Dementi contro Isarele e i suoi buoni e sacrosanti diritti umani, civili e politiciGAZA: Israele apre la stagione di caccia sugli inermi30/03/2018
https://www.maurizioblondet.it/gaza-isr ... gli-inermi Cento cecchini con proiettili veri: Israele li ha sistemati sul confine con la striscia di Gaza, in vista di possibili manifestazioni in occasione del 30 marzo 1976 dove si commemorano gli arabi che hanno perso la terra, confiscata dallo stato ebraico, e la vita. Per sei settimane è previsto un accampamento di tende per reclamare simbolicamente il diritto a tornare nelle loro terre rubate da Israele. “Vogliamo spaventare gli israeliani con le immagini di una grande folla che si riunisce pacificamente e si siede vicino alla frontiera”, aveva dichiarato Ahmed Abu Retaima, portavoce di Hamas.
Per il glorioso Tsahal è come l’apertura della stagione della caccia. Il Jerusalem Post del 30 marzo riporta che un coltivatore di Gaza è stato ucciso, e un altro gravemente ferito, non dai cecchini ma da un carro armato presso Kahn Younis. “Nella notte due sospetti si sono avvicinati allo sbarramento di sicurezza e han cominciato a comportarsi in modo sospetto, quindi il cingolato ha sparato contro di loro”, ha confermato il portavoce militare. Cannonate contro due sospetti.
Il 25 marzo, grande anteprima giudaica contro un primo pacifico assemblamento di folla: un drone militare ha sorvolato la folla che si stava radunando spargendo sopra di essa grandi quantità di gas lacrimogeni. La tv libanese Al-Mayadin ha mostrato un breve video della scena: gente senza difesa che si di disperde incespicando e torcendosi sotto l’attacco.
Grande, glorioso esercito ebraico. Del resto il giorno prima, 24, caccia israeliani F-16 hanno colpito un non meglio precisato “bersaglio di Hamas” a Rafaa, ossia in pieno abitato, in risposta a una terribile aggressione così descritta dallo stesso esercito di Sion: “Il reticolato di sicurezza presso il kibbutz Kissufim era stato danneggiato e quattro palestinesi che portavano bottiglie piene di materiale infiammabile hanno attraversato illegalmente il confine, cercando di appiccare il fuoco ad una pala meccanica”. Anche di questa intrusione c’è un breve filmato: i quattro palestinesi, sono rientrati precipitosamente a Gaza sotto il fuoco concentrato dei soldati israeliani.
https://www.facebook.com/sharer/sharer. ... &src=video Con l’occasione si è saputo che Tsahal sparge dall’alto grandi quantità di pesticidi che rovinano le colture (per lo più agrumeti) in quella che i giudei chiamano la “zona tampone” – ovviamente tutta in territorio di Gaza, con la scusa mantenere “aperto il campo visivo” ai guerrieri sorveglianti di là dal Muro.
Naturalmente spargono i pesticidi con una doviziosa abbondanza – gli ebrei sono generosi – ben oltre la striscia di 300 metri che loro han dichiarato zona-tampone, un nastro di suolo che copre il 35% dei terreni agricoli rimasti agli assediati di Gaza.
Questa abbondanza di pesticidi ed altri defolianti e tossici ha ridotto la parte dell’agricoltura nella (misera) economia d Gaza dal 12 per cento del PIL nel 1994, al 3,3% nel 2015; riducendo anche le possibilità di lavoro nella Striscia, dove la disoccupazione supera la metà della popolazione, e l’agricoltura rappresenta l’8,7 per cento dell’occupazione locale. Incredibilmente, questo problema è stato segnalato dal consolato francese a Gerusalemme.
Gaza è un lager reso innovativo dalla geniale creatività ebraica: se nei lager nazisti e nel GuLag sovietico era l’amministrazione carceraria che forniva a sue spese i pasti, sia pur ovviamente da fame, nel lager ebraico di Gaza sono gli internati detenuti che devono sforzarsi di produrre il loro cibo, a loro spese, sotto gli occasionali bombardamenti e le regolari vaporizzazioni di pesticidi dei sorveglianti.
Frattanto l’aviazione israeliana ha proclamato che due suoi F-35 invisibili, ribattezzati Adir (il Grande) e probabilmente modificati dall’elettronica israeliana, hanno sorvolato l’Iran senza essere scoperti, dopo aver percorso lo spazio aereo siriano ed iracheno. È una chiara minaccia ed una preparazione alla guerra finale contro l’Iran tanto desiderato dallo Stato ebraico, e che ora diventa più vicino con la nomina di John Bolton alla Sicurezza Nazionale.
