Poledega

Re: Poledega

Messaggioda Berto » lun set 25, 2017 6:00 pm

Migranti ed economia, l’avanzata della destra ostacola i piani della Ue
francesco semprini
2017/09/25

http://www.lastampa.it/2017/09/25/ester ... agina.html

Per l’Europa difficilmente poteva esserci un risultato peggiore. Una leader come Merkel decisamente indebolita, la Spd dell’europeista Schulz polverizzata e relegata all’opposizione, il rischio di attendere mesi per veder nascere una coalizione che già si annuncia piena di contraddizioni. E soprattutto il ritorno di quell’onda nera a cui nessuno ormai dava più importanza. Un’onda che ora rischia di paralizzare il cammino delle riforme europee (tra tutte quelle dell’Eurozona) o comunque di indirizzale verso altre direzioni (leggasi immigrazione).

Alle 18 di ieri, la Bella Addormentata si è presa uno schiaffo proprio nel bel mezzo del sonno. Uno schiaffo inatteso e doloroso. Da settimane l’Europa era troppo impegnata a sognare il suo rilancio per preoccuparsi del ceffone che stava arrivando dal voto tedesco. Non se lo aspettava, convinta di essersi definitivamente lasciata alle spalle le minacce del populismo di estrema destra. Perché i risultati delle elezioni in Olanda e soprattutto di quelle in Francia avevano trasformato l’appuntamento elettorale tedesco in una pura formalità. E invece.

Certo, a Bruxelles tutti sapevano che fino al 24 settembre sarebbe stato impossibile fare qualsiasi mossa. Così, in effetti, è stato. Ma i più consideravano quella data quasi come un passaggio burocratico, di normale amministrazione. Questo lunedì 25 settembre avrebbe dovuto essere il primo giorno della nuova era. Bisogna invece cambiare i piani. C’è da ripensare subito un futuro diverso, almeno nell’immediato. «Nel suo discorso al Parlamento Ue - nota Guntram Wolff, direttore dell’influente think tank bruxellese Bruegel - Juncker aveva totalmente sbagliato a calcolare la situazione».

I leader europei erano pronti a darsi appuntamento giovedì sera a Tallinn per iniziare a disegnare la road map dell’Europa, convinti di poter arrivare a dicembre con uno straccio di accordo sul futuro dell’Ue. E invece le cose andranno diversamente. Probabilmente Angela Merkel si siederà al tavolo dicendo: «Mi spiace, ma non possiamo ancora ripartire. Datemi più tempo, ho altro a cui pensare».

Il presidente del Consiglio Donald Tusk, spronato dagli entusiasmi delle capitali trainate da Emmanuel Macron, nei giorni scorsi aveva addirittura convocato un Euro Summit per dicembre. Una riunione dei 19 capi di Stato e di governo della zona Euro (aperto anche agli altri) per dare concretezza alle proposte di riforma dell’Eurozona che stanno circolando. Ma a quella data, se tutto andrà bene, il nuovo governo tedesco sarà appena entrato in carica. E quindi non si potrà prendere alcuna decisione. Tutto sarà rinviato al 2018, con il rischio di scivolare verso le Europee del 2019.

È per questo che le prime reazioni dei vertici Ue sono caute («La Germania resta fedele agli ideali europei», Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento) o addirittura mute: fino a tarda sera non risultavano cenni dagli altri due presidenti Donald Tusk e Jean-Claude Juncker. Un silenzio indice della delusione che ha attraversato le maggiori cancellerie europee. Il più amareggiato è certamente Emmanuel Macron.

Domani pomeriggio il capo dell’Eliseo terrà un discorso sull’Europa alla Sorbona, una sorta di manifesto programmatico che però potrebbe presto schiantarsi contro il muro di Berlino. I liberali tedeschi - che puntano a incassare il ministero delle Finanze - hanno una visione totalmente diversa dalla sua sull’integrazione della zona euro. Niente bilancio comune, meno poteri alla Commissione per il controllo dei conti pubblici, più rigidità nei vincoli e certamente meno solidarietà con gli Stati in difficoltà. «Se la Merkel si allea con i liberali, sono morto» si è sfogato nei giorni scorsi Macron con un collaboratore secondo un articolo di Le Monde, che non è stato smentito dall’Eliseo.

E sulla questione immigrazione? L’argomento interessa da vicino l’Italia, che nella Merkel ha trovato spesso una valida alleata nella battaglia per condividere gli oneri a livello europeo. Sul tavolo c’è la riforma di Dublino, che regola il diritto d’asilo, e la Cancelliera si è sempre detta favorevole a una più equa ripartizione dei rifugiati. A prima vista, l’ingresso nella coalizione dei Verdi - europeisti e promotori di politiche di apertura sull’immigrazione - potrebbe essere una buona notizia. Ma Merkel sa benissimo che l’Afd al terzo posto è un segnale da non sottovalutare e la spinta verso destra che arriva dai bavaresi della Csu potrebbe costringerla a rivedere in senso restrittivo le sue politiche, chiudendo in faccia le porte ai migranti. E ai partner europei che chiedono più solidarietà.


Germania, Afd strappa 1.5 milioni di voti a Cdu e Spd dando risposte a precari e disoccupati. Ma anche alla classe media
di Alessandro Ricci | 25 settembre 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... ia/3876298

Sconfitti dalla società moderna, scettici sul futuro che litigano con i tempi che cambiano, orientali frustrati, occidentali timorosi, xenofobi, in maggioranza di sesso maschile. E’ l’identikit dell’elettore dell’Afd, Alternative Für Deutschland, il partito populista di destra che ha raggiunto il 13% alle elezioni per il Bundestag. Un risultato storico che ha portato, per la prima volta dal dopoguerra, uno schieramento che non rinnega pienamente il nazionalsocialismo e ha toni apertamente razzisti ad ottenere quasi 90 seggi al Parlamento tedesco.

La Germania si interroga su quali possano essere le motivazioni di un successo che, sebbene annunciato, ha spiazzato tutti i maggiori partiti. Un dato c’è: secondo l’istituto Infratest, Afd ha sottratto più di 1 milione di voti a Cdu, 500.000 a Spd, più di 500.000 a Die Linke, mentre più di 1 milione provengono dalla galassia dell’astensionismo. Dato, quest’ultimo, confermato dall’aumento del 5% nel numero dei votanti rispetto al 2013.

Ma legare un successo così vasto ad un semplice voto di protesta sarebbe riduttivo. Quello di Afd è un processo più ampio che si è insinuato nella società tedesca e che, soprattutto, è destinato a cambiare la politica di Berlino, sancendo una cesura in una società che pensava di aver già fatto i conti con la Storia.

Non è certo un 13% che metterà in discussione la democrazia, ma la domanda che ci si pone è come sia stato possibile. Afd è riuscita ad intercettare il voto di coloro che sono senza lavoro o che un lavoro lo hanno ma è un mini-job, ossia una forma di lavoro estremamente precaria limitata nel tempo e a basso reddito. Quello che ci si chiede con maggior vigore è perché sia riuscita ad intercettare il voto di chi, invece, ha un reddito medio alto, non vive nell’est della Germania e ha un’istruzione almeno superiore.

Il profilo sembra essere ben delineato: maschio, 30-59 anni. Afd ha ottenuto una media dell’11% dei voti nella Germania Ovest, mentre è riuscita a raggiungere il 21% nella parte orientale, con punte del 37%. Proprio questa è la zona dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, che ha sofferto in misura maggiore il processo di riunificazione e che si sente meno considerata dal governo. Parte di questi sono coloro che hanno riconosciuto una minaccia nella cosiddetta crisi dei rifugiati del 2015 e che hanno sofferto una campagna elettorale basata sul consenso piuttosto che sul cambiamento. Non a caso la wahlkampf è stata definita dagli stessi tedeschi la più noiosa che si ricordi.

Il partito populista ha avuto successo in quella fascia di popolazione delusa dalle politiche di Merkel che non riusciva a trovare una valvola di sfogo nei partiti tradizionali. Afd è stato il rigurgito di una fetta di popolazione che si sente abbandonata, che non riesce a stare al passo con le sfide imposte da un mondo che cambia velocemente e frequentemente. Una popolazione che vede una minaccia nell’Euro, nell’immigrazione e nella sfide poste dalla digitalizzazione.

Quello di Afd sembrerebbe quasi essere un grido di allarme nel Paese che gode della maggior ricchezza in Europa, e proprio per questo fa molto più rumore. Offrendo soluzioni semplici a problemi complessi, Alternativa per la Germania è riuscita ad intercettare il malessere degli elettori che vedono una minaccia nei rifugiati e sono nostalgici di un Paese che non c’è più. Ma anche in questo caso sarebbe un errore additare il successo dello schieramento semplicemente ai richiedenti asilo. Infatti, Afd ha un chiaro programma economico e politico che mira a maggiori sussidi statali e meno tasse. Ha attirato coloro che sentivano di non avere più una voce, a volte portando il discorso da bar nelle urne.

Con un sguardo più attento, l’exploit di Afd è il fallimento dei due partiti pigliatutto, Cdu e Spd, veri sconfitti da questa tornata elettorale. Mentre il primo riscuote la sconfitta più grande in termini numerici, dovuta ad una campagna senza promesse rivoluzionarie, il secondo sembra aver pagato a caro prezzo la Große Koalition e la mancanza di un programma politico alternativo. C’è una voglia di novità che è stata espressa attraverso un voto radicale e adesso starà alle forze democratiche capire quali sono i programmi da mettere in atto per riportare gli elettori sui binari tradizionali.

Un indizio è già arrivato, ed è la dichiarazione di Angela Merkel di voler stringere sull’immigrazione e riconquistare gli elettori di destra. Scelta peraltro annunciata ad ogni ottimo risultato di Afd. Il timore è che questo risultato possa cambiare lo scacchiere politico tedesco non solo a causa di Afd, ma anche a causa del passaggio di Spd all’opposizione.

Se, infatti, così facendo, Spd si assicura la posizione di oppositore al futuro governo, che altrimenti sarebbe rimasta esclusivamente nelle mani dei populisti di destra, lascia il governo in mano ad una coalizione tripartita tra Cdu, Fdp e Grüne, con questi ultimi in posizione minoritaria. A rimetterci potrebbero essere l’Europa e l’Italia. Entrambe per una ricerca da parte del governo del consenso degli elettori di destra, fatta di politiche sempre più germanocentriche che vedono in Berlino (si legga Francoforte) la capitale europea.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » mer ott 11, 2017 6:41 am

Catalogna, indipendenza e Islam in Catalogna
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » mer ott 11, 2017 6:42 am

Heinz-Christian Strache, il candidato premier in Austria: "L'Europa mette la democrazia in pericolo"
10 Ottobre 2017
di Pietro Senaldi

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... razia.html

Domenica prossima in Austria si vota. Elezioni politiche in cui, per la prima volta nella storia, l’FPÖ, letteralmente il partito della libertà, nei fatti il partito della destra nazionalista, che l’anno scorso al primo turno delle presidenziali ottenne il 35% dei consensi, mancando l’elezione del presidente al ballottaggio per soli 31mila voti, ha ottime chance di risultare il partito di maggioranza relativa. Nel 2016 fu il voto di Vienna a costargli la presidenza, mentre nel resto del Paese, il suo candidato, Norbert Hofer, prevalse ovunque. Quelli dell’FPÖ, per semplificare, sono gli eredi di Haider, il governatore della Carinzia che a inizio secolo fu il primo ad attaccare con forza l’Europa delle banche e dei burocrati e a parlare di muri contro gli immigrati, ricevendo in cambio da Bruxelles accuse di razzismo e perfino nazismo.

