Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » mer dic 26, 2018 11:01 am

Cosa ci dice oggi la storia di Betlemme, al cuore del messaggio natalizio?
Giulio Meotti
26 dicembre 2018

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 7144710503

Cosa ci dice oggi la storia di Betlemme, al cuore del messaggio natalizio? Due cose. Sotto il controllo d’Israele (1967-1995), la popolazione cristiana di Betlemme crebbe del 57 per cento. Quando Israele consegnò la città di Gesù all'Autorità Palestinese nel 1995, Betlemme aveva una popolazione cristiana dell'80 per cento. Ora è del 20 per cento. Questo cambiamento è avvenuto perché nelle aree dell'Autorità Palestinese, così come in tutto il Medio Oriente, i cristiani sono sotto pressione e perseguitati.
Negli ultimi anni, ci sono stati numerosi atti di violenza contro i cristiani in Cisgiordania e Gaza. Terroristi palestinesi si sono presi le case cristiane di Beit Jala da dove i loro cecchini hanno fatto fuoco sule case dei quartieri ebraici di Gerusalemme sud. Palestinesi armati hanno occupato la Basilica della Natività, saccheggiandola e usandola come latrina.
Due chiese a Nablus sono state date alle fiamme nel 2006 dopo la lectio di Papa Benedetto XVI a Ratisbona. La paura cristiana di vivere sotto il dominio palestinese iniziò dopo la guerra del 1967, quando centinaia di notabili cristiani di Betlemme si rivolsero al governo israeliano chiedendo che annettessero la città. Nel 1995, il sindaco cristiano di Betlemme, Elias Freij, si rivolse a Rabin e gli chiese di non ritirarsi dalla città a causa della paura per il futuro dei cristiani in città. Nel 2003, quando è stata eretta la barriera di sicurezza tra Gerusalemme e Betlemme, la proprietà della chiesa vicino alla barriera erano rimaste sul lato palestinese e i leader cristiani chiesero e ottennero di cambiare il tracciato in modo da restare sulla parte israeliana.
Non è un caso che l'Autorità Palestinese sia 36esimo di una lista di 50 stati che reprimono i cristiani. Poi Betlemme ci dice un'altra cosa. Che se un ebreo oggi ci mettesse piede, un ebreo a caso come Gesù, verrebbe linciato dai palestinesi. In Medio Oriente c'è soltanto uno stato dove il numero dei cristiani cresce: Israele.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » mer dic 26, 2018 11:03 am

Babbo Natale esiste o non esiste?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =28&t=2820

Meglio credere a Babbo Natale che ad Allah!

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6420453274

Babbo Natale esiste o non esiste?
Meglio credere a Babbo Natale che ad Allah!
Meglio credere a chi porta doni di vita che a chi porta orrore, disumanità, schiavitù e morte.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 6678030410


Pietro Zaccherini
Alberto Pento non è allah a portare morte, sono gli islamici che interpretano male il corano, così come cristiani di tempi passati torturavano chi la pensava in maniera diversa o seguiva un altra religione

Alberto Pento
Pietro Zaccherini, mi dispiace tanto ma lei si sta sbagliando di grosso e sta mentendo e falsificando le cose e la storia, non so se per ignoranza, buona fede o malafede:
è proprio Allah, il Corano e Maometto. Allah è l'idolo di Maometto e il Corano è la parola di questo idolo. Non si tratta di cattiva interpretazione del Corano o parola di Allah ma dell'esatta sua interpretazione, l'unica possibile perché conforme in tutto e per tutto a quando detto e fatto da Maometto che fu il primo mussulmano o nazi maomettano a razziare, depredare, minacciare, intimidire, ricattare, estorcere, uccidere, sterminare i diversamente religiosi e pensanti.
I cristiani che nei tempi passati torturavano e uccidevano i non cristiani o i critici del cristianismo non agivano conformente al Vangelo e all'esempio di Cristo ma vi contravvenivano, infatti l'ebreo Cristo non ha mai razziato, depredato, rubato, rapinato, estorto, ucciso e sterminato nessuno, né mai a detto di farlo, anzi ha fatto e detto il contrario. Per secoli i primi cristiani furono solo perseguitati e uccisi mentre i primi islamici o nazi maomettani hanno sempre perseguitato e ucciso come fece Maometto e come continuano a fare da 1400 anni.



I tre libri e la violenza
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2671

Ebraismo e Cristianesimo : violenti come l'islam? No!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=2459

Maometto (santo o criminale terrorista ?)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2030

Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2659
Islam o nazismo maomettano è l'ideologia politica e il culto religioso idolatra dell'odio, del terrore e dell'orrore.
Maometto è stato il primo terrorista islamico, modello per tutti i mussulmani, da 1400 anni ad oggi.
L'Islam è terrorismo per sua essenza e natura.



Laviolenza della Bibbia
Immagine

Quanta confusione:

Gli ebrei hanno avuto molti profeti che hanno trasmesso la parola e gli ordini della divinità ebraica e ciò che riporta il Deuteronomio si riferisce solo alle circostanze storico preistoriche a cui fa riferimento e non è una prescrizione per ogni tempo (prescrizioni e usanze preistoriche universali comuni a gran parte delle popolazioni e alle religioni di allora, si pensi per esempio agli stermini compiuti dai romani).
Poi gli ordini divini agli ebrei sono mutati nei secoli e la Bibbia o Vecchio Testamento né da ampia e precisa testimonianza. Infatti gli ebrei da migliaia di anni non uccidono più i non ebrei e i diversamente religiosi e pensanti.

I cristiani invece come testo di riferimento hanno i Vangeli o Nuovo Testamento e l'esempio e la parola dell'ebreo eretico Cristo che non ha mai ucciso né mai ha ordinato di uccidere i non cristiani e i diversamente religiosi, innovando in senso cristiano pacifico e nonviolento la tradizione ebraica.
Che poi molti cristiani abbiano compiuto crimini tradendo Cristo è un'altro discorso.

I maomettani invece hanno solo un profeta Maometto e solo un libro di riferimento il Corano dove è prescritto di sottomettere o convertire a forza o uccidere i non mussulmani, come ha fatto e detto Maometto. I maomettani che compiono crimini contro l'umanità come ha fatto e prescritto Maometto non contravvengono alle prescrizioni coraniche e all'esempio del loro profeta, modello e maestro.

Perciò mi pare che vi siano delle grandi differenze tra queste tre ideologie e pratiche religiose e politico-religiose che se uno le conosce o le approfondisce un pò non può certo fare confusione.

Salvatore Alfieri
vedi anche i libri di medicina o quelli di ingegneria sono disponibili per tutti, ovviamente. Ma credo neanche tu tu faresti operare, o progettare una casa da qualcuno che li abbia letti seguendo il suo personalissimo (e legittimo, ovviamente) percorso formativo.
Salvatore Alfieri ... e questo perché nella formazione autodidattica non c’è confronto, si tende naturalmente a creare un percorso autoconfirmatorio. Tutto qua.

