Pan, pane, panos, panis, panico, panocia, paneło

Pan, pane, panos, panis, panico, panocia, paneło

Messaggioda Berto » mar giu 24, 2014 9:41 am

Pan, pane, panos, panis, panico, panocia, paneło
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Pan bioto - (blauts), bina e binoto

No ła xe na voxe enventà dai latini o dai romani, lè na paroła pristorega prexente ente l’ara tałega da secołi o miłegni vanti dei romani e moto xa atestà par scrito ente ła łengoa mesàpega come "panos".

http://it.wikipedia.org/wiki/Messapi

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pane 2,
s. m. ‘alimento che si ottiene cuocendo al forno un impasto di farina, solitamente di frumento e acqua, condito con sale e fatto lievitare’ (1158, Testimonianze di Travale), ‘massello a forma di parallelepipedo’ (secc. XIV-XV, C. Cennini), ‘terra lasciata intorno alle radici di piante da trapiantare’ (av. 1597, G. Soderini).

Locuzioni:
dire pane al pane ‘dire la verità schiettamente e rudemente’ (av. 1565, B. Varchi),
mangiare il pane a tradimento ‘vivere facendosi mantenere’ (av. 1584, A. F. Grazzini),
mangiare il pane a ufo ‘vivere facendosi mantenere’ (1871, TB),
pan carré ‘pane a cassetta’ (1956, A. Gabrielli: IL VII [1982] 178),
pan di Spagna ‘dolce a base di farina, fecola di patate, uova, zucchero e burro’ (1685, G. Pacichelli, “che fu a lungo agente di casa Farnese a Napoli, in certe sue Memorie de' viaggi per l'Europa christiana, pubblicate a Napoli nel 1685”: F. Nicolini, Arte e storia nei Promessi sposi, Milano, 1958, pp. 389-390; attest. nel dial. venez. nel 1722 [lista di spese pubblicata in P. Molmenti, La storia di Venezia nella vita privata, Bergamo, 1929, III 434], e in sic. tra la fine del sec. XVII e l'inizio del XVIII [LN XII (1951) 99]),
pane a cassetta ‘a forma di parallelepipedo’ (1942, Migl. App.),
pane bianco ‘di farina di frumento’ (inizio sec. XV, F. Scambrilla),
pane degli Angeli ‘nutrimento dell'anima’ (1304-08, Dante),
pane integrale ‘con farina, contenente anche la crusca’ (1898, U. Mussi, Analisi chimiche sul pane in generale, nonché su quello integrale ed antispire, Firenze),
pane nero ‘pane integrale’ (1560, D. Romoli),
perdere il pane ‘restare senza lavoro’ (av. 1742, G. B. Fagiuoli),
per un tozzo di pane ‘per pochissimo, a bassissimo prezzo’ (con un pezzo di pane: 1353, G. Boccaccio; per un tozzo di pane: 1733, Crusca 4, s. v. pane § XXI),
spezzare il pane della scienza ‘insegnare’ (spezzare il pane dell'intelligenza: 1891, TB; spezzare il pane della scienza: 1871, Petr.),
stare a pane e acqua ‘essere punito con tale limitazione nel vitto’ (sec. XIV, Tavola ritonda ma in pane et aqua è attest. nel lat. mediev. di Venezia nel 1330, Consiglio dei Dieci - Deliberazioni miste - Registri III-IV, Venezia, 1968, n. 511).

