Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)

Messaggioda Berto » mar set 22, 2015 6:50 am

Falbarie a ła Volkswagen (Fiat, Renault, Citroën)
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Volkswagen, “verificare emissioni in Germania”. Indagine penale negli Usa
"Bisogna capire se manipolazioni simili hanno avuto luogo in Europa", dicono dal governo tedesco, dopo che negli Stati Uniti è stata resa nota la maxifrode ambientale del colosso di Wolfsburg. Che in borsa ha aperto con un calo del 22%, per poi chiudere a -18,60%. Bloomberg: "Avviato procedimento negli Stati Uniti"
21 settembre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... ia/2054057

Prima si sono limitati ad un secco no comment, poi hanno spiegato di essere interessati a capire se i dati sulle emissioni siano stati truccati anche in Europa. Dopo gli Stati Uniti anche la Germania vuole vederci chiaro sui test ambientali della Volkswagen: la casa di produzione tedesca è stata travolta dalla maxifrode sulle emissioni ambientali negli States. La Environmental protection agency, l’agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, ha reso noto, infatti, che la casa di Wolfsburg ha utilizzato un software per le auto diesel in grado di “truccare i dati sulle emissioni tossiche“. Su questa base, riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, l’azienda automobilistica negli Stati Uniti sarebbe al centro di un’indagine penale, che riguarderebbe l’ammissione delle violazioni.

Steffen Seibert, portavoce del governo tedesco, in un primo momento aveva commentato la vicenda con un semplice “no comment” . Poi però Berlino ha esplicitato la sua posizione: il ministero dell’Ambiente ha chiesto alla casa automobilistica di “lavorare a stretto contatto” con la statunitense Federal motor transport authority in modo da permettere alle autorità di valutare se i dati sulle emissioni possono essere falsificati anche in Germania e in Europa. Come dire che adesso Berlino vuole sapere se Volkswagen ha falsificato anche in patria i dati sulle emissioni tossiche. “Ci aspettiamo – dicono dal governo – che le case automobilistiche trasmettano informazioni affidabili in modo che la Federal motor transport authority, l’autorità responsabile in questo caso, possa verificare se manipolazioni simili hanno avuto luogo con i sistemi di emissione in Germania e in Europa”.

“Mi rincresce profondamente aver deluso i nostri clienti e l’opinione pubblica”, è stato il primo commento di Martin Winterkorn, numero uno di Volkswagen, che ha elevato il caso a “priorità assoluta”: come responsabile del marchio, Winterkorn potrebbe rispondere personalmente delle accuse mosse al colosso di Wolfsburg. La casa di produzione tedesca rischia fino a 18 miliardi di dollari di multa negli Stati Uniti, dove è arrivato lo stop alla vendita di alcuni modelli a gasolio, e da dove potrebbe partire una class action. Le conseguenze in borsa sono state immediate dato che a Francoforte il titolo ha aperto con un calo del 22 percento a 126,40 euro ad azione, per attestarsi poi sul meno 18 percento: si tratta del peggior tracollo da ottobre 2008. Le azioni ordinarie hanno perso il 17,14%, a 133,7 euro, mentre le privilegiate il 18,6%, a 132,2 euro. Il valore Volkswagen ha bruciato 12,9 miliardi di euro: dai 76,24 miliardi di venerdì la capitalizzazione di borsa è scesa a 63,33 miliardi di euro.

“Rispettare le norme giuridiche dovrebbe essere un requisito ovvio di Volkswagen”, ha detto Stephan Weil, membro del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, e capo del governo dello Stato federale della Bassa Sassonia. Weil ha bollato la manipolazione dei dati sulle emissioni delle vetture diesel come “totalmente inaccettabile e ingiustificabile“, spiegando che le accuse che arrivano dagli Usa saranno “chiarite rapidamente e fino in fondo: solo così si potranno prendere decisioni sulle possibili conseguenze”.

Lo scandalo delle emissioni truccate rischia di mettere sotto pressione il rating sul titolo Volkswagen. A sostenerlo è l’agenzia di valutazione del credito Fitch, avvertendo che il giudizio attualmente al gradino A con outlook stabile potrebbe andare sotto pressione se la crisi legata ai test fasulli dovesse peggiorare. “In particolare – spiega Fitch – l’avviso di violazione del Clean air act della Us Environmental protection agency potrebbe compromettere seriamente l’immagine del gruppo, soprattutto negli Stati Uniti, dove la Volkswagen sta cercando di aumentare la propria quota di mercato”. Secondo l’agenzia statunitense, però, l’impatto finanziario stimato intorno ai 18 miliardi di dollari, difficilmente potrà innescare un downgrade immediato del rating di Volkswagen, grazie a una generazione di flussi di cassa “estremamente robusta”.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » mer set 23, 2015 8:35 am

Volkswagen, Die Welt: “Il governo tedesco sapeva della truffa sulle emissioni”

Secondo il quotidiano conservatore "la tecnica della manipolazione dei motori è nota da tempo a Berlino e Bruxelles". A dimostrarlo sarebbe la risposta del ministero dei Trasporti a un’interrogazione dei Verdi. Hillary Clinton su Twitter: "Vergognoso, ci siano conseguenze"
di F. Q. | 22 settembre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... ni/2059349

Lo scandalo della manipolazione dei dati sulle emissioni dei motori diesel da parte di Volkswagen diventa un caso politico. Perché il governo tedesco sapeva della truffa. A sostenerlo è l’edizione online di Die Welt, secondo cui “la tecnica della manipolazione dei motori è nota da tempo a Berlino e Bruxelles”. Lo dimostra, secondo il quotidiano conservatore, un documento del ministero dei Trasporti presentato in risposta a un’interrogazione dei Verdi in materia, che risale al 28 luglio scorso. Il ministero tedesco avrebbe ammesso di essere a conoscenza del software incriminato e avrebbe tirato in ballo anche la Commissione europea. Anche se nella risposta non compare alcun riferimento a specifiche case auto o modelli, la rivelazione del quotidiano se confermata cambierebbe completamente le carte in tavola.

