Iuventa Ong tedesca consegne concordate di migranti con gli scafistiFiorenza Sarzanini
Milano, 2 agosto 2017
http://www.corriere.it/cronache/17_agos ... resh_ce-cpL’inchiesta
«Save the Children» ha segnalato le irregolarità: l’imbarcazione tedesca, sequestrata, è tra le più piccole impegnate nei soccorsi. Gli interventi avvenivano in assenza di pericolo immediato per i migranti
ROMA — I trafficanti libici hanno effettuato almeno tre «consegne controllate» di migranti all’equipaggio della nave «Iuventa» con la complicità di alcuni ufficiali della guardia costiera di Tripoli. I barconi utilizzati sono stati poi restituiti agli scafisti per organizzare altri viaggi verso l’Italia. L’ordine di sequestro del peschereccio della Ong tedesca Jugend Rettet racconta che cosa accade al largo della Libia. Il provvedimento firmato dal giudice di Trapani dà conto delle indagini effettuate dai poliziotti dello Sco, il servizio centrale operativo guidato da Alessandro Giuliano, andate avanti oltre un anno. E svela gli accordi illeciti con altre organizzazioni, ma anche il ruolo di Save the children che ha «segnalato» le irregolarità commesse da alcune associazioni. Ora si va avanti: il prefetto Vittorio Rizzi, capo della Direzione anticrimine della polizia, si muove in coordinamento con tutte le Procure titolari delle inchieste proprio per individuare i possibili collegamenti con le organizzazioni criminali.
La «consegna» dei profughi
Sono le 6.15 del 18 giugno 2017. Gli agenti specializzati che si muovono sotto la supervisione della Direzione anticrimine guidata dal prefetto Vittorio Rizzi sono in mare e documentano con foto e video che cosa accade. Scrive il giudice: «Una imbarcazione non identificata ed una motovedetta della Guardia Costiera libica hanno scortato 3 barconi pieni di migranti nella zona di mare al largo della località di Zwara ove stazionava la Iuventa per poi allontanarsi immediatamente dopo l’inizio delle operazioni di imbarco dei migranti a bordo della motonave battente bandiera olandese, modalità che dimostrano inequivocabilmente l’effettuazione di una vera e propria “consegna concordata” di migranti e l’assenza di una situazione di pericolo immediato per i migranti che avrebbe reso necessario un intervento di soccorso in alto mare». L’informativa della polizia dà conto di quel che accade alle 11 dello stesso giorno: «Il gommone della Iuventa si è diretto verso le coste libiche e da quei luoghi è sopraggiunta una imbarcazione verosimilmente con trafficanti a bordo; il gommone e il barchino con i presunti trafficanti, dopo essersi incontrati, sono restati affiancati per qualche minuto; dopo qualche istante il gommone si è diretto verso la Iuventa mentre l’altro natante ha proceduto verso le coste libiche; successivamente quest’ultima imbarcazione è riapparsa sullo scenario, “scortando” un gommone carico di migranti ed arrestando la navigazione solo in prossimità della Iuventa. Proprio la dinamica con la quale avveniva questo secondo “viaggio” del barchino consentiva di acquisire piena contezza che le persone a bordo fossero dei trafficanti».
I barconi restituiti
Tra le contestazioni del giudice c’è anche quella di aver restituito le barche ai trafficanti. In particolare «due barconi in legno sono stati “legati” tra loro con una cima e gli operatori che si trovavano a bordo del gommone della Iuventa li hanno trainati verso le coste libiche, lasciandoli poi alla deriva. Alcuni barchini, verosimilmente in uso ai trafficanti, stazionavano in quello specchio acqueo in stato di attesa. Poi è stato riportato anche il terzo barcone». I primi a denunciare le «irregolarità» di Jugend Rittet sono stati alcuni membri dell’equipaggio della «Vos Hestia», la nave di Save the children — una delle tre Ong che ha firmato il codice di comportamento del Viminale approvato anche dall’Ue — a bordo della quale c’era un agente sotto copertura. Uno di loro ha tra l’altro dichiarato a verbale: «Tra le organizzazioni la più temeraria era sicuramente la Iuventa. Da quello che ho potuto vedere sul radar, avendo io accesso al ponte, arrivava anche a 13 miglia dalle coste libiche, circostanza anche pericolosa. La Iuventa è un’imbarcazione piccola e vetusta, fungeva da “piattaforma” ed era sempre necessario l’intervento di una nave più grande sulla quale trasbordare i migranti soccorsi dal piccolo natante».
