Ecco i dem USA internazi comunisti, filo nazi maomettani, antisemiti, anti bianchi euroamericani.
Alexandria Ocasio-Cortez
La forza della parola | La lezione di Alexandria Ocasio-Cortez al deputato sessista
24 luglio 2020
https://www.linkiesta.it/2020/07/stati- ... -sessista/«Non starò sveglia fino a tardi la notte ad aspettare le scuse di un uomo che non ha rimorsi per aver usato un linguaggio offensivo nei confronti delle donne». Ribatte così Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata della storia americana, al deputato repubblicano Ted Yoho. La Cortez ha preso parola al Congresso per denunciare il comportamento del suo collega, il quale l’ha apostrofata con l’appellativo “fucking bitch”.
Martedì 21 luglio il rappresentante repubblicano si è avvicinato alla collega Alexandria Ocasio-Cortez definendola «disgustosa, pazza» e «fottuta puttana». Il giorno dopo lo stesso Yoho si è scusato pubblicamente in aula con la collega, dicendo di avere una moglie e due figlie per lasciar intendere così di avere rispetto delle donne.
Scuse che Ocasio-Cortez ha rifiutato: «Yoho ha affermato di avere una moglie e due figlie. Ho due anni meno della figlia più giovane del signor Yoho. Anch’io sono la figlia di qualcuno. Mio padre, per fortuna, non è vivo per vedere come il signor Yoho ha trattato sua figlia. Mia madre ha visto in tv la mancanza di rispetto manifestata dal signor Yoho in questo palazzo. E sono qui perché devo mostrare ai miei genitori che sono loro figlia e che non mi hanno cresciuta affinché accettassi abusi dagli uomini».
E ancora: «Avere una figlia non rende un uomo decente. Avere una moglie non rende un uomo decente. Trattare le persone con dignità e rispetto rende un uomo decente. E quando un uomo decente sbaglia, come tutti noi siamo tenuti a fare, fa del suo meglio e si scusa. Non per salvare la faccia, non per guadagnare un voto. Si scusa sinceramente per riparare e riconoscere il danno fatto, in modo che tutti possiamo andare avanti».
Secondo quanto riferito, il COA è stato accolto verbalmente da Ted Yoho a causa della disoccupazione, del crimine a New York
By Izer
21 luglio 2020
http://postgenovaonline.com/2020/07/21/ ... -new-york/ L’ufficio di Yoho nega di aver fatto il commento, dicendo alla CNN in una dichiarazione che “ha fatto un breve commento a se stesso mentre se ne andava riassumendo ciò che crede che siano le sue politiche: cazzate”.
Secondo il reporter di The Hill, che ha ascoltato le osservazioni, Yoho si è avvicinata a Ocasio-Cortez fuori dai gradini della Camera e ha suscitato una conversazione sulla sua posizione sulla disoccupazione e il crimine a New York City. Yoho ha detto che era “disgustosa” e le ha detto che è fuori di testa, secondo la storia di The Hill. Ocasio-Cortez disse che era scortese.
Ha confermato lo scontro avvenuto in a Tweet Martedì mattina.
“Non ho mai parlato con Rep. Yoho prima che ieri decidesse di accedermi sui gradini del Campidoglio della nazione. Che ci crediate o no, di solito vado d’accordo con i miei colleghi del GOP. Sappiamo come controllare il nostro sparring legislativo in commissione porta “, ha scritto. “Ma hey, ‘b * tches’ fa cose.”
Il direttore delle comunicazioni di Yoho ha dichiarato alla CNN in una dichiarazione che il deputato “ha avuto una breve conversazione da membro a membro sui gradini del Campidoglio. Come sapete, queste conversazioni avvengono frequentemente quando la Camera è in sessione”.
“Non ha chiamato il Rep. Ocasio-Cortez per quello che è stato riportato sulla collina o per qualsiasi altro nome. Sembra meglio per il giornale Hill e ottiene più attenzione da parte dei media dire che l’ha chiamata un nome – cosa che non ha fatto. È un peccato che Rep. Ocasio-Cortez stia usando questo scambio per attirare l’attenzione personale “, ha detto il portavoce.