Non però da Papa Ratzinger, omaggiato da Haider con un albero di Natale che Benedetto XVI collocò in Piazza San Pietro. Il governatore poi morì in un misterioso incidente automobilistico ma aveva già lasciato l’FPÖ sbattendo la porta perché non condivideva la nuova linea ultranazionalista. A sottrarglielo, nel 2005, fu Heinz-Christian Strache, odontoiatra viennese, che da allora guida il partito. In economia ha recuperato le istanze ultraliberali dei tempi pre Haider, sull’immigrazione ha perfino irrigidito la linea, quanto alle istanze nazionali, ha sposato il sovranismo abbandonando i localismi. Risultato: in quattro anni ha raddoppiato i voti, in dieci li ha triplicati e tra una settimana potrebbe essere il primo presidente del Consiglio di estrema destra dell’Europa al di qua dell’ex cortina di ferro.

La parabola di Strache ricorda in parte quella dell’attuale leader della Lega, Matteo Salvini, del quale l’austriaco è pressoché coetaneo e con il quale nel 2014, prima delle elezioni Europee, ha siglato un’intesa tra euroscettici. Entrambi vengono dalla metropoli e hanno politicamente ucciso il padre, prima soffiandogli il potere, poi portando il proprio partito a risultati mai raggiunti. Entrambi fanno della lotta agli immigrati, del sovranismo, dell’euroscetticismo e dell’abbassamento delle tasse i loro cavalli di battaglia. Entrambi si sono guadagnati un bollino di ignominia dalla sinistra ma non se ne preoccupano. Entrambi puntano alla premiership e sono pronti a governare con il centrodestra moderato. Con il suo braccio destro, Harald Vilimsky, segretario generale dell’FPÖ, Strache ha acconsentito a un’intervista pre-elettorale con Libero.

Cosa pensa l’FPÖ dell’Europa?
Strache: «La nostra concezione d’Europa è un’alleanza basata sull’autodeterminazione dei popoli, nella tradizione culturale occidentale. Solo un Paese sovrano può preservare la propria indipendenza e libertà. L’obiettivo della Ue dev’essere la creazione di una comunità geograficamente, mentalmente e culturalmente omogenea che si impegna a conservare i valori occidentali, nel rispetto della propria identità tradizionale».

Nella crisi catalana sostenete Madrid o Barcellona?
S: «Siamo per la democrazia diretta. Quanto accaduto in Catalogna è vergognoso. La violenza delle autorità nei confronti dei propri cittadini è inaccettabile. La sovranità nazionale e l’ideale di un’Europa delle patrie sono sempre più minacciate dagli attuali sviluppi della Ue. Noi sogniamo un’Unione che consenta una democrazia genuina e rispetti i cittadini maturi e liberi».

Se vincerete le elezioni avvierete un processo di addio alla Ue?
Vilimsky: «La maggioranza degli austriaci vuole restare nella Ue. Noi lavoreremo per migliorarla. Bruxelles dovrebbe concentrarsi su ciò che è veramente importante, ad esempio la protezione delle frontiere esterne e la stabilizzazione della moneta».

Come intendete migliorare l’Unione?
V: «Siamo in ottimi contatti con i Paesi del Gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia). Vogliamo fare leva su questi per riformare la Ue, rivalutare il ruolo degli Stati nazionali, il recuperare le tradizioni europee e difendere i confini del Continente».

Quindi no all’uscita dall’euro?
V: «La soluzione ideale sarebbe avere due euro, uno per il Nord Europa, l’altro per il Sud, in modo che entrambe le aree economiche abbiano più spazio di manovra».

Pensate che la Brexit si farà?
V: «Il 52% degli inglesi ha deciso di andarsene dalla Ue. È stato un voto democratico e va rispettato. Il divorzio deve essere realizzato in modo equo, professionale e amichevole. Sarebbe un errore fatale alterare l’esito del voto con trucchi politici».

L’economia è il punto qualificante della vostra campagna elettorale?
S: «Gioca senza dubbio un ruolo molto rilevante. Ci battiamo per avere tagli significativi alle tasse per i cittadini austriaci. Il nostro motto è: “Gli austriaci meritano correttezza”. Ma per noi sono soprattutto importanti il rispetto della democrazia diretta, in ogni istituzione, e lo stop all’immigrazione di massa e senza ostacoli alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni. Il flusso di migranti verso l’Europa dev’essere interrotto immediatamente».

Cosa pensate dell’idea della sinistra italiana di concedere ai figli degli immigrati la cittadinanza?
V: «Rifiutiamo categoricamente lo ius soli».

Come gestireste voi l’emergenza profughi?
S: «Nelle procedure di asilo devono essere fornite agli stranieri solo prestazioni materiali e non deve essere mai dato loro del denaro. Qualsiasi rendita finanziaria, come ad esempio la diaria, è da eliminare. Ai richiedenti asilo si devono garantire solo le cure sanitarie di base finché non verrà riconosciuto loro il diritto a prestazioni assicurate. In ogni caso, è da escludere ogni forma di reddito garantito».

Ritenete giusta la decisione del governo austriaco di mandare i carri armati alla frontiera con l’Italia per fermare il flusso dei rifugiati?
S: «L’Austria non può tollerare nel proprio territorio stranieri che siano entrati illegalmente. Chiunque commetta reati va rimpatriato, come tutti coloro ai quali sono state respinte le richieste d’asilo».

Ha fatto scalpore in Italia la definizione di «scafista» che il presidente Strache affibbiò all’allora premier Renzi per come l'Italia gestiva il problema dell’immigrazione. Che opinione avete oggi?
V: «L’Italia ha bisogno di essere aiutata da tutti gli altri Stati europei, non può essere lasciata sola a occuparsi dei migranti. Per questo, deve cambiare totalmente la politica europea: la Ue deve smetterla di invitare i migranti a venire qui. Vanno costruiti centri di assistenza in Africa e in Arabia».

Quando dite che la Ue dovrebbe occuparsi della protezione delle frontiere esterne intendete anche ribadire il vostro no alla Nato?
S: «L’indipendenza nazionale e la neutralità permanente dell’Austria sono di grande importanza per noi. La nostra Costituzione dice che l’Austria è neutrale, e a nostro avviso dovrebbe rimanere tale. Solo un Paese sovrano può preservare la propria libertà, che è alla base della neutralità. Ma certo, se l’Europa avesse un proprio esercito, potrebbe difendersi da sola».

Cosa pensate di Trump?
V: «È stato eletto presidente degli Stati Uniti dagli americani e questo lo devono accettare tutti. Alla fine del suo mandato, il suo popolo giudicherà il suo lavoro. Noi vogliamo mantenere buoni rapporti con gli Usa, con la Russia e perfino con la Cina. È importante mantenere con tutti una base su cui trattare».

Voi siete ultranazionalisti: avete un rapporto preferenziale con Putin?
«Siamo contrari alle sanzioni economiche alla Russia, con la quale abbiamo un accordo di cooperazione che vogliamo utilizzare per favorire il dialogo internazionale. Saremmo lieti di aiutare le imprese austriache in Russia, una nazione che dovrebbe essere vista come un amico anziché un nemico».

Come valutate il successo elettorale di Alternative für Deutschland, il partito nazionalista tedesco?
V: «È un’affermazione che testimonia il desiderio di cambiamento in Germania, una rivoluzione rispetto all’indirizzo politico della Merkel. Afd è un partito appena nato ma può avere un futuro più che positivo».

E della Lega di Matteo Salvini cosa pensate?
S: «Salvini è un eccellente e onesto rappresentante del popolo. Con lui e con la Lega abbiamo un’amicizia duratura. L’Italia avrebbe bisogno di essere guidata da un leader come lui».

In Italia questa Ue a trazione tedesca viene ironicamente ribattezzata «Quarto Reich»: condividete?
V: «Sono toni che non ci piacciono. Gli Stati europei devono lavorare per costruire fiducia e amicizia tra loro. Dal nostro punto di vista questo sarà possibile solo se ai Paesi membri dell’Ue sarà restituita sovranità e i loro Parlamenti potranno tornare a decidere sulle questioni importanti. Insomma, se all’interno degli Stati sarà ristabilità la democrazia diretta».

Cosa rispondete a quanti accusano FPÖ di xenofobia e razzismo?
V: «A questo proposito c’è un grande scandalo in Austria. Si è scoperto che ad accusarci sono gli stessi che prima avevano creato false notizie per attribuirci un’immagine razzista. Il partito socialdemocratico a cui appartiene il Cancelliere, Christian Kern, ha aperto di nascosto pagine fasulle su Facebook per accusarci di idee razziste. Noi non siamo affatto razzisti. Ne è la prova il fatto che molti stranieri che vivono in Austria oggi ci votano ritenendoci la miglior offerta politica».

Sareste pronti in caso di successo elettorale a entrare in un’alleanza di governo con il leader dei centristi, Sebastian Kurz, attuale ministro degli Esteri?

V: «FPÖ non ha alcuna predilezione né per i socialdemocratici né per i centristi. Siamo interessati solo all’attuazione del programma e negozieremo di conseguenza con chiunque sosterrà il nostro percorso di riforme».
Alle scorse presidenziali vi tradì il voto di Vienna, la capitale: questa volta che presagi avete?

S: «Non si può dire che Vienna sia una città problematica per noi: alle politiche del 2015 nella capitale abbiamo preso il 31% dei voti. Per quest’anno, lasciamo parlare le urne. Noi ci auguriamo il miglior risultato possibile».




ELEZIONI AUSTRIA 2017/ Risultati e diretta voto: ultimi sondaggi riducono vantaggio di Kurz su Strache
Elezioni Legislative Austria 2017, Sebastian Kurz (LaPresse)

http://www.ilsussidiario.net/News/Polit ... re-/787320

Kurtz sarà cancelliere, ma il vantaggio sembra ridursi rispetto agli ultimi sondaggi: in attesa dei risultati con gli exit poll che potrebbero arrivare già dalle ore 17 di oggi, il futuro dell’Austria sembra essere più sul filo del rasoio di quanto sembrasse. Secondo gli ultimi sondaggi prodotti dai principali istituti di rilevamento dell'Austria (Sora, Ifes, Market e Hayek) Kurz sarebbe tra il 31 e il 33%, mentre l’ultradestra di Strache non sarebbe per nulla distante, tra il 25 e il 27% di consenso elettorale. Più indietro i rivali del centrosinistra, con i socialdemocratici dell’ex premier ormai Christian Kern, dato da il 23% e il 27%. Con la soglia di sbarramento al 4%, ce la dovrebbero fare i liberali del Neos, dati al 6%, e i Verdi e la lista Pilz, al 5%: il ministro degli Esteri di 31 anni resterebbe comunque chiaramente al primo posto. Mentre si fa più avvincente il testa a testa fra Spoe e gli oltranzisti di destra dell'Fpoe.