Derivati:
panare,
v. tr. ‘impanare, passare nel pan grattato’ (1819, V. Agnoletti),
panario,
agg. ‘del pane’ (1826, Romani Oss.),
pancotto,
s. m. ‘pappa spec. per bambini, di pane bollito in acqua e condito’ (fine sec. XV, Piovano Arlotto),
pandolce,
s. m. ‘sorta di panettone, tradizionale a Genova per le feste natalizie’ (pan dolce: av. 1872, G. Mazzini; “Pan dolce alla genovese, o pan di Natale: Sorta di pane che comunem. presso di noi si mangia nelle feste di SS. Natale, e s'impasta con burro, farina, acqua nanfa, zucchero, pinocchi, uva di Corinto e talora col zibibbo”: 1876, Casaccia, p. 561; bisognerebbe vedere se c'è nella I ediz. del Casaccia, 1851),
pandoro,
s. m. ‘sorta di soffice focaccia dolce di color giallo dorato, tipica di Verona’ (pan d'oro ‘pane che si fa di piccole fette tuffate nel brodo, rinvolte nelle uova sbattute, e di poi fritte’: 1314, Barberino; pandoro: “dolce di lievito, ricchissimo di burro”: 1927, Panz. Diz.),
panello,
s. m. ‘residuo solido della spremitura di semi oleosi, usato in pani per alimentazione di bestiame’ (av. 1597, G. Soderini),
panettatrice,
s. f. ‘macchina che confeziona il burro in pani, nei burrifici’ (1958, Diz. enc.),
panetteria,
s. f. ‘luogo dove si fa o si vende il pane’ (panattaria nel lat. mediev. della Curia Romana del 1307: Sella Ven.; panataria sarebbe attest. in una deliberazione del Maggior Consiglio di Venezia del 1341, cit. in G. Tassini, Curiosità veneziane, Venezia, 1964, s. v. Beccarie; it. panattaria: 1318-1379, Statuto dello Spedale di Siena; panateria: 1561, A. Citolini; panetteria: 1922, Zing. [ma già nel Siniscalchi ed in R. ed E. Errera, Voci e modi errati, 1898, cit. in Misc. Vitale 984]; secondo Berg. Voci, panetteria è attest. nel veneziano L. Dolce [1508-1568] nel sign. di “stanzino, o altro, dove si tiene il pane”[?]),
panettiere,
s. m. ‘chi fa o vende il pane’ (paniterius nel lat. mediev. della Curia Romana del 1426 e panacterius nel lat. mediev. di Roma del XV sec.: Sella Ven.; panaterius nel lat. mediev. di Reggio Emilia del 1501: Sella Em.; panattieri sing.: 1296, TP; panattiere: secc. XIII-XIV, D. Lenzi; Fanf. Voc. 1865 e TB registrano panettiere come attest. nel Segneri, ma poi il TB s. v. panattiere registra, per questa forma, proprio un es. del Segneri; Berg. Voci registra la forma panettiero, come attest. nel Dolce [1508-1568] e nell'Oliva [1600-1681]; panettiere in Seneca volgar., sec. XIV, secondo il Batt., ma è es. da controllare),
panettone,
s. m. ‘tipico dolce milanese a forma di cupola, tradizionalmente consumato nelle feste natalizie, ottenuto facendo cuocere al forno un impasto di farina, uova, burro, zucchero, uva sultanina e dadetti di cedro candito’ (panattone: 1801-1803, U. Foscolo; panettone con frutta secche: 1831, Vogtberg; panettone “Sorta di pane fatto con farina, burro, zafferano e lievitato con birra. Lo fanno assai bene a Milano”: 1876, Rigutini App.),
panforte,
s. m. ‘dolce tipico di Siena, di forma tonda e schiacciata, ottenuto legando con poca farina mandorle, nocciole, canditi, zucchero, droghe’ (pan forte: 1804, D'Alb. s. v. pane; panforte: 1813, U. Foscolo),
pangrattato,
s. m. ‘pane raffermo ridotto in briciole con la grattugia’ (pangratà: 1619, V. Verucci; pan grattato: 1640, Oudin; pangrattato: av. 1698, F. Redi),
paniera,
s. f. ‘cesta bassa di vimini, grande e con due manici’ (av. 1292, B. Giamboni),
panieraio,
s. m. ‘chi fa o vende panieri’ (paneraio: doc. del 1551: SLeI V [1983] 139; panieraio nei bandi fiorentini con data imprecisata; falsa l'attest. dello Zibaldone Andreini riportata in Crusca 4 e TB: Volpi Fals.),
panierata,
s. f. ‘quantità di roba che sta nel paniere o nella paniera’ (1871, TB),
paniere,
s. m. ‘cesto di vimini, a fondo generalmente circolare, con un solo manico in cui si può infilare il braccio’ (“et uno panieri de noci” in un doc. lat. mediev. di Prato del 1107: AGI LXIV [1979] 145; it. paniere: fine sec. XIII, Novellino),
guastar l'uova nel paniere ‘mandare all'aria i piani di qc.’ (1612, M. Buonarroti il Giovane: TB s. v. guastare § 28),
paniere sfondato ‘persona che mangia o spende moltissimo’ (1891, Petr.),
panierino,
s. m. ‘piccolo paniere’ (panerino: av. 1574, A. F. Doni; panierino: av. 1590, S. Caterina de' Ricci, e forse av. 1565, B. Varchi, cit. in D'Alb.), ‘cestino che i bambini portano a scuola, con la colazione’ (1865 [e forse 1858], G. Giuliani, Sul vivente linguaggio della Toscana, Firenze, p. 313),
panificare,
v. tr. ‘fare il pane, trasformare in pane’ (av. 1606, B. Davanzati in riferimento all'eresia luterana nei confronti dell'eucarestia; Fanf. Voc. 1855 definisce la vc. “far pane o ridurre a pane la farina”, ma si tratta di una tipica definizione da vocabolario, tant'è vero che il TB, registrando l'es. del Davanzati, scrive: “alla lett[era] sarebbe, se si usasse, far pane o ridurre a pane la farina”),
panificatore,
s. m. ‘chi fa il pane’ (1942, Panz. Diz.),
panificazione,
s. f. ‘lavorazione del pane’ (1812, Bernardoni),
panificio,
s. m. ‘tecnica di fabbricare il pane’ (1750, A. Cocchi; il TB la definisce vc. del linguaggio scritto), ‘luogo dove si fa il pane’ (1893, Rigutini-Fanf.),
panino,
s. m. ‘dim. di pane’ (“Manca ne' vocabolarj, e non dovrebbe. È certo che alle botteghe de' fornai e de' panivendoli troveremo panetti, e non panini per quanto piccoli: ma gli è altresì vero che i Panini di s. Rocco, e di s. Nicola, e i Panini di colori non si direbber meglio Panetti”: 1839-41, Molossi, che riporta un es. di R. Lambruschini, 1837, di “panino d'inchiostro della China”; i “Panini di s. Rocco e di s. Nicola”, di cui parla il Molossi, erano pani molto piccoli che si benedivano nelle feste di certi santi; “panino, vezzeg. di Pane; ma dicesi specialmente di piccolo panetto di fior di farina tratta dal semolino, e per ciò di pasta bianchissima, di forma non ordinaria, di crosta fatta lucida o col lavarne la pasta con acqua, o collo spalmarla con chiara d'uovo sbattuta. Non servesi comunemente sulla mensa giornaliera; per lo più s'inzuppa nel caffè, nella cioccolata, e simili. Tali sono i Sèmeli e i Chifelli”: 1846, Carena I 439-440; panino ‘piccolo pane’ in Tomm. N. prop., 1841),
panino imbottito ‘tagliato a metà e riempito di salumi, formaggio e sim.’ (1901, L. Pirandello),
panino ripieno ‘panino imbottito’ (1959, Diz. enc.),
panpepato,
s. m. ‘dolce a base di farina impastata con miele, mandorle, canditi’ (pane impepato: 1344, Libro della Mensa; pane pepato: inizio sec. XV, G. Sermini; pampapato: av. 1548, C. Messi Sburgo, cit. in SLeI IV [1982] 182; panpepato: 1825, F. Pananti).