La versione di Candance Owens: la stella nascente dei conservatori Usa di cui ai media mainstream non piace parlare
Romana Mercadante di Altamura
23 Lug 2020
http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... e-parlare/ Dopo i fatti di Black Lives Matter, può una persona di colore, negli Stati Uniti, essere ancora repubblicana, conservatrice, oggi? “Loro”, gli altri, the others, vorrebbero di no, ma per fortuna, un po’ in tutto il mondo ci sono ancora giornalisti, opinionisti, politici e intellettuali sull’altra sponda della rive gauche che non si lasciano zittire e intimidire dalla propaganda basata sulla strumentalizzazione del colore della pelle e dalla violenza che è stata sotto gli occhi di tutti e stenta ancora a spegnersi.
Nella narrazione left della contemporaneità alla quale stiamo assistendo a oltranza e quasi senza contraddittorio, si sta facendo strada un folto movimento di opinione che vuole riappropriarsi della storia e combattere questo neo-revisionismo distruttivo di eventi e momenti che hanno creato il percorso delle nazioni civili degli ultimi seicento anni. L’idea è quella di cancellare la cultura della cancellazione, un “cancel the cancel movement” e non è male come idea.
Abbiamo assistito all’ignoranza di massa che rivendica senza sapere cosa, sfociare nell’imbrattamento e distruzione di statue e simboli che possano anche lontanamente rappresentare privilegi e discriminazioni, più o meno visionarie, in saccheggi ad opera di fantocci senza alcuna ideologia se non quella del cavalcare il caos per il proprio tornaconto. Increduli, abbiamo assistito a interi manipoli di manifestanti – più o meno delinquenti – che pontificavano di schiavitù senza nemmeno sapere che fu il Partito repubblicano ad abolirla con il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo emendamento siglati da Lincoln, nonché a estendere cittadinanza e voto agli ex schiavi.
Mentre da una parte i protesters beatamente ignorano, e i media ci propinano sempre le stesse facce dei paladini dei diritti di chi si sente in qualche modo defraudato di qualcosa dalla società e dalle istituzioni e costruiscono a tavolino personaggi mediatici che di per sé varrebbero poco – come Alexandria Ocasio Cortez, esaltata a rullo continuo anche in Italia su tutti gli organi di stampa come se esistesse solo lei – dall’altra stanno nascendo, esistono, altre personalità che faranno la differenza tra l’arrendersi al pensiero dominante imposto e il proporre delle alternative ragionate.
Una di queste è Candace Owens, una giovane conservatrice, nera, classe 1989, esperta di comunicazione e conduttrice di un seguitissimo programma online, The Candace Owens Show, che di recente in un’audizione al Congresso ha detto una delle tante cose scomode che questa ragazza dice, mandando in tilt i media americani: “Non c’è colore della pelle nell’essere patrioti, americani e patrioti”.
La Owens punta l’indice sul fatto che il 93 per cento delle vittime di omicidio negli Usa sono uccise da neri, tuona contro la strumentalizzazione del nascere neri per potersi “guadagnare attenzione e un posto al sole nella società frignando come poppanti”, e argomenta che il solo fatto di nascere neri per troppi americani è ancora come possedere un lasciapassare giustificativo di ogni invidia sociale e lavorativa. Questo, secondo lei, nel percorso politico modellato dai Democratici equivarrebbe ad un’autorizzazione ad essere messi prima degli altri, di tutti gli altri.
Poi, intervistando un imam, riesce addirittura a farsi dire che nella legge della Sharia c’è una componente di omicidio tollerata. Apriti cielo! Ma il suo vero cavallo di battaglia è l’assunto che la sinistra democratica utilizzi il razzismo per controllare e sottomettere la popolazione afroamericana, e che la Cnn e altri media liberal sono canali razzisti ai cui attacchi bisogna reagire e dal cui racconto indirizzato ed edulcorato non bisogna farsi “coccolare”.