IL BOOM DELL’ULTRADESTRA

Sono aperti i seggi e i cittadini austriaci si apprestano a scegliere il Governo e il prossimo Parlamento dopo aver scelto nei mesi scorsi il nuovo Presidente della Repubblica: il rischio, allora come oggi, è rappresentato dall’ultradestra del Fpo che con Heinz-Christian Strache si candida ad essere il secondo partito del Paese e con una forte influenza e possibilità di accordo con il super favorito Kurz. Fpo-Freiheitliche Partei Österreich, ovvero il Partito delle Libertà, si presenta alla elezioni per fare ancora più man bassa di seggi riportando in auge la tradizione estrema di Haider tra fine Anni Novanta e Duemila. L’arrivo di Kurz ha spezzato i progetti di Governo che sembravano sicuri fino a qualche mese fa: l’Austria è comunque tentata dallo sbandare a destra dopo i fallimenti della gestione di centrosinistra e le forti ondate migratorie che fanno dell’Austria un punto di passaggio che ai cittadini non convince per nulla. Come tra il 2000 e il 2005, gli osservatori austriaci dicono che dopo le elezioni sarà molto probabile un governo formato da una coalizione tra popolari e liberali xenofobi.


AUSTRIA, SEGGI APERTI FINO ALLE 17

Domenica 15 ottobre 2017: data cerchiata nel calendario politico europeo da tempo dato che oggi si celebrano le elezioni in Austria (dalle 7 alle 17), appena un anno dopo le Presidenziali che avevano allertato l’Ue con il “rischio” dell’estrema destra alla guida del piccolo Paese di lingua tedesca. Vinse il verde indipendente Alexander van der Bellen e la possibilità fu scongiurata, ma non per forza cancellata: il cancelliere che prenderà da questa sera dopo i risultati il posto di Christian Kern potrebbe essere infatti con molta probabilità il popolare democristiano Sebastian Kurz. Al posto dei socialdemocratici, la maggioranza in Parlamento potrebbe essere dunque di nuova proprietà dell’Ovp, anche se potrebbe avere bisogno dell’appoggio di FPO, l’estrema destra appunto molto assimilata alle battaglie dell’Afd tedesco, al momento seconda forza nel Paese secondo gli ultimi sondaggi. «Molto eurocritico e sempre più vicino all'est dei paesi di Visegrad» (Ungheria, Polonia, Cechia e Slovacchia)», a parlare è Alexandra Foederl-Schmid, direttrice fino a fine agosto del giornale finanziario di Vienna “der Standard”, intervistata dal Sole 24 ore alla vigilia di questa tornata elettorale molto importante per l’Austria e non solo. «Su chi otterrà il primo posto non ci sono molti dubbi, sarà importante vedere chi arriverà secondo», ha affermato a proposito della contesa fra il cancelliere socialdemocratico uscente del Spoe, Christian Kern, e il leader del Fpo, Heinz-Christian Strache. Il ministro degli Esteri attuale, già ridefinito “Kaiser” Kurz sta per prendere il controllo del Governo, se i sondaggi venissero confermati, con un’operazione di restyling del “vecchio” partito popolare conservatore che in pochi mesi è riuscito a mettersi dietro estrema destra - in Austria molto viva - i verdi, i socialdemocratici e le altre compagini. Uno dei suoi slogan è quello che preoccupa e non poco l’Europa che pensa ad un possibile cartello con l’Fpo dopo le elezioni di questa sera: ««fino a quando non saranno sicure le frontiere dell’Austria dovremo proteggerle».


COME SI VOTA: RISULTATI ELEZIONI AUSTRIA 2017

Le urne aperte per tutta la giornata di domenica porteranno gli austriaci a scegliere il proprio governo e il proprio nuovo cancelliere, nell’incertezza della posizione da tenere in Europa con le crisi migratorie e i blocchi alle frontiere (come il Brennero) che hanno rappresentato l’intera campagna elettorale nelle ultime settimane. Va ricordato che in Austria vige come legge elettorale un metodo alquanto particolare, confermato in questi ultimi vent’anni: 183 membri del Consiglio nazionale sono eletti dal liste chiuse proporzionali in nove circoscrizioni multi-membro sulla base degli stati (con dimensioni variabili da 7 a 36 posti) e 39 sotto-elettorali. I posti sono assegnati applicando il metodo Hare a livello sub-circoscrizione e D'Hondt a livello federale, con una soglia di sbarramento del 4% o una sede in uno dei 39 sotto-collegi. Ricordiamo che il Parlamento austriaco è composto da due camere di cui però solo il Nationalrat è eletto direttamente dal popolo mentre l’altra, il Bundesrat, è una rappresentanza delle nove regioni austriache, che delegano i loro rappresentanti. Per la camera elettiva la soglia di sbarramento è al 4% e possono votare tutti i cittadini austriaci sopra i 16 anni di età compiuti.


GLI ULTIMI SONDAGGI

Da almeno 3 mesi la situazione di analisi del voto in Austria non vede sorprese al primo posto, con Kurz in testa saldo e verso la vittoria alle Elezioni Legislative (più o meno con la stessa certezza con cui Angela Merkel doveva vincere, e ha vinto, in Germania lo scorso 24 settembre); è sui posti che seguono che potrebbero dare una conformazione assai diversa alle possibili coalizioni e ticket che ancora si cerca una quadra, non risolta neanche a pochi giorni dalle urne. Oggi il momento del voto darà il responso ufficiale, ma intanto le compagini politiche si sono avvicinate così con l’ultimo sondaggio prodotto il 5 ottobre: Ovp di Kurz al 34%, l’Spo del premier uscente Christian Kern paga dazio al 22%, in forte calo. Al secondo posto al momento ci sono gli estremisti di destra del Fpo di Heinz-Christian Strache: i Verdi al 5%, i NEOS al 6% e il Pilz al 4% sono fuori dai giochi. Come si può vedere, l’estrema destra in Germania pochi giorni fa ha festeggiato lo storico ingresso al Bundestag con il 12%, mentre qui l’FPO è in netto sviluppo maggiore rispetto ai colleghi europei: il rapporto con Kurz e le dinamiche da coalizione possibile saranno forse le uniche vere mine vaganti di questa elezione “scontata” nell’esito ma non nelle conseguenze future.


LE POSSIBILI COALIZIONI

«La Ue deve riacquistare la sua forza nelle grandi questioni e retrocedere dove i singoli Stati possono decidere meglio» ha risposto Kurz ad una domanda sull’ Unione Europea. Proprio il rapporto con l’Europa, le frontiere e i migranti rappresentano il punto cruciale della partita elettorale di queste Legislative 2017 e anche sul fronte delle possibili alleanze-coalizioni. Anche qui, come in Germania, l’ipotesi n.1 è la Große Koalition ma a ruoli invertiti rispetto a come era fino a poco fa in Austria: maggioranza popolari, l’appoggio fornito dai socialdemocratici in netto calo. Ma cresce la quota di chi ritiene che siccome le posizioni di Kurz sull’immigrazione e la sicurezza sono molto più prossime al Fpo, dopo i risultati di questa sera con un’eventuale retrocessione ulteriore del centrosinistra porterebbe ad una nuova coalizione riedizione dell’era Haider tra popolari ed populisti di destra. L’Europa spera nella prima ipotesi ma è evidente che in base ai dati nei prossimi giorni si potrebbe “tranquillamente” virare sulla seconda con Kurz per niente pregiudiziale nei confronti dell’estrema destra di Strache. Del resto l’ormai ex cancelliere Kern si è dichiarato indisponibile a continuare la collaborazione con i democristiani, se non come senior partner. Questo non avverrà e allora potrebbe realmente crearsi un ponte democristiani-destra austriaca che potrebbe portare non pochi problemi con Ue e i vicini più prossimi alle frontiere. Sì, avete capito bene, anche l’Italia.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » dom ott 15, 2017 2:00 pm

Austria al voto per le politiche, si teme boom dell'ultra destra
Il grande favorito è il giovanissimo leader dei popolari Sebastian Kurz, ma gli islamofobi e anti-Ue della Fpoe potrebbero conquistare il 27% diventando il secondo partito
dalla nostra inviata TONIA MASTROBUONI
15 ottobre 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/10 ... -178334548

VIENNA - Dopo aver tenuto col fiato sospeso l'Europa nel 2016, quando la destra populista ha sfiorato la presidenza della Repubblica, l'Austria torna oggi al voto. E stavolta l'eventualità che la Fpoe, il partito islamofobo ed euroscettico, conquisti un posto al sole, ossia al prossimo governo, è quasi certo. Quasi sei milioni e mezzo di austriaci si recheranno alle urne per le elezioni parlamentari più importanti degli ultimi anni, che potrebbero anche scombussolare gli equilibri europei. I seggi hanno aperto alle 6,30 e alle 17 dovrebbero esserci i primi exit poll.

La destra di Heinz-Christian Strache si candida ad entrare nel prossimo governo e ha già fatto sapere che vuole girare le spalle a Bruxelles per allearsi con Budapest e arricchire il quartetto di Visegrad, i "signori no" dell'Europa dell'est, che si sono messi di traverso sulle politiche migratorie comuni. Nei sondaggi oscilla tra secondo e terzo posto (23-27%).

Dal quartier generale dei 'blu' trapela un ragionamento lineare, sulle preferenze di Strache. A microfoni spenti un alto papavero della Fpoe sostiene che "un governo con i socialdemocratici sarebbe preferibile, per noi. Se riescono a ripulire il partito degli ex sessantottini e a togliere la clausola che impedisce loro di coalizzarsi con noi, siamo pronti. Il ministro della Difesa socialdemocratico Doskozil è dalla nostra parte. Con loro, se arrivassero terzi, avremmo anche più potere. La storia è una buona maestra: potrebbe ripetersi lo scenario del 2000". Allora i popolari arrivarono terzi, quando toccò a loro formare un governo, scelsero i secondi, cioè la destra, e furono costretti a concedergli molto più di quanto avrebbe concesso loro il primo arrivato. Allora, ancora, la Spoe.

Strache, politico dal passato 'bruno' - da giovane fece parte di organizzazioni neonaziste ed è membro di fratellanze di estrema destra - vuole chiudere i confini ai migranti irregolari, un obiettivo che potrebbe causare nuovi problemi al Brennero, e vuole trasformare l'Austria in una democrazia plebiscitaria attraverso il ricorso 'svizzero' ai referendum. Molti speculano sul rischio che possa persino promuoverne uno sulla permanenza dell'Austria nella Ue.