Nell’interrogazione i Grünen chiedevano una presa di posizione sul problema dei dispositivi capaci di riconoscere se una vettura è sottoposta a un test di prova e di abbassare i giri del motore e con essi le emissioni. Manipolando così i risultati. Il governo federale ha risposto di condividere “l’opinione della Commissione europea, che ha sottolineato come l’impegno volto a eliminare i meccanismi manipolativi non si sia ancora del tutto affermato nella prassi comune”. Il ministero dei Trasporti, è la conclusione di Die Welt, sapeva dunque dell’esistenza di un dispositivo come quello scoperto negli Stati Uniti. Il seguito della risposta chiamerebbe poi in causa la Ue perché recita che “il governo federale sostiene, in queste circostanze, gli attuali sforzi per lo sviluppo di norme europee con lo scopo di diminuire ulteriormente le emissioni reali delle automobili”.

Mentre negli Usa è in corso un’inchiesta e diversi Paesi europei hanno a loro volta annunciato indagini per verificare gli effettivi livelli delle emissioni delle auto di Wolfsburg, la notizia che Berlino era al corrente del problema mette nel mirino lo stesso esecutivo guidato da Angela Merkel. Che martedì, contestualmente al varo di una commissione di inchiesta ad hoc, ha auspicato che “i fatti siano messi sul tavolo il più velocemente possibile”. Non sembra casuale la presa di posizione dell’ex segretario di stato americano Hillary Clinton: “E’ una cosa vergognosa. Quando una società mette i profitti davanti alla salute e all’ambiente ci devono essere delle conseguenze”, ha scritto su Twitter la candidata democratica alla Casa Bianca.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » mer set 23, 2015 9:29 pm

Volkswagen e i trucchi delle emissioni. Ma quale scandalo?
Sono almeno 12 i "trucchi" usati dalle Case nel ciclo di misura. Oggi è toccato a Volkswagen confessare ma domani? E. De Vita
http://www.automoto.it/news/vw-e-i-truc ... E.facebook
La Volkswagen è sul banco degli imputati. Reo confesso, il suo AD, Martin Winterkorn, si è cosparso il capo di cenere, ha chiesto scusa al mondo e attende ora la clemenza o la mazzata dagli americani dell’EPA, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente. Come sempre, si grida allo scandalo, dagli all’untore, crucifige. E la stampa non ha perso l’occasione per additare come novità indecente la prassi di truccare le centraline dei motori per ottenere gas di scarico più puliti durante l’esecuzione del ciclo di misura.

Che strano! Da Carlo Sidoli al sottoscritto abbiamo più volte raccontato che sono almeno una dozzina i trucchi che le Case adottano per far bella figura nel ciclo di misura. Si va dai pneumatici a basso rotolamento allo spegnimento dell’alternatore, dai pannelli aerodinamici nel sottoscocca a vari alleggerimenti nel corpo vettura, dalla scelta di laboratori spagnoli localizzati ad alta quota (ove l’aria è più rarefatta) a oli extra fluidi.

Ma il metodo più gettonato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l’esecuzione di un ciclo di misura. Cosa semplice come pane. Basta dirgli: quando l’acceleratore è appena sfiorato, quando la velocità si modifica con questa sequenza, quando le soste al minimo durano tot secondi, quando le velocità di 50, 70, 90 e 120 vengono mantenute per tot secondi, tu, centralina, dimentica potenza e cavalli e bada solo a consumo e inquinamento. Non dimentichiamo che il ciclo europeo di misura (simile a quello Usa) richiede potenze inferiori a 25 cavalli e accelerazioni da baraccone.

“Il metodo più gettonato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l’esecuzione di un ciclo di misura. Cosa semplice come pane”
I lettori più attenti sapevano già dell’esistenza di questo trucco, al quale più o meno ricorrono tutte le Case. Altrimenti non si spiegherebbe la vistosa differenza fra consumi dichiarati e consumi misurati nel ciclo. La stampa, invece, ha fatto finta di non saperlo.


Ma c’è dell’altro. Forse che l’abbuono regalato alle auto ibride di non conteggiare l’energia presente nella batteria non è uno dei trucchi per denunciare come veri consumi fasulli? Che la stupenda Porsche 918 (potenza 817 cavalli) consumi solo 3,4 litri per 100 km non suscita qualche dubbio sulla correttezza della misura? Quella sostanziale, non quella formale.

E non è finita perché il “trucco” usato da VW avrebbe avuto lo scopo di ridurre il conteggio degli ossidi di azoto, un semplice irritante polmonare (per alcuni individui e non per tutti), non un vero inquinante. Aveva la cattiva fama di potersi combinare con i vapori di benzina che uscivano dai pentoloni ribollenti dei grossi carburatori degli 8V made in USA. E di produrre smog fotochimico sotto l’effetto del sole di California.

Che la stupenda Porsche 918 (potenza 817 cavalli) consumi solo 3,4 litri per 100 km non suscita qualche dubbio sulla correttezza della misura?

Parliamo degli anni Sessanta e Settanta, quando il cielo di Los Angeles era saturo di nebbia rossastra (il colore dell’ossido di azoto è, appunto, rosso) e il sottoscritto frequentava il LAPD (il dipartimento di polizia della capitale californiana) per vendere qualche migliaia di V7 California per conto della MotoGuzzi. Bene, quell’atmosfera è oggi limpida, lo smog fotochimico è sparito grazie all’adozione del catalizzatore, ma sono spariti anche i pentoloni che facevano apparire liquida l’aria sopra i cofani degli 8V grazie all'avvento della iniezione elettronica

Cosa è rimasto di allora? La fobia tutta yankee per gli NOx, gli ossidi di azoto, additati come nemici dell’umanità. Non fa nulla se un loro parente, l’N2O viene usato nel viagra come stimolante, non fa niente se gli NOx sono composti azotati che la natura si crea da sola con i fulmini per rendere fertile il terreno.

E allora perché tanta acidità? Forse la ragione più semplice per spiegare l’attacco talebano dell’americana EPA agli ossidi di azoto è che rappresentano oggi l’unico punto debole del motore diesel, visto che col FAP il particolato è sparito e il vantaggio in termini di CO2 diventa incolmabile, rispetto al motore a benzina. Forse il target dell’EPA non erano gli NOx ma l’industria motoristica europea specializzata nel diesel.

