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http://www.cimbrinelmondo.it/?p=422 Riportiamo una curiosa memoria, molto diffusa a dire il vero, di Giammaria Forte, rettore della chiesa di San Rocco di Asiago verso la fine del ’600, trovata in un protocollo del notaio Francesco Forte di Asiago da Agostino dal Pozzo, interessante non tanto per la tesi sostenuta circa l’origine di Asiago ma perché conferma una serie di cognomi cimbri asiaghesi.
Cade in acconcio di accennare in questo luogo una certa memoria manoscritta lasciataci da Giammaria Forte, fu Rettore nel passato secolo di S. Rocco in Asiago.
Il contenuto di questa si è, che dopo l’ultima sconfitta e la morte di Totila, pochi furono i Goti che abbandonarono l’Italia. Una parte venne a ricovrarsi alle falde e nelle valli de’ monti Vicentini e Veronesi, ove si stabilirono. Al tempo di Carlo Magno, cioè intorno all‘ottocento, alcuni di loro incominciarono a metter piede e a fabbricar case stabili sui detti monti, disboscandone i boschi e riducendone qualche tratto a coltura. Il primo, dic’egli, che andò a fermarsi nella vallata o pianura, dove poi sorse Asiago, fu Pietro de‘ Franchi con tre suoi figliuoli, Nicolò, Stefano, e Benedetto.
Da questi fa discendere buona parte delle famiglie d’Asiago; cioè da Nicolò, che per accorciamento chiamavasi Nico, fa derivare i Cunichi, i Pesaventi, gli Strazzaboschi e i Forti. Da tre figliuoli di Nicolò che furono Bartolomeo, Gregorio e Guglielmo, ne fa venire i Bortoli, i Gaoli, e i Guglielmi. Da Stefano e Benedetto, fratelli di Nicolò, fa discendere gli Stefani e i Benetti, cognomi tutti che sussistono ancora in Asiago.
Chiude la memoria coll’indicarci, che alla Lambra, o Lamera, contrada ove lungamente abitarono i Forte suoi antenati, fu eretta la prima casa di Asiago. Egli non dice ove abbia tratto questo aneddoto, onde siamo in libertà di prestargli o non prestargli credenza.
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