Se sei cristiano ti tolgo i figli: due sentenze storiche
Luca Volontè
8 dicembre 2020
https://www.lanuovabq.it/it/se-sei-cris ... e-storicheDue coniugi hanno affermato che nel caso il figlio adottivo si fosse dichiarato Lgbt lo avrebbero aiutato ad uscire dalla confusione, perciò sono stati dichiarati "non idonei". Una coppia ha perso la custodia della figlia per non aver concesso il via alle terapie ormonali per apparire maschio. Una frontiera pericolosa per cui una famiglia cristiana non ha il diritto di esistere.
Le famiglie cristiane di genitori maschi e femmine ne rischiano di tutti i colori in Australia, due coppie sono alla sbarra perché si oppongono al politically correct della ideologia LGBTI e pretendono rispetto per coloro che credono alla natura umana, amano i propri figli e confidano nella sessualità biologica, nei dettati biblici ed evangelici. La tirannia dell’ ‘io’ (volubile, emozionale e manipolata dalla ideologia LGBTI) prende il posto di Dio e fagocita tutti i diritti umani.
Byron e Keira Hordyk, di Perth (nella foto), nel gennaio 2017 avevano presentato domanda ai ‘Servizi per la famiglia’ (Wanslea) per diventare genitori adottivi. Era iniziata una valutazione formale e alla coppia sposata, che ha già figli propri, era stato chiesto come avrebbero risposto se un bambino a loro dato in affido si fosse identificato come LGBTQI.
I Hordyk hanno espresso apertamente la loro devozione cristiana e hanno indicato che l'omosessualità è un peccato a cui si può resistere. La coppia ha anche suggerito che sarebbero stati in grado di aiutare il bambino a superare la propria confusione sessuale ed emotiva, aggiungendo che le loro convinzioni non avrebbero ostacolato la loro capacità di prendersi cura di un bambino in affido.
Nel settembre 2017, gli Hordyk ricevettero una lettera dalla Wanslea in cui si diceva che la loro richiesta era stata negata perché non soddisfacevano una delle cinque attitudini previste dal Dipartimento per gli affidatari. Non fornivano un ambiente di vita sicuro per il bambino.
Wanslea aveva tentato di far archiviare il caso. I giovani genitori Byron e Keira Hordyk rimasero senza parole, una decisione così seria e generosa d’amore era stata non solo travisata ma addirittura loro stessi erano stati discriminati per la loro fedeltà agli insegnamenti cristiani. Presero dunque la decisione di denunciare il torto subito e la discriminazione imposta loro, perché se “non avessimo detto nulla al riguardo, questo avrebbe potuto potenzialmente danneggiare o limitare l'affidamento di persone con gli stessi valori cristiani dei nostri”.
Byron e Keira hanno portato il loro caso al Tribunale Amministrativo dello Stato, sostenendo di essere stati discriminati ai sensi della legge sulle pari opportunità dello Stato del West Australia. Martedì scorso, all’apertura del Processo, l'avvocato della famiglia Steven Penglis ha detto che l'organizzazione avrebbe potuto affidare alla coppia un qualunque bambino in adozione, persino un bimbo che gli stessi Servizi Affidatari ritenessero “più appropriato”. Invece, con il rifiuto dell’affido, si è comprovata una vera e propria discriminazione nei confronti di genitori che hanno il solo torto di essere, credere e vivere da cristiani.
Tra otto giorni il Tribunale dovrà decidere se la denuncia per discriminazione e violazione della libertà religiosa sia fondata, in ogni caso, la battaglia legale e le decisioni che verranno prese nei riguardi di Byron e Keira, avranno effetti fondamentali in futuro, sia nel singolo Stato del West Australia sia, molto probabilmente, sull’intero paese australiano e determineranno se i cristiani e le loro famiglie saranno da considerarsi cittadini con gli stessi diritti degli altri o, invece, cittadini legittimamente discriminabili per la loro fede. Altra feroce discriminazione sta subendo anche un'altra famiglia australiana. Il loro adolescente è stato preso in cura dai Servizi Sociali del Qeensland nel primo caso conosciuto in Australia, perché i genitori sono stati giudicati "abusatori e potenzialmente dannosi" per lei. La colpa di questa coppia di genitori? Non aver acconsentito all'identità transgender autodichiarata dalla propria figlia e vietare che si sottoponga ad un trattamento ormonale irreversibile.
Un magistrato del Tribunale Statale del Queensland australiano per i minori ha deliberato che esiste un serio rischio di "autolesionismo" per la ragazza, nel suo ordine perentorio dello scorso ottobre, quasi un anno dopo l’allontanamento della ragazza quindicenne dalla famiglia.
"Le autorità dicono che non le permetteremo di cambiare sesso, quindi è pericoloso per lei tornare a casa nostra perché abuseremo mentalmente di lei - vogliono che acconsentiamo al trattamento con testosterone. Noi non lo faremo mai”, ha detto il padre a The Weekend Australian. I genitori si stanno opponendo con tutte le forze a questo bullismo da parte delle autorità statali, tutti gli amici sono rimasti scioccati dalla loro storia, gli australiani non riescono a credere che ciò accada in Australia.
