clamide, e il lungo bastone a manico ricurvo. È questo il costume degli efebi nel fregio del Partenone e in molte pitture vascolari dello stile severo. Fu usato dalle donne per lo meno dal tempo di Sofocle, che lo attribuisce a Ismene, quando ritrova il padre a Colono. Oltre che per uso pratico le donne lo usarono forse anche per completare il loro abbigliamento, come appare da alcune graziose e un po' leziose terrecotte di Tanagra.
I Romani, che probabilmente ne appresero l'uso dai Greci dell'Italia meridionale, lo considerarono sempre un copricapo esotico; infatti esso non ebbe mai un nome latino o latinizzato. È notata come una singolarità di Augusto l'uso di portarlo quando usciva a passeggio anche in città. Al tempo di Caligola occorse un permesso affinché i senatori potessero ripararsi con esso in teatro, quando il velum non bastava a difenderli dai raggi del sole.
Petaso è detta anche una copertura di edifici a cupola che ricorda la forma di un cappello con falda.
Bibl.: P. Paris, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des ant., VI, i, p. 421 segg.; R. Cagnat e V. Chapot, Manuel des antiquités rom., II, Parigi 1920, p. 365 segg.; M. Bieber, Entwicklungsgeschichte der griechischen Tracht von der vorgriechischen Zeit bis zur röm. Kaiserzeit, Berlino 1934, pp. 32-38.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... us-515.jpg

El Mercurio Hermes catà a Abano co so ła cràpa el petàso:
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Abano.jpg

Mercurio lè rivà ente ła coultura romana da łi etruski e no xe dito ke ente l'ara veneta nol ghe fuse xa vanti de łi ani diti veneto-romani.
Sto personajo kel riva da on vecio shaman el ga orexeni pristoreghe e ente łi ani storeghi el vien fato rivar da ła Traça come Hermes:


Ermes
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermes
Ermes, Hermes (in greco antico Ἑρμῆς) è una divinità della mitologia greca e della religione greca. Svolge il ruolo di messaggero degli dèi. Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, è uno dei dodici dèi Olimpi.
I suoi simboli erano il gallo e la tartaruga ma era chiaramente riconoscibile anche per il suo borsellino, i suoi sandali e cappello alati ed il bastone da messaggero, il kerykeion.
Nella mitologia romana il corrispondente di Hermes fu Mercurio che, sebbene fosse un dio di derivazione etrusca, possedeva molte caratteristiche simili a lui, come essere il dio dei commerci.