È facilmente immaginabile il motivo per cui ai media mainstream questa tenace signorina sia ancora pressoché sconosciuta. Eppure, dal palco del Tpusa Young Black Leadership Summit alla Casa Bianca, le cui dichiarazioni e immagini vengono riprese da tutte le major ma sembrerebbero essere rimaste in suolo americano, ci ricorda che abbiamo diritto di dissentire, di raccontare un’altra versione della favoletta, che rimuovere le origini di una società è un suicidio morale oltre che storico e che non dobbiamo avere paura di parlare, di opporci, di ragionare sul fatto che un’altra visione è possibile, che invece di prendere a modello i rapper e i giocatori di basket e i loro eccessi è sempre possibile seguire esempi più edificanti e, soprattutto, studiare di più.
In conclusione, la sinistra americana vuole tenere viva la ferita del razzismo per potersi ergere a paladina dell’oppressione anche laddove oppressione non c’è, perché “l’America non è mai stata meno razzista che in questo preciso momento storico”. E probabilmente il mondo non è mai stato meno razzista di oggi, ma esiste un problema culturale, di ignoranza, nella popolazione nera degli Stati Uniti. Idee su cui riflettere, che dovremmo “esportare” e su cui dovremmo discutere.
Chi è Alexandria Ocasio Cortez
Francesco Boezi
26 luglio 2020
https://it.insideover.com/schede/politi ... ortez.html Alexandria Ocasio Cortez è nata nella città di New York nel 1989, quasi in contemporanea con la caduta del muro di Berlino. E sempre nella Grande mela si è misurata, da giovanissima, col consenso degli elettori che le hanno assicurato uno scranno presso il Congresso degli Stati Uniti.
L’ascesa mediatico-elettorale della Cortez ha coinciso con la ricomparsa delle istanze di quella che, più o meno durante il 1968, era stata chiamata “new left”. La corrente politica della newyorchese è sessantottina nella misura in cui fa del giovanilismo un paradigma propagandistico fisso. Quella è la principale consonanza con gli anni delle proteste nate a Berkeley.
Bernie Sanders ci ha puntato: Alexandria Ocasio Cortez, nei piani dei progressisti, soprattutto in quelli del “vecchio leone” del Vermont, può essere la paladina di ciò che il Partito Democratico a stelle e strisce deve diventare. Forse gli Stati Uniti non sono ancora pronti per abbracciare il socialismo – basti pensare alla vittoria di Joe Biden – , ma certo gli asinelli non sono più quelli dei tempi degli Obama-Clinton. E questo, in parte, si deve pure al fenomeno Cortez.
Alexandria Ocasio Cortez è un simbolo. AOC – questo è il nome di battaglia – viene dal basso, e lo rivendica. Prima di essere eletta, la deputata svolgeva la professione di bartender. La sua storia personale è molto dibattuta. Netflix ha pubblicato “Knock Down The House”, un documentario che racconta pure di come AOC si sia fatta le ossa. Il perché è semplice da spiegare: la politica americana non è molto abituata ad allargare le maglie per dare spazio a chi non proviene dall’establishment. La vicenda dell’esponente dei Dem, in questa chiave di lettura, assomiglia a quella di Barack Obama, seppur con qualche differenza di rilievo. Per esempio, in maniera diversa dall’ex presidente degli Stati Uniti e da sua moglie, la Cortez non è considerata pronta per la corsa presidenziale.
Il fatto che abbia appena trent’anni influenza l’opinione pubblica. Il padre di Obama è morto in un incidente stradale in Africa. Anche quello della Cortez è morto mentre la figlia era ancora giovane, ma di cancro. E la parola “sacrificio” accompagna entrambe le biografie dei due personaggi politici. Alexandria, però, è espressione di quello che in dottrina politica si chiama left-wing populism. Niente a che vedere con il moderatismo obamiano.