Rebus migranti: l’Italia è il paese più esposto? E perché nessuno va a Malta o in Spagna?
Un’ondata senza precedenti
«Non collaboriamo»
Un mese fa, mentre infuriava la polemica sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo, «sull’albero a poppa della Iuventa, battente bandiera olandese, è stata issata la bandiera libica». Ma «l’ostilità verso il centro di coordinamento marittimo italiano è dimostrata — secondo il gip — dal cartello con la scritta “Fuck Imrcc” (quest’ultimo è l’acronimo che indica il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo, ndr) posizionato a prua». Così come «l’atteggiamento di scarsa collaborazione verso le direttive impartite da Imrcc, confermando la volontà di voler effettuare esclusivamente trasbordi su altri assetti navali verosimilmente al fine di non attraccare in porti italiani». Una posizione confermata da una delle «dirigenti» Katrin, che non sapendo di essere intercettata grazie a una microspia piazzata a bordo dice: «In ogni caso non diamo alcuna fotografia dove in qualche modo si possano vedere persone che potrebbero venire identificate, non c’è motivo, a questo non contribuiamo».
Nave sequestrata alla ong, testimone: "Dopo un salvataggio operatori della Iuventa ridiedero gommone agli scafisti"di F. Q. | 2 agosto 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... ti/3772378 E' il racconto di un soccorso datato 10 settembre 2016 fatto ai magistrati della Procura di Trapani da un membro di "Save The Children", altra organizzazione non governativa. I magistrati indagano su altri due episodi avvenuti il 18 giugno. "Non appoggeremo le indagini, non daremo fotografie", dicono, intercettati, i componenti dell'equipaggio di Jugend Rettet
L’inchiesta della Procura di Trapani che oggi ha portato al sequestro della nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet nasce a marzo di quest’anno dalle dichiarazioni di due operatori della Vos Hestia, imbarcazione di un’altra organizzazione non governativa, Save The Children. I due operatori, sentiti dai magistrati, hanno segnalato alcune anomalie che sarebbero accadute nel 2016 nella fase iniziale del soccorso in mare dei migranti. La Iuventa, a dire dei due, si avvicinerebbe troppo alle coste “fornendo supporto logistico agli scafisti”.
“Durante un soccorso datato 10 settembre 2016 – ha spiegato uno dei due operatori ai pm – abbiamo notato che durante un trasbordo dalla Iuventa alla nostra nave di 140 migranti soccorsi da quella imbarcazione, si allontanava un gommone dirigendosi verso le coste libiche con a bordo solo due uomini di colore. Questa circostanza ci faceva ritenere che l’equipaggio della Iuventa avesse trasbordato i 140 migranti dal gommone che prima del nostro arrivo faceva rientro sulla costa con a bordo gli scafisti”. Della circostanza venne informato l’Aise. Stessa cosa sarebbe accaduta il 14 febbraio 2016. Il secondo operatore della ong ha raccontato ai magistrati che durante le operazioni di soccorso “un legno di sei metri, con due persone di colore a bordo, si sarebbe allontanato dalla Iuventa verso le coste libiche a forte velocità”.
