Assicurazione obbligatoria contro la TBChttps://journals.edizioniseed.it/index. ... w/918/1088Obiettivo di questo breve contributo non è illustrare le prime osservazioni della malattia tubercolare e la sua diffusione nel mondo, ma focalizzarsi sul momento in cui essa è diventata un problema sociale.
In Italia l’incidenza della tubercolosi risultò particolarmente devastante subito dopo la prima guerra mondiale, quando si registrò un primo vistoso incremento della mortalità; tuttavia le vicende politiche e la situazione economica non permettevano evidentemente di affrontare il problema. Soltanto nel 1927 si istituì il primo osservatorio epidemiologico allo scopo di controllare l’andamento dell’infezione e di attuare le conseguente profilassi.
Con il decreto legislativo n. 2055 del 1927, convertito in legge il 10 maggio del 1928 [1], si istituì l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi gestita dall’INPS. A seguito di tale iniziativa, vennero creati ben 50 ospedali sanatoriali.
Durante questo periodo il trattamento del malato tubercolotico avveniva esclusivamente in regime di ricovero, dov’era trattato con una dieta ipercalorica, collassoterapia, riposo, cure elioterapiche e climatiche e, soprattutto, l’isolamento nei casi di contagiosità.
La nascita della previdenza sociale viene fatta coincidere con la promulgazione del 17 marzo 1898 della legge 80 [2], che rendeva obbligatoria un’assicurazione privata per la responsabilità civile dei datori di lavoro. La legge, peraltro, aveva una dimensione sociale ben precisa in quanto prevedeva l’estensione della tutela anche agli infortuni derivati da caso fortuito, forza maggiore e colpa non grave del lavoratore; e ciò per l’assunzione del concetto di rischio professionale, ritenendosi che il datore di lavoro, che si avvantaggiava del lavoro altrui, doveva anche sostenere i rischi che il lavoratore incontrava nello svolgimento della sua attività.
Subito dopo, con la legge n. 350 del 17 luglio 1898 [3], fu istituita la cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Con il Regio decreto-legge n. 1827 del 4 ottobre 1935 (G.U. n. 251 del 26 ottobre 1935 - Suppl. Ord) [4] avente per oggetto «Perfezionamento e coordinamento legislativo della previdenza sociale» si precisavano gli obblighi e le azioni dell’INPS.
Regio decreto-legge n. 1827 del 4 ottobre 1935
Art. 1.
L’Istituto nazionale della previdenza sociale è ente di diritto pubblico con personalità giuridica e gestione autonoma. L’Istituto ha la sede centrale e il domicilio legale in Roma; svolge la sua azione nella Repubblica italiana mediante il suo ordinamento amministrativo centrale e periferico.
Art. 2.
(Abrogato dal d.lg.C.P.S. 13 maggio 1947, n. 436).
Art. 3.
Per raggiungimento delle finalità accennate nell’articolo precedente, l’Istituto esplica le seguenti forme di attività:
Esercizio delle assicurazioni obbligatorie:
per la invalidità e per la vecchiaia;
per la tubercolosi;
per la disoccupazione involontaria;
(soppressa)
per la gente di mare e per il personale delle aziende esercenti servizi marittimi sovvenzionati, secondo le leggi particolari che le governano;
per determinate categorie di lavoratori per le quali siano stabilite speciali norme di previdenza; e di ogni altra assicurazione obbligatoria che sia per legge affidata all’Istituto.
Esercizio, nei limiti fissati dal presente decreto, delle assicurazioni facoltative individuali e collettive.
e negli altri paesi europei?