Alberto Pento
Vedi, la storia e la teologia religiosa non sono scienze esatte ma libere interpretazioni.
Il paragone con i chirurghi poi non è del tutto azzeccato o appropriato;
a proposito di chirurghi ricordo quelli che hanno tagliato la gamba sbagliata e che hanno operato i sani, danneggiandoli a vita per impiantare loro protesi truffando la sanità pubblica;
ricordo anche come nel Codice di Hammurabi fosse scritto che i chirurghi che operavano con i bisturi di bronzo qualora il paziente ne traesse beneficio e rimanesse in vita potevano essere retribuiti con 30 denari d'argento mentre se il paziente moriva dovevano subire la pena del taglio delle mani.
Per quanto riguarda la competenza e la specializzazione anch'io come ogni persona di buon senso mi servo di chi dimostra con i fatti e l'esperienza più che con i titoli e le chiacchere di essere capace e professionale: sia esso un fornaio, un chirurgo, un muratore, un avvocato, un idraulico o un architetto.
A ciò si aggiunga che i titoli accademici non sono di per sé una garanzia di competenza e autorevolezza poiché molti di essi sono falsi, immeritati o ottenuti con l'inganno o regalati, comprati e venduti.


https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 1420842664
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » mer dic 26, 2018 11:19 am

???

Migranti, il cardinale attacca Salvini alla Messa di Natale: "Giuseppe e Maria furono accolti"
Sergio Rame - Mer, 26/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 21307.html

L'arcivescovo Betori durante l'omelia tuona contro le chiusure dei porti: "Non si dica che questo nulla ha a che fare con il Natale e con la fede"

L'attacco a Matteo Salvini, questa volta, arriva durante l'omelia della Santa Messa di Natale.

E non da un pulpito qualunque, ma da quello della cattedrale di Firenze. A pronunciare l'anatema contro il vice premier leghista è stato l'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, che è tornato a predicare l'accoglienza e a condannare il governo gialloverde per aver adottato politiche per combattere l'immigrazione clandestina in Italia. "A Betlemme - ha tuonato ieri durante l'omelia - per Maria e Giuseppe, se non ci fu posto nell'alloggio, non mancò almeno l'accoglienza in una stalla".

"La fede, lungi dall'allontanarci da questo mondo, ci chiama a una più coerente responsabilità in tutte le sue articolazioni, da quelle familiari a quelle sociali, nella vita economica e politica, attenti ai livelli intermedi delle aggregazioni sociali, specialmente là dove si esprime il servizio volontario e gratuito agli altri, come pure ai campi sempre più decisivi della cultura e della formazione, partecipi a ciò che accade accanto a noi e alle vicende che segnano la storia del mondo, impegnati nella cura della terra, la nostra casa comune". Durante la Messa di Natale l'omelia del cardinale Betori è stata interamente improntata sull'accoglienza. E non sono certo mancate pesanti critiche nei confronti del governo. Pur senza mai nominare Salvini è a lui che l'arcivescovo stava pensando quando dal duomo di Firenze chiedeva maggiore apertura nei confronti degli immigrati che, partiti dalle coste del Nord Africa, sbarcano in Italia. "Che cosa ci sta accadendo dal momento che, di fronte alle oggettive difficoltà di inserire nella nostra società persone provenienti da mondi e culture diversi, in questi anni non si è ancora riusciti a trovare forme efficaci di risposta che non siano le chiusure dei porti e l'abbandono di fatto all'illegalità, che dà origine, questa sì, a insicurezza e paura?", ha chiesto Betori. Che, poi, ha incalzato: "E non ci si dica che questo nulla ha a che fare con il Natale e con la fede".

"Quel bimbo che nasce è un Dio che si fa carne, un Dio che entra nella storia e se ne fa carico, chiedendo di esserne protagonista, gettando su di essa una luce definitiva e una potenza redentiva mediante il suo gesto di amore", ha aggiunto l'arcivescovo che, durante la predica, ha anche critica la "cultura individualista" che ora regna in Occidente. "Dobbiamo pur chiederci perché in un popolo da sempre aperto all'incontro e all'accoglienza sta prevalendo l'istinto a chiudersi nel proprio guscio, a negare ospitalità a chi viene da paesi in guerra, impoveriti dalle rapine dei potenti, stremati dalla fame - ha tuonato - c'è una radice profonda all'origine di questa chiusura ed è la cultura individualista che ha pervaso l'Occidente". Secondo il cardinale Betori, si tratta di "quella cultura che tradisce la natura della famiglia confondendola con altro che non lo è, ostenta l'affermazione di presunti diritti individuali corrodendo il concetto di persona, penalizza le espressioni della società civile - da quelle che sostengono la vita degli ultimi a quelle che promuovono cura, cultura e saperi - e questo a vantaggio di un vieto statalismo, si fa sorda alle attese dei più deboli lasciandoli nella marginalità, giunge a permeare di fragilità il volto di una Chiesa in cui esperienze di generoso servizio si trovano a dover convivere con il devastante e vergognoso tradimento dei piccoli". "Sono alcune delle molte ramificazioni di una radice - ha concluso - che si nutre di rifiuto, di disprezzo dell'altro, negando gli orizzonti della comunione".



Alberto Pento
Un prete mostruoso e presuntuoso esaltato e fanatico, irresponsabile, demenziale e falso che viola i diritti umani naturali, universali e civili dei cittadini italiani ed europei per lo più nativi e indigeni e che si fa promotore e complice dell'invasione criminale dei clandestini e dei nazi-maomettani.
Questi individui sono un pericolo per la nostra vita, per la nostra sicurezza, per la nostra civiltà e per il nostro buon diritto e buon vivere; questi fanatici irresponsabili manipolatori dei diritti umani e della spiritualità naturale universale, ci vorrebbero ridotti in schiavitù e proni alla loro presuntuosa, arrogante, demenziale e disumana volontà viziata da un innaturale utopismo ideologico religioso politico idolatra.




Gesù bambino, Giuseppe e Maria neri: è bufera sul presepe vivente
Salvatore Di Stefano - Mar, 25/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 21284.html


In un paese dove la Lega la fa da padrona e il numero degli stranieri residenti è altissimo, l'ideatore del presepe vivente giustifica la sua scelta così: "I bambini ormai li fanno solamente gli immigrati"

Non si può proprio dire che stia passando inosservato il presepe vivente organizzato ad Annone Veneto, piccolo comune della città metropolitana di Venezia, giunto ormai alla sua 17esima edizione.

Tutti i protagonisti del presepe infatti, da Gesù Bambino a Giuseppe, a Maria, passando per due angeli, sono persone di colore, come raccontato dal Gazzettino.

Il parroco del paesino, don Giovanni Odorico, sostiene che sottolineando il colore della pelle dei figuranti si affronti il tema dell'accoglienza. Roberto Scotti, ideatore dell'iniziativa del presepe vivente, invece non nasconde la preoccupazione per eventuali possibili risvolti politici in un comune come quello di Annone Veneto a trazione leghista e che dall'altro conta circa il 16% di stranieri residenti in paese.

