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I discorsi di Putin e le sue demenziali minacce nucleariLa criminale "operazione speciale" del Cremlino nazifascista di Putinviewtopic.php?f=143&t=3008 https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 9492799153 Il criminale nazifascista del Cremlino chiama "Operazione speciale" e non "guerra" l'invasione/aggressione armata in atto dell'Ucraina, come se fosse una operazione di ordine pubblico e di polizia internazionale simile a quelle condotte dall'ONU e dalla NATO in Serbia, ma non sono simili in nulla perché nel caso della Serbia vi erano delle risoluzioni dell'ONU a difesa prima dei bosniaci e poi dei kosovari minacciati di genocidio, sterminio e pulizia etnica da parte dei serbi, mentre nel caso dell'Ucraina l'ONU si è pronunciata contro l'intervento russo non riconoscendo esserci alcun genocidio, alcuna pulizia etnica, alcuna oppressione dei filo russi nel Donbass o in altre parti dell'Ucraina.
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Le minacce nucleari del criminale del Cremlino
Le nuove minacce nucleari e le menzogne del criminale del Cremlino contro l'Ucraina e l'Occidente che la sostiene nella sua lotta all'aggressione russa per liberarsi definitivamente del mostro nazifascista, suprematiosta e imperialisia russoIl discorso demenziale del nazifascista Putin"Cari amici!
Il tema del mio intervento è la situazione nel Donbas e il corso di un'operazione militare speciale per liberarlo dal regime neonazista, che ha preso il potere in Ucraina nel 2014 a seguito di un colpo armato di stato.
21 settembre 2022
https://www.facebook.com/naiada.incogni ... 5902721846Oggi mi rivolgo a voi: a tutti i cittadini del nostro Paese, a persone di diverse generazioni, età e nazionalità, al popolo della nostra grande Patria, a tutti coloro che sono uniti dalla grande Russia storica, ai soldati e agli ufficiali, ai volontari, che stanno ora combattendo in prima linea e sono sul posto di combattimento, ai nostri fratelli e sorelle - i residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Kherson e Zaporozhye e di altre aree liberate dal regime neonazista.
Si tratterà dei passi necessari e urgenti per proteggere la sovranità, la sicurezza e l'integrità territoriale della Russia, di sostenere il desiderio e la volontà dei nostri compatrioti di determinare il proprio futuro e della politica aggressiva di parte delle élite occidentali, che si stanno impegnando con tutte le loro forze per mantenere il loro dominio, e per questo stanno cercando di bloccare, sopprimere qualsiasi centro di sviluppo sovrano e indipendente - per continuare ad imporre crudamente la loro volontà ad altri paesi e popoli, a piantare i loro pseudo-valori.
Lo scopo di questo Occidente è indebolire, dividere e infine distruggere il nostro Paese. Già dicono direttamente che nel 1991 sono stati in grado di dividere l'Unione Sovietica, e ora è giunto il momento di farlo con la Russia, che dovrebbe disintegrarsi in molte regioni e zone ostili.
E hanno pianificato tali piani per molto tempo. Hanno incoraggiato le bande dei terroristi internazionali nel Caucaso, hanno promosso l'infrastruttura offensiva della NATO vicino ai nostri confini. Hanno fatto della russofobia totale la loro arma, anche per decenni hanno intenzionalmente nutrito l'odio per la #Russia, principalmente in #Ucraina - l'hanno preparata al destino di un punto di attacco anti-russo, e lo stesso popolo ucraino è stato trasformato in carne da cannone e spinto alla guerra con il nostro Paese, scatenandola - questa guerra - già nel 2014, usando le forze armate contro la popolazione civile, organizzando i genocidi e il terrore contro le persone, che si rifiutavano di riconoscere il potere sorto in Ucraina a seguito di un colpo di stato.
E dopo che l'attuale regime di Kyiv ha effettivamente rifiutato pubblicamente una soluzione pacifica al problema del Donbas e, inoltre, ha annunciato le sue rivendicazioni sulle armi nucleari, era diventato assolutamente chiaro che un nuovo prossimo, come era accaduto 2 volte prima, sarà un attacco inevitabile su larga scala al Donbas. E poi, altrettanto inevitabilmente, ci sarebbe stato un attacco alla Crimea russa e alla Russia.
