Abusivismo edilizioAbusivismo, ricorsi e tragedia: il Comune finse di non vedereAngelo Scarano - Lun, 05/11/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 97093.htmlGià nel 2011 il Comune di Casteldaccia avrebbe potuto eseguire l'ordine di demolizione per la villetta abusiva
"Indaghiamo per disastro colposo e omicidio colposo. Siamo nelle primissime fasi delle indagini e nei prossimi giorni, quindi, potrebbero esserci degli aggiornamenti. Al momento si procede contro ignoti.
L'abusivismo è il principale colpevole e lo sottolineo". Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che indaga sulla strage di Casteldaccia non ha dubbi: il colpevole è l'abusivismo.
Ma chi è che avrebbe dovuto contrastare l'abusivismo? Il Comune. Che ora finisce nella bufera. Perché se è vero che nel 2008 il ricorso al Tar aveva allungato i tempi, è anche vero che tre anni dopo, come scrive Repubblica, il Comune di Casteldaccia avrebbe potuto eseguire l’ordinanza di demolizione per la villa abusiva.
Questo perché alla fine del 2011 il Tar si era pronunciato sul ricorso e aveva emesso un decreto di "perenzione", che scatta per l'inattività delle parti dopo due anni. Non solo. Il Comune, come ricostruisce Repubblica, non si era costituito in giudizio e per questo non aveva ricevuto comunicazione dell’esito del procedimento.
Circostanze che smentiscono il sindaco Giovanni Di Giacinto che ieri affermava che il Tar non si fosse neanche pronunciato.
https://it.wikipedia.org/wiki/Abusivismo_edilizio In Italia l'abusivismo edilizio ha assunto proporzioni di scarso paragone con altre realtà continentali, giungendo ad assumere una rilevanza sociale ai limiti dell'ordinarietà. La stessa percezione di illegalità del fenomeno, dato anche il numero di nuclei familiari che vi hanno o vi hanno avuto coinvolgimento, è considerata incredibilmente talmente tenue che il reato commesso non comporta reazioni di riprovazione sociale per rilevanti quote della popolazione. Questo malcostume in Italia ha danneggiato e continua a danneggiare l'economia, il paesaggio e la cultura della legalità e del rispetto delle regole.
Se nella prima metà del Novecento si portarono a compimento diverse importanti trasformazioni nella previsione legale delle materie riferite agli immobili e nella gestione del territorio, dopo la seconda guerra mondiale si ebbero le prime ondate di diffusa edificazione in spregio delle normative urbanistiche ed edili.
La mappa dell'abusivismo edilizio in ItaliaDaniele Ferri
2018/11/05
https://www.lettera43.it/it/articoli/cr ... lia/225129 Dal 2004 a oggi, dopo l'ultimo condono, la lotta contro l'abusivismo edilizio in Italia è stata combattuta con armi spuntate. La strage di Casteldaccia in Sicilia, dove nove persone hanno perso la vita per l'ondata di piena del torrente Milicia, in una villetta che poteva e doveva essere demolita già sette anni fa, ha riacceso l'attenzione dell'opinione pubblica su un fenomeno drammatico, fotografato da Legambiente nel rapporto "Abbatti l'abuso", presentato proprio a Palermo a settembre del 2018. Perché le case abusive nel nostro Paese non vengono quasi mai rase al suolo?
PRESCRIZIONI CHE RESTANO INAPPLICATE
In Italia l'immobile abusivo colpito da un'ordinanza di abbattimento che non viene eseguita entro i 90 giorni successivi diventa, secondo la legge, a tutti gli effetti di proprietà del Comune. L'ente municipale deve demolirlo in danno dell’ex proprietario, oppure destinarlo a usi di pubblica utilità. Legambiente segnala però che negli uffici comunali preposti quasi nessuno applica queste prescrizioni, visto che rispetto ai 57.432 abusi non demoliti censiti dall’associazione solo 1.850 (appena il 3%) sono stati acquisiti al patrimonio comunale. Un'inerzia compiacente, che rischia di diventare addirittura complice. Il risultato, infatti, è che le case rimangono nella disponibilità degli abusivi, che ne godono senza alcun titolo e spesso senza oneri. La villetta di Casteldaccia travolta dalla piena del Milicia era stata persino data in affitto, circa due anni fa, alla famiglia vittima della tragedia.