Lat. pane(m) (dalla stessa radice di pascere). Il pan di Spagna è detto così perché giunto dalla Spagna prima in Sicilia e poi nel resto d'Italia (cfr. E. Li Gotti, LN XII [1951] 99-100). Il pane a cassetta è detto così perché “cotto in apposita cassetta, e in modo da evitare la formazione della crosta e dare al pane la forma più adatta a essere tagliato a fette” (Batt. s. v. cassetta § 9); pane degli Angeli è calco sulla loc. del lat. biblico panis Angelorum (Psalm. LXXVII 25; Sap. XVI, 20: Enc. dant.); pane integrale è calco sul fr. pain intégral. Il pandoro è detto così per il rosso d'uovo che si mette nel farlo. Panetteria è vc. d'area sett.; e panettone è il milan. panatton “specie di pane addobbato con burro, zucchero e uva passerina o di Corinto (ughett), che suol farsi in varie forme nella nostra città in occasione delle feste del Natale, per lo che vien anche detto fra noi El panatton de Natal. - In Toscana non si fa questa specie di pane; motivo per cui i lessici italiani non hanno voce corrispondente” (F. Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, Milano, 1814); si noti che il giornale triestino La Baba il 20 dic. 1865, p. 406, scrive, in dialetto, Panetoni de Milan, e due pagine dopo, in lingua, Panettoni di Milano. Paniera e paniere sono prob. il fr. panière (sec. XIII nella forma pennière) e panier (sec. XII), dal lat. panariu(m); panificare e panificazione il fr. panifier (1600) e panification (sec. XVIII). Panificio è vc. dotta che si rifà al lat. panificiu(m).


panico 1,
s. m. ‘pianta erbacea delle glumifore con infiorescenza a pannocchia, coltivata per l'alimentazione degli uccelli’ (1225 ca., Garzo).
Derivati:
panicato,
agg. ‘detto di carne bovina o suina che presenta panicatura’ (av. 1597, G. Soderini),
panicatura,
s. f. ‘malattia dei suini e dei bovini che presentano cisticerchi nei muscoli’ (1922, Zing.; il DEI data la vc. al XIX sec. senza indicare la sua fonte).

Lat. panicu(m), da panus ‘spiga del miglio’, forse da avvicinare a panus ‘filo del tessitore’ (V. pàne 1). Panicato deriva dal fatto che i muscoli degli animali affetti da panicatura sembrano pieni di chicchi di panìco.

panico 2,
agg. e s. m. ‘timore repentino che annulla la ragione’ (agg.: 1565, B. Baldini; “Alcuni lo usano anche in forza di sost.: «Il panico entrò nell'esercito», ma è una stranezza”: 1875, Rigutini-Fanf.), ‘della natura e del suo divenire in quanto manifestazioni dirette della divinità’ (1894, G. D'Annunzio: Passer. Dann.).