Il favorito nei sondaggi è il trentunenne Sebastian Kurz. Il ministro degli Esteri del governo uscente, e possibile cancelliere - il più giovane del mondo - ha spostato il partito popolare Oevp talmente a destra che l'autorevole settimanale Profil lo ritiene "il vero erede di Joerg Haider", l'ex capo della destra estrema che conquistò per la Fpoe un posto al governo già nel 2000. Scatenando allora una reazione indignata nel resto del mondo: molti paesi europei e Israele inflissero delle sanzioni diplomatiche a Vienna.

Kurz si è tenuto vago nel programma, ma ha impostato una campagna elettorale anti profughi rincorrendo Strache, conquistando rapidamente popolarità. Negli ultimi sondaggi i popolari sono dati al 33%. L'inverno scorso ha conquistato la testa del partito con un abile colpo di mano e gli ha imposto, oltre al nome 'Lista Sebastian Kurz', una sterzata radicale. I paragoni con Macron sono totalmente fuori luogo: se c'è un leader conservatore che non ha fatto una campagna europeista è Kurz. Il suo maggiore vanto, rivendicato in campagna elettorale, è aver orchestrato il blocco dei confini austro-balcanico che ha causato la tragedia di Idomeni, alla frontiera greca, dove migliaia di migranti in fuga dalle guerre sono rimasti accampati per mesi.

Il terzo contendente è il cancelliere uscente, Christian Kern. Arrivato nel 2016 per salvare i socialdemocratici da un crollo storico di popolarità a causa dell'arrivo di milioni di migranti che hanno attraversato i Balcani e l'Austria per arrivare nel Nordeuropa, ha giocato sull'immagine di giovane 'outsider' - era un imprenditore di successo - e ha mantenuto la barra dritta sulle politiche introdotte già dal suo predecessore,
Werner Faymann. La Spoe ha sottoscritto il blocco ai Balcani e ha cercato anch'essa di frenare la resistibile ascesa della destra mostrandosi più dura sui migranti. Nei sondaggi è testa a testa con la destra popolista di Strache, tra il 25 e il 27% dei voti.


Austria al voto, l’enigma Kurz, il volto sexy della destra
Paolo Valentino, inviato a Vienna
Milano, 14 ottobre 2017 - 21:03

http://www.corriere.it/esteri/17_ottobr ... 7dc4.shtml

Il leader dei popolari,31 anni, punta a diventare il più giovane capo di governo al mondo. Anche alleandosi con gli estremisti di Strache

Sebastian Kurz ha fretta. L’ha sempre avuta. Sin da quando, matricola alla facoltà di legge, gli dissero che era troppo giovane per iscriversi alla Övp, il partito popolare austriaco, e lui imperterrito provò e riprovò fino a quando non trovò una sezione di Vienna disposta a tesserarlo.

Aveva fretta quando decise di interrompere gli studi per dedicarsi alla politica. E aveva fretta nel 2009, quando appena ventiduenne si candidò al consiglio comunale di Vienna e girava per la capitale su un Suv, distribuendo profilattici neri (il colore del partito) per offrire un aspetto «eccitante» della noiosa Övp. Il resto è già storia. Segretario di Stato all’Integrazione a 24 anni, deputato a 26, ministro degli Esteri un anno dopo nella Grosse Koalition, Kurz potrebbe diventare questa sera a 31 anni il prossimo cancelliere dell’Austria e il più giovane capo di governo del mondo. «Ora o mai più», dicono i manifesti color turchese, la nuova nota cromatica che lui ha imposto al partito popolare in luglio, quando ha messo da parte la vecchia leadership, assumendo pieni poteri. È stato l’incipit di una corsa travolgente, qualcosa di inaudito nella sonnolenta scena viennese. Una brillante operazione di marketing e ridefinizione dell’identità politica, che in tre mesi ha spinto l’Övp, o meglio la Lista Kurz come si chiama adesso, in testa a tutti i sondaggi, con il 33% delle intenzioni di voto. Un miracolo in nome del cambiamento, nonostante i popolari siano da decenni al governo.

Se le urne dovessero confermare queste previsioni, Kurz lavorerebbe probabilmente a un’alleanza con Heinz-Christian Strache, leader della Fpö, il partito di estrema destra al quale il candidato popolare ha letteralmente sottratto i temi vincenti della campagna, la paura dei migranti e la lotta all’Islam radicale, sposandone gran parte delle posizioni. La differenza è che, espresse con la voce impostata e i modi garbati del giovane ministro degli Esteri dal volto fanciullesco e i lunghi capelli tirati col gel indietro all’Umberta, suonano ragionevoli e sexy. Ma cosa vuole veramente Sebastian Kurz, oltre che diventare cancelliere? Ha un programma, a parte quello di voler «fermare l’immigrazione nel sistema sociale austriaco», dimezzare i contributi ai rifugiati e chiudere la rotta mediterranea (da dove in Austria non arriva nessuno) dopo aver sigillato quella balcanica? O ha un cuore di tenebra, come il suo cognome quasi conradiano potrebbe suggerire?

I paragoni con Emmanuel Macron si sono sprecati, in queste settimane. Anche se forse il primo Matteo Renzi sarebbe un riferimento più adatto, visto che Kurz si è impossessato di un partito tradizionale facendone lo strumento della sua ascesa, invece di creare ab ovo una «cosa» come ha fatto il leader francese. Nell’uno e nell’altro caso, ma potremmo aggiungere il Barack Obama del 2008, Kurz ripropone una studiata vaghezza delle posizioni, che consente a chiunque di specchiarsi e proiettare nella sua energia giovane e contagiosa qualsiasi desiderio o aspirazione politica. Il vero programma è lui. Un solo esempio, i tagli alle tasse di cui parla ammonterebbero a quasi 12 miliardi di euro, ma non dice mai come verrebbero finanziati.

«Forza, coraggio, determinazione: è la nostra offerta», ripete Kurz, che ama dire di non aver mai voluto diventare politico di professione, «è successo per caso». Non è così, ovviamente. Come ha rivelato il periodico viennese Falter, c’era un piano dettagliato per arrivare al potere, l’Operation Ballhaus, messo a punto da Kurz e dai suoi strateghi (Ballhaus è l’indirizzo della cancelleria) dov’era tutto nero su bianco: slogan, interviste, metamorfosi del partito, donatori, fra i quali il posto d’onore spetta a Niki Lauda, icona austriaca. È stata una delle poche volte in cui il ministro ha perso il suo diplomatico aplomb, attaccando con parole forti la testata, nonostante avesse riprodotto i documenti originali. Ora siamo all’epilogo. Sapremo questa sera se Der Zocker, il giocatore d’azzardo come lo ha definito Der Spiegel, incasserà l’intera posta. O si troverà all’opposizione. Che non sarebbe ruolo per lui. Kurz ha fretta: ora o mai più.


Grazie Austria

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Elezioni Austria, exit poll: Kurz al 31%, ultradestra al 29%, socialdemocratici al 25%
15 ottobre 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10 ... 25/3915515

Gli exit poll confermano le previsioni della vigilia: l’Austria svolta a destra. Il Partito Popolare di Sebastian Kurz (Oevp) in testa con il 31%, l’ultradestra di Heinz-Christian Strache (Fpö) seconda forza al 29%, i socialdemocratici del cancelliere uscente Cristian Kern (Spoe) al 25%. Sono i primi exit poll diffusi dalla tv Oe24.tv dopo la chiusura delle urne per le elezioni legislative.

Secondo gli exit poll dalla tv pubblica Orf, i popolari sono in testa con il 30,2%, segue l’Fpö con il 26,8%, terzi i socialdemocratici con il 26,3% dei voti. I Verdi, con il 4,2%, sarebbero appena al di sopra della soglia per entrare in Parlamento. Dovrebbero entrare in parlamento anche i liberali Neos.

Il leader popolare, 31 anni si avvia a diventare il più giovane cancelliere della storia del suo Paese e il più giovane leader dell’Unione Europea.



Feltri, dopo la vittoria dell'Austria siamo rimasti solo noi in Italia in balìa dei comunisti
17 Ottobre 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... icani.html

Anche l' Austria ha svoltato a destra. Ha vinto le elezioni Sebastian Kurz, 31 anni, leader dei popolari. Ormai, a parte la povera Italia conformista e politicamente sbagliata, tutti i Paesi europei hanno ripudiato la sinistra capace solo di combinare guai ospitando musulmani e extracomunitari vari. Tra poco voteremo noi per rinnovare il Parlamento e ci auguriamo che i progressisti vadano in malora, come meritano, aprendo spazio a politiche più avvedute.

Kurz è un giovane di valore che sa stare al mondo, avendolo capito. Si è presentato ai connazionali senza sventolare la bandiera del buonismo e si è dichiarato pronto a combattere l' immigrazione selvaggia, foriera di gravi problemi per la comunità. Cosicché ha ottenuto una messe di voti che gli consentirà di governare seguendo le linee della indipendenza austriaca da qualsiasi obbligo di integrazione.

La gente non è stupida e pretende di essere libera in casa propria non avendo soggezione davanti a profughi che rifiutano di adottare i costumi e le leggi occidentali. Per questo il nuovo comandante di lingua tedesca ci piace. Cerchiamo di imitarlo scevri da timidezze togliendo il nostro Paese dalle grinfie degli ex comunisti a cui dobbiamo una gestione del potere orientata a mettere la Penisola in soggezione di fronte ai musulmani, talmente arroganti da imporci la loro mentalità retrograda e minacciando col terrorismo chiunque si rifiuti di soggiacere ai loro ricatti immondi.

Ormai siamo a un punto di svolta: o ci diamo una mossa decisa onde respingere gli assalti dell' islam più estremista oppure finiremo per esserne schiacciati. I socialdemocratici austriaci hanno ceduto terreno alla destra popolare perché non riuscivano a convincere i cittadini della bontà della loro politica aperturista nei confronti degli stranieri. Mentre Kurz, interpretando il sentire della maggioranza, non ha esitato a dire che Vienna deve cambiare indirizzo per sopravvivere non dico felicemente, ma almeno decentemente.

L' Italia è rimasta l' unica nazione del Continente a predicare l' accoglienza tout court, rifiutandosi scelleratamente di chiudere le frontiere schivando gli assalti degli extracomunitari a cui nemmeno Minniti ha posto un freno, nonostante la propria buona volontà. I politici che bazzicano i cortili romani e non solo romani si diano una regolata. Se non si adeguano all' andazzo internazionale rischiano di essere buttati fuori a pedate dal Palazzo e dintorni.

Anche Berlusconi si decida a esprimersi contro le orde di neri che ci opprimono o pure lui, che si illude di vincere in primavera, sarà costretto a farsi da parte. La partita elettorale si giocherà sui temi che hanno fatto trionfare Kurz. Chi si allontana da questo perimetro è destinato a perire per aria.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » dom ott 15, 2017 7:58 pm

Austria: Entra in vigore la legge sull'integrazione
Soeren Kern
15/10/2017

https://it.gatestoneinstitute.org/11172 ... tegrazione

Una nuova legge innovativa che regola l'integrazione dei migranti è entrata in vigore in Austria. La cosiddetta Legge sull'integrazione – che vieta il velo integrale islamico negli spazi pubblici e proibisce ai radicali islamici di distribuire copie del Corano – stabilisce regole chiare e fissa i doveri dei richiedenti asilo e dei rifugiati riconosciuti che hanno ottenuto la residenza legale nel Paese.