"La scelta di un neonato di colore per rappresentare Gesù Bambino - spiega Scotti - è dovuta non solo per il tema dell’accoglienza, ma anche perché con il calo demografico a fare bambini sono praticamente rimasti solo gli immigrati".

Lo scorso Natale a Chieti ci furono molte altre polemiche per gli stessi motivi, con Gesù e Maria interpretati anche in quell'occasione da persone di colore.


Alberto Pento
Gesù Cristo l'ebreo, in Israele non era uno straniero, non era un profugo o un rifugiato, non era un migrante economico parassita, non era un clandestino invasore e criminale, non era un terrorista arabo-palestinese, non era un nazista maomettano, era semplicemente e integralmente un ebreo di Israele come lo erano i suoi genitori e Israele è la terra degli ebrei come Gerusalemme è la loro capitale.
L'ebreo Gesù stava a casa sua nella sua terra di Israele che con suo padre Giuseppe si guadagnava il pane dapprima lavorando il legno e poi da adulto e da rabbino errante con le offerte e la carità di chi lo andava ad ascoltare e ne riceveva beneficio: non rubava, non rapinava, non spacciava, non estorceva, non viveva di assistenza pubblica, non era un parassita né un invasore clandestino.
Poi ricordo che l'ebreo Cristo vissuto e morto da ebreo, ucciso dagli invasori romani, probabilmente come suo padre Giuseppe portava anche la kippah prima che i romani gliela togliessero per torturarlo con la corona di spine per poi ucciderlo con la crocifissione.
I preti che la raccontano diversamente sono dei mentitori, dei bestemmiatori, degli eretici, dei figli del demonio.


viewtopic.php?f=197&t=2814
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » sab dic 29, 2018 8:21 am

Il falso Natale dei palestinesi nazi maomettani

Con grande sprezzo del ridicolo, Fatah continua a sostenere che Gesù era palestinese

https://www.israele.net/con-grande-spre ... alestinese

Come è possibile che si continui a tollerare senza battere ciglio questa insolente menzogna antisemita e anti-cristiana?

Yasser Arafat diceva che Gesù è stato il primo shahid (martire) palestinese. Lo scrittore Samih Ghanadreh, intervistato dalla tv dell’Autorità Palestinese, si dice pienamente d’accordo. E l’intervistatore, di rincalzo: “Era palestinese, nessuno lo nega” (clicca per il filmato)

Da anni, l’Autorità Palestinese e Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen, continuano a presentare Gesù come un palestinese: serve alla loro zelante campagna per fabbricare un’antica storia palestinese che non esiste, e per cercare di delegittimare Israele anche a costo di consumare un ennesimo esproprio a danno del retaggio storico e culturale ebraico.

Quest’anno non ha fatto eccezione. In occasione del Natale, l’alto esponente palestinese Azzam Al-Ahmad, membro del Comitato Esecutivo dell’Olp e del Comitato Centrale di Fatah, ha nuovamente parlato di Gesù come del “primo palestinese” e ha definito il Natale “uno dei simboli permanenti palestinesi”.

Nella loro opera di costruzione di una storia falsa, Autorità Palestinese e Fatah (e coloro che danno loro credito) ignorano serenamente il fatto che Gesù era ebreo secondo ogni nozione storica e secondo la tradizione e la dottrina cristiana. Sanno, ma tacciono, che l’Impero Romano cambiò in “Palestina” il nome della Terra d’Israele, e della regione di Giudea, solo cento anni dopo Gesù, e che lo fece proprio nel tentativo di cancellare quella testimonianza del legame fra il Paese e gli ebrei.

Incuranti di perpetuare quest’antica operazione anti-ebraica, gli esponenti di Fatah e dell’Autorità Palestinese presentano costantemente Gesù e la madre Maria come palestinesi, e Gesù persino come “il primo profugo palestinese” e “il primo martire palestinese”, come ampiamente documentato da Palestinian Media Watch.

Ecco cosa ha detto Azzam Al-Ahmad parlando a Khan Al-Ahmar (l’agglomerato di baracche abusive eretto da un gruppo di beduini in Area C – cioè sotto piena amministrazione israeliana secondo gli Accordi di Oslo – di cui le autorità israeliane hanno ordinato la demolizione offrendo siti alternativi più tutelati e sicuri):

Azzam Al-Ahmad: “Ogni anno l’accensione dell’albero di Natale riveste molti significati in Palestina… Il Natale è uno dei simboli permanenti palestinesi e il mondo intero segue la Messa a Betlemme… I bambini di Khan Al-Ahmar sono felici dell’accensione di questo albero poiché è il simbolo del primo palestinese, Gesù, la pace sia su di lui. Noi, membri del popolo palestinese, celebriamo il Natale insieme a tutti in terra di Palestina… “.

Le stesse falsità sulla figura di Gesù sono state ripetute da Mustafa Barghouti, Segretario generale di “Iniziativa Nazionale” e membro del parlamento palestinese: “Gesù, che è nato in questa terra, era un palestinese e ha sconfitto la sua sofferenza” (al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 20.121.18).

Per l’ideologia, la propaganda e persino per le leggi palestinesi, il termine palestinese significa “arabo e musulmano di Palestina”. La Legge fondamentale dell’Autorità Palestinese approvata a Ramallah il 29 maggio 2002 stabilisce:

«Art. 1: La Palestina fa parte del grande mondo arabo e il popolo palestinese fa parte della nazione araba. Il popolo palestinese si adopererà per raggiungere l’obiettivo dell’unità araba.
Art. 4: L’islam è la religione ufficiale della Palestina. I principi della shari’a islamica saranno la principale fonte della legislazione. L’arabo sarà la lingua ufficiale».

E la Carta Nazionale dell’Olp (1-7 luglio 1968) proclama:

«Art. 1: La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, è parte indivisibile della patria araba e il popolo palestinese è parte integrante della nazione araba».

In base a queste definizioni, non c’è alcun modo di definire Gesù di Nazareth come un “palestinese” (cioè un arabo-musulmano nato in un paese che allora nessuno chiamava Palestina) senza recare oltraggio alla verità storica, alla logica, al buon senso e anche alla dottrina cristiana, che infatti afferma:

«Gesù è ebreo e lo è per sempre».
(Da: Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, Sussidi per una corretta presentazione degli Ebrei e dell’Ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica, 24 giugno 1986, III-1)

(Da: PMW Bulletin, israele.net, 25.12.18)
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » dom dic 30, 2018 3:31 am

A Natale Cristo insieme a Maometto che orrore!
viewtopic.php?f=188&t=2049
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » gio gen 03, 2019 7:31 pm

Cari amici, vi propongo una piccola continuazione della mia cartolina natalizia. Devo a Paolo che sta in Israele la segnalazione di un pensiero interessante: se Gesù fosse nato due giorni fa invece che duemila anni fa circa, che sarebbe stato di lui?
Ugo Volli

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=37818

È un esercizio che fanno in molti cattolici di base, cristiani per la pace e altre persone di buona volontà, concludendone che senza dubbio Gesù sarebbe un migrante, magari homeless (per esempio qui: http://www.scalabrini.org/index.php?opt ... ti&lang=it ). Ma si può pensarla in maniera diversa. I volonterosi attualizzatori del Gesù bambino trascurano infatti un particolare molto importante, e cioè che Gesù, figlio di una famiglia ebraica, è nato a Betlemme, oltre la linea verde (che di solito i cattolici di sinistra chiamano confini del '67), dunque in "territorio palestinese" (http://www.chabad.org/library/article_c ... hlehem.htm ).

