Endoe ke łi encolpa l’Ouropa:...
http://www.lindipendenza.com/stiglitz-l ... iato-tuttoCastagno 12
7 Maggio 2014 at 11:23 pm #
Sapendo che la maggioranza dei residenti al Nord desidera restare nell’Ue e mantenere l’€uro, in coda all’articolo del Direttore, “BEGGIATO: PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO SERVE UN ALFIERE, LUCA ZAIA” – 4 Maggio 2014, ho postato diversi commenti e repliche segnalando quattro articoli di Maurizio Blondet (
http://www.effedieffe.com):
1) L’eurocrazia reintroduce la pena di morte. In segreto” – 16 Aprile 2008.
2) “L’Unione europea – fusa – nella Nato” – 19 Marzo 2008
3) “Unificazione occulta Europa – USA” – 11 Marzo 2009
4) ” Evviva il Trattato di Lisbona ! ” – 9 Ottobre 2009
” ….. Controllo totale sulle politiche d’immigrazione, obbligo di obbedienza alle leggi eurocratiche AL DI SOPRA DI QUELLE NAZIONALI …. “.
Con detti articoli Maurizio Blondet ha fornito informazioni prezione che non possono essere smentite.
Non si tratta di opinioni personali.
Ovviamente ho fornito tutte le informazioni necessarie per consentire il ritrovamento di detti articoli a chi ha la possibilità o LA VOLONTA’ di accedere all’archivio del blog di Blondet.
Solo chi conosce, anche per grandi linee, la nostra situazione di intruppati nell’Ue (i titoli degli articoli che ho segnalato sarebbero sufficienti) dovrebbe arrivare a capire che MENTE il politico / imbonitore di turno che promette “Una Europa diversa, l’Europa dei popoli ….. ” o altre BALLE del genere.
L’elettore informato non può credere alle promesse fasulle se conosce l’invadenza raggiunta dal Governo Mondiale nell’area Ue.
Ma l’elettore fragile e presuntuoso non gradisce le informazioni che annullano i suoi sogni infantili e che lo costringerebbero ad agire concretamente.
ALBERTO PENTO, senza aver letto gli articoli che ho segnalato e senza avere neppure l’intenzione di leggerli, mi ha risposto:
“LASCIA STARE BLONDET, PENSA CON LA TUA TESTA”.
AlBERTO PENTO ha così applicato un meccanismo truffaldino di una perfida scuola di pensiero mondialista:
“LA SCOMPARSA DEI FATTI”:
quando una persona fornisce una informazione VERA che danneggia Lorsignori, si deve rispondere: “Questa è la tua opinione”.
E poichè le opinioni personali possono anche essere sbagliate, trasformando la notizia in opinione, si arriva a rifiutare, a negare LA REALTA’.
PENTO ha postato un pistolotto INUTILE riguardante il -Trattato di Lisbona / pena di morte nell’Ue – già sapendo da me che la clausola fondamenale era stata inserita in una nota.
Lo scritto di PENTO era privo di note quindi non poteva cancellare la denuncia di Blondet.
Seguendo i “pensatori” come PENTO, c’è qualcuno che aspetta L’INDIPENDENZA ?
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L'EUROCRAZIA REINTRODUCE LA PENA DI MORTE. IN SEGRETO. di Maurizio Blondet
http://www.nexusedizioni.it/it/CT/leuro ... b2bf233e7f In nessun Pese europeo è ormai in vigore la pena capitale. Ma ora, tutti stanno per introdurla senza saperlo - o senza dirlo - semplicemente per il fatto di ratificare il Trattato di Lisbona, la cosiddetta costituzione europea. Lo segnala Helga Zepp-Larouche (la moglie di Lyndon), messa a sua volta sull’avviso da un insigne gruppo di giuristi tedeschi ed austriaci (1).
Uno di loro, il professor Albrecht Schachtschneider, uno dei quattro giuristi che stilarono uno storico esposto contro il Trattato di Maastricht, ha spiegato come la pena di morta venga reintrodotta alla chetichella. Non è citata nel testo del trattato, ma in una nota di una nota a piè di pagina.
