Il video choc del leader “No Green pass” veneto. «Ho il Covid e mi curo con l’Ivermectina»
Andrea de Polo
5 gennaio 2022
https://mattinopadova.gelocal.it/region ... ?ref=fbfmp
Fabio Padovan: «Guarirò a casa». I medici: «Quel farmaco è un antiparassitario per animali e si usa per la scabbia, non usatelo contro il virus»
TREVISO. Nel video di nove minuti parla con la voce affannata, segnale che il Covid sta picchiando duro. I destinatari sono i quasi cinquemila iscritti del gruppo Telegram “Comitato Riccardo Szumski” di cui lui, l’imprenditore Fabio Padovan (Otlav, Santa Lucia di Piave), è presidente.
Il messaggio? «Il Covid esiste ma si cura a domicilio, io sto usando l’Ivermectina, e molti di quelli che sono morti erano stati abbandonati a se stessi».
Covid, assume farmaci per cavalli: «Sto guarendo grazie a Szumski»
Silvia Madiotto
22 gennaio 2022
https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 8e9e.shtml
«Sono positivo al Covid, mi sto curando a casa grazie al dottor Szumski e all’ivermectina». Un antiparassitario usato in ambito veterinario per curare i cavalli, terapia fra le preferite dalla galassia no vax, sconsigliato dalla comunità medica e scientifica perché non efficace e dai potenziali effetti collaterali. Fabio Padovan, presidente del comitato Riccardo Szumski (il sindaco-medico bandiera dei no vax e no pass), parla della sua esperienza attraverso un video social. Undici membri della sua famiglia sono stati contagiati, moglie, figli e nonni. Da una settimana ha la febbre alta e spiega la terapia domiciliare suggerita dai medici “ribelli” delle linee sanitarie. «Sono sulla strada della guarigione – continua -, nella mia casa, grazie alle ricette di Riccardo e di un altro grande medico che mi ha detto di prendere ivermectina dal primo giorno. Non dovete avere paura del Covid. Il virus esiste ma può essere vinto». I sostenitori delle terapie domiciliari continuano a sottovalutare l’infezione, scelgono strade alternative e non si fidano della comunità scientifica. Ma dicono anche che sul territorio i pazienti non vengono curati.
Il presidente dello Snami
Non è così e lo spiega bene Bruno Di Daniel, medico di base a Maserada e presidente del sindacato Snami. «Io consiglio sempre la vaccinazione, poi ognuno è libero e curo tutti i miei pazienti – dice -. Ho circa sette, otto nuovi contagi al giorno. Alcuni sono stati molto male dopo il contagio, alcuni hanno iniziato la terapia monoclonale e mi hanno ringraziato, altri non hanno voluto e sono risultati gravi, anche in terapia intensiva». Di Daniel è sorpreso: «Ivermectina? Mai sentita - scherza -. I miei pazienti sono tutti umani. Stanno funzionando molto bene le terapie monoclonali. Se attivate velocemente, come succede qui, i sintomi spariscono in 24 ore. Uso anche tachipirina, antinfiammatori, antivirali, cortisone a basso dosaggio, antibiotici. E oggi abbiamo un nuovo farmaco antivirale che riduce l’ospedalizzazione dell’80%».
I protocolli
I protocolli ci sono, e i medici di base li seguono. «Il caso di un solo paziente non dimostra niente, la scienza si basa su grandi numeri e linee guida internazionali– evidenzia il medico -. C’è gente che sta meglio e gente che non riesce a guarire. Gli uomini non sono tutti uguali, reagiscono in modo diverso. Ma il modo migliore per stare bene è vaccinarsi: fra i miei pazienti sono stati ricoverati in terapia intensiva solo non vaccinati. La scienza e la medicina sono una cosa seria, non ne discuto con gli stregoni».