A questo proposito, la decisione su un'operazione militare preventiva era assolutamente necessaria e l'unica possibile. I suoi obiettivi principali - la liberazione dell'intero territorio del Donbass - sono rimasti e rimangono immutati.
La Repubblica popolare di Luhansk è già stata quasi completamente ripulita dai neonazisti. Continuano i combattimenti nella Repubblica popolare di Donetsk. Qui, per 8 anni, il regime di occupazione di Kyiv ha creato una linea profondamente scaglionata delle fortificazioni a lungo termine. Il loro assalto frontale avrebbe provocato le perdite pesanti, quindi le nostre unità, così come le unità militari delle repubbliche del Donbas, agiscono in modo sistematico e competente, utilizzano le attrezzature, proteggendo il personale e, passo dopo passo, liberano la terra di Donetsk, liberano città e paesi da neonazisti, forniscono l'assistenza alle persone che il regime di Kyiv ha trasformato negli ostaggi, in scudi umani.
Come sapete, i militari professionisti in servizio sotto contratto prendono parte all'operazione militare speciale. Anche le formazioni di volontariato stanno combattendo fianco a fianco con loro: sono le persone di nazionalità, delle professioni e di età diverse e sono dei veri patrioti. Al richiamo del loro cuore, sono venuti in difesa della Russia e del Donbas.
A questo proposito, ho già dato le istruzioni al Governo e al Ministero della Difesa, nel più breve tempo possibile, di determinare lo status giuridico dei volontari, nonché dei combattenti delle unità delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Dovrebbe essere lo stesso di quello dei militari regolari dell'esercito russo, compreso il materiale, il supporto medico e le garanzie sociali. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata all'organizzazione dei fornimenti alle formazioni dei volontari e ai distaccamenti della milizia popolare del Donbas con le attrezzature.
Nel corso dellp svolgimento dei principali compiti di protezione del Donbas, le nostre truppe, sulla base dei piani e delle decisioni del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale sulla strategia generale d'azione, hanno già liberato dai neonazisti i territori importanti delle regioni di Kherson e Zaporozhye e un certo numero di altre regioni. Di conseguenza, si è formata una linea estesa di contatto del combattimento, che è di oltre mille chilometri.
Quello che voglio dire pubblicamente oggi per la prima volta. Già dopo l'inizio dell'operazione militare speciale, compresi i colloqui ad #Istanbul, i rappresentanti di Kyiv hanno reagito in modo molto positivo alle nostre proposte, che riguardavano principalmente la sicurezza della Russia ei nostri interessi. Ma è ovvio che la soluzione pacifica non si addiceva all'Occidente, quindi, dopo il raggiungimento di alcuni compromessi, a Kyiv è stato effettivamente dato l'ordine diretto di interrompere tutti gli accordi raggiunti.
L'Ucraina ha iniziato ad essersi ancora più rifornita delle armi. Il regime di Kyiv ha lanciato le nuove bande dei mercenari e dei nazionalisti stranieri, delle unità militari addestrate secondo gli standard della NATO e sotto il comando de facto dei consiglieri occidentali.
Allo stesso tempo, il regime di repressione in tutta l'Ucraina contro i propri cittadini, instaurato subito dopo il colpo di stato armato del 2014, è stato rafforzato nel modo più severo. La politica dell'intimidazione, del terrore e della violenza assume le forme sempre più massicce, terribili, barbariche.
Ci tengo a sottolineare che sappiamo che la maggior parte delle persone che vivono nei territori liberati dai neonazisti, e queste sono innanzitutto le terre storiche della #Novorossia, non vogliono essere sotto il giogo del regime neonazista . A Zaporozhye, nella regione di #Kherson, a #Lugansk e #Donetsk, hanno visto e stanno assistendo alle atrocità che i neonazisti stanno compiendo nelle aree occupate della regione di #Kharkiv. Gli eredi di #Bandera e i punitori nazisti uccidono le persone, le torturano, le gettano nellle prigioni, regolano i conti, reprimono, tormentano i civili.