Per comprendere la parabola politica di Alexandria Ocasio Cortez, bisogna approfondire il contesto sociale newyorchese. La Grande mela non è soltanto Manhattan. AOC è stata eletta nel quattordicesimo distretto, quello del Bronx. Quei luoghi, anche a livello cinematografico, non sono mai stati sinonimo di sicurezza sociale. La demografia americana sta cambiando. E gli ispanici, tra gli originari di Puerto Rico come la Cortez, non sempre possono contare su un sistema in grado di garantirgli dei diritti sociali basilari. Per comprendere ancora meglio, è utile tenere a mento quello che è accaduto durante l’esplosione epidemica dovuta al coronavirus: a New York, in molti, nelle amministrazioni, si sono interrogati sull’opportunità di chiudere le scuole. Alcuni bambini, del resto, hanno la possibilità di mangiare cibo salutare solo grazie a quello che viene fornito nelle mense scolastiche. Ai piedi dell’Hudson, insomma, non risiedono soltanto colletti bianchi e membri di potentati. AOC ha attecchito proprio sulle classi sociali meno abbienti.New York è una città costruita sui migranti e sull’immigrazione. Ottenere una green card nella Grande mela è più facile che altrove. Le minoranze newyorchesi si sentono spesso sfruttate da chi gestisce i processi economici. La conseguenza, che vale un po’ per tutti gli Stati americani, come le stratigrafie elettorali hanno dimostrato, è stata la nascita di quello che abbiamo iniziato a definire “populismo”. Ne esiste uno di destra, che Trump incarna alla perfezione, ma ne esiste anche uno di sinistra, che la coppia formata da Bernie Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez stanno cercando d’importare, seguendo un modello che persiste per lo più in Europa e in Sud America, negli States.
Alexandria Ocasio Cortez si è candidata alle primarie democratiche valevoli per un posto al Congresso nel 2017. E nel 2018 è stata eletta. La portata di quella che rimane una performance più unica che rara nelle sue caratteristiche dipende anche dal nome del suo oppositore interno: quando Joseph Crowley ha vinto per la prima volta nel collegio del Bronx era il 1999. Stando alle ricostruzioni che circolano, le velleità del politico erano chiare: occupare il posto che poi sarebbe stato assegnato a Nancy Pelosi, ossia la sedia dello speaker della Camera. Il documentario di Netflix sopracitato inizia con la Cortez che parla delle differenze di genere, che in America risultano essere ancora percepite. “Come ti prepari – dichiara AOC – a qualcosa che non sai se accadrà?”. Bernie Sanders, a quelle elezioni di medio-termine, era considerato uno sconfitto di pregio, un socialista, che due anni prima aveva perso contro Hillary Clinton, ma che poteva comunque contribuire ad una svolta programmatica favorevole ai penultimi e agli ultimi. E Sanders, in quella fase, ha scelto proprio di appoggiare la Cortez, che gli avrebbe poi restituito il credito, sostenendo il senatore del Vermont alle primarie presidenziali del 2020. Da quel momento in poi, sarebbe sorta la cosiddetta “corrente Sanders”, l’America profonda, ma di sinistra, riunita attorno ai suoi due leader.
Bernie Sanders è il padre politico di AOC. I due condividono la necessità di rivedere nel complesso il paniere dei diritti garantiti agli americani: dalla sanità pubblica per tutti, alla “free education”, passando per la lotta alle assicurazioni private e alla libertà d’ingresso per i migranti messicani e non. Sanders ed Alexandria Ocasio Cortez sono in sintonia perfetta. Anche se il termine “socialista” rimane avvolto nel manto dei tabù impronunciabili. La grande sfida dei Sanders e delle Cortez in fin dei conti è proprio questa: vincere della battaglie che in Europa sarebbero valutate alla stregua di banali rivendicazioni degli emisferi progressisti. Ma negli States un programma elettorale di quel tipo equivale ad un aumento della tassazione che buona parte della popolazione, repubblicani in testa, reputa inapplicabile. E la “new left” si deve scontrare con una realtà che non sembra disposta a cambiare. Bernie Sanders sfonda tra le giovani generazione pure grazie alla rabbia cavalcata dalla Cortez, che è ideologicamente schiacciata sull’anti-trumpismo militante.