Solo così si riescono a spiegare certi processi e relative crocefissioni.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » gio set 24, 2015 8:44 pm

Dieselgate, accuse anche a Bmw
Winterkorn, 60 milioni di buonuscita
Berlino: auto truccate pure in Europa
Lo scandalo si allarga ad altre case automobilistiche. Torino apre un’inchiesta. L’UE: tolleranza zero. Domani Volkswagen indicherà i responsabili e i modelli di auto coinvolti
24 settembre 2015
http://www.corriere.it/economia/15_sett ... 1b69.shtml

Il sistema utilizzato dalla Volkswagen per manipolare i test sulle emissioni di Co2 per le auto vendute negli Usa riguarda anche i veicoli commercializzati in Europa. Lo afferma il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt: «I veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 litri sono interessati dalle manipolazioni di cui si è parlato». Duro il commento della responsabile Ue per l’industria, Elzbieta Bienkowska: «Il nostro messaggio è chiaro: tolleranza zero contro le frodi e rispetto rigoroso delle norme comunitarie. Abbiamo bisogno di informative complete e test solidi sulle emissioni inquinanti in atto». Forte anche la preoccupazione espressa dalla portavoce della Commissione Ue per il mercato interno, Lucia Caudet: «Quello che è veramente necessario ora è avere una fotografia chiara della situazione di quanti veicoli ci sono in Europa con il software ingannevole. Invitiamo tutti gli Stati membri a portare avanti le indagini necessarie». La questione verrà discussa nell’incontro imminente a Bruxelles con le autorità nazionali di omologazione. La Caudet ha ricordato che, non trattandosi di questioni legate alla concorrenza, la Commissione non può avviare un’indagine europea. La Commissione non ha voluto invece commentare i documenti pubblicati dal quotidiano britannico The Guardian, dai quali risulta che Regno Unito, Francia e Germania avrebbero svolto nei confronti di Bruxelles una forte azione di lobbying per allentare le maglie dei test sulle auto che aumenterebbe le emissioni di Co2 del 14%.

Anche Bmw e Seat

Ma lo scandalo, oltre che geograficamente, si sta allargando anche ad altre case automobilistiche. Secondo il quotidiano tedesco Bild, anche Bmw potrebbe essere coinvolta nello scandalo delle emissioni: le X3Drive 20d produrrebbero emissioni 11 volte superiori ai limiti previsti dalle norme Euro6 sulle emissioni di ossido di azoto. La società smentisce: «Bmw non manipola i suoi veicoli, non distingue fra strada ed test in laboratorio. Siamo conformi alle esigenze legali in tutti i Paesi e passiamo tutti i test locali». Seat, invece, dopo le rivelazioni fatte dal quotidiano spagnolo El Pais, ha ammesso che alcuni dei suoi modelli sono stati equipaggiati negli ultimi anni con i motori diesel finiti sotto inchiesta. «Stiamo indagando su tutto ma per ora non siamo in grado di dare informazioni sui modelli, sulle date o sul numero di veicoli» coinvolti, hanno spiegato fonti interne alla casa spagnola.

I titoli crollano in borsa

Gli effetti dello scandalo si sentono in borsa: Bmw ha perso il 5,5%. Calo anche per Fiat: dopo uno stop al ribasso Fca ha ceduto il 7,5%, mentre Volkswagen ha recuperato con +0,3%. John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles, non sembra eccessivamente preoccupato: «Il fatto specifico che è avvenuto a Volkswagen si conoscerà poi meglio nei dettagli, io preferisco non commentare quello che succede ai concorrenti. Come ha detto Acea in maniera molto chiara, questo non è un problema dell’industria, ma un problema specifico della società».

La lettera ai proprietari Usa

Nell’aprile scorso, Volkswagen ha inviato ai proprietari californiani di vetture diesel una lettera per informarli della necessità di «un richiamo per problemi di emissioni». Ai proprietari delle vetture con i motori a rischio di non superare i periodici test veniva detto di portare l’auto al rivenditore, dove sarebbe stato installato un nuovo software per assicurare che le emissioni dai tubi di scappamento venissero «ottimizzate per operare efficientemente». Volkswagen però non chiarì che l’operazione era stata avviata solo per rispettare con un escamotage i severi standard qualitativi delle autorità di controllo locali. Autorità che erano da mesi perplesse sulle macroscopiche differenze tra le emissioni registrate in laboratorio (quelle truccate appunto con il software che alterava i risultati) e quelle nelle prove su strada, dove il programma che abbassa i livelli di emissioni di gas inquinanti non funzionava.

La pensione di Winterkorn

Intanto si viene a sapere che all’ex capo di Volkswagen, Martin Winterkorn, spetta una pensione da 28,6 milioni di euro. Il dato emerge dall’ultimo report annuale che, spiega Bloomberg, «non indica condizioni per cui la somma potrebbe non venire pagata». A Winterkorn potrebbero anche andare due annualità, in caso di uscita, per 33 milioni totali. Lo scorso anno a Winterkorn, 68 anni, sono andati 16,6 milioni di euro, il secondo stipendio più alto della Germania. Se il board decidesse però di porre fine al mandato di Winterkorn prima della scadenza per un motivo di cui il manager viene ritenuto responsabile, la buonuscita potrebbe venire rivista in modo deciso. Nel comunicato del board, comunque, si sottolineava che «Winterkorn non era a conoscenza della manipolazione dei dati» e veniva ringraziato «per il suo elevato contributo» alla società. Fra i bonus, si legge nel report, c’è anche la possibilità di utilizzare una vettura Volkswagen per tutto il periodo in cui gli verrà corrisposta la pensione.

Il nuovo capo, i responsabili e i modelli coinvolti

E Volkswagen annuncerà il nome del nuovo amministratore delegato, il numero uno di Porsche Matthias Mueller, già venerdì. Dopo Winterkorn, anche il capo del settore sviluppo di Volkswagen, Heinz-Jacob Neusser, sarebbe pronto a dimettersi, seguito da Michael Horn, numero uno di Volkswagen Usa. Sempre domani, secondo due fonti interne alla compagnia, il consiglio di supervisione dell’azienda tedesca inizierà anche a rivelare chi sono i responsabili della manipolazione tecnologica e quali modelli di auto sono coinvolti.

Anche Messico apre inchiesta su motori truccati

Dopo gli Stati Uniti, dove lo scandalo è scoppiato, anche il Messico vuole accertare se la Volkswagen ha venduto nel Paese auto con i famigerati motori diesel truccati per alterare i risultati sui gas di scarico. Anche se questo rischia di aver un impatto sulla grande fabbrica d’auto che Volkswagen ha a Puebla, dove lo scorso anno sono state prodotte 475.000 auto, di cui oltre l’80 % esportate negli Usa. L’impianto, su cui la casa di Wolfsburg a maggio aveva annunciato investimenti per 1 miliardo, dà lavoro a 11.000 persone direttamente e a 35.000 nell’indotto.