L’operatore di Save the Children: “Personale della Iuventa restituiva i gommoni agli scafisti” – “La più temeraria era sicuramente la Iuventa che, da quello che ho potuto vedere sul radar, avendo io accesso al ponte, arrivava anche a 13 miglia dalle coste libiche, circostanza anche pericolosa. La Iuventa, che è un’ imbarcazione piccola e vetusta, fungeva da ‘piattaforma’ ed era sempre necessario l’intervento di una nave più grande sulla quale trasbordare i migranti soccorsi dal piccolo natante…”. E’ il racconto delle presunte irregolarità nelle operazioni di soccorso commesse dalla Iuventa fatto ai pm da un operatore di Save the Children. “La stranezza la vedevamo nel fatto che il personale della Iuventa, dopo aver fatto salire i migranti a bordo – prosegue il racconto – restituiva i gommoni ad altri soggetti che stazionavano nella zona dei soccorsi a bordo di piccole imbarcazioni di vetroresina o legno. Voglio sottolineare che, normalmente, non si restituiscono i gommoni ma questi devono essere tagliati e affondati dopo aver prelevato i migranti, per evitare che vengano riutilizzati dai trafficanti”.
La Procura indaga su altri due episodi – Ci sono altri due episodi al centro delle attenzioni della Procura. Il primo risale al 18 giugno scorso ed è avvenuto in in acque internazionali: componenti dell’equipaggio della stessa Iuventa – scrive il gip – “dopo aver partecipato alle operazioni di soccorso dei migranti provenienti delle acque territoriali libiche a bordo di tre imbarcazioni, riconsegnavano, dopo averle legate tra loro, le suddette imbarcazioni ai trafficanti libici“. Una delle tre imbarcazioni – contrassegnata con le lettere “KK” – “veniva poi riutilizzata in un altro fenomeno migratorio” otto giorni dopo, il 26 giugno.
Sempre il 18 giugno scorso, poche ore più tardi, infine, il terzo episodio all’attenzione dei magistrati trapanesi: componenti dell’equipaggio della motonave Iuventa – scrive il gip nel provvedimento di sequestro, “dapprima si incontravano in acque internazionali con trafficanti libici a bordo delle rispettive imbarcazioni, quindi facevano momentaneo ritorno presso la motonave Iuventa (mentre i trafficanti libici si dirigevano nuovamente verso le acque libiche), e, da ultimo, si incontravano nuovamente con i trafficanti libici che questa volta scortavano un’imbarcazione con a bordo dei migranti che venivano poi trasbordati sulla motonave Iuventa“. Al termine delle operazioni, “i trafficanti – conclude il giudice – prelevavano dall’imbarcazione utilizzata dai migranti il motore e facevano ritorno in acque libiche”.
“Non aiutiamo i magistrati, non diamo fotografie” – “Allora noi ci predisponiamo prima che sia tutto pulito e in ogni caso non diamo alcuna fotografia dove in qualche modo si possano vedere persone che potrebbero venire identificate, non c’è motivo, a questo non non contribuiamo”. Lo dicono, intercettati, alcuni membri dell’equipaggio della nave sequestrata. Al momento, ha spiegato il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio, i volontari della ong non sono indagati e l’idea degli inquirenti è che agissero per scopi umanitari.
Non sapendo di essere intercettati i membri dell’equipaggio della Iuventa dicevano che non intendevano dare alle autorità italiane “fotografie generali” dei salvataggi in mare e che volevano prepararsi per sapere “quello che si può e non si può fare” con esperti “di diritto marittimo, penale e internazionale”, da cui prendere anche un “feedback su quello che possiamo dire alle autorità”. Il personale della ong, poi, si lascia andare a considerazioni sulle operazioni di salvataggio: “Se oggi affondi una o due barche – dicono – domani non arrivano più”. “Non capisco la questione di dover appoggiare le indagini – prosegue uno di loro – questo non è (il nostro) compito, non ha a che fare con il salvataggio in mare e se tu fai delle foto e le metti a disposizione allora appoggi questo”.
Nave Ong sequestrata, che cosa glihanno visto fare coi trafficanti di uomini 3 Agosto 2017
di Tommaso Montesano
http://www.liberoquotidiano.it/gallery/ ... Z.facebook «Sono stati documentati incontri, intese, tra i trafficanti di migranti e membri dell' equipaggio della Iuventa». Gravi indizi di colpevolezza, in almeno tre occasioni tra giugno e settembre del 2016, «in ordine al reato del favoreggiamento dell' immigrazione clandestina». Con i migranti non «salvati, ma consegnati dai trafficanti libici». Per questo ieri la procura di Trapani, che dall' autunno dello scorso anno indaga sui rapporti tra alcune ong che operano nel Mediterraneo e gli scafisti, ha chiesto e ottenuto dal Gip il «sequestro preventivo» della motonave, battente bandiera olandese, utilizzata dalla Jugend Rettet: «C' è un pericolo serio di reiterazione dell' attività delittuosa». Traduzione: senza il sequestro della nave, l' attività di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina sarebbe continuata.