L’incremento della spesa pubblica, con la tutela della sanità e dell’istruzione, è uno dei mantra programmatici di Alexandria Ocasio Cortez. Ma non è certo l’unico. La deputata, dopo essere stata eletta al Congresso, è emersa soprattutto per la proposizione di un piano, il Green New Deal, che sulla scia di quanto predicato da Greta Thunberg, dovrebbe modificare la società occidentale in senso ambientalista. Non è soltanto una questione relativa al numero di aerei presi, che per AOC deve scendere in modo rimarchevole. Si tratta di modificare lo stile comportamentale degli statunitensi. Un po’ come aveva provato a fare Michelle Obama per la alimentazione. Ma per The Donald – manco a dirlo – si tratta di misure irrealizzabili, che comprometterebbero l’economia. Zero emissioni, zero carbone, utilizzo esclusivo delle energie rinnovabili: questa, in estrema sintesi, è l’utopia di Alexandria Ocasio Cortez. Il Green new deal, durante le primarie del 2020, è stato sposato dalla maggior parte di candidati. Tutto il disegno della Cortez è intriso di ecologismo: l’ambientalismo viene così correlato per esempio ai nativi, che vedono soddisfatta la loro domanda di rappresentatività. Tra le proposte più criticate, c’è di sicuro quella della diminuzione demografica: la Cortez, e quelli della sua corrente, pensano che l’umanità stia crescendo troppo. E che per salvare l’ambiente si debba limitare il numero di figli a persona.
Alexandria Ocasio Cortez non è solo la speranza della nuova sinistra, ma anche la più giovane deputata ad essere mai stata eletta nella storia degli Stati Uniti. Non è un peso per lei, che anzi ha sfruttato questo primato storico per provare ad incidere sulle logiche interne al partito di cui fa parte, senza riuscirci troppo. Gli elettori degli asinelli hanno compreso quanto AOC possa dare in prospettiva, ma non la considerano pronta. Del resto, nessuno a trent’anni può ambire a posti di rilievo. Una candidatura da presidente degli Stati Uniti o da vice, anche nel caso Alexandria volesse, rimane improbabile pure pensando al 2024. AOC ha davvero tanta strada da fare. E questo, a guardar bene, è il quesito che la accompagnerà da qui ai prossimi anni: nonostante abbia avuto accesso al Congresso prima di compiere i trent’anni, la Cortez riuscirà a rimanere fedele a se stessa o si comprometterà con l’establishment partitica pur di sbarcare il lunario? Per ora non possono essere date risposte certe.
Nel Bronx – vale la pena segnalare come AOC sia stata eletta anche nel distretto del Quince – sono un po’ territoriali, per usare un eufemismo. Quando è uscito Joker, la pellicola di Todd Phlipis, la scalinata in cui Joaquin Phoenix balla, che si trova proprio da quelle parti, è stata presa da mira da coloro che desideravano, e desiderano tuttora, immortalare se stessi nella posizione dell’avversario di Batman, mentre nel film, con una danza, sigilla di aver finalmente raggiunto una propria identità soddisfacente. Ma da quelle parti non sono tanto inclini ad assecondare la fan base. Pure la Cortez ha detto la sua sul fenomeno: “Sono contenta di poter dire che il Bronx è molto più sicuro ora. Credo – ha aggiunto – che molti di noi stiano pensando: ‘Ehi, tenete i vostri post di Instagram lontani da Boogie Down’ …Nel senso, ‘è una cosa nostra’. Ma il Joker di Todd Philips – e questo forse è uno degli elementi di maggiore interesse – non si discosta molto, almeno in termini sociali, dalle situazioni esistenziali che Alexandria dice di voler risollevare. Sappiamo, ad esempio, quanti problemi l’America abbia con le dipendenze. Bene, alla Cortez più di qualcuno ha riconosciuto il merito di aver sollevato, in modo pure deciso, i legami che intercorrerebbero tra certe aziende farmaceutiche e la somministrazione continuativa di oppiacei o di sostanze in grado di aumentare la concentrazione, che ai giovani negli States possono essere prescritte abbastanza presto. Il Joker di Todd Philips non sembra essere dipendente, ma nel corso della storia perde l’assistenza psicologica per via dei tagli esecutivi. AOC vorrebbe che l’Obamacare – quella che Trump vorrebbe far sparire per via dei costi – fosse addirittura estesa.