CAMPANIA MAGLIA NERA, FRIULI VENEZIA GIULIA AL TOP
La situazione è particolarmente critica al Sud. In Campania, negli ultimi 14 anni, è stato abbattuto solo il 3% delle case abusive oggetto di ordinanza a livello regionale. In Calabria solo il 6%, in Puglia il 16,3% e in Sicilia il 16,4%. Il Friuli Venezia Giulia, al contrario, è la regione che ha eseguito il maggior numero di ordinanze di demolizione: 65,1%. Secondo Legambiente risultano buoni, pur collocandosi sotto il 50%, i risultati della Lombardia (37,3%), del Veneto (31,5%) e della Toscana (24,8%). Mettendo a confronto le diverse parti d'Italia, l'Istat ha certificato che l'indice di abusivismo edilizio tocca il 49,9% del patrimonio immobiliare al Sud, il 20,7% al Centro e il 5,9% al Nord.
NON SEMPRE È UN PROBLEMA DI SOLDI
Occorre inoltre sfatare un mito. Si dice spesso che in Italia le case abusive non vengono demolite per mancanza di risorse economiche. I proprietari sui quali ci si dovrebbe rivalere sono al verde (almeno formalmente) e i bilanci dei Comuni sempre in rosso, mancano le alternative. Non sempre è così. Basti pensare che, come scrive Il Sole 24 Ore, risulta utilizzato solo al 55% il Fondo per la demolizione delle opere abusive creato dalla Cassa depositi e prestiti. Dal 2004 a disposizione dei sindaci ci sono 50 milioni di euro, su un Fondo rotativo che anticipa tutte le spese con commissioni minime da restituire al recupero dei costi o comunque entro cinque anni. A questo strumento, però, si è fatto ricorso per un importo medio di 509 mila euro. Una goccia nel mare: solo 120 domande pervenute nel 2014, la metà nel 2013. Del resto, al 31 dicembre 2016, i circa 25 milioni già assegnati risultavano ancora non erogati. L'assegnazione dei fondi, infatti, avviene dopo che il Comune interessato presenta a Cdp tutti gli atti che dimostrano la regolarità della decisione di demolire. I soldi, invece, arrivano solo dopo l'effettiva rimozione dell'abuso, con la fattura dell'impresa esecutrice. Il denaro, quindi, resta bloccato, perché la demolizione non si realizza quasi mai: un cane che si morde la coda.
SOLTANTO NEL 2016 CENSITI 17 MILA ABUSI EDILIZI
Nel frattempo, nel solo 2016, tra nuove costruzioni e ampliamenti di edifici già esistenti gli abusi edilizi commessi in Italia sono stati circa 17 mila. Secondo le stime del Cresme, citate dall'Agenzia Giornalistica Italia, i luoghi interessati vanno da Terracina a Civitavecchia, da Palermo al Salento, dalla Liguria all'arcipelago della Maddalena in Sardegna, dalle spiagge del Barese a quelle di Agrigento. Un caso celebre è la collina di Pizzo Sella, 1 milione di metri quadrati di cemento illegale su un'area a vincolo idrogeologico alle spalle del mare di Mondello, in provincia di Palermo. I carabinieri che hanno messo i sigilli agli edifici e ai terreni l'hanno definita «una colossale speculazione immobiliare, che nasconde un'imponente operazione di riciclaggio di Cosa Nostra». C'è poi il villaggio di Lesina a Torre Mileto, in provincia di Foggia. Mentre a Capo Colonna, nell'area archeologica in provincia di Crotone, ci sono 35 costruzioni abusive sotto sequestro dai primi Anni 90 «che sopravvivono indisturbate alle ruspe». Soltanto alcune, a 26 anni di distanza, sono state demolite a giugno del 2018. Infine c'è il caso di Ischia, al centro delle polemiche politiche che hanno investito il decreto Genova. Circa 600 case sono state colpite da ordine definitivo di abbattimento, ma sono 27 mila le pratiche di condono presentate dagli abitanti negli anni precedenti e in attesa di risposta.