TURMS - 1966 -di N. F. Parise
http://www.treccani.it/enciclopedia/tur ... -Antica%29
TURMS (talvolta Turmś; Turmus). - Nome etrusco di Hermes, che ricorre su numerosi specchi accanto alle rappresentazioni del dio, che son tutte ispirate all'arte ed alla mitologia greca.
Il dio è quasi sempre raffigurato imberbe e d'aspetto decisamente giovanile, con la clamide addosso e gli stessi attributi che sono riconosciuti ad Hermes. Il petaso ed i calzari sono per lo più alati. Il caduceo, in generale volto verso la nuca, appare talvolta assolutamente privo di forma ed è spesso ridotto ad una semplice verga, se non addirittura sostituito da una lancia, una spada o una mazza.
Il ricco materiale iconografico di cui si dispone, oltre che dagli specchi, è costituito da statuette di bronzo, sarcofagi, statue e rilievi di terracotta, gemme e monete, e non si può nettamente separare da quello riguardante Mercurio (v.), divinità parallela e sostanzialmente identica a T., introdotto a Roma sotto gli influssi dell'Etruria
Sugli specchi T. è presente in episodî mitologici come il giudizio di Paride, la consegna a Leda dell'uovo dal quale nascerà Elena, l'uccisione di Medusa, la consegna di Phuphluns (Dioniso) bambino; oppure compare accanto ad Eracle e ad altre divinità.
Sulle gemme T. figura, invece, come psicopompo o in relazione col mondo dei morti, come su una stele arcaica di Bologna e su un sarcofago di terracotta di Tarquinia.
T. col petaso alato ricorre su monete d'argento di Populonia del IV sec. e su monete di Peithesa e di Populonia del III secolo. Su monete della serie dell'aes grave di Volterra della prima metà del III sec. compare una testa giovanile bifronte con petaso, quasi certamente da intendere come Mercurio. Il tipo di Mercurio col petaso alato ricorre sul rovescio di assi librali campani che presentano sul dritto una figura giovanile bifronte fornita di copricapo o diadema (?), uguale in pratica a quella di Giano imberbe e laureato dei quadrigati romano-campani. Sulla base di queste rappresentazioni e di questi accostamenti fra il tipo di Giano e quello di Mercurio, T.-Mercurio è stato da ultimo riconosciuto nella statuetta bifronte del dio Culśanś, rinvenuta e conservata a Cortona e datata più o meno concordemente al sec. V. Questo collegamento di Giano e di T.-Mercurio è senz'altro possibile, ma non risolve né il problema di queste raffigurazioni giovanili bifronti né quello dei rapporti fra Culśanś e T.-Mercurio. Culśanś è con sicurezza una specie di guardiano o custode qual'era Giano, benché non sia del tutto certo se esso rappresenti il preciso corrispondente del dio romano, che in etrusco ha peraltro il nome di Ani. Giano ha in origine il carattere di divinità solare e si rivela come un dio del tempo e dell'inizio, mentre la sua specificazione come dio del ianus e della porta è chiaramente secondaria. Il collegamento con Mercurio è, perciò, anch'esso secondario e risale a quando Giano passò ad esprimere il concetto della totalità e divenne nume tutelare del commercio esterno; mentre i tipi delle teste giovanili bifronti delle monete etrusche e di zecca campana possono essere indipendentemente derivati da raffigurazioni greche, in cui ricorre frequentemente il motivo della bicefalia.

Bibl.: C. Pauli, in Roscher, V, 1916-24, c. 1291 ss., s. v.; E. Vetter, in Pauly-Wissowa, VII A, 1948, c. 1394 ss., s. v. Per le rappresentazioni giovanili bifronti e la statuetta di Cortona, cfr. G. Devoto, Nomi di divinità etrusche, II, in St. Etr., VII, 1933, p. 259 ss.; A. B. Cook, Zeus, II, i, Cambridge 1925, p. 331 ss.; J. Marcadé, Hermès doubles, in Bull. Corr. Hell., LXXVI, 1952, p. 596 ss.; R. Pettazzoni, Per l'iconografia di Giano, in St. Etr., XXIV, 1955-6, p. 79 ss.; K. Latte, Römische Religionsgeschichte (Handb. d. Altertumswiss., V, 4), Monaco 1960, p. 135, n. 4.

(N. F. Parise)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_etrusca
http://it.wikipedia.org/wiki/Turms
http://it.wikipedia.org/wiki/Tinia

Trumusjatis ke se alterna co Tribusjatis
viewtopic.php?f=88&t=165

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /4-314.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /4-314.jpg


Secie bronxee de Este, Hallstatt, Vače, Çertoxa, Boxen, Kuffern, ...
viewtopic.php?f=43&t=195
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Via28/edit
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Re: Barete, capełi, covricai, caciòłe

Messaggioda Berto » mer apr 08, 2015 7:41 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Barete, capełi, covricai, caciòłe

Messaggioda Berto » mer apr 08, 2015 7:41 am

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Re: Barete, capełi, covricai, coverxi cràpe, caciòłe

Messaggioda Berto » gio apr 09, 2015 11:48 am

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Re: Barete, capełi, covricai, coverxi cràpe, caciòłe

Messaggioda Berto » gio apr 09, 2015 11:39 pm

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Re: Barete, capełi, covricai, coverxi cràpe, caciòłe