Derivati:
panismo,
s. m. ‘senso o sentimento panico’ (av. 1917, G. Boine).

Fr. panique (agg.: sec. XV; s. m.: 1836), dal gr. panikós, agg. di Pan, dio della natura: “perché questo improvviso e mal fondato timore debba chiamarsi pànico, ossia prodotto dal Dio Pane [...] cerca di spiegarlo la mitologia; la quale, dopo aver asserito che il Dio Pane soggiornando nelle solitudini più selvagge e piene di sacro orrore, spaventa da quelle colla sua terribil voce i passeggieri, vi aggiunge, quali prove di fatto, diversi aneddoti riferiti nelle antiche storie, come per esempio, che il Dio Pane al tempo della battaglia di Maratona parlasse a Fidippide Ateniese, e gli suggerisse il modo di spaventare i Persiani; che la voce di questo Dio, uscita dalle sotterranee caverne del tempio di Delfo, atterrisse e mettesse in fuga i Galli che volevano saccheggiare quel ricchissimo tempio, ecc.” (C. Pescatori, La mitologia greca e romana, Firenze, II, 1875, pp. 267-268). Nell'accez. di ‘della natura ecc.’ la vc. è stata introdotta da D'Annunzio (afflato panico, ebrietà panica, ora panica, orchestra panica, demenza panica: Passer. Dann.); Panz. Diz. 1935 osserva che “è uno fra gli aggettivi più usati dagli estetizzanti del 900”. L'uso sost. di panico era biasimato dai puristi (Fanf.-Arlìa). V. Janni 154-157.


http://www.etimo.it/?term=pane
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pane, is, n., vd. panis, PL. Curc. 367.

paniceus, a, um, agg.,
di pane, SERV.; sost. m. pl. Panicei, orum, parola foggiata scherzos. da Pana, città del Sannio, e panis, PL. Capt. 162 (lez. inc.)
[cf. panis].

panicula, ae, f., pannocchia, PLIN.; specie di tumore, SCRIB. [panus + -cula].
paniculus, i, m., pannocchia, stoppia, PLIN. [panus + -culus].

panicum, i, n., panico, miglio, CAES.

panifica, ae, f., fornaia, Vulg. [panis + -ficus + -a3].

panificium, ii, n.,
1 il fare il pane, VARR.;
2 pane, focaccia, pasta, SUET.; deam panificiis placare, IUST. 20, 2, 7
[panis + facio + -ium].

panis, is, m.,
1 pane, pagnotta: panis ater, pane nero, TER.; cibarius panis, pane ordinario, di seconda qualità, CIC. Tusc. 5, 97 (anche panis secundus, HOR. Epist. 2, 1, 123); panis siligineus, pane di fior di farina, SEN. Ep. 119, 3; vetus aut nauticus panis, il pane vecchio o la galletta da marinai, PLIN. 22, 138; mollia panis, la mollica, PLIN. 13, 82; crusta panis, la crosta del pane, PLIN.; panis siccus, pane asciutto (senza companatico), SEN. Ep. 83, 6; bini panes in dies, due pagnotte il giorno, PL. Persa 471; panem fingere, fare il pane, SEN.;
2 pane, massa: panes aeris, i pani di bronzo, PLIN. 34, 107
[cf. pasco].

panosus, a, um, agg., simile al pane, nutriente, C. AUR. [panis + -osus].

panus, i, m., 1 tumore, PLIN.; 2 pannocchia del miglio, PLIN. 18, 54 [da gr. pênos].

pistillum, i, n. e pistillus, i, m., pestello, PL. Aul. 95; COL., PLIN. [2. pinso + -illum, -illus].

pisto, as, are, 1 tr., pestare, VEG., PS. APUL. [2 pinso + -to].

pistor, oris, m.,
1 pestatore, macinatore, che pesta il grano nel mortaio, mugnaio, PL. Capt. 807; VARR. e a.;
2 fornaio, VARR., CIC., PLIN. e a.; pistor dulciarius, pasticciere, MART. 14, 222;
3 Pistore, epiteto di Giove che ispirò ai Romani assediati in Campidoglio l'idea di gettar del pane ai Galli assedianti per fingerne abbondanza, OV. Fast. 6, 350
[2. pinso + -tor].

pistorensis, e, agg.,
fornaio, PL. Capt. 160 (gioco di parole con Pistoriensis, pistoiese).

pistorius, a, um, agg.,
di fornaio, di pasticciere, CELS., PLIN. e a.
[pistor + -torius].

