Da Rodolfo Masiero
Il regno dei casti di Carmelo Abbate"La percentuale di preti pedofili vicina al 7 per cento è intrinseca al sistema. Francesco è il papa della tolleranza zero verso la pedofilia, ma i vescovi, i suoi rappresentanti sul territorio, resistono al cambiamento." Sono le sconcertanti parole di Richard Sipe, universalmente riconosciuto come il massimo esperto al mondo per le problematiche sessuali all'interno della Chiesa Cattolica, l'uomo che con i suoi studi ha permesso di scoperchiare il vaso di Pandora che ha dato vita al caso Spotlight, poi celebrato da Pulitzer e Oscar. È proprio la lucida e documentata analisi che Sipe condivide con Abbate ad aprire le pagine di questo libro, e a illuminare la scena oscura e segreta degli scandali nel Regno dei Casti.
Sacerdoti di ogni nazionalità che si dividono tra le stanze di via della Conciliazione e la movida della Roma by night. Esperienze di escort e chat. Seminaristi e suore che vivono di nascosto la propria sessualità, sia etero che omosessuale. Festini hard, scambismo, orge. No, non manca nulla in questa impeccabile indagine da undercover reporter, un reportage ricco di rivelazioni, dialoghi serrati, incontri segreti, testimonianze, a volte dolenti a volte sconcertanti, per un percorso che prende il via dai dintorni del Vaticano e si dipana ovunque nel mondo. Un'inchiesta che ha un solo obbiettivo: non voltare lo sguardo, provare a capire, contrastare l'omertà e il silenzio, scegliere di raccontare sempre. Ci sono anche situazioni più "normali" di preti che, ovviamente nel nascondimento, hanno famiglia, magari dei figli. Oppure una fidanzata "regolare", come il sacerdote che qui rilascia una lunga e significativa intervista esclusiva.
La pagina più dolorosa e tristemente attuale riguarda invece gli abusi sessuali sui minori compiuti da preti. Sono loro i lupi che sbarrano la strada al rinnovamento voluto da papa Francesco, loro e le gerarchie che non di rado li proteggono. Come illustrano i casi qui elencati, il lavoro da fare è ancora lungo, moltissime sono le ferite ancora aperte. E assordante il silenzio omertoso.
Documentato e aggiornato alle ultime vicende, oltre all'inedito e scottante I lupi nella Chiesa di Francesco, questo libro raccoglie e attualizza anche due inchieste clamorose e profetiche - tanto che la prima,Sex and the Vatican, è entrata a far parte dei documenti che il dimissionario Benedetto XVI ha consegnato al suo successore. Illustrandone i clamorosi sviluppi.
Il Papa mette alla berlina la Curia: «Basta complotti e consorterie, sono un "cancro"»di Franca Giansoldati
21/12/2017
https://www.ilgazzettino.it/italia/prim ... 41916.htmlCittà del Vaticano - Papa Bergoglio fa le pulci alla curia, si lamenta dell'esistenza di una logica che porta ai complotti e di piccole cerchie. Malattie gravi che paragona al cancro di un sistema complesso come l'amministrazione vaticana coi suoi dicasteri, i pontifici consigli, i capitoli e le fondazioni. Se due anni fa, sempre in occasione degli auguri di Natale, denunciava ben 15 malattie di cui erano affetti i curiali, dai cardinali ai semplici officiali (alzheimer spirituale, rivalità, vanagloria, faccia funerea, schizofrenia esistenziale, chiacchiere, divinizzazione dei capi, ricerca del potere), stavolta riprende l'argomento affrontando uno dei principali problemi che rischia di paralizzare le riforme introdotte dal Papa argentino: le consorterie.
Questo è molto importante per superare quella squilibrata e degenere logica dei complotti o delle piccole cerchie che in realtà rappresentano – nonostante tutte le loro giustificazioni e buone intenzioni – un cancro che porta all’autoreferenzialità, che si infiltra anche negli organismi ecclesiastici in quanto tali, e in particolare nelle persone che vi operano. Quando questo avviene, però, si perde la gioia del Vangelo, la gioia di comunicare il Cristo».
A questo quadro aggiunge anche la presenza devastante dei «traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma – non comprendendo l’elevatezza della loro responsabilità – si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del Papa non informato, della vecchia guardia..., invece di recitare il mea culpa».
Papa Francesco legge il discorso nella sala Clementina, davanti ai suoi collaboratori schierati per le grandi occasioni. «Accanto a queste persone ve ne sono poi altre che ancora operano nella curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene. Questo certamente senza dimenticare la stragrande parte di persone fedeli che vi lavorano con lodevole impegno, fedeltà, competenza».