Ipotesi class action

Il gruppo di Wolfsburg potrebbe dover affrontare una gigantesca class action, con 11 milioni di potenziali aderenti, tanti quanti sono i veicoli coinvolti nello scandalo. Se la Volkswagen non fosse in grado di modificare il motore delle auto in modo da farlo rientrare nei parametri di legge, i veicoli coinvolti sarebbero inutilizzabili perché illegali. Ai 18 miliardi di multa massima ipotizzata dall’Epa si potrebbe aggiungere quindi un mega rimborso ai consumatori e ai concessionari con i magazzini pieni di auto invendibili, calcolabile attorno ai 50 miliardi di dollari. Già 25 sono le class action annunciate in Usa, che sembrano destinate ad aumentare. In Gran Bretagna, secondo il Daily Mail, centinaia di migliaia di clienti che hanno acquistato Volkswagen, Audi o Seat sarebbero pronti a unirsi per chiedere un risarcimento.


Controlli e inchieste in Italia, Francia e Gb

L’amministratore delegato di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, fa sapere che sono in corso verifiche sui veicoli venduti o circolanti nel nostro paese. Nella lettera al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, Nordio scrive che mentre i veicoli con motori diesel EU6 sono tutti rispondenti alla normativa europea, per le altre motorizzazioni diesel «la nostra casa madre Volkswagen AG sta lavorando a pieno ritmo per comprendere se le anomalie riscontrate all’estero possano riguardare tecnologie utilizzate anche su autoveicoli in vendita o circolanti sul territorio nazionale». L’ad italiano conclude la lettera assicurando «la più ampia e fattiva collaborazione in merito». Intanto il pm Raffaele Guariniello della procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulle vetture in circolazione in Italia, a cui fa seguito un’indagine a tappeto su tutte le case automobilistiche annunciata dal ministro dei Trasporti britannico, Patrick McLoughlin. Ad occuparsene sarà la Vehicle Certification Agency, che collaborerà coi produttori di autoveicoli nel Regno Unito. Il ministro dell’ambiente francese, Segolene Royal, ha dichiarato che la Francia farà controlli sulle auto in circolazione per verificare se sono equipaggiate con software vietati del tipo di quello usato da Volkswagen.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 4:42 pm

Volkswagen in Italia, ecco il conto: 5mila euro a veicolo. "L'azienda pagherà tutti i costi"
I concessionari rassicurano. L’azienda rischia danni per 50 miliardi di ALESSANDRO FARRUGGIA
http://www.quotidiano.net/volkswagen-1.1333366

Roma, 25 settembre 2015 - La parola d’ordine è: tranquillizzare. A chi telefona dicendosi preoccupato per la propria Golf 2000 Tdi del 2012 (modello a caso tra quelli con motore diesel) i concessionari rispondono dispensando buone notizie. "Non si preoccupi. Proprio ieri dall’importatore ci hanno rassicurato: i modelli europei sono a posto" rispondono alla filiale di Viale Europa, a Firenze. Ma che fortuna. Peccato che il ministro dei Trasporti tedesco abbia appena detto a Fox News che il problema riguarda motori 1.6 e 2.0 di Wolfsburg venduti in Europa. Ma gli ordini ricevuti sono chiari: essere assertivi e far star tranquilli i consumatori. A ogni costo. "È un problema americano, ma se per caso ci riguardasse sarà nostra cura informare i clienti con una raccomandata e effettuare l’intervento, a spese della casa" dicono ad Autocentri Balduina, a Roma.

"I parametri americani – spiegano dalla filiale Volkswagen Soverini di Bologna – sono più severi di quelli europei. E infatti i modelli 2009, che hanno fatto la revisione nel 2013, sono risultati regolari. Avevano le emissioni in regola con la legge. In ogni caso, se è necessario la fabbrica è pronta ad un’azione di richiamo. Come tutti i nostri clienti, la terremo informata". Tradotto: il consumatore non deve fare nulla, può continuare a circolare senza rischiare multe e gli eventuali problemi saranno a carico del produttore.

Da Verona, dove ha sede Volkswagen Group Italia, sono abbottonatissimi. Ma un comunicato pubblicato sul loro sito afferma che "uno scostamento rilevabile tra i risultati di emissione ottenuti al banco di prova e le condizioni di guida reali è stato riscontrato esclusivamente per una famiglia di motori diesel precedenti all’omologazione EU6 e Volkswagen sta lavorando intensamente per eliminare questa deviazione". "Questo processo – aggiunge la nota ufficiale sui siti di tutti gli importatori europei – richiede del tempo. Volkswagen intende farsi carico dei costi per l’organizzazione e l’adozione delle misure tecniche necessarie, una volta che siano state chiaramente individuate".

Di sicuro sui costi dell’operazione nessuno sa dire alcunché. Bisogna vedere se ci si limiterà a sostituire il software incriminato (poche decine di euro), lasciando le emissioni come sono, o se si cercherà di limitarle cambiando la ‘centralina’ (unità di controllo del motore) al costo di alcune centinaia di euro. O se addirittura, come sostiene l’Ansa citando analisti e operatori, si opterà per "una rettifica al pacchetto combustione-scarico" per la quale "non si stima un spesa inferiore ai 5mila euro".