Si tratta insomma di una famiglia di coloni, cosa confermata dalla loro residenza regolare a Nazareth, "città palestinese" benché in territorio israeliano, dove gli ebrei secondo i palestinesi e i progressisti di tutto il mondo non avrebbero il diritto di comprar casa né di abitare. I palestinesi infatti devono poter vivere in tutta Israele, ma gli israeliani non possono stare nei quartieri palestinesi, anche se di loro proprietà storica, come a Gerusalemme o a Hebron. Della serie: tutto quello che è mio e mio e tutto quel che è tuo, anche.

Del resto, per una famiglia di coloni il fatto di dover far nascere il figlio in una grotta con mangiatoia ci sta, anzi è giustissimo: vuol dire che almeno allora il blocco delle costruzioni nelle "colonie" funzionava e non si fermava affatto di fronte a quella crescita naturale che provocatoriamente invoca il filocolonialista Netanyahu. E anche la fuga in Egitto corrisponde perfettamente al destino che i palestinesi progettano per tutti gli ebrei ("se vogliono vivere in pace se ne vadano da dove sono venuti", come ha detto perfino quell'arpia di Helen Thomas, ex giornalista alla Casa Bianca, che si è meritata una statua nel museo americano-palestinese per essere stata nominata il personaggio più antisemita dell'anno dal Centro Wiesenthal, http://liberaliperisraele.ilcannocchial ... 80934.html ).
Si dà il caso che dopo il '48 più di ottocentomila ebrei siano immigrati in Israele dai paesi arabi, qualche decina di migliaia anche dall'Egitto. Dunque "rientrarci" per una coppia di "coloni" in fuga ci sta, eccome. Sarebbe però un viaggio piuttosto difficile dato il fatto che oggi in Egitto gli ebrei e ancor di più gli israeliani, non sono molto graditi (del resto neppure in Giordania, in Libano, in Siria, in Arabia Saudita, Irak, Iran, Libia, Sudan, Yemen, Emirati, eccetera eccetera). Ma questo è un altro discorso.

C'è un'alternativa a questa immagine un po' sgradevole – lo ammetto - di una Sacra Famiglia di coloni lasciati senza casa dal blocco delle costruzioni e respinti dai paesi arabi. Ed è ammettere che duemila anni fa non c'erano palestinesi nella terra fra il Giordano e il mare, e che a parte qualche centurione e governatore romano di passaggio (e purtroppo con molto potere) c'erano solo ebrei; e che del resto non c'erano neppure musulmani in Egitto, in quel momento in parte ancora politeista vecchio stile e in parte ellenizzato, dopo un secolo o due destinato a diventare tutto cristiano, o come si diceva allora per dire egiziano, tutto copto.
Non c'era neanche il nome Palestina, che fu inventato dall'imperatore romano Adriano dopo aver sconfitto la rivolta (ebraica) di Bar Kochba, circa un secolo dopo la morte di Gesù (http://www.evangelici.net/speciale/medi ... stina.html ) senza alcun rapporto coi vecchi Filistei, che erano indoeuropei e non arabi e inoltre furono dispersi o assimilati 800 anni prima (http://it.wikipedia.org/wiki/Filistei ).

Se si accetta il fatto storico che non ci fossero palestinesi nella "Palestina" dei tempi di Gesù (che si chiamava regno di Giuda), e neppure per un buon millennio dopo, la storia del Vangelo non ha più a che fare con i "coloni", ma con una famiglia ebrea ortodossa perseguitata dall'ellenizzante Erode e il racconto evangelico (nella sua dimensione storica, senza impegno su quella teologica) così funziona. Ma naturalmente questo significherebbe che i palestinesi non sono affatto indigeni della "Palestina" o piuttosto di Israele, ma sono immigrati nel corso dei secoli successivi alla conquista islamica, buona parte di loro nel Novecento, richiamati dall'espansione economica prodotta dall'intraprendenza dei sionisti. Ma questo, direbbero i bravi cattolici di sinistra, contraddice la "narrativa palestinese" e quindi non va bene. Toglie base ai loro diritti imprescrittibili, che diamine, fa figurare la terra dove Gesù è nato nella tribù di Giuda, è stato circonciso, ha studiato Torah e pregato nel Tempio, come se fosse ebraica. E questo non va bene. La storia, in queste cose, conta poco. Importa "bloccare le colonie" e dare la caccia ai "coloni ebrei" dopo averli ben censiti per paura che si moltiplichino. Quello che facevano, in fondo, gli agenti di Erode duemila anni fa. Solo che oggi si chiamano Hamas, Fatah, Autorità Palestinese. Con l'aiuto degli uomini di buona volontà di tutto il mondo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » gio gen 17, 2019 8:52 pm

Papa Francesco: "Gesù era un profugo, fuggì in Egitto per scampare alla furia omicida di Erode"
17 Gen. 2019

https://www.tpi.it/2019/01/17/papa-fran ... su-profugo

Gesù Cristo era un profugo. Lo dice papa Francesco, sostenendo ancora una volta che “le migrazioni arricchiscono le nostre comunità”. Non è la prima volta che papa Francesco si schiera a favore dei migranti.
“Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per sé stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli”, scrive Bergoglio nella prefazione del volume “Luci sulle strade della speranza”, una raccolta del suo magistero in tema di migranti, rifugiati e tratta, pubblicata dalla sezione migranti e rifugiati del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale.

Il parallelismo tra l’esperienza dei profughi e la vita di Gesù Cristo, da molti considerata fuori luogo e forzata, è uno dei punti cardine degli insegnamenti di Bergoglio. “Gli esodi drammatici dei rifugiati sono un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme a i suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicida di Erode”, spiega il pontefice.

E l’esperienza della migrazione è una cosa che riguarda Bergoglio anche su un piano personale: i suoi nonni paterni erano emigranti italiani che fuggirono in Argentina nel 1929.

Il volume di Bergoglio si concentra in particolare sulla tratta degli esseri umani, spiegandone cause e suggerendo modalità per sconfiggere il fenomeno.

“Il viaggio dei migranti non è sempre un’esperienza felice. Basti pensare ai terribili viaggi delle vittime della tratta. Anche in questo caso, però, non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto divenne un fiduciario del faraone”, scrive ancora il papa.

“Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi, tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto”, prosegue papa Francesco.

In questo articolo dal titolo: “Ma quindi, Gesù, Giuseppe e Maria, erano o non erano dei profughi?“, abbiamo fatto chiarezza sulla storia della “sacra famiglia”, in fuga dalla Palestina per riparare in Egitto e sottrarsi all’ira di Erode. Qui tutta la storia.


