Anca la donìna de Caldevigo, cuea co i stivài, la gà on buxo so l acconciatura; forse nò cusì grando come cueo de la Ostiala ma scoaxi.
Ma te kel caxo là, me pare de ricordare ke la Fogolari la dixea ke l jera el buxo pa na pièra (anbra o altra) ke lè ndà persa.
El tsercio pièn soto le zhate del cavàlo lè propio on disco solare, conpagno de cueo danexe.
Però
raxonare cusì no va bèn, tel senso ca ghe metemo màsa de la nostra
modernità, màsa
razionalità...elora on tsercio lè el sole, parké pensemo ke i antiki i vardava el sole ca vegnea su-ndava zo e bèla ke finia. Ma no lè cusì
senplice, no i jera cusì
sènpi come ca podemo pensare naltri. Bixognaria ndare a usta - gnente raxonamento : puro istinto. On procedimento analojco ca tien conto de tute le sujestion, de le corispondenzhe fra i segni e i significati.
E' vero, senza menzogna, molto veritiero,
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto
E ciò che è in alto è come ciò che è in basso
Per fare dei miracoli di una cosa sola ... Dito cuesto, vedemo còsa ke l dixe R.Guénon :
R.Guénon,
L'idea del Centro nelle tradizioni antiche(...) Il Centro è, prima di tutto, l'origine, il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principale, senza forma e senza dimensioni, dunque è invisibile e, di conseguenza, la sola immagine che si possa dare dell'Unità primordiale.
Da esso sono prodotte, per irradiazione, tutte le cose, come l'Unità produce tutti i numeri, senza che la sua essenza ne risulti minimamente intaccata o ridotta.
Il Punto centrale è il Principio, l'Essere puro; e lo spazio che esso riempie del suo irradiamento e non esiste che per questo stesso irradiamento ( il Fiat Lux della Genesi), senza il quale lo spazio non sarebbe che 'privazione' e nulla, è il Mondo nel senso più ampio del termine, l'insieme di tutti gli esseri e gli stati dell'esistenza, che costituiscono la manifestazione universale.
La rappresentazione più semplice è il punto al centro del cerchio : il punto è l'emblema del Principio, il cerchio quello del Mondo.
E' impossibile far risalire l'uso di questa raffigurazione nel tempo, poiché la si incontra fin dalla preistoria; indubbiamente bisogna scorgervi uno dei segni che si ricollegano direttamente alla tradizione primordiale.
Talvolta il punto è circondato da più cerchi concentrici, che sembrano rappresentare i diversi stati o gradi dell'esistenza manifestata, disponentesi gerarchicamente secondo la loro maggiore o minore distanza dal Punto principiale.
Il punto al centro del cerchio è stato anche assunto (...) come una figura del sole, perché esso nell'ordine fisico è realmente il Centro o il Cuore del Mondo; tale figura è rimasta sino ai giorni nostri come segno astrologico e astronomico usuale del sole. Forse per questa ragione la maggior parte degli archeologi, dovunque incontrano questo simbolo, pretendono di assegnargli un significato esclusivamente 'solare', mentre esso ha in realtà un senso ben altrimenti vasto e profondo.
Il rapporto che esiste fra il centro e la circonferenza, o tra ciò che rispettivamente rappresentano, è già indicato abbastanza chiaramente dal fatto che la circonferenza non potrebbe esistere senza il suo centro, mentre questo è del tutto indipendente da quella.
tale rapporto può essere raffigurato in modo più esplicito con raggi provenienti dal centro e terminanti sulla circonferenza; essi sono realmente in quantità infinita, come i punti della circonferenza ma, di fatto, si sono scelti, per le raffigurazioni di questo genere, dei numeri che hanno di per se stessi un particolare valore simbolico.
La forma più semplice è quella che presenta solo 4 raggi che dividono la circonferenza in parti uguali, cioè due diametri retti formanti una croce all'interno della circonferenza. Questa figura ha lo stesso significato generale della prima, ma aggiunge alcuni significati secondari che vengono a completarla : la circonferenza è l'immagine di un ciclo di manifestazioni, del genere di quei cicli cosmici di cui la dottrina indù in particolare fornisce una teoria estremamente sviluppata. Le divisioni determinate sulla circonferenza dalle estremità dei bracci della croce, corrispondono allora ai diversi periodi o fasi in cui si divide il ciclo: si avranno così, per esempio, e per limitarci al solo ordine dell'esistenza terrena, i 4 momenti principali della giornata, le 4 fasi della lunazione, le 4 stagioni dell'anno, e anche, secondo la concezione che troviamo sia in India che in America Centrale, le 4 ere dell'umanità.