WONDER WOMAN
Niram Ferretti
2 giugno 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 Eccola, è arrivata la Giustiziera Sociale che vuole liberare gli americani "dall'opressione dell'ingiustizia sociale ed economica". Lei ci spiega che tutto va cambiato. Bisogna STABILIRE la giustizia, e lei, Alexandra Ocasio Cortez sa come fare.
"Se pretendi che finiscano i disordini, ma non credi che l'assistenza sanitaria sia un diritto umano, se hai paura di dire che le vite dei neri contano e hai paura di denunciare la brutalità della polizia, allora non stai davvero chiedendo che cessino i disordini: stai chiedendo che l'ingiustizia continui". Queste le parole che l'esponente democratica Alexandria Ocasio-Cortez.
"L'unico modo per risolvere questa situazione e uscirne definitivamente è garantendo giustizia".
Ocasio-Cortez sa come fare. Un bel po' di socialismo, lei lo chiama socialismo democratico. Il collettivismo ci salverà e stabilirà la giustizia. I disordini, i saccheggi, le auto e i negozi dati alle fiamme, i grandi magazzini depredati, non sono il segno della delinquenza, non sono il frutto di criminali incalliti e occasionali, no, sono il frutto "dell'oppressione dell'ingiusizia sociale ed economica".
Lei che vorrebbe l'abolizione dei confini degli Stati Uniti. Più immigrati, più Stato, meno capitalismo. Più giustizia. Meno Trump, più Maduro. Se si pretende che finiscano i disordini, se no andranno avanti.
I democratici negano le violenze e insistono che sono le forze federali a impedire ai manifestanti "pacifici" di esercitare il loro diritto a manifestare sancito dal I emendamento.
https://www.facebook.com/watch/?v=287334909348702 Il Rappresentante democratico, Jerry Nadler, Capo della Commissione Giustizia della Camera, in questi giorni ha anche affermato che gli antifa sono un mito..
Il segretario ad interim del Dipartimento della Sicurezza nazionale (DHS), Chad Wolf ha twittato questo video che mostra le violenze in corso a Portland, Oregon e gli agenti del DHS a difesa del Tribunale federale
Folle pacifiche non commettono crimini federali. 20 feriti tra gli agenti federali a Portland lo scorso weekend.
I democratici che guidano le città e gli Stati dove avvengono le proteste violente, al posto di intervenire per far cessare le violenze, danno dei nazisti alle forze dell'ordine federali che stanno proteggendo le strutture federali e contenendo i violenti.
Il Segretario ad interim alla Sicurezza Nazionale (DHS), Chad Wolf ha reagito alle parole della Speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi che si è riferita agli agenti delle forze dell'ordine federali che tentavano di reprimere i disordini a Portland, nell'Oregon, come a degli "stormtroopers".
“Uno, è disgustoso. In secondo luogo, è un attacco a tutti i funzionari di polizia federali o civili o statali e locali che hanno prestato giuramento per proteggere le loro comunità, per proteggere, nel nostro caso, le strutture federali, per fare il loro lavoro e penso che sia molto, ma molto pericoloso" Wolf ha dichiararo venerdì 24 luglio su Fox News.
Pelosi aveva fatto riferimento agluli "stormtroopers", evocando le forze paramilitari della Germania nazista, la scorsa settimana a seguito di affermazioni secondo cui gli ufficiali federali stavano arrestando i manifestanti portandoli via in veicoli non contrassegnati.
Wolf ha continuato:
"Il fatto che tu chiami qualsiasi autorità di polizia, stormtroopers, li abbiamo sentiti chiamare anche "criminali "o" Gestapo" è assolutamente assurdo", ha detto Wolf. “Stanno facendo rispettare la legge. Stanno facendo rispettare lo statuto approvato dal Congresso, approvato da persone come il Presidente Pelosi e altri, che hanno votato sulla legislazione che conferisce al Dipartimento della Sicurezza nazionale l'autorità di proteggere le strutture federali e di effettuare arresti su persone che prendono di mira e commettono atti criminali contro strutture federali e agenti delle forze dell'ordine federali ".
