Rifugiati, asilanti, diritti umani, obblighi e realtà

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Messaggioda Berto » mer ott 17, 2018 9:37 pm

Gli negano l'asilo politico, ventiduenne del Gambia si toglie la vita
17 ottobre 2018

https://www.ilmessaggero.it/italia/asil ... nhbym-e7fo

Una immagine di Amadou Jawo tratta dal suo profilo Facebook. Amadou Jawo, un 22enne del Gambia che da due anni viveva in Italia, si è tolto la vita, impiccandosi al cornicione della casa a Castellaneta Marina dove viveva con altri connazionali

Doveva tornare nel suo paese di origine perchè gli avevano negato l'asilo politico e si sentiva un fallito. Sarebbe stata questa la molla che ha spinto Amadou Jawo, un 22enne del Gambia che da due anni risiedeva in Italia, a togliersi la vita impiccandosi al cornicione del terrazzo dell'abitazione che condivideva con alcuni connazionali, a Castellaneta Marina. Il gesto risale a lunedì scorso: a darne notizia è l'associazione Babele, che ha avviato una raccolta fondi per il rimpatrio della salma.

Fonti del Viminale spiegano che Amadou aveva un permesso di soggiorno con scadenza a marzo 2019 e viveva con alcuni connazionali. In Italia aveva chiesto lo status di rifugiato: gli era stato respinto il 7 dicembre 2016, ma lui aveva fatto ricorso e lo scorso 12 ottobre il giudice si era riservato riservato la decisione. Non era dunque detta ancora l'ultima parola. Riguardo ai motivi del gesto, le stesse fonti dicono che i suoi compagni, sentiti dai carabinieri, «hanno imputato il gesto a uno stato depressivo. Secondo gli inquirenti il 22enne aveva anche manifestato l'intenzione di tornare in Gambia, usufruendo dei rimpatri assistiti».

«Amadou - racconta una attivista di Babele - a 22 anni ha scelto di uccidersi. Aveva avuto un diniego. Qui in Italia, per la legge, non poteva più starci. Finisce così la storia di un ragazzo come tanti, su cui violenze ed anni di stenti avevano prodotto un dolore sordo, mai affrontato. Ora riportiamo la sua salma nel suo villaggio in Gambia». Il 22enne era stato prima in una struttura di accoglienza nel leccese e poi si era trasferito a Castellaneta Marina, dove svolgeva lavori saltuari. Dopo che gli era stato negato lo status di rifugiato «non riusciva a darsi pace». Due giorni fa, infine, il giovane è salito sul terrazzo dell'abitazione in cui viveva con altri ragazzi, si è legato una corda al collo e poi si è lasciato cadere.

A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione da parte del 118. «Riportiamo la sua salma nel suo villaggio in Gambia», è l'appello dell'associazione Babele, che ha acceso un conto corrente e sta raccogliendo donazioni con appelli diffusi anche tramite i social network. «Servono in pochi giorni - viene spiegato - circa 5mila euro per pagare l'agenzia funebre che si occupa dello spostamento. Il sogno di Amadou era tornare in Africa. Realizziamo insieme il suo ultimo desiderio». Nei giorni scorsi, c'erano state tensioni a Foggia, nelle campagne di Borgo Mezzanone, dove circa 50 migranti, secondo la denuncia dei sindacati di Polizia, per impedire l'arresto di un gambiano, avrebbero colpito due agenti, costringendoli a medicarsi in ospedale le ferite giudicate guaribili in 15 e 30 giorni. Lo straniero aveva chiesto asilo politico all'Italia.



Alberto Pento
Che serva di monito e di lezione a tanti africani che credono di poter fare i furbi e venire in Italia e in Europa a vivere alle nostre spese.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » dom ott 28, 2018 5:14 am

Dl Sicurezza, la rivoluzione: niente asilo se entri in Italia da irregolare
Claudio Cartaldo - Ven, 26/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93113.html

Il governo presenta un emendamento al dl Sicurezza riformulare i criteri per cui una "domanda di asilo" risulta "manifestamente infondata"

Il dl Sicurezza di Matteo Salvini è stato approvato dal Conisglio dei ministri e ora lo attende la prova del Parlamento.

Il pugno duro del ministro dell'Interno, sopratutto dal lato dell'immigrazione, ha fatto storcere il naso a molti, anche all'interno della maggioranza di governo. Non è un mistero l'opposizione di Roberto Fico ad alcune misure e tutta la truppa di parlamentari a lui fedeli potrebbero pensare a qualche sgambetto. Il comandante De Falco, per dirne una, ha fatto capire chiaramente chenon ritirerà le sue proposte di modifica al provvedimento.

