Le menzogne dei mussulmani - Islamofobia secondo gli islamicihttp://centroislamico.it/messaggero/_ne ... 83_02.htmlL’islamofobia non è soltanto un movimento che rema contro la storia; un movimento che si pone in contrasto con le leggi internazionali, e cozza contro il pensiero di ogni persona ragionevole, ma è anche un pericolo per la pace e per la sicurezza internazionale.
L’islamofobia è un sentimento di reazione compensativa, dettato da complesso di inferiorità, che si produce in persone psicolabili, il numero delle quali è in continuo aumento, specialmente in masse frustrate nelle loro aspettative socio-economiche e vittime di analfabetismo non solo originario, ma anche di ritorno.
Se questo è vero, come è vero, l’islamofobia, non può più essere considerata un fenomeno episodico e temporaneo in quanto essa assumendo dimensioni preoccupanti, provoca ricadute e danni non solo nei confronti del mondo islamico, ma anche contro la pace internazionale e la sicurezza. E ciò perché ogni attacco all’Islàm al suo credo e alle sue pratiche di vita è finalizzato a minare la stabilità della società umana.
Il fenomeno della Islamofobia non è il risultato di una situazione contemporanea o dell’attacco alle torri gemelle dell’11 settembre, come molti credono; essa è un reliquato di odi storici che fomenta lo sviluppo di intolleranza culturale, sociale e politica; è un misto di influenze negative e di fallimenti.
L’islamofobia, in realtà, per farla breve, è un movimento religioso, culturale e politico, che minaccia quei valori comuni dell’umanità, che formano l’essenza delle leggi internazionali e governano le relazioni tra gli Stati; essa influisce su queste relazioni ed è in totale contraddizione con la Carta delle Nazioni Unite la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, le relazioni, le convenzioni e gli accordi internazionali e specialmente contro l’articolo 20 dell’Accordo internazionale sui diritti civili e politici.
L’Islamofobia, ponendosi in contrasto con il movimento della storia e la legge internazionale, con il suo deleterio impatto e con i danni crescenti che provoca è diventata un fattore negativo che pregiudica la pace internazionale e la sicurezza. E ciò poiché essa non colpisce solamente l’Islàm e i Musulmani, ma ha un impatto negativo su tutto il mondo. La denigrazione dell’Islàm e la guerra condotta contro esso sul piano culturale e religioso avrà senza dubbio, se non viene energicamente neutralizzata, una ricaduta negativa anche sulle altre religioni e sui loro seguaci.
Coloro i quali fanno scattare e guidano l’islamofobia sono gruppuscoli di nemici della pace che violano i diritti umani e hanno in odio i valori universali e intralciano gli sforzi finalizzati a realizzare il dialogo tra culture, la cooperazione tra le civiltà e a promuovere la tolleranza, la reciproca comprensione e il mutuo rispetto.
A onor del vero c’è da riconoscere che tra le cause dell’islamofobia, che si risolvono in un attacco all’Islàm, cercando di calunniarlo e denigrarlo, ci sono isolati episodi riprovevoli, che avvengono sia in alcune parti del mondo islamico sia in Europa, perpetrati da individui provenienti dall’area geo-politica definita “mondo islamico”; c’è la denuncia di violazioni di diritti umani, dell’esistenza di una endemica diffusione della corruzione e di altro. Su tali deplorevoli fatti - pur essendo in pieno contrasto con i dettami dell’Islàm - viene incardinata una propaganda falsa e tendenziosa, per creare disprezzo, sospetto, paura e odio contro l’Islàm e i Musulmani. Così la grancassa mediatica spacciando questi episodi come paradigmi di barbarie che hanno matrice nell’Islàm, spalanca la porta al fanatismo islamofobico.
Noi Musulmani dobbiamo guardare il fenomeno con le lenti dell’autocritica e dobbiamo sforzarci di svolgere una capillare attività di informazione, con la parola e con l’esempio, a tutti i livelli, esponendo al pubblico i deleteri effetti dell’islamofobia sulla civile convivenza, mettendo in evidenza le falsificazioni, le distorsioni, le calunnie, le pretestuose motivazioni che i propagandisti professionali di essa spacciano per diffonderla, contrastare le falsità usate come sua giustificazione per fomentare odio contro l’Islàm e i Musulmani.