IL MINISTRO COSTA STUDIA UNA NUOVA LEGGE
Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, dopo la strage di Casteldaccia, ha detto di voler affrontare di petto il problema dell'abusivismo: «Ho costituito un gruppo di lavoro fatto da magistrati, forze dell'ordine e giuristi per studiare e proporre al parlamento e al governo una norma più veloce per gli abbattimenti, perché dobbiamo tutelare il bene collettivo». L'esecutivo, inoltre, sta valutando la possibilità di accedere ai Fondi europei di solidarietà per i danni causati dal maltempo. Sul dossier stanno lavorando da una parte il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, e dall'altra il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, insieme al ministro dell'Economia Giovanni Tria.
A Casteldaccia il maltempo fa 9 morti, due famiglie distrutte. Sotto accusa l'abusivismo. In totale 12 vittime in Sicilia 2018/11/04
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 2a29b.htmlA Casteldaccia, in provincia di Palermo, il maltempo fa una strage: nove persone, compresi due bimbi, di uno e tre anni, e un adolescente, muoiono rimaste intrappolate dentro una villetta.
Ma in Sicilia, in totale, sono 12 le vittime. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si reca nella regione, mentre da Trieste arriva la solidarietà del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "In queste ore tanti nostri militari, che ringrazio particolarmente, - ha detto - sono impegnati con tanti volontari nel soccorso ai territori che sono stati investiti da un'ondata di maltempo con drammatiche conseguenze di lutti e devastazioni. Ai familiari delle vittime va tutte la vicinanza dell'Italia e alle zone colpite la solidarietà piena e concreta".
Il bilancio più grave nel Palermitano, dove è stato dichiarato il lutto cittadino. La furia dell'acqua ha cancellato due famiglie, i cui componenti si erano riuniti per passare la serata insieme in una villetta situata in località Casteldaccia. L'edificio è stato sommerso dall'acqua e dal fango del fiume Milicia, ingrossato dalle piogge e le nove persone all'interno sono annegate.
Il racconto disperato del sopravvissuto - VIDEO
Il premier Conte ha annunciato che sono stati messi a disposizione per il dissesto idrogeologico un miliardo per interventi di sicurezza del territorio, per proteggere e salvaguardare le vite umane. Poi ulteriori 50 milioni per le autorità di bacino per regolare i flussi d'acqua. "Dopo avere firmato i provvedimenti necessari a gestire l'emergenza maltempo, mi accingo a convocare il Consiglio dei Ministri, la prossima settimana, per deliberare lo stato di emergenza. Con la deliberazione dello stato di emergenza il Governo disporrà lo stanziamento delle prime risorse e adotterà gli interventi necessari a superare l'emergenza", ha annunciato su Facebook.
La drammatica fuga da un ristorante di Bolognetta - VIDEO
Sotto accusa c'è l'abusivismo: baracche costruite alla bene e meglio, villette adiacenti alla piana dove scorreva il fiume Milicia senza argini o mura di cemento: è questa la zona dove è avvenuta la strage del maltempo a Casteldaccia . La casa dove sono morte 9 persone è a meno di 300 metri dal normale corso del fiume Milicia quasi sotto ai piloni dell'autostrada e vicino vi sono baracche di legno e lamiera e qualche prefabbricato. Un centinaio di metri più avanti c'è la casa di riposo Martina. A questo piccolo agglomerato edilizio si accede da una stradella, che permette solo il passaggio di un'automobile, che parte dalla strada statale 113 dopo Casteldaccia e prima di Altavilla Milicia.
Il fiume segna il confine tra i due comuni. A destra del Milicia si apre un pianoro dove vi sono agrumeti e anche qualche abitazione: anche queste sono state rovinate dalla piena. Questo appezzamento di terreno termina dove si erge una falesia: sotto la montagnola si trovava la villetta che è stata devastata dall'acqua. Gli abitanti della zona dicono che raramente il fiume ingrossato formava fango ma mai era avvenuto un allagamento così impetuoso.
Almeno due lottizzazioni abusive, case fuori legge con fognature che scaricano nel fiume. E' il quadro descritto da Giuseppe Virga, sindaco di Altavilla Milicia, comune confinante con quello di Casteldaccia. "Da assessore e poi da sindaco - racconta - ho fatto prima segnalazioni verbali ai carabinieri, poi un esposto alla Procura di Termini Imerese insieme all'ex sindaco di Castedaccia Fabio Spatafora". E il sindaco di Castedaccia Giovanni Di Giacinto rende noto che la "casa travolta dal fiume era abusiva e pendeva dal 2018 un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell'immobile davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile".