Lo stesso Salvini si era detto pronto a modifiche migliorative in Parlamento, ma ha chiuso la porta a stravolgimenti. "I capisaldi di questo decreto rimangono tali - ha spiegato il leghista Molteni - l’articolo 1, l’articolo 10 e l'articolo 12, che sono gli elementi cardine del provvedimento, tali sono e tali rimarranno". Il M5S è avvisato: prima aveva presentato ben 81 emendamenti, poi un braccio di ferro con i colleghi di governo ha convinto il Movimento a ritirarli quasi tutti. Ma le soprese sono sempre dietro l'angolo.

Intanto, però, gli emendamenti presentati al decreto arrivano soprattutto dal governo e dalla Lega. L'ultimo in ordine di tempo potrebbe risultare una vera e propria rivoluzione. Il testo è stato depositato dal governo in commissione Affari costituzionali al Senato e prevede che se uno straniero si introduce illegalmente in Italia o vi rimane senza aver fatto richiesta d'asilo con tempestività, la sua domanda è considerata in automatico 'infondata' e quindi può essere rigettata.

L'intenzione governativa è quella di riformulare i criteri per cui una "domanda di asilo" risulta "manifestamente infondata". Fra questi motivi - si legge nell'emendamento - ci sono: i casi in cui il migrante abbia "sollevato esclusivamente questioni" non attinenti ai "presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale"; abbia rilasciato dichiarazioni "contraddittorie o incoerenti"; abbia "indotto in errore le autorità" con dati falsi sulla propria identità; provenga da stati inseriti nella lista dei "paesi sicuri"; si sia rifiutato di farsi prendere le impronte digitali.

Un altro emendamento, emerso nei giorni scorsi, riguarda invece proprio la formazione di una lista di "Paesi sicuri": chi proviene da uno di questi Stati, se passasse la modifica al dl, dovrebbe presentare le "prove" di non poter tornare nel suo Paese a causa di minacce alla sua incolumità.



Dl Salvini, "domanda di asilo infondata per i migranti che entrano illegalmente"
2018/10/26

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... ssion=true

È quanto prevede un emendamento governativo presentato in commissione Affari costituzionali al decreto legge Immigrazione e Sicurezza. La proposta fa riferimento alla direttiva Ue 32/2013, che prescrive una procedura accelerata cui può essere sottoposto il richiedente che entra irregolarmente in un Paese dell'Unione

I migranti che arrivano in Italia in maniera illegale non avranno diritto a presentare domanda di protezione internazionale. E’ quanto prevede un emendamento governativo presentato in commissione Affari costituzionali in Senato al decreto legge Immigrazione e Sicurezza, il cosiddetto Dl Salvini. La richiesta, si legge nel testo, “è manifestamente infondata” quando il richiedente è entrato illegalmente in territorio italiano oppure vi ha prolungato illegalmente il soggiorno. La proposta di modifica fa riferimento a quanto previsto dalla direttiva europea 32/2013, che prescrive una procedura accelerata cui può essere sottoposto il richiedente che entra irregolarmente in un Paese dell’Unione europea.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » gio nov 15, 2018 8:59 pm

Migranti economici, la Cassazione dice stop e dà ragione al Viminale
Ferruccio Pinotti
8 novembre 2018

https://www.corriere.it/cronache/18_nov ... dsiWlonErc

Problemi economici in patria del migrante: va respinta la domanda di protezione dello straniero.
Una sentenza della Cassazione depositata il 6 novembre (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 28226/18) in cancelleria ed analizzata dal portale giuridico Diritto e Giustizia dell’editore Giuffrè Francis Lefebvre , crea un precedente importante in una delicatissima materia quale quella dell’immigrazione.
La sentenza sancisce altresì la vittoria per il Ministero dell’Interno su un fronte finora problematico, anche giuridicamente.