Più di 7 milioni e mezzo di persone vivevano nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nelle regioni di Zaporozhye e Kherson prima dello scoppio delle ostilità. Molti di loro sono stati costretti a diventare i profughi, a lasciare le proprie case. E coloro che sono rimasti - circa 5 milioni di persone - oggi sono sottoposti a continui lanci di artiglieria e dei missili da parte dei militanti neonazisti. Colpiscono gli ospedali e le scuole, organizzano gli attacchi terroristici contro i civili.
Non possiamo, non abbiamo il diritto morale di lasciare le persone a noi vicine, perché vengano fatte a pezzi dai carnefici, non possiamo che rispondere al loro sincero desiderio di determinare la propria sorte. I parlamenti delle repubbliche popolari del Donbas, così come le amministrazioni militari-civili delle regioni di Kherson e Zaporozhye, hanno deciso di indire i referendum sul futuro di questi territori e si sono rivolti a noi, alla Russia, con la richiesta di sostenere tale passo.
Consentitemi di sottolineare che faremo di tutto per garantire le condizioni sicure per lo svolgimento dei referendum, in modo che le persone possano esprimere la propria volontà. E sosterremo la decisione sul loro futuro, che sarà presa dalla maggioranza dei residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, delle regioni di Zaporozhye e Kherson.
Cari amici!
Oggi le nostre Forze Armate, come ho già detto, operano sulla linea di contatto, che supera i 1000 chilometri, si confrontano non solo con le formazioni neonaziste, ma di fatto con l'intera macchina militare dell'Occidente collettivo.
In questa situazione, ritengo necessario prendere la seguente decisione - è del tutto adeguata alle minacce che dobbiamo affrontare - vale a dire: proteggere la nostra Patria, la sua sovranità e l'integrità territoriale, garantire la sicurezza del nostro popolo e del popolo nei territori liberati, - ritengo necessario sostenere la proposta del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale di condurre una mobilitazione parziale nella Federazione Russa.
Ripeto, si tratta nello specifico di una mobilitazione parziale, ovvero saranno soggetti alla coscrizione solo i cittadini che attualmente sono in riserva, e soprattutto coloro che hanno prestato il servizio nelle Forze armate, hanno determinate specializzazioni militari e la relativa esperienza.
I richiamati al servizio militare, prima di essere inviati alle unità, subiranno a colpo sicuro un addestramento militare aggiuntivo, tenendo conto delle loro esperienze in un'operazione militare speciale.
Il decreto sulla mobilitazione parziale è firmato.
Conformemente alla legge, le Camere dell'Assemblea Federale - il Consiglio della Federazione e la Duma di Stato - saranno ufficialmente informate di questo oggi tramite le lettere ufficiali.
Le attività di mobilitazione inizieranno oggi, dal 21 settembre. Affido ai capi delle regioni di fornire tutta l'assistenza necessaria per il lavoro dei commissariati militari.
Vorrei sottolineare che i cittadini russi chiamati al servizio militare mediante la mobilitazione riceveranno lo status, i pagamenti e tutte le garanzie sociali del personale militare in servizio con un contratto.
Aggiungo che il decreto sulla mobilitazione parziale prevede anche le misure aggiuntive per adempiere all'ordinanza della difesa dello Stato. I capi delle imprese del settore della difesa sono direttamente responsabili dell'adempimento dei compiti di aumento della produzione delle armi e delle attrezzature militari e del dispiegamento di capacità di produzione aggiuntive. A sua volta, tutte le questioni relative al materiale, alle risorse e al sostegno finanziario per le imprese della difesa devono essere risolte immediatamente dal Governo.
Cari amici!
Nella sua aggressiva politica antirussa, l'Occidente ha superato ogni limite. Sentiamo costantemente le minacce contro il nostro Paese e contro la nostra gente. Alcuni politici irresponsabili in Occidente non parlano solo dei piani per organizzare la fornitura delle armi offensive a lungo raggio all'Ucraina, dei sistemi che consentiranno gli attacchi contro la Crimea e contro le altre regioni della Russia.