“Sono felice ed eccitato di annunciare che il Congresso USA ha approvato uno stanziamento record per il programma missilistico di Israele: 705 milioni di $ per il 2018!”, ha annunciato lunedì 26 il ministro della Difesa Avigdor Liberman. Infatti i parlamentari hanno aggiunto 148 milioni di dollari al programma, che già gli USA stanno pagando, che vuole costruire un “ombrello difensivo” di missili Iron Dome ed Arrow 3. In modo che Israele possa fare guerra a medie potenze e parare i loro colpi di ritorsione.
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... uccisi.jpg Shar KisshatiNessuno dice mai che, quando Israele vinse la guerra dei sei giorni nel '67 e restituì la maggior parte dei territori conquistati (mai avvenuto nella storia umana), l'Egitto, che aveva precedentemente amministrato la Striscia di Gaza (prima era protettorato inglese e prima ancora impero ottomano, ovvero quando il popolo palestinese non era ancora stato inventato), rinunciò spontaneamente a quel territorio (sicuramente perché preferiva non avere terroristi palestinesi tra le palle). Ciò significa che proprio Gaza era LEGITTIMAMENTE territorio israeliano. Poi, nel 2005, Ariel Sharon (secondo me sbagliando), pur di trovare la pace con un gruppo di arabi che si era autoproclamato popolo palestinese (gruppo terrorista in servizio permanente stipendiato dall'ONU e dall'Occidente), decise di ritirare Israele da Gaza, sfrattando con la forza tutti i cittadini israeliani che avevano costruito la loro vita in quelle terre (scene davvero strazianti). Alle elezioni successive vinse Hamas (stranamente riconosciuta ancora oggi come organizzazione terroristica dall'ONU). Sapendo che questi sono stati gli avvenimenti, con quale gran faccia di culo si possono presentare tutti questi filo propal nostrani? Ditelo chiaramente che l'unica cosa che vi spinge è l'odio per gli ebrei, abbiate le palle di dichiararlo apertamente, invece di sfoggiare tale ipocrisia. Voi sperate che Israele venga distrutta, è solo questo il vostro becero e criminale sentimento. SIETE DISGUSTOSI.
P.S.: poi, invece, quando si tratta davvero di territori occupati, e mi riferisco a mezza Cipro occupata dalla Turchia (con l'aggravante che Cipro farebbe parte dell'Unione Europea), non si vedono bandiere e non si sente berciare nessuno con tanta solerzia. Che schifo che mi fate.Dragor Alphandar Tutta colpa della Chiesa che per secoli ha demonizzato gli ebrei. Recentemente ha finto di pentirsi ma le etichette restano attaccate. E in ogni caso i giornali cattolici sembrano veline di Gaza.Shar Kisshati Non è solo colpa della Chiesa.
Per altro fa molta più breccia la propaganda sinistrata...
David Åkerfeldt Milanø Dubito che la Chiesa abbia influenzato Al Fatah, Hamas, OLP ecc... al massimo può aver influenzato Mastella e Adinolfi ma non mi risultano propal
Shar Kisshati I maiali sono i sinistrati
Dragor Alphandar I comunisti di solito sono di formazione cattolica. Incapaci di pensare liberamente, sono passati da una religione all'altra. Quanto ai muzz, anche loro hanno demonizzato gli ebrei per motivi religiosi.David Åkerfeldt Milanø Mah guarda Dragor i comunisti di formazione cattolica qui sono al massimo il 30%, il resto sono acerrimi mangiapreti o atei. Che poi quel 30% sia particolarmente influente è un altro conto, ma nonostante lo squilibrio percentuale sono entrambe le correnti agguerritissime!
Dragor Alphandar Anche se atei o mangiapreti, con secoli di condizionamento religioso hanno bisogno di qualcuno che pensi per loro. Cosi' sono diventati comunisti. E sul comunismo, dopo la perdita dell'URSS, si e' innestato il terzomondismo, cosi' sono islamofili e naturalmente antisemiti. In ogni caso penso che la responsabilita' principale della demonizzazione degli ebrei sia la Chiesa. A partire dal IV secolo ha gonfiato la testa a tutti con la storia del popolo deicida maledetto da Dio e colpevole di tutte le disgrazie dalle pestilenze ai terremoti. Non c'e' da stupirsi che gli ebrei siano odiati.
Shar Kisshati Sei troppo cristianofobico... purtroppo il comunismo è antisemita perché tale era il suo fondatore ebreo (ovvero Marx)
David Åkerfeldt Milanø Dragor, i comunisti sono cristianofobici almeno quanto antisemiti...anzi, se penso a molti filomuslim alla Gad Lerner,Parenzo ecc. vedo la bilancia pendere decisamente a favore dei muzz (inverosimilmente e illogicamente)
Dragor Alphandar Non sono affatto cristianofobo, cito soltanto fatti. E credo che ebrei, cristiani e atei dovrebbero dimenticare le divisioni per fare fronte comune contro i muzz.