I funzionari austriaci affermano che l'obiettivo principale della legge è promuovere il rispetto per i valori, la cultura e i costumi austriaci; i musulmani sostengono che questa misura li colpisce ingiustamente e promuoverà "l'islamofobia".

Dal 1° ottobre, chiunque si copra il viso in pubblico indossando un burqa, un niqab o una maschera potrà essere sanzionato con una multa di 150 euro. La legge, che fa seguito a divieti analoghi in Belgio, Francia e Paesi Bassi, impone che il viso sia completamente visibile in tutti gli spazi pubblici, compresi gli autobus, i treni, gli aerei e i trasporti marittimi. Coloro che si rifiutano di rispettarla sono passibili di arresto.

La nuova legge richiede anche ai migranti provenienti da paesi non membri dell'UE di firmare un "contratto di integrazione" che li obblighi a imparare a parlare e scrivere in lingua tedesca e a iscriversi a dei corsi sui "valori fondanti dell'ordinamento giuridico e sociale austriaco". Ai migranti viene anche chiesto di "acquisire conoscenza dell'ordine democratico e dei principi fondamentali che ne derivano".

Successivamente, gli immigrati sono tenuti a sostenere un "esame di immigrazione" per dimostrare di possedere "una conoscenza approfondita della lingua tedesca per un uso indipendente" e di avere acquisito "una profonda conoscenza dei valori fondamentali dell'ordinamento giuridico e sociale della Repubblica d'Austria".

I migranti hanno a disposizione un periodo di due anni per comprovare l'osservanza dell'accordo di integrazione. Coloro che non adempiono agli obblighi derivanti da questa legge saranno soggetti a una sanzione amministrativa fino a 500 euro, a una pena detentiva di due settimane e alla perdita delle prestazioni sociali, ma non all'espulsione.

Promotore di questo nuovo provvedimento è il ministro degli Esteri Sebastian Kurz, leader del Partito popolare austriaco (Övp). Kurk, che ha assunto una linea sempre più dura sull'immigrazione, è in testa ai sondaggi d'opinione in vista delle elezioni legislative del prossimo 15 ottobre e si avvia a diventare il prossimo cancelliere austriaco. Ha spiegato così la logica alla base della nuova legge:

"La nuova legge sull'integrazione regola le fondamentali condizioni quadro per l'integrazione di coloro che vogliono stabilirsi in Austria: abbiamo bisogno di regole e di norme chiare per conseguire la solidarietà e la pace sociale. Il principio sul quale si basa questa legge è 'integrazione attraverso l'adempimento'. Le persone non sono giudicate per il loro paese d'origine ma per la loro volontà di apportare il proprio contributo all'Austria. L'obiettivo principale di questa legge è promuovere l'integrazione".

Promotore di questo nuovo provvedimento è il ministro degli Esteri Sebastian Kurz, leader del Partito popolare austriaco (Övp). Spiegando la logica alla base della nuova legge, Kurz ha detto: "Negli ultimi anni l'immigrazione sta cambiando il nostro Paese non in modo positivo, ma negativo. (...) L'immigrazione incontrollata distrugge l'ordine in un paese". (Fonte dell'immagine: Ministero degli Esteri austriaco)

L'imprenditore franco-algerino Rachid Nekkaz si è detto pronto a "neutralizzare" l'impatto del divieto austriaco di indossare il burqa pagando tutte le multe inflitte alle donne musulmane per la violazione della nuova legge. "Se si accetta la libertà religiosa, si deve anche accettare la visibilità delle religioni", egli ha chiosato. Nekkaz, pare abbia pagato più di 200 mila euro di ammende comminate a donne che indossavano il burqa in Belgio e in Francia.

"Non tollereremo nessun simbolo inteso a costruire una controsocietà con noi", ha replicato Kurz.

In precedenza, Kurz aveva consentito la riforma della secolare legge sull'Islam (Islamgesetz), che disciplinava lo status dei musulmani nel paese. Quest'altra legge voluta dal leader dell'Övp, che è stata approvata nel febbraio 2015, mira a integrare i musulmani e a combattere il radicalismo islamico promuovendo un "Islam a carattere austriaco". Essa sottolinea anche che la legislazione nazionale deve avere la precedenza sulla legge islamica della sharia per i musulmani che vivono nel paese.

Secondo i dati raccolti dall'Università di Vienna, la popolazione islamica austriaca supera ormai le 700 mila unità (pari a circa l'8 per cento della popolazione totale), in crescita rispetto alle 340 mila unità (il 4,25 per cento) del 2001 e le 150 mila (il 2 per cento) del 1990.

Il massiccio mutamento demografico e religioso in atto in Austria, che tradizionalmente è un Paese cattolico romano, sembra irreversibile. A Vienna, dove la popolazione musulmana supera ormai il 12,5 per cento, gli studenti musulmani sono già più numerosi degli studenti cattolici nelle scuole medie e superiori. Gli studenti musulmani stanno anche per superare i cattolici nelle scuole elementari viennesi.

Allo stesso tempo, l'Austria è diventata una base importante per l'Islam radicale. Un recente rapporto dell'Ufficio federale per la tutela della Costituzione e la lotta al terrorismo (BVT) ha messo in guardia dalla "radicalizzazione esplosiva della scena salafita, in Austria". Il salafismo è un'ideologia anti-occidentale che cerca di imporre la sharia, la legge islamica.

"Negli ultimi anni l'immigrazione sta cambiando il nostro Paese non in modo positivo, ma negativo", ha dichiarato Kurz, che conduce una campagna elettorale con un programma incentrato sulla questione "dell'ordine pubblico": "L'immigrazione incontrollata distrugge l'ordine in un paese".
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » dom ott 22, 2017 6:42 am

Repubblica Ceca, i risultati delle elezioni politiche premiano il miliardario Babis: il trionfo della destra
21 Ottobre 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... A.facebook

I sentimenti anti-europei di 'Visegrad', di uno di quei Paesi che hanno guadagnato tanto dall’ingresso nel club di Bruxelles, hanno sovvertito lo scenario politico ceco, con la sconfitta delle formazioni filo-Ue del governo uscente, i social democratici ed i cristiano democratici, ed il trionfo delle formazioni che fanno a gara ad essere la più anti-Ue.

Infatti "Alleanza dei Cittadini Scontenti", compagine populista ed antieruopeista del miliardario Andrej Babis, 63 anni, con problemi con la giustizia e ribattezzato "il Trump ceco" è nettamente prima alle elezioni legislative presidenziali in Repubblica Ceca (Cechia) con il 29,7% (11 punti in più rispetto al 2013) dei voti, dopo lo scrutinio del 99,7% delle schede. Percentuali pari a 78 seggi sui 200 della Camera, obbligandolo a formare una coalizione inedita. Operazione complicata in un'Assemblea con almeno 7 partiti.

Babis, che con una fortuna di 4 miliardi di dollari, scrive la Bbc, è il secondo uomo più ricco della Cechia. È coinvolto in numerosi scandali, incluse accuse di frode, e di essere un ex agente della polizia segreta cecoslovacca dell’era comunista quando il Paese, unito alla Slovacchia. Non ama Bruxelles e ha parlato in campagna elettorale di "Czexit", facendo il verso alla Brexit, l’uscita di Praga dall’Ue. La Cechia è infatti parte dei cosiddetti Paesi di Visegrad contro gli immigrati insieme a Slovacchia, Polonia ed Ungheria.

Al secondo posto c’è la destra sempre euroscetica del Partito Democratico Civico (Ods) con l’11,3%, il cui leader Petr Fiala ha escluso accordi con Babis. Terzi i Pirati debuttano in Parlamento con il 10,8%. Quarta - ma per un’inezia - l’estrema destra islamofoba e antieruopeista dell’Spd dell’imprenditori di origini giapponesi Tomio Okamure al 10,7%.

Quindi i comunisti - anti-Ue anche loro - al 7,8%, sesti i i super-sconfitti da questo voto, i social democratici (Csssd) al 7,3%, che esprimevano il premier uscente, Bohuslav Sobotka. Seguono gli attuali partner di coalizione del governo uscente con i social democratici, i cristiano democratici della KDU-CSL al 5,8%, anche loro puniti dagli elettori.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » ven ott 27, 2017 8:23 pm

Kurz apre all'estrema destra, ma assicura: "Sarà un governo europeista"
Alessandra Benignetti - Ven, 27/10/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/kur ... 57057.html

Un governo con l’estrema destra? Non sarebbe una novità. A dirlo è il leader dei popolari Sebastian Kurz in un’intervista concessa all’inviato del Corriere della Sera a Vienna, Paolo Valentino.

“L’Fpö è una forza democraticamente votata dal popolo, siede in Parlamento, governa in due dei nove Land dell’Austria, ed è stata due volte al governo a livello nazionale”. È così che il prossimo cancelliere austriaco difende la scelta di una possibile alleanza di governo con i nazionalisti di Heinz-Christian Strache.

Un patto che appare sempre più vicino. Secondo lo stesso ministro degli Esteri uscente, infatti, quella di aprire all’Fpö sarebbe stata l’unica opzione rimasta sul tavolo. I socialdemocratici avrebbero respinto qualsiasi ipotesi di coalizione con Kurz cancelliere e avrebbero lanciato a loro volta segnali d’intesa all’Fpö per formare un governo rosso-blu. Tuttavia, ammette il futuro cancelliere, tra cristiano-sociali e nazionalisti le convergenze ci sono. In particolare, sulla “riduzione delle tasse”, il “rilancio dell’economia” e la “lotta contro l’immigrazione clandestina”. Ad avvicinare popolari e nazionalisti, continua Kurz, c’è, in generale, “il comune desiderio di un cambiamento fondamentale” in Austria.

C’è un punto, però, sul quale il cancelliere incaricato dal presidente Van Der Bellen di formare il nuovo governo non è disposto a scendere a compromessi. “Il mio governo sarà europeista o non sarà”, ha assicurato Kurz. Ed è proprio sulle "convergenze a livello europeo" che, fa capire il leader dei popolari, si deciderà l’esito delle trattative con i nazionalisti di Strache. “Porrò chiaramente la condizione che il programma esprima i miei valori di base e le mie convinzioni europeiste”, ha detto Kurz, che nel faccia a faccia con l’inviato del Corriere ha ribadito di essere “filo-europeo” ed “impegnato su questo fronte”.

Sui migranti, invece, il futuro cancelliere austriaco conferma la linea “contro l’accoglienza priva di limiti” portata avanti quando era a capo della diplomazia di Vienna. I migranti “devono essere assistiti e custoditi fuori dai confini europei, quindi eventualmente anche su isole, ma soprattutto rimandati indietro velocemente”, dice. Ok, quindi, ai salvataggi in mare, ma sulla sorte di chi vuole “entrare illegalmente in Europa” Kurz non ha dubbi: “Deve essere rimandato indietro il prima possibile”. Altrimenti, “ne verranno sempre di più”. “Non dobbiamo ne possiamo promettere loro una vita migliore in Europa, ciò convincerebbe sempre più persone a cercare di venire, ponendoci di fronte a tensioni insostenibili”. La stessa posizione espressa dalla dirigenza dell’Fpö, con la quale il leader dell’Övp si trova d’accordo anche nel riconoscere di avere “un problema con l’Islam politico in Austria”. “Diverse centinaia di persone sono partite dal nostro Paese per combattere e uccidere in nome dell’Isis in Siria e Iraq” e “ci sono anche dinamiche interne che ci preoccupano” ha detto Kurz.