Il video choc di Fabio Padovan, imprenditore di Treviso, che ringrazia Szumski
Il leader no Pass ha il Covid e si cura con l'antiparassitario per animali
Ketty Areddia
5 gennaio 2022
https://www.polesine24.it/24/2022/01/05 ... li-135186/
Un video di nove minuti in cui parla con voce affannata e destinato ai 5mila iscritti al gruppo Telegram "Comitato Riccardo Szumski” di cui lui, l’imprenditore Fabio Padovan (Otlav, Santa Lucia di Piave), è presidente. Fabio Padovan - scrive il Mattino di Padova - annuncia di curarsi con "l’Ivermectina, e molti di quelli che sono morti erano stati abbandonati a se stessi".
Una serie di messaggi che hanno fatto rabbrividire il direttore generale dell’Usl 2 di Treviso, Francesco Benazzi, preoccupato per l’effetto che le parole di Padovan potrebbero avere tra i seguaci del gruppo in cui circola il video: "Non ascoltatelo - raccomanda Benazzi - non ha alcun senso usare l’Ivermectina, è un antiparassitario dato agli animali o nei casi di scabbia. Chi sta male per il Covid chiami il medico di base o, se le condizioni peggiorano, il 118. E noi non abbiamo abbandonato proprio nessuno".
Padovan ha fatto parlare di sé durante l’emergenza Covid soprattutto per la creazione del Comitato Riccardo Szumski. Non un gruppo “No vax”, ma un movimento contrario al Green pass e ad altri aspetti di gestione della pandemia. Un movimento che ha protestato a Trieste con il leader dei portuali Stefano Puzzer, e che ha organizzato diverse iniziative anche a Santa Lucia di Piave.
Padovan - racconta lui stesso nel video - si è contagiato durante le feste, un focolaio di undici persone che ha colpito i suoi familiari. «Sono stato subito seguito da Riccardo Szumski, medico straordinario che non mi ha mai lasciato solo» racconta l’imprenditore nel video, «un altro grande medico mi aveva consigliato l’Ivermectina, che io ho preso fin dal primo giorno».
Il presidente del comitato Szumski positivo al Covid. Il video da casa: “Ho preso Ivermectina dal primo giorno, ora sto meglio”. La replica dello Snami
Alice Zaccaron
mercoledì, 5 Gennaio 2022
https://www.qdpnews.it/comuni/santa-luc ... llo-snami/
“Sono diventato positivo al Covid il 28 dicembre”: lo dice Fabio Padovan, presidente del comitato Riccardo Szumski, in un video postato sui social questo lunedì. Anche il resto della sua famiglia ha dovuto fare i conti con il virus: dapprima la moglie, ora negativa, e poi anche il resto della famiglia, con 11 contagiati in totale.
“Per poter parlare di una cosa bisogna farne esperienza e adesso è toccato a me, ho voluto viverla per essere anche io credibile. Ho però visto amici e conoscenti ammalarsi, venire curati da Riccardo e guarire” afferma fiducioso.
Padovan racconta il decorso del suo contagio, con un picco di febbre il 31 dicembre, mostrando le ricette mediche e sostenendo di seguire la cura che gli ha prescritto il dottor Szumski: “Oggi va meglio, la febbre è scesa. Come mi ha consigliato anche un altro grande medico qualche mesi fa, ho assunto Ivermectina dal primo giorno. Il Covid, ripeto, è una malattia che può essere guarita senza intasare gli ospedali”.
Il presidente del comitato si espone elogiando quindi i medici che da due anni si trovano negli ospedali a curare i contagiati chiamandoli eroi: “Non è facile né ripagante”.
Padovan afferma che il Covid, una volta entrato nell’organismo, aiuta a guarire dalle prossime infezioni, e accusa chi ha insistito nel proporre “Tachipirina e vigile attesa”: “Quanti morti hanno sulla coscienza? Li hanno fatti morire a casa e a loro che sono morti soli voglio dedicare la mia piccola sofferenza”.
Padovan conclude con i ringraziamenti al medico Szumski, sostenendo che “solo col cuore si potrà vincere contro questi tecnocrati che vogliono portarci alla rovina”.