A tal fine dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione non solo per formare una opinione pubblica correttamente informata sulla realtà dell’Islàm, usando, nel confrontarci con i detrattori dell’Islàm, la precisione linguistica e la chiarezza concettuale, che proviene dalla conoscenza della Parola di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce e degli insegnamenti del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
Il nostro sforzo deve tendere a cancellare con la luce della verità l’erronea informazione e le distorsioni relative all’Islàm e ai Musulmani diffuse dai media. Questo risultato può essere raggiunto solo attraverso un metodo che fa uso del pensiero scientifico, in modo appropriato, di un linguaggio persuasivo e di un ragionamento logico, cioè, come insegnò il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, esponendo gli argomenti parlando a livello del calibro mentale di una comunità tecnologicamente e scientificamente avanzata.
Questa e la via moderna per contrastare efficacemente la permanente campagna diffamatoria dell’Islàm e dei musulmani che certe aree socio-culturali mentalmente datate ai secoli bui del medioevo europeo conducono indefessamente per produrre islamofobia, cioè disprezzo, paura e odio contro l’Islàm e i Musulmani. Un pregevole saggio di delirio islamofobico lo potete leggere nell’articolo seguente, intitolato LA GRANDE MOSCHEA DI MILANO E L'ISLAMOFOBO.
N.° 183
Rabì II° 1435 Febbraio 2014
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Che bugiardi questi maomettani; sono proprio i paesi e i regimi islamici a rifiutare i Diritti Umani Universali e a non averli sottoscritti:Islam e integrazione: il problema della Dichiarazione Islamica dei Diritti UmaniRights Reporter - Gen 25, 2015
http://www.rightsreporter.org/islam-e-i ... itti-umani Si fa un gran parlare di integrazione da parte degli stranieri e si arriva pure a sostenere che l’aumento dell’estremismo islamico in Europa sia il frutto proprio della mancanza di una adeguata politica di integrazione.
Noi non siamo molto d’accordo con questa teoria e spieghiamo perché. Secondo il nostro modestissimo parere la mancata integrazione degli stranieri nei Paesi europei (nel nostro caso parleremo di Italia) non dipende tanto dalla situazione sociale in cui molti stranieri si vengono a trovare, che è certamente importante, ma non decisiva per una piena comprensione dei valori che alimentano le nostre democrazie, valori che dovrebbero essere proprio alla base di qualsiasi forma di integrazione. Per capire meglio il nostro ragionamento prendiamo proprio i casi più eclatanti di mancata integrazione che riguardano principalmente gli immigrati musulmani (anche di seconda e terza generazione) che in moltissimi casi rifiutano di accettare quei valori fondamentali su cui si basano le democrazie europee, valori che fanno capo a due documenti specifici che sono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
In particolare, inutile negarlo, lo scontro tra la nostra cultura e quella musulmana si manifesta su tutti quegli articoli che parlano di libertà individuali e di parità di Diritti tra generi e soprattutto nel differente approccio al concetto di legge. Mentre nelle due dichiarazioni sopra citate i punti focali sono i Diritti Individuali basati esclusivamente su un concetto laico del Diritto, nella Dichiarazione Islamica dei Diritti Umani il concetto di fondo è la legge islamica, la Sharia, che si basa esclusivamente su precetti religiosi.
E chiarissimo e lampante che tra le due visioni di insieme la differenza è abnorme e non conciliabile. E’ quindi impossibile che un qualsiasi residente in Europa possa accettare che i propri concetti di Diritto laici vengano spazzati via da un concetto teocratico che in molti punti fa addirittura a pugni con quanto stabilito dalle dichiarazioni dei Diritti accettate nel nostro continente in quanto stabilisce con chiarezza la supremazia della legge islamica rispetto alle leggi nazionali. In particolare nei seguenti articoli che non possono in nessun caso essere accettati in Europa e che, per dirla tutta, andrebbero messi fuorilegge:
Art. 4 – Il diritto alla giustizia
1) Ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla Legge islamica e che nessun’altra legge gli venga applicata…
5) Nessuno ha il diritto di costringere un musulmano ad obbedire ad una legge che sia contraria alla Legge islamica. Il musulmano ha il diritto di rifiutare che gli si ordini una simile empietà, chiunque esso sia: «Se al musulmano viene ordinato di peccare, non è tenuto né alla sottomissione né all’obbedienza» ( ḥadīth )[1].