Shar Kisshati In questo sono d'accordo con te.
David Åkerfeldt Milanø Eh, MAGARI DragorIl problema è: una volta vinti i muzz, a chi toccherà dei tre allearsi con chi e contro chi?
Attivisti di sinistra hanno fatto una dimostrazione a Tel Aviv, cantando "Gaza ha cercato la libertà, hanno sparato"https://www.facebook.com/eretzisrael67/ ... 8399917132 - Un leader di Gaza sulla TV ufficiale di Hamas : "Libereremo la nostra terra con il sangue, i martiri, le donne e bambini ... Abbatteremo il confine con le unghie dei nostri bambini"https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 4265581296Hamas usa il suo completo controllo militare e politico su Gaza per inviare scudi umani alle forze israeliane mentre i suoi terroristi cercano di violare il confine israeliano.
Una bambina palestinese di sette anni è stata spinta da Hamas, venerdì, ad avvicinarsi alla recinzione di sicurezza in mezzo al caos provocato dalla stessa Hamas al confine fra Gaza e Israele. Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha spiegato che i soldati in servizio nella zona hanno immediatamente capito che la figura che si muoveva verso di loro era una bambina e hanno fatto sì che venisse riportata sana e salva ai suoi genitori. “I terroristi di Hamas usano cinicamente donne e bambini, mettendo in pericolo le loro vite”, ha sottolineato il portavoce militare israeliano in un comunicato rivolto in arabo agli abitanti di Gaza.
Video come questo sono la verità, ma non lo vedrai riportato nei media. Grazie a The Middle East Media Research Institute (MEMRI) per averlo postato.
Palestinian rioters on the Gaza border chanting "KILL THE JEWS"!i rivoltosi palestinesi sul confine di Gaza cantano "uccidere gli ebrei"!
31 marzo 2018
https://www.facebook.com/hnaftali/video ... 3875221474L'uso distorto della parola pace. Quando la Chiesa sta con i terroristiMarco M.
3 aprile 2018
http://www.rightsreporter.org/medio-ori ... terroristiMichel Sabbah ex patriarca latino di Gerusalemme dal 1988 al 2008 non è mai stata una persona di equilibrio. I suoi interventi nella politica israelo-palestinese sono sempre stati intenti a condannare solo ed esclusivamente una parte, a tacere sui crimini dell’altra e a costruire una narrativa imperialista e coloniale sulla nascita dello stato ebraico per il quale un’eventuale sua sparizione al vescovo non sarebbe dispiaciuta. Come altrimenti poter leggere i suoi scritti nei quali senza troppe remore intimidiva gli ebrei con la seguente previsione: «Alla fine li manderemo via come una volta mandammo via i crociati», un’esclamazione più adatta ad un al Baghdadi che a una figura cattolica spesso erroneamente confusa con l’imparzialità o il compromesso.
Ma Sabbah è prima di tutto un arabo che odia Israele, in quanto stato ebraico e causa di tutte le disgrazie dei popoli arabi che vivevano in pace, unità e armonia prima che il mostro sionista facesse la sua comparsa. Come la maggior parte degli arabi cristiani oltre ad essere anti-israeliano Sabbah è anche legato alle dittature criminali del Medio Oriente tanto da tacere o quasi sul vero genocidio che si sta compiendo a poca distanza dalla sua adorata “terra santa” ovvero in Siria.
Dicevo quasi perché in realtà qualche volta accenna alla Siria come “vittima sacrificale delle politiche irrazionali dell’occidente”. Che sia vittima dei bombardamenti del suo adorato macellaio Assad che ha sterminato dall’inizio del conflitto centinaia di migliaia di siriani e come danno collaterale più di un migliaio di palestinesi il patriarca non lo considera.
Ma non è solo un difetto di Sabbah in realtà la convivenza con il regime di Damasco riguarda quasi tutte le chiese cristiane in Siria e in Libano i cui esponenti fanno a gara come dei piccoli Goebbels nel benedire i bombardamenti russi, nell’aggredire la carta stampata che osa criticare il dittatore siriano, nel dipingere il governo siriano come un paradiso di convivenza e pace e nel rappresentare l’intera parte della popolazione siriana che non crede nell’unico e vero Dio ovvero il dittatore Assad come un branco di jihadisti che minacciano l’esistenza di cristianità al servizio naturalmente del sionismo. Preciso «jihadisti cattivi» ovvero quelli pagati dall’Arabia Saudita, perché per qualche mistero ci sono e in numero ben maggiore anche «jihadisti buoni» quelli legati all’Iran sui quali non viene detto nulla.