I problemi in patria non bastano

La Corte di Cassazione, nel caso specifico, esclude qualsiasi possibile forma di tutela in Italia nei confronti di un cittadino del Mali, che dopo aver visto accolte le proprie ragioni in primo grado, le ha viste bocciate in secondo. Ed ora anche in terzo grado. Secondo la sentenza è impossibile parlare di «situazione di vulnerabilità» alla luce di ragioni di natura economica. Irrilevante anche la presunta rescissione dei legami sociali nel Paese di origine. I problemi economici in patria non sono elementi sufficienti per rendere legittima la domanda di protezione presentata dallo straniero approdato in Italia. Effimera la vittoria iniziale in Tribunale per un cittadino del Mali, Sacko Mokola. Difatti, mentre in primo grado gli veniva riconosciuta «la tutela umanitaria», in Corte d’Appello i Giudici escludono categoricamente «qualsiasi forma di protezione». E questa decisione – ritenuta soddisfacente dal Ministero dell’Interno, ovviamente – è confermata ora dalla Cassazione, che respinge definitivamente le ultime obiezioni proposte dallo straniero.

Reddito e diritti umani

I Giudici del Palazzaccio ricordano che «la condizione per il rilascio di un permesso di natura umanitaria risiede nella valutazione di una situazione concreta di vulnerabilità da proteggere, alla luce degli obblighi costituzionali e internazionali gravanti sullo Stato italiano» e riferita ad «elementi strettamente personali» e connessa alla «grave violazione dei diritti umani» nel Paese di provenienza dello straniero. E all’interno di questo quadro non si può parlare di «situazione di vulnerabilità», aggiungono i Giudici, con riferimento a «ragioni di natura economica o di ripartizione della ricchezza tra la popolazione».
La Corte nega che «il rimpatrio possa determinare la privazione della titolarità e dell’esercizio dei diritti umani al di sotto del nucleo ineliminabile costitutivo dello statuto della dignità personale (Cassazione n. 4455 del 2018»). E per chiudere il cerchio viene anche respinto il richiamo fatto dallo straniero alla presunta «rescissione dei legami sociali» causata dalla «lontananza dal Paese di origine, tenuto conto, peraltro, che il ricorrente ha affermato di esser coniugato e padre di tre figli residenti in Mali».

Ecco il link al portale del portale: “Diritto e Giustizia”, quotidiano di informazione giuridica online (www.dirittoegiustizia.it) di Giuffrè Francis Lefebvre http://www.dirittoegiustizia.it/news/8/ ... aniero.htm
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » lun dic 17, 2018 9:02 pm

Onu approva il Global Compact sui rifugiati. Anche l'Italia vota a favore
Agostino Corneli - Lun, 17/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/onu ... 18003.html

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il documento a larghissima maggioranza. Solo due i Paesi contrari: Stati Uniti e Ungheria

C'è un altro Global Compact che in questi giorni è passato al vaglio della comunità internazionale: quello sui rifugiati.

E oggi, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo ha approvato a larga maggioranza. Sono solo due i Paesi che hanno respinto l'accordo internazionale: Stati Uniti e Ungheria. Tre gli Stati che sino astenuti. L'Italia, che non ha voluto adottare il Global Compact sui migranti, ha invece votato a favore di quest'altro documento internazionale.

L'atto approvato dall'Assemblea Generale Onu pone una serie di obiettivi, fra i quali spiccano il miglior accesso ad assistenza sanitaria e istruzione per i rifugiati nei Paesi d'approdo. Come il Global Compact sui migranti firmato a Marrakech, anche il documento approvato oggi dall'organo Onu non è legalmente vincolante.

L'atto serve a offrire una cornice giuridica e politica comune a tutti gli Stati del mondo per la gestione dell'accoglienza dei rifugiati. Nel documento approvato non sono previste quote di accoglienza per i singoli Paesi. Ma, anche in questo caso, il dubbio rimane: se non è vincolante, perché firmarlo? Dubbi che avevano alimentato il "no" della Lega in seno al governo italiano per il Global Compact sui migranti, ma che invece non sembrano aver interessato su quello per i rifugiati.

Ed effettivamente, l'accordo sui rifugiati ha attirato molto meno le attenzioni dei media e anche quelle dei politici. Mentre il Global Compact su migranti è stato bocciato da diversi Paesi, alcuni decidendo di posticipare il voto, altri decidendo di non approvarlo, come ha fatto anche l'Italia, quello sui rifugiati non ha avuto lo stesso peso. Coerenti, in questo senso, solo gli Stati Uniti di Donald Trump e l'Ungheria di Viktor Orban, che hanno deciso di non approvare entrambi i documenti delle Nazioni Unite.