Proprio così: chi accetta il Trattato di Lisbona accetta con ciò anche la Carta dell’Unione Europea. La quale proclama: la pena di morte è abolita, ma poi rimanda ad una nota a piè di pagina, in cui si legge: «Eccetto che in caso di guerra, di disordini, di insurrezione» (war, riots, upheaval). La cosa è di estrema gravità giuridica.
Un intero super-diritto penale speciale viene affermato in una nota, senza alcuna definizione dei reati da punire con la pena suprema. Chi decide che i «disordini» eventuali hanno raggiunto un’intensità tale da far sospendere l’abrogazione della pena di morte? Quali tribunali la irrogheranno? Tribunali speciali, appositamente allestiti per l’emergenza? E quando una serie di proteste di massa comincerà a venire giudicata come «insurrezione», passibile di morte?
Ed anche la menzione del caso di guerra, che potrebbe sembrare accettabile (molti Paesi mantengono la pena suprema nel diritto di guerra), assume invece una terribile ambiguità nel contesto del Trattato di Lisbona.
Difatti, per la Clausola di Solidarietà, ogni nazione europea è tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro «azioni terroristiche» in qualunque altra nazione. Ovviamente, nota Helga Zepp, il concetto di «azione terroristica» è molto indefinito, colmabile a piacere dei significati più opportuni. Chi ha il potere di definire un atto «terroristico»?
Quello almeno lo sappiamo: Israele. Il popolo eletto ha il potere di definire «terroristici» gli atti di autodifesa del popolo palestinese come dei libanesi sciiti (Hezbollah) o addirittura designare interi stati (Siria, Iraq, Iran) come «terroristi», e la definizione di Israele viene immediatamente adottata dai servi noachici europei.
Come noto, Sion cerca continuamente di ampliare la latitudine della fattispecie delittuosa: i proclami dell’imam di Carmagnola sono «complicità in terrorismo» per i vari ministri dell’Interno, e sono costati al patetico personaggio l’espulsione con decreto di polizia, extra-giudiziale: gli è andata ancora bene, col Trattato di Lisbona rischiava la testa. Ma noi, sotto il Trattato, ci resteremo.
La critica ad Israele per le atrocità contro i palestinesi è - come ha sancito l’esimio giurista delle note-spese truccate, Napolitano - puro e semplice «antisemitismo». Dunque già quasi «complicità in terrorismo». Ancora uno sforzo (del «grande amico di Israele», il Salame) e rischiamo tutti di finire impiccati: a piè di pagina. Ossia in qualche scantinato del Viminale, o della Corte Europea? Non si sa.
Il testo del Trattato di Lisbona viene ratificato di nascosto dai parlamenti nazionali, senza discussione pubblica nè dibattito aperto. In Germania, dice Zepp-LaRouche, il testo non è stato nemmeno pubblicato (e non vorrei sbagliare, nemmeno in Italia). Del resto, così com’è, è incomprensibile per i non addetti ai lavori.
Per comprenderlo, bisogna integrarlo passo passo con la Costituzione europea defunta - quella che fu bocciata per referendum da Francia e Olanda nel 2005 - perchè ad essa fa riferimento Lisbona. E in che modo?
Con un trucco ben noto al sistema parlamentare-leguleio italiano: la inserzione. Il trattato di Lisbona è tutto un seguito di espressioni come: «Articolo 5, punto 9, sotto-sezione 2 - la parola A è sostituita dalla parola B». E ciò per 400 volte. Solo dopo che uno studente di legge di Lipsia s’è accollato la fatica, e l’ha postata su siti web, il governo tedesco ha messo in circolazione il testo.
Alcuni giuristi, fra cui il citato Schachtschneider, e il professor Hans Klecatsky, uno degli estensori della costituzione austriaca, hanno dunque esaminato il lavoro di taglia-e-cuci burocratico. Hanno ritrovato la pena di morte per «disordini» a piè di pagina, e molto di più.