Tali attacchi terroristici, anche con l'uso delle armi occidentali, sono già in corso negli insediamenti di confine nelle regioni di Belgorod e Kursk. In tempo reale, utilizzando i sistemi moderni, aerei, navi, satelliti, droni strategici, la NATO effettua le ricognizioni in tutta la Russia meridionale.
A Washington, Londra, Bruxelles stanno spingendo direttamente Kyiv a spostare le operazioni militari nel nostro territorio. Non più nascondendosi, dicono che la Russia dovrebbe essere sconfitta con tutti i mezzi sul campo di battaglia, seguite dalla privazione della sovranità politica, economica, culturale, in generale, di qualsiasi sovranità, con il completo saccheggio seguente del nostro Paese.
E' stato lanciato anche il ricatto nucleare. Non si tratta solo del bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya, incoraggiato dall'Occidente, che minaccia una catastrofe nucleare, ma anche delle dichiarazioni di alcuni alti rappresentanti dei principali stati della NATO sulla possibilità e l'ammissibilità dell' uso delle armi di distruzione di massa contro la Russia - delle armi nucleari.
A chi si permette di fare simili affermazioni contro la Russia, vorrei ricordare che anche il nostro Paese dispone dei vari mezzi di distruzione, e che alcuni componenti sono più moderni di quelli dei Paesi NATO. E se l'integrità territoriale del nostro Paese sarà minacciata, useremo sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo. Non è un bluff.
I cittadini della Russia possono essere certi che l'integrità territoriale della nostra Patria, la nostra indipendenza e libertà saranno assicurate - lo sottolineo ancora una volta - con tutti i mezzi a nostra disposizione. E coloro che stanno cercando di ricattarci con le armi nucleari dovrebbero sapere, che la rosa dei venti può girare anche nella loro direzione.
È nella nostra tradizione storica, nel destino del nostro popolo, fermare coloro che lottano per il dominio del mondo, che minacciano lo smembramento e la riduzione in schiavitù della nostra Patria. Lo stiamo facendo ora - e sarà così in futuro.
Credo nel vostro sostegno."
Fine
LA FOGLIA DI FICO CADUTANiram Ferretti
21 settembre 2022
https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 1032679005 Dunque, come logica imponeva, le armi consegnate all'Ucraina, soprattutto quelle americane, vedi alla voce Himars, la differenza l'hanno fatta, e l'hanno fatta eccome, in barba al codazzo degli Orsini, Capuozzo, Mini, i quali ci hanno detto fin dal principio che era inutile armare l'Ucraina perchè tanto la Russia con il suo strapotente esercito avrebbe vinto. Non ha vinto, anzi è in palese difficoltà.
Ormai, dopo quasi sette mesi di conflitto, l'aggressione russa all'Ucraina si sta rivelando sempre più come un'operazione fallimentare. Ed è così fallimentare che adesso il boss del Cremlino chiama i riserviti e annuncia una mobilitazione militare parziale dopo avere utilizzato migliaia di soldati in erba come carne da cannone. Ora cade la foglia di fico dell'"operazione speciale" per "denazificare" il paese. Non è mai stata una operazione speciale ma una guerra con l'obbiettivo di sottomettere un paese sovrano.
L'annunciato referendum nel Donbass che segue quello farsa del 2014 in Crimea denuncia chiaramente tutta la debolezza russa. Russificando il territorio, cioè rubandolo agli ucraini e volendolo trasformare in territorio russo si potrà utilizzare l'opzione nucleare contro l'Occidente che "vuole distruggere" la Russia.
Diranno i fautori della resa preventiva dell'Ucraina, "Ecco, vedere, non bisognava metterlo con le spalle al muro. Adesso potrebbe usare davvero il nucleare".
La logica del ragionamento, chiamiamiolo così, è che bisognava subito lasciare vincere il boss, consegnarli le chiavi dell'Ucraina, che è come dire ai mafiosi se ti minacciano e fanno saltare con le bombe pezzi di istituzioni come è avvenuto in Italia all'epoca dello stragismo mafioso, bisogna subito dargliela vinta, o ancora prima, bisognava darla vinta ai brigatisti, e così via. Certo, nè gli uni nè gli altri avevano le testate nucleari, ma la sostanza non cambia.