In Tribunale i genitori hanno ribadito che sapevano del bisogno di aiuto e della depressione della loro figlia e perciò volevano per lei le cure di un buono psicologo che potesse aiutarla a risolvere le cause di fondo e non, tragicamente e sbrigativamente, assecondare le pulsioni stimolate dalla ideologia LGBTI e passare alle transizioni chimiche. Il Preside dell'Università del Queensland, Patrick Parkinson, parlando a titolo personale come esperto di diritto di famiglia e critico del trattamento medico "gender affirming" per i giovani a cui è stata diagnosticata una dolorosa "disforia di genere", ha dichiarato di credere che l'allontanamento della bambina sia stato il primo del suo genere e sia "uno sviluppo molto preoccupante” per il futuro della società.
Le autorità per la tutela dei minori devono ancora approvare il trattamento ormonale per la ragazza e hanno accettato la richiesta dei genitori di un secondo parere prima di qualsiasi decisione. Lo scorso 20 novembre i genitori si sono appellati decisione del magistrato che aveva sostenuto gli avvenuti abusi verbali "direttamente collegati ai sentimenti e all'espressione dell'identità di genere della ragazza da parte dei genitori”. Una affermazione totalmente negata dalla famiglia che comunque si oppone ai trattamenti chimici di transizione, insiste per riavere la propria figlia a casa e per iniziare una cura psicologica. Diversante, le iene arcobaleno delle lobbies LGBTI si sono messe all’opera e richiesto che subito inizino le terapie ormonali, con un'udienza preliminare martedì al Tribunale della Famiglia. Sarà il primo caso del genere in cui entrambi i genitori si oppongono al trattamento.
Gli sciacalli delle lobbies trans e LGBTI australiane si sono invece gettati sul caso e chiesto al Tribunale di iniziare al più presto le terapie ormonali. Anche questa una tragedia che ci racconta di genitori cristiani, attenti verso la propria figlia che si vedono privare della patria potestà ed accusare di ogni malvagità, pur di soddisfare la bramosia del politicamente corretto.
Due coppie di genitori, cristiane e amorevoli, due primi casi storici per la giustizia australiana, due decisioni che determineranno il futuro sia nel paese dei canguri, sia nel mondo anglosassone. I genitori cristiani, le famiglie cristiane possono ancora esistere o no? Per ideologi e propagatori della futura inumanità, fluida e mentalmente instabile, essere cristiano e per di più genitore è un peccato originale incancellabile. Questo è l’incubo del mondo moderno, dove una eccezione diviene la regola, nel quale la non discriminazione di una minoranza si impone come regola inviolabile dalla maggioranza, dove la dignità umana e l’immagine di Dio si è sostituita ad ogni volubile desiderio mio.
Repubblica titola tronfia la notizia del bikini per "ragazze transgender"e parla di una "figlia dodicenne".
1 marzo 2021
https://www.facebook.com/SenatorePillon ... 7862373459 Leggendo, salta fuori che in realtà la figlia è un maschietto che avrebbe iniziato la transizione a 9 anni.
Tutto l'articolo è ovviamente finalizzato a inondare la comunicazione per normalizzare ciò che normale non è, e cioè che un bambino di 9 anni possa essere bombardato di ormoni, la sua pubertà possa essere bloccata con prodotti chimici e che infine vada in giro con un bikini che gli nasconde i genitali e gli simula un turgore sul petto.
Lo dico e lo ripeterò finchè avrò voce: tutto questo non è normale.
La scienza ci dice che tutti i bambini e tutte le bambine intorno a quell'età vivono un percorso di corretta identificazione col proprio sesso.
Intervenire su un bambino e gonfiarlo di farmaci che compromettono irreversibilmente il suo naturale sviluppo psico fisico a me sembra un delirio, e Repubblica fa molto male a promuovere trattamenti come questo.
In Gran Bretagna, dopo anni di questa follia, stanno tornando indietro vietando ogni trattamento sui minori, e aumentano le richieste di risarcimento danni azionate da adulti che hanno subito la transizione chimica quando erano bambini.
Ecco.
Gli adulti facciano come vogliono, ma lasciamo in pace i bambini.
PS. ovviamente il gender non esiste.
Evelina Cecchi
Secondo me, i genitori che fanno questo ad un bimbo (o bimba) di 8 anni, sono quelli che volevano un figlio maschio (o femmina) e non hanno avuto quello che desideravano perciò se lo costruiscono!!! I figli sono figli, non ha importanza se maschi o femmine!!! Se poi (da grandi) veramente si sentono differenti da quello che sono, sarà una loro scelta fare ciò che credono e i genitori devono supportarli nelle loro scelte!!!
Osvaldo Bruno Brunetti
Evelina Cecchi
...hai messo il dito nella piaga. Negli Stati Uniti anni fa fu fatto proprio questo esperimento su neonati anche sottoposti ad interventi chirurgici, da parte di quello che può essere a buona ragione considerato il Mengele pioniere delle teorie "gender": un mostruoso disastro che ha rovinato la vita a decine di bambini. Alcuni, che si ritenevano erroneamente "omosessuali" per l'attrazione verso il "sesso" che era stato a loro insaputa impostogli da giovanissimi, hanno scoperto solo in età avanzata che erano invece etero massacrati in tenerissima età dalla medicina. Verificare pure, è cronaca....