L’Austria, però, non farà parte del gruppo di Visegrád, assicura il prossimo cancelliere, che su questo punto prende le distanze dal programma dell’estrema destra, che, invece, vorrebbe vedere Vienna schierata al fianco dei quattro Paesi contrari al piano della Commissione europea per la redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia e Grecia. In Europa il giovane politico austriaco apprezza Macron e la sua volontà di “lanciare un processo di riforma” nell’Ue, ma “sull’eurozona” si dichiara più vicino alla posizione tedesca di Wolfgang Schaeuble. Infine, i rapporti con l’Italia li definisce “eccellenti”. I botta e risposta dell’estate scorsa con Alfano sull'invio dei militari al Brennero, insomma, sarebbero acqua passata. “Siamo vicini e cooperiamo bene nella Ue”, assicura. E sulle spinte secessioniste in Sud Tirolo incoraggiate dai suoi futuri alleati risponde deciso: “La Storia non si cambia”.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » lun nov 20, 2017 1:59 pm

Germania senza governo, è stallo all'italiana: flop negoziati di Merkel per coalizione con Fdp-Verdi. Nuove urne?
20 novembre 2017

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... ne/3988937

La Germania, fin dagli anni Sessanta laboratorio di grandi coalizioni, stavolta non ce la fa. A due mesi dal voto che ha visto il partito della cancelliera Angela Merkel vincere ma non trionfare, resta senza governo e rischia di dover tornare alle urne. Le trattative per formare un governo “Giamaica”, come era stata battezzata la possibile coalizione tra Csu-Cdu, liberali dell’Fdp e Verdi, sono fallite a mezzanotte di domenica per decisione del giovane leader Fdp Christian Lindner. “Metto in conto il fatto che verso Pasqua ci saranno nuove elezioni”, ha dichiarato il deputato dei Verdi Juergen Trittin. Berlino vive dunque uno stallo “all’italiana” che i risultati di settembre potevano far temere ma che il resto d’Europa non si aspettava dalla locomotiva economica dell’area euro.

I partner europei attendevano peraltro l’insediamento del nuovo esecutivo tedesco per prendere decisioni sul rilancio del progetto comune dopo la Brexit e sul completamento dell’unione bancaria, a cui manca il tassello cruciale della garanza unica sui depositi a cui proprio Berlino si è sempre opposta. Ora “sarà difficile prendere decisioni importanti” a livello Ue, ha commentato il ministro degli Esteri olandese Halbe Zijlstra a margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles. Non è un caso se lunedì mattina tutte le Borse del Vecchio continente hanno aperto la seduta in rosso, per poi virare in territorio appena positivo. Il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas si è affrettato a dire che le istituzioni comunitarie confidano “che il processo costituzionale tedesco fornirà la base per la stabilità e la continuità, che sono il marchio di fabbrica dei governi tedeschi”. Per questo “non speculiamo oggi su qualsiasi verosimile o inverosimile impatto” questo possa avere sulla riforma dell’eurozona e altre politiche Ue, ha aggiunto.

Lindner ha sancito lo stop dei negoziati nella notte sostenendo che “sono stati messi in discussione impegni specifici” e “è meglio non governare che farlo nel modo sbagliato”. Merkel si è detta convinta che “si sarebbe potuto trovare il filo per arrivare a una soluzione”. Ma incontrerà già oggi il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier per informarlo della fumata nera. Intanto ha assicurato che farà “di tutto per garantire che questo Paese sia ben gestito nelle difficili prossime settimane”. “E’ una giornata di profonda riflessione sul modo in cui andare avanti in Germania”, ha aggiunto la cancelliera.

Le trattative sono state fin dall’inizio difficili su molti fronti, dalle politiche ambientali a quelle fiscali. E si sono arenate sul nodo dell’accoglienza ai migranti, con la Csu che chiedeva un tetto di massima a 200mila profughi l’anno e spingeva, insieme ai liberali, per un prolungamento oltre il marzo 2018 dello stop ai ricongiungimenti familiari per i profughi che hanno la cosiddetta protezione sussidiaria. I Verdi erano contrari alle limitazioni. “Christian Lindner ha annunciato una mancanza di fiducia fra i partiti. Non possiamo fare altro che prenderne atto”, ha detto Juergen Trittin, uno dei negoziatori di punta dei Verdi. “Verdi Cdu e anche Csu, tutti noi, insieme, siamo rimasti insieme un po’ scioccati e indignati“.

Il timore è che nuove elezioni vedano rafforzarsi il voto di protesta e i populisti, dopo che già a settembre l’estrema destra di Alternative für Deutschland è entrata in Parlamento diventando la terza forza del Paese con 92 deputati su 709. L’Afd ha il “vento in poppa”, ha sostenuto il portavoce del partito della destra oltranzista tedesca, Joerg Meuthen, dopo il fallimento dei colloqui esplorativi definito “una notizia felice“. Nel caso di nuove elezioni il partito, secondo Meuthen, “potrebbe contare su una crescita ulteriore”. “La stabilità economica ha bisogno di stabilità politica”, ha detto dal canto suo il presidente della Confindustria tedesca, la Bdi, Dieter Kempf. “La Germania deve essere in grado in futuro di confrontarsi con crisi mondiali, con la necessità di riforme in Europa, e pressanti investimenti nell’industria tedesca. Per tutto ciò è necessario molto più di un governo ad interim”, ha continuato. Il presidente dell’unione delle Camere di commercio, Eric Schweizer, ha spiegato che “per l’economia tedesca il fallimento dei colloqui esplorativi è una grande delusione. Si è persa una chance di superare le barriere ideologiche”.

La parola passa al presidente della Repubblica. Il resto d’Europa resta a guardare con preoccupazione. La Germania “è un Paese molto influente nell’Ue” e ora “non hanno un governo, quindi non hanno un mandato”, ha detto il ministro degli Esteri olandese Zijlstra, mentre il suo premier Mark Rutte ha disdetto la visita a Berlino, dove avrebbe dovuto incontrare oggi la Merkel per un bilaterale.




Angela Merkel ha un problema in più. Csu nomina leader Markus Soeder, ultraconservatore a favore del pugno duro sui migranti
Lo storico leader bavarese Horst Seehofer rinuncia alla presidenza del Land, vorrebbe restare presidente del partito
04/12/2017 11:28

http://www.huffingtonpost.it/2017/12/04 ... a_23296054

Un passaggio del testimone importante per la politica interna tedesca è stato deciso in queste ore in Germania: lo storico leader bavarese Horst Seehofer rinuncia alla presidenza del Land, a partire dal 2018, e fa spazio al ministro delle finanze Markus Soeder.

Soeder appartiene all'ala più conservatrice della CSU ed è stato particolarmente critico con la politica sui rifugiati della cancelliera. Si tratta dell'esito di una lunga lotta interna al partito gemello della Cdu di Angela Merkel, che con i cristianodemocratici è alleato a livello federale nell'Unione. Seehofer vorrebbe però restare presidente del partito, che il 24 settembre ha subito il crollo dei consensi.

La designazione di Soeder è stata votata all'unanimità nel partito. "Si apre un nuovo capitolo", ha detto Soeder, che da anni rappresenta la spina nel fianco dell'ormai debole alleato di Merkel, ma spera comunque in un posto da ministro in un eventuale governo di una nuova Grosse Koalition. La Csu è impegnata da tempo in un duello con la destra di Alternative fuer Deutschland, che ha eroso molti consensi all'Unione.

Nel frattempo i vertici del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) hanno acconsentito ad intavolare trattative per dar vita ad un nuovo governo con la cancelliera Merkel. I leader dell'Spd hanno anche citato tra le richieste chiave, in un documento visto da Reuters, l'armonizzazione delle imposte sulle imprese a livello europeo, l'aumento delle tasse per i redditi alti, maggiori investimenti nell'istruzione, internet ad alta velocità, strade ed edilizia popolare. I membri del partito di Martin Schulz discuteranno le proposte durante il congresso del partito a Berlino, dal 7 al 9 dicembre.

Se il partito darà il semaforo verde, ha spiegato Schulz in conferenza stampa alla Willy-Brandt Haus, "incontrerò Angela Merkel e Horst Seehofer, e parleremo. E sulla base di questo primo incontro decideremo se valga la pena continuare a parlare".



La Csu vira a destra: un'altra spina nel fianco per Angela Merkel
Angelo Scarano - Lun, 04/12/

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/csu ... 70543.html

Cambio al vertice della Baviera: molla Seehofer e arriva Soeder, storicamente molto critico verso le politiche migratorie di Angela Merkel

E' davvero un autunno caldo per Angela Merkel. A due mesi e mezzo dalle elezioni politiche che le hanno assegnato una vittoria molto risicata, la cancelliera di ferro si ritrova per le mani un'altra gatta da pelare.

Il governatore della Baviera, Horst Seehofer, ha annunciato che dal 2018 passerà il testimone di guida del Land più importante all'attuale ministro delle Finanze bavarese Markus Soeder. Non si tratta di un cambiamento di secondo piano, poiché Soeder è fra gli esponenti più conservatori della Csu, il partito cristiano sociale che storicamente è l'alleato maggiore e più fedele dei cristiano democratici della Merkel.

In particolare Soeder si è distinto negli anni per le sue posizioni assai critiche verso la cancelleria per quanto riguarda le politiche migratorie, giudicate troppo lassiste e inefficienti. Sin dal 2015, la Baviera è stata infatti fra gli Stati tedeschi più direttamente coinvolti nella crisi dei migranti, con una grande fetta dell'opinione pubblica inferocita con Berlino per quella che da molti è stata vista come un'ondata di arrivi incontrollata.

La scelta di Soeder è stata votata all'unanimità dal partito, che però dovrebbe continuare ad essere presieduto da Seehofer. Soeder ha parlato di "un nuovo capitolo che si apre": ma ora sta alla Merkel capire come dovrà aggiustare le politiche federali per venire incontro alla nuova linea del suo irrinunciabile alleato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » mar dic 05, 2017 7:16 am

In Germania aumentano gli attacchi con coltelli
Soeren Kern
04/12/2017

https://it.gatestoneinstitute.org/11490 ... i-coltelli

Da quando la cancelliera Angela Merkel ha aperto le porte della Germania nel 2015 a più di un milione di migranti provenienti dall'Africa, dall'Asia e dal Medio Oriente le condizioni di sicurezza nel paese sono peggiorate. La recente ondata di aggressioni all'arma bianca riaccende i riflettori sul problema.