Soprattutto, il definitivo esautoramento dei parlamenti: di quello europeo, il solo corpo elettivo della UE, e a maggior ragione dei parlamenti nazionali, chiamati solo a ratificare senza discutere ciò che decidono la Commissione e il Consiglio. Anche e soprattutto in caso di «guerra, disordini, insurrezioni» e «atti di terrorismo»: basta che uno Stato, un ministro Frattini qualunque (2), proclami che è in corso un «atto di terrorismo» (i quali, come sappiamo, possono esesre provocati «false flag»), e tutti i Paesi si trovano in guerra, senza diritto di esenzione nè di veto.
E’ comicamente significativo che l’onnipotente Commissione si arroghi la decisione su tutto, tranne che sulla «politica estera e sulla sicurezza»: a decidere quelle per noi ci pensa la NATO. Ossia Us-raele. Che abbiamo visto come decide e definisce i «terroristi»: domani, non potremo più rifiutarci a partecipare alla prossima invasione per il bene di Sion.
Ripetiamo: tutto ciò sta passando alla chetichella, di nascosto dai cittadini. Zitti zitti piano piano. La prova viene da uno scoop del Daily Mail irlandese (3).
L’Irlanda è il solo, ultimo Paese, in cui il Trattato di Lisbona sarà sottoposto a referendum popolare, perchè così prevede la Costituzione irlandese (che poi sarà abolita). Il giornale è venuto in possesso di un memorandum al governo britannico, in cui la diplomatica britannica Elizabeth Green rende noto il risultato di un suo incontro dietro le quinte con Dan Mulhall (direttore generale al ministero Esteri irlandese per la UE): costui assicurava i britannici che il governo irlandese si impegna in una campagna di disinformazione attiva dei suoi cittadini, «concentrando l’informazione sui benefici generali della adesione alla UE più che sul trattato di Lisbona in sè».
Nessuna pubblicazione, sordina alla «libera» stampa (che «liberamente» accetta di tacere). Il governo irlandese ha persino chiesto alla Commissione di Bruxelles di «moderare il tono o ritardare ogni annuncio» che possa essere «controproducente», nel senso di svegliare gli elettori alla realtà. Il governo irlandese ha anche deciso la data del referendum, il 29 maggio, «ma ne ritarderà l’annuncio in modo da tenere il campo del No all’oscuro» fino all’ultimo, sicchè non abbia tempo di preparare una campagna d’informazione efficace.
Non credo che questo atteggiamento abbia avuto mai un precedente: mai nella storia un governo eletto, che esercita la sovranità del popolo per sua delega, deve aver venduto la sovranità ad una burocrazia trans-nazionale e irresponsabile in questo modo surrettizio. E’ chiaramente una situazione che può giustificare «disordini» e «insurrezioni» da parte dei popoli traditi. Ma come abbiamo visto, l’eurocrazia si è premunita con nota a piè di pagina.
La rivolta contro l’oligarchia non eletta è diventata delitto di Stato, gli oppositori alla vendita sono nemici di Stato, i soli contro cui si applica amcora la pena capitale. Lesa maestà del Mostro Freddo. Il Mostro Freddo è ormai sicuro del fatto suo.
La ratifica del Trattato di Lisbona è ancora incompleta, ma già gli oligarchi non-eletti di Bruxelles hanno deciso di come dotare il futuro presidente della UE (già deciso anche quello: deve essere Tony Blair) dei simboli di «status» che gli competono (4). Barroso gli ha dato una «residenza ufficiale tipo Casa Bianca», uno staff personale di 22 persone, e avrà anche un jet presidenziale tipo Air Force One.
1) Helga Zepp Larouche, «Demand a referendum on EU Lisbon Treaty», EIR 7 marzo 2008. Vede anche: «Death penalty in Europe: only for enemies of the state», Brussels Journal, 13 aprile 2008.