Darla vinta a un criminale che ti ricatta con la minaccia atomica avrebbe significato fare lampeggiare il semaforo verde per tutti coloro che lo avrebbero preso come esempio, dalla Cina alla Corea del Nord all'Iran in procinto di arrivare all'ordigno nucleare.
Ora si tratta di vedere come procederanno le cose, cosa farà effettivamente il boss e quale sarà la risposta occidentale, in primis americana, ma una cosa è certa, questa guerra che ha voluto, convinto di vincerla in breve tempo, non solo non l'ha vinta, ma lo ha messo in un cul de sac.
Putin, Biden all'Onu: «Stop ai veti, cambiare il Consiglio di sicurezza». Proteste e arresti in tutta la Russia21 settembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/mondo/putin ... 41875.htmlJoe Biden interviene sul discorso di Putin. Ha fatto «minacce nucleari spericolate e irresponsabili», così all'assemblea generale dell'Onu. Il presidente americano ha inoltre affermato che i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbero astenersi dall'usare il veto "tranne che in situazioni rare e straordinarie". I funzionari statunitensi stanno spingendo per una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e una delle cose che vogliono vedere è che i membri del Consiglio siano costretti a spiegare i loro veti. Nel suo intervento all'assemblea generale dell'Onu, Joe Biden ha rilanciato la necessità di riformare il Consiglio di sicurezza dell'Onu e il sistema paralizzante dei veti, dicendosi a favore dell'aumento del numero dei Paesi membri permanenti e non.
L'invasione dell'Ucraina è «una guerra scelta da un uomo, per essere molto chiari». Lo ha detto Joe Biden nel suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu, sottolineando che «un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha invaso un suo vicino, cercato di cancellare uno stato sovrano». «La Russia ha violato senza vergogna i principi fondamentali della carta dell'Onu», ha aggiunto.
Proteste in Russia, polizia procede con gli arresti
Oltre mille arresti in Russia per le proteste contro la mobilitazione parziale. Secondo la ong Ovd-info, finora sono state arrestate 989 persone.. Lo riferisce Ovd-Info, una ong che registra le attività dell'opposizione e assiste legalmente i fermati. Nei raduni svoltisi in 20 città, scrive la ong Ovd-Info, sono state fermate 219 persone. Arresti ad Arbat. Centinaia di russi protestano contro l'ordine di mobilitazione cantando "No alla guerra".
Le preoccupazioni dell'Europa
Il discorso di Putin preoccupa l'Europa. «L'annuncio di referendum farsa, mobilitazione militare parziale e ricatto nucleare sono una grave escalation. Minacciare con armi nucleari è inaccettabile ed un reale pericolo per tutti. La comunità internazionale deve unirsi per prevenire tali azioni. La pace nel mondo è in pericolo». Lo scrive in un tweet l'alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Le parole di Zelensky
«Putin vorrebbe che l'Ucraina annegasse nel sangue, ma anche nel sangue dei suoi stessi soldati». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un'intervista esclusiva alla Bild reagisce alla decisione di Putin di dichiarare la mobilitazione parziale. Il discorso di stamani per lui non rappresenta «nulla di nuovo», ha aggiunto, affermando di non averlo neppure ascoltato: le apparizioni di Putin «non sono i miei video preferiti», ha detto, «ho tutte le informazioni di cui ho bisogno».
Zelensky, Putin e il rischio nucleare
«Non credo che userà queste armi. Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle». Ha aggiunto Zelensky rispondendo a una domanda sulla minaccia nucleare di Putin. Tuttavia il presidente non esclude completamente un attacco nucleare: «non possiamo leggere nella testa di questa gente. Ci sono dei rischi», prosegue. Per Zelensky, non si può comunque cedere ai ricatti russi: «domani Putin può dire: vogliamo oltre all'Ucraina anche una parte della Polonia, altrimenti useremo le armi nucleari. Non possiamo stare a questi compromessi».