Alberto Pento

Stando a quanto racconta solo l'evangelista Matteo, l'ebreo Gesù Cristo, ancora in fasce, assieme alla sua famiglia, fuggì in Egitto per sottrarsi alla furia di Erode che temeva che Gesù gli sottraesse il trono come pronosticavano le profezie dell'idolatria religiosa ebraica.
Però Matteo non dice altro, non dice dove, come e da chi e nemmeno quanto durò l'esilio della famiglia di Gesù che sicuramente durò al massino fino alla morte di Erode che morì di lì a poco.
L'Egitto all'epoca era una provincia dell'impero romano come Israele/Palestina e quindi non ci volevano documenti particolari per passare da una provincia ad un'altra.
Sicuramente la famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria non ha fatto la parassita né i suoi genitori hanno fatto i criminali criminali, Maria non ha fatto la prostituta o rubato e Giuseppe non ha spacciato droga, rubato, rapinato, esorto, sequestrato e ucciso.
Non hanno certo vissuto alle spalle degli egiziani in alberghi o in ville, si saranno pagati il soggiorno presso conoscenti e amici e Giuseppe che era un bravo artigiano avrà lavorato senza problemi e sarà stato ricercato per la sua professionalità di falegname ebreo.
Alla morte di Erode sono tornati a casa loro, riprendendo la loro esistenza ordinaria.
Poi l'ebreo Gesù Cristo per il resto della sua vita in Israele non era uno straniero, non era un profugo o un rifugiato, non era un migrante economico parassita, non era un clandestino invasore e criminale, non era un terrorista arabo-palestinese, non era un nazista maomettano, era semplicemente e integralmente un ebreo di Israele come lo erano i suoi genitori e Israele è la terra degli ebrei come Gerusalemme è la loro capitale.
L'ebreo Gesù stava a casa sua nella sua terra di Israele che con suo padre Giuseppe si guadagnava il pane dapprima lavorando il legno e poi da adulto e da rabbino errante con le offerte e la carità di chi lo andava ad ascoltare e ne riceveva beneficio: non rubava, non rapinava, non spacciava, non estorceva, non viveva di assistenza pubblica, non era un parassita né un invasore clandestino.
Poi ricordo che l'ebreo Cristo vissuto e morto da ebreo, ucciso dagli invasori romani; probabilmente come suo padre Giuseppe portava anche la kippah prima che i romani gliela togliessero per torturarlo con la corona di spine per poi ucciderlo con la crocifissione.
I preti che la raccontano diversamente sono dei mentitori, dei bestemmiatori, degli eretici, dei figli del demonio.


Bergoglio è un bugiardo e promuove il male della terra.
A questo personaggio irresponsabile e fanatico ricordo che le migrazioni (emigrazioni/immigrazioni) sono un bene solo quando non sono invasioni,
quando cioè sono richieste, controllate, rispettose, compatibili, graduali, volontarie, libere, vincolate e se non gradite respinte.
Al contrario, le migrazioni (emigrazioni/immigrazioni) quando non sono gradite, quando sono imposte, quando avvengono con la violenza, la frode, l'inganno, l'imposizione, quando non sono libere, quando sono massicce, incontrollate, incompatibili sono un male, uno dei mali più grandi dell'umanità e diventano invasioni che portano guerra, miseria, distruzione e morte.


Ecco quando le migrazioni sono e non sono invasioni e portano il bene e non il male
viewtopic.php?f=194&t=2603



“I popoli devono rimanere nelle loro terre”. Mons. Crepaldi si schiera con Salvini e la Dottrina Sociale della Chiesa contro la politica immigrazionista di Bergoglio

https://rivelazione.net/notizie/i-popol ... -bergoglio

“La dottrina sociale della Chiesa è chiara: i popoli devono rimanere nelle loro terre. La politica decide se accogliere o no, la religione deve annunciare Cristo. Ma forse qualcuno se n’è scordato…“

A parlare è Monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio cardinale Van Thuan sulla dottrina sociale.

E’ chiaro che sono parole in netto contrasto con la linea di Bergoglio.

Bergoglio che continuamente sostiene l’immigrazione e condanna il nostro Governo che chiude i porti.

Bergoglio che fa politica invece di preoccuparsi di evangelizzare Cristo.

Bergoglio che vuole arrivare ad un’unione tra le religioni senza tener conto delle differenze sostanziali che le dividono.

Vediamo ora di analizzare le discrepanze tra l’operato di Bergoglio e quanto afferma la dottrina della Chiesa secondo l’arcivescovo Crepaldi.

Prima di tutto Crepaldi, nell’affrontare il problema dei flussi migratori, afferma che bisogna tener conto “del bene comune non solo degli immigrati ma anche della nazione che li accoglie“. Bisogna “interrogarsi sulle reali possibilità di integrazione. Non solo i bisogni di chi chiede l’accoglienza. La politica deve regolare l’accoglienza in modo strutturale nella tutela del bene di tutti“. E riferendosi all’Italia non sottovaluta i problemi legati all’immigrazione: “Combattere la criminalità organizzata e non scaricare tutta la responsabilità sull’Italia” .

Dichiarazioni che suonano nuove per noi cattolici abituati a sentire Bergoglio che non perde occasione per incentivare l’accoglienza di tutti gli immigrati.

Chiediamo quindi a Bergoglio: accogliendo nel nostro Paese uomini forti africani che non scappano da guerre ma entrano irregolarmente con il solo scopo di portare la malavita impadronendosi anche di Paesi come Castel Volturno in mano alla mafia nigeriana, si fa il bene dell’Italia?

Chiediamo a Bergoglio: favorendo con l’immigrazione la criminalità organizzata si fa il bene di uomini, donne, bambini che, una volta entrati nel nostro Paese, non solo vengono costretti a prostituirsi ma macellati per togliere organi vitali e venderli?

Chiediamo a Bergoglio: questi uomini forti, robusti con cellulari all’ultima moda che una volta messo il piede sul territorio italiano si impongono, hanno solo pretese, non rispettano regole di convivenza, vogliono realmente integrarsi nel nostro Paese?

L’integrazione prima di tutto esige il rispetto per il Paese che ospita. I fatti dimostrano che sono gli italiani a subire!!!

Chiediamo a Bergoglio: come “capo” (presunto) della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, perché porta avanti l’obiettivo di costruire un’unica religione mondiale? Come poter accogliere e condividere “prassi contrarie al bene dell’uomo“?

L’arcivescovo Crepaldi proprio riferendosi all’integrazione afferma: “Non bisogna sottovalutare la religione delle persone che vengono accolte. In questo caso l’Islam. Non bisogna far finta che nella teologia islamica non ci siano elementi che rendono difficile l’integrazione“. Aggiunge: “Una società multireligiosa non è un bene in sè. Ci sono religioni che propongono e impongono prassi contrarie al bene dell’uomo, come la superiorità del maschio sulla femmina o le mutilazioni genitali“.

Anche qui doverose sono le domande da rivolgere a Bergoglio.

Chiediamo a Bergoglio: accogliendo tutti questi uomini prevalentemente di religione islamica non c’è il pericolo che l’Italia perda la sua identità di Paese con radici cristiane cattoliche?

