Spara al ladro che gli ruba l’auto. Valter Onichini è stato arrestato per tentato omicidioIl macellaio di Legnaro, 32 anni, ha sparato con un fucile a pompa contro un ladro che voleva rubargli l'auto
22 luglio 2013
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.7461402LEGNARO. E' stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio Valter Onichini, l'uomo di 32 anni che ha sparato contro il ladro che voleva rubargli l'auto. Orietta Canova, pubblico ministero titolare dell'indagine, dopo aver interrogato il macellaio, ha interrogato l'uomo e eseguito un sopralluogo per verificare la sua ricostruzione degli eventi.
Valter Onichini ha ferito il bandito sparando dalla camera da letto della sua abitazione, che si trova al civico 65 di via Montegrappa a Legnaro. Quando si è reso conto di averlo colpito in modo grave, il trentaduenne lo ha caricato in auto per portarlo all'ospedale. Dopo qualche centinaio di metri, però, il ladro ha estratto un cacciavite ed è riuscito a fuggire. Onichini ha avvisato i carabinieri, che in pochi minuti hanno trovato il bandito ferito. Il giovane è in prognosi riservata all'ospedale di Piove di Sacco: nel corso del pomeriggio è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.
Sto con chi è accusato di omicidio, non col pizzaiolo che chiede scusahttp://www.lindipendenza.com/pizzaiolo- ... o-omicidiodi LEONARDO FACCO
Oggi, su Facebook, girava – tra lo sdegno generale – questa notizia: “Pizza servita al tavolo, multa di 5mila euro”! Riporto, di seguito, uno stralcio dell’articolo pubblicato su “Il Secolo XIX” di Genova: ” Cinquemila euro di multa per due pezzi di pizza. Con la campagna di controlli sui pubblici esercizi sono fioccate anche multe salate per le attività commerciali scoperte a esercitare servizi non previsti dalle licenze. Il caso più eclatante ha colpito “Benvenuti al Sud”, un locale “pizza al taglio” in via IV Novembre, che si è visto elevare un verbale da cinquemila euro per aver portato due pezzi di pizza ai clienti seduti al tavolino esterno come se fosse una normale pizzeria. Una sanzione severa, ma imposta dalle normative e sulla quale gli agenti non hanno margini discrezionali”.
Ovviamente, c’è poco da commentare: una norma che vieti al titolare di portare due tranci di pizza ai clienti in attesa è da manicomio criminale. Ma nel paese di Pulcinella, in cui tutti si lamentano e si dichiarano rivoluzionari, val la pena conoscere anche il punto di vista del titolare dell’attività sanzionata: “Il titolare, Massimo Abategiovanni, pur ammettendo l’errore, ha sottolineato la mancanza di tolleranza ed ha stigmatizzato il pugno di ferro usato dai vigili pubblicando su Facebook (ecco un altro rivoluzionario da tastiera, nda) la notifica e “ringraziando” polemicamente i vigili”. L’uscita sul popolare social network ha scatenato i commenti a favore o contro l’operato degli agenti, oltre settanta in poche ore, e fra questi anche qualche privato cittadino che è passato dal semplice commento all’offesa esplicita verso la polizia municipale. Ed ora partiranno i provvedimenti di conseguenza. Il comando albisolese ha già salvato e stampato la pagina con i commenti al fine di presentare alla procura della Repubblica una querela per diffamazione contro gli autori dei singoli post offensivi”.
Di querele dei vigili urbani ne so qualcosa, per via di questo articolo che ho pubblicato su queste pagine qualche tempo fa. Quindi, mi astengo dal commentare il loro operato in quel di Albisola Superiore, non meritano riguardo. Preferisco concentrare l’attenzione sul comportamento del proprietario della pizzeria d’asporto, che per il solo fatto di sostenere che “ha commesso un errore” nel non rispettare un regolamento demenziale, illogico, stupido si merita tutto il mio biasimo e la multa che gli hanno rifilato. Troppo bassa!