«Putin ha problemi con gli ufficiali e con altro personale militare. Sappiamo da tempo che ha già mobilitato i cadetti, giovani che non sono nelle condizioni di combattere. Questi cadetti sono caduti. Non hanno neanche potuto finire la loro formazione. Tutte queste persone non sono in grado di combattere. Sono venuti da noi e muoiono». Ha ribadito il presidente ucraino. «Lui vede che le sue unità semplicemente scappano. Ha bisogno di un esercito pesante, che venga da noi. Perché lui vede che una gran parte di quelli che vengono da noi, semplicemente scappano».
Usa: prendiamo sul serie minaccia nucleare
Gli Stati Uniti «prendono sul serio la minaccia nucleare» da parte di Putin e se la Russia dovesse usare l'arma nucleare «ci saranno conseguenze gravi». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby ad Abc news. «Continuiamo a monitorare la loro posizione strategica per capire se è il caso di modificare la nostra. Al momento non ci sono segnali che dobbiamo farlo», ha aggiunto ribadendo che l'atteggiamento della Russia sul nucleare è da irresponsabili.
Nato: da Putin pericolosa retorica nucleare
Vladimir Putin ha usato «una pericolosa e incauta retorica nucleare. Lui sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e avrebbe conseguenze senza precedenti per la Russia. Inoltre la Nato sta aumentando la sua presenza» sul fronte Est «per rimuovere qualsiasi equivoco a Mosca. Noi faremo in modo che non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell'uso di armi nucleari». Lo ha detto, in una videointervista alla Reuters, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
«La nostra reazione dipenderà dal tipo di situazione e dal tipo di armi che saranno usate. La cosa più importante è prevenire che ciò accada ed è per questo che siamo stati così chiari nelle nostre comunicazioni con la Russia sulle conseguenze senza precedenti» per la Russia e «che una guerra nucleare non può essere vinta da Mosca», ha spiegato Stoltenberg. «Abbiamo aumentato la preparazione ad una risposta delle nostre forze e la presenza delle truppe Alleate sul fianco Est, ha aggiunto Stoltennberg rimarcando che la »Nato è vigile«.
La posizione della Cina
La Cina chiede di rispettare la «sovranità di tutti i Paesi», dopo che quattro regioni occupate dai russi in Ucraina hanno detto che terranno dal 23 al 27 settembre prossimi i relativi referendum per entrare a far parte della Federazione russa. La posizione di Pechino sull'Ucraina è «coerente», ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. La Cina insiste che «la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi debbano essere rispettati, così come la Carta e i principi dell'Onu», ha aggiunto Wang.
La Cina invita le parti coinvolte nella crisi in Ucraina al cessate il fuoco e a impegnarsi con il dialogo e le consultazioni al fine di una risoluzione pacifica, dopo il discorso con cui il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l'uso di tutti i mezzi necessari e la mobilitazione parziale che prevede il richiamo di 300.000 riservisti, nel mezzo delle difficoltà incontrate nell'invasione dell'Ucraina. La posizione cinese sulla crisi in Ucraina è «coerente e chiara», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, esortando «a trovare un modo per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti».
Dall'impiego delle armi nucleari tattiche all'apertura di un secondo fronte, poche opzioni sono attraenti per la Russia a questo punto, ma il costo politico dell'abbandono della guerra sarebbe comunque enormedi George Friedman
L'Osservatore Repubblicano
24 settembre 2022
https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 7665597566L’unica opzione della Russia nel conflitto in Ucraina Le armi nucleari tattiche?
George Friedman per Geopolitical Futures
24 settembre 2022
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... l-futures/In questo articolo ho parlato della natura delle armi nucleari tattiche. Sono costruite per conseguire un effetto tattico, non strategico. Le armi nucleari strategiche, come quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki, possono devastare una vasta area, sia con l’esplosione che con il fallout nucleare. L’area dell’esplosione verrebbe irrimediabilmente devastata e la ricaduta aumenterebbe la letalità e la spargerebbe fino ad una distanza significativa per l’azione dei venti. Tuttavia, bisogna ricordare che, a prescindere dalle vittime, nessuna delle due città è stata completamente abbandonata, ed entrambe erano già ripopolate e funzionanti ad un livello accettabile circa un anno dopo lo scoppio delle bombe. La potenza delle armi nucleari tattiche (a seconda del tipo) è inferiore all’1% dell’esplosione che devastò Hiroshima e, cosa altrettanto importante, producono poco fallout nucleare.