Da parte loro i consumatori sono sul sentiero di guerra. Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti (Federconsumatori e Adusbef) chiedono al governo di verificare "quanti degli 11 milioni di veicoli siano stati venduti in Italia" e al Parlamento di "approvare il ddl di riforma della class action, già varato all’unanimità dalla Camera, perché il testo attuale è una arma spuntata". Dopodichè, promette Lannutti, "i tedeschi dovranno pagare per quel che hanno fatto ai consumatori". Il clima è da caduta degli dei. "In attesa che sia fatta piena luce – attacca Codacons – blocchiamo tutti gli spot tv Volkswagen". Comunque vada, per la casa di Wolfsburg saranno lacrime e sangue. Tra costi legali, sanzioni, danni materiali e d’immagine c’è chi parla di un incubo da oltre 50 miliardi di dollari per il gruppo. Non basterà dispensare pannicelli caldi.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » dom set 27, 2015 4:52 pm

Volkswagen, sospesa in Italia la vendita dei modelli Euro 5. Sono circa 2500 veicoli. Ultimatum di Berlino

Volkswagen Italia scrive ai concessionari: sospesa la vendita dei modelli Euro 5. La misura non riguarda i nuovi modelli Euro 6, sul mercato dall'1 settembre. Intanto Londra sarebbe contraria ai nuovi test sui diesel. Renzi: "Non sono preoccupato in termini di crescita dell'Italia"
http://www.quotidiano.net/volkswagen-1. ... qsqhurohuy

Roma, 27 settembre 2015 - Volkswagen, sospesa in Italia la vendita dei modelli Euro 5. Lo ha comunicato la stessa Volkswagen Italia con una lettera inviata a tutti i concessionari nel nostro Paese. L'azienda ha formalmente chiesto di sospendere "come misura precauzionale" la vendita, le immatricolazioni e le consegne dei "modelli equipaggiati con motori diesel EA 189 omologati Euro 5". La comunicazione riguarda circa 2.500 veicoli dei marchi Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, in attesa di "fare chiarezza" su un particolare software utilizzato sui motori Diesel. La misura non riguarda i nuovi Euro 6, in vendita dall'1 settembre. E anche Berlino si muove: ultimatum alla VW perchè spieghi come intende mettere in regola sulle norme ambientali le vetture sotto accusa, il tutto entro il 7 ottobre, se no il governo sospenderà la licenza di tutti i modelli interessati. E Renzi a NY per la 70esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, si dice non preoccupato per le ricadute dello scandalo sulla crescita dell'Italia.

LONDRA DICE NO - Caso Volkswagen, controlli più severi sugli scarichi, l'Inghilterra intende dire "no". E' quanto emerge da un documento segreto del ministero dei Trasporti di Londra ottenuto dall'Observer, l'edizione domenicale del Guardian. Testo che 'consiglia' vivamente agli eurodeputati di Sua Maestà di esprimersi contro la nuova legge che obbligherebbe i singoli Pesi membri ad effettuare controlli sui gas di scarico su strada, in condizioni di marcia reali, e non più sui rulli dentro un'officina. Gli europarlamentari sarebbero quindi invitati a votare semplicemente 'no' quando a fine ottobre saranno chiamati a esprimersi sulla direttiva europea.
I test contestati si limiterebbero a simulare la realtà e i loro risultati potrebbero essere alterati, per far sembrare un'auto ben 40 volte meno inquinante di quanto non sia.

LA MOSSA DELLA BCE - L'indiscrezione sulla presa di posizione britannica arriva in pieno scandalo Volkswagen, con un'Unione Europea che - tra istituzioni e stati membri -, sarebbe a conoscenza dal 2013 dei pericoli per l'ambiente. Non solo: oltre ai miliardi di euro, tra multe e risarcimenti, che Volkswagen dovrà pagare per il dieselgate, un altro duro colpo le viene inflitto che dalla Bce. Il Sunday Times rivela che l'istituto guidato da Mario Draghi ha congelato temporaneamente l'acquisto dei pacchetti di finanziamenti per l'acquisto di auto Volkswagen che il braccio economico della casa automobislitica garantiva ai clienti che compravano le vetture a rate o in leasing. In sintesi i 'finanziamenti' dei clienti Volkswagen non entreranno più a far parte dei 60 miliardi di euro di titoli acquistati ogni mesi dalla Bce nel cosiddetto "quantitative easing" all'europea. Questo inevitabilmente aumenterà i costi di finanziamento di Volkswagen e quindi le sue auto costeranno di più - sempre che Wolfsburg non voglia accollarsi la differenza riducendo i suoi margini - rispetto a quelle di altre marche concorrenti. La mossa della Bce potrebbe contribuire ad un declassamento di Volkswagen da parte della grandi agenzie di rating: Moody's, Standard and Poor's e Fitch.

Intanto Graziano Delrio, ministro dei Trasporti, in un'intervista a un quotidiano ha spiegato che "Italia farà partire dei controlli a campione su tutte le vetture vendute in Italia, senza aspettare i dati che pure abbiamo richiesto sia alla Volkswagen che all'autorità di omologazione. Faremo i test - ha sottolineato il ministro dei Trasporti - su un migliaio di vetture per avere un risultato significativo. Ognuno costa circa 8 mila euro, ma ne vale la pena. Avremo i risultati tra due o tre mesi, e capiremo se le emissioni sono nei limiti, e se qualcuno ha cercato di fare il furbo".

ULTIMATUM DI BERLINO ALLA VW - Le autorità tedesche hanno lanciato oggi un ultimatum alla casa automobilistica Volkswagen perché spieghi entro il 7 ottobre come intende mettersi in regola con le norme ambientali, dopo che è stato scoperto che molti milioni di vetture diesel erano munite di un software che alterava i dati delle emissioni. L'ha scritto oggi il giornale Bild am Sonntag. L'autorità federale dei trasporti Kba ha chiesto alla VW, nel centro della bufera in tutto il mondo per lo scandalo, di stabilire "misure vincolanti e un calendario", entro il 7 ottobre, per spiegare come intende tornare in regola sulle emissioni nocive, senza far ricorso a programmi che falsino i risultati. Se la casa automobilistica non rispetterà l'ultimatum, la Kba prevede in una lettera di due pagine che potrebbe bloccare la licenza per tutti modelli interessati,che vorrebbe dire lo stop alla circolazione delle vetture.

RENZI: NON INCIDERA' SU CRESCITA ITALIA - "Non sono così preoccupato in termini di crescita dell'Italia perché la crescita dell'Italia è nelle mani degli italiani". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando alla stampa italiana a margine dei lavori della 70esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Facendo riferimento allo scandalo che ha travolto la casa automobilistica tedesca, Renzi ha aggiunto: "Non è un disastro ambientale ma una truffa non inciderà sulla crescita italiana".