pistrilla, ae, f., piccolo mulino, TER. Ad. 584 [pistrina + -la].
pistrina, ae, f., forno, pasticceria, LUCIL., VARR., PLIN. [2. pinso + -ina].
pistrinalis, e, agg., cresciuto nel mulino, COL. [pistrina + -alis].
pistrinarius, ii, m., mugnaio, Dig. [pistrina + -arius].
pistrinensis, e, agg., da mulino, SUET. [pistrina + -ensis].

pistrinum, i, n.,
1 mulino: aliquem in pistrinum tradere (dedere, TER.), mandare uno al mulino, condannarlo a girar la macina, PL. Most. 17; aliquem in pistrinum submittere, SEN.; in eodem pistrino vivere, girar la stessa macina = subire la stessa sorte, CIC. de orat. 2, 144;
2 forno, panetteria: pistrinum exercere, fare il fornaio, SUET. Aug. 4, 2
[2. pinso + -trinum].

1. pistrix, icis, f., fornaia, LUCIL. [2. pinso + -trix].
2. pistrix, icis, f.,
1 mostro marino, pistrice (cetaceo, balena), VERG. Aen. 3, 427; marina pistrix, FLOR.;
2 fig. costellazione della Balena, CIC. Arat. 152
[gr.].

pistura, ae, f., macinazione del grano, PLIN. [2. pinso + -ura].


Etimołoja del fiłołogo Xane Semeran

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voxonaro "pan" # tradur "pane"
http://xref.w3dictionary.org/index.php?fl=it&id=6280

afrikaans bruinbrood
arabo الخبز البني
bieloruso чорны хлеб
boulgaro кафяв хляб
catalan pa moreno
ceco hnědý chléb
galexe bara brown
danexe brun brød
todesco Bauernbrot Graubrot Mischbrot Vollkornbrot
grego καφέ ψωμί
inglese brown bread
spagnoło pan moreno pan bazo
eston pruun leib
persian نان قهوه ای
finlandexe ruskea leipä
françoxo le pain brun
irlandexe Arán donn
galisian pan integral
croato smeđi kruh
ongarexe barna kenyér
endonexian roti coklat
islandexe brúnt brauð
tałian pane
ebraego לחם חום
japonexe 茶色のパン
corean 갈색 빵
lituan Juoda duona
letone brūns maize
maçedone кафеави леб
małexe roti coklat
maltexe ħobż ismar
olandexe bruin brood volkorenbrood
polaco brązowy chleb
portoghexe pão integral pão de centeio
rumen maro pâine
ruso черного хлеба хлеб из непросеянной мук`и
xlovaco hnedý chlieb
xloven rjav kruh
albanexe brown bukë
serbo смеђа хлеб
xvedexe bruna bröd
xwahili kahawia mkate
thai น้ำตาลขนมปัง
filipin brown tinapay
turco kahverengi ekmek
ucrain чорного хліба чорний хліб
vietnamita bánh mì nâu
yidish ברוין ברויט
çinexe (cina) 黑面包
çinexe (taiwan) 黑麵包
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Bioto

Messaggioda Berto » mar giu 24, 2014 9:42 am

Pan, pane, panos, panis

http://it.wikipedia.org/wiki/Pane

Il pane era noto all'homo erectus, veniva preparato macinando fra due pietre dei cereali, e il prodotto così ottenuto era a sua volta mescolato con acqua. L'impasto finale veniva cotto su una pietra rovente.

Intorno al 3500 a.C. gli Egizi scoprirono la fermentazione, con cui un impasto lasciato all'aria veniva cotto il giorno dopo; ne risultava un pane più soffice e fragrante.
Per gli Egizi il pane non era solo una fonte di cibo ma anche di ricchezza.

Gli Ebrei mangiano pane azzimo, "Matzah", in occasione della commemorazione dell'esodo dall'Egitto: l'uso del pane non lievitato è simbolo dell'accingersi a intraprendere il viaggio, data la rapidità della preparazione e la ottima possibilità di conservazione di tale tipo di pane. In ricordo dell'Ultima cena di Gesù Cristo il pane azzimo, sotto forma di ostia, viene utilizzato nell'Eucarestia da molte confessioni religiose cristiane.

Dall'Egitto l'arte della panificazione passò in Grecia. I greci divennero ottimi panificatori, ne producevano più di 70 qualità. Aggiunsero alle ricette di base ingredienti come latte, olio, formaggio, erbe aromatiche e miele. Furono anche i primi a preparare il pane di notte.


El pan entel mondo

Il pane di frumento è il pane dei paesi occidentali, quindi dell'Europa temperata e della relativa diffusione etnica verso le Americhe delle popolazioni di origine europea.
È la più importante fonte di carboidrati della dieta.

Nei paesi freddi nord europei è spesso diffuso il pane di segale, cereale molto più resistente del frumento al freddo e soprattutto adatto ad estati brevi; il pane di segale ha sapore più grezzo del pane di frumento, ma è molto ricco di proteine. La vulnerabilità della segale alla segale cornuta è una delle cause del Fuoco di sant'Antonio.