Alberto Pento
Un plauso agli USA e all'Ungheria
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » lun dic 17, 2018 9:03 pm

Stretta dell'Austria sui rifugiati: "Di notte non possono andarsene in giro"
Giorgia Baroncini - Lun, 17/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/str ... 17510.html

Dalle ore 22 scatterebbe l'obbligo di permanenza all'interno degli edifici predisposti fino alle ore 6 del mattino seguente. Saranno incrementati anche i controlli

Obbligo di permanenza all'interno delle strutture predisposte nell'orario notturno per tutti i rifugiati e richiedenti asilo sotto la supervisione dello Stato.

È la misura alla quale sta lavorando il governo dell'Austria.

Il vicecancelliere Heinz-Christian Strache (FPOe), durante il talk televisivo In Zentrum trasmesso dalla televisione di Stato austriaca, ha spiegato che le regole da attuare sarebbero simili a quelle che ci sono "nell'esercito federale" o in una "casa di cura". Dalle ore 22 scatterebbe l'obbligo di permanenza all'interno degli edifici predisposti fino alle ore 6 del mattino seguente. Se la misura verrà attuata saranno incrementati anche i controlli alle strutture.

Secondo il cancelliere austriaco Sebastian Kurz (OeVP) questo divieto non è legalmente possibile. Ora il ministro degli Interni dovrà redigere "regole più chiare".
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mar apr 23, 2019 8:56 pm

Restiamo umani!

amiamoci, rispettiamoci, proteggiamoci, difendiamoci

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Proteggiamo e difendiamo la nostra umanità e i nostri diritti umani universali, naturali e civili,
ciò è a fondamento dei valori e dei doveri umani universali, naturali e civili.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mar apr 23, 2019 8:56 pm

Sul 'delitto di solidarietà' e i limiti del diritto di asilo - stato - dottrina - - Sul 'delitto di solidarietà' e i limiti del diritto di asilo
25/06/2018

https://www.federalismi.it/nv14/articol ... co%3C/b%3E

La “crisi migratoria” che ha investito l’Europa a partire dal 2014 ha posto le politiche di immigrazione e di asilo al centro dell’agenda europea. L’impressione che si trae dalle misure di recente adottate dall’Unione europea e da alcuni governi, europei ed extra-europei, è quella di azioni volte prevalentemente al controllo del fenomeno migratorio ed alla riduzione dell’immigrazione irregolare, piuttosto che alla tutela dei migranti e dei richiedenti asilo.

In un contesto di aspra contrapposizione politica, di crescenti movimenti anti-immigrazione, a volte persino di “criminalizzazione” dell’immigrazione irregolare, anche la portata delle tutele connesse all’istituto dell’asilo rischia di essere gravemente ridotta.
In particolare, la condanna delle condotte poste in essere da associazioni di volontari o da singoli individui che, mossi da sentimenti di solidarietà, svolgono attività di assistenza e di consulenza in favore dei richiedenti asilo è suscettibile di pregiudicare l’effettività del diritto di asilo, in quanto l’ingresso ed il soggiorno dei richiedenti asilo nel territorio dello Stato di rifugio trovano spesso un fondamentale supporto nell’azione svolta dalla società civile.

Recenti decisioni hanno riportato al centro del dibattito il cosiddetto “delitto di solidarietà”, volto a punire le condotte di coloro che, per scopi umanitari, prestano aiuto ai richiedenti asilo e ai migranti irregolari, assimilandole a quelle dei trafficanti di uomini o delle organizzazioni criminali volte a facilitare l’ingresso irregolare di migranti a scopo di lucro. Gli attuali sviluppi del fenomeno migratorio ci inducono ad occuparci della punibilità della condotta di coloro i quali agevolano l’ingresso e/o il soggiorno irregolare di un richiedente asilo nella specifica prospettiva del diritto internazionale e dell’Unione europea. A tal fine, una precisazione appare doverosa. La posizione del soggetto richiedente asilo è del tutto peculiare; essendo essa tesa ad ottenere lo status di rifugiato, e le tutele che ne conseguono, viene vantata da una moltitudine di soggetti, sebbene non tutti ne abbiano titolo.
È solo l’accertamento ad opera di specifiche commissioni che consente di verificare se la posizione vantata dal migrante corrisponda effettivamente a quella di rifugiato. Ne consegue che il soggetto che aiuta in buona fede uno straniero, il quale si pretenda richiedente asilo, a fare ingresso o a soggiornare irregolarmente sul territorio statale, non può avere esatta contezza del reale status di colui che usufruisce dell’aiuto. Questa circostanza può aver influito sulla scelta operata da alcune autorità di inibire, in via generale, le condotte solidaristiche, assimilando l’aiuto fornito ai richiedenti asilo a quello prestato alle altre categorie di migranti irregolari… (segue)

https://www.federalismi.it/ApplOpenFile ... a%2B%2D%2B
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » mar apr 23, 2019 8:57 pm