DAIMLER RICHIAMA 11MILA MERCEDES SPRINTER - Daimler ha scritto a circa 11.000 possessori di van Mercedes Sprinter per un update del software collegato al sistema di emissioni, in modo da prevenire "possibili inconvenienti con autorità e controllori". Lo riporta il Welt Am Sonntag, ma la società replica che il richiamo a partire da giugno scorso "non ha assolutamente niente a che vedere con gli attuali problemi Volkswagen". Il portavoce di Daimler, Joerg Howe, si legge su Bloomberg, ha spiegato che si trattava di un problema tecnico "che non aveva assolutamente alcun collegamento con l'ottimizzazione delle emissioni". La correzione del software è iniziata a giugno con i clienti che sono stati contattati a partire da "metà anno". Un'altra portavoce contattata da Bloomberg, Katja Bott, ha spiegato che il problema risiedeva nelle difficoltà di comunicazione e collegamento fra i software dei van e le attrezzature che conducevano i test. Circa 6.000 veicoli sono già stati aggiornati "nell'ambito della normale attività di manutenzione".
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » mer set 30, 2015 8:40 pm

Stati Uniti e scandalo Volkswagen
Il vero obiettivo di Washington è il Governo tedesco che non vuole prolungare le sanzioni contro la Russia
Alfonso Tuor | 30 set 2015
http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/2518 ... volkswagen

Perché gli Stati Uniti hanno proprio ora fatto scoppiare lo scandalo Volkswagen? La risposta diventa di giorno in giorno più chiara e riguarda le sanzioni contro la Russia. Ma prima di procedere facciamo un passo indietro.

La Volkswagen ha effettivamente truccato le emissioni di gas NOX dai suoi veicoli Diesel. Questi gas sono molto nocivi per la salute umana. Il comportamento del gigante tedesco è quindi inammissibile, anche se è molto verosimile che emergeranno comportamenti simili da parte di altre case automobilistiche. Come è oramai accertato che i test per controllare le emissioni delle automobili sono una farsa, per cui i dati in materia non sono affatto credibili. In questo contesto di truffe e di dati truccati si deve situare lo scandalo Volkswagen.

In pratica siamo in presenza, come nel settore bancario, di comportamenti criminali coperti dalle autorità che dovrebbero sorvegliare. E come nel settore finanziario assistiamo allo spettacolo di top manager “affamati” e per di più premiati per le loro malefatte come il numero uno di VW Martin Winterkorn che è stato allontanato con un premio che si aggira attorno ai 60 milioni di euro.

Quindi, è giusto, come pensa la maggioranza dell’opinione pubblica, che il colosso di Wolfsburg paghi per il mal fatto. Ma è pure coretto che non si cada nella trappola di ritenere che Washington abbia denunciato questo scandalo, perché interessata alla salute della popolazione mondiale. Anzi, questa sembra essere l’ultima preoccupazione degli Stati Uniti, come si può facilmente capire dalla storia di questa vicenda.

Circa un anno fa un ingegnere tedesco che abita in California scopre che i motori Diesel non sono affatto puliti come vantava il gruppo Volkswagen. Scopre pure che vi è un software che permette di truccare le emissioni durante i test. Trasmette questi risultati all’autorità di sorveglianza statunitensi senza indicare né i modelli né la casa automobilistica coinvolta. L’Agenzia americana chiede circa tre mesi fa spiegazioni alla Volkswagen e poi nulla fino alla denuncia dello scandalo. Già questo comportamento solleva molti dubbi, ma questi crescono e diventano certezze al manifestarsi delle reazioni del Governo tedesco.

Berlino ha infatti immediatamente compreso che la truffa era stata denunciata non per amore dell’ambiente (a cui gli americani sono tra i popoli meno interessati) e nemmeno per colpire una colossale truffa di una grande società, ma per punire il Governo tedesco. E infatti il giorno successivo lo scandalo Angela Merkel annuncia che vuole incontrare il Presidente siriano Assad per cercare di trovare una soluzione alla crisi del Paese. E la settimana scorsa il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel annuncia che la Germania è contraria al prolungamento delle sanzioni economiche contro la Russia, che sono state imposte dagli Stati Uniti a una riluttante Europa. In politica estera le dichiarazioni pubbliche seguono (e non precedono) le discussioni e i confronti con gli altri Paesi. Quindi Washington era a conoscenza che la Germania e, quindi, l’Europa non avrebbe sostenuto ancora l’insana politica di isolare la Russia. Era pure a conoscenza che Berlino avrebbe assecondato l’iniziativa del Presidente Putin di sostenere Assad, mettendo a nudo il fallimento della politica di Obama nella regione. Quindi per Washington era ed è prioritario punire un alleato (e pure un Paese sconfitto della Seconda Guerra Mondiale). Quale obiettivo migliore di una Volkswagen che è il simbolo della Germania ed un suo colosso industriale?

Insomma, se il Governo tedesco avesse ubbidito agli ordini americani, Washington non avrebbe denunciato questo scandalo. Anche se è impossibile provare questa affermazione, si puo’ certo dire che è quanto pensa il Governo tedesco.

Ora, si dirà: sia quel che sia, ma questa denuncia è sacrosanta e soprattutto benvenuta, poiché serve a proteggere la nostra salute. Questa considerazione è corretta, ma bisogna ricordare che vi sono molti altri disastri ambientali o atti nocivi per la nostra salute che sono stati celati od oscurati. E’ dunque importante capire che, come dice Papa Francesco, siamo nel bel mezzo della Terza Guerra Mondiale, che viene combattuta con altri mezzi. Tra questi figurano la guerra economica, come il caso VW, le sanzioni contro un Paese, come quelle contro la Russia, le manipolazioni finanziarie, ecc. Gli Stati Uniti stanno usando tutte queste armi e sostenendole con una grande campagna di manipolazione dell’opinione pubblica mondiale. E’ quindi importante cercare di capire quali sono i veri obiettivi di queste campagne per non farsi abbindolare.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » mer set 30, 2015 8:47 pm

Volkswagen, Mueller: verso richiamo 11 milioni di auto. Bankitalia: scandalo grave, diifficile valutare effetti sull'Italia
Indagato l'ex capo della casa tedesca Winterkorn. Si teme class action mondiale. Bmw sotto accusa per i crash test della mini.
Martedì 29 Settembre 2015
http://motori.ilmessaggero.it/motori/vo ... 4195.shtml

Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture per sostituire il software incriminato, inviando una comunicazione ai clienti «nei prossimi giorni»: lo ha detto il neo-amministratore delegato Matthias Mueller a un incontro a porte chiuse con circa 1.000 top manager a Wolfsburg, secondo il sito web della Reuters. Intanto da Bankitalia è arrivato l'allarme riguardo al caso emissioni: via Nazionale parla di scandalo grave i cui effetti sono difficili da valutare.