Jugend Rettet è un' associazione umanitaria tedesca che, coincidenza, risulta tra le sei ong che non hanno siglato il Codice di condotta stilato dal ministro dell' Interno, Marco Minniti. Un collegamento, quello tra l' azione della magistratura e la mancata accettazione delle nuove norme, smentito dal procuratore aggiunto di Trapani, Ambrogio Cartosio, ma invece rivendicato dal Viminale, per il quale il fermo dell' imbarcazione è, in parte, anche figlio delle regole per le ong.
Un nuovo corso che inizia nel giorno in cui, numeri alla mano, si registra un' inversione di tendenza sul fronte degli arrivi: -2,73% rispetto al 2016. Un miglioramento, osservano al ministero dell' Interno, che avviene dopo il maggiore impegno di Tripoli e l' entrata a regime degli accordi tra l' Italia, le tribù libiche e i sindaci delle città dalle quali partono le imbarcazioni.
La Iuventa è stata bloccata nella notte tra martedì e mercoledì al largo di Lampedusa dalla Guardia costiera. Subito dopo, sotto la sorveglianza del Servizio centrale operativo della direzione anticrimine della Polizia di Stato, è stata "accompagnata" al porto. A bordo, sedici membri dell' equipaggio e due migranti siriani, che in precedenza erano stati affidati a Jugend Rettet da unità militari italiane intervenute poco prima nei soccorsi in mare.
Al momento le indagini, ha spiegato in una conferenza stampa lo stesso Cartosio, riguardano l' equipaggio della nave e non i responsabili della ong. Ma allo stato la procura procede contro ignoti, visto che l' equipaggio cambia spesso. Saranno necessari, pertanto, ulteriori accertamenti. «Non possiamo guardare in faccia a nessuno», ha assicurato il magistrato.
La prima fase investigativa ha permesso anche di scoperchiare, grazie ad alcune intercettazioni, la linea di condotta che avevano preparato alcuni membri dell' equipaggio. «In ogni caso non diamo alcuna fotografia dove in qualche modo si possano vedere persone che potrebbero essere identificate. Non è nostro compito contribuire alle indagini».
La verità sulle Ong, intercettazione a bordo: "I volontari prendono 10.000 euro"4 Agosto 2017
http://tv.liberoquotidiano.it/video/est ... isti-.htmlPiù che Ong, alcune di loro sono taxi del mare. Organizzazioni talmente ben oliate e professionali che alcuni "volontari" riuscivano a venir pagati profumatamente, fino a 10.000 euro. Segno evidente che la solidarietà per qualcuno era un business ricchissimo.
La fotografia scattata dall'inchiesta che ha portato al sequestro della nave Iuventa, utilizzata dai tedeschi di Iugend Rettet per trasportare i migranti dalla Libia all'Italia è nitida e gravissima. Non solo i volontari tedeschi andavano a prendere i migranti nelle acque libiche, a un miglio dalla costa, senza che le imbarcazioni dei disperati fossero in effettivo pericolo. Ma soprattutto facevano tutto in totale accordo con gli scafisti, con cui avevano contatti frequenti prima del "soccorso" (sarebbe meglio chiamarlo scambio-merce, visto che nelle intercettazioni alcuni operatori chiamavano i migranti "roba") e addirittura, come testimoniato dalle foto scattate da un infiltrato a bordo, salutavano gli stessi come si fa con collaboratori e non, com'è nei fatti, autentici criminali.
