TRAFFICANTI CONFESSANO A GIORNALE TEDESCO: “COLLABORIAMO CON ONG PER INVADERE L’ITALIA”7 gennaio 2022
https://voxnews.info/2022/01/07/traffic ... in-italia/Conversazioni registrate in segreto, lettura di messaggi ed e-mail Whatsapp e intercettazioni telefoniche: gli investigatori italiani hanno raccolto prove che le cosiddette organizzazioni umanitarie stanno collaborando con i trafficanti di clandestini. Ma le ong continuano a trafficare.
Ora, il giornale svizzero in lingua tedesca “SonntagsZeitung” ha parlato con tre trafficanti libici. Confermano che c’è un contatto tra i trafficanti di esseri umani e le navi ong. Vogliono quindi assicurarsi, i trafficanti, che i loro “clienti”, i migranti, arrivino effettivamente in Italia.
Grandi organizzazioni non governative come Medici senza frontiere o Save the Children, beccate in flagrante, negano l’esistenza di tale cooperazione.
Le testimonianze dei trafficanti supportano le accuse della procura di Trapani, in Sicilia, contro le organizzazioni umanitarie. Così, in una dozzina di casi, i trafficanti hanno portato i migranti direttamente sui battelli di soccorso e poi sono partiti per la Libia con le barche vuote.
Come scrive il giornalista Kurt Pelda (57), vincitore di numerosi premi e giornalista della “SonntagsZeitung” , le ONG hanno pubblicato su Internet le foto delle operazioni di salvataggio, in particolare per generare donazioni. Alcune di queste foto le incriminano. Ad esempio, quando vediamo i trafficanti che portano i clandestini direttamente sulle lance di salvataggio delle navi ong.
Ad esempio, l’equipaggio della Vos Hestia dell’organizzazione britannica Save the Children ha filmato un simile salvataggio il 13 ottobre 2017. Due piccole imbarcazioni con tre trafficanti e 21 migranti a bordo incontrano i soccorritori di Save the Children a pochi chilometri a nord della Libia costa.
Il tutto è documentato dalle immagini che la Procura di Trapani in Sicilia ha portato alla luce nel corso di una complessa indagine, distribuita su circa 650 pagine di dossier.
Gli invetigatori hanno utilizzato anche agenti sotto copertura. Utilizzando microfoni nascosti, la polizia ha registrato innumerevoli conversazioni a bordo delle barche delle ONG, ascoltato le telefonate e letto le comunicazioni di WhatsApp dei tassisti del mare.
Secondo la “SonntagsZeitung” , Save the Children protegge i trafficanti dall’azione penale. Pertanto, le regole scritte di ingaggio dell’organizzazione umanitaria, di cui la “SonntagsZeitung” è a conoscenza, prevedono: “Save the Children non risponde alla richiesta di consegna di materiale fotografico/mediale al fine di identificare i trafficanti di esseri umani , eccetera. ” .
Capito? Le ong sono entità di copertura delle organizzazioni criminali di trafficanti. A questo sarebbe interessante sapere se da questi ricevono, oltre champagne, anche finanziamenti diretti.
A fine ottobre 2017 la polizia italiana ha fatto irruzione nel Vos Hestia e sequestrato numerosi dispositivi elettronici. Poco dopo, Save the Children ha annunciato la fine delle sue operazioni di ‘salvataggio’ nel Mediterraneo. Secondo una ricerca, una situazione simile si è verificata durante le operazioni di ‘salvataggio’ di Medici senza frontiere (MSF) .
Le organizzazioni umanitarie sono anche sotto inchiesta per aver saputo che i trafficanti si nascondono tra i clandestini. All’arrivo in Italia, però, le ong li hanno nascosti a bordo negando la loro presenza.
Chiaramente è un problema non risolvibile per via giudiziaria. Serve una decisione politica: affondare le navi ong. Non c’è alternativa. Lo Stato italiano deve dichiarare guerra a queste organizzazioni criminali: loro ce l’hanno dichiarata da tempo.
Menschenhandel im Mittelmeer – Wenn Seenotretter mit Schleppern kooperieren
Kurt Pelda, Ayoub Al Madani
02.01.2022
https://www.tagesanzeiger.ch/wenn-seeno ... 1853315052Das Mittelmeer ist zum Massengrab geworden für Menschen, die nach Europa migrieren wollen. Das hält manche Hilfsorganisationen aber nicht davon ab, mit Menschenhändlern zusammenzuarbeiten.
Migranten, die von Save the Children im Oktober 2017 «gerettet» wurden, winken ihren Schleppern zum Abschied zu.
Es sind dramatische Bilder von Schiffbrüchigen vor der Küste Libyens: Schlauchboote, die schon zur Hälfte mit Wasser gefüllt sind, und durchnässte Migranten, die verzweifelt winken und auf Rettung hoffen. Im Mittelmeer spielen sich schreckliche Tragödien ab, fernab der Fernsehkameras. Allein in diesem Jahr sind auf der zentralen Seeroute von Nordafrika nach Italien mehr als 1500 Migranten ums Leben gekommen. Ein grosser Teil davon ist von libyschen Stränden aus gestartet, meistens in hoffnungslos überfüllten Booten, die Schlepper gegen gutes Geld zur Verfügung stellen.