Il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz domenica ha accusato i democratici di aver deliberatamente cercato di estendere i lockdown di aziende e scuole in modo che il presidente Trump fosse politicamente danneggiato (a causa delle conseguenze economiche e sociali) in vista delle elezioni presidenziali.
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 6808949072I sindacati degli insegnanti allineati ai democratici si sono opposti alla riapertura delle scuole. A Los Angeles, il sindacato degli insegnanti ha fatto apertamente richieste politiche come parte del suo piano di riapertura , incluso il definanzianento della polizia, la tassazione dei ricchi, l'attuazione di una moratoria sulle scuole private, la fornitura di "Medicare-per-tutti" (assistenza medica) e l'ottenimento di maggiori finanziamenti federali.
"Siamo a 100 giorni dalle elezioni presidenziali e l'unico obiettivo che i democratici hanno è sconfiggere Donald Trump" ha dichiarato Cruz a "Face the Nation" di CBS News
"E hanno cinicamente deciso che il modo migliore per sconfiggere Donald Trump è chiudere tutte le attività economiche in America, chiudere tutte le scuole in America."
Il Reddito di cittadinanza by Democrats
Il senatore ha poi criticato il piano dei democratici per un altra legge per stimolare l'economia nell'ambito della pandemia di Coronavirus.
"La politica che [il presidente della Camera] Nancy Pelosi e i democratici stanno spingendo è di aggiungere ulteriori $ 600 alla settimana di denaro federale al sussidio di disoccupazione. Il problema è che il 68% delle persone che lo ricevono in questo momento, vengono pagati di più rispetto a quando avevano un lavoro."
"E ti dirò, ho parlato con i proprietari di piccole imprese in tutto lo stato del Texas che stanno cercando di riaprire e stanno chiamando i loro camerieri e cameriere e non ritorneranno a lavorare.
E, naturalmente, non torneranno perché il governo federale li sta pagando, in alcuni casi, il doppio del salario che percepivano prima, per restare a casa".
"D un legge di recupero? Una legge di recupero diminuirebbe le tasse e toglierebbe i regolamenti che stanno soffocando le piccole imprese così che la gente possa tornare al lavoro. Una legge di recupero sospenderebbe l'imposta sui salari, il che darebbe un aumento di stipendio per tutti coloro che lavorano in America. È questo alla fine che riporta le persone al lavoro".
Che insulsa, la moglie di Obama!
Michelle Obama è depressa e la colpa è di Trump: "Ansia nel cuore della notte per i conflitti razziali"
Francesca Galici - Gio, 06/08/2020
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/mi ... 1596715365 Michelle Obama rivela di soffrire di depressione e punta il dito contro Donald Trump e, a suo dire, l'ipocrisia nella gestione dei conflitti razziali
Michelle Obama ha fatto una rivelazione inaspettata nel nuovo episodio del suo podcast su Spotify. L'ex first lady ha dichiarato di essere depressa: "Da qualche tempo soffro di una lieve depressione e sto cercando di affrontarla".
Parole che hanno rapidamente fatto il giro del mondo per il modo diverso dal solito di raccontarsi e di raccontare la sua figura, per tanti anni avvolta dall'aura istituzionale di suo marito.
Negli otto anni trascorsi alla Casa Bianca, Michelle Obama ha sempre voluto far passare di sé l'immagine della donna forte e risoluta, della colonna di supporto discreta per il marito impegnato nella gestione di uno dei Paesi più importanti del mondo. In questa nuova veste, invece, mostra il lato fragile e inedito sconosciuto ai più. Fragile sì, ma non arrendevole. Michelle Obama è combattiva e non manca di attaccare, ancora, il presidente Donald Trump, che è succeduto a suo marito negli uffici della Casa Bianca. Nell'ultimo episodio ha preso di petto la politica immigrazionista di Trump con una bordata inedita per forza e precisione. L'ex first lady, infatti, ha addossato alla gestione Trump il suo stato d'animo tendente alla depressione, in particolare alle proteste razziali e alla gestione della pandemia in atto con violenza negli Stati Uniti.