Il primo agosto prossimo – insieme agli amici della L.I.F.E. – sarò a manifestare ed a portare la mia personale solidarietà al signor Valter Onichini, l’imprenditore padovano di 33 anni che si è difeso sparando, con un fucile regolarmente detenuto, contro un malvivente che si era introdotto con altri 3 uomini in casa sua, senza chiedere permesso o suonare il campanello. Onichini è accusato di tentato omicidio.
Lo ribadisco per la centesima volta: un gregge di pecore sta bene solo se tosato! Un uomo coraggioso e nel giusto, invece, va sostenuto, passando dalla tastiera ai fatti!
«Temevo volessero rapire mia figlia», Onichini racconta perché ha sparatohttp://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.7472094 Il macellaio di Legnaro così ha spiegato al pm la sua reazione. Il legale: «Abbagliato dai fari, non ha visto il ladro e ha premuto il grilletto»
«Quando Walter ha sentito mettere in moto la sua auto» racconta l’avvocato Gregio, «si è affacciato al balcone impugnando il fucile. Si è trovato i fari puntati contro, anche perché il vialetto che conduce al garage, dove si trovava l’Audi S4, è leggermente in salita, quindi non vedeva quante persone c’erano a bordo. In quel momento si è sporto all’esterno e ha esploso un colpo in aria». La dinamica sarebbe suffragata dal fatto che una bora, ovvero la parte di proiettile che contiene i pallini, è stata rinvenuta dai carabinieri in mezzo alla strada: corrisponderebbe con la gittata del colpo esploso in aria. Ma c’è stato un secondo sparo, rivolto invece proprio contro l’auto. Dopo l’esplosione chi era al volante ha accelerato in retromarcia finendo anche contro la muretta: è in quel momento che nella testa di Walter si è materializzato l’incubo del rapimento della figlioletta. «Ha concluso che non potevano rischiare tanto per rubare la macchina, doveva esserci di più e istintivamente ha pensato alla bimba. E ha sparato contro l’auto, ben sapendo» sottolinea il difensore, «che il fucile caricato a pallini non avrebbe penetrato nè il vetro nè la carrozzeria». Come in effetti è stato: di pallini nell’abitacolo ne sono stati rinvenuti due o tre. La maggior parte ha centrato Elson Ndreca, il ventitreenne albanese rimasto ferito.
La corsa all’ospedale. Perché Walter Onichini avrebbe rischiato di caricarsi in auto il ladro moribondo, come ha poi fatto, invece di chiamare un’ambulanza? «Dopo aver sparato e aver visto il fuggi fuggi dei ladri» ricostruisce l’avvocato Gregio, «Walter è corso nella stanza della bimba e quando l’ha vista nel suo letto si è tranquillizzato. È sceso in cortile e solo in quel momento si è accorto del corpo a terra». Ndreca era steso sul selciato, semicosciente, con il corpo per metà dentro la proprietà di Onichini e l’altra metà sul marciapiede. «Si è reso conto che era ferito e ha subito pensato di portarlo all’ospedale, chiamare l’ambulanza avrebbe allungato i tempi dei soccorsi» riporta il legale, «ha caricato il ragazzo in auto ed è partito. Ha scelto la strada verso Saonara e non quella più diretta verso la Piovese perché è quella che percorre dieci volte al giorno per lavoro, è stato un automatismo per Walter».
Le minacce del ladro. Onichini ha percorso circa due chilometri con il ferito caricato sul lato del passeggero. In via Ferrarin a Saonara Ndreca ha estratto un cacciavite dalla tasca e l’ha puntato tra la gola e l’orecchio del trentaduenne ordinandogli di farlo scendere: «Ha parlato in italiano», precisa l’avvocato, «ripetendo due o tre volte “fammi scendere” e così è stato».
Un uomo distrutto. Walter Onichini è tornato a casa dalla compagna Sara Scolaro e dalla loro bimba. Quasi contemporaneamente sono arrivati i carabinieri. «È distrutto», dice il difensore, «continua a chiedere come sta il ferito, ripete che non voleva fare del male a nessuno, ma che ha solo pensato alla sua famiglia. Ora spera solo di poter almeno tornare al lavoro».
24 luglio 2013