In questi ultimi mesi, persone armate di coltelli, di asce e di machete hanno seminato il terrore in ognuno dei 16 Stati federati della Germania. I coltelli sono stati utilizzati non solo per perpetrare attacchi jihadisti ma anche per compiere omicidi, rapine, effrazioni, aggressioni sessuali, delitti d'onore e molti altri crimini violenti.

Le aggressioni con i coltelli sono state consumate nei parchi divertimento, sulle piste ciclabili, in alberghi, nei parchi, nelle piazze pubbliche, sui mezzi di trasporto, nei ristoranti, nelle scuole, nei supermercati e nelle stazioni ferroviarie. Molti tedeschi hanno oggi la sensazione che il pericolo sia in agguato ovunque e che la sicurezza pubblica sia inesistente.

La polizia ammette di essere in inferiorità numerica e sopraffatta, e sempre più incapace di mantenere l'ordine pubblico – giorno e notte.

Non esistono statistiche attendibili sulle aggressioni all'arma bianca in Germania, e la polizia è inoltre accusata di non segnalare numerosi crimini, per non "turbare" l'opinione pubblica.

Ma da una ricerca condotta sui registri della polizia emerge che il 2017 rischia di diventare un anno record per le aggressioni all'arma bianca. Tra gennaio e ottobre 2017, la polizia ha confermato che sono stati perpetrati più di 3.500 attacchi con coltelli, a fronte di circa 4.000 compiuti nel 2016 – e soltanto 300 nel 2007. Complessivamente, negli ultimi dieci anni, le aggressioni all'arma bianca sono aumentate di oltre il 1.200 per cento in Germania.

I media tedeschi non riportano la maggior parte degli episodi di questo tipo di violenze. E i crimini denunciati vengono spesso liquidati come "episodi isolati", non collegati all'immigrazione di massa. Inoltre, molti studi sulla criminalità, compresi quelli che si basano sui registri della polizia, omettono qualsiasi riferimento alle nazionalità dei perpetratori e delle vittime – allo scopo evidente di non infiammare i sentimenti anti-immigrazione in seno alla popolazione.

Nella foto: la polizia tedesca circoscrive la scena del delitto dopo un attacco con un coltello che ha avuto luogo il 10 maggio 2016 alla stazione ferroviaria di Grafing. Un uomo ha accoltellato quattro persone al grido di "Allahu Akbar" ("Allah è il più grande"), uccidendone una. (Foto di Johannes Simon/Getty Images)

Le politiche migratorie della cancelliera Angela Merkel hanno innescato una spirale di violenza che si alimenta da sola, in cui sempre più persone si armano quotidianamente di coltelli in pubblico – anche per autodifesa.

L'epicentro degli assalti a colpi di coltello in Germania è Berlino, dove alcuni quartieri sono ora così pericolosi da essere diventati delle "no-go zones". A Neukölln e in altri quartieri dove risiedono alte percentuali di migranti, gli attacchi con coltelli sono all'ordine del giorno. Secondo il Berliner Morgenpost, nel 2016, i migranti sono stati responsabili di almeno il 45 per cento dei reati commessi nella capitale tedesca.

Anche le città settentrionali di Brema e Bremerhaven sono diventate dei focolai di aggressioni all'arma bianca. Nel 2016, almeno 469 persone – più di una al giorno – sono state accoltellate a Brema, secondo documenti ufficiali ottenuti dal Bild. Sempre a Brema, più di una dozzina di persone sono morte per ferite da arma da taglio. Altri 165 attacchi con coltelli sono stati registrati nella vicina città di Bremerhaven, il 75 per cento in più dal 2014. Secondo Bild, gli autori di queste violenze sono, nella maggior parte dei casi, i migranti.

Il Nord Reno-Westfalia è un altro punto caldo delle aggressioni all'arma bianca, che sono ormai endemiche a Bielefeld, Bochum, Bonn, Colonia, Dortmund, Düsseldorf ed Essen. E il centro della città di Düsseldorf è particolarmente funestato da questo tipo di episodi di violenza.

Molti attacchi con coltelli sembrano essere sferrati in modo casuale, aggressioni indiscriminate ai danni di passanti innocenti, soprattutto nelle stazioni e sui mezzi di trasporto:

Monaco, 21 ottobre. Un uomo di 33 anni ha accoltellato a random otto persone, compreso un ragazzino di 12 anni, nella Rosenheimer Platz. La polizia "crede" che l'aggressore, un criminale seriale con una fedina penale bella lunga, sia uno "squilibrato".
Mönchengladbach, 16 ottobre. Alla stazione ferroviaria centrale, un algerino di 18 anni, entrato illegalmente in Germania, ha estratto un coltello colpendo a caso un 65enne su una sedia a rotelle.
Amburgo, 15 ottobre. Un uomo di 23 anni è stato pugnalato in un ristorante in seguito a "un contatto visivo accidentale" con il suo aggressore.
Berlino, 11 ottobre. Due passanti sono stati accoltellati alla stazione della metropolitana di Neukölln. La polizia ha dichiarato che l'attacco è stato casuale e ingiustificato.
Colonia, 2 ottobre. Una donna di 24 anni è stata rapinata da un uomo dalla "pelle scura" armato di coltello su un treno diretto all'aeroporto di Düsseldorf.
Mannheim, 30 settembre. Un uomo di 31 anni ha accoltellato dei passanti a random. La polizia ha sparato un colpo di avvertimento dopo aver inutilmente tentato di bloccarlo con lo spray al peperoncino.
Lipsia, 27 luglio. Un gruppo di giovani afgani ha aggredito una famigliola in un parco giochi. Il padre 46enne è stato accoltellato e gravemente ferito.

Gli attacchi con coltelli coinvolgono sempre più adolescenti, bambini e donne:

Gießen, 15 novembre. Due uomini "dall'aspetto mediterraneo" (südosteuropäisch Aussehen) armati di coltello hanno minacciato due bambini in un parco giochi di una scuola per derubarli del denaro per il pranzo.
Dormagen, 15 novembre. Un uomo di 39 anni ha minacciato sulla Helmut-Schmidt-Platz un adolescente con un coltello. L'aggressore è stato trasferito in un ospedale psichiatrico.
Wiesbaden, 14 novembre. In un parco giochi, un uomo ha minacciato con un coltello in pieno giorno una donna e i suoi bambini in un parco giochi. La donna ha dichiarato che l'uomo aveva tentato di rubare il suo cane e poiché lei aveva opposto resistenza l'aggressore l'ha attaccata.
Colonia, 2 novembre. Una donna di 39 anni è stata colpita con un fendente da un uomo che era visibilmente sotto effetto di stupefacenti.
Singen, 4 ottobre. Due ragazzini di 14 anni turcofoni armati di coltello hanno aggredito diversi bambini in un parco giochi.
Dortmund, 1 ottobre. Un 15enne è stato accoltellato dopo aver tentato di fermare una lite tra un 13enne e un 16enne nella scuola "Gustav-Heinemann".
Friburgo, 29 settembre. Una donna di 34 anni è stata pugnalata da un'altra donna durante una lite in un parcheggio.
Hermannsburg, 29 agosto. Un uomo ha minacciato con un coltello una 22enne perché bloccava il traffico in un parcheggio.

Nelle risse tra gruppi di persone di diverse nazionalità e gruppi etnici, le armi bianche sono quelle preferite:

Erfurt, 11 novembre. Un afgano di 22 anni è stato accoltellato e gravemente ferito durante un alterco con altri afgani in un centro di accoglienza multifamiliare.
Rüdersdorf, 11 novembre. Un 19enne è stato gravemente ferito durante un accoltellamento avvenuto in un centro di accoglienza multifamiliare.
Amburgo, 9 novembre. Tre uomini sono stati pugnalati nel corso di una rissa all'arma bianca a Eimsbüttel.
Berlino, 7 novembre. Un vietnamita di 21 anni è stato accoltellato a morte mentre stava uscendo dal supermercato del padre, nel quartiere di Wilmersdorf. L'assassino è ancora a piede libero.
Brema, 2 novembre. Un uomo di 20 anni è stato accoltellato a morte durante una mega rissa davanti a un ristorante kebab. Qualche ora prima, un altro uomo era stato colpito a morte in un supermercato vicino.
Hoyerswerda, 25 ottobre. Una donna libica di 23 anni è stata sfregiata in viso durante una lite con una connazionale di 28 anni e un 23enne tunisino.
Bad Wildungen, 16 ottobre. Un uomo di 18 anni è stato accoltellato e gravemente ferito nel corso di una rissa all'arma bianca.
Eschwege, 15 ottobre. Un 23enne afgano ha accoltellato un coetaneo algerino durante una rissa che ha coinvolto più di 40 persone in un centro di accoglienza.
Dortmund, 14 ottobre. Più di 40 migranti si sono affrontati in una rissa al coltello in una struttura di accoglienza per rifugiati. I poliziotti accorsi sul posto sono stati vittime di un "attacco di massa". La polizia è dovuta ricorrere ai cani per ristabilire l'ordine.
Colonia, 14 ottobre. Un migrante africano di 22 anni è stato accoltellato a morte sulla Ebertplatz durante una rissa a colpi di coltello che ha coinvolto altri sei africani.
Öhringen, 12 ottobre. Un tedesco-turco di 17 anni ha pugnalato e gravemente ferito un 19enne polacco durante un combattimento all'arma bianca.
Bielefeld, 12 ottobre. Un 21enne è stato ripetutamente accoltellato dopo essere corso in aiuto a una coppia che era stata aggredita da un gruppo di afgani in una pista di pattinaggio. Più di 20 persone alla fine si sono unite alla colluttazione. Il sospetto accoltellatore è un curdo iracheno di 18 anni.
Naumburg, 1 ottobre. Un 18enne afgano e un 19enne marocchino sono stati accoltellati durante una mega rissa tra persone di origine straniera.
Dortmund, 3 settembre. Un bulgaro di 34 anni ha ferito con un coltello un 54enne turco davanti a un ristorante.