2) Yrsa Stenius, ombdusman per la stampa in Svezia, sta già cercando di incriminare i blog che a suo giudizio «vanno troppo oltre»: su Internet, s’è lagnata la signora, «ciascuno può scrivere ciò che gli salta in testa, e io temo che questa tendenza possa contagiare i grandi media» (sic).
3) «The Treaty Con - Leaked e-mail reveals government plans to hoodkwind voters», Irish Daily Mail, 14 aprile 2008.
4) Bruno Waterfield, «Palace, jet and staff of 22 for the next European president», Telegraph, 14 aprile 2008.
Fonte: effedieffe.com
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Bepe Grilohttp://www.meetup.com/Il-Grillo-di-Pale ... ad=4540333--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
http://deandre.forumfree.it/?t=45537644Un report di analisi sul Trattato di Lisbona per spiegare uno tra gli aspetti controversi e ambigui del testo del trattato semplificato che sostituisce il progetto della Costituzione Europea. Il corpus del Trattato di Lisbona crea infatti un vero e proprio guazzabuglio su un argomento così delicato, che è la "privazione della Vita del Cittadino ", o in altre parole la pena di morte, che diventa in qualche modo "lecita" dinanzi a particolari condizioni.
Il “Trattato di Lisbona” è un corpus di più documenti che vanno a rivoluzionare completamente l’assetto del nostro continente. Comprende la vecchia Costituzione europea, bocciata da Francia ed Olanda, praticamente in toto a meno di qualche elemento di cosmesi di facciata e vari altri documenti che assimilano e modificano i precedenti. Riguardo la questione della Lecita Privazione della Vita del Cittadino da parte dello Stato i documenti fondamentali a cui si farà riferimento sono:
1. il Trattato sull'Unione Europea (TUE)
2. la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea
3. la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)
In questo ambito il corpus del Trattato di Lisbona crea un vero e proprio guazzabuglio. Su un argomento così delicato, l’unica chiara ed inequivocabile risposta della nostra cultura europea, scaturita da secoli di lotte contro l’oppressione (Jhon Locke, 1690, Saggio sull’intelletto umano) è che la privazione della Vita del Cittadino è proibita e lo Stato non deve in nessun modo poterlo fare impunemente. E’ solo grazie alla lezione del Prof. Karl Albrecht Schachtschneider, Professore di Diritto all’Università di Erlangen-Nürnberg, che è possibile ricostruire con competenza il quadro completo.
Attualmente è disponibile in rete la Versione Consolidata del trattato, ovvero la versione completa in cui è stato sostituito tutto il “taglia e cuci” della precedente. Nonostante il processo di ratifica del Trattato in Europa sia iniziato nei primi mesi del 2008 (in Francia a Febbraio), la versione disponibile fino a Maggio comprendeva alcune centinaia di pagine incomprensibili tutte fatte di rimandi, correzioni e sostituzioni, note a piè di pagina assolutamente incomprensibile per i più, francesi compresi.
Ebbene la Versione consolidata del Trattato sull’Unione Europea dice:
Articolo 2
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Articolo 6, paragrafi 1 e 2
1. L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.
Le disposizioni della Carta non estendono in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati.
I diritti, le libertà e i principi della Carta sono interpretati in conformità delle disposizioni generali del titolo VII della Carta che disciplinano la sua interpretazione e applicazione e tenendo in debito conto le spiegazioni cui si fa riferimento nella Carta, che indicano le fonti di tali disposizioni.
2. L'Unione aderisce alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (detta CEDU, ndr). Tale adesione non modifica le competenze dell'Unione definite nei trattati.
Inoltre il fatto che l'Unione aderisca alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali è ribadito anche nel Protocollo n°8 intitolato "relativo all'articolo 6, paragrafo 2 del Trattato sull'Unione Europea sull'adesione dell'unione alla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali". Infine:
Articolo 51
I protocolli e gli allegati ai trattati ne costituiscono parte integrante.