"Cerco di combattere il mio stato d'animo con la routine, ma ho problemi di sonno, spesso mi sveglio nel cuore della notte con l'ansia, come se fossi preoccupata di qualcosa o avessi un peso. E non è solo un fatto legato alla quarantena, ma i conflitti razziali, le risposte di questa amministrazione, la sua ipocrisia... È scoraggiante, demoralizzante...", ha affermato Michelle Obama facendo leva con insistenza sulle questioni razziali, che negli ultimi mesi sono stati al centro delle cronache americane e non solo. "Svegliarsi e vedere che la questione razziale continua ad essere una piaga di questo Paese, svegliarsi e vedere che ancora una volta un afroamericano o un'afroamericana in un modo o nell'altro viene disumanizzato, ferito, ucciso, o falsamente accusato di qualcosa... È estenuante, sfibrante", conclude la moglie di Barack Obama.
Questo pensiero pare logorare lo stato d'animo dell'ex fist lady della Casa Bianca, che si lamenta non avere nemmeno la concentrazione adeguata per svolgere il suo tanto amato programma di allenamento quotidiano. Un campanello d'allarme importante per lei, che ha fatto dell'esercizio fisico e delle diete salutiste il suo baluardo per tanti anni.
LE PREOCCUPAZIONI DI GEORGE SOROS il demenziale sinistro pro invasione, pro nazismo maomettano, pro razzismo contro i bianchi e i cristiani, gli euroamericani e gli europei, un vero criminale
12 agosto 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 George Soros, in una intervista oggi pubblicata su "La Repubblica" esprime la sua preoccupazione. Per che cosa? Per L'Italia.
Ascoltiamolo.
"La mia principale preoccupazione in questo momento riguarda l'Italia. Matteo Salvini, leader antieuropeo ha guadagnato consensi finchè, sopravvalutando il suo successo, ha commesso l'errore fatale di provocare la crisi di governo. La sua popolarità è in declino, ma è in ascesa quella di Giorgia Meloni di Fratelli di Italia, ancora più estremista e della stessa coalizione".
L'estremista ancora più estremista Giorgia, sarà forse lusingata da questa caratterizzazione fatta dal grande speculatore, che, nella stessa intervista, qualifica Trump come un imbroglione e un violatore della Costituzione americana (varie volte), anche se non spiega come l'avrebbe violata.
Dobbiamo preoccuparci noi per la preoccupazione di Soros?
Nel mentre, apprendiamo dalla stessa intervista che ha donato 220 milioni di dollari alla "causa dell'eguaglianza razziale e alle cause dei neri". L'intervistatore gli chiede cosa ne pensa di Black Lives Matter e lui risponde prevedibilmente:
"È davvero importante. È la prima volta che una larga maggioranza della popolazione, non solo gli afroamericani, riconosce che l'attuale discriminazione contro i neri può essere ricondotta alla schiavitù".
Frase memorabile. Tutta colpa della schiavitù se George Floyd è stato ucciso e se altri neri americani vengono uccisi dalla polizia, così come è senz'altro colpa della schiavitù se percentualmente la maggioranza dei crimini negli Stati Uniti è commessa dai neri americani.
Trump l'imbroglione, la Meloni estremista, Black Lives Matter un movimento importante (quanti sono i denari da parte di Soros che sono arrivati direttamente nelle sue casse?)
Il pensiero di Soros è luminoso, lui è l'alfiere della Società Aperta, di un mondo senza confini e paratie in cui le differenze nazionali, le identità troppo connotate (come quella ebraica, per esempio) saranno dissolte e finalmente verrà alla luce l'Umanità.
Non è un pensiero particolarmente originale. Idee simili le avevano già avute Saint Simon, il suo discepolo Auguste Comte e, naturalmente, Karl Marx. Ognuno, a suo modo, voleva disalienare gli uomini e renderli più felici. È esattamente l'impegno di Soros, il quale, ha devoluto la parte più consistente della sua enorme sostanza, 32 miliardi di dollari (sì, leggete bene) alla costellazione di ONG che compone la sua creatura, la Open Society Foundations, la quale, in suo nome, continuerà a operare anche dopo la sua morte.