In America l'alimentazione corrispondente da carboidrati di base, prima della conquista europea, era data soprattutto dal granturco o mais Zea mays, in varietà e preparazioni ad alta capacità nutritiva; nelle zone di montagna era ed è presente la Quinoa (Chenopodium quinoa), (pur questa non essendo a rigore un cereale).

Altri alimenti americani ricchi di carboidrati ma diversi dai cereali quindi sostanzialmente inadatti alla preparazione del pane erano (ed ancora sono) quelli derivati dalla patata, dall'Ulluco e dall'Oxa (od Oca).
La citazione è dovuta dato che l'uso di tali ultimi alimenti è del tutto sostitutiva al pane, rende quindi inutile l'alimentazione a base di pane.

In Africa e nelle zone calde del sud-ovest asiatico (paesi arabi) spesso è usato il pane di miglio o di sesamo, in precise località africane è presente il pane di Teff. L'uso di tali cereali è giustificata dal fatto che questi trovano in quelle regioni le condizioni ottimali di coltivazione.

Nel Sud-est asiatico e in India, Corea, Cina, Corea e Giappone esiste l'uso di fare "il pane" (o meglio derivati ricchi di carboidrati più o meno analoghi al pane) con il riso, anche in questo caso per precisi motivi climatici che inducono la coltivazione di questo cereale.

Definendo la tipologia di questi "tipi di pane" occorre dire che raramente questi corrispondono al concetto di pane che noi conosciamo. Spesso ne è impossibile la "lievitazione" come noi la intendiamo (formazione di una massa soffice) che è possibile solo con l'equilibrio di carboidrati, proteine ed oli della farina di frumento in presenza di acqua e lieviti. Si hanno invece pani in forme e contenuto diversi, di forma piatta o di panetti solidi compatti o cremosi o gelatinosi, lievitati o non lievitati, ovvero fermentati da batteri acidificanti o trasformati da miceti.

Le fermentazioni sono spesso complesse, sorrette da sostanze aggiunte (erbe, fermenti, semi, legumi, proteine da carni o pesce) sulla base di ricette tradizionali gelosamente conservate; le fermentazioni (diversamente dalla lievitazione) hanno una maggiore funzione di arricchimento nutritivo o organolettico, oppure di passaggio di componenti nutritivi importanti (come i derivati di carni o pesce) in un cibo di notevole conservabilità (spesso le fermentazioni acide sono ottimi conservanti)-.

Questo è molto importante in luoghi e situazioni dove i nutrimenti pregiati possono essere molto rari, o non sempre disponibili, ed i sistemi di conservazione molto preziosi in ambienti difficili. Il "pane" quindi diventa solo una base di partenza di un prodotto spesso molto più complesso.

Un elemento importantissimo, e ad oggi non ancora valorizzato, è l'esame critico dei rendimenti (definibili "notevoli") delle sole trasformazioni, la batterica o la micetica (e non la saccaromicetica) in termini di arricchimento (aumento) in vitamine e proteine, partendo sostanzialmente da semplici carboidrati.

Anche la panificazione del Mondo Occidentale, inteso quello che utilizza il frumento, ha la sua "fermentazione arricchente pregiata" nell'uso del Lievito naturale; purtroppo tale fermentazione anche se è ancora ben possibile in ambito domestico e degli artigiani fornai o se è utilizzata per produrre pani di alta qualità, non è possibile che venga economicamente utilizzata a produrre il normale pane commerciale. La fermentazione con lievito naturale infatti è lenta e comporta procedimenti biologici naturali più delicati e complessi di quelli di una sola reazione bio-chimica, utilizzata quasi solo a far diventare il pane soffice.

http://it.wikipedia.org/wiki/Panicum_miliaceum


http://it.wikipedia.org/wiki/Panicum
Panicum (Linneo Sp. Pl., 1753 - miglio in senso lato) è un genere di piante della famiglia della Poacee (o Graminacee), comprendente oltre 400 specie di erbe annue e perenni, alte 1–3 m. Il genere è largamente rappresentato nelle regioni tropicali, alcune specie vivono anche nei climi temperati.

http://it.wikipedia.org/wiki/Panicum_virgatum

http://it.wikipedia.org/wiki/Eragrostis_tef
http://it.wikipedia.org/wiki/Eragrostis
http://it.wikipedia.org/wiki/Agrostis
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Re: Bioto - blauts

Messaggioda Berto » mar giu 24, 2014 9:43 am

El pan s-ceto, pan da łù memo, da soło, łomè lù, sensa gnente, sensa contorno o conpanadego, nuo e cruo, pan bioto, pan senpio, ...

http://evenesie.prophpbb.com/topic104.html

Pose dir ke, drio kuel ke 'l dixe elgalepin.org se à:
biot > trentin
bioto > liventin, lagunar, padoan-baso viŧentin-polexan, veronexe
biòto >alto visentin

kome ke 'l dixéa Ferdinand.