Tra le intercettazioni scottanti, una apre gli occhi su una realtà che molti in Italia, tendenzialmente a sinistra, hanno sempre negato o minimizzato. Il giro di soldi nascosto dietro un'attività per certi versi benemerita. Un operatore chiede a un altro: "Quali erano secondo te le cose strane che hai visto?". Risposta: "Innanzitutto il fatto che venissero pagati così tanto, il fatto che ci facessero fare queste c... di foto come ..". "Perché loro, aspè perché loro erano pagati come stipendio dici?", ribatte stupito il primo. "Eh, si, cioè .. cioè uno che fa il volontario che si piglia 10.000 euro mi sembra...". La giungla delle Ong regala sorprese: "Quegli altri, quelli là... - continua in un'altra chiacchierata l'operatore riferendosi a un'altra organizzazione di volontari - quelli erano banditi del mare non erano soccorritori del mare, eh? Quelli erano veramente banditi! Cioè veramente quella è stata proprio scandalosa... hanno fatto più morti loro che loro da soli coi gommoni".
Schiaffo a buonisti e OngAlessandro Sallusti - Gio, 03/08/2017 - 15:16
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 27619.htmlLa solidarietà, se pelosa e interessata, può sconfinare nell'illegalità. E come tale è giusto fermarla con ogni mezzo
Sarà una coincidenza ma da quando le autorità italiane, politiche e giudiziarie, hanno finalmente cominciato a curiosare davvero dentro i meccanismi dell'immigrazione clandestina, gli sbarchi sono drasticamente diminuiti.
È presto per dirlo ma è possibile che per i trafficanti e i loro complici la festa stia per finire.
Ieri la Camera ha dato il via libera alla missione di navi militari al largo delle coste libiche per contrastare, anche con la forza se attaccate, le partenze dei barconi. E soprattutto, sempre ieri, la procura di Trapani ha ordinato il sequestro della prima nave di una organizzazione umanitaria, la tedesca Jugend Rettet, sospettata di complicità con i trafficanti. In più di una occasione questa Ong avrebbe imbarcato, dandosi appuntamento in mare con gli scafisti, clandestini non in pericolo imminente di vita per poi consegnarli alle autorità italiane. Un servizio taxi, più che di soccorso, non si capisce ancora se retribuito o no.
Adesso si capisce meglio perché la Jugend Rettet, insieme a tante altre Ong che operano su quel fronte compresa Medici senza frontiere, si è rifiutata di firmare l'accordo con il governo italiano che prevede il controllo pubblico (polizia a bordo e obbligo di tracciabilità dei movimenti) delle operazioni di soccorso fatte da privati. Strano, no? Di clandestino c'è già l'oggetto, se pretende di esserlo anche il soggetto significa che c'è qualche cosa di indicibile e quindi probabilmente di illegale. Dal primo soccorso in mare alla prima accoglienza in terra e via via fino alla gestione di questa marea di disperati in attesa di conoscere il loro destino, tutta la macchina della solidarietà si muove e come dimostrano inchieste e come è evidente nei fatti si è mossa in una inquietante zona grigia, in alcuni casi già accertati - criminale.
Soldi, tanti soldi che passano di mano in mano senza produrre efficienza ma al contrario degrado sociale, ingiustizie e arricchimenti illegittimi. Non è da oggi che denunciamo e scriviamo queste cose. La novità è che chi ci dava addosso e ci sbeffeggiava oggi deve ammettere che le cose stanno davvero così. E che la solidarietà, se pelosa e interessata, o anche solo demagogica, può sconfinare nell'illegalità. E come tale è giusto fermarla con ogni mezzo.
"Coi migranti facciamo affari". Il colosso dell'accoglienza che fattura 8 milioni di euroSergio Rame - Ven, 04/08/2017
http://www.ilgiornale.it/news/milano/co ... 28162.htmlLa Kb assiste ben 600 immigrati. Sono distribuiti in sei centri. Il proprietario: Se il Prefetto mi chiama, in un'ora trovo cento posti"
Negli ultimi sei mesi di quest'anno in Lombardia sono arrivati 12mila migranti, a fronte di 95mila a livello nazione.