Chiediamo a Bergoglio: come mai, invece di continuare ad evangelizzare Cristo, per rispetto verso gli immigrati e per non offenderli, ha appoggiato sacerdoti che si sono posti contro i presepi e hanno chiuso la Chiesa nel giorno del Santo Natale in segno di protesta verso un governo che chiude i porti per il bene del Paese?

Chiediamo a Bergoglio: come mai invece di difendere la religione cattolica non si è pronunciato quando nelle scuole hanno cercato di sostituire il nome di Gesù e Maria nelle canzoncine di Natale per non ferire bambini di religione islamica?

Chiediamo a Bergoglio: perché questi uomini forti, robusti che non scappano da guerre non rimangono nei loro Paesi per aiutare nello sviluppo, nella crescita? Hanno forse l’obiettivo, come del resto dimostrato, di destabilizzare il nostro Paese?

Chiediamo a Bergoglio: come mai è così appoggiato dalla Massoneria internazionale che arriva anche a ringraziarla pubblicamente?

Da non sottovalutare sono anche le posizioni dei vescovi africani che invitano i loro giovani a non emigrare sostenendo la Dottrina Cattolica della Chiesa che al riguardo dice: “Esiste prima di tutto un diritto a non emigrare e a rimanere nella propria nazione e presso il proprio popolo“.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » dom set 08, 2019 12:53 pm

Demenzialità


"Il Nuovo Vangelo" di Rau (finanziato con soldi pubblici) dove Gesù è un africano
Federico Giuliani - Dom, 08/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... UfCFVAI7pw

Il docufilm del regista Milo Rau stravolge la figura di Gesù Cristo per fini politici e sostituisce la fede con il buonismo più spicciolo

Il Nuovo Vangelo ha caratteristiche ben precise: Gesù Cristo è viene dall'Africa, i precetti delle sacre scritture sono capovolti in modo da giustificare l'accoglienza dei migranti e i profughi si piazzano al centro della predicazione rivoluzionaria del Figlio di Dio.

Fa discutere "Il Nuovo Vangelo" di Milo Rau, un'opera a metà strada tra uno spettacolo teatrale e un film in cui il protagonista principale, Gesù, è impersonato dall'attore camerunese Yvan Sagnet, noto attivista che da tempo si batte per i diritti dei cittadini stranieri in Italia.

Il progetto di Rau, tra l'altro sponsorizzato dal Mibac, il Ministero dei beni e delle attività culturali, è un chiaro manifesto politico che, per legittimare il proprio messaggio pro immigrazione, si affida alla religione cristiana.

"Il Nuovo Vangelo" che fa discutere

Il problema è che questo docufilm stravolge la figura di Gesù Cristo per fini politici e sostituisce la fede con il buonismo spicciolo.

Agli occhi del pubblico, il progetto viene presentato come un “manifesto di solidarietà”, composto da “un cast di rifugiati e contadini disoccupati” e con l'obiettivo di ricercare “una nuova scrittura del Vangelo”, in grado di rispondere alle domande scaturite dai problemi sociali del XXI secolo.

Chi sono gli emarginati di oggi? Risposta: i migranti. Cosa predicherebbe il Gesù Cristo nero de "Il Nuovo Vangelo"? Di accogliere i migranti senza se e senza ma.

Milo Rau, prosegue la presentazione dell'opera, “userà teatro e cinema per raccontare le ingiustizie umane”. E, ci sarebbe da aggiungere, stravolgendo completamente la realtà dei fatti a proprio piacimento.




Papa Francesco in Africa parla all'Europa: «Chi non vede l'altro come un fratello non è cristiano»
Franca Giansoldati
Domenica 8 Settembre 2019

https://www.ilgazzettino.it/esteri/papa ... MKsOzVw9Lo

Antananarivo (Madagascar) – Il vento soffia fortissimo sulla spianata di terra battuta dove 800 mila persone sono arrivate da tutto il Madagascar, spesso sfidando viaggi complicati, per assistere alla messa di Papa Francesco. La folla è variopinta, giovanissima, colorata come le musiche. Quando Bergoglio ricorda uno dei principi chiave della fede cristiana, l'amore che Dio ha riversato sugli uomini insegnando a fare altrettanto e rendere unita la famiglia umana, si fa silenzio. Gli altoparlanti diffondono nei vari settori - in lingua malgascia - l'omelia papale che un sacerdote nel frattempo traduce. «Chiunque non è in grado di vedere l’altro come un fratello, di commuoversi per la sua vita e la sua situazione, al di là della sua provenienza familiare, culturale, sociale, non può essere mio discepolo».

Cita il Vangelo di Luca insistendo sui temi della solidarietà e della fratellanza validi a qualsiasi latitudine, tanto in Madagascar, dove la miseria è al centro della disperazione quotidiana della quasi totalità della popolazione a dispetto delle enormi ricchezze del sottosuolo (che finiscono nelle tasche delle elite che detengono il potere), quanto in Europa o, in genere, in Occidente, dove il livello di benessere sembra anestetizzare la gente.

«La seconda esigenza ci mostra come risulti difficile seguire il Signore quando si vuole identificare il Regno dei Cieli con i propri interessi personali o con il fascino di qualche ideologia che finisce per strumentalizzare il nome di Dio o la religione per giustificare atti di violenza, di segregazione e persino di omicidio, esilio, terrorismo ed emarginazione».

Parla dall'Africa il Papa ma le sue parole sono destinate ad avere una gittata ben più ampia. La speranza è che siano accolte anche in Occidente dove sembra non esserci sempre consapevolezza del forte legame con questo continente. In questi giorni Francesco ha insistito molto su questo terreno. L'emergenza climatica, per esempio, è un rischio per il pianeta per la mancanza di una visione globale del problema. Le foreste che ogni anno vengono distrutte in Madagascar, per esempio, sono il frutto di politiche locali disennate che hanno impedito a diverse multinazionali straniere di agire indisturbate. La corruzione altissima ha fatto da detonatore e non è riuscita a mettere alcun argine al disastro. Lo stesso vale per le concessioni minerarie. La visione cristiana che impone ai fedeli l'adesione a Cristo e ai suoi principi evangelici fa da sfondo a tutti i discorsi che in questi giorni, nei vari appuntamenti, ha pronunciato Papa Francesco.

Anche alla messa nella spianata di terra rossa risuona l'imperativo di cambiare. «La vita nuova che il Signore ci propone sembra scomoda e si trasforma in scandalosa ingiustizia per coloro che credono che l'accesso al Regno dei Cieli possa limitarsi o ridursi solamente ai legami di sangue, all’appartenenza a un determinato gruppo, a un clan o una cultura particolare. Quando la parentela diventa la chiave decisiva e determinante di tutto ciò che è giusto e buono, si finisce per giustificare e persino consacrare alcuni comportamenti che portano alla cultura del privilegio e dell’esclusione (favoritismi, clientelismi, e quindi corruzione). L’esigenza posta dal Maestro ci porta ad alzare lo sguardo e ci dice: chiunque non è in grado di vedere l’altro come un fratello, di commuoversi per la sua vita e la sua situazione, al di là della sua provenienza familiare, culturale, sociale, non può essere mio discepolo».