Tra le figure che comportano un maggior numero di raggi dobbiamo menzionare le ruote o rotelle che ne hanno per solito 6 o 8. La rotella Celtica, che si è perpetuata attraverso tutto il Medioevo si presenta sotto l'una o l'altra di queste forme; la ruota a 8 raggi si incontra assai spesso nei paesi orientali, in India essa è chiamata chakra. Nel linguaggio simbolico dell'India si parla costantemente della 'ruota delle cose' o della 'ruota della vita', si parla anche della 'ruota della legge'. Anche lo Zodiaco viene rappresentato sotto forma di una ruota a 12 raggi e il suo nome in sanscrito significa letteralmente ruota dei segni; si potrebbe anche tradurlo come 'ruota dei numeri' secondo il senso principale della parola rashi che designa i segni dello Zodiaco. ( Osserviamo anche come 'la ruota della Fortuna', nel simbolismo dell'antichità occidentale, ha strettissimi rapporti con la 'ruota della Legge' e anche ... con la ruota zodiacale).
Vi è anche una certa connessione fra la ruota e vari simboli floreali o fiori simbolici quali il giglio ( a sei petali), il loto ( a 8 petali) e la rosa (nella figura del monogramma di Cristo con la rosa di epoca merovingia ad es.) laddove lo sbocciare dei petali è visto come un irradiamento dal centro esattamente come per la ruota.
Ma torniamo ai significati del Centro. Finora ci siamo soffermati soltanto sul primo e più importante, quello che ne fa l'immagine del Principio; ne troveremo un altro nel fatto che il Centro è propriamente il mezzo, il punto equidistante da tutti i punti della circonferenza, e che divide il diametro in due parti uguali. Fin qui, abbiamo considerato il Centro precedente la circonferenza, la quale ha realtà solo in quanto irradiamento di esso; ora invece lo consideriamo in rapporto alla circonferenza realizzata, vale a dire che si tratterà dell'azione del Principio in seno alla creazione. Il mezzo fra gli estremi rappresentati da punti opposti della circonferenza è il luogo ove le tendenze contrarie, che fanno capo a tali estremi, per così dire si neutralizzano e si trovano in perfetto equilibrio.
L'equilibrio o armonia sono due aspetti della stessa idea, alla quale possiamo aggiungere un terzo significato - di giustizia. Da un punto di vista molto più universale, le tradizioni estremo-orientali parlano dell' Invariabile Mezzo, che è il Punto in cui si manifesta l' Attività del Cielo e, secondo la dottrina indù, al centro di ogni essere, come di ogni stato dell'esistenza cosmica, risiede un riflesso del Principio supremo.
L'equilibrio non è che il riflesso, nell'ordine della manifestazione, dell'immutabilità assoluta del Principio; per esaminare le cose da questo profilo, occorre considerare la circonferenza in movimento attorno al suo centro, che, solo, non partecipa di questo movimento. Il nome stesso della rota evoca l'idea di rotazione e questa è la figura del continuo mutamento al quale sono sottoposte tutte le cose manifestate, movimento nel quale soltanto un Punto, il Centro rimane fisso e immutabile. La circonferenza può girare solo intorno ad un centro fisso; allo stesso modo, il mutamento che non basta a se stesso, presuppone necessariamente un principio al di fuori del mutamento: è il motore immobile di Aristotele, è l' ordinatore interno della filosofia indiana, poiché dirige tutte le cose dall'interno, risiedendo nel punto più interno di tutti, che è il Centro. (...)
Ma se il Centro è anzitutto un punto di partenza, è anche un punto di arrivo; tutto è derivato da esso e tutto deve alla fine ritornarvi.
Poiché tutte le cose esistono grazie al Principio e non potrebbero sussistere senza di esso, deve esserci fra questo e quello un legame permanente, raffigurato dai raggi che uniscono il centro con tutti i punti della circonferenza, e dalla circonferenza di ritorno, verso il centro. Si direbbero due fasi complementari, la prima raffigurata da un movimento centrifugo e la seconda da un movimento centripeto; esse possono essere paragonate a quelle della respirazione, secondo un simbolismo al quale si riferiscono le dottrine indù. D'altra parte vi si ritrova anche una analogia con la funzione fisiologica del cuore, del suo battito. Infatti il sangue parte dal cuore, e si diffonde in tutto l'organismo vivificandolo e poi ritorna al cuore; la funzione del cuore come centro organico è dunque veramente completa e corrisponde esattamente all'idea che possiamo farci del Centro nella pienezza del suo significato.
Tutti gli esseri, che dipendono dal loro Principio in tutto quel che sono, devono, consciamente o inconsciamente, aspirare a ritornare ad esso; questa tendenza al ritorno verso il Centro possiede anche, in tutte le tradizioni, la sua rappresentazione simbolica, nell'immagine terrestre e sensibile quale potrebbe essere ad es. l'orientazione delle sinagoghe o delle chiese cristiane o ancora delle moschee. In sintesi : il Centro è al tempo stesso il Principio e la Fine di tutte le cose; è l' alpha e l'omega. Meglio ancora è il Principio, il Mezzo e la Fine e questi tre aspetti sono rappresentati dalle tre lettere Aum nel monogramma di Cristo con la Rosa, di epoca merovingia, riprodotto da Charbonneau-Lassay ( "Regnabit", marzo 1926).
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René Guénon,
Simboli della Scienza Sacra, Adelphi MI, 1990
Titolo originale : Symboles fondamentaux de la Science sacrée
E' vero, senza menzogna, molto veritiero...