Messaggioda Berto » ven apr 10, 2015 8:32 am

La cacioła frixa e el pileo

http://it.wikipedia.org/wiki/Berretto_frigio

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Il berretto frigio o cappello frigio o berretto di Frigia o berretina è un copricapo rosso conico con la punta ripiegata in avanti.
Il berretto frigio è un indumento fondamentale del costume del regno persiano dal VI secolo a.C. al II secolo a.C.
??? La sua particolare forma nasce da quella della pelle di capretto aperta, inizialmente il berretto era composto da una pelle intera, le zampe posteriori erano legate al mento mentre quelle anteriori andavano a formare la caratteristica punta che poteva cadere in modo morbido sul davanti o sul dietro o rimanere più rigida in posizione verticale. Col tempo il berretto non è stato più formato da pelle di un solo capretto ma nonostante questo ne ha mantenuto la particolare forma. ???
Fu dapprima utilizzato dai sacerdoti del Sole nella regione omonima della Frigia (Asia Minore), nell'attuale Anatolia turca.
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... aniani.jpg

Nell'arte greca del periodo ellenistico appare come indumento tipico degli orientali.
Fu uno degli attributi del dio Mitra, nel suo culto conosciuto come Mitraismo.
Fu quindi adottato dai soldati dell'esercito persiano e più tardi, nell'Antica Roma, divenne il copricapo che veniva donato dal padrone agli schiavi liberati, i liberti; fu quindi molto probabilmente in epoca romana che il berretto frigio (chiamato pileus) assunse il suo valore simbolico di libertà. Monete battute dai cesaricidi all'indomani dell'accoltellamento di Giulio Cesare, recavano proprio sul verso un pileo, considerato simbolo della violata libertà repubblicana, inserito tra due pugnali, come quelli usati per il regicidio.
Il cappello frigio è anche lo stemma dei Tiepolo, famiglia storica veneziana da cui uscirono importanti dogi, al quale fu successivamente aggiunto il castello d'argento con due torri ai lati, inoltre il Corno ducale, ovvero il copricapo distintivo del Doge della Serenissima Repubblica di Venezia (a partir da 1200), si ispirerebbe proprio al cappello frigio indossato dai soldati bizantini.

Pileo
http://it.wikipedia.org/wiki/Pileo
Immagine

Il pileo era un copricapo usato nell'antichità.
Aveva forma di cono. Il bordo era spesso rialzato. La punta del cono era tondeggiante.
Era considerato uno dei simboli della libertà.
I Dioscuri erano in genere rappresentati con una stella sopra la testa e con il pileo.
In genere era di feltro ma poteva anche essere di cuoio. Veniva usato dai ceti meno abbienti, in particolare da marinai, pescatori ed in generale lavoratori manuali. Dal pileo deriva lo zucchetto dagli ecclesiastici, in quanto pescatori di anime.
Pileati erano chiamati i nobili daci, il cui copricapo era appunto il pileo, rappresentati in numerose scene della Colonna Traiana.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pileo_%28mitologia%29
Nella mitologia greca, Pileo era il nome di un condottiero pelasgo, figlio di Leto e fratello di Ippotoo, insieme al quale intervenne a favore dei Troiani nel conflitto scatenatosi per la contesa di Elena.

Daci e Decebalo
http://it.wikipedia.org/wiki/Daci
http://it.wikipedia.org/wiki/Decebalo
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -pilos.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -ovest.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamine.jpg

Bareta frixa
http://www.treccani.it/vocabolario/berretto
2. B. frigio: nome con cui si indica modernamente la tiara dei Persiani, copricapo non rigido con punta piegata in avanti. Presso i Romani un copricapo simile, non a punta, il pileus, era portato dagli schiavi affrancati e perciò considerato simbolo di libertà; nel 1789 il berretto frigio divenne simbolo dei rivoluzionarî di Francia e quindi dell’idea repubblicana.
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