Un po' scherza, un po' si dispiace ma costata tanta difficoltà a riformare: «fare riforme a Roma è come pulire la Sfinge d'Egitto con lo spazzolino da denti».
Pedofilia, Papa Francesco chiede scusa alle vittime di abusi sessuali: "Un’assoluta mostruosità"di F. Q. | 16 agosto 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... ta/3796305“Si tratta di un’assoluta mostruosità, un peccato terribile, che contraddice tutto quello che la Chiesa insegna”. Papa Francesco chiede scusa alle vittime di abusi sessuali. E lo fa nero su bianco nella prefazione del libro di Daniel Pittet – oggi sulla Bild in esclusiva. si è rivolto alle giovani vittime di abusi sessuali subiti da religiosi.
Il pontefice chiede perdono a tutti: “Alcune vittime si sono alla fine addirittura tolte la vita. Questi morti pesano sul mio cuore come sulla mia coscienza e sull’intera chiesa. Alle loro famiglie vorrei esprimere il mio amore, il mio dolore e chiedere in tutta umiltà il loro perdono“.
Daniel Pittet, 57enne svizzero è autore del libro “La perdono padre“, ed è stato lui stesso vittima di un frate cappuccino dai 9 ai 13 anni. Il Pontefice, nella prefazione al volume di Pittet, chiede perdono: “Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato un ‘sacrificio diabolico’, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?”.
Pedofilia, Papa Francesco: "La Chiesa è arrivata tardi. Mai la grazia ai colpevoli"di F. Q. | 21 settembre 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... ti/3869398 “Siamo arrivati in ritardo“. Il mea culpa di Papa Francesco sui casi di pedofilia che negli anni hanno travolto la Chiesa parte da questo concetto. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze“, ha ammesso il Pontefice nel suo discorso davanti alla Commissione per la tutela dei minori, da lui istituita nel 2014 proprio per far fronte agli scandali sessuali che hanno coinvolto preti e vescovi in tutto il mondo. “Chi viene condannato per abusi sessuali sui minori può rivolgersi al Papa per avere la grazia“, ma “io mai ho firmato una di queste e mai la firmerò“, ha annunciato Papa Francesco.
Bergoglio ha parlato a braccio davanti ai membri della commissione. “Lo scandalo dell’abuso sessuale è veramente una rovina terribile per tutta l’umanità, che colpisce tanti bambini, giovani e adulti vulnerabili in tutti i paesi e in tutte le società”, sono le parole con cui ha aperto il suo discorso. “Per la Chiesa è stata un’esperienza molto dolorosa – ha aggiunto – sentiamo vergogna per gli abusi commessi da ministri consacrati, che dovrebbero essere i più degni di fiducia”. Francesco ha poi espresso “profondo dolore” alla commissione: “L’abuso sessuale è un peccato orribile, completamente opposto e in contraddizione con quanto Cristo e la Chiesa ci insegnano”.
Sul problema della pedofilia, ha sostenuto il Pontefice, “la coscienza della Chiesa è arrivata un po’ tardi: quando la coscienza arriva tardi, i mezzi per risolvere il problema arrivano tardi”. Poi ha insistito: “Non è stato facile cominciare questo lavoro, avete dovuto nuotare controcorrente – ha detto ai membri della commissione – sono consapevole di questa difficoltà ma è la realtà e lo dico così: siamo arrivati in ritardo”. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze”, ha affermato. Papa Francesco ha voluto infine sottolineare la sua intransigenza nei confronti dei pedofili nella Chiesa. “Spero sia chiaro – ha detto – io mai ho firmato la grazia per abusi sessuali sui minori e mai la firmerò”.
Anche solo guardando agli ultimi mesi, la Chiesa non è stata immune a nuovi casi di pedofilia. Il più eclatante riguarda George Pell, il porporato australiano incriminato per presunti abusi sessuali commessi in Australia. Il cardinale era un uomo chiave del pontificato riformatore di Bergoglio, che subito dopo l’elezione lo ha inserito nel Consiglio di cardinali per riformare la Curia romana e poi gli ha affidato la guida della Segreteria per l’economia. Per la prima volta nella storia uno scandalo di abusi sui minori ha travolto una personalità così alta all’interno della Chiesa cattolica. Una vicenda ancora più grave di quella avvenuta nell’arcidiocesi di Boston nel 2002, quando il cardinale arcivescovo Bernard Francis Law fu accusato di aver coperto migliaia di casi di pedofilia commessi dai suoi preti.