'Tel Boerio: "Vin bioto sceto" = "Vino schietto, senz'acqua". "venezian bioto" = "venezianissimo, vero veneziano". "Vilan bioto" = "vero villano, dicesi per disprezzo o ingiuria". "Pan bioto" = "solo pane senz'altra vivanda".




Bioto = gotego blauts

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oto-39.jpg


Immagine

bloß
A adj
1 <meist attr> (unbedeckt) {FAUST, HAND} nudo; {ARM, BEIN, KOPF, SCHULTER} auch scoperto: mit bloßem Auge, a occhio nudo; auf der bloßen Erde, sulla nuda terra; mit bloßen Füssen, a piedi nudi, scalzo; {DEGEN, SÄBEL, SCHWERT} sguainato
2 <attr> (rein, nichts als) {DUMMHEIT, NEID} puro; {ANBLICK} solo, semplice: der bloße Gedanke, il solo pensiero; er kam mit dem bloßen Schrecken davon, se la cavò con un semplice spavento; auf bloßen Verdacht, per mero sospetto
B adv
1 (nur) solo, solamente, soltanto, semplicemente, puramente
2 (bei Fragen oder Aufforderungen: oft unübersetzt) ma, proprio: wo bleibst du bloß?, ma dove sei?; was ist denn bloß los?, che diavolo succede?; wie machst du das bloß?, ma come riesci a farlo?; bloß jetzt nicht!, proprio adesso no!

Blöße <-, -n>
f
1 geh (Unbedecktheit) nudità f
2 (Schwäche) punto m debole
* jdm eine Blöße bieten, mostrare all'avversario il proprio punto debole; sich (dat) eine Blöße geben, mostrare il proprio ‹punto debole›/[tallone d'Achille].

======================================================================================================================================

Ma par el pan a ghè altro:

cfr. co bina, binoto

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oto-38.jpg


Immagine
http://www.dalforner.it/index.php?page= ... &Itemid=20

La Bina “dal Forner” è un pane di storica tradizione artigianale che segue i metodi di panificazione di un tempo. La farina semintegrale, il lievito naturale da Pasta Madre, le 48 ore di lievitazione e la lunga lavorazione sono i veri segreti di questo pane. La cottura richiede molta attenzione e dedizione per creare l’invitante doratura della crosta. La sensibile alveolatura della mollica e la forma così rustica ricordano il pane dei nostri nonni cotto fra le pietre dei forni a legna. Tutto questo fa della Bina un pane davvero unico che coinvolge tutti e cinque i sensi, un pane che esalta gusto dei cibi, che “pulisce” la bocca come un ottimo vino preparandola ad una nuova esperienza gustativa, un pane che mantiene gusto e fragranza per diversi giorni.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... tar-79.jpg
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Sixara » mar lug 01, 2014 9:05 am

Lè interesante kel got. blauts par nudo- nùo. El pàn nùo = el pàn blòso/biòto.
Ma te la me variante nol ghè bioto, né pal pan né par altro. Par dire pan da lù solo ( senza companatico) naltri dixemo pan séco : a go magnà pan-séco ( anca se nol fùse séco-duro, ca dirisìmo pan-vèço o anca incagnìo ma nol me convintse, lè Sparapàn ke l dixe incagnìo/sfregoloxo pa duro/friabile).
Ma ti te fè on riferimento anca a la forma del pan: le bine come se prexentéle? Da naltri la bìna lè na ciòpa de pan ca sarìa do bìgoi de pasta ligà fra de lori ( a ghe sarìa anca el bigaràn ke sto cuà el ghe someja propio a on bigàto...).
Elora mi capìso ke la bina la sarìa on tipo de pàn binario, fato co 2 tòki.
E difati ke l Beggio el mete par bìna : 1. doppio filare di viti; 2. piccia di quattro pani uniti insieme ( elora i è 4... 2+2 ...?) MA anca 3. cruschello, la crusca più minuta che si toglie dalla farina con la seconda setacciata, fatta con un setaccio più fino; 4. ( poco com.) sentiero fra due solchi; 5. sorta di rete a doppio maglio per la pesca dello storione nel Basso Po.
Elora : la bìna lè dùpia, el bigaràn lè senpio.
( noè ca se podarìa dire pan-sènpio par pan-da-lù-solo :? )
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Berto » mar lug 01, 2014 5:26 pm

Pan senpio = pan senpliçe (semplice) = da lu meno sensa xonte o conplicasion.