Ben diversa la posizione al riguardo del dottor Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che afferma: “L’Ivermectina è un farmaco che queste persone assumono a pieno rischio e pericolo loro. Mi risulta che si tratti di un antiparassitario per i cavalli, non c’è nessuna valenza scientifica sull’uomo”.
Cauchi sottolinea che non c’è stata nessuna sperimentazione e nemmeno tutti i classici passaggi che determinano l’assunzione sicura da parte dell’uomo, cosa che avviene solo come ultima fase, dopo un iter preciso, proprio per assicurare la sicurezza umana.
Per quanto riguarda la gestione del Covid, il presidente veneto dello Snami afferma che ogni caso è differente e che la cura dipende dai sintomi, anche se di base è fondamentale rivolgersi al proprio medico monitorando l’andamento dei sintomi e soprattutto valutare le eventuali patologie concomitanti: se ci sono sintomi più seri si inizia una cura antibiotica.
“Nel caso di complicanze sono i colleghi dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) che vanno ad auscultare i polmoni dei pazienti direttamente a domicilio: non è vero che sono lasciati soli”.
Gino Quarelo
Povero Fabio ... peccato che tu sia stato:
no pandemia grave perché è solo una semplice e ordinaria influenza,
no inutile mascherina che non serve a nulla,
no chiusure, no restrizioni, no distanziamenti che non servono a niente se non a dissociare la socialità e a danneggiare l'economia,
no vax perché non serve e danneggia
e
no green pass perché serve solo alla dittatura sanitaria!
No no, sempre no e sempre contro, mi dispiace caro Fabio ma sei in grave errore.
Poi sull'ivermectina, usata positivamente anche sull'uomo per certe infezioni parassitarie e virali, che possa funzionare anche contro il covid19 in taluni soggetti non significa che sia un toccasana miracoloso per tutti, vi è da dire che il vaccino è assai migliore, previene di più il contagio, la gravità dell'infezione e ha meno effetti collaterali di breve e di lunga durata, come pure sono più che utili tutte le altre misure preventive come la mascherina, la pulizia e il distanziamento.
Peccato Fabio, hai dato un cattivo esempio assieme al tuo amico Szumski, avete esagerato e siete usciti dal seminato, dal sensato e a volte dal lecito.
Non credo che tuo padre possa essere fiero di te in questo caso.
Come uomini politici del venetismo e del Partito dei Veneti avete dimostrato inaffidabilità totale, irresponsabilità e incoscienza, io da veneto non voterei mai per dare un mandato politico a te Fabio e a Szumski.
Che cos'è l'Ivermectina?
https://www.humanitas.it/enciclopedia/p ... ermectina/
L'Ivermectina è un farmaco antielmintico. Uccide o promuove l'espulsione di vermi parassiti intestinali. In caso di strongiloidosi uccide il parassita, mentre in caso di oncocercosi uccide solo i vermi in fase di sviluppo, ma non quelli adulti.
A cosa serve l'Ivermectina?
L'Ivermectina è utilizzata per trattare la strongiloidosi causata dal nematode Strongyloides stercoralis e per tenere sotto controllo l'oncocercosi causata dal nematode Onchocerca volvulus.
A volte trova impiego anche per trattare altre parassitosi, incluse pediculosi e scabbia.
Come si assume l'Ivermectina?
L'Ivermectina si assume per via orale, in genere sotto forma di unica compressa da deglutire con acqua a stomaco vuoto. In caso di oncocercosi può però essere prescritta l'assunzione di nuove dosi 3, 6 o 12 mesi dopo il primo trattamento.