È stato un duro colpo anche per Papa Francesco, che di conseguenza ha voluto ribadire la linea dura solo qualche giorno dopo, a inizio luglio, allontanando il cardinale Gerhard Ludwig Müller dai vertici della Congregazione per la dottrina della fede, il dicastero vaticano a cui spettano le condanne dei preti che commettono abusi sessuali sui minori. A puntare il dito contro Müller era stata Marie Collins, la vittima di abusi da parte del clero che Francesco aveva nominato nella Commissione per la tutela dei minori. Dopo che anche l’altra vittima, Peter Saunders, aveva lasciato l’organismo vaticano istituito da Bergoglio per combattere la pedofilia, la Collins non era rimasta in silenzio nel momento in cui aveva deciso di dimettersi: “Da quando la commissione ha iniziato i suoi lavori a marzo del 2014 – aveva spiegato la donna irlandese – sono stata impressionata dall’impegno dei miei colleghi e dal genuino desiderio di Papa Francesco di avere assistenza nell’affrontare il tema degli abusi sessuali del clero”. “Tuttavia – proseguiva la Collins – vi sono stati costanti ostacoli. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell’affrontare i casi di abuso è stata vergognosa”, aveva affermato la Collins riferendosi esplicitamente alla Congregazione guidata da Müller.
La pedolifia è reato, un delitto, un crimine contro l'umanitàPedofilia, "gli abusi di don Inzoli durante le confessioni": le motivazioni della condannaQuattro anni e nove mesi di reclusione nei confronti di "don Mercedes", è stato uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione
di MATTEO PUCCIARELLI
25 novembre 2016
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -152773395MILANO - Toccava i ragazzini anche durante le confessioni, e per convincerli della bontà delle molestie sessuali citava brani del Vecchio Testamento, la relazione filiale fra Abramo e Isacco. Sono uscite le motivazioni della sentenza di condanna a quattro anni e nove mesi di reclusione nei confronti di don Mauro Inzoli, ai tempi uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione, accusato di pedofilia e a suo tempo condannato al ritiro a vita privata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Oltre venti pagine che mettono nero su bianco la seconda passione di don Inzoli - oltre a quella per il lusso, il suo soprannome infatti è 'don Mercedes'. Abusava sui minori della Gioventù studentesca - i ragazzi di Cl - un po' dappertutto: nei soggiorni estivi e invernali della comunità, in ospedale, durante le confessioni. Lo faceva "approfittando con spregiudicatezza della propria posizione di forza e di prestigio, tradendo la fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione, ammantando talora le proprie condotte di significato religioso così confondendo ulteriormente i giovani", così scrive il gup Letizia Platè. La condanna per Inzoli è avvenuta per le molestie sessuali compiute, dal 2004 al 2008, su cinque ragazzini, 12 anni il più giovane, 16 il più grande, vittime di una "forte sottomissione psicologica". Ma i casi sarebbero molti di più, come aggiunge il giudice: "Una pluralità indiscriminata di soggetti, all'epoca minorenni", abusati "sin dalla metà degli anni Novanta". Ma sono casi ormai prescritti.
Un ragazzo racconta che nel 1996 don Inzoli lo toccò "nel corso della confessione" e che alla sua richiesta di spiegazioni, il leader carismatico di Cl giustificò gli atti sessuali "facendo riferimento ad una sorta di 'battesimo dei testicoli' che gli aveva presentato come un rituale ebraico citato nell'Antico Testamento come segno dell'affetto del padre nei confronti del figlio". Dentro la comunità in molti sapevano di ciò che faceva don Mercedes: "Se ne parlava in modo ironico" e tra i ragazzi "c'erano scambi di battute e scherzi". Un altro ragazzo che frequentò fino al 2004 il gruppo racconta: "Si ironizzava sul fatto che don Mauro adorasse maneggiare il cambio e quindi si accennava ironicamente a una sua ipotetica passione per le corse automobilistiche e quando alcuni giovani mi chiedevano se anche a me avesse fatto il gran premio, ho capito a cosa alludessero e come tali comportamenti fossero frequenti...". Un altro ancora ricorda che "quando, nell'estate del 2004, uno dei suoi amici aveva saputo di essere stato designato per dormire nella stanza d'albergo insieme a don Inzoli, aveva espresso il suo disappunto: 'Che palle andare a dormire da don Mauro, ti tiene sveglio tutta la notte e continua a toccarti'".
Nel 2014 fu lo stesso papa Francesco a stabilire che "in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano". Ma la giustizia italiana non si era ancora mossa. Lo fece dopo un esposto alla procura del deputato di Sinistra Italiana Franco Bordo, andato avanti nonostante l'ostruzionismo del Vaticano.