Ma tornando alla “Palestina”, l’ultimo comunicato del patriarca emerito ha proprio il senso del delirio totale a partire dal titolo: “Noi abbiamo scelto la pace”.
Nel breve intervento Sabbah afferma che «Gaza si è mossa pacificamente», inoltre rafforza questa allucinazione dicendo che «le manifestazioni pacifiche sono le migliori trattative» e aggiunge «nella marcia pacifica la gente offriva la pace», mentre «Israele ha risposto con le armi della morte».
Al patriarca Sabbah bisogna fare qualche considerazione: signor Patriarca il movimento Hamas è riconosciuto come un’organizzazione terroristica da Israele, Stati uniti e Unione europea, ha un’ideologia fondata sull’integralismo islamico e sull’imposizione della sharia su tutta la Palestina, nonché sulla cancellazione di Israele dalle carte geografiche.
Visto che Hamas ha indetto la marcia del ritorno, Lei nell’appellare la popolazione di Gaza identifica essa con il terrorismo di Hamas? Anzi visto che pure Lei ci si mette usando il “noi” possiamo interpretare come una Sua appartenenza magari spirituale al movimento di Hamas?
Dato che nella marcia erano presenti miliziani delle brigate El Zeddin Al Qassam armati di pace ma anche di asce, coltelli, pietre e kalashnikov, sarebbe d’accordo se qualcuno venisse da Lei in “pace” e sempre in “pace” la crivellasse di colpi o gli spaccasse la testa con un’ascia o con una pietra? Perché, mi scusi, un conto è dire che la reazione dell’esercito non è proporzionata, ma parlare di “pace” in questo contesto non è un po’ eccessivo?
E infine dato che l’obbiettivo della marcia era il forzare e sfondare il confine, sempre in pace ci mancherebbe, che trattative vuole intavolare? Perché quello è un confine riconosciuto dalla comunità internazionale, quello del’67, come in tanti amano chiamare, la violazione o il tentativo di rimuoverlo in genere nel mondo porta a una guerra non a una pace ma a parte questi dettagli… Lei come Hamas non lo riconosce? Quale sarebbe il nuovo confine che Israele dovrebbe prendere in considerazione quello di sparire dalle cartine geografiche?
In conclusione il Patriarca è pratico dell’uso distorto della parola pace al servizio delle peggiori violenze.
KHAMENEI CHIEDE UNITA' DELL'ISLAM PER "PIANIFICARE" LA DISTRUZIONE DI ISRAELE
Di Maurizia De Groot Vos
05 aprile 2018
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 3971968992 A decenni dalla sconfitta di Hitler e del nazismo che pianificò metodicamente lo sterminio degli ebrei, un altro leader supremo parla apertamente di pianificare un secondo sterminio ebraico, la distruzione di Israele. E’ il nazi-islamico leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei.
Criticando l’avvicinamento dell’Arabia Saudita a Israele e le parole del Principe saudita, Mohamed bin Salman, che pochi giorni fa aveva affermato che «Israele ha Diritto a uno Stato», Khamanei ha chiesto l’unità del mondo islamico per sconfiggere Israele «attraverso una lotta intensa e pianificata tanto da costringere il nemico a ritirarsi fino all’annientamento».
«Negoziare con il mendace e ingannevole regime usurpatore sionista è un errore imperdonabile che ritarderà la vittoria del popolo palestinese e del mondo musulmano» ha detto Khamenei sul suo sito web.
«In un momento in cui l’escalation della tirannia e della brutalità del regime sionista a Gaza ha irritato e rattristato gli appassionati della questione palestinese, ritengo necessario mettere ancora una volta in risalto le politiche durature della Repubblica islamica su questa importante questione, che è il principale problema della Ummah islamica. Senza dubbio, combattere e resistere è l’unico modo per salvare la Palestina oppressa ed è l’unica prescrizione curativa per le ferite inflitte al corpo di quella nazione coraggiosa e orgogliosa» scrive ancora Khamenei prima di ribadire che «appoggiare i palestinesi è un obbligo religioso per qualsiasi musulmano».
Poi la richiesta al mondo musulmano di unirsi contro Israele. «Le nazioni e i giovani musulmani, i governi islamici e arabi hanno una responsabilità verso il popolo palestinese e devono prendere seriamente questo grande obbligo e unirsi per pianificare insieme una lotta che costringa i nemici a ritirarsi fino alla loro morte».
Khamenei riprende e fa sua una idea già espressa dal dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, quando lo scorso dicembre in occasione del riconoscimento da parte americana di Gerusalemme capitale di Israele, convocò un vertice straordinario della Cooperazione Islamica durante il quale propose la creazione di un esercito islamico per distruggere Israele e poi dedicarsi al resto del mondo non islamico. E il fatto che nessuno ne parli di questa gravissima minaccia lascia francamente basiti visto che oltre ad essere terribilmente seria è assolutamente reale.