Effetti collaterali riconosciuti
Fra i possibili effetti avversi dell'Ivermectina sono inclusi:
capogiri
perdita dell'appetito
nausea
vomito
gonfiore o dolore allo stomaco
diarrea
costipazione
debolezza
sonnolenza
tremori incontrollabili
fastidi al torace
gonfiore di occhi, volto, braccia, mani, piedi, caviglie o polpacci
dolore alle articolazioni
gonfiore alle articolazioni
gonfiore e dolore alle ghiandole a livello si collo, ascelle o inguine
battito cardiaco accelerato
arrossamenti, lacrimazioni o dolori oculari
gonfiore delle palpebre o dell'occhio
strane sensazioni all'occhio
È bene contattare subito un medico in caso di:
febbre
vesciche o desquamazioni
rash cutaneo
orticaria
prurito
Avvertenze
Il trattamento della strongiloidosi con Ivermectina prevede almeno tre esami delle feci nei tre mesi successivi all'assunzione del farmaco per verificare l'efficacia della cura.
In caso di oncocercosi, il trattamento può causare capogiri e svenimenti quando ci si alza rapidamente. È bene fare particolare attenzione a questo aspetto.
Prima di iniziare ad assumere Ivermectina è necessario informare il medico:
di allergie al principio attivo o a qualunque altro farmaco
di medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, citando in particolare ansiolitici, psicofarmaci, anticonvulsivanti, miorilassanti, sedativi, farmaci per dormire o tranquillanti
se si soffre (o si è sofferto) di meningite, tripanosomiasi o disturbi che alterano il funzionamento del sistema immunitario
in caso di gravidanza o allattamento
Network Bibliotecario Sanitario Toscano
https://www.nbst.it/989-coronavirus-nuo ... covid.html
Ivermectina nei pazienti con infezione da SARS-CoV2
Ivermectina, effetti tossici
20 ottobre. NEJM. Toxic Effects from Ivermectin Use Associated with Prevention and Treatment of Covid-19
#NOVITÁ L'Oregon Poison Center ha ricevuto chiamate a un tasso di 0,25 al mese in tutto il 2020, fino alle 21 nel solo agosto 2021, sugli effetti tossici dell'ivermectina nelle persone che hanno usato il farmaco per la prevenzione o il trattamento di Covid-19. I sintomi includevano disturbi gastrointestinali, confusione, atassia e convulsioni e 6 delle 21 persone sono state ricoverate in ospedale.
28 luglio 2021. Cochrane library Ivermectin for preventing and treating COVID-19
Attualmente le prove sull'efficacia e la sicurezza dell'ivermectina per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 e il trattamento di COVID-19 sono contrastanti.Lo studio Randomized, Double-blind, Multi Centre Phase II, Proof of Concept, Dose Finding Clinical Trial on Ivermectin for the early Treatment of COVID-19. COVER (COVid iVERmectin), di cui il promotere è IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella (Verona), ha come obiettivo valutare se l'ivermectina, somministrata alla dose di 600 mcg/kg o 1200 mcg/kg una volta al giorno per cinque giorni consecutivi è sicura nei pazienti con infezione SARS-CoV2 iniziale, asintomatica o paucisintomatica e se, somministrata al dosaggio trovato sicuro, riduce la carica virale di SARS-CoV2 al 7 ° giorno. L'ivermectina, un vecchio farmaco utilizzato per una vasta gamma di infezioni parassitarie e, in anni più recenti, con più ampie potenziali indicazioni, si è dimostrata efficace nel ridurre la carica virale del 99,98% in 48 ore in cellule coltivate in vitro infettate da SARS-CoV2.
L'ivermectina è un farmaco antielmintico ad ampio spettro costituito da una miscela di 22,23-diidroavermectina B1a + 22,23-diidroavermectina B1b.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ivermectina
È ampiamente utilizzato anche in campo veterinario per il trattamento di parassitosi negli animali.[6]
L'ivermectina è stata scoperta nel 1975 ed è entrata nella pratica medica nel 1981.[7]
Può essere assunto per bocca oppure applicato direttamente alla pelle, mentre si deve evitare il contatto con gli occhi. In campo dermatologico, sotto forma di crema cutanea, si usa per la cura della rosacea.