O ancora la definizione di equità di un processo e di presunzione di innocenza:
Art. 5 – Il diritto ad un processo giusto
1) L’innocenza è condizione originaria: «Tutti i membri della mia Comunità sono innocenti, a meno che l’errore non sia pubblico» ( ḥadīth ). Questa presunzione di innocenza corrisponde quindi allo «statu quo ante» e deve rimanere tale, anche nei confronti di un imputato, fino a che esso non sia stato definitivamente riconosciuto colpevole da un tribunale che giudichi con equità.
2) Nessuna accusa potrà essere rivolta se il reato ascritto non è previsto in un testo della Legge islamica… …
4) In nessun caso potranno essere inflitte pene più gravose di quelle previste dalla Legge islamica per ogni specifico crimine: «Ecco i limiti di Allah, non li sfiorate» (Cor. II:229)…
Inoltre, relativamente al libero pensiero, troviamo delle fondamentali differenze tra le due Dichiarazioni; infatti per i Paesi firmatari della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si legge:
Articolo 18
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
mentre nella Dichiarazione islamica troviamo:
Art. 12 – Il diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola
1) Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica: «Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte» (Cor., XXXIII:60-61). … 4) Nessun ostacolo potrà essere frapposto alla diffusione delle informazioni e delle verità certe, a meno che dalla loro diffusione non nasca qualche pericolo per la sicurezza della comunità naturale e per lo Stato: «Quando giunge loro una notizia rassicurante o allarmante, essi la divulgano; se l’avessero riferita all’Inviato di Dio e a quelli di loro che detengono l’autorità, per domandare il loro parere avrebbero saputo se era il caso di accettarla, perché di solito si fa riferimento alla loro opinione» (Cor. 4,83).
Ora, è chiaro che se anche le seconde generazioni di musulmani crescono apprendendo che i loro Diritti sono tutelati dalla Dichiarazione islamica dei Diritti Umani invece che dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani o dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, lo scontro tra civiltà e ideologie diverrà immancabile e a farne le spesa sarà proprio quella integrazione di cui tanto si parla.
E qui sarebbe il caso anche di fare un lungo ragionamento sul concetto di integrazione, che non significa che noi europei ci dobbiamo adattare alle usanze e alle leggi di chi viene nel nostro continente ma è esattamente il contrario. Come si risolve questo problema? Si risolve dal basso, inserendo obbligatoriamente lo studio dei Diritti Umani nelle scuole e un piano di studio che compari le varie dichiarazioni e ne evidenzi le differenze in termini di Diritto. Se a una bambina musulmana viene spiegato che lei ha gli stessi Diritti di un maschio musulmano quando questa andrà a casa saprà che qualsiasi forma di costrizione nei suoi confronti è di fatto una violazione della legge, della nostra legge che è l’unica che tutti sono tenuti a rispettare se veramente vogliono essere integrati. Ed è questo il punto focale della nostra iniziativa: è impossibile accettare che la legge islamica prevalga sulle leggi nazionali e per questo che dai prossimi giorni daremo il via a due iniziative congiunte. La prima è volta a chiedere che in Italia l’insegnamento dei Diritti Umani così come enunciati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani venga reso obbligatorio e non come semplice complemento dello studio del Diritto Civile. La seconda iniziativa è volta rendere fuorilegge la dichiarazione islamica dei Diritti Umani in quanto chiaramente incompatibile sia con le nostre leggi che con tutte le legislazioni dell’Unione Europea in quanto pone la legge islamica al di sopra delle leggi nazionali, un vero e proprio bastione contro l’integrazione. Le due iniziative, in particolare quella in Europa, verranno aperte da un dettagliato esposto che renderemo pubblico appena possibile cioè non appena verranno recepiti e messi in discussione, il che ci auguriamo avverrà prima possibile.