In un altro passaggio è stato ancora più esplicito. Il Papa ha insistito che davanti alla dignità umana calpestata, «è vietato restare con le braccia conserte» o peggio ancora coltivare atteggiamenti fatalisti. «No: il credente tende la mano».

«Guardiamoci intorno quanti uomini e donne, giovani e bambini, soffrono e sono totalmente privi di tutto! Questo non fa parte del piano di Dio».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2019 4:35 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Gesù Cristo era ebreo e Israele è la terra degli ebrei

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2019 4:36 am

Un demente che dice di sentirsi offeso come cattolico perché qualcuno ha detto che Gesù Cristo era ebreo, mentre invece per lui era Dio.

https://www.facebook.com/MKLplague/vide ... 369578925/

"..Mi sono sentito un pò offeso.."
Intervento del consigliere comunale leghista (prima) e forza nuovista (poi) Fabio Tuiach in merito a Liliana Segre.


“Gesù l’ebreo, il rifiuto dilagante di una verità palese”
7 dicembre 2019

https://www.lastampa.it/vatican-insider ... oU7BdyGvxA


ROMA. Le parole pronunciate a Trieste il 18 novembre da un Consigliere Comunale di Forza Nuova (ed ex-Lega), "Mi sento offeso come cattolico” perché Lilliana Segre aveva detto che “Gesù era ebreo”, più che suscitare stupore per l’ignoranza totale della storia della propria religione, ci manda un segnale di allarme sullo stato generale di conoscenza delle origini del cristianesimo e il suo profondo radicamento nell’ebraismo.

Ha scritto Corrado Augias su La Repubblica il 30 novembre: “È accaduto più volte anche a me: se in pubblico si afferma che Gesù era un ebreo, figlio di ebrei, morto da ebreo, si notano a volte reazioni di evidente sconcerto. Eppure, le Scritture sono chiare: Gesù otto giorni dopo la nascita viene circonciso, siglando così secondo la Torah (la Legge) il suo patto con il Santo Benedetto”. E don Giuliano Savina, direttore per l’ecumenismo della Cei, che ha appena pubblicato un libro attualissimo “Formare la coscienza per affinare lo sguardo. L’urgenza permanente di una catechesi confessionale ecumenica e interreligiosa”, durante un’intervista a Vatican Insider del 12 settembre 2018 ci ha raccontato che quando era parroco a Milano i suoi parrocchiani sono ripetutamente rimasti “scioccati” quando rivelava loro la ovvia, risaputa verità che “Gesù non era un Cristiano, non è mai entrato in una chiesa. Era un Ebreo e frequentava la sinagoga”. Per poi proporre: “Anche noi visiteremo la sinagoga per sperimentare il modo in cui Gesù praticò la sua fede”.

Possiamo infatti affermare che queste avvilenti attestazioni di profonda ignoranza religiosa e storica segnalano non solo il basso livello culturale di alcuni parlamentari di certi partiti, che si estende trasversalmente a tutti i partiti politici italiani, ma toccano anche larghe fette della popolazione generale. Tra i tanti commenti che abbiamo sentito dopo la notizia di Trieste, c’è anche una surreale conversazione sentita al bar, “Ma certo che Gesù non era ebreo – era palestinese!” . Dice don Giuliano, “’Nostra Aetate’ e tutti i documenti successivi scritti dalla Chiesa cattolica per combattere l’antisemitismo e rafforzare i legami tra le due religioni fraterne sono rimasti sui libri a raccogliere polvere invece di essere tradotti nella vita quotidiana delle persone”.

Il quarto paragrafo del documento Conciliare “Nostra Aetate” di cui ricorre il cinquantacinquesimo anniversario l’anno prossimo prometteva l’inaugurazione di una nuova era di fratellanza e comprensione reciproca, ma mentre ai livelli alti delle gerarchie religiose sono stati fatti grandissimi passi in avanti, evidentemente i contenuti non sono penetrati con uguale vigore al livello base dei credenti, al “popolo”; i pregiudizi antisemiti che in questi giorni cerchiamo con tanto impegno di combattere riemergono anche a causa di un profondo analfabetismo storico e religioso.

Certo, i pregiudizi di origine teologica sono solo una espressione tra i tanti pregiudizi e le innumerevoli frottole antisemite che circolano intorno al bisogno eterno di trovare un capro espiatorio per sfogare le proprie rabbie, i malumori per l’economia, la burocrazia, e la mancanza generale di fiducia e speranza per un futuro migliore. Esistono perfino professori di filosofia di rinomate università che per decenni hanno insegnato la “verità” delle nefandezze contenute nel riconosciuto falso storico inventato ad arte dal governo dello Czar della Russia nei primi anni del novecento per incolpare gli ebrei di un fantomatico complotto per dominare il mondo intero, “i Protocolli dei Savi di Sion”, un libro che costituisce la fonte primaria di tutte le teorie complottistiche contro gli ebrei e la propaganda fascista e neonazista che portò nel secolo scorso all’orrore della “Soluzione Finale” e che oggi circola liberamente in Italia e in molti Stati Arabi dov’è addirittura un “best seller”, soggetto di popolari Soap televisive e che abbiamo sentito citato come testo credibile perfino al livello universitario e all’interno del Parlamento Italiano.

Segnalato un suo tweet al rettore dell’università da un giornalista attento ai social media, questo “Professore” è finalmente stato costretto a porre fine alla sua abominevole “attività” (ma quanti giovani menti ingenue avrà avvelenato in questi anni?).

Oggi sono riemerse ragnatele multiformi di antisemitismo, ma come coraggiosamente riconosciuto dai grandi protagonisti del Concilio Vaticano II, “l’insegnamento del disprezzo” praticato ai fedeli del cristianesimo ha per quasi duemila anni predisposto le menti ad accettare senza dubbio alcuno tutte le altre sprezzanti menzogne sul popolo e la fede dal quale è nato Gesù, i cui principi etici ancora oggi rappresentano il fondamentale corpus morale di ambedue queste religioni fraterne.

Il saggista e scrittore Wlodek Goldkorn ha scritto recentemente (su “L’Espresso”) “…e gli ebrei finiscono condannati perché il cristianesimo stenta a riconoscere per lunghi secoli le proprie radici giudaiche, anzi per esistere ne deve prendere le distanze.”

A dire il vero, molti passi significativi si stanno facendo, sebbene la necessità di proseguire lungo questo cammino diventa sempre più urgente e drammaticamente incalzante.