Durante la pandemia di COVID-19 il farmaco è stato al centro di diversi episodi di disinformazione in merito alla presunta efficacia dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19: tali affermazioni sono, tuttavia, del tutto prive di fondamento scientifico ed al momento non esistono evidenze sufficienti a supporto dell'impiego del farmaco nel trattamento e nella prevenzione dell'infezione.
La scoperta a metà degli anni Settanta della famiglia delle avermectine (insetticidi usati principalmente nelle esche per formiche a uso domestico), da cui deriva l'ivermectina, si deve a Satoshi Ōmura dell'Università Kitasato di Tokyo e a William Cecil Campbell del Merck Institute for Therapeutic Research.
Ōmura identificò l'avermectina dal batterio Streptomyces avermitilis. Campbell purificò l'avermectina da colture ottenute da Ōmura e guidò gli sforzi che portarono alla scoperta del derivato più efficiente e di ridotta tossicità che prese il nome di ivermectina. Ivermectina fu messa in commercio nel 1981.
Metà del Premio Nobel per la medicina del 2015 è stato assegnato congiuntamente a Ōmura e Campbell per la scoperta dell'avermectina, «i derivati del quale hanno radicalmente abbassato l'incidenza della cecità fluviale e della filariosi linfatica, come pure per l'efficacia dimostrata contro un numero crescente di altre malattie causate da parassiti».
L'ivermectina è un antielmintico ad ampio spettro. Negli esseri umani viene utilizzata principalmente per trattare l'oncocercosi, ma è efficace anche contro altre infestazioni da vermi, come la strongiloidosi, l'ascaridiasi, la tricocefalosi, la filariosi e l'enterobiasi, e contro alcune malattie della pelle causate da parassiti, tra cui pidocchi del capo e scabbia, e per il trattamento della rosacea.
L'ivermectina uccide rapidamente le microfilarie, ma non i parassiti adulti. Di conseguenza per proteggere un individuo dall'oncocercosi è necessario che assuma una singola dose orale del farmaco ogni anno per tutta la durata della vita dei parassiti adulti (10-15 anni).
Ricerca
L'ivermectina è stata anche studiata come potenziale agente antivirale contro il virus chikungunya e la febbre gialla.
Un numero della rivista Cochrane ha trovato delle deboli prove del fatto che l'ivermectina possa ridurre le lesioni corioretinali e prevenire la perdita di vista in persone con oncocercosi.
Nel 2013, uno studio ha dimostrato che l'ivermectina è un nuovo ligando del recettore nucleare Farnesoide X, un target terapeutico per la steatosi epatica non alcolica.
Impiego nella COVID-19
A partire dal 2020 sono stati svolti alcuni studi per analizzare l'efficacia del farmaco contro il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia di COVID-19.
L'ivermectina ha dimostrato capacità in vitro di poter contrastare alcuni virus, tra cui il virus Zika, il West Nile, il poliomavirus BK, i virus Dengue e della febbre gialla e, per l'appunto, il SARS-CoV-2. Contro quest'ultimo, in particolare, agirebbe inibendo i trasportatori a livello della membrana del nucleo cellulare che importano le proteine virali all'interno del nucleo stesso. Le dosi impiegate per ottenere tali effetti sulle linee cellulari in vitro tuttavia risultano assai maggiori rispetto a quelle ritenute sicure per l'impiego nell'uomo. Secondo una revisione sistematica della Cochrane Collaboration, attualmente non vi sono prove sufficienti per suggerire l'impiego dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19.
Nonostante gli stessi autori avessero indicato che si trattasse solo di studi preliminari e che l'efficacia nel trattare la malattia nell'uomo fosse ancora da valutare, tali ricerche hanno generato un ampio clamore mediatico: sono sorte varie associazioni dedite alla promozione dell'impiego dell'ivermectina per trattare la patologia, e si sono verificati numerosi casi di automedicazione che hanno portato ad episodi di intossicazione e morte. Il forte aumento delle prescrizioni in Australia ha indotto il governo a vietarne l'impiego off-label.