Le armi nucleari tattiche possono determinare l’esito di una battaglia, ma non di una guerra, e non renderebbero invivibile il territorio. Pertanto, la seconda opzione nucleare della Russia è quella strategica: distruggere le città ucraine con un’arma di tipo quella che colpì Hiroshima. Questa opzione ha due punti deboli. I venti in Ucraina sono variabili e nell’Ucraina orientale, ad esempio, soffiano verso nord-est. Una detonazione nucleare strategica invierebbe le ricadute verso la Russia e, in questo esempio, verso Voronezh, una città russa in una posizione strategica. Qualsiasi uso di un’arma nucleare strategica interesserebbe probabilmente il territorio russo.
Un secondo rischio, per quanto improbabile, riguarda la risposta occidentale. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia possiedono tutti armi nucleari strategiche. Ognuno di loro potrebbe considerare un attacco russo all’Ucraina come una potenziale minaccia per se stesso, innescando uno scambio. Può essere inverosimile e nessuno dei tre potrebbe immaginarlo, ma in un centro di comando i timori vengono amplificati. Dato il valore limitato delle bombe tattiche ed il potenziale disastro delle bombe strategiche, le minacce nucleari russe sono un’eccellente guerra psicologica (a meno che non si prenda sul serio la minaccia), ma non possono risolvere il problemi militari della Russia.
I problemi militari della Russia
Questi problemi consistono in quattro parti. Il primo è che i russi sono schierati in Ucraina come hanno iniziato la guerra, su salienti vulnerabili agli attacchi sui fianchi, cosa che è già avvenuta. Una ritirata su posizioni più difendibili sarebbe sensata, ma avrebbe anche gravi conseguenze politiche, poiché indicherebbe un’altra ritirata dopo quella avvenuta a nord all’inizio della guerra. Un secondo problema sembra essere l’insufficienza di forze, poco addestrate e demotivate, con cui organizzare un contrattacco sufficiente a costringere un’importante ritirata ucraina. Un terzo problema è l’annoso problema russo/sovietico: la logistica. Per organizzare un contrattacco, i russi devono disporre non solo di rifornimenti iniziali, ma anche di massicci rifornimenti aggiuntivi che affluiscano in modo costante ed affidabile dove sono necessari. Questo porta al quarto problema. I satelliti statunitensi forniscono informazioni costanti e precise su tutte le forze in campo, compresi i movimenti logistici. Inoltre, l’artiglieria statunitense di vario tipo è in grado di tagliare le linee di rifornimento russe, lasciando un’offensiva paralizzata. Infine, le forze ucraine sono sufficientemente disperse che un attacco nucleare tattico all’ultimo grido avrebbe probabilmente un impatto sulla stessa offensiva russa.
Sembra che la Russia sia stata costretta ad una posizione difensiva permanente. Se questa fosse la Seconda Guerra Mondiale, la Russia sarebbe ancora in grado di riprendersi. Ma la Russia non combatte una guerra multi-divisionale da 77 anni. Abbiamo visto i russi aprire la guerra con tre offensive meccanizzate in gran parte incapaci di far fronte ai problemi logistici e alle armi anticarro. In effetti, sono stati costretti a ritirarsi dalle missioni offensive, a riorganizzarsi e a ritrovarsi nelle stesse posizioni in cui si trovano oggi. Stanno combattendo contro un nemico dalle stesse posizioni di allora ma che non ha problemi logistici grazie agli Stati Uniti, che hanno avuto la loro parte di fallimenti ma la cui capacità più solida è proprio la logistica.
L’ipotesi dell’apertura di un secondo fronte?
I russi devono ovviamente cambiare la dinamica della guerra se non vogliono essere costretti ad un accordo politico. La chiave è porre minacce agli ucraini da più direzioni, sia tatticamente che strategicamente. In effetti, la loro esigenza primaria è quella di disperdere la logistica degli Stati Uniti creando una seria minaccia militare ad un altro alleato americano o attaccandone direttamente uno. Non è chiaro se gli Stati Uniti non sarebbero in grado di rifornire due fronti, ma ciò potrebbe sbilanciare gli Stati Uniti e costringerli a ridurre il sostegno all’Ucraina, aprendo eventualmente opportunità alla Russia.