I coltelli vengono anche utilizzati nei delitti "d'onore" e nei conflitti domestici:

Bad Homburg, 30 ottobre. Un uomo di 40 anni ha accoltellato a morte la moglie 31enne, che era anche la madre dei loro tre figli. La polizia ha detto che l'uomo era arrabbiato perché la donna facevo uso dei social media.
Oldenburg, 14 ottobre. È cominciato il processo di un iracheno di 37 anni accusato di avere accoltellato a morte la moglie. I cinque figli della coppia erano presenti nell'abitazione al momento dell'aggressione. Secondo l'accusa, l'iracheno ha ucciso la moglie per restituire "l'onore alla famiglia", perché credeva che la donna lo tradisse con un altro uomo. In realtà, la vittima frequentava dei corsi di lingua tedesca.
Eggenfelden, 14 ottobre. Un kazako 17enne ha castrato un migrante ucraino di 28 anni in un centro di accoglienza per migranti; la vittima è morta dissanguata sul posto.
Lipsia, 11 agosto. Un 37enne afgano ha accoltellato a morte la moglie di 34 anni che era incinta del loro terzo figlio. Gli altri due figli della coppia hanno assistito all'omicidio.
Riederich, 9 luglio. Un macedone di 35 anni ha pugnalato a morte un 30enne macedone di una clan rivale durante una cerimonia di nozze.
Herzberg, 29 giugno. Mohammad Hussain Rashwani, un migrante siriano di 38 anni ha tentato di decapitare Ilona Fugmann, 64 anni, nel suo salone di bellezza. La Fugmann aveva offerto a Rashwani un lavoro come parrucchiere e i media tedeschi avevano considerato il suo caso come un esempio d'integrazione riuscita. Il movente del tentato omicidio? Pare che Mohammad non sopportasse di essere subordinato professionalmente all'autorità di una donna.
Colonia, 14 giugno. Un siriano di 33 anni ha accoltellato e gravemente ferito la sua ex moglie, in un supermercato di Colonia. L'uomo ha inoltre accoltellato il figlio 13enne che era intervenuto in difesa della madre.
Cottbus, 9 giugno. Un ceceno di 32 anni è stato condannato a 13 anni di prigione per aver sgozzato la moglie e per averla buttata giù dal secondo piano della loro abitazione. L'uomo è stato incriminato per omicidio colposo anziché per omicidio volontario, perché il tribunale ha ritenuto che il "delitto d'onore" sia stato compiuto in un impeto di passione. L'omicida pensava che la moglie lo tradisse.

Anche gli operatori sociali e i dipendenti pubblici sono stati vittime di attacchi all'arma bianca:

Pfaffenhofen, 11 novembre. Un tedesco di origine kazaka di 28 anni ha minacciato con un coltello e ha preso in ostaggio per più di cinque ore un impiegato di 31 anni in un ufficio tedesco di assistenza ai minori. Il sequestratore intendeva così protestare contro la decisione dei servizi sociali di dare in affido a una famiglia sua figlia di un anno.
Göppingen, 26 ottobre. Un uomo dalla "pelle scura" (dunklem Teint) ha estratto un coltello e ha colpito il controllore di un treno quando la donna gli ha chiesto di esibire il biglietto.
Ahaus, 12 ottobre. Un nigeriano di 28 anni è stato condannato a 13 anni di prigione per aver pugnalato a morte un assistente 22enne di un centro di accoglienza per profughi.
Saarbrücken, 7 giugno. Un siriano di 27 anni ha accoltellato a morte uno psicologo di 30 anni in un centro della Croce Rossa tedesca. Secondo quanto riferito, i due avevano avuto una discussione durante una seduta terapeutica, in un centro di aiuto per rifugiati traumatizzati.

Gli aggressori sono spesso dei criminali recidivi noti alla polizia:

Gießen, 15 novembre. Un kosovaro di 29 anni e un albanese di 19 hanno minacciato con un coltello il detective sotto copertura che li aveva sorpresi a rubare. La polizia ha dichiarato che il kosovaro era ricercato perché contro di lui era stato spiccato un mandato di arresto.
Bielefeld, 31 ottobre. Un uomo di 39 anni ha minacciato con un coltello gli agenti di polizia durante un controllo di routine. La polizia ha detto che l'uomo aveva una lunga fedina penale che comprendeva reati di rapina e traffico di stupefacenti.
Düsseldorf, 17 ottobre. Un migrante iracheno di 27 anni, Khudeda Jamal Jindi, ha sfregiato il viso di un uomo sulla Burgplatz. La polizia ha dichiarato che l'uomo aveva molti precedenti penali e aveva anche compiuto altri crimini all'arma bianca. Non è chiaro però il motivo per il quale l'uomo non sia mai stato espulso.
Arnschwang, 4 giugno. Mostafa J., un richiedente asilo afgano di 41 anni, ha accoltellato a morte un bambino russo di 5 anni in un centro di accoglienza per rifugiati. In seguito è emerso che l'uomo aveva molti precedenti penali in Germania e che nel 2011 era stato emesso contro di lui un decreto di espulsione, mai applicato.

Tra le recenti aggressioni all'arma bianca di stampo jihadista spicca la seguente:

Amburgo, 28 luglio. Un 26enne palestinese, Ahmed A., ha accoltellato a morte una persona, ferendone molte altre in un supermercato del quartiere di Barmbek. Sebbene l'uomo abbia ripetutamente urlato "Allahu Akbar" e abbia detto di essere un jihadista che voleva morire da martire, il quotidiano Die Welt ha scritto: "Non è chiaro se il fatto di sangue avvenuto a Barmbek sia l'opera di un islamista convinto o il gesto disperato di uno squilibrato. Il suo comportamento sembra di tipo schizofrenico, o è stato davvero calcolato?"

Nel frattempo, a ottobre, sono stati segnalati altri attacchi con coltelli:

Hagen, 1 ottobre. Un uomo non identificato ha sfregiato con un machete un uomo alla stazione ferroviaria centrale. Speyer, 1 ottobre. Un 27enne armato di coltello ha aggredito gli agenti di polizia durante un controllo d'identificazione alla stazione ferroviaria centrale. Werl, 1 ottobre. Un uomo "dall'aspetto mediterraneo" (südländischer Typ) ha minacciato con un coltello un 20enne per derubarlo.

Wilhelmshaven, 1 ottobre. Un uomo che parlava tedesco con un accento dell'Europa orientale ha rapinato un benzinaio. Friburgo, 2 ottobre. In una piazza pubblica, due adolescenti "dall'aspetto turco" (türkisches Aussehen) hanno rapinato due coetanei minacciandoli con un coltello. Ulm, 2 ottobre. Tre uomini "dalla pelle scura" (dunkle Hautfarbe) hanno rapinato un 20enne minacciandolo con un coltello.

Soest, 4 ottobre. Un somalo di 18 anni ha accoltellato un 39enne tedesco in una stazione ferroviaria. Amburgo, 5 ottobre. Un agente di sicurezza di 24 anni di un negozio di abbigliamento è stato pugnalato da due taccheggiatori. Wolfsburg, 6 ottobre. Due uomini sono stati sfregiati nel corso di una lite nel quartiere di Hochring. Wiesbaden, 6 ottobre. Un uomo di 23 anni è stato ferito con un coltello in centro.

Johanngeorgenstadt, 7 ottobre. Cinque adolescenti si sono visti sequestrare i loro coltelli durante un controllo al confine tra la Germania e la Repubblica Ceca. Münster, 7 ottobre. Due uomini hanno rapinato un 16enne minacciandolo con un coltello alla fermata di un autobus. Brema, 8 ottobre. Due uomini sono stati accoltellati durante una lite scoppiata nel centro città.

Weinheim, 9 ottobre. Un commesso di un negozio, di 24 anni, è stato pugnalato da un cliente di 46 anni. Hofheim, 10 ottobre. Un agente di sicurezza è stato sfregiato durante l'Oktoberfest. Colonia, 10 ottobre. Un uomo di 36 anni è stato accoltellato da un uomo di 26 anni in un chiosco del quartiere di Zollstock.

Stade, 11 ottobre. Un uomo "dall'aspetto mediterraneo" (südländischem Aussehen) ha colpito e ferito gravemente un uomo di 38 anni. Berlino, 13 ottobre. Un uomo è stato gravemente ferito in un accoltellamento sulla Alexanderplatz. Kassel, 15 ottobre. Due uomini "arabofoni" hanno rapinato una donna di 43 anni minacciandola con un coltello nel quartiere di Wesertor.

Niederstetten, 17 ottobre. Un uomo di 19 anni ha accoltellato un 30enne allo stomaco in un ristorante. L'uomo di 30 anni avrebbe "offeso" la giovane sposa dell'aggressore, anche lei 19enne. Brema, 19 ottobre. Un uomo di 25 anni è stato pugnalato da un gruppo di uomini nel quartiere di Huchting. Al loro arrivo, i poliziotti sono stati circondati da 30-40 uomini. La polizia ha utilizzato i gas lacrimogeni e i cani per ristabilire l'ordine. Berlino, 19 ottobre. Un rumeno di 19 anni è stato accoltellato a morte nel quartiere di Tiergarten.

Halle, 19 ottobre. Un uomo è stato accoltellato durante una lite relativa al traffico di stupefacenti. Düsseldorf, 21 ottobre. Due uomini sono stati pugnalati da quattro assalitori davanti a un ristorante McDonald nel centro della città. Stemwede, 21 ottobre. Tre membri della stessa famiglia sono stati accoltellati durante un diverbio, scaturito perché un uomo di 43 anni non avrebbe visto di buon occhio il fidanzato della figliastra.

Amburgo, 22 ottobre. L'impiegato 18enne di un negozio di telefonia mobile è stato accoltellato da un uomo di 21 anni insoddisfatto del servizio. Amburgo, 22 ottobre. Un uomo di 30 anni è stato colpito allo stomaco all'ingresso di una stazione della metropolitana. Düsseldorf, 22 ottobre. Un uomo di 21 anni è stato pugnalato mentre tentava di porre fine a una lite.

Rheine, 22 ottobre. Un rumeno di 20 anni ha ferito con un coltello un connazionale 44enne in seguito a un disaccordo. Berlino, 23 ottobre. Un uomo di 59 anni è stato accoltellato e gravemente ferito in un negozio del quartiere di Schöneberg. Lipsia, 23 ottobre. Un uomo di 21 anni è stato ferito con un coltello nel corso di un diverbio scoppiato nella stazione ferroviaria centrale.

Solingen, 23 ottobre. Un uomo di 19 anni è stato pugnalato durante una colluttazione. Berlino, 24 ottobre. Un uomo di 39 anni ha accoltellato un 20enne all'ospedale ebraico nel quartiere di Wedding. Hünstetten-Bechtheim, 27 ottobre. Un giovane di 18 anni è stato ferito con un coltello nel corso di un festival.

Wangen, 29 ottobre. In un ristorante, un uomo di 56 anni ha pugnalato un altro uomo di 52 anni nel corso di un diverbio. Chemnitz, 29 ottobre. Un libico di 27 anni è stato accoltellato durante una rissa tra migranti nordafricani.

Gießen, 30 ottobre. Due richiedenti asilo siriani sono stati accoltellati durante un alterco con un altro siriano, avvenuto in pieno centro della città. Waldshut, 30 ottobre. Un uomo di 32 anni è stato pugnalato e ferito gravemente nel corso di una lite in una stazione degli autobus del quartiere di Tiengen. Francoforte, 30 ottobre. L'amministratore di uno stabile è stato accoltellato e gravemente ferito mentre tentava di sfrattare una famiglia.

Kulmbach, 31 ottobre. Un turco di 38 anni ha colpito con un coltello un tedesco di 33 anni nel corso di un diverbio. Berlino, 31 ottobre. Tre uomini sono stati feriti nel corso di un rissa tra sei uomini in un negozio del quartiere di Schöneberg. Il Berliner Zeitung ha fornito un resoconto particolarmente dettagliato dell'accoltellamento, con tanto di età di ciascuno dei partecipanti, senza però fornire nessuna informazione sulla loro nazionalità.
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Re: Poledega

Messaggioda Berto » mar dic 05, 2017 7:20 am

Europa e i diritti negati e calpestati dei cittadini nativi europei
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