«All'incertezza presente sui mercati globali si è aggiunta negli ultimi giorni quella connessa con le possibili ripercussioni, difficili da quantificare, del grave scandalo Volkswagen sul settore dell'auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori». Lo ha sottolineato il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla nota di aggiornamento del Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Intanto, l'incubo di una class action su scala planetaria, un effetto domino di cause collettive dalle conseguenze finanziarie imprevedibili, affonda Volkswagen in borsa mentre il gruppo procede nella pulizia interna e il suo ex capo finisce sotto indagine per lo scandalo dei test truccati sulle emissioni inquinanti.

Le azioni della casa di Wolfsburg continuano a scendere in Borsa, dove il crollo dallo scoppio dello scandalo è vicino al 40%. E intanto finisce nel mirino delle autorità americane anche Bmw, accusata di ritardi e lentezze nel risolvere i problemi delle Mini che non hanno superato i crash test. Si tratta di un caso di una portata limitata rispetto a quello di Volkswagen, con solo 30.000 Mini Cooper e Cooper S nel mirino.

I mercati guardano inorriditi alla raffica di tegole che continuano a piovere sulla casa automobilistica tedesca. Alle circa 11 milioni di auto targate 'Vw' coinvolte nello scandalo, su cui Volkswagen si appresterebbe a intervenire modificando le centraline con costosi richiami, si aggiungono i numeri pubblicati ieri da Audi: 2,1 milioni di auto truccate nel mondo, di cui 1,4 milioni in Europa e 577.000 solo in Germania, con gran parte dei modelli coinvolti, dalla A1 ai potenti Suv come il Q5. Coinvolti nello scandalo anche 1,8 milioni di veicoli commerciali leggeri.

Il governo tedesco nega di essere da tempo a conoscenza che le emissioni delle auto del gruppo tedesco fossero fuori dai limiti, dopo che il Financial Times, sabato, aveva parlato di una ricerca della Commissione europea che evidenziava un forte divario fra le emissioni vere e quelle da laboratorio. Il ministro dei trasporti italiano, Graziano Delrio ha anche telefonato al suo collega tedesco spiegando le misure adottate dall'Italia ed esprimendo fiducia nelle richieste che l'esecutivo tedesco ha indirizzato alla Volkswagen.

Ma sono gli sviluppi sul fronte legale a preoccupare di più gli investitori e Berlino, dove il viceministro delle Finanze Jens Spahn confessa che lo scandalo «può avere un grosso impatto sull'economia tedesca, e questo deve preoccuparci un po'».

Accanto alle indagini aperte dalle autorità federali negli Usa, e alle cause che si apprestano a intentare decine di Stati americani, a mettere in moto la class action è un fondo pensione del Michigan in rappresentanza di una serie di investitori in titoli Vw, che ritengono di aver pagato prezzi gonfiati dalle emissioni nascoste. Un'iniziativa a cui rischiano di affiancarsi quelle di numerosi concessionari e soprattutto consumatori, con un danno economico che potrebbe portare il conto finale ben oltre i 50 miliardi stimati finora: gli ossidi di azoto e le polveri sottili nascosti dal software incriminato sono infatti ad alto rischio per la salute, specie dei bambini.

In Germania, i giudici della Bassa Sassonia hanno aperto un'indagine su Martin Winterkorn, l'ex capo supremo di Vw appena rimpiazzato da Mueller mentre i sindacati hanno preannunciato battaglia contro la buonuscita milionaria.

In Spagna spunta una denuncia per frode. E la class action americana potrebbe trovare un'eco in Europa: Adusbef e Federconsumatori, in Italia, dicono di essere in contatto con le altre associazioni europee per sollecitare una class action su scala continentale e dar via a un intervento «urgente» su
Volkswagen a difesa dei possessori delle auto coinvolte.

Il gruppo Volkswagen si appresta a intervenire sulle auto e torna a fare pulizia dopo la riorganizzazione interna del top management annunciata la scorsa settimana con la nomina del nuovo capo Matthias Mueller. Sarebbero stati sospesi i responsabili della ricerca e sviluppo di Audi, Porsche e della casa madre: i test negli Usa venivano gestiti direttamente dai manager in Germania, che inviavano team oltreoceano ogni volta che un'auto rischiava di non passare gli esami anti-inquinamento. Un'operazione volta anche a placare l'opinione pubblica e a segnalare la volontà di collaborare con le autorità, anche se gli scettici anche in Germania mettono nel mirino la cultura aziendale e l'azionariato chiuso di Vw: «Con la scelta tutta interna di Mueller - scrive l'Handelsblatt - Volkswagen ha mancato l'opportunità di un cambiamento radicale».
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 02, 2015 6:40 am

Volkswagen informa
23-set-2015 | Corporate News
http://it.volkswagen.com/it/il_mondo_vo ... forma.html

A tutti i clienti Volkswagen

Gentili Signore e Signori,

come avrete avuto modo di apprendere dagli organi di stampa, in queste ore il Gruppo Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune irregolarità che riguardano un particolare software utilizzato su alcuni nostri motori Diesel.
Prima di tutto vogliamo comunicarvi che tutelare la fiducia dei nostri Clienti e del pubblico è e rimarrà un aspetto della massima importanza per noi tutti. Siamo sinceramente e profondamente dispiaciuti che le vicende di questi giorni possano avere incrinato la loro fiducia.
Prenderci cura dei nostri Clienti rimane un elemento centrale della nostra missione aziendale e questo è ancora più valido in questa difficile circostanza.
Pertanto Volkswagen si impegna a farsi carico di affrontare e risolvere il problema nel più breve tempo possibile.
Per i nostri Clienti, comunque, è importante sapere che tutti i nostri veicoli circolanti sono tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada. La questione in essere coinvolge eventualmente solo le emissioni inquinanti e ribadiamo il nostro impegno a risolverla quanto prima.
Naturalmente Volkswagen intende farsi carico dei costi per l’organizzazione e l’adozione delle misure tecniche necessarie, una volta che esse siano state chiaramente individuate.
Questo processo richiederà però, purtroppo, del tempo, tempo necessario per eseguire un’analisi accurata e precisa delle circostanze e per introdurre le adeguate misure tecniche correttive.
Per quanto riguarda i veicoli nuovi del Gruppo Volkswagen dotati di motori Diesel EURO 6 e attualmente disponibili per la vendita nell’Unione Europea , essi soddisfano appieno i requisiti legali e gli standard ambientali vigenti. Il software sotto indagine non influenza in questo caso né il comportamento di guida, né i consumi, né le emissioni.
Uno scostamento rilevabile tra i risultati di emissione allo scarico ottenuti al banco di prova e le condizioni di guida reali è stato riscontrato esclusivamente per una famiglia di motori diesel precedenti all’omologazione EU 6 e Volkswagen sta lavorando intensamente per eliminare questa deviazione attraverso l’adozione di adeguate contromisure tecniche.
Purtroppo al momento non siamo ancora in grado di specificare quali modelli e quali anni di costruzione potrebbero essere interessati. Forniremo tutte le informazioni al riguardo non appena ne saremo in possesso.
Noi in Volkswagen faremo tutto ciò che sarà necessario per riconquistare la fiducia dei nostri clienti.
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Re: El caxo de łe falbarie a ła Volkswagen