"Sono soddisfatta di come va il protocollo per i migranti firmato da 76 Comuni alla presenza del ministro degli Interni Minniti. Oggi i Comuni sono 82", commenta il prefetto di Milano Luciana Lamorgese in conferenza stampa in prefettura insieme ai vertici delle altre forze di pubblica sicurezza. "A fronte di arrivi corposi nei mesi precedenti - aggiunge - da tre settimane siamo quasi alla piena normalità, non ci sono stati arrivi massivi, come si poteva temere con l'estate".
I migranti arrivati dalle coste del Sud Italia sono stati distribuiti in tutta la regione. E c'è chi ci sta facendo molti soldi. Legalmente, va detto. Ma, comunque, un mucchio di soldi. Il Corriere della Sera ha tirato fuori il caso della Kb, una srl gestita da Roberto Garavello e Katiuscia Balansino che "nel 2016 ha fatturato 8 milioni di euro, con 2 milioni e 340mila euro di utile". Un business così reditizio da spingerli a riconvertire una struttura di Samarate che prima affittavano ai poliziotti. I due, marito e moglie, sono ex allevatori di capre che sul lago Maggiore producevano, tra le altre cose, prodotti di bellezza con il latte d'asina. Adesso hanno investito tutto nel business dell'accoglienza. "Se il Prefetto - spiega lui al Corriere della Sera - mi chiama in un'ora trovo cento posti".
La Kb assiste ben 600 immigrati. Li ha distribuiti in sei centri che si trovano a Busto Arsizio, Somma Lombardo, Samarate, Gallarate, Gorla Minore e Fagnano Olona. In queste strutture lavorano sei autisti, venti custodi, quattro medici specialisti sempre reperibili che arrivano a fatturare 3.500 euro al mese, sei psicologi e due infermiere sempre a disposizione. "Compriamo 600 paia di scarpe al mese, ma anche duemila paia di infradito per rendere più comoda la preghiera scalzi - spiega ancora Garavello il proprietario al Corriere della Sera - nei nostri centri abbiamo fatto costruire una moschea con le immagini rivolte verso la Mecca e anche i lavapiedi con i rubinetti per le abluzioni".
I numeri fortiniti dal prefetti hanno messo in allarme il centrodestra. Anche perché il ministero dell'Interno, per l'ennesima volta, ha spostato richiedenti asilo da Gorizia a Milano. "Forse lo fa per fare un favore al governatore friulano Debora Serracchiani...", commenta l'assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali. La Lombardia ospita già 1,3 milioni di immigrati. Di questi almeno 100mila sono irregolari. "Accogliamo anche il 13% dei presunti profughi, con i ringraziamenti di cooperative e di tutti coloro che guadagnano su questo squallido business - conclude la Bordonali - è tempo di invertire la rotta e di rimandare tutti i clandestini nei Paesi di provenienza".
L'agente infiltrato sulle ong: "Così ho filmato gli scafisti"Luca Romano - Ven, 04/08/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 28155.htmlLa storia del poliziotto che per 40 giorni ha svolto l'attività di infiltrato sulle acque libiche: "Ho filmato la restituzione dei barchini agli scafisti"
Si è finto un addetto alla sicurezza, imbarcato sulla Vos Hestia , la nave di "Save the children" per conto di una società privata ed è riuscito a documentare "con foto e video i contatti tra l' equipaggio della Iuventa e i trafficanti".
La storia dell'agente sotto copertura è raccontata oggi dal Corriere della sera. Lui si chiama Luca B., 45 anni, ed è un esperto sub. Il 19 maggio inizia la sua attività di infiltrato. "Devo stare attento, perché si insospettiscono se faccio foto o filmati", comunicava ai suoi capi secondo quanto scrive il Corsera.
"All' alba la Vos Hestia e la Iuventa si incrociano in alto mare. Pochi minuti dopo si avvicina un barchino dei trafficanti. Rimane a pochi metri da Iuventa, gli uomini parlano con i volontari. Arriva un altro barchino che scorta un gommone carico di migranti", racconta ancora al Corsera. Poi riesce a filmare i barchini restituiti ai trafficanti e riportati in Libia. E la missione può dirsi compiuta. Ora ci sono le prove.