La geografia offre poche opzioni, ma le più probabili sono la Moldavia e la Romania, due Paesi confinanti tra loro. Non potrebbe trattarsi di un’offensiva via terra, ma dovrebbe sfruttare il Mar Nero, sbarcando forze significative in Romania, membro della NATO e base di una forza navale americana. Per raggiungere questo obiettivo, i russi dovrebbero innanzitutto utilizzare i missili per eliminare i sistemi antinave ucraini, come quelli che hanno affondato la Moskva. Dopo aver fatto questo, dovrebbero raggiungere e mantenere la superiorità aerea o missilistica sul Mar Nero e poi sbarcare e schierare forze sufficienti per costringere le forze rumene o moldave a combattere, che sarebbero però affiancate da forze americane consistenti. Dato che ci sono forze navali americane al di fuori dello Stretto del Bosforo, e dato che il mandato della NATO o la pura necessità costringerebbero a chiudere il Bosforo, questo rappresenterebbe una seria minaccia per i russi. Se a questo si aggiunge un attacco aereo alle forze russe sbarcate, l’operazione molto probabilmente fallirebbe.
Ci sono forse altre azioni diversive praticabili, sufficientemente significative da costringere gli Stati Uniti a dirottare le proprie forze, ma tutte si baserebbero su movimenti terrestri in un momento in cui la Russia è già in difficoltà. Un attacco ai Paesi Baltici porterebbe un significativo attacco da parte della Polonia sul fianco della Russia, mentre un attacco alla Finlandia verrebbe individuato ed anticipato per tempo. Lo stesso vale per la Romania, ma con opportunità leggermente inferiori.
Naturalmente, la strategia dello spostare la guerra in Romania in sé è molto dubbia, ma qui stiamo assumendo che la Russia sia stata costretta alla difesa e che non sia disposta ad abbandonare la guerra. Poche opzioni sono attraenti a questo punto, ma il costo politico dell’abbandono della guerra è enorme. Se devono continuare e i russi non possono riprendere l’iniziativa, l’unica opzione è l’Ave Maria.
L’unica opzione
L’ultima opzione è quella di cui ho già scritto in precedenza, ovvero ammassare forze ad est e poi attaccare l’Ucraina con nuove forze. Questa rimane la soluzione più probabile per la Russia, ammesso che riesca ad ammassare, addestrare e motivare una grande forza combattente. In caso contrario, la Russia potrebbe ottenere un misero pareggio, ma non può imporre la sua volontà all’Ucraina.
Le demenzialità del falso cristiano russo.
Russia, il Patriarca Kirill ai 300.000 cittadini chiamati da Putin a combattere: «Se muori per il tuo Paese sarai con Dio»
Il capo della Chiesa ortodossa russa: "Se darete la vita per il vostro Paese, sarete con Dio nel suo regno"Franca Giansoldati
Venerdì 23 Settembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/AMP/vatican ... 46028.htmlCittà del Vaticano – Combattere contro gli ucraini e morire in battaglia vi farà entrare dritti in paradiso. Il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, torna a scendere in campo con tutta la sua autorità morale sui fedeli ortodossi russi per esortarli a non avere paura della morte in seguito alla decisione del presidente Vladimir Putin di mobilitare le truppe di riserva per combattere in Ucraina. «Andate con coraggio a compiere il vostro dovere militare. E ricordate che se darete la vita per il vostro Paese, sarete con Dio nel suo regno, nella gloria e nella vita eterna». Proprio come aveva fatto all'inizio della cosiddetta “operazione militare speciale” quando era intervenuto per impartire la benedizione alle truppe che partivano per una «guerra giusta», «e moralmente plausibile» per contrastare l'avanzata del male e delle correnti diaboliche e omosessuali dell'occidente, anche stavolta Kirill parla con toni apocalittici rincuorando i coscritti a morire per una causa superiore.
In un sermone pronunciato al monastero Zachatyevsky di Mosca Kirill anche stavolta ha benedetto la decisione di Putin di richiamare circa 300.000 riservisti a combattere.