Ci chiediamo allora cosa sarebbe successo se Netanyahu avesse fatto una dichiarazione simile ma in termini opposti, se cioè avesse dichiarato di voler pianificare lo sterminio dei palestinesi o addirittura dei musulmani. Ci sarebbe stato tutto questo vergognoso silenzio?
Dopo le morti di Gaza Israele fa i conti con se stesso2018/04/07
https://www.huffingtonpost.it/2018/04/0 ... a_23405437 Ventisette morti, oltre 2500 feriti in campo palestinese, nessuno in quello israeliano. Non è questione di capacità militari. E' qualcosa di altro, di fronte al quale parlare di "scontri" è violentare la realtà, piegandola alla propaganda di parte. Su questo Israele s'interroga, sulla sua "metamorfosi" che va ben al di là di un eccesso di difesa. Voci critiche si levano dentro e fuori il Paese e coinvolgono alcune delle più importanti associazioni ebraiche americane. La politica spiega solo in parte questa "metamorfosi", e i risultati delle ultime elezioni, con la formazione del governo più di destra che Israele ha conosciuto nei suoi settant'anni di storia, danno conto del consolidamento di una "psicologia nazionale" che non può essere raccontata solo parlando di "sindrome di accerchiamento".
I Venerdì di sangue a Gaza- 30 marzo e 6 aprile - e la deportazione di migliaia di rifugiati africani voluta dal governo in carica, rappresentano un mutamento culturale, identitario, che abbatte il tradizionale schema destra/sinistra. Benjamin Netanyahu, primo ministro alle prese con inchieste riguardanti accuse di corruzione e menzogne in atti pubblici, è parte del problema ma non è il tutto. Con la sua solita radicalità e chiarezza di esposizione, Gideon Levy, firma di Haaretz, spiega così questa metamorfosi: "Si può attaccare al primo ministro quanto si vuole - se lo merita. Ma alla fine si dovrebbe ricordare: non è Benjamin Netanyahu. È la nazione. Almeno la maggior parte della nazione. Tutte le manifestazioni del male negli ultimi giorni e tutte le farse sono state progettate per soddisfare i desideri più meschini e gli istinti più oscuri ospitati dagli israeliani. Gli israeliani volevano il sangue a Gaza, il più possibile, e le deportazioni da Tel Aviv, il più possibile. Non c'è modo di abbellirlo; non si devono offuscare i fatti. Netanyahu - debole, patetico, malvagio o cinico - è stato spinto da un solo motivo: compiacere gli israeliani e soddisfare i loro desideri. E quello che volevano era sangue e deportazione. Se solo il problema fosse con Netanyahu e il suo governo. Quindi, in un'ulteriore elezione, o forse in due, il problema potrebbe essere risolto. I bravi ragazzi prenderanno il potere, Gaza e i richiedenti asilo saranno liberati, l'incitamento fascista morirà, la posizione dei tribunali sarà assicurata e Israele sarà di nuovo un posto di cui essere orgogliosi. Questo è un sogno irrealizzabile. Ecco perché la campagna contro Netanyahu è importante, ma sicuramente non è fatale. La vera battaglia è molto più disperata e il suo scopo è molto più diffuso. Questa è una battaglia sulla nazione, a volte anche contro di essa".
Se le voci critiche sono il sale di una democrazia, in Israele questo "sale", per fortuna, si sparge ancora. E tocca nervi sensibili. Annota, sempre su Haaretz, Ilana Hammerman, scrittrice e attivista per i diritti umani, guardando alle manifestazioni di queste settimane, a Gaza come in Cisgiordania: "Quali sono gli atti di questi giovani? Terrore? No, questa è una lotta disperata da parte di gruppi e individui, che dal giorno in cui sono nati non hanno nulla da sperare, contro un esercito mille volte più forte di loro. E cosa sta difendendo questo esercito: la sicurezza del suo paese? No, sta difendendo la scelta dei governi israeliani di usare il terrore per imporre lo "stato del popolo ebraico" sull'intera regione tra il Mediterraneo e il fiume Giordano".
Yoav Limor, analista di punta di Israel Hayom, il più accreditato tra i giornali filogovernativi, sposa una tesi opposta a quella di Gideon Levy ma non nasconde le sue preoccupazioni, in questa analisi: "Israele sta affrontando la situazione solo militarmente, dal momento che la diplomazia pubblica si è rivelata fiacca per quanto riguarda la risposta alla nuova sfida che emerge da Gaza. Ciò si è riflesso questa settimana nelle dichiarazioni bellicose dei leader mondiali e nella copertura mediatica che, dopo un lungo periodo di tempo, è stato acutamente anti-israeliano.
Questo – annota ancora Limor - potrebbe essere respinto con il solito atteggiamento "il mondo ci odia' o potremmo decidere di combatterlo e spiegare che non si tratta di proteste civili spontanee ma eventi orchestrati astutamente da Hamas, che ha inglobato dozzine di agenti nella folla con l'obiettivo di effettuare attacchi terroristici e provocare l'IDF. Hamas spera in un numero maggiore di vittime civili, che getterebbe l'IDF e Israele in una luce negativa e aumenterebbe il sostegno internazionale per i palestinesi.
La dissonanza tra il successo tattico dell'IDF e il fallimento strategico di Israele potrebbe aumentare mentre le manifestazioni si intensificano e il numero delle vittime aumenta. A nessuno tranne a Israele importa quanti di quelli uccisi erano terroristi. La comunità internazionale conserva il punteggio dei feriti e dei morti e le immagini dal confine dominano le notizie...". "Ciò richiede a Israele - conclude l'analista di Israel Hayom - di ripensare al modo migliore per gestire la situazione al fine di frenare lo slancio palestinese e impedire che gli eventi si trasformino in qualcosa che spinga la comunità internazionale a costringere Israele ad accettare una soluzione non a suo favore. Il problema è che Israele evita sistematicamente di prendere decisioni strategiche e, in ogni caso, tali processi richiedono tempo che Israele potrebbe non avere, dato che la situazione a Gaza potrebbe sfuggire al controllo in qualsiasi momento". Di fronte a questo scenario, l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem ha lanciato giovedì una campagna intitolata "Mi spiace, comandante, non posso sparare", sollecitando i soldati israeliani a rifiutare l'ordine di sparare ai manifestanti palestinesi disarmati a Gaza.
L'organizzazione ha fatto una mossa insolita, dirigendosi direttamente ai soldati israeliani perché rifiutino gli ordini. "Ai militari non è permesso agire come meglio credono, né Israele può determinare da solo ciò che è ammissibile e cosa non lo è quando si tratta di manifestanti. Come tutti gli altri Paesi, le azioni d'Israele sono soggette alle disposizioni del diritto internazionale e le restrizioni che impongono sull'uso delle armi, ed in particolare l'uso delle munizioni letali", sottolinea Hagal El-Ad, Direttore esecutivo di B'Tselem Ciò che sembra sfuggire di mano non è solo la situazione nella Striscia ma anche la coscienza civile di una Nazione. A lanciare il grido d'allarme è il più autorevole storico israeliano, Zeev Sternhell, membro dell'Accademia israeliana delle scienze e delle lettere, professore all'Università Ebraica di Gerusalemme, specialista di storia del fascismo. "Spesso mi chiedo – scrive Sternhell - come, tra 50 o 100 anni, uno storico interpreterà la nostra epoca. Quand'è – si chiederà – che la popolazione in Israele ha iniziato a realizzare che lo Stato, nato dalla guerra d'indipendenza, sulle rovine dell'ebraismo europeo, e pagato col sangue dei combattenti, alcuni dei quali erano sopravvissuti all'Olocausto, si è trasformato in una tale mostruosità per i suoi abitanti non ebrei? Quand'è che alcuni israeliani hanno capito che la loro crudeltà e la capacità di prevaricazione sugli altri, palestinesi o africani, ha iniziato a erodere la legittimità morale della loro esistenza come entità sovrana?..". "La risposta – prosegue La risposta, potrebbe dire quello storico, è racchiusa nelle azioni di parlamentari come Miki Zohar e Bezalel Smotrich e nelle proposte di legge del ministro della Giustizia Ayelet Shaked. La legge dello Stato-nazione, che sembra formulata dal peggiore degli ultranazionalisti europei, è stata solo l'inizio. Dato che la sinistra non ha protestato contro di essa nelle manifestazioni in Rotchild Boulevard, quella è stata l'inizio della fine della vecchia Israele, la cui dichiarazione di indipendenza rimarrà come pezzo da museo.
Un reperto archeologico che insegnerà alla gente ciò che Israele sarebbe potuta diventare, se solo la sua società non fosse stata disintegrata dalla devastazione morale causata dall'occupazione e dall'apartheid nei Territori. La sinistra non è più in grado di sconfiggere l'ultranazionalismo tossico che si è sviluppato qui, la cui versione europea ha praticamente sterminato la maggioranza del popolo ebraico...". Considerazioni allarmanti, parole alle quali va prestato ascolto. Per capire, non per demonizzare. E per capire appieno ciò che sta avvenendo nel profondo della società israeliana, non bastano le annotazioni "tecniche" fornite dall'esercito israeliano dopo il secondo venerdì di sangue. "Chi ha provocato le vittime è chi ha inviato quelle persone al confine. Hamas è responsabile dei morti": lo ha dichiarato il portavoce militare israeliano, Ronen Manelis, al termine di una giornata di gravi incidenti lungo la linea di demarcazione fra Israele e Gaza. "Hamas - ha aggiunto - ha trascinato la Striscia verso una giornata di violenti disordini. Il nostro esercito ha compiuto appieno la propria missione. Non abbiamo avuto perdite, non si sono verificate infiltrazioni sul confine, e la nostra sovranità non è stata infranta".
Sul piano militare è indubbiamente così. I manifestanti non sono penetrati in territorio israeliano, e la sovranità non è stata infranta. Ma a infrangersi rischia di andare l'identità storica d'Israele. A morire, gli ideali che furono a fondamento del sionismo. L'occupazione sta corrodendo le basi della nostra democrazia, così come la colonizzazione dei Territori occupati alimenta una cultura dell'illegalità. Tutto questo non ha nulla a che vedere con quei valori che furono a fondamento del pionierismo sionista. La politica della forza portata avanti dalle destre è la negazione del sionismo. È la sua morte". Le considerazioni svolte da Sternhell risalgono a una intervista che concesse ad HP tre anni fa. Tre anni dopo, alla luce dei venerdì di sangue a Gaza, le parole dello storico israeliano hanno il valore di una "profezia". Una triste profezia.
L’incredibile Mogherini “ Bisogna difendere la libertà di manifestare Ronen Manelis
1 aprile 2018
http://www.italiaisraeletoday.it/la-sol ... anifestareLe violenze suscitate da Hamas al confine con la Striscia di Gaza «sono state una deliberata provocazione», ma se continueranno, Israele estenderà la sua risposta, per colpire i miliziani di Hamas che vi sono dietro.
È l’avvertimento lanciato dal generale Ronen Manelis, portavoce dell’esercito israeliano citato dalla stampa locale, dopo egli scontri che hanno provocato la morte di 16 palestinesi e il ferimento di quasi 1.500 persone.
Manelis ha sottolineato come finora i militari di Israele si sono limitati a puntare coloro che tentavano di violare il confine, ma se gli attacchi dovessero continuare, andranno oltre, colpendo i miliziani «anche in altri luoghi».
Palestinian protesters cover their faces from teargas fired by Israeli troops during a demonstration near the Gaza Strip border with Israel, in eastern Gaza City, Friday, March 30, 2018. (ANSA/AP Photo/Khalil Hamra) [CopyrightNotice: Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.]
Sabato al confine è stata una giornata di relativa calma se confrontata con la violenta giornata precedente, anche se erano migliaia i palestinesi presenti per manifestare. Gli scontri sono stati sporadici e limitati, con un bilancio di sei palestinesi feriti e una trentina di intossicati dai gas lacrimogeni lanciati dai militari israeliani. A Gaza e in altre località della Striscia, contemporaneamente, si svolgevano i funerali delle vittime degli scontri di venerdì. Migliaia di persone hanno partecipato gridando slogan minacciosi all’indirizzo degli israeliani.
L’Unione Europea, per bocca di Federica Mogherini che ne è l’Alto rappresentante per la politica estera, ha chiesto un’inchiesta indipendente sull’uso di munizioni vere contro manifestanti palestinesi. «Mentre Israele ha il diritto di proteggere i suoi confini, l’uso della forza deve essere proporzionato in ogni momento. La libertà di espressione e di assemblea sono diritti fondamentali che vanno rispettati», si legge in una nota firmata dalla Mogherini. «Un ritorno immediato alla calma è essenziale – si legge ancora nella nota -. Tutti coloro che sono coinvolti hanno bisogno di esercitare moderazione ed evitare ulteriori escalation violente e ogni atto che possa mettere in pericolo i civili».
E mentre anche le Nazioni Unite chiedono un’indagine sui fatti, il premier israeliano Benjamin Netanyahu elogia le truppe per avere «protetto i confini del Paese». «Ai nostri soldati dico: ottimo lavoro», ha dichiarato, aggiungendo che «Israele agisce con vigore e determinazione per proteggere la sua sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini».
???
Marcia "pacifica".https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 1325041590Hamas ha organizzato una marcia "pacifica".Migliaia di palestinesi sono arrivati al confine Gaza- israeliano bruciando circa 10.000 pneumatici,lanciando pietre e molotov,tuttavia i media li chiamano "pacifici".Hamas ha trascinato anche neonati alla marcia per usarli come scudi umani,questo e' il vero volto della "marcia".I "manifestanti" chiedono la distruzione degli ebrei e poi recitano a fare le vittime.Hamas e' il piu' grande nemico degli abitanti di Gaza.Israele ha tutto il diritto di difendere i suoi confini.
Fuoco inquinante di pneumatici, un disastro per tutti, specialmente per i palestinesihttps://www.facebook.com/hnaftali/video ... 4314420430http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 8/04/7.png Abbatteremo il confine e toglieremo i cuori fuori dai corpi degli israelianiGiulio Meotti
7 aprile 2018
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 0746791759 Il leader di Hamas, Yihya Sinwar, ha detto al confine fra Gaza e Israele: "Abbatteremo il confine e toglieremo i cuori fuori dai corpi degli israeliani". Questi sono cannibali. Pochi giorni prima, Sinwar aveva detto di voler "mangiare i fegati degli israeliani. Cuori, fegati, che altro? Intanto i suoi ascari stavano abbattendo davvero il confine con Israele. Sono le foto che nessun giornale o media ha mostrato. Fanno vedere solo le famigliole, quello che a loro conviene. Possiamo, di grazia, pretendere una dichiarazione del governo italiano che questi antropofagi antisemiti di Hamas sono la feccia dell'umanità e che Israele ha diritto di difendere i propri cittadini e confini?
Pneumatici, ventilatori e cannoni ad acqua - di Michael Sfaradi7 aprile 2018
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 8/04/7.png http://www.ticinolive.ch/2018/04/07/pne ... el-sfaradi Come già abbiamo avuto modo di osservare in analoghe circostanze, questo articolo utilizza esclusivamente fonti israeliane e presenta il punto di vista israeliano sugli eventi.
Il portavoce dell’I.D.F. (Israel Defence Force) Generale di Brigata Ronen Nellis, durante la conferenza stampa tenuta la sera di Venerdì 6 Aprile ha dichiarato che i dimostranti palestinesi che hanno infiammato il confine erano circa ventimila, divisi in otto eventi diversi, lungo la rete che separa Israele dalla Striscia di Gaza.
Durante le dimostrazioni, che sono state comunque meno violente di quelle del venerdì precedente, segno che l’impeto sta probabilmente scemando, ci sono comunque stati attacchi con bombe molotov e diversi colpi di arma da fuoco verso le guardie di confine israeliane, ai quali sono seguiti tentativi di tagliare la recinzione e passare il confine. Tentativi sventati dall’intervento dei militari di guardia.
La ferma risposta della scorsa settimana da parte delle forze di sicurezza e dell’I.D.F., sempre secondo le dichiarazioni del portavoce, ha creato una certa deterrenza e calo nel numero di manifestanti. Questo ha probabilmente portato Hamas a ripensare sulla rotta intrapresa: “La ferma risposta della settimana scorsa e l’aver messo in chiaro che non sarebbe stata tollerata nessuna forzatura della linea di confine, ha trasmesso ad Hamas le regole secondo Israele”.
Il Gen. Ronen Nellis ha detto inoltre di avere le prove che Hamas ha mandato avanti i bambini utilizzandoli come arma mediatica e ha accusato il leader della organizzazione a Gaza, Yahya Sinwar, della responsabilità per l’escalation.
Come testimoniato da decine di fotografie che hanno fatto il giro del mondo, migliaia di pneumatici sono stati dati alle fiamme e il fumo denso e tossico che ne è scaturito non è arrivato in Israele solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco del Comando del Sud che hanno fatto un ampio uso di cannoni ad acqua per non far dilagare le fiamme e di enormi ventilatori che hanno mantenuto a distanza dalla linea di confine il fumo e le sostanze tossiche in esso contenuto.
Ecco perché il venerdì che inizialmente era stato chiamato ‘del fumo e dei pneumatici’ è poi diventato il venerdì dei ‘ventilatori e cannoni ad acqua’.
È la prima volta da tanto tempo che i vigili del fuoco vengono utilizzati sulla linea di scontri a scopo preventivo, i cannoni ad acqua adoperati sono quelli solitamente usati negli incendi boschivi o di guardia negli aeroporti, mentre i potentissimi ventilatori sono quelli usati per fermare la base delle fiamme quando c’è vento contrario.
Il bilancio dei morti è comunque molto alto, 9 sono le persone rimaste uccise negli scontri, 8 manifestanti e un giornalista che stava riprendendo gli incendi.
Anche se si ha la sensazione che la situazione si stia lentamente calmando e le proteste scemando, sia da una parte che dall’altra del confine si rimane con la guardia bene alzata perché gli animi sono comunque agitati e basta davvero poco per far riesplodere le violenze, come ad esempio la bandiera con la svastica nazista che per diverse ore i palestinesi hanno messo bene in vista e fatto sventolare poco lontano dalla barriera di confine.
Michael Sfaradi