Fin qui, parrebbe tutto come di consueto: viene tutelata la libertà dell’individuo, il pluralismo e sono rispettati i diritti umani inalienabili, tanto che l’Unione aderirebbe alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (come se la carta dei Diritti Fondamentali dell’Uomo dell’ONU non bastasse più…).
Occorre però osservare che integrata nel Trattato sull’Unione Europea, vi è anche la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, la quale recita:
Articolo 2
Diritto alla vita
1. Ogni individuo ha diritto alla vita.
2. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato.
Ma anche
Articolo 52, paragrafo 3
Portata dei diritti garantiti
3. Laddove la presente Carta contenga diritti corrispondenti a quelli garantiti dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (detta CEDU), il significato e la portata degli stessi sono uguali a quelli conferiti dalla suddetta convenzione. La presente disposizione non preclude che il diritto dell'Unione conceda una protezione più estesa.
Questo passaggio è fondamentale perché di fatto si sancisce la pariteticità tra Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) laddove le due carte trattano gli stessi argomenti.
Quest’ultima, a dispetto del nome, presenta diverse contraddizioni che minano completamente le basi precedentemente poste, infatti la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) dice:
Articolo 2 - Diritto alla vita
1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il delitto è punito dalla legge con tale pena.
2. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
1. per assicurare la difesa di ogni persona dalla violenza illegale;
2. per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;
3. per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione.
E’ da notare che non esiste una definizione di sommossa o insurrezione!!! Quindi le forze di polizia hanno la massima opinabilità in questo frangente! La sommossa sono i valsusini che non vogliono respirare amianto e uranio? Sono i vicentini che non vogliono 90 testate nucleari pronte a distruggere l’Iran in casa propria? Sono i cittadini di Chiaiano che non vogliono gli sversamenti abusivi di rifiuti tossici o radioattivi? Sono i Ferraresi che non desiderano un triplo cancronizzatore? O chi di noi domani quando vedrà calpestato selvaggiamente un proprio diritto fondamentale
Inoltre aggiunge nel sesto protocollo aggiuntivo:
Articolo 1 - Abolizione della pena di morte
La pena di morte è abolita. Nessuno può essere condannato a tale pena né giustiziato.
Articolo 2 - Pena di morte in tempo di guerra
Uno Stato può prevedere nella sua legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da questa legislazione e conformemente alle sue disposizioni. Lo Stato comunicherà al Segretario Generale del Consiglio d'Europa le disposizioni rilevanti della legislazione in questione.
Conclusioni:
-la pena di morte è ovunque abolita in tempo di pace, per cui gli Stati che la dovessero prevedere allo stato attuale la devono abolire. Ad ogni modo, nella transizione verso l’abolizione non infrangono il Trattato di Lisbona se la comminano a causa dell’articolo 2 del CEDU.
-la pena di morte può essere introdotta in tempo di guerra. Certo è che grazie al patto di mutuo soccorso fra gli stati europei in casi di attacchi terroristici, una nazione può in un attimo trascinare le altre in guerra, quindi la probabilità che anche la provincia italiana si trovi perennemente in stato di guerra è rilevante
-è gravissimo e subdolo che l’articolo 2 del CEDU permetta di sparare sulla folla impunemente. Qui non si parla di pena di morte ma di uccidere barbaramente nel tumulto! Nei casi di pena di morte in tempo di guerra, per lo meno, c’è un processo, degli avvocati, un dibattimento. In questo caso no: è tutto immediato, senza razionalità, è pura barbaria! Se il comandante impartisce l’ordine, i sottoposti possono ammazzare i manifestanti, se un celerino nel tumulto, magari preso da paura, comincia a sfasciare crani e costole all’impazzata senza più alcun controllo, lo potrà fare. Tutto ciò perché non vi è alcuna definizione di “ricorso alla forza resosi assolutamente necessario”.
Non è possibile accettare una simile legge perché la vita del cittadino è inviolabile! Ed è offensivo che i nostri politici lascino tanta indeterminatezza ed opinabilità su un argomento tanto delicato!
Fatto così, no al Trattato di Lisbona!!!
Stefano Cantelli