Messaggioda Berto » ven ott 02, 2015 6:40 am

Volkswagen, la produzione rallenta. Indaga anche l’Australia, rischio 770mila dollari di multa
Dopo lo scandalo l’impianto di Salzgitter ha eliminato un turno e Volkswagen Financial Services ha deciso il blocco delle assunzioni fino a fine anno. Intanto gli Usa valutano un'inchiesta per crimini ambientali e la Svezia studia un aumento delle tasse sulle auto del gruppo. Analisti: "Se costi superano 10 miliardi di euro un aumento di capitale è probabile"
di F. Q. | 1 ottobre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... ta/2085842

Volkswagen, ormai nel mirino delle autorità di tutto il mondo per il diesel gate, è costretta a rallentare la produzione e le assunzioni per contenere i costi. In uno degli stabilimenti tedeschi è stato eliminato un turno di produzione, mentre il braccio finanziario Volkswagen Financial Services, che prevede un calo delle richieste di finanziamento per l’acquisto di auto del gruppo, ha deciso di non prendere nuovi lavoratori fino alla fine dell’anno. Intanto, dopo Stati Uniti, Germania, Francia e Italia, anche l’Australia ha aperto un’indagine. In caso di infrazioni certificate, le autorità di Canberra hanno intenzione di applicare il massimo della sanzione, circa 1,1 milioni di dollari australiani, pari a 776mila dollari statunitensi. Cifra che andrebbe ad aggiungersi al costo degli 11 milioni di richiami forzati alle multe comminate al gruppo di Wolfsburg da altri Stati coinvolti. Nel frattempo il Dipartimento di Giustizia americano studia l’apertura di un’inchiesta per violazione delle norme anti smog, cosa mai accaduta fino a oggi nei confronti di una casa automobilistica, e la Svezia sta valutando se alzare le tasse sulle auto Volkswagen, visto che l’aliquota dipende dal livello delle emissioni. Il gruppo fa quadrato e per ora, secondo Reuters, non intende cedere attività o marchi per far fronte ai costi. Ma secondo gli analisti se l’esborso per far fronte al diesel gate supererà i 10 miliardi è probabile che la casa tedesca debba varare un aumento di capitale.

Il gruppo studia un taglio dei costi per evitare il declassamento - Il consiglio di sorveglianza di Volkswagen, scrive l’agenzia, è preoccupato per il possibile taglio del rating della casa tedesca e sta pensando a come evitarlo senza vendere attività. Questa ipotesi, secondo una fonte, potrebbe essere presa in considerazione solo se i costi di cassa dello scandalo raggiungessero un “livello critico”. Per l’analista di Bernstein Max Warburton, “l’azienda ha un bilancio abbastanza robusto, ma anche un approccio molto conservativo per il finanziamento e la gestione del rating”. E “se i costi di cassa superano i 10 miliardi di euro, un aumento di capitale è altamente probabile”.

L’offensiva di Canberra e Parigi - In Australia nei primi sei mesi del 2015 la casa tedesca ha venduto 37mila veicoli e ha una quota del 6% del mercato locale. Dal 2009 a oggi le autovetture diesel consegnate nel Paese sono state circa 50mila. “Questa indagine è una priorità. Siamo molto preoccupati per i potenziali danni ai consumatori e alla concorrenza“, ha spiegato il presidente dell’Accc Rod Sims. “In primo luogo è vietato in Australia l’utilizzo di dispositivi di manipolazione. Poi c’è da considerare – ha aggiunto Sims – che l’acquisto di un’automobile è influenzato da quanto questa rispetti l’ambiente e da quanto consumi”. Anche in Francia, peraltro, la Direzione generale per le politiche della concorrenza, gli affari dei consumatori e il controllo delle truffe ha avviato un’indagine, che si allargherà anche alle altre case che vendono auto nel Paese.

Gli Usa valutano inchiesta per crimini ambientali – Secondo il Wall Street Journal, il dipartimento di Giustizia americano valuta la possibilità di aprire nei confronti di Volkswagen un’inchiesta per aver violato le norme anti smog. Non è mai accaduto, perché una norma contenuta nel Clean Act Air del 1970 esonera le aziende automobilistiche da sanzioni penali legate a queste accuse. Le autorità americane pensano però a un nuovo approccio: il gruppo potrebbe per esempio essere accusato di aver mentito ai regolatori. Nel frattempo invece la procura tedesca di Braunschweig ha fatto sapere che contrariamente a quanto era emerso lunedì non ci sono “indagini formali” contro l’ex amministratore delegato Martin Winterkorn: un portavoce ha spiegato che “non vi è attualmente alcuna indagine formale contro Winterkorn” ma soo un’”indagine preliminare” su Volkswagen.

La Svezia pensa a un inasprimento fiscale – Il ministro delle Finanze svedese, Magdalena Andersson, ha detto che il governo sta valutando un possibile inasprimento fiscale contro Volkswagen per compensare le minori entrate sulle tasse per le emissioni di Co2. “Se e’ provato che le emissioni sono superiori a quanto dichiarato – ha spiegato – allora e’ possibile che alcune autovetture siano state tassate troppo poco. Abbiamo domandato precisazioni a Volkswagen per poter calcolare il danno subito dallo Stato svedese”. Il gruppo ha annunciato che 225mila vetture nello Stato scandinavo hanno il sistema per truccare i test anti inquinamento.
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