Antonio Baldari
Un ragazzo a 9 anni non ha ben sviluppato le gonadi (avverrà intorno agli 11 anni), é in tutti i libri. Sino ad allora presenta sia ormoni maschili che femminili e quella che oggi chiamano disforia di genere a quella età é fisiologica. Instillare confusione nella mente di un ragazzo di quell età già é criminale, toccare il suo corpo per rendere la cosa irreversibile per motivi ideologici é mostruoso.
Una linea di bikini per ragazze transgender: il dono di un padre per la figlia 12enne
A cura di Serena Console
https://video.repubblica.it/mondo/una-l ... 014/377625 Anche le bambine che affrontano un percorso di transizione di genere possono andare in spiaggia in bikini, senza la necessità di dover nascondere le proprie forme. Infatti, in commercio c'è una linea di costumi da bagno pensata appositamente per le ragazze transgender. È l'idea del canadese Jamie Alexander, che ha voluto creare una linea speciale per bambine come sua figlia Ruby, 12 anni, che hanno iniziato un percorso di transizione. Alla realizzazione dei costumi collabora anche la giovane adolescente, che all'età di 9 anni ha iniziato a non riconoscersi più nel corpo maschile in cui è nata.
Daniele Pisano
siete troppo riduttivi e sbrigativi. Pensate che questa ragazzina stia facendo i capricci perché le è stato negato un telefono, un capo d'abbigliamento o quanto altro, quando in realtà io voglio intendere che questa ragazza non si sente a proprio agio nella sua condizione di identità sessuale e giustamente si sarà confrontata con un pool di specialisti e professionisti (che siano medici o psicologi) per affrontare quest'arduo percorso, pieno di ostacoli come voi, ad esempio. Il signor Pillon, ad esempio, cita testualmente nel suo orrendo post: "Tutto l'articolo è ovviamente finalizzato a inondare la comunicazione per normalizzare ciò che normale non è, e cioè che un bambino di 9 anni possa essere bombardato di ormoni, la sua pubertà possa essere bloccata con prodotti chimici e che infine vada in giro con un bikini che gli nasconde i genitali e gli simula un turgore sul petto.
Lo dico e lo ripeterò finchè avrò voce: tutto questo non è normale.". No, io non credo in questa frase e io non credo che abbia le competenze per poter affermare ciò che dice.
Luigi Berardi
Evelina Cecchi
signora solo chi non sa può fare una affermazione del genere io ho seguito per dieci anni le indicazioni di psicologi e psichiatri infantili ,cercando di far essere un gioco fra le mura di casa il desiderio di mio figlio di vestirsi da femmina giocare con le bambole vedere film di principesse ecc... ecc... eccetera.
Mio figlio di sentiva rifiutato non solo da compagni ,insegnanti e parenti ma anche dai suoi genitori e aveva deciso di morire.
Dopo la nostra accettazione ha iniziato un percorso di transizione seguito da specialisti,e quei farmaci che non piacciono all onorevole gli permettono di essere un po più sereno e di guardarsi allo specchio.
Le ferite e le violenze psicologiche fategli perché bisognava proporgli anche un modello maschile per permettergli di segliere non sono ancore guarite.
Diffidenza e paura albergano ancora nel suo cuore perché questa società vuole imporre a un bambino un modello che mi creda è culturale non naturale, la mia splendida figlia non è strana è una bellissima persona e i problemi ce li ha la società che ha paura del diverso non lei
Alberto Pento
Luigi Berardi
I casi come quello di suo figlio che si sente femmina e non maschio sono casi naturali e vanno trattati e curati nel modo migliore anche agevolando la loro trasformazione/adattamento consapevoli che comunque sarà sempre una situazione difficile piena di conflitti e contraddizione come sono tutte le disabilità.
La vita e il mondo sono costruiti sulla abilità e non sulla disabilità (diversamente abili) che va, laddove sia possibile, resa meno problematica e più
Sono casi minoritari, eccezioni e non costituiscono la norma, il modello naturale prevalente poiché se lo divenissero scomparirebbe la specie umana.
Non possiamo prendere il caso di suo figlio e trasformarlo in un modello ideale da proporre a tutti i bambini e le bambine della terra come normalità.
Natura e cultura.
La natura è la base della vita umana e della sua cultura.
La cultura segue la natura, ne raccoglie l'esperienza ed eventualmente ne corregge eventualmente gli errori laddove è possibile e fattibile.
Il sesso umano è un dato di natura e poi della cultura che la esprime e se vi sono degli errori/conflitti come nel caso della disforia di genere cerca di porvi rimedio per risolverli o ridurne gli effetti e le conseguenze dannose e dolorose; cultura che in ogni caso non potrà mai cambiare il dato naturale e biologico di base: una donna che si sente uomo e non donna non potrà mai essere uomo così per l'uomo che si sente donna e non uomo non potrà mai essere una donna.