Foto: Giuseppe Giordano, uno dei tre superstiti della villa del Palermitano che ha lanciato l'allarme col cellulare aggrappandosi a un albero
Federico Giordano, figlio di Giordano, è una delle vittime
La famiglia Giordano (Foto postata su Fb)
"Non so neppure io come mi sono salvato". Davanti all'obitorio del Policlinico, sprofondato su una sedia, Giuseppe Giordano ricorda gli attimi fatali della tragedia di Casteldaccia. "Mi sono accorto - racconta - che l'acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d'acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero. Così sono sopravvissuto".
"Mio figlio Federico ha tentato di salvare la sorellina. Ma sono morti tutti e due": nel ricordo affiora una scena drammatica nella villetta invasa dall'acqua. "Ho visto - racconta - le vetrate diventare scure, la luce è andata via, uno strato di fango si muoveva sul pavimento. Ci siamo spostati nella stanza accanto. E qui c'era mio figlio Federico che aveva in braccio la sorellina Rachele. Ci penso io, mi ha detto. Poi ho aperto la porta e non c'è stato più scampo".
Le vittime vivevano a Palermo, Santa Flavia e Bagheria (Palermo). Sono Rachele Giordano, di 1 anno; Francesco Rughò, 3 anni; Federico Giordano, di 15 anni; la madre Stefania Catanzaro, 32 anni e moglie di uno dei tre sopravvissuti, Giuseppe Giordano; il nonno Antonino Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57 anni; il figlio Marco Giordano, di 32 anni, e la sorella Monia Giordano, di 40; Nunzia Flamia, 65 anni. Drammatiche anche le testimonianze di alcuni degli abitanti che risiedono vicino alla villetta travolta dall'acqua. "E' una tragedia immane", ha detto il sindaco del paese, Giovanni Di Giacinto.
Sempre vicino Palermo, a Vicari, è stato trovato morto un uomo, Alessandro Scavone, titolare di un distributore di carburanti, che era a bordo di un'auto investita dall'acqua del fiume San Leonardo. Con lui un amico. I due erano andati a recuperare un giovane rimasto al distributore, che è riuscito a salvarsi lanciandosi dalla vettura.
Risulta invece disperso Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano che si stava recando nell'ospedale di Corleone per prendere servizio: la sua auto è stata trovata in contrada Raviotta, tra Ficuzza e Corleone, sulla statale 118 interrotta in diversi punti per smottamenti ed allagamenti. Nel zone colpite stanno operando Vigili del fuoco, Carabinieri, Protezione civile e sanitari del 118.
E altri due morti nell'Agrigentino: le vittime sono un uomo e una donna, di mezza età, originari di Cammarata ma residenti in Germania da anni. I due, da quanto è stato ricostruito, avevano noleggiato l'auto su cui viaggiavano, che è stata ritrovata dentro un torrente, in contrada Sant'Onofrio a Cammarata.
Ed è in ginocchio anche il nordest, in particolare nel bellunese in Veneto, ma anche in Trentino e in molte zone del Friuli. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, oggi è a Belluno e Venezia (il VIDEO della conferenza stampa).
Le acque della diga del Comelico a San Pietro in Cadore (Belluno)
Ed è drammatico il bilancio complessivo del maltempo che sta mettendo in ginocchio l'Italia: 30 vittime in una settimana. Dal Lazio alla Liguria, dal Veneto alla Sicilia. Bufere di vento, grandine, mareggiate, piogge torrenziali e fiumi esondati hanno devastato la Penisola da nord a sud. Dodici solo tra lunedì e mercoledì, nel ponte di festa di Ognissanti, durante il quale il maltempo aveva colpito in particolare le regioni del centro-nord e la Liguria. Altri quattro morti si sono registrati l'1 novembre, due in Valle d'Aosta, schiacciati in auto dalla caduta di un grande castagno, e due in Trentino Alto-Adige. Ulteriori due vittime il giorno successivo, il 2 novembre, che si aggiungono ai 12 di domenica, nella tragica giornata che ha visto la Sicilia tra le regioni più colpite.