Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 3:58 pm

3)
La violenza non violenta di Trump il repubblicano veramente democratico e liberale (liberale nei limiti e con i condizionamente imposti dalla storia e dalla realtà).
Di solito i dittatori e gli autocrati sono anche imperialisti e guerra fondai, Trump non è nulla di tutto ciò.



Dichiarazione del Presidente Donald J. Trump
L'Osservatore Repubblicano
https://www.foxnews.com/politics/trump- ... -exclusive

Mercoledì il presidente Trump ha chiesto a "tutti gli americani" di aiutare "ad alleviare le tensioni e calmare gli animi", dicendo che "non" sostiene la violenza "di alcun tipo" - e sta chiedendo ai Big Tech di unirsi allo sforzo.
"Alla luce delle notizie di ulteriori manifestazioni, esorto che NON ci debba essere NESSUNA violenza, NESSUN violazione della legge e NESSUN atto di vandalismo di alcun tipo", ha detto il presidente in una dichiarazione a Fox News. "Questo non è ciò che rappresento e non è ciò che rappresenta l'America. Chiedo a TUTTI gli americani di aiutare ad alleviare le tensioni e calmare gli animi. Grazie."




È facile condannare le scene di violenza avvenute a Capitol Hill il 6 Gennaio scorso. 5 morti, di cui una persona uccisa dalla polizia e altri 4 deceduti per ictus o infarto.
15 gennaio 2021

https://www.facebook.com/groups/3168285 ... 0027356123

Gli scontri con la polizia, i vetri rotti, i selfie fatti, gli uffici occupati. Il tutto sarebbe stato voluto da Donald Trump che in un discorso di 1 ora e 12 minuti ha ripetuto 5 volte alla folla di camminare pacificamente - sottolineando la parola “pacificamente” - lungo Pennsylvania Avenue per raggiungere il Congresso e far sentire la propria presenza.

Fra la folla numerosa vi erano gruppi di esaltati o estremisti non disposti a comportamenti pacifici, e la manifestazione ha preso la piega che conosciamo. Il tutto ha portato alcuni a paragonare i vetri rotti di Capitol Hill alla Notte dei Cristalli del 1938, quando i nazisti distrussero più di 1400 sinagoghe e migliaia di case e negozi di proprietà di ebrei, deportarono 30mila persone e ne uccisero tra le 1000 e le 1500. Nel 1938 le SA naziste erano armate fino ai denti, mentre a Capitol Hill la polizia ha sequestrato 5 armi da fuoco. Come attacco alla democrazia quello del 6 Gennaio lascia molto a desiderare, ma tralasciamo. Trump diventa un criminale nazista pericoloso per la democrazia, ma questo non stupisce, perché è da 4 anni che la maggior parte dei media americani lo paragona ai collaboratori di Goebbels e Bormann.

Che abbia migliorato le condizioni economiche di una parte consistente del popolo americano, aumentato le retribuzioni prima della pandemia e distribuito aiuti sostanziali durante la medesima, rafforzato il confine colabrodo col Messico da cui per anni entravano decine di migliaia di clandestini, criminali dei cartelli della droga e terroristi, ritirato truppe dal Medio Oriente, combattuto la pedofilia, e adoperatosi per il vaccino anti-COVID non interessa. Non deve interessare e non se ne deve parlare. Serve invece che sia cancellato dalla memoria collettiva.
Nancy Pelosi incitò apertamente al risentimento contro Trump strappando il discorso sullo Stato dell’Unione di fronte a tutti i membri del Congresso e alle spalle di Trump. Era il 5 Febbraio 2020. Pelosi, che da sempre vuole Trump fuori dalla Casa Bianca e punito, sostiene che le parole contano, e quindi per quelle pronunciate il 6 Gennaio Trump deve pagare. Ma quando a parlare sono i Democratici, ecco che le parole non contano più. Quando i Democratici al Congresso hanno detto di scatenare la rivolta, di spaccare la faccia a chi sosteneva il Presidente, Pelosi non si è indignata, né li ha denunciati. Quando da Maggio 2020 per 5 mesi i DEM hanno invitato alla violenza e alla sedizione, Pelosi non ha battuto ciglio. L’invito a scendere in piazza e a bruciare “that shite down” avveniva con “proteste pacifiche”, in nome della “giustizia”.

Quindi, per “la giustizia”, i roghi di abitazioni, di stazioni di polizia, negozi, scuole e musei erano così estesi nelle città americane che si vedevano dalla luna. E i DEM, e con loro i MEDIA, non hanno detto niente, se non ribadito che “le proteste erano giuste, che serve far sentire quelli al potere in una posizione scomoda” (Obama), che “le proteste davano nuova speranza” (Bill Clinton). Quelle proteste hanno prodotto 19 morti e poco meno di 15mila arresti (dati di Giugno 2020), tralasciando i danni economici. Biden, che a parole disse che “la violenza è sbagliata” ma “la protesta è giusta”, si è semplicemente inginocchiato di fronte ad alcuni manifestanti a Wilmington, tanto per far capire apparentemente da che parte stava.

Al termine delle elezioni presidenziali nel Novembre scorso i media hanno silenziato il discorso di Trump, de facto togliendogli la parola. Ora Facebook e Twitter – mai intervenuti in un’elezione precedente e neppure quando “i guerrieri della giustizia DEM” invitavano alla guerra civile – gli hanno chiuso gli account, e YouTube sospeso il canale video, il tutto mentre i DEM capitanati dalla Dea Iustitia Pelosi si preparano a portare avanti il secondo impeachment prima che Trump lasci la Casa Bianca fra una settimana.
Il primo era stato annunciato dopo 19 minuti da quando Trump prestò giuramento come presidente USA il 20 Gennaio 2017. A dare la notizia fu il Washington Post. Uno dei gruppi che promosse il primo tentativo di impeachment si chiamava Free Speech for People. Guardando 4 anni di politica americana, alla luce dei recenti fatti rimane dubbio che la libertà di parola la volesse davvero per tutti.
Se hanno fatto questo al Presidente degli Stati Uniti, se fossi i leader dei partiti che si oppongono al globalismo, voluto dalla finanza neoliberista, penserei ad un piano alternativo…
E se hanno fatto questo al presidente USA, provate ad immaginare cosa sono disposti a fare al resto dei cittadini del mondo che hanno idee diverse dalle loro. Provate a pensarci. E poi pensate a cosa volete fare voi a riguardo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 3:59 pm

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Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 3:59 pm

4)
La violenza politica criminale della oligarchia mediatica dei social network politicamente schierati; una violazione gravissima dei diritti umani, civili e politici non solo dei cittadini statunitensi.


Tucker Carlson: Twitter censura Donald J. Trump e applica purghe nei confronti dei conservatori, e poi in modo ipocrita ricorda all'Uganda che la censura è immorale.
L'Osservatore Repubblicano
13 gennaio 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 0239575061

È stata una settimana molto dura negli Stati Uniti d’America. Ad una violenza di massa vista al Campidoglio è seguito un giro di vite senza precedenti sulle nostre libertà civili fondamentali. Questo è il periodo più buio che molti americani non potranno mai dimenticare.
Ma anche nel mezzo di questo disastro, ci sono stati episodi comici e siamo grati per ognuno di loro. L’abbiamo ricevuto martedì sotto forma di dichiarazione da un gruppo chiamato Global Public Policy Team di Twitter.
Ora, potresti aver pensato che Twitter fosse solo una società di social media gestita da un barbuto ed etereo “pothead” nel centro di San Francisco, ma non più. Mentre dormivi, Twitter è diventato più grande di quanto avresti mai immaginato. Twitter è ora uno stato-nazione indipendente con il proprio Consiglio di Sicurezza Nazionale, una costellazione interna di esperti di politica estera il cui compito è gestire gli affari del mondo.
Twitter è ora uno stato-nazione indipendente con il proprio Consiglio di sicurezza nazionale, una costellazione interna di esperti di politica estera il cui compito è gestire gli affari del mondo.
Quindi il Global Public Policy Team di Twitter è davvero l’NSC dell’azienda. Martedì hanno analizzato, come fanno i Consigli di Sicurezza, le imminenti elezioni in Uganda. Ecco cosa hanno detto su queste elezioni:
"Ahead of the Ugandan election, we're hearing reports that Internet service providers are being ordered to block social media and messaging apps.
We strongly condemn internet shutdowns – they are hugely harmful, violate basic human rights and the principles of the #OpenInternet."
Ora, ragioniamoci per un secondo. Twitter sta ricordando al popolo ugandese che la censura è immorale.
“Spiacenti, ugandesi, non vi è permesso di mettere a tacere gli account Twitter di altre persone, soprattutto nel periodo precedente alle elezioni. Non potete farlo. Ora, riconosciamo che non avete una tradizione secolare di autogoverno in Uganda, quindi potreste non saperlo, come invece è da noi qui. Ma per ribadire: censurare gli account dei social media degli elettori è estremamente dannoso. La censura online viola i “diritti fondamentali dell’uomo”. In effetti, è un attacco alla democrazia stessa. Capito, ugandesi? Ora sappiamo che siete una nazione primitiva ed in via di sviluppo, quindi te la faremo passare per questa volta, ma non dimenticarlo. Censura cattiva! #OpenInternet"
Abbiamo dovuto controllare ed assicurarci che la dichiarazione di Twitter fosse reale, e lo è. Twitter la ha effettivamente inviata, il che dimostra solo che i monopoli tecnologici sono persino peggiori di quanto pensassimo.
Non solo sono crudelmente autoritari, totalmente disonesti ed infinitamente ambiziosi, ma sono anche – e non lo sapevamo – infantilmente stupidi. Non hanno idea di come appaiono agli altri. Non possono guardarsi allo specchio. A loro manca anche un barlume di ironica autocoscienza che è un prerequisito per la saggezza. Sono idioti. Non riescono nemmeno a capire le loro battute.
D’altra parte, niente di tutto questo è davvero molto divertente. È terrificante. Non abbiamo bisogno di convincerti di questo. Avete visto tutti la repressione e la censura per tutta la settimana e sentite che tutto sta per peggiorare. E avete ragione su questo, andrà peggio.


Perché Twitter non ha sospeso anche questi account o i tweet che incitano apertamente alla violenza?
TheFederalist
13 gennaio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -violenza/

Twitter si è unito ad una sfilza di altre società di social media nel sospendere definitivamente gli account di Donald Trump. Successivamente, molti altri utenti conservatori si sono trovati i propri profili sospesi dal gigante della Silicon Valley.

L’argomento degli oligarchi tecnologici è che la presenza sui social media di Trump “inciti alla violenza“, come evidenziato dalla rivolta di mercoledì nel Campidoglio degli Stati Uniti. Twitter ha affermato che molti dei tweet di Trump hanno violato la sua politica sull’incitamento della violenza, che afferma: “Non puoi minacciare la violenza contro un individuo o un gruppo di persone. Vietiamo anche l’esaltazione della violenza”.

Non sorprende però che ci siano innumerevoli account su Twitter che chiedono regolarmente il ricorso violenza, in violazione di questa politica, ma che comunque sono stati autorizzati a rimanere. Sebbene i post e le osservazioni del Presidente includessero alcune cose orribili, non sono mai stati – e in alcun modo – peggiori di gran parte di ciò che accade su quella piattaforma.

L’Ayatollah Khamenei, il leader supremo dell’Iran, ha un account Twitter ancora intatto e che glorifica costantemente gli atti di violenza, ma il brutale dittatore non ha subito alcuna censura o sospensione (ad esclusione di alcuni post rimossi ma che trattavano l’ambito vaccini, argomento importante ma non collegato all’incitamento o alla diffusione della violenza di cui stiamo parlando). Non ha subito restrizioni, ad esempio, quando dopo la straziante decapitazione di un insegnante francese perché aveva mostrato una vignetta politica raffigurante Maometto e un’accoltellamento di massa in una chiesa a Nizza, Khamenei ha commentato al vetriolo questo assassinio, sostenendo che la “rabbia” degli estremisti musulmani avesse dimostrato ancora una volta la sua “vitalità”.

Khamenei ha anche chiesto che Israele “muoia” e ha promesso “vendetta” sugli Stati Uniti. Ma Twitter sembra essere più offeso dal Presidente degli Stati Uniti che da un dittatore teocratico che sostiene attacchi terroristici e minaccia gli altri paesi.

Durante le manifestazioni di Black Lives Matter della scorsa estate, politici, celebrità e migliaia di altri utenti hanno elogiato coloro che sono scesi in piazza in segno di protesta. Molti di loro hanno anche sostenuto le rivolte associate, che sono costate almeno 30 vittime mentre le città bruciavano.

Il giocatore di football, diventato ormai attivista, Colin Kaepernick è stato esplicito nel suo sostegno ai violenti disordini che hanno colpito molte città americane. Ha “glorificato” la violenza ed incoraggiato a continuarla. Ma piuttosto che censurare in alcun modo il suo account, il CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha donato 3 milioni di dollari all’organizzazione di Kaepernick.

Navigando sui social media, si trovava anche questa citazione di Martin Luther King Jr., “Una rivolta è il linguaggio degli inascoltati”, riportata però ignorandone il contesto e le sfumature delle sue parole, prese da un discorso in cui il leader dei diritti civili si era sì rifiutato di condannare le rivolte ma non le aveva affatto incoraggiate, sostenendo invece la “non violenza“.

Anche la Vice Presidente eletta Kamala Harris si era unita a molte figure pubbliche nel supporto alle manifestazioni BLM, attraverso il tweeting, oltre a pubblicizzare il link al Minnesota Freedom Fund, che ha raccolto la cauzione per gli arrestati durante i disordini di Minneapolis quest’estate. Tali attività hanno contribuito attivamente a prolungare e ad incoraggiare la violenza, che è costata due vittime ed ha causato oltre 500 milioni di dollari di danni alle proprietà. La Harris ha pubblicamente chiesto che Trump venisse rimosso da Twitter per aver incoraggiato i rivoltosi, nonostante sia stata lei stessa colpevole dello stesso comportamento la scorsa estate.

Ci sono poi, ancora oggi, una quantità impressionante di tweet che dichiarano che tutti i membri appartenenti a certe categorie meritano di morire, inclusi – ma non limitati – ai “Repubblicani”, agli “uomini bianchi” e ai “poliziotti”. L’intera piattaforma è piena di minacce di omicidio, aggressione e stupro. In che modo questi post non contraddicono direttamente – a questo punto ormai “presunto” – divieto di Twitter di incitare o glorificare la violenza?

La sospensione permanente dell’account del Presidente Trump da parte di Twitter non riguarda chiaramente le regole, ma un esercizio di potere sugli avversari politici. Le rivolte di mercoledì non sono state la causa, ma la “scusa” usata dalle Big Tech per fare ciò che desideravano fare ormai da anni: impedire ai conservatori di parlare sulle loro piattaforme pubbliche.


INTIMIDAZIONE ED EPURAZIONE
Niram Ferretti
11 gennaio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

L'offensiva di stampo sovietico contro chi supporta Trump sta proseguendo a tutto spiano. I giganti della Silicon Valley, l'oligarchia digitale, hanno deciso l'eutanasia di Parler, l'applicazione che, a giudizio insindacabile di Apple, Google e Amazon avrebbe legittimato il "golpe" da vaudeville del 6 gennaio.
Il Parler CEO di Parler, John Matze ha dichiarato che le compagnie si sono riunite in modo da “Essere sicure che nello stesso momento perdessimo l'accesso non solo alle nostre applicazioni, ma che venissero chiusi anche tutti i nostri servers online. Hanno tentato non solo di eliminare le app, ma addirittura di distruggere l'intera azienda. Ma non sono solo queste tre società; tutti i fornitori, dai servizi di messaggi di testo, ai provider di posta elettronica ai nostri avvocati, ci hanno abbandonato, lo stesso giorno, e stanno cercando di affermare falsamente che siamo stati in qualche modo responsabili degli eventi del 6 gennaio".
Non sono previste difese. Nessun appello. Nemmeno un processo farsa. Nulla. Si agisce subito. A Norimberga i gerarchi nazisti ebbero la possibilità di difendersi, ma oggi non è più così. Twitter elimina l'account di Trump, Amazon, Google, Apple eliminano Parler.
Questa sì che è vera democrazia. Decidono loro cosa si può vedere o no. Tanta tanta buona pornografia, incitazioni alla distruzione di Israele, tanto buon suprematismo islamico, negazionsimo, antisemitismo, ecc. Tutto questo è ok, ma Trump e un sito che lo sostiene sono da togliere di mezzo.
Quello che sta accadendo negli Stati Uniti non ha precedenti nella storia delle democrazie moderne, ma era già annunciato. Lo ha annunciato la santificazione di George Floyd, l'esaltazione di BLF come organizzazione portatrice di giustizia, lo ha annunciato la distruzione delle statute di militari della Confederazione e di personaggi storici, tra cui Cristoforo Colombo, accusati di essere razzisti e quindi simboli del male, lo ha annunciato l'isteria delle vaiasse fallocastranti di "Metoo", lo ha annunciato la crociata contro opere fondamentali della cultura occidentale, come "L'Odissea" considerare anche esse razziste, per non parlare di film di vera propaganda razzista come "Via col Vento".
Questo radicalismo è ora scatenato contro l'unico uomo politico che, a livello mondiale, rappresentava ciò che lo contrastava, Donald Trump.
E Joe Biden, l'incolore travet della politica, che se non ci fosse stato il Covid 19 e la possibilità di un massiccio voto postale (e molte irregolarità e namcanza di controlli aggiungo io), avrebbe continuato a fare il nonno, Joe Biden, qualcuno pensa veramente che potrà arginare questa onda micidiale?
Risum teneatis.
La speranza è che Trump tenga duro e si riorganizzi velocemente, che con lui restino i 75 milioni di americani che lo hanno votato. Qui è in gioco la possibilità stessa di esprimere il dissenso, perchè quanto succede negli USA, si riverbera sempre alle periferie dell'impero, Italia inclusa.



Parler porte plainte contre Amazon qui tente de tuer le réseau social libre devant son succès explosif
John Matze
11 gennaio 2021

https://fl24.net/2021/01/11/parler-port ... -explosif/


Ce lundi, le réseau social libre Parler a porté plainte contre Amazon, qui l’a carrément supprimé d’Internet en coupant l’accès à ses serveurs d’hébergement de données parce que le réseau social qui connait un succès explosif permet la libre expression bannie par les autres réseaux sociaux.

Parler dénonce le fait que cette censure délibérée est motivée par des motifs politiques et par la volonté de tuer la concurrence au bénéfice de Twitter dont l’action a plongé après qu’il ait banni définitivement le président américain. Parler demande donc au tribunal d’ordonner temporairement à Amazon de lui rouvrir ses serveurs.

Depuis que le masque totalitaire des réseaux sociaux est tombé, les utilisateurs soucieux de leur liberté se sont réfugiés massivement sur Parler après la scandaleuse censure de Twitter contre Donald Trump vendredi. L’application était samedi la plus téléchargée aux Etats-Unis sur la plateforme d’Apple.

Face à ce succès éclatant, les géants du numérique ont décidé de poursuivre leur offensive contre la liberté en empêchant les utilisateurs dégoûtés de leurs méthodes totalitaires, d’aller s’exprimer librement ailleurs. Ainsi Amazon a empêché l’accès aux serveurs, Google et Apple ont aussi retiré Parler de leurs plateformes de téléchargement d’applications.

La décision d’Amazon “revient à débrancher un patient sous assistance respiratoire. Cela va tuer l’entreprise -au moment même où elle montait en flèche”, dénonce Parler dans sa plainte.


Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

Parler fa causa ad Amazon per aver tentato di uccidere il social network gratuito di fronte al suo esplosivo successo.
John Matze
11 gennaio 2021

https://fl24.net/2021/01/11/parler-port ... -explosif/

Questo lunedì, il social network gratuito Parler ha presentato una denuncia contro Amazon, che l'ha semplicemente rimossa da Internet tagliando l'accesso ai suoi server di hosting dati perché il social network, che ha avuto un successo esplosivo, permette la libera espressione vietata da altri social network.
Parlando, si denuncia il fatto che questa censura deliberata è motivata politicamente e motivata dal desiderio di uccidere la concorrenza a vantaggio di Twitter, la cui azione è crollata dopo aver bandito definitivamente il presidente americano. Parler chiede quindi al tribunale di ordinare temporaneamente ad Amazon di riaprire i suoi server.
Da quando la maschera totalitaria dei social network è caduta, gli utenti che si occupano di libertà si sono riversati a Parler dopo la scandalosa censura di Donald Trump su Twitter venerdì. L'applicazione è stata sabato la più scaricata negli Stati Uniti sulla piattaforma Apple.
Di fronte a questo clamoroso successo, i giganti digitali hanno deciso di continuare la loro offensiva contro la libertà, impedendo agli utenti disgustati dai loro metodi totalitari di esprimersi liberamente altrove. Così Amazon ha impedito l'accesso ai server, Google e Apple si sono ritirati anche parlando delle loro piattaforme di download di applicazioni.
La decisione di Amazon "equivale a scollegare un paziente dal supporto vitale. Ucciderà l'azienda - proprio come è andata alle stelle", dice Parler nella sua denuncia.




Caccia alle streghe: le corporazioni-stato, al servizio dell'ideologia progressista, censurano quel che sa di "destra" - Atlantico Quotidiano
Enzo Reale Da Barcellona

12 gennaio 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... di-destra/

Big Tech ha ceduto alle pressioni della parte politica cui si sente più affine per diventare il braccio esecutivo della censura che i governi non possono attuare direttamente: tutto quello che sa di “destra” diventa automaticamente passibile di riprovazione, assimilabile all’eversione sotto le etichette ormai inflazionate di “fascismo” e “hate speech”, mentre dominano quasi indisturbati apologeti di regimi anti-democratici e anti-occidentali, fanatismi religiosi e terzomondismi. La sgradevole sensazione è che il contenitore onnicomprensivo dell’hate speech altro non sia, a questo punto della storia, che l’ultima e più sofisticata formula di soppressione delle opinioni non omologate, un’etichetta che chi mantiene il controllo del discorso pubblico si riserva di applicare a piacimento a chiunque pensi in modo differente…

Sulla vicenda Trump-Twitter (ma anche Facebook-Instagram, Snapchat, TikTok) si delineano essenzialmente tre posizioni relativiste o giustificazioniste. La prima: non è un problema di censura ma di ordine pubblico; la seconda: si tratta di un caso eccezionale, da cui non si può estrapolare una lezione generale; la terza: non possiamo metterci a sindacare i criteri con cui un operatore privato decide di escludere o ammettere i suoi utenti e la selettività del criterio non inficia le ragioni di fondo (le ultime due sono strettamente collegate, vedremo fra poco perché). Forse ce ne sono anche altre ma queste mi sembrano le più frequenti e rilevanti.

Per quanto sembri incredibile, c’è chi continua a pensare che il fatto che Zuckerberg o Dorsey tolgano la parola al presidente in carica degli Stati Uniti (loro non eletti da nessuno, lui sì) sia un problema che riguarda solo le parti in causa. Purtroppo le cose sono un po’ più complicate di così.
Chi si richiama a ragioni di ordine pubblico dopo l’assalto al Campidoglio dimentica che la guerra di Twitter (per comodità mi riferisco solo a questa piattaforma) al presidente non comincia il 6 gennaio 2021. La sospensione dell’account è solo l’atto finale di una serie di avvertimenti e procedure di infrazione che hanno costellato la maggior parte delle esternazioni presidenziali negli ultimi mesi. Quando Twitter, che – ricordiamolo – è ancora ufficialmente uno spazio pubblico di diffusione di contenuti e non un editore degli stessi, decide che esiste un “rischio di incitazione alla violenza” e per questo chiude il canale presidenziale, rinuncia implicitamente alla garanzia della sezione 230 del Communications Decency Act che la esonera da responsabilità per i contenuti di soggetti terzi.

Il criterio di Twitter diventa allora politico e va valutato come tale: se, come sostengono i difensori della censura presidenziale, la piattaforma aveva il diritto di “proteggersi” dalle conseguenze di un presunto tentativo insurrezionale orchestrato attraverso le sue pagine, sarà difficile non ritenere la piattaforma responsabile di tutti i contenuti potenzialmente nocivi che non vengano rimossi. Il richiamo all’ordine pubblico si rivela quindi una trappola, non solo per l’utenza ma anche per la stessa piattaforma, a meno di non voler ritenere che solo alcuni tipi di esternazioni siano suscettibili di alterarlo e non altri.

Il che ci porta direttamente al secondo e al terzo punto: ideologia e discrezionalità. Aleksei Navalny, in un thread semplice ma pedagogico sul caso Trump, ha fatto sapere di considerare la decisione di sospendere l’account il risultato di “emozioni e preferenze politiche personali”, aggiungendo che, fatta salva la differenza fra censura di Stato e scelte di soggetti privati, esistono “molti esempi in Russia e in Cina di società private che sono diventate le migliori alleate dell’apparato statale in materia di censura”. È significativo, al riguardo, che proprio mentre infuriava la polemica, il South China Morning Post di Hong Kong informasse dell’aggiornamento delle procedure previste dal Partito Comunista Cinese per il controllo di Internet e la “lotta alle fake news”. Sostituite fake news con hate speech e il concetto risulterà subito più chiaro.

No, quello di Trump non è un caso eccezionale, ma solo il più clamoroso di una tendenza presente da tempo nei mezzi di comunicazione tradizionali, all’interno del mondo accademico e ormai predominante a livello di opinione pubblica occidentale, di cui Silicon Valley si è fatta braccio esecutivo: una lettura della realtà conforme ai criteri di un supposto progressismo che indica non solo quel che si può dire e quel che è conveniente tacere ma soprattutto chi può esprimersi in un certo modo e chi non è autorizzato a farlo.

Non si tratta ovviamente di permettere a terroristi o bande armate di proclamare l’insurrezione attraverso la rete – siamo perfettamente in grado di percepire la differenza fra libertà di espressione e apologia della violenza – ma delle conseguenze a cascata di proibire certi tipi di discorsi e di salvarne altri: mentre tutto quello che sa di “destra” diventa automaticamente passibile di riprovazione, assimilabile all’eversione sotto le etichette ormai inflazionate di “fascismo” e “hate speech”, dominano il discorso pubblico quasi indisturbati apologeti di regimi anti-democratici e anti-occidentali, fanatismi religiosi di Stato e terzomondismi bolivariani approvati dall’establishment.

Non vale affermare che il compito delle democrazie liberali è quello di salvaguardare gli strumenti che favoriscono la libertà d’espressione dall’interferenza dell’autocrate di turno se contemporaneamente viene permesso agli autocrati di turno di usare Twitter praticamente senza interferenze. Non è benaltrismo far notare che, mentre si ci si dimostra implacabili con le intemperanze verbali di un presidente Usa chiaramente finito dal punto di vista politico, non si reagisce di fronte a un capo di Stato nel pieno esercizio delle proprie funzioni che nega l’Olocausto o incita alla distruzione di Israele, o a una rappresentanza diplomatica di una superpotenza dittatoriale che esalta le politiche di sterilizzazione forzata della popolazione uigura. È proprio su questi aspetti, invece, che si gioca la credibilità di chi pretende di agire in difesa dei valori democratici, assumendosi senza esserne stato richiesto un incarico così gravoso e controverso come quello di limitare la libertà d’espressione a seconda delle circostanze.

Ammesso e non concesso che si possa e si debba bandire dal dibattito pubblico l’hate speech, resta il fondamentale e probabilmente irrisolvibile problema della sua definizione: chi decide cosa sia discorso d’odio e in base a quali criteri? Jack Dorsey, Mark Zuckerberg, un gruppo di moderatori che filtrano le conversazioni dall’altra parte del pianeta o i solerti compilatori delle liste di proscrizione contro l’estrema destra? In base a quale principio il contestare la regolarità di un’elezione diventa automaticamente fake news mentre il definire i votanti di Trump come bifolchi esponenti di una sottocultura da debellare è solo la libera espressione di un’opinione politica?

Questioni troppo grandi per essere lasciate all’arbitrio e all’improvvisazione di corporazioni-stato al servizio dell’ideologia dominante o in grado di condizionarla. Questioni che, in assenza di risposte convincenti, non possono che confermare la sgradevole sensazione che il contenitore onnicomprensivo dell’hate speech altro non sia, a questo punto della storia, che l’ultima e più sofisticata formula di soppressione delle opinioni non omologate, un’etichetta che chi mantiene l’iniziativa si riserva di applicare a piacimento a chiunque pensi in modo differente. Questioni, infine, che suggerirebbero di astenersi prudentemente dal promuovere o dall’approvare qualsiasi limitazione della libertà di espressione che non sia contemplata dalla legislazione vigente che, anche nelle democrazie liberali, si incarica già di isolare determinate fattispecie di reato (apologia del terrorismo, sedizione, incitazione alla rivolta, minacce e così via secondo i rispettivi codici penali e le rispettive costituzioni) in base al salutare e fondamentale principio secondo cui tutto ciò che non è espressamente sanzionato dev’essere consentito.

In fondo quel che più sconcerta di tutta questa vicenda è la facilità con cui anche chi non esita a definirsi democratico e liberale ha accettato di delegare la ridefinizione di concetti essenziali della nostra tradizione politica a chi non ha né la capacità, né la legittimazione, e alla fine forse neppure l’interesse a farlo.



Donald Trump Jr. chiede aiuto a Musk per creare un nuovo social media
13 gennaio 2021

https://forbes.it/2021/01/13/dopo-twitt ... ald-trump/

Donald Trump Jr ha chiesto a Elon Musk di aprire un network di social media tipo Twitter per ridare voce a suo padre, il presidente uscente, che non riesce più a twittare le sue invettive a 88 milioni di followers. Secondo il quotidiano inglese Indipendent che cita un video postato su Instagram da Don Jr l’invocazione segue i vari episodi di chiusura di profili da Twitter a Facebook a YouTube a Instagram che hanno tolto a Trump la libertà di esprimersi.

In pratica, se il creatore di PayPal, di Tesla e di Space X è in grado di mandare nello spazio delle stazioni orbitanti e forse un giorno ci porterà su Marte a passeggio con il cagnolino, cosa gli vieta di aprire in un baleno una piattaforma tipo Twitter. Don Jr si spinge anche oltre, chiede a Musk di “spazzare via Twitter con il nuovo social media perché è impensabile che un regime come quello russo dia lezioni di libertà di espressione alla grande America. E in questo modo ridare la libertà di parola agli americani. La censura operata dal social media del fringuello secondo Don Jr è “una censura pregiudiziale mirata e a senso unico”.

“Questo ragazzo”, si infervora Donald Trump Jr ha creato società migliori della Nasa mandando nello spazio missili a costi molto minori e aprendo la via verso in futuro. Jack Dorsey, fondatore di Twitter, secondo Trump Jr, “non può trasformarsi di fatto da imprenditore a arbitro de facto della libertà di parola”. Poi ha preso le distanze dalle piattaforme della destra estrema recentemente coinvolte nella chiusura, tipo Parler, e ha concluso: “Io non sto chiedendo a Musk di creare un megafono dei conservatori, ma una piattaforma che offra la possibilità di discutere le proprie idee con gli altri”.

E ha chiuso il video con una vera invocazione: “Elon perché non non lo fai, esci allo scoperto e salva la libertà di parola in America prima che Biden si insedi alla Casa Bianca e ci tolga la libertà di parola per i suoi appetiti politici”. La preghiera laica sgorga da Donald Trump Jr. anche perché Elon Musk in tempi non sospetti aveva dichiarato il suo interesse per le politiche del presidente.

YouTube ha rimosso un nuovo video caricato sul canale del presidente Donald Trump per aver violato le politiche della piattaforma sull’incitamento alla violenza e ha vietato di pubblicare qualsiasi nuovo contenuto per i prossimi sette giorni, secondo quanto ha annunciato la società nella tarda serata di martedì. YouTube si aggiunge alla lista delle piattaforme social che hanno chiuso o frenato la presenza online del presidente uscente a causa di preoccupazioni di potenziale violenza.

Fatti chiave

In una dichiarazione condivisa con Forbes, YouTube annuncia di aver rimosso il video dopo “un’attenta revisione e alla luce delle preoccupazioni sul potenziale di violenza in corso”.
A causa della rimozione, il canale di Donald Trump ha ricevuto anche un blocco disciplinare da parte di YouTube, che vieta allo stesso in maniera tassativa di pubblicare nuovi contenuti per sette giorni.
La piattaforma di proprietà di Google ha anche disabilitato a tempo indeterminato i commenti per tutti i video caricati sul canale del presidente a causa di problemi di sicurezza, dichiarano da YouTube.
La società non ha rivelato quale video ha rimosso. Per certo, martedì il canale di Trump ha caricato diversi video per lo più concentrati sulla sua visita in Texas, dove si è rivolto a una manifestazione pubblica.
YouTube aveva rimosso il discorso di Trump ai suoi sostenitori dopo le violenze al Campidoglio della scorsa settimana, ma la rimozione non è arrivata con un “primo colpo” poiché è avvenuta durante il periodo di grazia elettorale della piattaforma.

In generale, con la chiusura di Twitter Donald Trump ha subito gravi contraccolpi per il suo ruolo nell’infiammare una folla di suoi sostenitori con false affermazioni di frode elettorale, che ha portato a un attacco al Campidoglio la scorsa settimana. Fatto sta che il Presidente nelle ultime settimane sta subendo una raffica di procedure di stop.

Per ridurre il rischio di ulteriori violenze, YouTube, Facebook e Twitter hanno prima rimosso un video caricato da Trump durante i disordini del Campidoglio, dove ha continuato a diffondere disinformazione sulle elezioni e ha detto ai rivoltosi “ti vogliamo bene, sei molto speciale”.

Ore dopo, sia Facebook che Twitter hanno rimosso gli account di Donald Trump. Mentre Twitter ha bandito definitivamente l’account del presidente insieme a quelli della sua campagna, Facebook e Instagram hanno emesso un divieto a tempo indeterminato contro di lui. Anche altre piattaforme come il servizio di live streaming di proprietà di Amazon Twitch e Snapchat hanno disabilitato l’account di Trump a causa di preoccupazioni sulla potenziale violenza.

Anche le operazioni di finanziamento online della campagna Trump, sono state colpite. Dopo il clamoroso stop alla piattaforma di pagamenti online Stripe arriva anche quello dalla piattaforma di e-commerce Shopify che vende prodotti legati al mondo del Presidente per aver violato le politiche delle piattaforme sull’incoraggiamento alla violenza.



La repressione è partita. Prepariamoci a resistere
Daniele Scalea
11 gennaio 2021

https://www.centromachiavelli.com/2021/ ... resistere/

Dopo i fatti del Campidoglio americano si è assistito a una brusca accelerata, da parte degli oligopolisti del web, verso la censura della Destra in Internet. Dapprima Facebook (e la controllata Instagram), Twitter, YouTube (che appartiene a Google), Twitch, Snapchat e Shopify hanno tutti sospeso o espulso Donald Trump dalle loro piattaforme. Stripe, società di pagamenti via Internet, ha bloccato i flussi verso la macchina elettorale del Presidente. Un’inaccettabile operazione politica di cartello, certo, ma diretta a un solo uomo che i media e molti politici dipingono alla stregua di un “golpista”. Così l’hanno giustificata: un’operazione tesa a disarmare un presidente che cercherebbe di rovesciare il sistema democratico. E già vi sarebbe parecchio da discutere in merito.

La fase due ha però subito chiarito che il bersaglio grosso non fosse Trump, ma tutto il movimento politico di cui è a capo. Reddit, TikTok, Discord, Pinterest hanno bloccato pagine e contenuti relativi a sostenitori del Presidente uscente. Quando i conservatori americani (e non solo) hanno cominciato a muoversi in massa verso Parler, un social alternativo che garantisce la libertà d’espressione, Google e Apple (che con Android e IOS hanno il 99% dei sistemi operativi installati sui cellulari) l’hanno bloccato dai loro store; a completamento di ciò, Amazon – che lo ospitava sui suoi server – gli ha staccato la spina. Malgrado Trump non avesse alcun account in Parler, esso è stato ucciso con un uno-due micidiale degli oligopolisti del web. Non è più raggiungibile da qualche ora e il CEO, John Matze, ha già dichiarato che potrebbe non tornare mai perché, oltre ai tre giganti suddetti, tutte le altre società che ha contattato rifiutano di prestargli servizi essenziali.

Non ritorneremo qui sulla questione della illegittimità di tali azioni. Abbiamo già chiarito tempo fa perché sia scorretto asserire che “i social sono privati e quindi possono fare tutto ciò che vogliono” – asserzione da sempre erronea ma che ora appare persino beffarda, in un momento in cui a negozianti o imprenditori è vietato di lavorare per decreto. Del resto, se passasse questo atroce principio del privato legibus soluti, cosa impedirebbe che una persona, solo poiché la pensa diversamente, si trovasse senza corrente elettrica perché tagliata dal fornitore, senza possibilità di approvvigionarsi di beni perché supermercati e negozi non glieli vogliono vendere, senza poter mangiare o bere perché ristoranti e bar non lo servono, senza impiego perché i datori non lo assumono. Il fatto che esimi professoroni difendano una tale impostazione è solo ennesima testimonianza di quanto brutale, aggressiva e repressiva si sia fatta la Sinistra, e di come le stesse ricette saranno presto applicate anche qui in Italia.

Le azioni dei giganti del web, tese ad estromettere le persone non di sinistra dal dibattito pubblico, non giungono a noi come una sorpresa. Negli ultimi mesi abbiamo dedicato un articolo alle loro ingerenze nelle elezioni americane e una diretta alla stretta censoria sempre più evidente. Da tempo mettiamo in guardia dalle tendenze totalitarie del “politicamente corretto” e dalla pericolosa rivoluzione culturale che mina la democrazia e le nostre libertà. Ma no: nemmeno noi, pur convinti del prossimo realizzarsi (fattuale, non metaforico) d’un nuovo totalitarismo, prevedevamo tempi tanto stretti.

Pensavamo che il momento tanto temuto fosse lontano. Invece è già qua. Credevamo di vivere in una sorta di Belle Epoque, un’era tutto sommato felice, malgrado l’addensarsi all’orizzonte delle nubi di future, immani tempeste. Ahinoi, ci siamo solo illusi d’essere nell’equivalente del 1890 o del 1900. La paura messa addosso all’establishment cosmopolita dalla Brexit e dal quadriennio Trump ha fatto precipitare gli eventi. Gli ultimi dodici mesi in particolare, tra Covid-19 e resa dei conti in America, sono valsi da soli per interi decenni. Oggi è il 27 febbraio 1933, giorno dell’incendio del Reichstag. La tempesta della repressione sta scoppiando.

Mai come in questo momento è importante essere saldi, coraggiosi e organizzati. È necessario impegnarsi e battersi; il tempo per rimanere nascosti, se mai c’è stato, è finito. Il Centro Studi Machiavelli non si è mai mostrato timido nel denunciare e combattere l’incombente minaccia totalitaria e continuerà a farlo, sensibilizzando l’opinione pubblica e la politica, elaborando contromisure pratiche e legislative, diffondendo le idee non allineate al “pensiero unico”.
C’è però bisogno del tuo aiuto. Puoi darlo ora, con un clic, donando alla nostra Causa.

Daniele Scalea

Fondatore e Presidente del Centro Studi Machiavelli. Laureato in Scienze storiche (Università degli Studi di Milano) e Dottore di ricerca in Studi politici (Università Sapienza), è docente di "Storia e dottrina del jihadismo" e "Geopolitica del Medio Oriente" all'Università Cusano. Dal 2018 al 2019 è stato Consigliere speciale su immigrazione e terrorismo del Sottosegretario agli Affari Esteri Guglielmo Picchi. Il suo ultimo libro (scritto con Stefano Graziosi) è Trump contro tutti. L'America (e l'Occidente) al bivio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 3:59 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:00 pm

5)
Il mondo occidentale che verrà con Sleepy Joe Biden assomiglierà alla California odierna
Ecco la California dei democratici, dei progressisti, dei liberal, di Silicon Valley, dei social media censori, delle Big Tech, dei pro Cina e pro invasione, degli antitrumpiani e sostenitori di Biden, lo stato di Kamala Harris e di Arnold Schwarzenegger il falso repubblicano antiTrump, e della Hollywood politicamente corretta che si inginocchia per la morte del delinquente abituale George Floyd e che giustifica le violenze crimonali dei BLM e degli antifa internazi comunisti e nazi maomettani.


Tucker Carlson: La lenta e dolorosa morte della California
Le politiche che hanno distrutto lo stato più grande ed economicamente importante d’America.
12 gennaio 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... alifornia/

Questo articolo è adattato dal monologo di apertura di Tucker Carlson nell’edizione del 23 dicembre 2020 di “Tucker Carlson Tonight”.

Avrete notato come spesso prendiamo in giro la California in “Tucker Carlson Tonight“, ma non stiamo davvero scherzando.

La California è importante, e non solo perché è il nostro Stato più grande. Quello che succede lì è, fino ad un certo punto, quasi certo che accadrà dove vivi. Trovate una sola tendenza nazionale che non sia iniziata in California. Potrebbero essercene alcune, ma di sicuro non ce ne sono molte. Se volete conoscere il futuro, o se volete prevenirlo, guardate ad ovest.

Con questo in mente, ecco la conclusione: la California sta cadendo a pezzi. Nel corso degli ultimi decenni, la California è passata da essere uno dei luoghi più ricchi del mondo allo Stato più povero del nostro paese. Più di un terzo della sua popolazione si aggira intorno alla soglia di povertà. Anche prima del COVID, più di quattro milioni di californiani collezionavano buoni pasto. Più di 150 mila persone in California sono senzatetto. Vivono per strada, nei parchi, sotto i cavalcavia, nelle tende sui marciapiedi.

Questa è una tragedia umana causata dall’egoismo e dalla stupidità dei cattivi leader e dalle loro cattive politiche. Se questi leader fossero giudicati dalle loro performance, nessun politico di una grande città nello stato della California avrebbe un lavoro. Loro lo sanno, quindi stanno lavorando duramente per assicurarsi di non essere giudicati secondo degli standard razionali. Invece, infiammano le ferite razziali per cercare di mantenere la popolazione distratta e divisa, per tenere lontana l’attenzione da loro e dai loro fallimenti.

Ecco il vergognosamente incompetente Sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, a giugno:

GARCETTI: “Quando ho parlato di assassini, e ho detto che il nostro fardello collettivo qui, in questa società, è che lasciamo morire uomini e donne di colore… ho indicato me stesso. Abbiamo collettivamente una scelta se saremo quelli che guariscono o se continueremo ad essere gli assassini”.

Si scopre che ci sono assassini nella città di Garcetti, ma non sono collettivi. Sono individui, sono criminali e ce ne sono molti.

Sotto Eric Garcetti, il crimine a Los Angeles è salito alle stelle e molte persone innocenti sono morte a causa di questo. Ma non li piange. Non sta tenendo discorsi in loro memoria né si scusa per le politiche che ha sostenuto che hanno portato alla loro morte. Nemmeno il nuovo procuratore capo della città, George Gascón. Ha annunciato che utilizzerà il pretesto del COVID per rilasciare ancora più criminali nella città di Los Angeles.

“Il piano che abbiamo è che stiamo lavorando per liberare rapidamente quante più persone possibile, in particolare quelle che hanno dimostrato di essere ad alto rischio, persone vulnerabili ed ovviamente le persone che non rappresentano una minaccia per la società”, Gascón ha detto a MSNBC la scorsa settimana. “Quindi proveremo a rimuovere quante più persone da quella prigione… La giustizia riguarda davvero la salute pubblica e la sicurezza della nostra comunità”.

Capito? La giustizia non è punire i colpevoli, tenere il pericoloso lontano dai tuoi figli o far rispettare le leggi. No, la giustizia sta assicurando che i criminali ottengano servizi governativi essenziali prima di te o dei tuoi genitori.

Questo atteggiamento distilla poi questa politica emergente della California, una politica di cui dovreste avere molta paura, perché quando arriveranno nella tua città, ti rovineranno la vita. Se dovessimo metterlo in una frase, sarebbe questa: chi contribuisce di meno otterrà il massimo. Ma non osare lamentarti. Taci e odia te stesso in silenzio, questo è un ordine.

Nel frattempo, i leader eletti della California si dividono il bottino. Questo è il loro lavoro, prendere ciò che gli altri hanno costruito e darlo a se stessi e ai loro sostenitori. Come è ora consuetudine nella politica ufficiale dello Stato, lo fanno nel modo più controverso e immorale possibile: il colore delle pelle.

Guardate alla controversia sulla scelta del governatore Gavin Newsom per sostituire Kamala Harris al Senato degli Stati Uniti. Ecco la rappresentante Maxine Waters, della California, che spiega che tipo di persona dovrebbe scegliere Newsom…

WATERS, 12 DIC.: “[Newsom] Ha una decisione che deve prendere, e penso che sarà una donna nera. Penso che lo capisca. Sai, quando Kamala Harris lascia il Senato, quella era solo una donna nera che stava servendo per il suo mandato. E certamente sarebbe, sai, un po’, sai, ingiusto non avere almeno un’altra donna nera che la sostituisca”.

Questo è davvero il punto più alto della stupidità nella storia di questo paese. A chi importa di che colore o sesso sono i tuoi senatori? Vuoi un buon governo. Vuoi dei responsabili che siano saggi e competenti. Ma non è quello che ottieni, perché quelli non sono i criteri. Alla fine, Newsom ha nominato il Segretario di Stato della California Alex Padilla in sostituzione della Harris. Quando lo ha fatto, nessuno si è messo a discutere se Padilla potesse essere un buon Senatore, se potesse migliorare le scuole o abbassare il costo degli alloggi o riportare i posti di lavoro. Invece, hanno discusso della sua razza.

Ecco London Breed, sindaca di San Francisco, una buffona assoluta, molto famosa per aver sfidato le sue stesse restrizioni per cenare al The French Laundry di Napa, spiegare che Padilla è una cattiva scelta perché è del colore sbagliato.

BREED: “Quando si pensa alla storia di questo paese ed alle sfide che esistono per gli afro-americani, in particolare le donne afro-americane al Senato, sicuramente questo è un vero colpo per la comunità afro-americana, per le donne afro-americane, per donne in generale. È stata sicuramente una sorpresa ed è una situazione sfortunata perché stiamo cercando di far progredire questo paese e assicurandoci che la vita dei neri sia davvero importante”.

Prima di tutto, il risultati di Breed come sindaca sono così terribili che si è squalificata da qualsiasi commento sul governo per il resto della sua vita. Secondo, pensare in questo modo è veleno, e chiunque lasci passare commenti come questo senza alzarsi in piedi e dire: “Aspetta un secondo, il colore ed il sesso sono irrilevanti per il buon governo e non sopporteremo più questa spazzatura” è complice della distruzione di questo paese.

Ancora una volta, la California è un luogo abitato da 40 milioni di persone. È il nostro Stato più bello ed economicamente più importante. La rete elettrica non funziona. La tensione va e viene come in un paese del Terzo Mondo. Le foreste dello stato sono così mal gestite che continuano a prendere fuoco e a bruciare in modo incontrollabile. Questo non è il cambiamento climatico, è una cattiva gestione. Le donne non possono fare jogging nei parchi pubblici per paura di essere aggredite dai senzatetto malati di mente. Per avere il privilegio di tutto questo, i residenti della California pagano le tasse più alte ed onerose del paese.

Nessuno al potere sta prestando attenzione perché stanno discutendo sul colore della pelle del nuovo Senatore. Allora cosa sta succedendo? Conoscete la risposta: le persone che possono andarsene lo stanno facendo.

Le più grandi esportazioni della California erano costituite da prodotti aerospaziali avanzati. Quello, e i film di Hollywood, erano l’economia della California meridionale. Oggi, la principale esportazione dello Stato è la popolazione. Più del 40% dei residenti della Bay Area (la baia di San Francisco, n.d.r.) dice ai sondaggisti che vogliono andarsene, e questo è anche uno dei posti più felici nello Stato. Non c’è da meravigliarsi che il prezzo medio dell’affitto di un appartamento con una camera da letto a San Francisco sia diminuito del 20% nell’ultimo anno. Perché? Perché nessuno vuole vivere lì.

Le stime più recenti mostrano che la California ha perso più di 135 mila persone nell’ultimo anno. Tra queste persone, a proposito, c’è Kamala Harris. Adesso è a Washington e sta portando la governance in stile californiano a tutti quanti noi. Dovreste prestare attenzione a questo.



Guerra dei "risvegliati" alle STEM... in California ora pesa la 'matematica dell'eguaglianza': Se rispondi correttamente sei razzista!
L'Osservatore Repubblicano
18 aprile 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 2905163379

Il dipartimento dell'educazione della California sta considerando l'implementazione di un quadro di riferimento per l'insegnamento della matematica a livello statale che promuova il concetto che lavorare per dare una risposta corretta in matematica sia un esempio di "razzismo" e di "suprematismo bianco" che pervaderebbe così le classi.
Il quadro, intitolato "A Pathway to Equitable Math Instruction: Dismantling Racism in Mathematics Instruction", è inteso come "esercizi per gli educatori per riflettere sui propri pregiudizi per trasformare la loro pratica educativa".
Il sito web di "Equitable Math" afferma che il suo manuale di formazione è stato finanziato dalla "Bill and Melinda Gates Foundation", la principale fonte privata di finanziamento per i "Common Core State Standards".
"La cultura del suprematismo bianco si infiltra nelle aule di matematica nelle azioni quotidiane degli insegnanti", afferma il documento. "Accoppiata con le convinzioni che sono alla base di queste azioni, esse perpetuano il danno educativo sugli studenti neri, latini e multilingue, negando loro il pieno accesso al mondo della matematica".
Il quadro proposto dalla California fornisce esempi di come la "cultura del suprematismo bianco" si sia infiltrata nelle classi di matematica nelle scuole:
1. L'attenzione è sull'ottenere la risposta "giusta".
2. La pratica indipendente è valutata rispetto al lavoro di squadra o alla collaborazione.
3. La "matematica del mondo reale" è valutata più della matematica nel mondo reale.
4. Gli studenti sono valutati (nei corsi/percorsi e all'interno della classe).
5. Le strutture di partecipazione rafforzano un modo di porsi come esseri dominanti.
Inoltre, il documento afferma che i mezzi con cui gli insegnanti valutano l'apprendimento degli studenti in matematica sono basati sulla "cultura del suprematismo bianco", come dimostrato da:
A. Gli studenti sono tenuti a "mostrare il loro lavoro".
B. Le pratiche di valutazione si concentrano più sulla mancanza di conoscenza.
C. L'acquisizione della lingua è equiparata alla competenza matematica.
Il quadro proposto dalla California continua:
"Queste pratiche comuni che perpetuano la cultura del suprematismo bianco creano e sostengono barriere istituzionali e sistemiche all'equità per gli studenti neri, latini e multilingue. Per smantellare queste barriere, dobbiamo identificare cosa significa essere un educatore matematico antirazzista."
"Al fine di incarnare l'educazione matematica antirazzista, gli insegnanti devono impegnarsi in una prassi critica che si interroga sui modi in cui perpetuano la cultura del suprematismo bianco nelle loro classi, e sviluppare un piano verso l'educazione matematica antirazzista per affrontare le questioni di equità per i neri, latinx, e gli studenti multilingue."
Nella sezione che critica il concetto di "ottenere la risposta giusta'" in matematica, il documento afferma:
"Il concetto che la matematica sia puramente oggettiva è inequivocabilmente falso, e insegnarlo lo è ancora meno. Sostenere l'idea che ci sono sempre risposte giuste e sbagliate perpetua l'oggettività [sic] così come la paura del conflitto aperto [sic]."
Alcuni nel campo dell'educazione stanno lanciando l'allarme sul quadro della "matematica dell'equità".
Secondo Fox News, Lori Meyers, co-fondatrice di Educators for Quality and Equality, ha detto che la sua organizzazione ha inviato una lettera ai funzionari dell'istruzione della California, esprimendo che i suoi membri sono "profondamente preoccupati per il progetto 2021 CA Mathematics Framework, che contiene contenuti discriminatori e divisivi che ci impediranno di realizzare" importanti obiettivi nell'istruzione matematica.
"Chiediamo che lo Stato ci fornisca quadro di riferimento per l'insegnamento della matematica che rifletta pratiche solide e basate sulla ricerca piuttosto che sull'ideologia politica", ha aggiunto il gruppo della Meyers.




#RecallNewsom Caitlyn Jenner giura di "porre fine al periodo disastroso di Gavin Newsom come governatore" della #California
L'Osservatore Repubblicano
23 aprile 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 1614714508

La decatleta olimpica e star dei reality televisivi Caitlyn Jenner ha giurato di "porre fine al periodo disastroso di Gavin Newsom come governatore" in una dichiarazione rilasciata venerdì mattina dopo aver presentato i documenti per correre contro di lui in un probabile elezione di recall della California.
"La California è stata la mia casa per quasi 50 anni. Sono venuta qui perché sapevo che chiunque, indipendentemente dal suo trascorso o dalla sua posizione nella vita, poteva trasformare i suoi sogni in realtà. Ma negli ultimi dieci anni, abbiamo visto il barlume del Golden State ridotto da un governo monopartitico che mette la politica al di sopra del progresso e gli interessi speciali al di sopra delle persone. Sacramento ha bisogno di un leader onesto con una visione chiara."
"Come californiani, ci troviamo di fronte ad un'opportunità, ora o mai più, di sistemare dalle fondamenta il nostro stato prima che sia troppo tardi. Affrontare i politici radicati a Sacramento e gli interessi speciali che li finanziano richiede un combattente che non ha paura di fare ciò che è giusto. Io sono una comprovata vincitrice e l'unica outsider che possa mettere la parola fine al periodo disastroso di Gavin Newsom come governatore."
"I californiani vogliono di più e meritano di più dal loro governatore. Per troppo tempo, i politici di carriera hanno promesso troppo e conseguito troppo poco. Abbiamo bisogno di un leader con una visione e la determinazione di portarla a termine. Questa sarà una campagna di soluzioni, che fornirà una tabella di marcia verso la prosperità per trasformare questo stato e finalmente ripulire il danno che Newsom ha fatto a questo stato."
"Le piccole imprese sono state devastate a causa delle chiusure troppo restrittive. Un'intera generazione di bambini ha perso un anno di istruzione e gli è stato impedito di tornare a scuola, partecipare alle attività o socializzare con i loro amici. Le tasse sono troppo alte, uccidono posti di lavoro, feriscono le famiglie, e mettono un peso particolarmente pesante sulle nostre persone più vulnerabili."
"Questa non è la California che conosciamo. Questa è la California di Gavin Newsom, dove ci ordina di stare a casa ma esce a cena con i suoi amici lobbisti".
"Nelle prossime settimane, mi incontrerò con i californiani di tutto lo stato, dalla North Bay alla Central Valley, all'Orange County e a San Diego, per ascoltare le loro voci e far finalmente muovere questo stato nella giusta direzione. L'importanza di questa decisione non mi è sfuggita. Il sacrificio è significativo, ma la responsabilità è grande, e non vedo l'ora di governare, di aiutare e soprattutto di sconvolgere ancora una volta lo status quo."
Gli oppositori di Newsom hanno consegnato più di 2 milioni di firme il mese scorso per innescare una probabile elezione per la revoca del suo mandato nel corso dell'anno. Diversi #Repubblicani sono già entrati nella corsa, in particolare l'ex sindaco di San Diego, Kevin Faulconer (leggi l'articolo sul nostro blog, link nei commenti), e l'ex candidato governatore John Cox.



Caitlyn Jenner Vows to 'Put an End to Gavin Newsom's Disastrous Time as Governor'
Joel B. Pollak
23 aprile 2021

https://www.breitbart.com/politics/2021 ... n=20210423


Olympic decathlete and reality TV star Caitlyn Jenner vowed to “put an end to Gavin Newsom’s disastrous time as governor” in a statement released Friday morning after filing paperwork to run against him in a likely California recall.

Jenner said:

“California has been my home for nearly 50 years. I came here because I knew that anyone, regardless of their background or station in life, could turn their dreams into reality. But for the past decade, we have seen the glimmer of the Golden State reduced by one-party rule that places politics over progress and special interests over people. Sacramento needs an honest leader with a clear vision.

“I have been a compassionate disruptor throughout my life, from representing the United States and winning a gold medal at the Olympics to helping advance the movement for equality. As Californians, we face a now-or-never opportunity to fundamentally fix our state before it’s too late. Taking on entrenched Sacramento politicians and the special interests that fund them requires a fighter who isn’t afraid to do what is right. I am a proven winner and the only outsider who can put an end to Gavin Newsom’s disastrous time as governor.

“Californians want better and deserve better from their governor. For too long, career politicians have over-promised and under-delivered. We need a leader with a vision and the resolve to see it through. This will be a campaign of solutions, providing a roadmap back to prosperity to turn this state around and finally clean up the damage Newsom has done to this state.

“Small businesses have been devastated because of the over-restrictive lockdown. An entire generation of children have lost a year of education and have been prevented from going back to school, participating in activities, or socializing with their friends. Taxes are too high, killing jobs, hurting families, and putting an especially heavy burden on our most vulnerable people.

“This isn’t the California we know. This is Gavin Newsom’s California, where he orders us to stay home but goes out to dinner with his lobbyist friends.

“In the next few weeks, I will meet with Californians from across the state—from the North Bay to the Central Valley to Orange County and San Diego—to hear their voices and finally get this state moving in the right direction. The significance of this decision is not lost on me. The sacrifice is significant, but responsibility is great, and I can’t wait to lead, to help and most importantly to disrupt the status quo once again.

“I’m in!”

Newsom’s opponents turned in more than 2 million signatures last month to trigger a likely recall later this year. Several Republicans have already entered the race, notably former San Diego Mayor Kevin Faulconer and former gubernatorial candidate John Cox.

Joel B. Pollak is Senior Editor-at-Large at Breitbart News and the host of Breitbart News Sunday on Sirius XM Patriot on Sunday evenings from 7 p.m. to 10 p.m. ET (4 p.m. to 7 p.m. PT). He is the author of the recent e-book, Neither Free nor Fair: The 2020 U.S. Presidential Election. His recent book, RED NOVEMBER, tells the story of the 2020 Democratic presidential primary from a conservative perspective. He is a winner of the 2018 Robert Novak Journalism Alumni Fellowship. Follow him on Twitter at @joelpollak.



Il caso della California
Una nuova speranza per la California?
24 marzo 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... alifornia/


Chi è Kevin Faulconer, l’ex Sindaco Repubblicano di San Diego, una (possibile) nuova speranza per far tornare la California di nuovo grande.

La California è uno degli Stati americani più famosi e iconici in assoluto. Il Golden State, è inoltre lo stato più popoloso e con il PIL più alto della nazione. Questo è noto a tutti.

Per decenni, e questo è meno noto, la California è stata una roccaforte repubblicana, votando ininterrottamente per i candidati del GOP dal 1968 al 1988. Tuttavia, il cambiamento demografico cambiò completamente il clima politico.

Le elezioni del 1992 hanno rappresentato un completo riallineamento politico per lo Stato, un momento a partire dal quale è progressivamente diventato un “Deep Blue State”, uno Stato roccaforte dei Democratici, che con i suoi 55 Grandi Elettori risulta essere una risorsa imprescindibile per ogni candidato democratico che ambisca alla presidenza.

Allo stesso tempo, il Partito Democratico ha acquisito il completo controllo anche della politica locale della California. L’ascesa dei Democratici ha comportato infatti l’applicazione di politiche economiche fortemente anti-impresa. La Tax Foundation indica la California come uno dei “peggiori stati dove gestire un’attività economica”, posizionandola al 48° posto.

L’elevatissima aliquota della State Income Tax, la tassa sui redditi locale, è fissata al 13,3% (la più alta del paese), le numerose regolamentazioni e l’altissimo costo della vita, hanno reso la California un vero e proprio “inferno” per chi vuole gestire un’attività d’impresa.

Negli ultimi anni, per effetto di queste politiche, si è dunque assistito ad una vera e propria fuga delle imprese, soprattutto nel settore High Tech, dalle spiagge assolate della California verso le fertili pianure del Texas. Nel solo 2020, sono state ben sei le compagnie a fare gli scatoloni, tra cui le californiane iconiche Hewlett Packard e Oracle. Anche numerosi capitani d’impresa, tra cui Douglas Merritt e Elon Musk, hanno fatto i bagagli.

Ma non sono solo le imprese a scappare, il Golden State è interessato anche da un imponente flusso migratorio in uscita, composto principalmente da elettori conservatori stanchi del dominio democratico nello Stato e da giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Ancora una volta, la principale meta per chi abbandona lo stato è il Texas, che con la sua bassa pressione fiscale e l’abbordabile costo della vita rappresenta il luogo ideale per trovare un impiego o avviare un’attività economica.

La situazione è poi definitivamente precipitata nell’ultimo anno, con la California che ha subito il suo primo calo della popolazione, il quale le è già costato un seggio alla Camera e il rispettivo Grande Elettore alle presidenziali con la nuova redistribuzione dei seggi e dei Grandi Elettori nel Collegio Elettorale a seguito del Censimento del 2020.

Inoltre, il 10 giugno del 2020, è stata lanciata un’iniziativa per chiedere il “Recall” (cioè la revoca del mandato) del governatore democratico Gavin Newsom. Quest’ultimo, negli ultimi mesi, ha subito un vero e proprio tracollo nel suo consenso personale. Pesano l’incapacità di invertire il trend economico disastroso dello Stato, la pessima gestione dell’epidemia di COVID-19, un recente scandalo relativo ad una cena in un ristorante con alcuni finanziatori in palese contrasto con le norme anti-Covid imposte dallo stesso governatore e la mancata tempestività nella reazione agli incendi estivi nello Stato. Sotto gli occhi del democratico Gavin Newsom le scuole stanno fallendo, i senzatetto sono alle stelle, le piccole imprese stanno chiudendo e i posti di lavoro stanno scomparendo.

Kevin Faulconer, Repubblicano, ex-Sindaco di San Diego dal 2014 al 2020

Nel mentre, dal GOP, è emerso il candidato che potrebbe essere “adatto” a sconfiggere Newsom in un’eventuale elezione di recall. Si tratta di Kevin Faulconer, ex-sindaco di San Diego dal 2014 al 2020. Da poco andato in pensione, si presenta con delle buone credenziali bipartisan – ha vinto due volte le elezioni in una città dove la maggior parte degli elettori sono Democratici.

Faulconer è un “repubblicano moderato” che durante il suo mandato come Sindaco ha da un lato perseguito politiche economiche fiscalmente conservatrici (meno tasse, controllo della spesa e taglio agli sprechi) ma dall’altro ha adottato iniziative spiccatamente progressiste, come un aggressivo piano contro il cambiamento climatico, che renderà San Diego una città “100% a energia rinnovabile” entro il 2035 (piano applaudito anche dal santone del clima Al Gore), l’applicazione di misure volte a ridimensionare il problema dei senzatetto, l’issare la bandiera arcobaleno nel municipio per celebrare il Gay Pride o evitare le posizioni più anti-immigrazione per costruire dei forti legami con il vicino Messico.

Faulconer, probabilmente, imposterà la campagna elettorale lasciando da parte i temi sociali e focalizzandosi sui suoi risultati come Sindaco e sull’adozione di politiche economiche conservatrici che possano far ripartire l’economia californiana. In questo, l’ex sindaco di San Diego, seguirà certamente l’esempio di altri Repubblicani che governano Stati solidamente Democratici, come Larry Hogan del Maryland, Charlie Baker del Massachusetts e Phil Scott del Vermont, i quali, grazie ad un mix tra adozione di politiche economiche conservatrici e l’attenzione alle politiche sociali di marca progressista, sono riusciti ad ottenere buoni risultati nei loro Stati, ottenendo anche degli indici di gradimento tra i più alti nella nazione.

Kevin Faulconer e Donald Trump

Faulconer ha sostenuto la rielezione di Donald Trump a novembre, “pensavo che sarebbe stato il migliore per l’economia”, ha detto la speranza del GOP al giornalista George Skelton. Una dichiarazione curiosa visti i precedenti sforzi per prendere le distanze dal Presidente.

Anche se Donald Trump ha perso in California con una valanga di voti di distacco, ha ricevuto più di 6 milioni di voti e comanda ancora la classifica dei politici piè amati dai repubblicani californiani. Faulconer non può dunque permettersi di alienare una porzione significativa di quella base se spera di andare bene alle elezioni. Ma, allo stesso tempo, se Faulconer sarà troppo strettamente associato all’ex-presidente, molto probabilmente spegnerà l’entusiasmo degli indipendenti, dei repubblicani moderati e degli stessi elettori Democratici più “trasversali”, di cui ha bisogno per vincere – qualcosa che nessun repubblicano qui riesce più a fare da 15 anni. È difficile mettere assieme entrambe le cose, abbracciando Trump e tenendolo a distanza, anche se Faulconer potrebbe provarci.

Ovviamente la strada per Faulconer è “tutta in salita”, ma certo va detto che quando nel 2014 Larry Hogan lanciò la propria candidatura nel Maryland in pochi scommisero su una sua vittoria. Fu proprio da quel “miracolo elettorale” che iniziò la “rinascita del Maryland”.

La candidatura di Kevin Faulconer può rappresentare certamente una speranza per permettere a quel “gigante ferito” che è la California di “tornare grande di nuovo”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:00 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:01 pm

6)
Il mostruoso politicamente corretto dei democratici



AMEN ed A-WOMAN. Così termina il discorso un "Pastore" parlamentare democratico. L'ignoranza è la fine della civiltà
Giuseppina Perlasca
4 gennaio 2021
https://scenarieconomici.it/amen-ed-a-w ... la-civita/

Non è una battuta da giornale satirico. Non è il comico italiano che aveva satiricamente fondato il movimento “O-Men”. No qui è tutto, tragicamente, vero.

Si apre la 117 legislatura degli Stati Uniti. parla di democratico deputato Emanuel Cleaver, che, fra l’altro, è un Pastore da 37 anni. ha concluso il proprio discorso inaugurale alla Camera con un solenne
Amen and A-Woman

AMEN and A-WOMAN ?? che vuol dire . Amen NON è una parola della lingua inglese, ma ebraica, che si pronuncia sempre uguale in qualsiasi lingua, e che è utilizzato per dire “Così Sia”. Perfino nella lingua araba è utilizzato con lo stesso significato. Però l’egocentrismo e l’ignoranza profonda della nuova cultura “Woke” americana hanno l’incredibili potere di trasformare una parola ebraica in una inglese, dandole, fra l’altro, un valore sessista. Un po’ come qualche nostro giornalista scrive “ad hoc” “ad ok”, oppure pronuncia “Sine die “”Sein Dein”. tanto tutto fa brodo. Incredibile che questo accada a colui che afferma di essere stato un Pastore per 37 anni. Che insegnamenti ha portato al suo gregge?

Un pastore che poi appare incerto anche su quale sia il suo gregge perchè prima, chiedendo la pace sul mondo, chiede aiuto al “Dio monoteistico, a Bhrama o il dio chiamato con cento nomi da cento fedi.”. Ora se io fossi Amaterasu, Dea solare giapponese sposa dell’Imperatore, mi seccherei un pelo nel non essere citata direttamente. Del resto “Il dio dai cento nomi” deve essere stato preso paro paro dal “Dio dai molti volti” “Many faced god” di “Games of Thrones”. Salvo prima descrivere Dio che rivolge il suo “Viso verso di noi”, facendone quindi una personificazione che va bene per il cristianesimo, ma farà infuriare le altre religioni monoteistiche.

Questa generazione di politici e intellettuali “Politicamente corretti” si basa su due colonne fondamentali: l’ignoranza da un lato e l’egocentrismo dall’altro. Si tratta degli stessi intelligentoni che hanno abbattuto le statue di Colombo senza sapere che spesso erano omaggi delle comunità italo americane alla loro nuova patria. Tutto viene giudicato secondo il proprio metro di falso e soprattutto viene giudicato.


La Statua di Lincoln che celebrava l'emancipazione dalla schiavitù è stata rimossa perche "razzista".
L'Osservatore Repubblicano
2 dicembre 2020

https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... &ref=notif

Una statua di Abraham Lincoln con uno schiavo liberato inginocchiato ai suoi piedi è stata rimossa dal suo piedistallo a Boston.
Il problema era che lo schiavo nero inginnochiato costituiva una mancanza di rispetto e un'ingiustizia razziale.
Gli operai del comune hanno rimosso l'Emancipation Memorial, noto anche come Emancipation Group e Freedman's Memorial, all'inizio di martedì da un parco appena fuori Boston Common, dove si trovava dal 1879.
I funzionari della città avevano deciso alla fine di giugno di rimuovere il memoriale dopo le lamentele e un aspro dibattito sul progetto . Il sindaco Marty Walsh aveva riconosciuto all'epoca che la statua metteva "a disagio" sia i residenti che i visitatori.
Il "disagio" è solo nella mente di chi pensa a queste sciocchezze.
Se viene rimossa la statua di colui che ha combattutto la schiavitù degli afroamericani e la loro emancipazione, accusandola di razzismo allora è la fine della ragione.
La statua in bronzo è una copia di un monumento eretto a Washington, DC, tre anni prima nel 1876. La copia è stata installata a Boston perché la città ospitava il creatore della statua, Thomas Ball.
È stato creato per celebrare la liberazione degli schiavi in America ed era basato su Archer Alexander, un uomo di colore che sfuggì alla schiavitù, aiutò l'esercito dell'Unione ed era l'ultimo uomo rimesso in schaivitù ai sensi del Fugitive Slave Act del 1850.
Ma mentre alcuni hanno visto l'uomo a torso nudo alzarsi in piedi mentre si scuoteva dalle catene spezzate sui polsi, altri lo hanno percepito in ginocchio davanti a Lincoln, il suo emancipatore bianco.
L'iscrizione su entrambe le statue a Washington e Boston dice: "Una razza liberata e il paese in pace. Lincoln riposa dalle sue fatiche".
Più di 12.000 persone avevano firmato una petizione che chiedeva la rimozione della statua e la commissione per le arti pubbliche di Boston ha votato all'unanimità per rimuoverla. La statua dovrà essere conservata fino a quando la città non deciderà se esporla in un museo.
Il memoriale era sotto osservazione almeno dal 2018, quando la città di Boston ha lanciato una revisione completa per verificare se sculture pubbliche, monumenti e altre opere d'arte riflettessero la diversità della città e non offendessero le comunità di colore.
La commissione per le arti ha detto che stava prestando particolare attenzione alle opere con "storie problematiche".
La scorsa estate, i manifestanti antirazzisti, BLM avevano promesso di abbattere la statua originale a Washington, spingendo la Guardia Nazionale a schierare un distaccamento per proteggerla.

https://www.foxnews.com/us/statue-of-ab ... -in-boston



Se la "Cancel Culture" sta cancellando l'America Michele Marsonet
7 gennaio 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... -lamerica/

Ormai non passa giorno senza leggere notizie che stravolgono le idee correnti sull’America e sulla sua cultura. In altre parole, il politically correct, la gender theory e la cancel culture stanno cambiando radicalmente il Paese e la sua immagine internazionale, tanto da indurci a chiedere se davvero gli Stati Uniti riusciranno a conservare in futuro il ruolo di nazione-guida dell’Occidente.

Ammesso, ovviamente, che l’Occidente liberaldemocratico tuttora esista, e che gli americani – o, almeno, la loro maggioranza – siano ancora interessati a conservare quel ruolo. Domande tutt’altro che peregrine, e alle quali non è per nulla facile rispondere.

Tre notizie recentissime confermano che la crisi culturale e ideologica che ha colpito al cuore gli Stati Uniti minaccia di essere epocale, e non transitoria. Parlo di crisi culturale e ideologica perché essa è nata, cresciuta e maturata in primo luogo nel mondo scolastico e universitario.

È stata innescata dalla presenza sempre più massiccia di insegnanti delle scuole superiori e delle università che hanno diffuso tra gli studenti modelli culturali e letture della storia alternativi, svilendo il sistema valoriale americano e occidentale per esaltarne altri.

Veniamo dunque alle notizie di cui sopra. In una High School del Massachusetts gli insegnanti, adottando lo slogan “Disrupt Texts”, sono riusciti a far passare l’idea che Omero fosse un bieco razzista e sessista, ragion per cui Iliade e Odissea sono state “purgate” ed eliminate dai programmi, pare con il consenso di moltissimi studenti.

Stessa sorte toccherà ad autori più vicini temporalmente come Nathaniel Hawthorne e Francis Scott Fitzgerald, ma in questo caso l’impressione è un po’ minore. Grande sconcerto desta invece il fatto che alla Brown University, nel Rode Island, gli studenti chiedano di abbattere le statue degli imperatori romani Augusto e Marco Aurelio poiché sarebbero “suprematisti bianchi”, mentre al New York Times alcuni redattori propongono di cancellare ogni riferimento ad Aristotele poiché “giustificava lo schiavismo”.

La seconda notizia è, se possibile, ancor più gustosa. Emanuel Cleaver, un deputato democratico del Missouri, nonché pastore protestante e importante esponente della comunità afroamericana, ha concluso il suo discorso inaugurale del nuovo Parlamento del suo Stato con la frase “Amen and Awoman”. Omaggio evidente alla parità di genere.

Tuttavia Cleaver è uomo di Chiesa e avendo 76 anni (è nato nel 1944) dovrebbe pur sapere che la parola amen è ebraica, e ha vari significati, tra i quali i più importanti sono “in verità” e “così sia”. Insomma nulla a che fare con sesso e genere e, soprattutto, niente a che fare con la lingua inglese. Si è quindi scatenata, giustamente, una bufera. Il buon Cleaver conosce, da pastore evangelico, l’etimologia di amen? Parecchi ne dubitano, ma ciò getta un’ombra sinistra sulla qualità dei politici Usa che amano definirsi “progressisti”.

Terza e ultima notizia. Dopo mesi di proteste e petizioni della locale comunità afroamericana, il sindaco democratico di Boston ha infine accolto la richiesta di rimuovere dalla metropoli del New England la statua di Abraham Lincoln. Sembra che per ora non sia stata abbattuta, ma solo trasferita nel vicino District of Columbia, in attesa di conoscere la sua sorte.

Strano destino per il presidente che dichiarò guerra alla Confederazione Sudista e la vinse ponendo così termine alla vergogna dello schiavismo. Odiato per questo dai razzisti bianchi, uno dei quali lo assassinò. Ebbene, gli autori della richiesta leggono la storia in modo alternativo, giacché per loro anche Lincoln era uno sporco razzista, che in effetti agì solo per opportunismo.

In realtà mise in gioco, rischiando molto, l’unità della nazione scatenando una guerra civile lunga e sanguinosa pur di porre termine alla schiavitù. Tuttavia i fautori della cancel culture, tra cui si collocano fior di accademici, non esitano a insistere e senza dubbio in breve tempo Lincoln finirà tra gli obiettivi degli abbattitori di statue, al pari dei generali che servirono la Confederazione Sudista.

Si rammenti, infine, che la pervasività del politically correct ha toccato persino i cartoni animati più classici della Disney, da Peter Pan a Lilli e il Vagabondo, da Gli aristogatti a Il libro della giungla. Difficile ormai vederli in tv perché la Disney si è adeguata alle regole della correttezza politica facendoli precedere da note informative. Vi si spiega, per esempio, che gli indiani di Peter Pan forniscono una rappresentazione derisoria dei nativi americani, mentre ne Il libro della giungla la scimmia King Louie canta in stile “dixieland” e sarebbe pertanto un’altra rappresentazione razzista e caricaturale degli afroamericani, aggravata pure dalla pigrizia del personaggio animato.

Che dire, è davvero difficile tornare indietro quando si tocca un livello così basso. Cos’altro dovremmo attenderci? Forse che qualche fanatico della cancel culture imiti quanto fecero i talebani distruggendo le statue di Buddha in Afghanistan. Qualcuno potrebbe raggiungere il Monte Rushmore e distruggere con la dinamite i volti di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e dello stesso Abraham Lincoln. Nessuno di essi, a ben guardare, si salverebbe dalla mannaia del politically correct.




Ieri gli studenti dell'Università di Harvard hanno lanciato un appello per togliere la laurea a Donald Trump. Io ricordo un solo caso del genere: l'Università di Bonn che levò la laurea honoris causa a Thomas Mann per le sue posizioni antinaziste.
17 gennaio 2021
Lungi da me paragonare Thomas Mann a Donald Trump sia chiaro, ma solo per dire che sono richieste molto pericolose queste. E tendo anche a sottolineare che gli studenti di Harvard sono rampolli del patriziato americano che giocano a fare gli inclusivi (sic) e i rivoluzionari dall'alto dei propri privilegi di classe.
Sempre sulla caccia alle streghe in corso negli Usa un'altra nuova arriva sempre da Harvard: è stata rimossa dal consiglio di amministrazione dell'università la deputata repubblicana Elise Stefanik, con la motivazione di aver partecipato alla contestazione dei voti del collegio elettorale il 6 Gennaio. Tira davvero una brutta aria di caccia alle streghe se un parlamentare nell'esercizio delle proprie funzioni viene licenziato dalle sue cariche civili per aver espresso un voto evidentemente non gradito.
Tira una brutta aria, aria di golpe bianco. (di G.M.)

https://it.wikipedia.org/wiki/Elise_Stefanik
Il 25 settembre 2019 Stefanik ha annunciato che non avrebbe appoggiato la richiesta di impeachment contro Donald Trump. Durante l'udienza del novembre 2019 in cui il Congresso era impegnato ad ascoltare i testimoni in relazione all'inchiesta di impeachment nei confronti di Trump, Stefanik è emersa come il difensore-chiave del presidente Trump.




Molto preoccupante questo articolo sulla Harris, forse non casualmente nominata per prima dall’articolista, e su Biden.
A beneficio di coloro che non comprendono il francese, riporto alcuni punti essenziali:
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7070329047

- sul suo Twitter Kamala ha scritto che desidera che ci si riferisca a lei con questo prenome: SHE/HER. Complimenti per questo pensiero di grande innovazione per il genere umano, con tanti saluti a quanto previsto nella Bibbia che spiega per bene le ragioni dell’esistenza dell’uomo E della donna. Però, mi chiedo e LE/GLI chiedo, i suoi amici islamici saranno d’accordo con questo pensiero della filosofia Harrisiana?
- la rivista Vogue è stata duramente rimproverata per aver pubblicato una fotografia della vice-presidente (davvero solo vice?) nella quale la sua pelle appare più chiara di quanto non sia nella realtà. A poco sono servite le risposte di Vogue che ha risposto che il fotografo, oltre ad essere di colore egli stesso, è anche un militante del pensiero pro-diversità.
- Apple ha donato 100 milioni di dollari in favore dell’uguaglianza razziale. Il Propel center starà nell’università di Atlanta, “STORICAMENTE NERA”, ma non sono possibili gelosie: tutte le università “storicamente nere” riceveranno sussidi. E soldi arriveranno pure a due imprenditori che fanno parte delle minoranze (solo due? Come siete poco generosi voi della Apple!)
- Biden, in un suo tweet del 10 gennaio, assicura che la loro priorità sarà aiutare le piccole imprese di proprietà dei neri, dei latino-americani, degli asiatici e dei nativi americani (amerindi).
Auguri, America, ma noi dobbiamo preoccuparci non poco, con questo chiaro di luna.
Kamala Harris et Joe Biden: et ce n’est que le début… - Causeur


Kamala Harris et Joe Biden: et ce n’est que le début…
Suite de "Cancel cul…quoi" ?
Didier Desrimais
18 janvier 2021
https://www.causeur.fr/kamala-harris-et ... oke-190348



Come Joe Biden vuole distruggere lo sport femminile
23 gennaio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... femminile/

Le priorità dell’Amministrazione Biden-Harris e della Sinistra radicale: permettere agli uomini che si sentono donne di usare i bagni e gli spogliatoi delle donne e di gareggiare nelle competizioni femminili. Il tutto a danno della leale concorrenza tra le atlete.

Qualche ora dopo aver prestato giuramento, mercoledì, il Sleepy Joe Biden ha firmato anche un ordine esecutivo che conferisce ampi diritti agli uomini e alle donne che vogliono vivere come si sentissero appartenenti al sesso biologico loro opposto, incluso il permettere agli individui transgender di competere negli sport partecipando alle gare sportive nella categoria di genere in cui si identificano.

“Il primo giorno, Biden distrugge unilateralmente lo sport femminile”

ha scritto su Twitter l’autrice Abigail Shrier.

“Qualsiasi istituto scolastico che riceve un finanziamento federale dovrà ammettere gli atleti di sesso maschile dal punto di vista biologico nelle squadre femminili, alle borse di studio femminili, ecc.”

“Un nuovo soffitto di vetro (a opprimere) è stato appena posizionato sulle donne”

ha detto nel tweet.

“Ogni persona dovrebbe essere trattata con rispetto e dignità e dovrebbe essere in grado di vivere senza paura, non importa chi sia o chi ami”, ha scritto Biden nell’Executive Order, usando gli stessi punti di discussione usati durante l’amministrazione Obama.

L’ordine esecutivo renderà anche spazi come i servizi igienici e gli spogliatoi aperti a tutti gli individui, in base al sesso percepito (piuttosto che sul sesso biologico).

“I bambini dovranno essere in grado di imparare senza preoccuparsi se gli verrà negato loro l’accesso al bagno, agli spogliatoi o agli sport scolastici”, ha scritto Biden.

L’ordine esecutivo contempla anche delle disposizioni sul luogo di lavoro, assicurando che le persone non “vengano licenziate, demansionate o maltrattate a causa del sesso della persona con cui convivono a casa o perché il modo in cui si vestono non è conforme agli stereotipi basati sul sesso”.

L’ordine esecutivo cita anche gli statuti federali che Biden ritiene “sostengano” il suo provvedimento, incluso il Titolo IX, che in realtà dice il contrario, perché lo statuto proibisce alle scuole che ricevono finanziamenti federali la discriminazione nei confronti delle donne, anche nello sport.

L’ordinanza rivendica anche il Civil Rights Act del 1964 che impedisce la discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso e la nazionalità, e che si applica anche all’orientamento sessuale.

Biden cita il caso Bostock v. Clayton County della Corte Suprema degli Stati Uniti, in cui si decise che “un datore di lavoro che licenzia un individuo semplicemente per essere gay o transgender viola il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964″.

“La politica della mia amministrazione è quella di prevenire e combattere la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale e di far rispettare pienamente il Titolo VII e altre leggi che vietano la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale”, ha detto l’ordine. “È anche politica della mia amministrazione affrontare le forme di discriminazione che si sovrappongono”.

L’ordine esecutivo dovrebbe essere applicato a tutti i livelli del governo federale, e si chiede alle agenzie federali di farlo osservare.


Le motivazioni dei favorevoli

La campagna per i diritti umani, che da anni sollecita diritti “speciali” per le persone in base alle loro preferenze sessuali, ha elogiato l’ordine di Biden:

“L’ordine esecutivo di Biden è l’ordine esecutivo più importante e di ampia portata riguardante l’orientamento sessuale e l’identità di genere mai emesso da un presidente degli Stati Uniti.”

ha affermato in una dichiarazione Alphonso David, Presidente della Campagna per i diritti umani.

“Oggi, milioni di americani possono tirare un sospiro di sollievo sapendo che il loro presidente e il loro governo credono che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere non sia solo intollerabile ma illegale. Attuando pienamente la storica sentenza della Corte Suprema di Bostock, il governo federale applicherà la legge federale per proteggere le persone LGBTQ dalla discriminazione in materia di occupazione, assistenza sanitaria, alloggio, istruzione e altri settori chiave della vita.”

“Sebbene l’attuazione dettagliata nel complesso del governo federale richiederà del tempo, questo ordine esecutivo inizierà a cambiare immediatamente le vite dei milioni di persone LGBTQ che cercano di essere trattati allo stesso modo secondo la legge.”

“La lista completa degli ordini esecutivi del primo giorno segna un gradito passaggio dalla politica della xenofobia e della discriminazione a un’amministrazione che abbraccia il nostro mondo, la sua gente ei suoi sognatori. Non vediamo l’ora di continuare a impegnarci con la Casa Bianca, il Dipartimento di Giustizia e le altre agenzie per garantire che la sentenza Bostock sia adeguatamente implementato in tutto il governo federale.”

Le motivazioni dei contrari

Tony Perkins, presidente del Family Research Council, sostiene invece che Biden minaccia le persone credenti e che si scontra con i fatti.

“Con un tratto di penna, il presidente Joe Biden ha ribaltato la legislazione sui diritti civili di 50 anni fa, svuotando le protezioni per le persone che hanno una fede.”

La tutela della libertà religiosa e di coscienza, infatti, è un altro “problema”.

Ad esempio, in base alla nuova direttiva di Biden, ai medici professionisti potrebbe essere richiesto di eseguire procedure per il cambio di sesso in violazione del loro credo religioso. Le aziende e le altre organizzazioni che hanno una base di fede religiosa potrebbero essere costrette a offrire piani di assistenza sanitaria che coprano anche il “cambio di genere”.

“Il presidente Biden sta attuando unilateralmente un radicale cambiamento di politica che di routine non è riuscito a ottenere tramite l’approvazione del Congresso, l’organismo incaricato dalla Costituzione di approvare le leggi.”

“Purtroppo, l’amministrazione Biden sta pianificando di andare molto oltre nel suo assalto alla realtà biologica e dovrebbe ordinare alle scuole di abolire gli sport femminili e costringere ragazzi e ragazze a usare le stesse docce e spogliatoi, e forse stare anche nella stessa cuccetta insieme nei viaggi scolastici. Il partito che afferma di essere il partito della scienza sta portando avanti politiche che negano la realtà.”

Biden ha quindi affermato di voler garantire la parità di trattamento ai sensi della legge ordinando alle agenzie federali di eliminare la discriminazione nelle linee guida e nelle politiche, mentre le voci critiche hanno previsto che il risultato finale sarà l’effettiva eliminazione dei bagni, degli spogliatoi, e dell’atletica femminile.

“Sfortunatamente, l’amministrazione Biden non ha perso tempo, chiedendo subito delle politiche che privassero le donne di tutele legali, negando alle atlete una concorrenza leale nello sport, ignorando le esigenze di salute uniche delle donne e costringendo le ragazze vulnerabili a condividere spazi intimi con degli uomini che si identificano come donne.”

ha detto Christiana Holcomb, consulente legale di Alliance Defending Freedom.

Un sondaggio del novembre 2019 di Rasmussen Reports ha rilevato che solo il 29% è favorevole a consentire ai maschi che si identificano come donne di competere nello sport contro le femmine, mentre il 51% si è opposto.

Le implicazioni per l’atletica hanno attirato l’attenzione nazionale l’anno scorso, dopo che l’ADF ha intentato una causa per conto di tre atlete di atletica leggera delle scuole superiori del Connecticut che hanno affermato di essere state private della leale concorrenza, degli onori e delle opportunità di ottenere le borse di studio da due corridori transgender, che avevano vinto 15 titoli statali.

“Questa non è uguaglianza e non è progresso”,

ha continuato la Holcomb.

“L’appello del presidente Biden all’unità è nulla se cerca di tenere in ostaggio coloro che ricevono i fondi federali se non fanno un danno enorme ai diritti, alle opportunità e alla dignità delle donne e delle ragazze”.

L’amministrazione Trump si era schierata con le atlete del Connecticut, sostenendo che la politica statale avesse violato il Titolo IX, discriminando le ragazze e le donne.

Terry Schilling, presidente dell’American Principles Project, ha sottolineato che il suo gruppo ha cercato di pubblicare un annuncio sulle minacce dei Democratici agli sport femminili, ma che l’annuncio è stato bannato da Facebook a settembre per “contesto mancante”.

“Abbiamo ha avvertito, durante le elezioni, che Biden e i Democratici erano una minaccia per i diritti conquistati a fatica delle donne, in particolare delle atlete”

“Questi avvertimenti sono stati etichettati come ‘bugie’ e ‘disinformazione’ da molti giornalisti e censurati dai social media. Ma ora Biden con il suo comportamento ci ha dato ragione, e nientemeno che nel suo primo giorno in carica.”

Ryan Anderson, ricercatore senior della Heritage Foundation, ed Emilie Kao, direttrice del DeVos Center for Religion & Civil Society, hanno affermato che “non ci vuole una sfera di cristallo per capire come i funzionari dell’amministrazione Biden interpreteranno ed applicheranno queste politiche”.

“Gli uomini che si identificano come donne dovranno essere ammessi negli spazi riservati alle donne, i ragazzi che si identificano come ragazze dovranno essere autorizzati a competere nelle competizioni atletiche femminili, i piani sanitari dovranno pagare per le procedure sulla transizione di genere, e medici ed ospedali dovranno eseguirle, [e] le agenzie di adozione non potranno cercare solo mamme e papà sposati per prendersi cura dei bambini bisognosi.”

Breitbart.com, WashingtonTimes.com

Gino Quarelo
Una totale mancanza di rispetto per le donne, demenzialità assoluta sia per i bagni sia per lo sport.



JOE BIDEN: "LA NOSTRA PRIORITÀ: CONCEDERE AIUTI FINANZIARI ALLE IMPRESE DI PROPRIETÀ DI NERI, LATINI, ASIATICI, INDIANI E DONNE"
12 gennaio 2021

https://www.islamnograzie.com/joe-biden ... i-e-donne/

In un annuncio altamente controverso e discriminatorio domenica, il democratico Joe Biden ha proclamato che la sua amministrazione darà la priorità agli aiuti economici finanziati dai pagatori fiscali per le imprese in base alla razza e al genere.

“Il nostro focus sarà sulle piccole imprese di Main Street che non sono ricche e ben collegate, che stanno affrontando reali difficoltà economiche senza colpa propria”, ha detto Biden in un video discorso sceneggiato dai suoi gestori che è stato pubblicato sull’account Twitter di transizione ufficiale della sua amministrazione. “La nostra priorità saranno le piccole imprese di proprietà di neri, latino, asiatici e nativi americani, le imprese di proprietà femminile e infine l’accesso paritario alle risorse necessarie per riaprire e ricostruire.”

“Ma faremo uno sforzo concertato per aiutare le piccole imprese delle comunità a basso reddito nelle grandi città, nelle piccole città, nelle comunità rurali che hanno affrontato barriere sistemiche ai soccorsi”, ha continuato. “Pensa alla mamma e al proprietario pop con un paio di dipendenti che non possono prendere il telefono e chiamare un banchiere, che non ha un avvocato, un contabile, per aiutarli attraverso questo complicato processo per sapere se sono persino qualificati o chi semplicemente non sapeva dove questo sollievo è disponibile in primo luogo.”

Affermando che abbiamo attraversato questo “quando abbiamo riportato Detroit in ginocchio”, Biden ha concluso: “E come abbiamo visto nel rapporto sul lavoro di questa mattina, ristoranti, bar e industria dell’ospitalità sono stati sbattuti da questo virus. Dirigeremo verso quelle aziende e altre che sono state così duramente colpite, colpite più duramente. Dobbiamo loro quel sostegno per aiutarli a superare l’altra parte di questa crisi.

La nuova amministrazione di sinistra di Joe Biden sta lavorando sodo per coprire la sua lunga storia di commenti razzisti e discriminatori nei confronti delle minoranze. Anche la rivista di sinistra New Yorker ha sbattuto alcuni dei suoi numerosi reati, che concludono “lo rendono inadatto alla riabilitazione”,

Joe Biden una volta chiamò… Barack Obama “il primo tipo di afroamericano tradizionale che è articolato, luminoso e pulito”. Zio Joe ha descritto i criminali afro-americani come “predatori” troppo sociopatici per riabilitarsi – e i senatori suprematisti bianchi sono suoi amici.

Invece di offrirsi di dare denaro dei contribuenti alle imprese di proprietà delle minoranze per tagliare la burocrazia, Joe Biden dovrebbe tagliare le normative come ha fatto il presidente Trump, che ha dato potere alle piccole imprese prima che i blocchi le distruggessero.



Biden nomina Rachel Levine sottosegretaria alla Sanità: è la prima transgender al governo Usa
Mercoledì 20 Gennaio 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/rache ... 13541.html

Joe Biden ha nominato "assistant secretary" (sottosegretario) della Sanità Rachel Levine, che sarà quindi la prima persona transgender ad occupare un incarico federale dal Senato. La pediatria è stata nominata nel 2017 dal governatore Tom Wolf segretario alla Sanità della Pennsylvania, dove in questi mesi è stata il volto della risposta dello stato alla pandemia di Covid.

«Dr. Rachel Levine porterà la stabile leadership e l'ampia conoscenza di cui abbiamo bisogno per affrontare la pandemia, a prescindere dalla razza, religione, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità», ha dichiarato Biden sottolineando che quella di Levine è «una scelta storica e profondamente qualificata per aiutare a guidare l'impegno sanitario della nostra amministrazione». Biden ha nominato segretario alla Sanità Xavier Becerra, un esponente democratico ispanico, ed ha assemblato una squadra, che sarà coordinata da Jeff Zients, per la risposta al coronavirus con specialisti ed esperti epidemiologici. Anche Anthony Fauci, il direttore National Institute of Allergy and Infectious Diseases, continuerà a lavorare in stretto coordinamento con l'amministrazione Biden.


Biden revoca il divieto di Trump: «Sì ai transgender nell'esercito, la forza dell'America sta nelle differenze»
25 gennaio 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/biden ... 23987.html

Joe Biden continua a smantellare a colpi di ordini esecutivi l'eredità ideologica di Donald Trump e revoca la misura con cui l'ex presidente aveva chiuso le porte delle Forze Armate ai transgender. Nell'ordine firmato da Biden si afferma «la politica che tutti gli americani che sono qualificati per servire nelle Forze Armate degli Stati Uniti devono poter servire».

«Il presidente Biden crede che l'identità di genere non debba essere un ostacolo al servizio militare e che la forza dell'America sia nella sua differenza», rendono ancora noto dalla Casa Bianca. «Permettere a tutti gli americani qualificati di servire il proprio Paese in uniforme è una cosa migliore per i militari e per la nazione perché una Forza inclusiva è più efficace» conclude la nota. In questo modo vengono revocati gli ordini, firmati da Trump nel 2017 e nel 2018 in reazione a loro volta ad una misura con cui nel 2016 Barack Obama aveva abolito un precedente divieto, e si stabilisce che da subito «militari transgender non possano più essere congedati o allontanati a causa della loro identità sessuale».

Biden vuole indagini approfondite sul come il Pentagono ha finora gestito il crescente fenomeno delle molestie e violenze sessuali tra i militari. Ma a preoccuparlo anche un dato da brividi e che risale agli ultimissimi giorni: tra i rivoltosi arrestati per l'assalto al Congresso del 6 gennaio scorso circa uno su cinque è legato alle forze armate, e molti di loro sono in contatto con gli ambienti dell'estrema destra e del suprematismo bianco.




Il falso nesso tra armi e razzismo in America. E con Biden-Harris vita dura per la polizia Usa
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
18 Feb 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... lizia-usa/

Essendomi davvero stancato del politically correct che ci viene propinato a tonnellate ogni giorno dai mass media, e in primo luogo dai social network, mi sento obbligato ad esporre alcune brevi considerazioni dove di politicamente corretto non v’è traccia. La voglia mi è cresciuta dentro constatando che la tendenza sta ormai prevalendo anche negli Stati Uniti. E le conseguenze si vedono, come poi dirò.

Dunque. In un articolo di alcuni anni orsono scritto dal premio Nobel per la letteratura Toni Morrison (deceduta nel 2019), pubblicato in prima pagina su la Repubblica, veniva prospettato un nesso di conseguenza logica fra la diffusione delle armi in America, il razzismo e la crescente frattura che si avverte negli Usa tra forze dell’ordine da un lato e comunità nera (appoggiata da alcuni politici) dall’altro.

Che nella società americana sia molto diffusa la cultura dell’autodifesa, che autorizza l’uso delle armi, è risaputo. Non c’è alcunché di misterioso in tutto questo. È un fatto spiegabile senza difficoltà rammentando la storia della nazione, basata sull’individualismo e sulla convinzione che la risposta armata di fronte all’aggressione di criminali di qualsiasi tipo sia del tutto legittima e giustificata.

Si noti, tra l’altro, che anche grazie a tale cultura diffusa gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale. Essendo i suoi cittadini abituati a maneggiare armi, risulta più facile – rispetto all’Italia e ad altri Paesi europei – addestrare le reclute e inviarle in missioni di guerra. Da noi il pacifismo imperante rende invece più arduo tale compito, inducendo al pessimismo nel malaugurato caso di attacco straniero al nostro territorio.

Scriveva dunque la Morrison che “le cosiddette leggi stand your ground for self-defense (che consentono a una persona armata di sparare a un presunto aggressore in base alla mera percezione di pericolo per la sua incolumità) permettono a chiunque di uccidere chi si trovi nella sua proprietà”.

Vero. Ma è forse migliore la situazione in Italia, dove per esempio un negoziante aggredito, se spara, rischia non solo di finire in galera, ma anche di dover risarcire l’aggressore? E dove lo stesso negoziante, che secondo i giudici non dovrebbe in alcun caso far fuoco, è obbligato a valutare nel giro di pochi secondi se il delinquente intende colpirlo sul serio oppure appropriarsi “soltanto” del suo denaro? Con ciò lasciando intendere che, in fondo, il furto del denaro altrui non costituisce reato?

E vengo ora alla questione del razzismo. La Morrison, lei stessa afroamericana, sosteneva che la polizia Usa è intrinsecamente razzista, scordando alcuni particolari importanti. In primo luogo non diceva che moltissimi neri fanno parte delle forze dell’ordine e subiscono anch’essi aggressioni. In secondo luogo dimenticava che tanti comandanti della polizia nelle principali città Usa sono, per l’appunto, neri.

Da rammentare inoltre il comportamento dell’ineffabile sindaco italo-americano di New York, il democratico Bill De Blasio. Sul suo caso molto è stato scritto, e mi limito a notare che il sindaco di una grande metropoli non dovrebbe indurre i propri figli a diffidare delle forze dell’ordine. Certo la polizia americana ha fama di durezza, ma non si vede come potrebbe lavorare diversamente in un contesto di quel tipo. Ancora una volta chiedo: meglio questo oppure il caos italiano, dove polizia e carabinieri vengono costantemente aggrediti, e pure criticati quando si difendono?

Aggiungo un’ultima chicca dell’articolo di Toni Morrison. Al tempo la scrittrice non era d’accordo con chi sosteneva che Barack Obama avrebbe dovuto fare di più per “difendere i neri”. Notando che era il presidente di tutti (e ci mancherebbe), affermava poi in modo quasi casuale: “Non dimentichiamo che sua madre e chi lo ha cresciuto erano bianchi”. Con ciò lasciando intendere che, se fosse cresciuto in una famiglia integralmente nera, avrebbe assunto un comportamento diverso.

I lettori di Repubblica apprezzarono molto il pezzo. Io – lo confesso – assai meno. Del resto sono ormai molti i Nobel che, dopo aver ricevuto il prestigioso premio, fanno dubitare della bontà delle scelte operate dalla giuria di Stoccolma. Basti pensare a tanti Nobel per la pace.

Mi accorgo ora di aver usato all’inizio di questo articolo l’espressione “cultura dell’autodifesa”, collocandomi ipso facto al di fuori dei confini che delimitano il politicamente corretto. Tuttavia non me ne pento affatto. È precisamente quel tipo di cultura, quella della Frontiera e del West, ad aver creato l’America com’è ora. O, meglio, com’era. Giacché pure l’America è cambiata, e negli ultimi anni i cantori del politically correct sono diventati maggioranza. Senza dubbio la presidenza Trump ha segnato un punto di svolta. Tuttavia le prime mosse di Joe Biden, efficacemente affiancato dalla sua vice Kamala Harris, lasciano chiaramente intendere che si sta tornando indietro. Le forze di polizia degli Stati Uniti avranno, col nuovo presidente, vita dura. Con tutta probabilità vedranno diminuire i fondi ad esse destinate, rendendo sempre più difficile da gestire una situazione dell’ordine pubblico già di per sé esplosiva.




Joe Biden: dopo il “realismo socialista” arriva il “realismo progressista”
18 febbraio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... gressista/

Riportiamo un articolo del magazine francese Causeur.fr scritto da Nicolas Lecaussin il 16 febbraio scorso, sulla politica progressista dell’amministrazione di Beijing Biden. Degli argomenti trattati ne abbiamo parlato più volte anche da noi dell’Osservatore Repubblicano, ma è interessante come vengano riassunti in un unico luogo tutti i casi ideologici portati avanti dalla Sinistra americana, che viene paragonata dall’autore dell’articolo allo “zdanovismo” di sovietica memoria.

Il Causeur è un magazine di attualità che si rivolge ad un pubblico conservatore e si considera “anti-conformista e pluralista”. Fondato alla fine del 2007 dalla giornalista Elisabeth Lévy, tra i suoi collaboratori figurano il filosofo Alain Finkielkraut.

Chi sarà il prossimo Andrej Zdanov?

A partire dagli anni ’30, sotto l’impulso di Andrej Zdanov, Segretario Generale nelle file dei bolscevichi, compagno di viaggio e stretto collaboratore di Stalin, si arrivò a pensare che l’arte e la cultura dovevano svolgere un ruolo essenziale nell’educazione ideologica delle masse. Gli intellettuali, gli artisti e i giornalisti non devono in nessun modo allontanarsi dalla loro funzione di “ingegneri delle anime“. Qualsiasi deviazione da questo “dovere” viene punita come si deve: censura dell’autore, divieto di scrivere e di creare, bando, arresto, gulag o addirittura la pena di morte. C’è una sola “verità” – quella socialista – e una sola “cultura”, quella ufficiale dettata dal Partito e che esprime il “realismo socialista“, sotto il controllo dei censori, degli apparatchik (ovvero il termine russo che indicava un funzionario a tempo pieno del Partito Comunista sovietico), dei propagandisti e degli altri scagnozzi al soldo di Zdanov. Alla fine della guerra, lo “Zdanovismo” permeò profondamente la campagna anti-occidentale che l’URSS e altri paesi comunisti condussero per tutto il periodo della guerra fredda, molto tempo dopo la morte di Zdanov nel 1948.


Anti-razzismo e teoria gender: una sola verità?

Naturalmente, non si può fare un paragone con ciò che sta accadendo attualmente in alcuni paesi occidentali, in particolare in America. Tuttavia, ci sono alcuni segnali sorprendenti. Per esempio, quando Joe Biden suggerisce nel suo discorso inaugurale che c’è solo una “verità” – che il “progressismo” deve essere compreso – e che coloro che sono contro di esso sono anche i “nemici dell’America”, il messaggio ha senz’altro un forte tono ideologico. Si basa su quella grandissima parte dell’America politica, culturale, accademica e mediatica che si è chiaramente votata al politicamente corretto. Con statue vandalizzate, nomi di strade cambiati, intellettuali e professori messi alla gogna, le azioni di “pulizia” culturale sono sempre più numerose e hanno poco da invidiare a quelle dello Zdanovismo degli anni ’30, che disonorava e censurava tutto ciò che era considerato appartenere alla “cultura borghese“.

Inoltre, anche i primi ordini esecutivi di Joe Biden sono un buon esempio della sua politica “progressista“, come, per esempio, la cancellazione della “Commissione 1776“ istituita dall’ex presidente Donald Trump. Questa commissione aveva appena ricordato i principi fondatori della Nazione e della Rivoluzione Americana in reazione ai deliri revisionisti del “Progetto 1619“ del New York Times, per il quale la Rivoluzione non aveva avuto altro scopo che preservare la schiavitù. Allo stesso modo, ha firmato un decreto in cui, in nome della lotta contro la discriminazione, ha negato le differenze di genere e ha sostenuto che i bambini dovessero essere invece istruiti contro gli “stereotipi sessuali“. Nel campo dello sport, tra l’altro, non ci saranno più differenze di genere o separazione tra uomini e donne. Biden reintroduce la discriminazione positiva degli anni di Obama, che è stata la fonte di molte tensioni e disuguaglianze nel settore dell’educazione e nel mercato del lavoro. Nell’annunciare la composizione del suo gabinetto, infine, Biden ha più volte sottolineato la “diversità” dei suoi membri. non si parla più di competenze, ma solamente della diversità razziale.


“Awomen“

Nello stesso tempo, alla Camera dei Rappresentanti, la presidente Nancy Pelosi ha approvato nuove linee guida linguistiche. Parole come “se stesso” e “se stessa” devono essere sostituite da una sola: “se stessi”. Le parole “padre”, “madre”, “figlio”, “figlia”, “fratello”, “sorella”, “zio”, “zia” ed altri termini legati al mondo della famiglia sono cancellati. La Pelosi ha anche creato un nuovo “Comitato ristretto sulle disparità economiche e l’equità nella crescita“, il cui vero ruolo è quello di giustificare tasse più alte e uno Stato più interventista. La sessione alla Camera si è conclusa con un “Amen” seguito da… ” Awomen“. Abbastanza da perdere letteralmente l’ebraico…

Tra le misure che ricordano le purghe sovietiche ci sono quelle prese da diverse Università americane. L’Università di Harvard rifiuta gli studenti asiatici e favorisce gli afroamericani. L’Università di Chicago introduce corsi obbligatori di “cultura nera”.

Anche nelle Scuole ci stanno arrivando. A San Francisco, non meno di 44 scuole hanno cambiato nome. Alla fine di gennaio, il San Francisco Unified School District (SFUSD) ha deciso infatti di cambiare i nomi per seguire criteri “progressisti e antirazzisti“. Licenziati Abraham Lincoln, George Washington, Thomas Jefferson, Daniel Webster, Paul Revere… Il loro torto? Non hanno combattuto la schiavitù (curioso che i censori abbiano evidentemente scordato che proprio Lincoln fece approvare il 13° Emendamento che aboliva la schiavitù) e il loro impegno politico non sarebbe stato sufficientemente “progressista” – e come avrebbero potuto? il progressismo moderno manco esisteva! Tra le vittime dell’epurazione c’è Diane Feinstein, che è ancora viva. Ex Senatrice e Sindaco di San Francisco. Ostracizzata perché aveva commesso il crimine, mentre era ancora in carica, di rimettere una bandiera confederata vandalizzata al suo posto in un museo. Ma meglio ancora, è stato stabilito che le “ammissioni competitive” a queste scuole di San Francisco erano a dir poco… razziste. Poiché la minoranza afroamericana era sottorappresentata, l’esame competitivo è stato eliminato. L’ammissione è ora basata su criteri razziali. D’altronde, anche il realismo socialista eliminava coloro che non avevano origini “sane”, cioè gli operai e i contadini.


Vandalismo progressista

Nomi di strade e persino di antiche Università sono sostituiti da altri nomi che non “offendono la dignità delle minoranze“. Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e Cristoforo Colombo (la cui statua è stata abbattuta persino nella città che porta il suo nome, Columbus, in Ohio) sono vittime del vandalismo progressista e diventano parìa nella terra della purezza ideologica e razziale.

Almeno altrettanto grave, alcuni mass media contribuiscono attivamente alla diffusione di questa politica, quando non la incoraggiano. Editorialisti sono costretti a dimettersi per aver scritto e pubblicato articoli che non corrispondono alle dottrine alla moda. Come James Bennet, l’opinionista del New York Times, perché ha osato pubblicare un’intervista di un Senatore repubblicano conservatore. Stan Wischnowski, un noto editorialista del Philadelphia Inquirer, che è stato anch’egli costretto a dimettersi per aver scelto un titolo ritenuto “offensivo” dagli attivisti del Black Lives Matter che vandalizzarono degli edifici: il titolo era “Buildings Matter, Too“. Il giornale fece ovviamente il suo mea culpa per averlo pubblicato. Un’altra editorialista del New York Times, Bari Weiss, ha lasciato a causa della pressione dei colleghi e della censura di Sinistra, che le impediva di fare bene il suo lavoro. Non era abbastanza “progressista“.

Sempre il famoso New York Times ha appena proposto all’amministrazione Biden di creare una “agenzia” o una “task force centralizzata” per combattere, in collaborazione con le principali reti sociali, contro la “disinformazione” e “l’estremismo”, cioè contro tutto ciò che non è conforme alla propaganda ufficiale. E come uno “Zar della realtà”, controllerebbe l’informazione e le idee giudicate “sovversive”, decidendo cosa è corretto e cosa non lo sia.

Resta dunque da trovare questo apparatchik capace di imporre un realismo progressista. Da qualche parte, tra le grandi coscienze della “causa giusta”, ci deve pur essere un apparatchik capace di essere efficace almeno quanto lo fu il sinistro Zdanov.




Mississippi State Senate Passes Bill Banning Transgender Athletes from Playing Girls' Sports
Warner Todd Huston
14 febbraio 2021

https://www.breitbart.com/sports/2021/0 ... ls-sports/

The Mississippi state Senate passed a bill Thursday that would ban athletes who are biological boys from competing in girl’s or women’s sports in the state’s schools and universities.

Mississippi Republican state Sen. Angela Hill, the bill’s sponsor, said her law was introduced in response to questions from coaches, layers, and parents.

“I’ve had numerous coaches across the state call me and believe that they feel there’s a need for a policy in Mississippi because they are beginning to have some concerns of having to deal with this,” Sen. Hill said, according to the Associated Press.

The Mississippi bill still needs to be approved by the state’s House of Representatives before heading to the governor’s desk. But Gov. Tate Reeves hinted that he may sign the bill when he tweeted his respect for girls’ sports in the wake of President Joe Biden’s release of an executive order demanding that biological boys be allowed to play in girls’ sports.

Reeves said he was “disappointed” in Biden’s executive order:

Reeves’s tweet of disappointment came on the heels of the executive order that Biden signed on his first day in office that would withhold federal education funds from states that ban transgender “girls” from playing school sports among the biological girls.

Mississippi now joins a growing group of states that are considering or are in the process of enacting such bans into law setting the stage for a showdown between the states and the federal government on transgender athletes.

Other states considering bans include Alabama, Arizona, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, North and South Dakota, and Tennessee.



Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

Il Senato dello Stato del Mississippi approva la legge che vieta agli atleti transgender di praticare sport femminili
Warner Todd Huston
14 febbraio 2021

https://www.breitbart.com/sports/2021/0 ... ls-sports/

Il Senato dello Stato del Mississippi ha approvato una legge giovedì che vieterebbe agli atleti che sono ragazzi biologici di competere in sport femminili o femminili nelle scuole e nelle università dello Stato.

La senatrice repubblicana del Mississippi Angela Hill, sponsor della legge, ha detto che la sua legge è stata introdotta in risposta alle domande degli allenatori, degli strati e dei genitori.

"Ho avuto numerosi allenatori in tutto lo stato mi chiamano e credono che ci sia bisogno di una politica in Mississippi perché stanno cominciando ad avere alcune preoccupazioni di avere a che fare con questo," Sen. Hill ha detto, secondo l'Associated Press.

Il disegno di legge del Mississippi deve ancora essere approvato dalla Camera dei Rappresentanti dello stato prima di andare sulla scrivania del governatore. Ma il governatore Tate Reeves ha lasciato intendere che potrebbe firmare il disegno di legge quando ha twittato il suo rispetto per gli sport femminili sulla scia del rilascio da parte del presidente Joe Biden di un ordine esecutivo che richiede che ai ragazzi biologici sia permesso di giocare negli sport femminili.

Reeves ha detto di essere "deluso" dall'ordine esecutivo di Biden:

Il tweet di delusione di Reeves è arrivato sulla scia dell'ordine esecutivo che Biden ha firmato il suo primo giorno in carica che avrebbe trattenuto i fondi federali per l'istruzione dagli stati che vietano alle "ragazze" transgender di giocare negli sport scolastici tra le ragazze biologiche.

Il Mississippi ora si unisce a un gruppo crescente di stati che stanno considerando o sono in procinto di promulgare tali divieti nella legge che stabilisce la scena per una resa dei conti tra gli stati e il governo federale sugli atleti transgender.

Altri stati che stanno considerando divieti includono Alabama, Arizona, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, Nord e Sud Dakota, e Tennessee.



Il sen. Rand Paul
Washington D.C.

https://www.facebook.com/paolo.verni/po ... 0847787483

in audizione al Senato ha posto questa semplice domanda al nuov* segretari* al Dipartimento della Salute degli Stati Uniti: "Dr. Levine lei ha sostenuto sia la possibilità di somministrare ai minori dei bloccanti ormonali, per evitare che attraversino la pubertà, sia la rimozione chirurgica dei genitali di un minore.
Sia la mutilazione chirurgica sia l'interruzione ormonale della pubertà può alterare e prevenire in modo permanente le caratteristiche sessuali secondarie e vorrei sapere se lei crede che i minori siano in grado di prendere una decisione che cambia la vita come quella di cambiare il proprio sesso”.
Levine, la prima persona transgender ad essere nominata per una posizione a livello governativo, ha schivato la domanda, di fatto si è rifiutat* di rispondere.
È persino vietato chiedere se chi governa ritenga che un bambino di 8 anni, che non può decidere cosa mangiare a pranzo, possa decidere di cambiare sesso con pastiglie, iniezioni o bisturi, tanto è vero che il Sen Rand Paul per aver posto la questione ora è accusato di transfobia. Qualsiasi cosa questa parola significhi.
A me preme però ricordare che Dr. Levine è tra i maggiori responsabili della disastrosa risposta al virus di Wuhan in Pennsylvania, un campionario di errori ed orrori.
Ma Levine non è stat* scelt* per competenza o merito bensì per completare una casella, “per fare la storia”.
E, oltre all’assenza di merito, in questo caso è persino difficile credere alla buona fede di un* servitore/trice dello Stato che, subito prima di inviare persone positive ad un virus che stermina anziani nelle case di riposo, ha fatto trasferire la propria madre da una RSA in un hotel.
È quello che ha fatto Levine.
Credete che il giornale unico ne abbia chiesto conto? Certo che no, è il privilegio di essere Liberals.
Basti pensare al governatore di New York Cuomo accusato di aver mentito sui dati delle morti nelle case di riposo, di aver minacciato come un gangster di periferia chiunque mettesse in discussione le sue scelte e ora anche di molestie sessuali.
Eppure è ancora seduto al proprio posto di comando. Ma la lista del doppio standard è lunga.
E così siamo in mano a persone che antepongono la propria agenda politica, fatta di divisione e disgregazione, al bene dei cittadini.
Senza mai doverne dare conto.
Alla peggio, all’ora del voto, ci pensa Demonion.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:01 pm

GRAZIE ALLE GRANDI CONQUISTE DEI PROGRESSISTI IL MONDO SARÀ UN POSTO MIGLIORE
Quando nelle categorie femminili di ogni disciplina sportiva ci saranno trans (maschi biologici), vinceranno solo loro e le donne (femmine biologiche), dovranno accontentarsi del secondo, terzo, quarto o quinto posto, in base a quanti trans saranno iscritti alla competizione sportiva femminile. Che bello il progresso
Allyson Felix, la più medagliata velocista al mondo:
"Ammettere nelle competizioni femminili MASCHI BIOLOGICI significa semplicemente che le donne non potranno più vincere una medaglia ... a parte poi il non poter accedere a borse di studio nei campus per meriti sportivi ..."
Awoman!



Il falso nesso tra armi e razzismo in America. E con Biden-Harris vita dura per la polizia Usa
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
18 Feb 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... lizia-usa/

Essendomi davvero stancato del politically correct che ci viene propinato a tonnellate ogni giorno dai mass media, e in primo luogo dai social network, mi sento obbligato ad esporre alcune brevi considerazioni dove di politicamente corretto non v’è traccia. La voglia mi è cresciuta dentro constatando che la tendenza sta ormai prevalendo anche negli Stati Uniti. E le conseguenze si vedono, come poi dirò.

Dunque. In un articolo di alcuni anni orsono scritto dal premio Nobel per la letteratura Toni Morrison (deceduta nel 2019), pubblicato in prima pagina su la Repubblica, veniva prospettato un nesso di conseguenza logica fra la diffusione delle armi in America, il razzismo e la crescente frattura che si avverte negli Usa tra forze dell’ordine da un lato e comunità nera (appoggiata da alcuni politici) dall’altro.

Che nella società americana sia molto diffusa la cultura dell’autodifesa, che autorizza l’uso delle armi, è risaputo. Non c’è alcunché di misterioso in tutto questo. È un fatto spiegabile senza difficoltà rammentando la storia della nazione, basata sull’individualismo e sulla convinzione che la risposta armata di fronte all’aggressione di criminali di qualsiasi tipo sia del tutto legittima e giustificata.

Si noti, tra l’altro, che anche grazie a tale cultura diffusa gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale. Essendo i suoi cittadini abituati a maneggiare armi, risulta più facile – rispetto all’Italia e ad altri Paesi europei – addestrare le reclute e inviarle in missioni di guerra. Da noi il pacifismo imperante rende invece più arduo tale compito, inducendo al pessimismo nel malaugurato caso di attacco straniero al nostro territorio.

Scriveva dunque la Morrison che “le cosiddette leggi stand your ground for self-defense (che consentono a una persona armata di sparare a un presunto aggressore in base alla mera percezione di pericolo per la sua incolumità) permettono a chiunque di uccidere chi si trovi nella sua proprietà”.

Vero. Ma è forse migliore la situazione in Italia, dove per esempio un negoziante aggredito, se spara, rischia non solo di finire in galera, ma anche di dover risarcire l’aggressore? E dove lo stesso negoziante, che secondo i giudici non dovrebbe in alcun caso far fuoco, è obbligato a valutare nel giro di pochi secondi se il delinquente intende colpirlo sul serio oppure appropriarsi “soltanto” del suo denaro? Con ciò lasciando intendere che, in fondo, il furto del denaro altrui non costituisce reato?

E vengo ora alla questione del razzismo. La Morrison, lei stessa afroamericana, sosteneva che la polizia Usa è intrinsecamente razzista, scordando alcuni particolari importanti. In primo luogo non diceva che moltissimi neri fanno parte delle forze dell’ordine e subiscono anch’essi aggressioni. In secondo luogo dimenticava che tanti comandanti della polizia nelle principali città Usa sono, per l’appunto, neri.

Da rammentare inoltre il comportamento dell’ineffabile sindaco italo-americano di New York, il democratico Bill De Blasio. Sul suo caso molto è stato scritto, e mi limito a notare che il sindaco di una grande metropoli non dovrebbe indurre i propri figli a diffidare delle forze dell’ordine. Certo la polizia americana ha fama di durezza, ma non si vede come potrebbe lavorare diversamente in un contesto di quel tipo. Ancora una volta chiedo: meglio questo oppure il caos italiano, dove polizia e carabinieri vengono costantemente aggrediti, e pure criticati quando si difendono?

Aggiungo un’ultima chicca dell’articolo di Toni Morrison. Al tempo la scrittrice non era d’accordo con chi sosteneva che Barack Obama avrebbe dovuto fare di più per “difendere i neri”. Notando che era il presidente di tutti (e ci mancherebbe), affermava poi in modo quasi casuale: “Non dimentichiamo che sua madre e chi lo ha cresciuto erano bianchi”. Con ciò lasciando intendere che, se fosse cresciuto in una famiglia integralmente nera, avrebbe assunto un comportamento diverso.

I lettori di Repubblica apprezzarono molto il pezzo. Io – lo confesso – assai meno. Del resto sono ormai molti i Nobel che, dopo aver ricevuto il prestigioso premio, fanno dubitare della bontà delle scelte operate dalla giuria di Stoccolma. Basti pensare a tanti Nobel per la pace.

Mi accorgo ora di aver usato all’inizio di questo articolo l’espressione “cultura dell’autodifesa”, collocandomi ipso facto al di fuori dei confini che delimitano il politicamente corretto. Tuttavia non me ne pento affatto. È precisamente quel tipo di cultura, quella della Frontiera e del West, ad aver creato l’America com’è ora. O, meglio, com’era. Giacché pure l’America è cambiata, e negli ultimi anni i cantori del politically correct sono diventati maggioranza. Senza dubbio la presidenza Trump ha segnato un punto di svolta. Tuttavia le prime mosse di Joe Biden, efficacemente affiancato dalla sua vice Kamala Harris, lasciano chiaramente intendere che si sta tornando indietro. Le forze di polizia degli Stati Uniti avranno, col nuovo presidente, vita dura. Con tutta probabilità vedranno diminuire i fondi ad esse destinate, rendendo sempre più difficile da gestire una situazione dell’ordine pubblico già di per sé esplosiva.



Joe Biden: dopo il “realismo socialista” arriva il “realismo progressista”
18 febbraio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... gressista/

Riportiamo un articolo del magazine francese Causeur.fr scritto da Nicolas Lecaussin il 16 febbraio scorso, sulla politica progressista dell’amministrazione di Beijing Biden. Degli argomenti trattati ne abbiamo parlato più volte anche da noi dell’Osservatore Repubblicano, ma è interessante come vengano riassunti in un unico luogo tutti i casi ideologici portati avanti dalla Sinistra americana, che viene paragonata dall’autore dell’articolo allo “zdanovismo” di sovietica memoria.

Il Causeur è un magazine di attualità che si rivolge ad un pubblico conservatore e si considera “anti-conformista e pluralista”. Fondato alla fine del 2007 dalla giornalista Elisabeth Lévy, tra i suoi collaboratori figurano il filosofo Alain Finkielkraut.

Chi sarà il prossimo Andrej Zdanov?

A partire dagli anni ’30, sotto l’impulso di Andrej Zdanov, Segretario Generale nelle file dei bolscevichi, compagno di viaggio e stretto collaboratore di Stalin, si arrivò a pensare che l’arte e la cultura dovevano svolgere un ruolo essenziale nell’educazione ideologica delle masse. Gli intellettuali, gli artisti e i giornalisti non devono in nessun modo allontanarsi dalla loro funzione di “ingegneri delle anime“. Qualsiasi deviazione da questo “dovere” viene punita come si deve: censura dell’autore, divieto di scrivere e di creare, bando, arresto, gulag o addirittura la pena di morte. C’è una sola “verità” – quella socialista – e una sola “cultura”, quella ufficiale dettata dal Partito e che esprime il “realismo socialista“, sotto il controllo dei censori, degli apparatchik (ovvero il termine russo che indicava un funzionario a tempo pieno del Partito Comunista sovietico), dei propagandisti e degli altri scagnozzi al soldo di Zdanov. Alla fine della guerra, lo “Zdanovismo” permeò profondamente la campagna anti-occidentale che l’URSS e altri paesi comunisti condussero per tutto il periodo della guerra fredda, molto tempo dopo la morte di Zdanov nel 1948.


Anti-razzismo e teoria gender: una sola verità?

Naturalmente, non si può fare un paragone con ciò che sta accadendo attualmente in alcuni paesi occidentali, in particolare in America. Tuttavia, ci sono alcuni segnali sorprendenti. Per esempio, quando Joe Biden suggerisce nel suo discorso inaugurale che c’è solo una “verità” – che il “progressismo” deve essere compreso – e che coloro che sono contro di esso sono anche i “nemici dell’America”, il messaggio ha senz’altro un forte tono ideologico. Si basa su quella grandissima parte dell’America politica, culturale, accademica e mediatica che si è chiaramente votata al politicamente corretto. Con statue vandalizzate, nomi di strade cambiati, intellettuali e professori messi alla gogna, le azioni di “pulizia” culturale sono sempre più numerose e hanno poco da invidiare a quelle dello Zdanovismo degli anni ’30, che disonorava e censurava tutto ciò che era considerato appartenere alla “cultura borghese“.

Inoltre, anche i primi ordini esecutivi di Joe Biden sono un buon esempio della sua politica “progressista“, come, per esempio, la cancellazione della “Commissione 1776“ istituita dall’ex presidente Donald Trump. Questa commissione aveva appena ricordato i principi fondatori della Nazione e della Rivoluzione Americana in reazione ai deliri revisionisti del “Progetto 1619“ del New York Times, per il quale la Rivoluzione non aveva avuto altro scopo che preservare la schiavitù. Allo stesso modo, ha firmato un decreto in cui, in nome della lotta contro la discriminazione, ha negato le differenze di genere e ha sostenuto che i bambini dovessero essere invece istruiti contro gli “stereotipi sessuali“. Nel campo dello sport, tra l’altro, non ci saranno più differenze di genere o separazione tra uomini e donne. Biden reintroduce la discriminazione positiva degli anni di Obama, che è stata la fonte di molte tensioni e disuguaglianze nel settore dell’educazione e nel mercato del lavoro. Nell’annunciare la composizione del suo gabinetto, infine, Biden ha più volte sottolineato la “diversità” dei suoi membri. non si parla più di competenze, ma solamente della diversità razziale.


“Awomen“

Nello stesso tempo, alla Camera dei Rappresentanti, la presidente Nancy Pelosi ha approvato nuove linee guida linguistiche. Parole come “se stesso” e “se stessa” devono essere sostituite da una sola: “se stessi”. Le parole “padre”, “madre”, “figlio”, “figlia”, “fratello”, “sorella”, “zio”, “zia” ed altri termini legati al mondo della famiglia sono cancellati. La Pelosi ha anche creato un nuovo “Comitato ristretto sulle disparità economiche e l’equità nella crescita“, il cui vero ruolo è quello di giustificare tasse più alte e uno Stato più interventista. La sessione alla Camera si è conclusa con un “Amen” seguito da… ” Awomen“. Abbastanza da perdere letteralmente l’ebraico…

Tra le misure che ricordano le purghe sovietiche ci sono quelle prese da diverse Università americane. L’Università di Harvard rifiuta gli studenti asiatici e favorisce gli afroamericani. L’Università di Chicago introduce corsi obbligatori di “cultura nera”.

Anche nelle Scuole ci stanno arrivando. A San Francisco, non meno di 44 scuole hanno cambiato nome. Alla fine di gennaio, il San Francisco Unified School District (SFUSD) ha deciso infatti di cambiare i nomi per seguire criteri “progressisti e antirazzisti“. Licenziati Abraham Lincoln, George Washington, Thomas Jefferson, Daniel Webster, Paul Revere… Il loro torto? Non hanno combattuto la schiavitù (curioso che i censori abbiano evidentemente scordato che proprio Lincoln fece approvare il 13° Emendamento che aboliva la schiavitù) e il loro impegno politico non sarebbe stato sufficientemente “progressista” – e come avrebbero potuto? il progressismo moderno manco esisteva! Tra le vittime dell’epurazione c’è Diane Feinstein, che è ancora viva. Ex Senatrice e Sindaco di San Francisco. Ostracizzata perché aveva commesso il crimine, mentre era ancora in carica, di rimettere una bandiera confederata vandalizzata al suo posto in un museo. Ma meglio ancora, è stato stabilito che le “ammissioni competitive” a queste scuole di San Francisco erano a dir poco… razziste. Poiché la minoranza afroamericana era sottorappresentata, l’esame competitivo è stato eliminato. L’ammissione è ora basata su criteri razziali. D’altronde, anche il realismo socialista eliminava coloro che non avevano origini “sane”, cioè gli operai e i contadini.


Vandalismo progressista

Nomi di strade e persino di antiche Università sono sostituiti da altri nomi che non “offendono la dignità delle minoranze“. Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e Cristoforo Colombo (la cui statua è stata abbattuta persino nella città che porta il suo nome, Columbus, in Ohio) sono vittime del vandalismo progressista e diventano parìa nella terra della purezza ideologica e razziale.

Almeno altrettanto grave, alcuni mass media contribuiscono attivamente alla diffusione di questa politica, quando non la incoraggiano. Editorialisti sono costretti a dimettersi per aver scritto e pubblicato articoli che non corrispondono alle dottrine alla moda. Come James Bennet, l’opinionista del New York Times, perché ha osato pubblicare un’intervista di un Senatore repubblicano conservatore. Stan Wischnowski, un noto editorialista del Philadelphia Inquirer, che è stato anch’egli costretto a dimettersi per aver scelto un titolo ritenuto “offensivo” dagli attivisti del Black Lives Matter che vandalizzarono degli edifici: il titolo era “Buildings Matter, Too“. Il giornale fece ovviamente il suo mea culpa per averlo pubblicato. Un’altra editorialista del New York Times, Bari Weiss, ha lasciato a causa della pressione dei colleghi e della censura di Sinistra, che le impediva di fare bene il suo lavoro. Non era abbastanza “progressista“.

Sempre il famoso New York Times ha appena proposto all’amministrazione Biden di creare una “agenzia” o una “task force centralizzata” per combattere, in collaborazione con le principali reti sociali, contro la “disinformazione” e “l’estremismo”, cioè contro tutto ciò che non è conforme alla propaganda ufficiale. E come uno “Zar della realtà”, controllerebbe l’informazione e le idee giudicate “sovversive”, decidendo cosa è corretto e cosa non lo sia.

Resta dunque da trovare questo apparatchik capace di imporre un realismo progressista. Da qualche parte, tra le grandi coscienze della “causa giusta”, ci deve pur essere un apparatchik capace di essere efficace almeno quanto lo fu il sinistro Zdanov.



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Il Senato dello Stato del Mississippi approva la legge che vieta agli atleti transgender di praticare sport femminili
Warner Todd Huston
14 febbraio 2021

https://www.breitbart.com/sports/2021/0 ... ls-sports/

Il Senato dello Stato del Mississippi ha approvato una legge giovedì che vieterebbe agli atleti che sono ragazzi biologici di competere in sport femminili o femminili nelle scuole e nelle università dello Stato.

La senatrice repubblicana del Mississippi Angela Hill, sponsor della legge, ha detto che la sua legge è stata introdotta in risposta alle domande degli allenatori, degli strati e dei genitori.

"Ho avuto numerosi allenatori in tutto lo stato mi chiamano e credono che ci sia bisogno di una politica in Mississippi perché stanno cominciando ad avere alcune preoccupazioni di avere a che fare con questo," Sen. Hill ha detto, secondo l'Associated Press.

Il disegno di legge del Mississippi deve ancora essere approvato dalla Camera dei Rappresentanti dello stato prima di andare sulla scrivania del governatore. Ma il governatore Tate Reeves ha lasciato intendere che potrebbe firmare il disegno di legge quando ha twittato il suo rispetto per gli sport femminili sulla scia del rilascio da parte del presidente Joe Biden di un ordine esecutivo che richiede che ai ragazzi biologici sia permesso di giocare negli sport femminili.

Reeves ha detto di essere "deluso" dall'ordine esecutivo di Biden:

Il tweet di delusione di Reeves è arrivato sulla scia dell'ordine esecutivo che Biden ha firmato il suo primo giorno in carica che avrebbe trattenuto i fondi federali per l'istruzione dagli stati che vietano alle "ragazze" transgender di giocare negli sport scolastici tra le ragazze biologiche.

Il Mississippi ora si unisce a un gruppo crescente di stati che stanno considerando o sono in procinto di promulgare tali divieti nella legge che stabilisce la scena per una resa dei conti tra gli stati e il governo federale sugli atleti transgender.

Altri stati che stanno considerando divieti includono Alabama, Arizona, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, Nord e Sud Dakota, e Tennessee.



L’esercito americano è più preoccupato dalla Wokeness che di vincere la prossima guerra?
FoxNews.com
13 marzo 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ma-guerra/

Joe Biden preferisce parlare delle tute di volo studiate per la maternità piuttosto che della minaccia cinese.

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 12 marzo del 2021 di “Tucker Carlson Tonight”.

Leggi anche: “L’attacco di Biden in Siria dimostra la follia dell'”antiterrorismo” dell’establishment”

Joe Biden è stato eletto come un moderato che avrebbe mantenuto la rotta e riportato questo paese alla normalità. A quanto pare, Biden sta cambiando questo paese più velocemente di qualsiasi altro presidente. Il nostro compito è quello di prestare attenzione a come esattamente Joe Biden lo stia cambiando. Il New York Times non ve lo dirà, ma noi pensiamo che abbiate il diritto di saperlo.

Ora, non tutti i cambiamenti che Joe Biden sta facendo saranno importanti nel tempo. Nonostante tutto lo scalpore, molte delle cose che i presidenti fanno vengono rapidamente dimenticate. Alcune delle cose che promette non accadranno; altre sono solo lusinghe simboliche, studiate per placare i gruppi di interesse che lo hanno fatto eleggere. Ma alcuni dei cambiamenti di Biden sono molto reali, e contano molto. Niente è più importante di ciò che Joe Biden fa all’esercito degli Stati Uniti.

Il nostro esercito è l’ultima istituzione di grandi dimensioni ancora funzionale in questo paese. È l’ultima istituzione di cui la maggior parte della gente ancora si fida e che rispetta. È di gran lunga la più importante. Un esercito debole significa non avere più un paese. Punto.

Così lunedì, quando abbiamo visto Joe Biden impegnarsi a promuovere una “intensificazione dello scopo e della missione per cambiare davvero la cultura e le abitudini” dell’esercito americano, abbiamo prestato attenzione.

Joe Biden: “Alcuni di questi sono lavori relativamente semplici in cui stiamo facendo buoni progressi. Progettare un giubbotto antiproiettile che si adatti correttamente alle donne, adattare le uniformi da combattimento alle donne, creare delle tute di volo studiate per la maternità, aggiornare i requisiti per le loro acconciature.”

Forse le tute di volo studiate per la maternità esistono già da un po’. Nessuno ne ha mai sentito parlare. Ma qui c’è un presidente degli Stati Uniti che le promuove in una conferenza stampa. Quella frase ci è rimasta impressa non perché abbiamo qualche pregiudizio odioso contro le donne incinte che volano sui jet militari. Siamo a favore della gravidanza, come diciamo spesso. Siamo anche di mentalità aperta. Forse le donne incinte sono i piloti migliori. Il Dipartimento della Difesa valuta tutto, quindi ci deve essere un’ampia ricerca su questa questione. Se il Pentagono può dimostrare che le pilotesse incinte sono le migliori, saremo i primi a chiedere un’intera Air Force fatta da pilotesse incinte.

Il problema è che siamo abbastanza sicuri che Joe Biden non abbia chiesto di vedere questi dati. Scommetteremmo che non ha mai nemmeno pensato di chiederli.

Il resto di noi dipende dall’esercito degli Stati Uniti per proteggere le nostre famiglie e per proteggere il paese stesso. Joe Biden non la vede così. Trovare i piloti militari più bravi – o gli ufficiali di fanteria, o le squadre SEAL – non è la sua priorità. Non è nemmeno vicino alle sue priorità. La politica dell’identità di genere è la priorità di Joe Biden. È tutto ciò che conta.

Si ritrova questo atteggiamento in tutto il governo degli Stati Uniti, così come nel mondo aziendale. Posizioni chiave occupate sulla base dell’aspetto fisico, senza alcun riferimento a capacità o esperienza. Ora, si può andare avanti con queste cose solo se sei Citibank, che ora si preoccupa più di wokeness che di banking. (Potranno spiegare i risultati ai loro azionisti tra dieci anni). Ma non va bene se il tuo unico lavoro è proteggere gli Stati Uniti da persone che vogliono uccidere il resto di noialtri. Questo è il peggior tipo di inadempienza del dovere.

Eppure sta accadendo proprio ora e su scala enorme. Proprio questa settimana, l’amministrazione Biden ha annunciato che il Pentagono pagherà per la chirurgia per il cambiamento del sesso del personale in servizio attivo. In che modo i cambiamenti di sesso nell’esercito renderanno questo paese più sicuro? Questa non è una domanda trabocchetto, è un’altra raffica nella guerra culturale. È l’unica domanda che conta – letteralmente. Ma nessuno si è preoccupato di porla, probabilmente perché nessuno riesce a ricordare perché l’esercito americano esista.

Ecco un promemoria: l’esercito degli Stati Uniti esiste per combattere e vincere le guerre. Questo è il suo unico scopo. L’esercito degli Stati Uniti non è una ONG. Non è un mezzo per raggiungere l’equità. Non è un esperimento sociale. Sicuramente non è un’agenzia di collocamento; nessuno ha il diritto divino di lavorare nell’esercito. Se mai sentirete questo show piagnucolare che la Delta Force stia discriminando i conduttori di programmi televisivi paffuti e cinquantunenni, allora saprete che abbiamo perso il filo. Non si tratta di noi, ma del paese. Far sentire le persone apprezzate e incluse è una buona cosa, ma non è lo scopo dell’esercito americano. Non può essere lo scopo dell’esercito degli Stati Uniti, altrimenti siamo finiti.

Questo una volta era ovvio. L’esercito era la meritocrazia più pura che avevamo. Se avete un minuto, tornate indietro ed ascoltate alcuni dei discorsi che Colin Powell faceva sulla sua esperienza nell’esercito degli Stati Uniti. L’esercito era disposto a giudicare Powell puramente in base al suo talento, cosa che pochi avrebbero fatto a quel tempo. Powell era intelligente e capace, e per questo motivo divenne il capo del Joint Chiefs of Staff. Era giustamente orgoglioso di questo, e lo era anche il paese che serviva. La storia di Colin Powell sarebbe possibile oggi? Non credo lo sarebbe.

Joe Biden ha messo un uomo chiamato Lloyd Austin a capo del Pentagono. Biden ha strappato Austin al cinico mondo degli investitori istituzionali, ma questo non dovreste saperlo. Voi dovreste notare solo che Lloyd Austin è afroamericano. La vera notizia, tuttavia, è che Lloyd Austin è anche il secondo Segretario alla Difesa americano di fila ad essere stato sul libro paga della Raytheon, l’enorme conglomerato industriale della difesa. Se vedeste una cosa del genere in un paese dell’America latina, la chiamereste “corruzione“, e avreste ragione.

Per secoli, i nostri militari sono stati consapevolmente apartitici. In una democrazia, deve essere così. Nessun paese può sopravvivere se le sue forze armate diventano lo strumento di un determinato partito politico. Lo sappiamo perché succede di continuo, in tutto il mondo, e le conseguenze sono sempre orribili. Qui non è mai successo.

Tuttavia, Lloyd Austin è apertamente politico. Nei suoi primi giorni di lavoro, Austin ha sottoposto l’intero servizio armato a una sorta di test sulla purezza politica. Chiunque avesse opinioni che lui trovava “estreme” doveva andarsene. Il resto di noi è rimasto a guardare mentre questo accadeva, e ancora una volta, nessuno ha detto niente. La Sinistra ha approvato, la Destra si è sentita ostacolata perché sostiene le forze armate. Naturalmente, se sostieni le forze armate, dovresti probabilmente parlare quando vengono maltrattate.

Poi Austin ha iniziato ad accelerare le tendenze velenose già in corso al Pentagono, la peggiore delle quali è l’uso di criteri irrilevanti nelle assunzioni e nelle promozioni. Per soddisfare le richieste dei vari gruppi di interesse Democratici, il Pentagono ha drammaticamente abbassato gli standard di servizio. Lo negano ufficialmente, ma è vero. Chiedete a chiunque lavori lì. Se fate pressione sui portavoce, vi diranno che non è un grosso problema perché gli standard tradizionali non misuravano davvero nulla. Bene, allora perché averli? Perché avere degli standard? Non ha senso. Stanno mentendo. E mentono perché devono mentire. I politici glie lo hanno chiesto.

Ora, se osate far notare una sola di queste cose, diventano isterici perché non possono giustificare le loro stesse politiche. Quando le persone non possono difendere ciò che hanno fatto, urlano. Non possono nemmeno spiegare chiaramente quali siano queste politiche, almeno pubblicamente. E così attaccano.

Sentite politici come il senatore Tammy Duckworth, Democratico dell’Illinois, dire che non è “patriottico” mettere in discussione il Pentagono a meno che non abbiate servito voi stessi nell’esercito. Non ti sei guadagnato questo diritto. Davvero? Solo i poliziotti possono parlare della brutalità della polizia? Se non sei stato eletto, puoi criticare il Congresso? Non stanno portando un vero argomento. Stanno cercando di mettere a tacere il dissenso.

Non stiamo al gioco, mi dispiace. Ogni cittadino americano ha il diritto, forse l’obbligo, di sapere cosa fanno i militari che pagano, perché le nostre vite possono dipendere da questo.

Giovedì, il Dipartimento della Difesa ha lanciato una grande e coordinata offensiva di pubbliche relazioni contro questo spettacolo. I vertici del Pentagono hanno rilasciato dichiarazioni ostili. Persone in uniforme hanno inviato video sui social media. Il Dipartimento della Difesa ha persino emesso un comunicato stampa per attaccarci: “L’addetto stampa colpisce il presentatore di Fox News”. (Colpisce! Come se fossimo una potenza straniera ostile). Sospettiamo che questa sia una guerra che potrebbero davvero vincere. Hanno un vantaggio in termini di uomini.

Potremmo farvi ascoltare molto del nastro di oggi – ha occupato la maggior parte della giornata – e potremmo meravigliarcene. Da quando il Pentagono dichiara guerra ad un servizio giornalistico nazionale? Non ricordiamo che sia mai successo. Ma passeremo oltre, perché quanto vi diremo è più grande di una faida con qualche tirapiedi del Pentagono. Questo è veramente preoccupante.

Il Dipartimento della Difesa non è mai stato più aggressivo o apertamente politico. Attualmente ci sono 2.500 soldati americani di stanza in Afghanistan. Rimangono lì per impedire la caduta di Kabul nelle mani degli estremisti. Allo stesso tempo, ci sono 5.000 soldati nel nostro Campidoglio, però come protezione contro gli “estremisti”, cioè le persone che hanno votato per il candidato perdente nelle ultime elezioni presidenziali. A giudicare da questi numeri, il Pentagono è due volte più concentrato sul controllo dei nostri cittadini che sul controllo dei Talebani.

Nel frattempo, mentre Lloyd Austin iperventila sul “suprematismo bianco”, ci sono minacce reali là fuori, e le più grandi continuano ad essere ignorate. Queste minacce non sono in Siria o in West Virginia, e non sono l’estremismo interno, almeno non in questo momento.

La principale minaccia che affrontiamo, come chiunque sia onesto sa, è il governo della Cina. La Cina è in ascesa. La loro economia supererà presto la nostra. La Cina ora ha la più grande marina militare del pianeta. Perché ce l’hanno loro? Perché hanno sentito il bisogno di costruirsela? Questo avrà delle potenziali conseguenze per noi? Sì.

Se la Cina si muovesse contro Taiwan, come risponderemmo? Più probabilmente, se i cinesi decidessero di chiudere le rotte di navigazione internazionali, ciò paralizzerebbe la nostra economia. Se decidessero di chiuderci Internet, la nostra vita si fermerebbe. Se decidessero di occupare la Malesia, sarebbe una grave preoccupazione per il Mondo. Se una di queste cose, o altre cento che potrebbero accadere, accadesse davvero, cosa farebbe esattamente il nostro Pentagono? L’esercito degli Stati Uniti può ancora vincere una vera guerra?

Queste sono le domande che contano. Sono le uniche domande che contano, e forse è per questo che Joe Biden vuole parlare delle tute di volo studiate per la maternità.



PRIMA I POPULISTI E SOVRANISTI !
“Prima gli italiani” ! Già... chissà quante volte lo abbiamo sentito ripetere nell’ultimo lustro dai partiti politici di centro e della destra italiana, slogan coniato in riferimento ai tanti immigrati clandestini che sbarcano in Italia carichi di sogni e privi di tutto e... ovviamente sono ospiti non graditi e non desiderati ma tutti a carico dello stato, con costi esorbitanti di miliardi, che nel tempo sono diventati insostenibili per via della crisi economica degli anni precedenti e sfociata nel disastro economico per la pandemia... Slogan poi copiato ed incollato dai diversi leader del mondo, per dirla in termini semplicistici che prima bisogna privilegiare i propri cittadini e cioè il popolo di appartenenza a quel determinato paese e poi eventualmente occuparsi degli altri e dispensare aiuti se ve ne fossero rimasti.
Questa teoria, condivisa da tutti nel mondo, nessun paese escluso, era anche parte integrante del programma del presidente americano Donald Trump nell’analogo problema con i migranti al confine col Messico, “prima gli americani”... Già, stessa linea di pensiero dei diversi leader e identico bombardamento mediatico dai quotidiani, dalle TV private e purtroppo anche da quelle di stato.... che “ufficialmente” dovrebbero essere neutre ma nella realtà appartengono alla forze opposte al centro-destra in Europa e ai repubblicani americani, avanzata mediatica che prevede l’utilizzo di sostantivi poco graziosi e molto offensivi, parole come populista e sovranista sono un concentrato di offese il cui fine è sempre quello di arrivare a definire fascista chi evoca quello slogan, e non dimentico neanche quali aggettivi poco eleganti sono stati utilizzati per chi ha avuto il coraggio di dire “prima il mio popolo” e facendo gli interessi dei cittadini di quel determinato paese. Quindi i sovranisti e populisti definiti “nuovi fascisti” del XXI secolo sono gente cattiva. egoista e devono “vergognarsi se pensano solo al proprio popolo”... in definitiva, volgari populisti e gente che non meriterebbe neanche di vivere in questo mondo. Quel che ho appena scritto non è il sunto di una mia fantasia ma sono la somma degli innumerevoli attacchi e frasi rivolte dai media negli ultimi quattro anni, sia a Trump che a tutti i leader dell’Europa e del sud America, uno stillicidio di accuse e offese da far arrossire anche... Jack lo squartatore. Ma poi accade che il 20 di gennaio scorso, alla Casa Bianca si inserisce il nuovo presidente che oltre al mandato eredità una pandemia epocale, e cosa fa per l’occasione il bravo rappresentante e meraviglioso capo dei democrati americani nella fattispecie ? Il populista, sovranista come il “nuovo fascista” del XXI secolo, si pronuncia e dichiara pubblicamente che i vaccini di produzione americana dovranno servire per vaccinare “prima gli americani”... e poi, se ne restano saranno distribuiti a tutti i paesi, è così convinto di quel che dice che annuncia un 4 Luglio, giorno dell’indipendenza americana, festoso e libero dal virus. È fantastico poter immaginare gli USA fuori dal tunnel... però... però c’è da fare una piccola considerazione in merito alle parole di Joe Biden ed un raffronto con le stesse pronunciate da Donald Trump e cioè : se “ prima gli americani” lo diceva Trump allora lui era un volgare populista, sovranista e “nuovo fascista” e doveva vergognarsi per le sue affermazioni e la stampa ci andava a nozze a criticarlo con “fiumi di parole” e servizi filmati, cui mancava solo un video montaggio con Hitler, per farlo apparire come il nuovo criminale del 2020, tecniche di sciacallaggio rivoltanti e ricorrenti ed in uso in tanti paesi nel mondo... mentre e curiosamente, l’identica frase detta da Biden non fa testo né notizia nè solleva indignazioni, quindi allora va ... tutto bene, è giusto così, vaccinare prima gli americani e poi dar luogo a fornirlo, eventualmente vi sia disponibilità, agli altri paesi, e i media tutti come si comportano con Biden ? Niente, non versano una parola e “s’inzuppano il pane della vergogna nelle feci” di quel giornalismo prono e venduto ai potenti delle lobby americane al servizio di Biden e Obama. E non meravigliatevi del cambiamento del vento perché queste cose accadono in tutto il mondo quando la stampa è venduta ad una certa parte politica... già Biden è il buono e Trump e il cattivo per aver detto la stessa cosa... già, uno è populista mentre l’altro è un buon padre di famiglia... cari giornalisti andate a cag... ma non provate un minimo di vergogna ? Eppure quand’ero piccino e leggevo i fumetti dei giornalini i “reporter e giornalisti americani” erano i miei idoli e i difensori della verità e invece... oggi vi comportate come dei Giuda per trenta denari, non è così che si fa il giornalismo perché così vi rendete complici delle dittature e andate contro il popolo. Spiace, ma non ho più stima per voi, vi siete abituati a dire le bugie, a nascondere la verità e vi do anche la prova del nove, parlo del caso della magistratura italiana inquinata e distrutta da comportamenti mafiosi ma, nessuna testata nazionale di rilievo ne parla... o ne fanno cenno a questo scandalo epocale... tutto resta nel silenzio, e perché ? Ok , tutto il mondo è paese però, poi quando arrivano le elezioni non vi meravigliate se gente come Trump prende 75 milioni di voti perché la prossima volta ne prenderà tanti di più salvo... brogli ! 13032021 ...by.. https://manliominicucci.myblog.it/


https://www.facebook.com/groups/3168285 ... 2820503510



Biden al Paese: «Il 4 luglio gli Stati Uniti saranno capaci di ritrovare la normalità»
Il Presidente, nel primo discorso serale in diretta Tv, invita ad un nuovo ottimismo e a fare del 4 Luglio la giornata della “Indipendenza dal virus”
di Marco Valsania

https://www.ilsole24ore.com/art/biden-p ... o-ADujwcPB

Usa, approvato piano di aiuti anti-Covid. Biden: vittoria storica
Il Presidente, nel primo discorso serale in diretta Tv, invita ad un nuovo ottimismo e a fare del 4 Luglio la giornata della “Indipendenza dal virus”

New York - “Tutti gli stati e i territori americani” dovranno espandere il diritto a ricevere i vaccini anti-Covid a ogni adulto, sopra i 18 anni, entro e non oltre il primo maggio. Ed entro luglio, per la precisione entro la festa dell'Indipendenza del 4 luglio, gli Stati Uniti saranno capaci di ritrovare una misura di normalità. La raccomandazione, l'ordine informale, è arrivato direttamente dal Presidente Joe Biden, che ha parlato alla nazione. L’America, ha detto, è “sul piede di guerra” contro la pandemia. E i traguardi ora svelati, ha sottolineato, sono “molto più vicini di quanto avessimo previsto”. Di questo passo il 4 luglio, ha aggiunto, potrà diventare una data per rivendicare anche “l'indipendenza dal virus”.