L'ultima sentenza della Cassazione: "Accogliere i migranti gay se a rischio nel loro Paese"
Stefano Damiano - Mar, 23/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 83617.html

Per la Suprema Corte prima di negare lo Status occorre accertare che nei Paesi d'origine non ci siano leggi discriminatorie e una "adeguata tutela" per i gay

La Cassazione ha accolto il ricorso di un cittadino della Costa d'Avorio aprendo una nuova pagina nel riconoscimento dello status di rifugiato a seguito di discriminazioni di tipo sessuale.

Secondo la sentenza della Suprema corte, prima di negare lo status di rifugiati ai migranti che dichiarano di essere omosessuali e di rischiare la vita se rimpatriati a causa del loro orientamento sessuale, deve essere accertato dalle autorità competenti che nei Paesi d'origine non solo non ci siano leggi discriminatorie; inoltre occorre anche verificare vi sia una "adeguata tutela" per i gay ad esempio se colpiti da "persecuzioni" di tipo familiare.

A Bakayoko Aboubakar S. fu negato lo status di rifugiato politico nonostante la persecuzione nei suoi confronti nel Paese di origine. Il cittadino ivoriano, musulmano, coniugato con due figli, era oggetto “di disprezzo e accuse da parte di sua moglie e di suo padre”, l'imam del villaggio, a causa di una relazione omosessuale intrattenuta con il partner, successivamente “ucciso in circostanze non note, a suo dire ad opera di suo padre”. Pertanto Bakayoko Aboubakar S. aveva deciso di fuggire ma lo status di rifugiato gli era stato negato dalla Commissione territoriale di Crotone, perché “in Costa d’Avorio al contrario di altri stati africani, l’omosessualità non è considerata un reato, ne lo Stato presenta una condizione di conflitto armato o violenza diffusa”. Ma il fatto che non vi sia una legge discriminante non è sufficiente e, pertanto, è essenziale accertare una "adeguata tutela" per i gay ad esempio se colpiti da "persecuzioni" di tipo familiare.

Ora la Cassazione ha accolto il suo ricorso intimato allo Stato italiano di concedere lo status di “protezione” all'ivoriano
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » dom giu 02, 2019 8:13 am

"Immigrazione e multiculturalismo Il silenzio degli «accoglienti»"
Da Il Corriere del 25/05/2019
Ernesto Galli della Loggia

https://alleanzacattolica.org/immigrazi ... t.facebook

Vi sono libri importanti in ragione del loro argomento e del modo in cui esso viene trattato, oppure in ragione di qualche peculiarità del loro autore, e vi sono libri, poi la cui importanza dipende da un’altra ragione ancora: dal clamore straordinario o all’opposto dal silenzio sospetto che li accoglie. Il libro di Raffaele Simone L’ospite e il nemico (Garzanti) ha la singolarità di segnalarsi per tutti e tre i motivi ora detti: non solo perché tratta di un tema chiave come la grande migrazione dal Sud del mondo di cui l’Europa è la meta da anni, ma perché il tema stesso, a differenza di tante altre pubblicazioni analoghe, è svolto in modo quanto mai documentato e soprattutto con una totale spregiudicatezza; infine perché dell’uscita del libro nessuno ma proprio nessuno ha mostrato di accorgersi. Un silenzio davvero singolare per non autorizzare un dubbio: e cioè che il mainstream culturale devoto al politicamente corretto — il Club Radicale come viene definito in queste pagine — abbia così voluto punire chi mostrava di non tenere alcun conto delle sue fisime e dei suoi tabù. Soprattutto perché chi osava tanto era uno studioso come Simone — il quale, lo ricordo, professionalmente è un linguista — la cui produzione di saggistica politica si è sempre mossa in una prospettiva schiettamente di sinistra. E che dunque oggi al suddetto Club deve essere apparso un transfuga, un traditore.

Che cosa sostiene di così scandaloso per il benpensante progressista il libro di cui stiamo parlando? Innanzitutto un criterio di metodo: «Non c’è nessun immigrato, in quanto persona, leggiamo, che visto da vicino, non susciti compassione e impulso al soccorso (…). Ma si possono osservare i fenomeni collettivi persona per persona?». Simone non ha dubbi: non è possibile. L’immigrazione verso l’Europa è un evento di una tale vastità potenziale che, incontrollato, non potrebbe che condurre questa parte del mondo a un’autentica catastrofe, più o meno analoga a quella rappresentata a suo tempo dalle invasioni barbariche. Si tratta di una presa di posizione niente affatto ideologica: infatti è davvero impressionante, in proposito, la vasta e varia documentazione, la quantità di notizie, di dati, di fatti di cronaca, circa le conseguenze negative già in atto o assai prevedibili contenute nel libro. Il cui autore, proprio perciò, sottolinea come siano a dir poco sorprendenti lo «spesso clima di ipocrisia e di falsità», «la sceneggiatura irenico-umanitaria» e la «sconsiderata rilassatezza» delle politiche migratorie praticate finora: attuate «quasi tutte — si aggiunge — contro il parere del popolo». Ce n’è abbastanza, come si vede, per giustificare la censura decretata al libro dal Club Radicale.

Sono due i principali obiettivi della polemica di Simone, dura quanto lucidamente argomentata. Il primo è l’insulsa colpevolizzazione che da tempo l’Europa va facendo del proprio passato, alimentando un vero e proprio odio di sé che in particolare il suo ceto politico-intellettuale e la sua scuola non si stancano di accrescere, costruendo l’idea di un debito che il continente sarebbe oggi chiamato giustamente a pagare, ad espiazione delle sue passate malefatte verso i popoli del Sud del mondo, sotto forma per l’appunto di un indiscriminato obbligo di accoglienza.

Ne è nata una vera e propria «cultura del pentimento e della discolpa» ormai diffusa in tutta la sfera pubblica occidentale, che conduce a considerare ad esempio come delittuosa «islamofobia» ogni pur ragionata valutazione critica della religione e della cultura islamiche. Arrivando, ad esempio, perfino al caso di indagini di polizia che in più occasioni tacciono l’origine islamica dell’indagato per il timore d’incorrere nell’accusa di razzismo. Secondo Simone si tratta di un indirizzo ideologico che, appunto per la «bramosia di penitenza» di cui si sta parlando, tende alla fine a cancellare il carattere fondamentale dell’identità europea, fondata sull’assoluta peculiarità del binomio Cristianesimo-Illuminismo e dei suoi mille esiti positivi rispetto a qualunque altra cultura. Sfidando il politicamente corretto l’autore ha il coraggio di porsi una domanda decisiva: «Cosa vogliamo preservare da qualunque rischio di alterazione? (…) Ci sono valori europei (corsivo nel testo) che bisogna assolutamente proteggere?».

Il secondo dei due principali bersagli del libro è la latitudine tendenzialmente indiscriminata del concetto di accoglienza, che è stato il criterio morale di fondo a cui il politicamente corretto occidentale si è fin qui sentito in dovere di guardare, sia pure con le inevitabili incertezze e contraddizioni del caso.

Ricordando come nell’antichità indoeuropea ospite e nemico fossero indicati dalla stessa parola (ne è rimasta traccia in latino: hospes/hostis) Simone fa una distinzione assai importante. Un conto è il diritto all’ospitalità, cioè ad essere accolto temporaneamente in un luogo e con il beneplacito dell’accogliente — secondo il modello così diffuso in moltissime culture — un conto ben diverso è il presunto diritto a stabilirsi dove uno vuole, indipendentemente dalla volontà (e dal numero!) di chi in quel luogo abita da tanto tempo, avendovi magari profuso da generazioni lavoro e cura per renderlo ciò che esso è oggi. Senza dire che quando parliamo di ospitalità intendiamo da sempre quella riservata ad una sola persona o ad un piccolo gruppo, non di certo a una massa. In questo caso sembra davvero più appropriato parlare al limite di invasione anziché di ospitalità.

Presumere che esista un diritto all’accoglienza illimitata comporta logicamente né più né meno che teorizzare la cancellazione virtuale dei confini: cioè di qualcosa che l’autore stesso definisce «una necessità etologica dei gruppi umani».

Naturalmente nessun «accogliente» ha il coraggio politico e intellettuale di trarre una simile conseguenza dalla propria posizione. La retorica serve per l’appunto a rimediare a questa falla dispiegando le sue armi, quelle che Simone chiama per l’appunto le «retoriche dell’accoglienza» (da «siamo stati tutti migranti e siamo tutti meticci» a «dall’arrivo dei migranti abbiamo da trarre solo vantaggi» e così via seguitando). Retoriche che egli smonta una per una, con precisione, con i fatti, ragionando. Un libro assolutamente da leggere, insomma, non foss’altro che per discuterlo: proprio come al Club Radicale non piace mai fare con chi non la pensa come lui.
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Re: Refuxà, axiłanti, diriti omàni, obligasion e reałixmo

Messaggioda Berto » lun giu 03, 2019 2:09 am

Così quel tribunale "buonista" ha dato protezione al pakistano di Viterbo
Gabriele Laganà - Sab, 01/06/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... VmKuyk4yR4

Il pachistano arrestato stamane a Viterbo era regolare in Italia per sentenza del tribunale di Firenze. A presiedere la sezione che ha deciso è stato un magistrato favorevole all'accoglienza degli immigrati

Il pachistano finito in manette stamane a Viterbo con l’accusa di violenza sessuale su due ragazzine di 11 e 13 anni era regolare sul territorio nazionale per decisione del tribunale di Firenze.

Lo straniero, infatti, aveva ottenuto la protezione dichiarando di essere omosessuale.

L’ordinanza a favore dell’extracomunitario è del 5 aprile 2017. Nel primo semestre di quell’anno, secondo fonti del Viminale, il tribunale toscano aveva accolto l’87,5% dei ricorsi di chi non vuole lasciare l’Italia.

È proprio in questo tribunale che, ad agosto 2017, è stata istituita la sezione specializzata sull’immigrazione presieduta dalla dottoressa Luciana Breggia, relatrice della sentenza che ha escluso il Ministero dell’Interno dal giudizio sull’iscrizione anagrafica di un immigrato.

La dottoressa Breggia è il magistrato che ha partecipato a dibattiti con le Ong, presentato un libro contro i respingimenti e i porti chiusi e in un dibattito sul tema “Migranti alla frontiera dei diritti. Una questione storica-giuridica-culturale” dell’8 aprile 2019 ha sostenuto che “nessuno è clandestino sulla terra”. La Breggia, inoltre, viaggio in Italia per denunciare quello che per lei è la "deumanizzazione delle migrazioni".

A marzo, ad esempio, aveva rilasciato una lunga intervista a Famiglia Cristiana nella quale ha raccontato di girare "molto per le scuole" d'Italia per sensibilizzare su certi temi e di scrivere di "quegli uomini ridotti in condizione di schiavi". Nelle occasioni pubbliche non ha paura di dichiararsi contraria ai centri di accoglienza straordinaria che definisce "limbo di insicurezza". "Ci sono casi di richiedenti asilo che sono letteralmente impazziti durante la lunga attesa, anche a causa delle gravi situazioni dei familiari rimasti in loco, storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, storie di enorme sofferenza".

Nel primo semestre del 2017, su 41 ricorsi presentati dai richiedenti asilo la sezione da lei presieduta ne ha accolti 35. Nel 2018-2019, fino ad ora, non si è pronunciata su alcun ricorso.

"Dietro quelle pratiche, quei fascicoli, c'è la storia umana del nostro tempo - ha spiegato il magistrato in una recente intervista - non sono numeri, ma persone e spesso dietro a queste persone ci sono altre persone in bilico, in pericolo".

Lo scorso 15 maggio, la Breggia ha emesso una sentenza con cui ha negato al ministero dell'Interno la possibilità di impugnare una decisione del tribunale di Firenze che aveva precedentemente disposto l'immediata iscrizione all'anagrafe del Comune di Scandicci di un richiedente asilo somalo. "Ogni richiedente asilo, una volta che abbia presentato la domanda di protezione internazionale - aveva deciso lo scorso marzo il giudice Carlo Carvisiglia -deve intendersi comunque regolarmente soggiornante, in quanto ha il diritto di soggiornare nel territorio dello Stato durante l'esame della domanda di asilo".

In sostanza, con questo verdetto è stato tolta al Viminale la possibilità di opporsi alla sentenza e ha lasciato ai sindaci la completa autonomia di decisione contrastando quello che al ministero definiscono "un orientamento giurisprudenziale consolidato".

Per quanto riguarda la situazione del pachistano arrestato stamane a Viterbo, la commissione territoriale aveva respinto la richiesta di asilo dell’extracomunitario ma l’immigrato aveva fatto ricorso. Tenuto conto della gravità dei fatti, grazie al Decreto Sicurezza, verrà richiesta alla Commissione nazionale la revoca del permesso che comunque scade il 24 luglio 2019. E così, fatte salve le esigenze cautelari, il pachistano potrà essere espulso dall’Italia.

All’attacco della sentenza del tribunale di Firenze che ha dato protezione al pachistano è andato anche il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. "La terribile vicenda di Viterbo, dove un immigrato pakistano ha violentato due 14enni, è ancora più ripugnante pensando al fatto che questo individuo era stato accolto in Italia in quanto si era dichiarato omosessuale e per questo a rischio nel caso fosse rimandato in Pakistan. Ora in Pakistan tornerà subito perché verrà espulso e a questo punto affari suoi se correrà rischi o meno, la cosa non ci riguarda. Ma resta il dramma di queste sue bambine violentate e la preoccupazione pensando che altre migliaia di immigrati avranno ottenuto la medesima protezione semplicemente dichiarando di essere omosessuali. Adesso però auspico che la sezione del Tribunale di Firenze che nell’aprile 2017 ha concesso la protezione a questo individuo, e che nel primo semestre del 2017 ha accolto l’87,5% delle domande di protezione, rifletta sulle conseguenze tragiche delle loro scelte, di cui sono responsabili".



Boom di migranti "omosessuali". Iscritti all'Arcigay per avere asilo
Claudio Cartaldo - Mar, 06/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... KS1U-gPikE

Boom di migranti che si dichiarano omosessuali per ottenere lo status di rifugiato. Alcuni si iscrivono anche all'Arcigay. Grimoldi (Ln): "rischiamo che venga riconosciuto lo status di rifugiati a decine di migliaia di immigrati che altrimenti verrebbero espulsi"

Gli immigrati ormai han capito come ottenere lo status di rifugiato. Le commissioni territoriali sono chiamate a "scoprire" tra le persone in fuga dalla guerra quelle che si fingono deportate, perseguitate, condannate a morte.

E sono tante. Tantissime. Alcuni mesi fa una mediartice culturale aveva raccontato al Giornale.it che il più delle volte le storie dei migranti si assomigliavano. Spesso inventate di sana pianta: chi diceva di non avere più una famiglia in Patria, chi di essere sotto tiro del governo di turno. Ultimamente però per ottenere lo status di rifugiati in molti si dichiarano gay e dicono di provenire da uno dei tanti Paesi islamici (africani o mediorientali) dove si applica la shaaria che prevede il carcere o addirittura la pena capitale per gli omosessuali.


I migranti dicono di essere gay

L’allarme nei giorni scorsi è stato lanciato dagli operatori delle Marche dove c’è stata un’impennata di ‘outing’: in pratica quasi tutti i richiedenti asilo, nel presentare la domanda, hanno detto di essere omosessuali. Sembra che gli immigrati abbiano ricevuto un’imbeccata, qualcuno vocifera da addetti dell’Unhcr: visto che le loro domande sarebbero state respinte, trattandosi di semplici migranti economici, gli sarebbe stato suggerito di dichiararsi omosessuali. E così hanno fatto. E stanno facendo. Facile prevedere che in questo modo quel misero 5% di domande di asilo accolte con questo escamotage si impennerà, magari arrivando anche al 50%.


La denuncia della Lega Nord

A protestare è la Lega Nord, con il parlamentare lombardo Paolo Grimoldi che annuncia un’interrogazione immediata al ministro Alfano: “A questo punto rischiamo che venga riconosciuto lo status di rifugiati a decine di migliaia di immigrati che altrimenti verrebbero espulsi. Alla ripresa dei lavori parlamentari presenterò al ministro degli Interni un’interrogazione per sapere quanti sono i richiedenti asilo che nel presentare domanda di protezione si sono dichiarati omosessuali. Vogliamo sapere quante sono le domande accolte e se sono state fatte delle verifiche sulla veridicità di queste dichiarazioni.” Ma il Carroccio punta l’indice anche su un’altra questione. “In un’intervista su Repubblica, un immigrato del Gambia diventato rifugiato in quanto gay spiega di essersi iscritto all’Arcigay. Ecco – sottolinea Grimoldi - il fatto che un immigrato dica di essersi subito iscritto all’Arcigay fa già capire che con questo escamotage il Governo ci riempirà di immigrati, facendo la felicità e la ricchezza delle cooperative sue amiche, e il Pd farà pure il pieno di voti. Poi se i vari provvedimenti per velocizzare la concessione della cittadinanza venissero approvati ci ritroveremmo improvvisamente decine di migliaia di ‘nuovi italiani’, iscritti all’Arcigay, ed elettori del Pd. Hanno proprio ragione quelli che sostengono che l’immigrazione è un’opportunità da sfruttare: lo è davvero, ma per il Pd…”
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