Lo scorso anno la Pontificia Università Gregoriana insieme con il suo Centro Cardinale Bea per gli Studi Giudaici, l’Istituto Biblico, e di concerto con la AJC-American Jewish Committee - ha organizzato il primo convegno internazionale e interreligioso ad altissimo livello di studiosi e esperti su “Gesù e i Farisei” di portata epocale con l’intento di sfatare il luogo comune che ricorre anche ai livelli più alti della Chiesa in cui la parola “fariseo” è venuta a simboleggiare tutto ciò che oggi si frappone e contrasta il messaggio e l’insegnamento di Gesù, spesso utilizzato a popolare come espressione di disprezzo nei confronti del popolo ebraico. È stato un evento molto seguito e partecipato, che è possibile rivedere anche oggi sul video che si trova sul sito dell’Istituto Cardinale Bea, e che ora costituisce anche la base di una mini-serie di trasmissioni sui farisei della Radio Vaticana (per ora solo in lingua tedesca) che sarà trasmesso durante le 4 domeniche dell’Avvento. Si chiama “Rettet di Pharisàer” (Salvate i Farisei) e inizia con una barzelletta riguardante una immaginata consultazione a Roma fra un Gesuita, un rabbino e un Pastore Protestante della durata di tre giorni; alla fine i tre annunciano: “Gentili Signore e Signori, abbiamo deciso di terminare la discriminazione contro i Farisei”.

Altri sviluppi positivi che evidenziano una presa di coscienza sui pericoli di un ritorno al passato includono il progetto dell’ambasciata americana presso la Santa Sede di organizzare una conferenza internazionale e interreligiosa a Roma a marzo 2020 per combattere l’antisemitismo riunendo le forze (“Partnering to combat Antisemitism”.) E in questi giorni il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti ha inaugurato il quarantesimo Colloquio ebraico-cristiano di Camaldoli parlando di “segnali preoccupanti di antisemitismo” che necessitano “la purificazione del linguaggio e la cura della memoria… indispensabili anche nella nostra catechesi, soprattutto nella nostra predicazione domenicale....”. E ancora, “per comprendere meglio la nostra fede cristiana è fondamentale il dialogo con l’ebraismo vivente”.

Si può costatare che l’impegno e la sfida della Chiesa quale riferimento e faro nella lotta contro l’antisemitismo rimane intatto: ma per porre rimedio alla dilagante ignoranza che si presta al condizionamento da antiche e nuove subdole e infide ideologie fuorvianti è auspicabile che questo impegno sia accompagnato da una riflessione sui metodi impiegati finora nella trasmissione del Magistero ecclesiale e che coinvolga sacerdoti, operatori di media cattolici, gli insegnanti di Religione nelle scuole, i responsabili delle parrocchie, della catechesi, della Cei, delle Pontificie Università che formano i futuri sacerdoti in tutto il mondo, dei Pontifici Consigli per la Cultura e per il Dialogo Interreligioso tra gli altri, chiedendosi se quei metodi siano davvero funzionali allo scopo prefisso o se invece non vadano ripensati. Ci siamo rallegrati dei progressi e della buona volontà di una grande parte del mondo cattolico istituzionale e non, abbiamo avuto un grande Papa, il Santo Giovanni Paolo II che ha compiuto indimenticabili gesti e dichiarazioni riguardanti la presa di coscienza degli errori del passato, e ci eravamo anche commossi. Ora però è urgente e necessario non abbassare la guardia; il riaffacciarsi di germi pericolosi per tutti, che portano con sé i fantasmi di un tragico passato, va estirpato prima che sia troppo tardi.

L’allarme in Europa è già alto e arriva da ambienti molto diversi come confermato dai numeri e dalle inchieste.

Secondo gli ultimi sondaggi in Germania tra il 2017 e 2018 gli episodi di odio antiebraico sono aumentati da 1.504 a 1.799, di cui il 90% commessi da militanti di estrema destra; in Francia sono stati registrati 6000 atti antisemiti solo lo scorso anno: un aumento del 74%, la maggior parte dei quali ad opera di islamisti radicali di provenienza di famiglie dell'immigrazione araba.

In Inghilterra l’antisemitismo è politicizzato e deriva da un odio viscerale nei confronti di Israele fomentato da una fetta consistente della sinistra politica cosidetta “politically correct”, spesso camuffato dall’espressione: “Legittima critica della politica di Israele”.

Nei paesi dell'est Europeo l'antisemitismo antico e "classico" di origine teologico - ancora non sconfitto - è alimentato da una storia del comunismo inquinata e distorta da bugie e mezze verità. Ovunque aumenta l’esodo di ebrei europei verso Israele, la patria sognata come rifugio dall’antisemitismo, da Theodor Herzl un centinaio di anni fa.

L’Italia ancora sostanzialmente si salva; la grande maggioranza della popolazione, del governo e della Chiesa è solidale. Vogliamo sperare anzi che si allarghi la sfera di questa preziosa solidarietà e che le buone intenzioni si trasformino sempre di più in atti concreti di educazione alla conoscenza, la coscienza e la verità.

*Rappresentante in Italia e presso la Sante Sede dell’AJC – American Jewish Committee



Commenti
https://www.facebook.com/groups/Fightin ... 6088632641

Sabrina Quattrini
Sabrina Quattrini Da questo articolo non emerge il fattore più importante secondo me da sottolineare. E cioè che, anche se alle alte sfere ecclesiastiche e negli incontri interreligiosi di alto livello si condanna l'antisemitismo, nelle chiese, in troppe purtroppo, si diffonde l'odio antisemita. I sacerdoti non sono stati edotti sul fatto che l'antisemitismo di origine cristiana è un nonsenso. Perchè è come buttar cacca addosso a colui al quale i primi cristiani si sono ispirati quando hanno fondato una nuova religione. Gesù è nato e morto da ebreo mentre Cristo non è mai nè nato nè morto, ma secondo i Vangeli, è risorto.
Ma Gesù e Cristo non sono la stessa persona. È evidente

Gino Quarelo
Sì Gesù Cristo era ebreo, un ebreo eretico, presuntuoso e blasfemo che si è creduto il Messia e il figlio di Dio.
L'antisemitismo è proprio cristiano e trova senso e giustificazione nel cristianismo o eresia cristiana che si contrappone radicalmente all'ebraismo classico, tradizionale o ortodosso che non è cristiano.
I cristiani si sentono il vero popolo eletto, i veri e buoni ebrei, e percepiscono gli ebrei non cristiani come i cattivi ebrei che non hanno riconosciuto in Cristo il Messia e il figlio di Dio e che anzi lo hanno rifiutato, perseguitato e arrestato e portato da Pilato che l'ha condannato e fatto uccidere; ebrei cattivi che poi hanno preferito salvare l'ebreo patriota uccisore di romani Barabba a Cristo il salvatore-messia-figlio di Dio e Dio stesso.
I primi cristiani erano tutti ebrei e furono perseguitati dagli ebrei rimasti ebrei e non cristianizzatisi; il primo martire ebreo cristiano fu Santo Stefano ucciso dagli ebrei non cristiani, ed è qui in questo momento e in questo ambito storico che nasce e si sviluppa l'antisemitismo cristiano in seno all'ebraismo e che poi si amplifica enormemente quando l'eresia cristiana esce da Israele e perde la sua ebraicità etnica e territoriale e viene assunta dai non ebrei che divengono così la quasi totalità dei cristiani che si contrappongono sempre più agli ebrei veri e propri rimasti ebrei.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ebraismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite