Gender una schifosa violazione dei diritti umani

Gender una schifosa violazione dei diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 08, 2017 7:27 am

Ideologia gender, l'abuso sui minori che nessuno denuncia
Matthew Hanley
02-10-2017

http://www.lanuovabq.it/it/ideologia-ge ... o-denuncia

Bentornati il football e l’aria frizzante dell’autunno, anche se essere tifosi di certe squadre (come i miei San Francisco 49ers) richiederà anche quest’anno un atto di fede soprannaturale. Per Bennet Omalu, però, il “dottore dei traumi” (è stato soprannominato così per il ruolo di primo piano che ha avuto nello studio della questione), questo è un periodo dell’anno triste. Medico legale capo della contea di San Joaquin, in California, ha recentemente detto che se si lasciano i ragazzi giocare a football andrà a finire che prima o poi interverrà un qualche procuratore distrettuale. Il football, infatti, afferma Omalu, «è abuso sui minori bello e buono».

Con tanti abusi veri da combattere, un’affermazione fuori luogo come questa suona decisamente come una stecca, anche se in verità qualcosa da dire contro l’idea che dei ragazzi giovanissimi si prendano a testate c’è. Ma il fatto è che qualcuno questa bizzarra crociata contro il football la prende seriamente. Quasi seriamente quanto la crociata per la normalizzazione della “fluidità del gender”.

Mi è appena capito d’imbattermi nel fascicolo datato Estate 2017 dello Stanford Medicine News, il cui servizio principale s’intitola Young and Transgender: Caring for Kids Making the Transition, “Giovani e transgender: la cura dei ragazzi che fanno il passaggio”. Nel testo si esaltano gli sforzi che una endocrinologa pediatrica profonde per “aiutare” questi ragazzi... mediante l’impiego di bloccanti della pubertà e di altre cose così. Dunque adesso bloccare la pubertà significa dare assistenza sanitaria? «Trattare gli adolescenti transgender con ormoni», dice l’endocrinologa, «significa affermarne l’identità». Cioè metterli sotto i ferri è solo un modo diverso di dire che maturando normalmente il loro corpo cresce sbagliato.

Non ce l’ho specificamente con lo Stanford Medicine News. Oggi l’appiattimento sull’agenda transgender è infatti una epidemia. Per esempio, l’edizione più recente del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders ha rimpiazzato la vecchia diagnosi di “disordine dell’identità di genere” con l’espressione “disforia” di genere. Dato che – et voilà – non c’è più alcun “disordine” da trattare psichiatricamente, la scelta giusta diventa necessariamente la mutilazione (mediante ormoni e chirurgia).

Dal canto proprio, avendo evidentemente perso il senno, l’American Psychiatric Association (APA) afferma tranquillamente che non è vero che le transizioni transgender derivino da illusioni o da incapacità di giudizio, laddove per illusione s’intende «una falsa credenza o un giudizio sbagliato affermati con convinzione nonostante prove incontrovertibili del contrario».

Per arrivare a una conclusione così si deve però ignorare la realtà oggettiva, oppure dichiarare di volerla subordinare a una qualsiasi delle definizioni che i pazienti intendono offrire della “propria” realtà. I pazienti sono cioè chi dicono di essere se sono loro a dire così. Ma una volta imboccata questa strada, nulla potrà più essere giudicato delirio; viene cioè invalidato l’intero concetto di disordine psichiatrico. Forse che l’APA stia involontariamente cercando di farsi le scarpe da sola?

È tristissimo vedere come tanti professionisti intelligenti e altamente qualificati si mostrino proni a una menzogna così palese. Forse alcuni credono davvero ai dogmi del gender divenuti improvvisamente “ufficiali” benché irrazionali. A mio avviso, però, la maggior parte di loro non ci crede. Non sul serio. Ma è gente che ha facce da salvare e posti di lavori da conservare. E che perciò si adegua.

Avere ottenuto un tale conformismo di stile sovietico in assenza di un politburo è un’impresa notevole. Senza dubbio un fiore all’occhiello della postmodernità. Non peraltro che i legislatori della California (giusto per fare un altro esempio) non stiano cercando di agire esattamente come un politburo nella misura in cui puntano a multare e a incarcerare il personale sanitario che non si rivolge ai pazienti utilizzando i pronomi che ognuno di loro si è scelto da solo, vale a dire il pronome sbagliato.

Il trionfo di una simile disonestà intellettuale è già abbastanza in sé e per sé; degradare gli altri costringendoli ad accettare qualcosa che si sa essere una menzogna è il marchio tipico del totalitarismo. Peggio ancora: “aiutare la transizione degli adolescenti”, diversamente da quanto accade quando li si incoraggia a giocare a football o a praticare altri sport, costituisce un vero e proprio abuso sui minori.

Lo sostiene la dottoressa Michelle Cretella, presidente dell’American College of Pediatricians, che ha il coraggio di non fare giri di parole. A quanto pare, invece, molti suoi colleghi no; in realtà, sono più numerosi i “professionisti” pronti a garantire un patina di legittimità medica a quell’impossibilità totale di coloro che tentano la “transizione”. Però con così tanti presunti campioni della scienza in circolazione non dovrebbe essere necessario alcun coraggio eccezionale per dire che i “sentimenti” non possono annullare il verdetto dei cromosomi maschili e femminili contenuti in ogni singola cellula del corpo.

Ora, per alcuni dire le cose come stanno è “moralistico”. Ma è invece proprio lo sforzo fatto per imporre l’accettazione del transgenderismo a violare il credo antimoralistico. Finché si continuerà a poter emettere giudizi di valore, la maggior parte delle persone continuerà, persino oggi, a pensare che i professionisti autorizzati (cioè quelli rei di abusi) sono molto, molto più colpevoli degli adolescenti disorientati in cerca di compassione e di guida sicura. Chi si sottopone a procedure “trans” ottiene esiti non buoni. Lo mostrano i dati. I “guaritori” ‒ assieme alle scuole, ai media, alle aziende e così via ‒ che pretendono che l’anormalità sia normale sono per definizione colpevoli di abuso.

Fa niente se corre un parallelismo inquietante fra l’aggressione che il transgenderismo consuma ai danni della sana anatomia e la pratica universalmente condannata della mutilazione genitale femminile. La “transizione” viene insomma venduta come un trionfo della scienza e del progresso, pur con l’intesa che qualche transizione non va invece tollerata affatto. Mi riferisco, ovviamente, alla possibilità che qualcuno voglia scrollarsi di dosso l’omosessualità a favore dell’eterosessualità. Che questo sia vietato – in alcuni contesti messo letteralmente fuori legge – manda a monte il gioco: il fatto che, malgrado la classica retorica del contrario, le scelte personali vengano inibite in modo così impressionante rivela che quel che davvero si vuole è imporre una scelta, non esaltare la “scelta” stessa.

Lo scopo che oggi si sta perseguendo è null’altro che l’oblio dell’ordine e dell’etica insegnati dalla tradizione giudeo-cristiana. Gira tutto attorno al tentativo di conquistare il potere di ridefinire le regole; d’invertire ciò che è buono e ciò che è cattivo. Il nome del gioco è disintegrazione totale.

Gli abusi non sono soltanto un effetto secondario occasionale e accidentale di una rivoluzione più ampia di cui la fluidità del gender è solo l’ultima salva di cannone. La fluidità del gender è il cuore della questione.

Traduzione di Marco Respinti

* Matthew Hanley è Senior Fellow al National Catholic Bioethics Center di Filadelfia. Con il medico Jokin de Irala, nel 2009 ha pubblicato Affirming Love, Avoiding AIDS: What Africa Can Teach the West (National Catholic Bioethics Center, Filadelfia, 2009) che l’Associazione della stampa cattolica degli Stati Uniti ha di recente premiato tra i libri migliori. L’articolo qui tradotto è stato pubblicato il 20 settembre 2017 sul quotidiano online The Catholic Thing, diretto a Washington da Robert Royal, con il titolo Gender Ideology as Abuse.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » ven nov 10, 2017 6:13 am

«IO, CRESCIUTA CON UN PADRE TRANSESSUALE, VI CHIEDO DI NON APPROVARE LE NOZZE GAY»
di Benedetta Frigerio

https://www.sapereeundovere.com/io-cres ... -nozze-gay

Denise Shick ha raccontato la sua storia terribile alla Corte Suprema americana: «Mio padre fu infelice fino alla morte, anche vestito da donna, e con lui tutti noi»

Denise Shick (foto a fianco) è cresciuta negli Stati Uniti con un padre “transgender” e il 24 marzo ha raccontato alla Corte Suprema americana «l’ossessione di mio padre transessuale» e la «sua infelicità anche quando ha ottenuto ciò che pensava di desiderare». Shick è stata chiamata a raccontare la sua storia ai giudici federali e si è opposta alla legalizzazione dei matrimoni tra persone omosessuali.

«MIO PADRE NON ERA FELICE».
Shick ha ricordato quando all’età di 9 anni si sentì dire da suo padre che voleva diventare una donna e di quanto «i desideri sessuali di mio padre e i suoi comportamenti fossero più che disorientanti». L’uomo, che cominciò a vestirsi e comportarsi da femmina, sua figlia lo ricorda come «un miserabile che voleva che tutti intorno a lui condividessero la sua miseria. Non ricordo un giorno in cui mi sembrò felice o che sorridesse. Risa e gioia semplicemente non facevano parte della sua vita». Come tante persone transessuali, suo padre aveva molti problemi, tra cui l’alcolismo, per cui quando era ubriaco «veniva con la sua cintura nera e spessa» e «dopo le frustrate non sapevo bene che cosa mi facesse più male, se i lividi sulla mia schiena o vederlo e sentire le sue risate maniacali dopo che aveva picchiato i suoi figli». Fu solo più tardi che «gli abusi diventarono psicologici», quando «mio padre mi disse che voleva diventare una donna». Ai giudici Shick ha ricordato la sensazione «di rigetto e di abbandono» e il desiderio «naturale» di un padre e di «un rapporto tra un vero padre e una vera madre». Ma lui sembrava non comprendere questi desideri. Ma ci fu anche un’altra cosa «che mi confuse ancora di più». Il padre le disse che ogni volta che lo avesse visto con le gambe accavallate, «saprai che in quel momento mi sto sentendo una donna». Pensiero che riaffiorava alla mente di Shick tutte le volte che vedeva un uomo in quella posizione, perché «parole come quelle non abbandonano la memoria di un bambino e hanno un impatto sulla sua vita».

ABUSI E VIOLENZE.
Quando Shick divenne adolescente il padre, invidioso del suo corpo, cominciò a palpeggiarla e più il tempo passava «più l’ossessione di mio padre nel comprare vestiti femminili cresceva» e «lentamente cominciai a capire che stava distruggendo il mio desiderio di essere una donna». Il desiderio «ossessivo compulsivo» lo portò a rubarle i vestiti, dopo aver speso tutti i risparmi di famiglia in trucchi e abiti. Così, «nonostante la mia volontà iniziale di spezzare il ciclo di abusi, la depravazione ebbe i suoi effetti. Da adolescente cominciai a bere» e «scoprendo un profondo desiderio di amore maschile e di attenzioni che non avevo ricevuto da mio padre, cominciai a flirtare con quelli da cui volevo attenzioni e alla fine delle scuole medie avevo 13 fidanzatini». Alla fine, fra alcol e uomini, «raggiunsi un punto in cui contemplai il suicidio». A salvare la ragazza fu la frequentazione della casa di un amico, che poi diventerà suo marito e da cui imparò cosa fosse una famiglia e chi fosse un padre.

«NON VOGLIO DUE MAMME».
Il peggio sembrava superato, eppure, persino il giorno delle nozze, mentre Shick stava per raggiungere l’altare, «mio padre mi disse che voleva essere al mio posto (…), per sopravvivere feci finta di non sentire (…). Mi rubò il mio “giorno speciale” accentrando tutto su di lui e sul suo desiderio egoista». Eppure, dopo tutta questa vicenda, Shick è stata spesso «accusata di essere insensibile e irrispettosa dei desideri di mio padre», perché «non volevo due mamme. Ho sempre voluto una mamma e un papà. Un papà che mi insegnasse a ballare. Un papà che mi spiegasse che cosa cercare nel mio futuro marito». Ma «la mia brama per un padre non era egoista, era semplicemente il bisogno di ogni bambino». Quando la donna ebbe figli decise quindi di allontanarsi dal padre per la loro sicurezza, mentre lui «lasciò mia madre per soddisfare pienamente il “suo sogno di vita” come donna e avere relazioni con altri uomini», finché «trent’anni più tardi mia madre mi disse che mio padre stava morendo». Shick ha quindi spiegato ai giudici che per i sei mesi successivi, prima del decesso, «ebbi modo di parlare con lui e come adulta di provare a comprendere la sua pena attraverso gli occhi della compassione e dell’amore», perché «nonostante tutto restava mio padre» e «io lo amo». Ma «l’ironia è che alla fine, quando ebbe ciò che pensava di aver sempre desiderato, non raggiunse comunque la felicità e la soddisfazione. Rimase triste fino all’ultimo momento della sua vita. Lo dico con le parole di mio padre: “Ho cambiato la mia casa molte volte, cambiamenti, cambiamenti, cambiamenti, cambiamenti. Eppure, mi manca qualcosa, quel qualcosa è la completezza”»

«NON SI PUÒ FARE L’IMPOSSIBILE».
In questi mesi altri adulti cresciuti con coppie dello stesso sesso o genitori con uno stile di vita omosessuale hanno testimoniato di fronte alla Corte Suprema. «Noi non pretendiamo di dire che tutti i genitori omosessuali o i genitori transessuali agiranno in modo abusivo», conclude Shick. Però, anche se le coppie «dello stesso sesso hanno intenzioni buone e buoni curriculum, non sono in grado di fare l’impossibile: come può un uomo fare da modello femminile a una bambina?». Infatti, per quanto Denise amasse suo padre, «il suo tentativo di entrare in una “Identità femminile” fantastica è stato disastroso e incredibilmente distruttivo». Perché «un uomo non è un donna, anche se pensa di esserlo. E se questa Corte cercherà di cancellare il sesso, questo progetto inutile nel lungo periodo non avrà migliori risultati di quelli che ha qualsiasi tentativo di far finta che la natura non esista. La realtà ha dei limiti che la fantasia e l’irresponsabilità semplicemente non possono superare. Pertanto i cittadini di ogni Stato hanno il diritto, e anche una responsabilità, di proteggere la salute pubblica, il benessere generale e il bene dei bambini non estendendo il matrimonio al di là della sua definizione tradizionale, naturale e sana».
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » sab feb 24, 2018 6:59 pm

UNA DHIMMA PER LA LIBERTA'
Nicoletta Di Giovanni
24 febbraio 2018

http://www.reteliberale.it/dettagli.asp?id=118&var=2

Il “Bus della Libertà” di CitizenGo non potrà più transitare per le strade della città del sindaco grillino e del fido assessore, già pres. Arci gay cittadino. La revoca della concessione “di spazi e aree pubbliche” è stata immediata, perché il pullman “pro-life” e “anti-gender”, che avrebbe dovuto in poco più di un’ora distribuire vademecum e volantini, secondo la mozione del cons. Comunale, rientrerebbe nella casistica del “non concedere spazi o suolo pubblico a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”. È così che si atteggiano i nemici della libertà di opinione, è così che si manifesta il pensiero unico progressista. Che fare? Ebbene,
il Bus della Libertà non cambierà programma e si fermerà alle 11 in Rondò Rivella, come da prima autorizzazione del Comune di Torino, la multa si pagherà! Stiamo marciando a passo dell’oca verso i reati di opinione, passando per le fobie, ora solo multate. La circostanza è plastica dei tempi del Progressismo di stato: un groviglio di contraddizioni che ci vuole tutti “convincere” della Storia ad un solo verso, quello coincidente con le loro opinioni. Chiunque provi a dissentire è un troglodita fuori da essa, ignorante e incivile!
Il Progressismo di stato s’impone in forma dogmatica, dapprima nella Scuola, poi chiedendo di dare pieni poteri ai politici “progressisti” per realizzare, appunto, questo progresso.
La multa che pagherà il sig Bus della libertà è una tassa sulla libertà di opinione, esattamente una sorta di Dhimma sul libero pensiero. Inutile ricordare all’assessore illiberale de quo i fondamentali della libertà.
I stand con il messaggio del Bus della Libertà, ma su tutto con la libertà di poterlo manifestare, oggi e sempre!
Nicoletta Di Giovanni - Rete Liberale




Go Silvana De Mari! W la libertà
Da torino con Silvana De Mari per la libertà dei genitori!
https://www.facebook.com/genfamiglia/vi ... 6370769296

Disforia di genere
https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_ ... _di_genere
Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG) è una condizione in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico.

Il DIG è stato rinominato disforia di genere nel DSM-5, a causa della stigmatizzazione che il termine "disturbo" comportava. Nel DSM-5 questa diagnosi non è più una categoria dei disordini sessuali, ma rappresenta una categoria a sé stante. Il termine disforia di genere venne introdotto nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk.

Il DIG è indipendente dall'orientamento sessuale e non va confuso con esso: infatti le donne e gli uomini transessuali possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale, ad esempio possono essere eterosessuali o lesbiche, gay o bisessuali. L'identificazione nel sesso opposto ed il relativo disagio provocato da questa condizione possono essere avvertiti già in fase preadolescenziale. Alcuni studi hanno trovato un rapporto fra orientamento sessuale e persone con transessualismo primario o secondario.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » gio mar 01, 2018 9:22 pm

Il Bus della libertà, 4000 km tra scorte, censure, minacce e multe pagate
Marco Guerra
01/03/2018

http://www.lanuovabq.it/it/4000-km-tra- ... lte-pagate

Quasi 4000 Km, 8 giorni, 11 tappe. Il più grande merito del Bus arancione di Generazione famiglia-CitizenGo Italia è quello di ricordarci quale atto rivoluzionario e sconvolgente sia oggi dire la verità. Lungo il cammino polizia in antisommossa, multe e censure di molte amministrazioni comunali.

Quasi 4000 Km, 8 giorni, 11 tappe: Reggio Calabria, Catania, Napoli, Livorno, Torino, Milano, Verona, Bologna, Cesena, Pescara e Roma. Da 20 gradi di Catania a -3 gradi di Cesena. Qualche migliaia di persone incontrate, alle quali sono stati distribuiti altrettanti Manuali per Genitori Protagonisti nelle Scuole. Sono i numeri del secondo tuor del Bus della Libertà, chiusosi lo scorso martedì con l’arrivo a Roma davanti alla palazzo della Corte di Cassazione, per porre l’attenzione sulla giurisprudenza creativa che smantella il diritto di famiglia.

Ma al di là di tutto questo, il più grande merito del Bus arancione di Generazione famiglia-CitizenGo Italia è quello di ricordarci quale atto rivoluzionario e sconvolgente sia oggi dire la verità. Infatti, se lo scorso settembre fu la scritta “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine” a scandalizzare i gendarmi del pensiero unico, in questo ultimo tour, coinciso con la campagna elettorale per le elezioni politiche, è stato lo slogan “Non confondere l'identità sessuale dei bambini” a suscitare le isterie censorie di istituzioni pubbliche, movimenti di estrema sinistra e sigle della galassia lgbt.

Il mezzo che ribadisce le regole elementari dell’antropologia umana scuote le coscienze come un sussulto salutare, sveglia gli animi dal torpore quotidiano e dice che la libertà di pensiero è qualcosa che non può essere mai data per scontata ed acquisita senza che questa sia difesa e coltivata ogni giorno della nostra esistenza.

Il Bus ha difeso la libertà in quelle città in cui a colpi di memorie e di giunta e atti amministrativi si vuole negare il diritto di parola a determinati settori dell’opinione pubblica. Insomma, oggi tocca al pullman di Generazione famiglia ma domani potrebbe essere chiunque di noi a vedersi negata l’agibilità politica e sociale necessaria a rivendicare i propri diritti inerenti la libertà educativa.

Questa volta l’ondata di livore ideologico si è paventata fin dalla prima tappa. Il 20 febbraio, poche ore prima dell’arrivo del mezzo a Reggio Calabria, il Presidente della Commissione Pari opportunità della città sullo Stretto (nonché ex referente dell’arci gay locale) Michela Calabrò ha emesso un comunicato che esprimeva il suo dissenso rispetto al passaggio del Bus, definendolo un’iniziativa “intollerante” e un atto “altamente discriminatorio e irresponsabile”. Filippo Savarese, direttore della campagne di Citizengo Italia, non ha potuto che far notare quanto sia paradossale che la nostra libertà di opinione ed espressione sia attaccata proprio dalla Commissione Pari Opportunità, che dovrebbe difendere il pluralismo democratico.

L’amministrazione locale è protagonista di gravi censure anche nella tappa di sabato 24 a Torino. Nel comune sabaudo il Bus è stato multato dalla polizia municipale, dopo che gli era stato revocato il permesso di sosta, regolarmente richiesto e pagato nei giorni precedenti. Questo perché a poche ore dall’arrivo nel capoluogo piemontese è arrivato il provvedimento di revoca della concessione per l'occupazione del suolo pubblico, voluto dall'Assessore alle Pari Opportunità Marco Alessandro Giusta, già Presidente di Arcigay Torino. La decisione dell’esponente della giunta Appendino (targata Cinque Stelle) si è basata su una delibera approvata mesi fa, che impegna la giunta comunale e la sindaca a non concedere spazi pubblici ad associazioni che non rispettano i principi della Costituzione e professano forme di fascismo, xenofobia, sessismo, omofobia e trans-fobia. Ovviamente chi decide se il tuo pensiero ricade in queste suddette categorie da silenziare è la stessa giunta comunale, che di conseguenza può usare pretesto dell’antifascismo come una clava per annientare qualsiasi voce fuori dal coro.

In questo caso il team di Generazione famiglia non ha voluto sottostare all’ingiusta imposizione del Comune ed ha raggiunto il luogo del ritrovo, ben felice di pagare una tassa sulla libertà di parola (la multa elevata dalla polizia municipale).

Degna di una riflessione anche la tappa di Bologna. L’ingresso in città è dovuto avvenire con la scorta delle forze dell’ordine in tenuta anti sommossa, poi, come da tradizione del capoluogo rosso, ad attendere il Bus c’erano collettivi di sinistra ed esponenti dei gruppi lgbt, che stavano occupando la piazza in cui il mezzo aveva il diritto di sostare. Il mezzo è stato quindi inizialmente dirottato in un altro luogo e, infine, l’incontro con i simpatizzanti si è tenuto solo grazie al cordone di polizia che ha tenuto a distanza il gruppo di esagitati.

Tutto bene invece a Cesena, dove nei mesi scorsi il comune ha tentato di far passare una memoria ad hoc per impedire un’eventuale passaggio del Bus della Libertà nella città romagnola.

Il Bus ha quindi girato sotto scorta ed è stato minacciato dalle autorità locali in diverse parti d’Italia. Un’iniziativa di libertà e autonomia che ha aiutato a rendere ancora più consapevoli i genitori circa il ruolo educativo che sono chiamati a svolgere. L’attivismo delle realtà associative pro family non può infatti sostituire le famiglie. Demandare ad altri la formazione della sfera affettiva è un lusso che non può più permettersi nessuno.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » lun mar 19, 2018 11:27 am

"È vietato dire mamma". Ecco il nuovo diktat della compagnia aerea
Marco Gombacci - Mar, 13/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/vie ... 04791.html

La compagnia aerea australiana Qantas vieta ai propri piloti e assistenti di volo di utilizzare parole come “mamma”, “papà”, “marito” e “moglie” perché considerate sessiste, inappropriate e offensive per la comunità Lgbt

Le frontiere del politicamente corretto questa volta spiccano il volo. La compagnia aerea australiana Qantas vieta ai propri piloti e assistenti di volo di utilizzare parole come “mamma”, “papà”, “marito” e “moglie” perché considerate sessiste, inappropriate e offensive per la comunità Lgbt.

La direzione della compagnia australiana ha distribuito ai suoi dipendenti un documento in cui invita a non utilizzare parole come “marito e moglie” o “mamma e papà” e sostituirle con termini quali “partner” o “genitori” considerati un linguaggio neutrale e non discriminatorio.

“Siamo orgogliosi di avere una lunga tradizione di promozione dell’inclusione sociale tra i nostri dipendenti e clienti. Abbiamo sempre supportato l’uguaglianza tra i generi, i matrimoni tra le coppie dello stesso sesso e i diritti degli indigeni”, racconta Lesley Grant, un dirigente della Qantas. “L’utilizzo ad esempio della parola 'chairman' può sottintendere che i capi siano sempre dei maschi”, continua il dirigente, responsabile del dipartimento “People & Culture”.

Il documento invita anche gli uomini a evitare il fenomeno del cosiddetto “manterruptions” ossia i maschi che interrompono le donne mentre parlano. Non ci è dato sapere se il divieto valga anche al contrario ossia quando sono le donne ad impedire agli uomini di continuare un discorso.

Il primo ministro australiano Tony Abbot ha immediatamente liquidato tale scelta aziendale come una buffonata: “Il politicamente corretto ha superato ogni limite”, ha detto il politico conservatore. “Se la Qantas volesse veramente dare un buon servizio ai propri clienti, potrebbe abolire il suo dipartimento di inclusione sociale e salvare così dei soldi. È folle pensare che si abbia bisogno di una polizia del pensiero aziendale”, ha concluso Abbot.

La ricerca del linguaggio “gender-neutral” si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo. Il leader di questo movimento è il tanto osannato Justin Trudeau che ha addirittura eliminato tutte le parole maschili dall’inno del Canada per evitare qualsiasi discriminazione di genere e poche settimane fa ha redarguito una ragazza per aver utilizzato il termine “mankind” invece del più inclusivo “peoplekind”.

La metropolitana di Londra ha vietato il classico annuncio dagli altoparlanti “Signore e signori” per il più generico “buongiorno a tutti” per rispettare anche gli altri gender, a Malta si è deciso di rilasciare passaporti gender-neutral dove oltre a “maschio” o “femmina” si potrà anche optare per il “gender X”. Anche i media stanno diffondendo la cultura gender neutral; ha fatto scandalo l’emittente britannica BBC che ha perfino utilizzato dei bambini come cavie per dimostrare la teoria gender.

Il Vaticano si è fermamente opposto a questo nuovo fenomeno. Papa Francesco ha dichiarato che la "teoria gender è una colonizzazione ideologica" e che l’utopia del “neutro” rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita.”

La prossima frontiera sarà istituire delle toilette pubbliche obbligatoriamente gender-neutral. La proposta è già stata avanzata in Olanda e Inghilterra ma a riguardo si sono sollevate delle critiche da parte di alcuni gruppi di donne che si sono ribellate all’idea di entrare nel pantano dei bagni pubblici maschili. Come dargli torto?
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 4:43 pm

UNAR: NOMINATO ENNESIMO DIRETTORE IDEOLOGICAMENTE SCHIERATO
https://www.facebook.com/genfamiglia/po ... 4038974529

La nomina di Luigi Manconi, che domani firmerà il nuovo incarico, a nuovo coordinatore dell’UNAR da parte di Paolo Gentiloni conferma che il Partito Democratico usa quest’organo del Governo come avamposto della grande colonizzazione ideologica denunciata da Papa Francesco, che mira a distruggere l’antropologia autenticamente umana soprattutto nella formazione dei ragazzi nelle scuole”. Lo afferma in una nota Filippo Savarese, portavoce dell’associazione co-promotrice del Family Day Generazione Famiglia.

Luigi Manconi è infatti favorevole all’introduzione nell’ordinamento italiano di matrimoni e adozioni gay, liberalizzazione delle droghe e addirittura regolamentazione cosiddetta “etica” dell’utero in affitto.

Generazione Famiglia condanna la scelta del Pd di confermare l’indirizzo fortemente ideologico dell’Ufficio, già sconvolto l’anno scorso dallo scandalo dell’ex Direttore Francesco Spano, colto a finanziare con fondi pubblici associazioni LGBT di cui lui stesso era socio e che organizzavano nelle loro sedi orge con consumo di droga e incentivo alla prostituzione.

Il lavoro dell’UNAR è contestato dalle associazioni di famiglie e genitori da quando promosse nel 2010 la “Strategia Nazionale LGBT”: un grande piano di promozione in tutti gli ambiti della società, a partire dalle scuole, delle istanze politiche e culturali della comunità gay, finanziato con 10 milioni di Euro.

Ci si sarebbe attesi un gesto di buon senso politico con la nomina di un Direttore che riportasse l’Ufficio alle sue autentiche competenze di contrasto ai fenomeni di discriminazione a sfondo razziale, etnico, culturale e religioso. Il Pd ha deciso di usare il posto libero per risolvere questioni di lotta interna seguite all’esclusione di Manconi dalle liste elettorali.

A questo punto, è inevitabile augurarsi che il nuovo Governo abolisca del tutto un ente evidentemente inutile e ideologico.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 4:43 pm

Mosca. I bambini russi potranno essere adottati solo da coppie eterosessuali: sì all’unanimità della Duma
1 settembre 2015
22 marzo 2018

https://www.aibi.it/ita/mosca-i-bambini ... della-duma

I bambini russi potranno essere adottati solo da coppie eterosessuali. Lo ha stabilito il parlamento di Mosca che a fine agosto ha approvato all’unanimità una legge che concede l’esclusività dell’accoglienza dei minori provenienti dalla Federazione Russa alle sole coppie composte da coniugi di sesso diverso. La ratio della nuova norma è quella di garantire a ogni bambino il diritto di avere un padre e una madre e quindi di crescere ed essere educato da una famiglia tradizionale.

La decisione della Duma rafforza una legge già in vigore in Russia dal giugno 2013. In quella data il Parlamento di Mosca stabilì di vietare l’adozione di minori russi da parte di cittadini provenienti da Paesi in cui è consentito il matrimonio tra persone dello stesso sesso. In conseguenza di questa decisione, venne sancito l’annullamento degli accordi bilaterali in materia di adozioni internazionali tra la Federazione Russa e quei Paesi in cui il matrimonio gay è legalmente consentito. A partire da allora, per poter adottare in Russia, tali Paesi devono chiedere a Mosca di poter firmare nuovi accordi bilaterali specifici. Il primo Paese ad aderire alla richiesta del Cremlino fu la Spagna, che nel luglio 2014 firmò con la Russia un accordo che avrebbe permesso per i 5 anni successivi, rinnovabili alla scadenza, di realizzare adozioni in modo che fossero perfettamente legali e accettabili per entrambe le legislazioni. Ovvero anche per quella di Mosca che non ammette il riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali.

Oltre a concedere a migliaia di coppie la possibilità di avere un figlio e a migliaia di piccoli Russi quella di avere un padre e una madre come punti di riferimento, la legge approvata dalla Duma contribuisce a prevenire il fenomeno del cosiddetto re-homing: una pratica presente in alcuni Paesi come gli Stati Uniti per cui alcuni bambini adottati da famiglie eterosessuali venivano poi lasciati da queste e adottati nuovamente da coppie omosessuali.

L’approvazione della nuova legge è senza dubbio una buona notizia per l’Italia, uno dei pochi Paesi europei che ancora non ammette legalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La legislazione simile, in questo caso, tra il nostro Paese e la Russia ha già permesso in passato di vedere rafforzata la fiducia di Mosca nei confronti dell’Italia. Già a novembre 2013, infatti, dopo l’entrata in vigore della legge con cui la Russia vietava l’adozione in Paesi che ammettevano il matrimonio gay, il rappresentante del Cremlino per i diritti dell’infanzia, Pavel Astakhov, affermò: “Ci risulta che l’Italia sia l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di adottare bambini russi perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale e, di conseguenza, non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente”.

Ma è soprattutto una buona notizia per tanti bambini russi che attendono una famiglia: sanno che, quando la troveranno, potranno contare su una famiglia vera, con due punti di riferimento ben definiti che potranno chiamare tranquillamente ‘mamma’ e ‘papà’.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 9:47 am

Trump vieta transgender in esercito
Escluse eccezioni. Casa Bianca, a rischio efficacia forze armate
24 marzo 2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... 16148.html

(ANSA) - WASHINGTON, 24 MAR - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emesso un ordine che bandisce le persone transgender dal far parte dell'esercito americano eccetto che per "circostanze limitate". Lo fa sapere la Casa Bianca spiegando che mantenere soldati che richiedono un sostanziale trattamento medico "presenta un rischio considerevole per l'efficacia" dell'esercito.



Trump vieta transgender nell'esercito, escluse eccezioni. Al via divieto per dispositivi armi
24 marzo 2018

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 434ea.html

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emesso un ordine che bandisce le persone transgender dal far parte dell'esercito americano eccetto che per "circostanze limitate". Lo fa sapere la Casa Bianca.

In una nota della Casa Bianca si sottolinea che mantenere soldati che richiedono un sostanziale trattamento medico "presenta un rischio considerevole per l'efficacia" dell'esercito.

Lo scorso anno il presidente Trump colse il Pentagono di sorpresa dichiarato l'intenzione di revocare la decisione presa dal suo predecessore Barack Obama per consentire l'arruolamento tra i militari di persone transgender. Un annuncio verso il quale diversi tribunali federali si espressero in maniera contraria.

La risposta del Pentagono fu all'epoca di mantenere tra le file dell'esercito coloro già in servizio e consentendo l'arruolamento a partire dal primo gennaio.

Divieto per dispositivi armi

Il ministro americano della Giustizia, Jeff Sessions, ha annunciato che l'amministrazione Usa, attraverso il suo dipartimento, propone la normativa che vieta i dispositivi per trasformare pistole e fucili in armi automatiche, senza aspettare l'intervento del Congresso. L'annuncio di Sessions giunge poco dopo un tweet di Donald Trump con cui il presidente presenta la misura.

Marcia studenti a Washington contro le armi

Al grido di "Mai piu!" oggi un fiume di studenti e non solo si riverserà su Washington. È il coro dell'America che dice "Basta!" alla scia di sangue lasciata dalle armi, chiedendo maggiori controlli e sicurezza, dopo la strage di San Valentino alla Marjory Stoneman Douglas high school di Parkand, in Florida, dove un 19enne ha aperto il fuoco uccidendo 17 persona. 'La Marcia per le Nostre Vite', così hanno chiamato la manifestazione gli studenti di Parkland che l'hanno organizzata e guidano quello che e' ormai un vero e proprio movimento. Le autorita' locali nella capitale Usa hanno autorizzato la dimostrazione per 500mila persone, ma l'affluenza potrebbe essere maggiore, dopo settimane di preparazione, appelli, tam tam via web e raccolte fondi. Autobus e treni pieni di ragazzi e famiglie sono giunti da ieri a Washington, mentre sono decine i cortei previsti in molte città del Paese.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » sab mar 31, 2018 2:00 pm

NON DOVREI CRITICARE IL MoVimento 5 Stelle? VERGOGNA!
Gradito like e commento.

https://www.facebook.com/Giuseppe.Povia ... 3555919670
I 5 SBERLE a Torino propongono un 'asilo gender' (per i bimbiminkia il gender non esiste). Un asilo in cui i bambini cresceranno senza modelli di riferimento 'maschio' o 'femmina'. Gender vuol dire che non sei M o F secondo natura ma in base a come ti senti. Le dittature usano i bambini come cavie! Vergogna voi e le ass. LGBT. Non toccate i bambini, idioti! Nei convegni-Concerto con l'Avv. Amato (esperto del tema) mostriamo anche un disegno di legge 5S per bloccare la pubertà ai bambini con un farmaco a spese della sanità nazionale, cioè a spese nostre. ELETTORI 5 STELLE SAPEVATE? Aspetto commenti tipo: NN E' VERO E KOMUNCUE È G1USTO KE I BAMBIN1 NN ZIANO KONDIZIONAT!1! Io e l'avv. giriamo a rimborso spese per informarvi. 3487623972, GENITORI SVEGLIA!




Vincenzo Angelino
GIUSEPPE POVIA
Vi ricordate di Giuseppe Povia, quello di “I bambini fanno ooh... che meraviglia... che meraviglia...”, brano molto poetico, presentato a Sanremo 2005 (ma non in gara) che ha venduto così tanto da vincere sette dischi di platino.
Uno a cui impediscono di partecipare come concorrente al festival e poi vende più di tutti gli altri messi insieme, mi ha subito incuriosito, perché significa che «la Forza scorre potente il lui». Allora l’ho seguito. E negli anni è accaduto l’inevitabile: il Fuoco si è acceso sempre di più. L’establishment musicale si è dimenticato di lui (e forse anche voi) – Neo si è sganciato dalla Matrix e viene gettato tra i rifiuti – e lui comincia ad aprire gli occhi sulla realtà: assume posizioni euroscettiche e sovraniste, e si avvicina alle teorie del cosiddetto complottismo (ma che io definisco semplicemente «una visione non ingenua della realtà»).
I “diversamente intelligenti” che quando non possono dare sfogo manualmente alla loro sessualità scrivono articoli sui giornali, lo bollano subito come un autore “di destra”, razzista, nazionalista...
Intanto lui scrive pezzi molto belli come “Luca era gay... e adesso sta con lei” e “Immigrazìa”. L’album uscito nel 2016 s’intitola “Nuovo contrOrdine mondiale”.
Spero che un giorno legga questo post... e sappia di non essere solo.


Giovanni Vassallo
Sono i giornalisti che esagerano scrivendo titoli che colpiscono come "asili gender" ma qua si tratta, di educare i bambini non come preferenze di genere, non si tratta di forgiare menti confuse tra maschile e femminile, ma di insegnare ai bambini che nel 2018 c'è parità tra i sessi, che la donna non è debole e che l'uomo deve rispettarla secondo me è questo il fine del progetto. Poi se i giornalisti scrivono titoli d'effetto e parole chiave come gender e 5 stelle, logicamente arriva chi ci marcia sopra... combloddo!1!1 bimbi minkia11!!!1 bla bla bla 5 stellle, bla bla bla lega, bla bla bla indignato...



Presto il via libera alla pillola per il cambio di sesso
2018/03/28

https://www.huffingtonpost.it/2018/03/2 ... a_23397181

La Disforia di Genere è definita come la profonda sofferenza secondaria all'incongruenza tra l'identità di genere e il genere assegnato alla nascita. Il disturbo insorge in giovanissima età, causando isolamento sociale, discriminazione e sofferenza psicologica.

Perciò, nei casi di disturbo dell'identità di genere, al di là del supporto psicologico è prevista la possibilità di trattamento farmaceutico per la "sospensione della pubertà". Tale intervento medico, pur essendo raccomandato dalle linee guida delle principali società scientifiche internazionali e nazionale dedicate, non era fino ad oggi autorizzato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Ora le cose sembrano arrivate ad un punto di svolta: la triptorelina, principio attivo usato per curare alcuni tipi di tumore (carcinoma della prostata e della mammella, per esempio) e in grado di inibire lo sviluppo degli ormoni, potrà finalmente essere prescritta agli adolescenti gender variant.

La notizia è stata riportata dal quotidiano La Verità. Il via libera alla prescrizione per gli adolescenti fornito dall'AIFA segue la richiesta presentata da alcuni eminenti specialisti: il presidente della Società Italiana di Endocrinologia, Paolo Vitti, della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, Alberto Ferlin, della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Stefano Cianfarani e dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere, Paolo Valerio. La richiesta è stata firmata in nome di

un cruciale intervento precoce, volto a limitare possibili atti di bullismo omotransfobico e di isolamento sociale.

Come riporta il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, lo psichiatra e presidente di Amigay Manlio Converti propone un ulteriore passo avanti: rendere la somministrazione del farmaco gratuita. Converti ha spiegato l'importanza di un sostegno del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe avere.

Nonostante il riconoscimento dell'importanza di garantire la sospensione della pubertà negli adolescenti, il percorso ormonale in Italia per la transizione e il mantenimento delle persone transessuali resta completamente a pagamento e conduce al rischio di indurre alla prostituzione o ad altre mansioni criminali.




Il disturbo dell'identità di genere (spesso abbreviato in DIG) è una condizione in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico.

https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_ ... _di_genere

Il DIG è stato rinominato disforia di genere nel DSM-5, a causa della stigmatizzazione che il termine "disturbo" comportava. Nel DSM-5 questa diagnosi non è più una categoria dei disordini sessuali, ma rappresenta una categoria a sé stante. Il termine disforia di genere venne introdotto nel 1971 da Donald Laub e Norman Fisk.
Il DIG è indipendente dall'orientamento sessuale e non va confuso con esso: infatti le donne e gli uomini transessuali possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale, ad esempio possono essere eterosessuali o lesbiche, gay o bisessuali. L'identificazione nel sesso opposto ed il relativo disagio provocato da questa condizione possono essere avvertiti già in fase preadolescenziale. Alcuni studi hanno trovato un rapporto fra orientamento sessuale e persone con transessualismo primario o secondario.

Fonti diverse indicano stime diverse sul numero di individui con disturbi dell'identità di genere:

1 su 10-12.000 nati maschi e 1 su 30.000 nati femmine.
1 su 30.000 nati maschi e 1 su 100.000 nati femmine.





Torino, scontro sull'asilo "gender" tra M5s e Lega
Il progetto punta a educare fin da piccoli alle differenze, senza utilizzare nulla che imponga modelli di genere. Dai grembiulini, ai giocattoli. Ricca: "Lavaggio del cervello"
di MARIACHIARA GIACOSA
26 marzo 2018

http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -192307060

Amici a Roma, per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, e nemici in Comune a Torino. Il terreno di scontro è il progetto di asilo nido, orientato alla parità di genere, a cui sta lavorando l'Università di Torino per metterlo a disposizione dei suoi dipendenti con bimbi piccoli. "Mentre c'è chi, come l'Università, lavora per innovare e progredire, ci sono forze politiche che non perdono occasione per dimostrare l'arretratezza e l'inadeguatezza delle proprie idee", attacca il gruppo consigliare del Movimento5stelle rispondendo su Facebook alle dichiarazioni del capogruppo della Lega in Sala Rossa Fabrizio Ricca che ieri ha duramente criticato il progetto. Ricca ha parlato di "lavaggio del cervello" da parte di "manovratori di menti che negano la libertà a chi non la pensa come loro, con un obiettivo: lavorare fin da piccoli all'annullamento delle differenze sessuali maschio- femmina".

Il progetto dell'"asilo gender" punta a educare fin da piccoli alle differenze, senza utilizzare nulla che imponga modelli di genere. Dai grembiulini, ai giocattoli.

Sulla vicenda intervengono con un comunicato anche gli Studenti Indipendenti che stanno portando avanti l'iniziativa:
"Da tempo lavoriamo a un progetto serio che aiuterebbe molte famiglie e persone e non a creare polemica fine a se stessa. Un progetto che, ricordiamo, in primis crea un servizio fondamentale di welfare all'interno del mondo universitario, arricchisce l'offerta formativa per i e le tirocinanti, promuove un'educazione basata sui valori della cura dell'ambiente, sul rispetto dell'altro, sulla decostruzione degli stereotipi e sulla partecipazione attiva".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Xughi jender, na skifoxa viołasion dei diriti omani

Messaggioda Berto » lun apr 02, 2018 10:49 am

IL BAMBINO CAVIA
Così l’ideatore del gender, John Money, prese un maschietto e lo trasformò in una femmina. Ma l’esperimento...
di Giulio Meotti

https://www.facebook.com/notes/shar-kis ... 4275133019

Con le sue mani, Bruce David Brenda Reimer si è tolto quella tragica vita che ideologi e stregoni avevano trasformato in un inferno. Nato maschio, trasformato a sua insaputa in una femmina e cresciuto come tale, per poi scegliere di tornare “come l’aveva fatto madre natura”, David si è suicidato nel 2004.
“As nature made him: The boy who was raised as a girl”, è il titolo del libro di John Colapinto che nel 2001 aveva rivelato al mondo la storia di Reimer. Adesso, le edizioni San Paolo colmano il vuoto editoriale e portano “Come l’aveva fatto madre natura” in Italia, dove avanza proprio quella teoria del genere che aveva reso la vita di David un abisso di vergogna e timore. Colapinto di David aveva già scritto un memorabile articolo di ventimila parole pubblicato sulla rivista statunitense Rolling Stone, ma senza rivelare la vera identità di quel bambino-cavia.
A soli otto mesi, Brian era stato sottoposto a un intervento di routine, una semplice circoncisione andata male e in cui era stato evirato. Aveva un fratello gemello, Bruce. La famiglia, incredula e angosciata, aveva ceduto al carisma di un professore della Johns Hopkins University, John Money, il guru, il pioniere e il padre fondatore di quella teoria del genere che vede l’identità sessuale come una questione ambiental-culturale, il risultato della formazione e non come una identità biologica.
Dunque nessun XY, ma il potere coercitivo dell’ambiente. Bruce sarebbe cresciuto come una femmina XX, con l’aiuto del bisturi e dell’ideologia della “riassegnazione sessuale”. Money spiegò ai genitori di Bruce che lui e i suoi colleghi al Johns Hopkins Hospital erano in grado, attraverso la chirurgia, i trattamenti ormonali e il condizionamento psicologico, di assegnare questi bambini al sesso che si riteneva preferibile, qualunque esso fosse, e che il bambino poteva essere cresciuto felicemente in quel sesso. “Il sesso psicologico”, così si espresse Money, “in queste situazioni non sempre coincide con il sesso genetico, né con il fatto che le ghiandole sessuali siano maschili o femminili”.
La Psychohormonal Research Unit del dottor Money si trovava nella Henry Phipps Psychiatric Clinic, un tetro edificio vittoriano poco in vista, a cui si accedeva da un cortile sul retro. Gli uffici della “Unit”, al quarto piano, si raggiungevano con un traballante ascensore di fine secolo. Nel luglio del 1967, a ventidue mesi, Bruce venne castrato chirurgicamente. Money modellò lo scroto del bambino dandogli la forma delle grandi labbra di una vagina. Ai suoi genitori raccomandò di vestirlo e trattarlo come una bambina: un successivo trattamento ormonale avrebbe fatto il resto.
Ogni anno il dottor Money avrebbe visitato “Brenda” – questo il suo nuovo nome – e controllato che tutto fosse andato per il meglio.Mentre la teoria prende piede tra i movimenti femministi e ispira il dibattito sull’omosessualità e la pedofilia negli anni Settanta, Bruce diventa Brenda. Fate di lui una femmina e femmina sarà. Sottoposto a potenti cure ormonali, oggetto di esperimenti medici e clinici senza precedenti, Bruce cresce nel corpo di Brenda, con forme non sue, non sa di essere nato maschio, ma lo sente e reagisce con violenza. È la triste storia di un essere umano nato maschio, trasformato in femmina da errori e false ideologie, ridiventato maschio per desiderio e usato come cavia dal professor Money.

Il libro di Colapinto parla di lui. Del guru. Money all’epoca sosteneva che l’identità sessuale non inizia nell’utero, ma dipende dall’ambiente, dall’educazione, dalle circostanze. David-Brenda è la fatale prova che gli darebbe ragione.Il dottor Money ha grandi credenziali accademiche. Dopo il dottorato in Psicologia ad Harvard, si è specializzato a Baltimora, al Johns Hopkins Hospital, dove ha fondato la prima Gender Identity Clinic. È un chirurgo e si occupa della riassegnazione del sesso, specie nei casi di anomalie genitali nei bambini, campo in cui la sua autorità è indiscussa. Nel 1972 in “Man & Woman, Boy & Girl” – definito dal New York Times “il più importante libro sulle scienze sociali dopo il Rapporto Kinsey” e pubblicato in Italia da Feltrinelli – John Money presenta il caso di Brian come un successo: l’esperimento è riuscito, il bambino cresciuto come bambina si è adattato alla nuova identità, mentre il suo gemello si è regolarmente sviluppato come maschio. Meraviglie dell’educazione e dell’ambiente. I genitori furono riforniti di bambole con cui far giocare Brenda; le insegnarono a essere linda e ordinata; cercarono, ogni volta che era possibile, di rinforzare la sua identità femminile.
Con il passare degli anni, Brenda provava a comportarsi come una ragazza, truccandosi con il rossetto e indossando le gonne, frequentando i balli scolastici, lasciandosi baciare sulla guancia da un ragazzo. Ma fin dall’inizio aveva manifestato comportamenti e atteggiamenti tipicamente maschili, dai propri interessi alle preferenze per i vestiti e a quelle per i giocattoli, cercando anche di fare la pipì in piedi. I genitori decidono di dirle la verità quando Brenda ha quattordici anni: “Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io ho capito chi e cosa ero”, dichiara, sollevata.Vuole tornare un maschio. Si sottopone nuovamente a cure ormonali, a un intervento di mastectomia e si fa ricostruire il pene. All’età di sedici anni è di nuovo un maschio, e si fa chiamare David.
Nel 1989 si sposa con Mary e ne adotta i tre figli.“Mi guardavo allo specchio, vedevo i miei seni gonfi, guardavo il mio sesso e mi sembrava di guardare un’altra persona”, confiderà al giornalista di Rolling Stone. “Dietro le forme di quella sconosciuta ragazza c’ero io, David, un maschio”. Brenda sceglie di tornare come “l’aveva fatto madre natura”, per quanto possibile e utilizzando questa volta il bisturi a suo vantaggio.Cresce, si scopre, si accetta, si sposa. Nel 2003 è il fratello gemello a cedere per primo e a togliersi la vita. David si sente responsabile e si suiciderà l’anno dopo. La tragedia ideologica si sarebbe mangiata la vita dei due gemelli, mentre il dottor Money sarebbe morto negli onori.
Quando è scomparso, nel 2006, i colleghi lo hanno pianto come “il primo scienziato che ha dato un linguaggio all’identità sessuale”.La fama di Money non derivava solo dal fatto che la metamorfosi medica e chirurgica di Brian fosse il primo caso di cui si sia mai avuta notizia di riassegnazione sessuale infantile eseguita su un bambino evolutivamente normale; c’era anche una straordinaria improbabilità statistica, che conferiva al caso una rilevanza particolare: il fatto che egli avesse un gemello identico. Quell’unico fratello costituiva un mezzo naturale di comparazione, un clone genetico che, con pene e testicoli integri, era cresciuto come un maschio. Il fatto che, a quanto veniva riferito, i due gemelli fossero cresciuti diventando bambini di sesso opposto, felici e adattati al loro contesto sociale, sembrava prova incontestabile del primato dell’ambiente sulla biologia nella differenziazione sessuale. I manuali di medicina e scienze sociali vennero riscritti per includere questo caso e fu creato il precedente perché la riassegnazione sessuale in età infantile diventasse il trattamento standard nel caso di neonati con genitali danneggiati o anomali.
Il caso di Brian-Brenda divenne inoltre una pietra miliare per il movimento femminista negli anni Settanta, e veniva abbondantemente citato come prova che il divario tra i generi era esclusivamente il risultato del condizionamento culturale, non della natura. Era il potere dell’educazione sulla biologia. Al dottor Money, il cosiddetto “caso dei gemelli” valse il riconoscimento di quanti vedevano in lui “uno dei più grandi ricercatori del secolo in campo sessuale”. Money pubblicò un nuovo libro di successo, “Sexual Signatures”, in cui parlava di Brenda, che “stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina”. Nel 1986 Money pubblicò “Lovemaps”, le mappe amorose, studio di pratiche come il sadomasochismo, la coprofilia, il feticismo, l’auto-strangolamento e altri comportamenti che egli chiamava non perversioni, ma “parafilie”, per destigmatizzarle e decriminalizzarle.Il tema della pedofilia divenne un interesse particolare, e Money ne sposò pubblicamente la causa. “Un’esperienza sessuale nell’infanzia”, spiegò il medico alla rivista Time nell’aprile 1980, “come essere partner di un parente o di una persona più grande, non ha necessariamente un influsso negativo sul bambino”. Money concesse un’intervista a Paidika, una rivista olandese di pedofilia, che riporta inserzioni della North American Man-Boy Love Association: “Se dovessi incontrare il caso di un ragazzo di dieci o dodici anni fortemente attratto da un uomo sui venti o trent’anni, e la relazione fosse assolutamente reciproca, il legame autenticamente e completamente reciproco, non lo definirei assolutamente patologico”, disse Money alla rivista, e aggiunse: “E’ molto importante che, una volta che una relazione è stata fondata su basi positive e affettuose, non venga interrotta precipitosamente”.Il governo americano finanziò lautamente le ricerche di Money.

Nel 1963 i National Institutes of Health assegnarono a Money una sovvenzione di 205.920 dollari, una somma considerevole tenuto conto del valore del dollaro nei primi anni Sessanta. Si trattava tuttavia solo della prima di parecchie sovvenzioni da parte dei Nih, che avrebbero sostenuto Money e la sua Unit del genere per i trentacinque anni seguenti. Money si fece portatore anche della teoria secondo la quale il “gioco sessuale preparatorio” nell’infanzia era cruciale per la formazione di una sana identità di genere in età adulta. Espresse per la prima volta tale teoria in un saggio pubblicato sul British Journal of Medical Psychology. Profili di e interviste con John Money apparvero su Playboy, Cosmopolitan, Psychology Today, Omni, e sull’Atlantic Monthly. Nell’edizione speciale del 1990 della serie “Hot Issue” di Rolling Stone, Money veniva celebrato come “Hot Love Doctor”, Dottor Amore Bollente; apparve inoltre in molti programmi televisivi, compreso l’“Oprah Show”.Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond mise in discussione le assurde teorie di Money. Ma fu ignorato. Al contrario, “il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici”. Fu l’inizio di una ideologia potentissima che vede i bambini come oggetti sessuali, cavie da plasmare in laboratorio. Brian-Brenda-David fu uno di quelli. Il medico cercò anche di combinare un incontro sessuale della ragazzina con un transessuale. Brenda corse a casa per suicidarsi. Fu il primo di una serie di tentativi. Quello fatale, dieci anni fa, con un fucile puntato alla testa.
Nel 1994 Milton Diamond, dopo aver incontrato David, aveva scritto un saggio per svelare come fosse andato a finire il “caso dei due gemelli”. Ci mise due anni per trovare una rivista che accettasse il testo. Alla fine nella rivista medica Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine il dottor Diamond e il dottor Keith Sigmundson, uno psichiatra di Victoria, nella British Columbia, documentarono come David avesse combattuto fin dall’inizio contro l’identità femminile impostagli e come, a quattordici anni, fosse tornato al sesso scritto nei suoi geni e nei suoi cromosomi.
L’ideologia del gender alla Johns Hopkins ebbe fine con l’arrivo a capo del dipartimento di psichiatria di Paul McHugh, noto come il flagello della psichiatria ideologica. Un profilo del Baltimore Sun del 1997 lo soprannominò “Dottor Iconoclasta”.In un articolo del 1992 sull’American Scholar, McHugh criticò la chirurgia transessuale di Money come “la terapia più radicale che sia mai stata incoraggiata dagli psichiatri del Ventesimo secolo” e paragonò la sua popolarità alla pratica un tempo diffusa della lobotomia frontale. Non puoi cambiare “XY”. Neppure tramite la rieducazione fisica e psicologica. Neppure con il “gender”, come è successo a Brian-Brenda-David, trasformato in un invisibile campo di concentramento.
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