Senpio, senpioto, senpieto, senpliçoto, semplus, simplus, ...

semo-scemo li corisponde al provensal sem e al latin semus (mexo), scemare = perdar, ridurse xmegnolarse, sminuirse

http://www.etimo.it/?term=scemo
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http://www.etimo.it/?term=scempio
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http://www.etimo.it/?term=esempio
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Sixara » mer lug 02, 2014 8:34 am

Berto ha scritto:Pan senpio = pan senpliçe (semplice) = da lu meno sensa xonte o conplicasion.

Ma se dixelo dalbòn? :D
Pal pan le robe le funtsiona come pa i òmeni : te ghe dè el nome considerando el péxo, la forma, la sostantsa. el colore, el saore, la provenientsa.. podopo s inmìsia tuto.
La forma : a Cioxa-Marina a ghè on tipo de pan, asè comune ke i ghe dixe seméte; lè on pan SIMPLEX, a forma de seméta - le somentse, par dire, co n tajo SEMUS pa 'a longa. Elora te la parola seméta cuanti significati ghè? ( uno anca tabù). La podarìa çamarse scemetta o senpiéta.
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Berto » mer lug 02, 2014 9:15 pm

Dapò a ghè:

pan e aria,
pan e acoa,
pan e vin,
pan e pomo,
pam e formajo,
pan e salado,
pan e ojo,
pan e sal,
pan e ua,
pan e piri,
pan e tocio,
pan e anguria o molon/melon,
pan e ostie,
pan e sacramenti,
pan e lagreme,
pan e sangoe ...
pan e polenta,
pan e pan,
groste de pan,
pan co la mufa,
pan e sogni,
pan, el pan.


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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Sixara » gio lug 03, 2014 1:35 pm

Berto ha scritto:Dapò a ghè:

pan e aria,
pan e acoa,
pan e vin,
pan e pomo,
pam e formajo,
pan e salado,
pan e ojo,
pan e sal,
pan e ua,
pan e piri,
pan e tocio,
pan e anguria o molon/melon,
pan e ostie,
pan e sacramenti,
pan e lagreme,
pan e sangoe ...
pan e polenta,
pan e pan,
groste de pan,
pan co la mufa,
pan e sogni,
pan, el pan.


Anca pan e sogni? :D
Po' a se dixe :
Verghe pan in forno : ca no te manca gnente ma anca verghe el so bèl dafare. El Boerio invetse el lo intende come xmoroxare ( " con donne poco oneste").

Esare come pan e cortèlo: èsare nemighi cofà can e gato.

Magnare el pan pentìo: pentirse, fare penitensa.

Magnare pan e spuàcio: vivare co poco o gnente, scuaxi in mixeria.

Bòn come el pan/ come on tòco de pan : se capìse, nò?

Nol xe pan pa i to denti: no la xe roba par ti, no la fa par ti.

Andar zo de pan/ perdare el pan: perdare el laoro.

Servire uno de pan e paga: rendere pan per focaccia; pagarlo ( co le parole).

Esare in pan e vìn: èsare incerto so calcòsa.

Dire pan al pan e vin al vin: parlar ciàro.

Proverbio : El pan de caxa el stufa.

Mododedire (volg.) : tacatelo ai pàn ! . Pan-panìti.
Ultima modifica di Sixara il gio lug 03, 2014 1:46 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Berto » gio lug 03, 2014 1:43 pm

Ke forsa ke gà el dito pan e spuàcio!

Pensà a la tradusion taliana: pane e sputacchio! (Ke mexera, ke oror! Ensipia.)
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Re: Bioto - (blauts - bloss), bina e binoto

Messaggioda Sixara » gio lug 03, 2014 1:52 pm

Te piaxelo pan e spuàcio? :D Lo dixìo valtri?
Si ga da èsare cusì visto ca magnè anca el pan-biscòto suparlà Vicentsa. Ma nò bòn cofà el nostro. :D
Parké te dixi ke pane e sputacchio nol va bèn? A mi me pare uguài.

Dognimodo a ghè anca :
pan mòjo: el pancòto, el pan col brodo
pan françexe: pan col lievito de bìra
pan caxalìn e pan conpro: (se capìse)
pan séco/ spongoxo: duro/spugnoxo
pan inmaxio: poco lievità
pan boslà: pan bosolà ( i bosolà fati a anèlo)
pan de bòta: el pan ca te lo cavi dal forno a metà cotura, te ghe cavi la moéna e te lo inpinìsi col salame e altra roba e po te lo meti dentro da nòvo
pan buféto: pan de tipo venetsian, asè lixièro, solièvo

La panà la jèra kela papetìna fata de pan-acoa-ojo ca se ghe dava ai putìni pa svezzarli ( cavarghe el late de la mama).
Ultima modifica di Sixara il gio lug 03, 2014 2:05 pm, modificato 1 volta in totale.
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