Un appello di venti minuti

Biden, nel suo primo discorso serale al Paese tenuto dalla East Room della Casa Bianca dall'inaugurazione del 20 gennaio, ha alzato il tiro dell'offensiva contro il coronavirus. L'ha fatto, parlando per 24 minuti, in occasione dell'anniversario della pandemia, ad un anno esatto da quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva ufficialmente dichiarato la pandemia, costata ad oggi agli Stati Uniti oltre mezzo milione di vittime. Biden ha cominciato ricordando il dolore e le devastazioni. “Tutti abbiamo perso qualcosa, una sofferenza collettiva e un sacrificio collettivo, un anno pieni di vite perse”, ha detto. “Ma trovare la luce nell'oscurità è qualcosa di molto americano”, ha aggiunto, offrendo nuovi, inediti spiragli di ottimismo.

“Vi parlo di quel che accadrà adesso. C'è luce alla fine del tunnel dell'ultimo anno”, ha detto alludendo a quella che “la prossima fase” della battaglia contro il virus. Ha avvertito che, nonostante l'arrivo accelerato dei vaccini, “non possiamo abbassare la guardia e presumere che una vittoria sia inevitabile”. Ha invitato a mantenere le precauzioni, dal social distancing all'uso di mascherine, per evitare ricadute e nuovi rischi di lockdown. Inoculare tutti richiederà tempo, ha ammesso. Ma ci saranno abbastanza vaccini, dopo che l'amministrazione ha ripetutamente potenziato la produzione e gli acquisti dei tre vaccini autorizzati, Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson, una prospettiva che si è rispecchiata nella cancellazione fra meno di due mesi messa nero su bianco da Biden dei criteri di priorità per chi li riceve. E il Presidente ha dichiarato che “assieme supereremo questa pandemia ed entreremo in un futuro e sicuro e fatto di maggior speranza. Ci sono reali ragioni per sparare, ve lo prometto”.

Nuove azioni sui vaccini

Biden ha sollevato il sipario, in concreto, su nuove iniziative per intensificare la campagna di vaccinazione: nuovi centri federali per inoculazioni di massa, espansioni delle partnership con farmacie per distribuirlo, l'impiego di migliaia di soldati e della protezione civile. La Casa Bianca ha anche fatto sapere che è possibile il ricorso a dentisti, studenti di medicina e veterinari per le iniezioni. Le vaccinazioni effettive, la loro logistica su scala nazionale, rimangono, più della produzione, la sfida da risolvere per gli Stati Uniti. Dal primo maggio il governo federale lancerà tuttavia anche un sito per consentire agli americani di scoprire esattamente dove i vaccini siano disponibili nel centro a loro più vicino. Biden ha inoltre rivolto un accorato appello agli americani sulla sicurezza del vaccino, a credere a medici e scienziati e a superare gli scetticismi e le paure a volte più forti nelle comunità più colpite, le minoranze etniche.

Un 4 luglio “speciale”

Se gli sforzi pagheranno, Biden ha affermato che “entro il 4 luglio c'è una buona probabilità” che famiglia e amici possano tornare a “riunirsi nei giardini di casa e nei quartieri per grigliate e celebrazioni della Festa dell'Indipendenza”. Il Presidente ha continuato che “dopo un lungo e duro anno, questo renderà l'Independence Day qualcosa di davvero speciale”. Anche se all'insegna di riunioni descritte ancora come di “piccoli gruppi”.


L'agenda transgender di Biden incontra i primi ostacoli
Il timone
12 marzo 2021

https://www.iltimone.org/news-timone/la ... -ostacoli/

Il Vulnerable Child Compassion and Protection Act, promosso dal sen. Shay Shelnutt si sposterà alla Camera dei Rappresentanti dell’Alabama, dove un comitato ha già approvato un testo quasi identico: «I bambini non sono abbastanza maturi per prendere queste decisioni su interventi chirurgici e farmaci. Il punto è proteggere i bambini», ha detto Shelnutt. «La maggior parte di questi bambini che attraversano la disforia di genere ne esce fuori», ha aggiunto, «quindi perché dovresti raccomandare un farmaco o un intervento chirurgico irreversibile o che può avere conseguenze dannose? È solo questione di buon senso, ma a volte il buon senso non viene seguito».

L’approvazione del disegno di legge riflette una più ampia opposizione da parte dei singoli stati contro l’agenda transgender in cima alla lista delle priorità di Joe Biden e della sua amministrazione. Poche ore dopo aver preso l’incarico, il presidente americano ha infatti firmato un ordine esecutivo che permetteva a uomini e donne di prendere parte a sport e di usare servizi igienici e spogliatoi in base a come ” si identificano”, piuttosto che secondo la loro biologia. Il suo sesto giorno di mandato, Biden ha revocato il divieto alle persone che si identificano come transgender di prestare servizio nell’esercito. Il decimo giorno, il suo Segretario di Stato Antony Blinken annunciò che stava alzando bandiere del “pride” nelle ambasciate statunitensi di tutto il mondo. Il quindicesimo giorno la Casa Bianca ha pubblicato un memorandum sull’avanzamento dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali in tutto il mondo in cui minaccia di utilizzare «l’intera gamma di strumenti di assistenza diplomatica» tra cui sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti contro i paesi in cui le restrizioni significano un «clima di intolleranza» per i transessuali. Mentre un segmento della società statunitense ha celebrato la coscienza “LGBTQI” di Biden come una vittoria dei “diritti”, l’attenzione dal resto del paese si è rivolta all’imposizione dall’alto verso il basso dell’ideologia di genere e sulle conseguenza nello sport se ragazze e donne sono costrette a competere contro atleti che sono nati maschi.

I legislatori hanno introdotto una serie di disegni di legge, come il disegno di legge del Mississippi per vietare agli atleti transgender di partecipare a sport del sesso biologico opposto, che è stato approvato alla Camera il 3 marzo. Dopo essere stato approvato anche al Senato, il disegno di legge ora si dirige verso il governatore repubblicano Tate Reeves per l’approvazione. E lunedì il governatore del South Dakota Kristi Noem ha detto che avrebbe firmato un disegno di legge che limitava le squadre femminili e lo sport nelle scuole pubbliche agli studenti biologicamente femminili dopo che il Senato ha approvato un disegno di legge a riguardo. Il governatore Reeves, il mese scorso ha dichiarato in un post su Facebook di essere rimasto deluso dalle azioni di Biden che costringono giovani ragazze, come le sue figlie, a competere con maschi biologici per l’accesso all’atletica. La scorsa settimana alcuni avvocati si sono rivolti alla Corte d’Appello del Quinto Circuito degli Stati Uniti contro i mandati federali che avrebbero violato i diritti di coscienza e che costringono ospedali e medici a eseguire interventi chirurgici di transizione di genere, anche su minori, contro la loro impostazione confessionale.

Gli effetti delle medicine e dei trattamenti chirurgici su migliaia di bambini statunitensi, che sono alla mercé in una cultura che promuove l’ambiguità di genere, sono stati in gran parte ignorati quest’anno fino a quando il senatore Rand Paul ha posto al centro della scena la questione dei bloccanti della pubertà e delle mutilazioni genitali dei minori transgender durante un’audizione di conferma del candidato di Biden come assistente segretario alla salute, Rachel Levine, un uomo biologico che si considera una donna. «Dr. Levine, lei ha sostenuto sia il permesso ai minori di ricevere bloccanti ormonali per impedire loro di passare attraverso la pubertà, sia la rimozione chirurgica dei genitali di un minore», ha detto Paul. «Crede che i minori siano in grado di prendere una decisione che cambi la propria vita definitivamente come cambiare il proprio sesso?». Levine ha ripetutamente eluso la domanda di Paul, affermando che la medicina transgender è un «campo molto complesso e sfumato». «Quello che mi allarma è che non è disposto a dire che, assolutamente, i minori non dovrebbero prendere decisioni per amputare il seno o amputare i loro genitali… o prendere ormoni che li influenzeranno per il resto della loro vita», ha concluso Paul. Il senatore ha anche sottolineato che i farmaci somministrati ai bambini per alterare la loro sessualità non sono approvati dalla Food and Drug Administration a tale scopo. «Trovo ironico che la sinistra che è impazzita per l’idrossiclorochina utilizzata per il Covid, non sia allarmata dal fatto che questi farmaci vengano usati off-label», ha detto.

Esiste un corpo sostanzioso di prove sugli effetti negativi a breve termine che tali farmaci possono avere. Normalmente prescritti per il cancro alla prostata e il dolore uterino, essi riducono drasticamente gli ormoni legati allo sviluppo sessuale e sono stati collegati ad effetti collaterali che vanno dalle ossa fragili, ai dolori articolari, ai disturbi del sangue e a problemi di salute mentale tra cui depressione, memoria compromessa e QI abbassato. Uno studio del 2016 ha scoperto che le ragazze trattate con bloccanti della pubertà avevano un punteggio QI inferiore di otto punti rispetto al gruppo di controllo che non ha ricevuto il trattamento. Le ricerche sugli effetti a lungo termine dei farmaci che bloccano la pubertà sono molto scarse. Uno studio del 2018 sui rischi a lungo termine dei bloccanti della pubertà da parte dei ricercatori del Boston Children’s Hospital ha scoperto che mentre gli effetti collaterali dei farmaci sono «pubblicizzati per risolversi tre-sei mesi dopo l’interruzione del trattamento», in realtà, «la maggior parte dei soggetti ha riportato effetti collaterali a lungo termine… mentre quasi un terzo ha riportato effetti collaterali irreversibili che sono persistiti per anni dopo l’interruzione del trattamento». (Fonte)







La Sinistra utilizza le sparatorie “per scopi politici” e spingere per nuovi divieti alle armi
L’isteria sul controllo delle armi ha “preso il sopravvento a Washington, DC”.
Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Sean Hannity dell’edizione del 23 marzo 2021 di “Hannity”.
16 marzo 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... alle-armi/

Il conduttore di Fox News Sean Hannity ha accusato i media mainstream e i Democratici liberal nel suo monologo di apertura ad “Hannity” per aver politicizzato la sparatoria di lunedì, prima correndo subito alla conclusione che fosse stata compiuta da un “uomo bianco”, e poi passando alle strette sul possesso delle armi, dopo che il tiratore è stato identificato come un musulmano di origine siriana.

Leggi anche: “La Sinistra e i media mainstream trasformano la sparatoria di Boulder in un’altra polveriera razziale”

“Purtroppo molti a Sinistra vogliono usare questo orribile evento per scopi politici. A pochi minuti dalla sparatoria, senza sapere nulla, molti si sono ricorsi di nuovo a Twitter, come al solito, prevedibilmente, correndo a giudicare. In un tweet ora cancellato, la nipote della Vicepresidente ha scritto: “Gli uomini bianchi violenti sono la più grande minaccia terroristica per il nostro paese!” Un redattore di Deadspin ha scritto: “Estremamente stanco che la vita delle persone dipenda dal fatto che un uomo bianco con un AR-15 abbia una buona giornata o meno”. Un redattore di USA Today ha risposto: “È sempre un uomo bianco arrabbiato. Sempre”. Potrei continuare all’infinito con tweet come questi.”

“Ma ora che il tiratore è stato identificato – un musulmano di origine siriana – la Sinistra è semplicemente passata a un’altra tattica politica. Cioè, OK, mai lasciare che una crisi vada sprecata, ora l’isteria che circonda il controllo delle armi ha, come era prevedibile, preso il controllo di Washington, DC. Chuck Schumer ha giurato di portare nuove restrizioni sul controllo delle armi al Senato. Joe Biden ora ha promesso di vietare i cosiddetti fucili d’assalto “cattivi” e di governare per fiat voluntas dell’esecutivo, ancora una volta bypassando quell’altro ramo del governo conosciuto come il potere legislativo. Anche Barack Obama è intervenuto, lui detesta il Secondo Emendamento e la Carta dei Diritti in generale. Sta parlando, sta facendo un appello appassionato per nuovi divieti sulle armi. E naturalmente, la folla dei media – l’estensione di tutto ciò che è socialista-democratico-radicale – sta chiedendo nuovi ed ampi divieti sulle armi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:02 pm

La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120
La violenza della menzogna del PC precede e anticipa la violenza fisica del suo totalitarismo sociale e politico istituzionale, poliziesco, giuridico e militare.



La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2951
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3230758840





Lo sforzo dei Democratici per l’ampliamento della Corte Suprema mostra che il cambiamento sta andando troppo oltre, troppo in fretta
Anche se la Corte Suprema rimarrà con nove giudici, i Democratici hanno già fatto danni significativi.

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 15 Aprile 2021 di “Tucker Carlson Tonight”.
28 aprile 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... in-fretta/

Le cose stanno cambiando velocemente, nel caso non l’abbiate notato; troppo velocemente. La gente non può metabolizzare un cambiamento con questi ritmi – non solo gli spettatori di Fox News, o gli anziani Repubblicani, ma proprio la specie umana stessa. Gli esseri umani non sono progettati per cambiamenti implacabili e bruschi nel loro modo di vivere o nel loro modo di pensare.

Per la maggior parte della storia umana, non hanno avuto a che fare con questi cambiamenti perché non sono avvenuti molto in fretta. Le società si sono evolute lentamente. La Francia del IV secolo era molto simile a quella del XIV secolo. Per un migliaio di anni, la maggior parte della gente in Francia ha passato la vita pascolando gli animali addomesticati nei campi e vivendo in capanne di paglia.

Poi, nel 1700, qualcuno perfezionò la macchina a vapore e niente fu più lo stesso. La vita per la gente comune cominciò a cambiare. Si muoveva sempre più velocemente, e poi esponenzialmente sempre più velocemente. Questo è continuato fino ai giorni nostri, un momento in cui quasi ogni mattina ci si sveglia in un mondo nuovo di zecca.

Se hai più di 40 anni, potresti avere difficoltà a riconoscere il tuo paese. È troppo poco familiare. I ragazzini presuntuosi sui social media non si preoccupano di notare tutto questo e quando lo fanno, liquidano ogni lamentela sul cambiamento come “bigottismo“. Ma non è bigottismo. È la natura umana: Il cambiamento improvviso causa sempre il caos sociale. Gli esseri umani sviluppano usi e costumi ed aspettative generazionali per un motivo. Non è casuale.

La continuità è confortante per le persone. Se si eliminano le cose familiari da un giorno all’altro, le società si fratturano. I popoli tendono ad esplodere. L’abbiamo visto accadere.

L’ultima rivoluzione industriale, alla fine, ha provocato le rivoluzioni armate. Centinaia di milioni di persone sono morte. La Germania ha avuto Hitler. L’Europa orientale ha avuto lo stalinismo. Sì, alla fine ci siamo ritrovati con gli antibiotici. Si può ringraziare la tecnologia per questo, e lo facciamo. Ma abbiamo avuto anche il genocidio e le bombe atomiche. C’è una lezione qui: se vuoi cambiare le cose, fallo lentamente. Scegli l’incrementale piuttosto che l’immediato. Spiegati mentre lo fai. Rassicura la gente. Riconosci la realtà della biologia evolutiva.

Gli esseri umani non sono nati per essere componenti di macchine. Non puoi sfornare versioni migliorate dei tuoi cittadini con una stampante 3D. Le persone nella vita reale sono complicate e testarde e difficili da controllare. Anche i più “aperti” diventano nervosi e disorientati quando improvvisamente tutto è diverso. Si potrebbe pensare che tutto questo sia ovvio e che i leader saggi lo sappiano intuitivamente. Se stai per avere un implacabile cambiamento tecnologico – e apparentemente è così – non puoi infliggere un implacabile cambiamento sociale e aspettarti che la tua società sopravviva. Le cose crolleranno se lo farai, garantito.

Eppure è esattamente quello che i nostri leader stanno facendo oggi. Stanno cambiando tutto, che ci piaccia o meno: una nuova lingua, nuovi valori, nuova biologia, nuovi programmi di studio, nuovi costumi sociali e standard di assunzione e tipi di corpo. Una popolazione nazionale nuova di zecca. E poi, siccome questo non è ancora abbastanza, un nuovo sistema di governo. Tutto questo in tre mesi.

Quali saranno le conseguenze di questa rivoluzione? Nelle vostre ossa, conoscete già la risposta. È terrificante. E non deve succedere. Ciò di cui l’America ha bisogno più di ogni altra cosa è una pausa, un momento per prendere un bel respiro nazionale. Fare il punto della situazione. Valutare quello che è appena successo – molto – e considerare con calma il modo migliore di procedere. Volete l’unità del paese? Lo vogliamo tutti. Questo potrebbe portarci all’unità. Ma No. La caleidoscopica raffica di cambiamenti incessanti continua.

I Democratici ci hanno informato che hanno intenzione di smantellare quell’ultimo ramo che gode ancora di fiducia nel nostro governo, la Corte Suprema. Un membro del Congresso di New York ha spiegato perché lo stanno facendo. Il suo nome è Mondaire Jones. Ha 33 anni. È andato a Stanford e alla Harvard Law School, il che significa che nella sua breve vita non ha prodotto essenzialmente nulla. Niente di tutto ciò significa veramente qualcosa per lui. Quindi è felice di mandare tutto all’aria.

Annuncio della campagna elettorale di Mondaire Jones: “La nostra democrazia è in crisi. L’insurrezione del 6 gennaio lo ha reso chiaro. Questa crisi non è arrivata da un giorno all’altro o per caso. La Corte Suprema ha contribuito a portarci fin qui. Infatti, la Corte ha attivamente smantellato la nostra democrazia per anni… Ha sventrato le protezioni del Voting Rights Act e ha aperto la strada ad una nuova era di soppressione razzista degli elettori. Ha aiutato ad installare Donald Trump alla Casa Bianca e lui ha restituito il favore nominando altri giudici che sono ostili alla nostra democrazia… Noi, il popolo, possiamo rompere la presa dell’estrema destra antidemocratica sulla nostra democrazia. Possiamo ampliare la Corte Suprema. E insieme possiamo finalmente ripristinare il governo del popolo invece del governo dei potenti.”

La Corte Suprema ha fatto l’insurrezione del 6 gennaio. La “Corte di QAnon“, se volete chiamarla così. Scommetto che non lo sapevate. Non lo sapeva nemmeno Mondaire Jones. Sta solo leggendo quello che hanno scritto per lui sul copione.

A proposito, chi sono “loro”? Quello era un abile annuncio della campagna. Non l’ha fatto nel suo scantinato. E’ costato soldi fare lo spot. Da dove vengono quei soldi? Ci piacerebbe saperlo. È stato finanziato da alcune delle grandi corporazioni che hanno appena finito di dirci che chiedere alle persone di mostrare un documento d’identità quando votano è razzismo alla Jim Crow?

È possibile. “Tucker Carlson Tonight” li ha chiamati per scoprirlo. Abbiamo chiesto al CEO della Coca-Cola James Quincey, al CEO della Delta Ed Bastian, al capo di Amazon Jeff Bezos e al CEO della Merck Ken Frazier. Tutti questi titani del business sono stati di recente felici di pesare con tutto il loro impegno su quale forma di governo il resto di noi dovrebbe avere. È un loro affare, ora dipende da loro. Qual è la loro opinione sul trasformare la nostra più alta corte in un organo legislativo, sul rendere la nostra ultima istituzione ufficialmente apartitica in qualcosa che è apertamente di parte e quindi affidabile per nessuno? Possiamo solo immaginare cosa ne pensino, perché non ci hanno risposto. A quanto pare non sono più così preoccupati della “democrazia”. Qualsiasi cosa Biden voglia, basta che non prenda i nostri soldi.

Sanno da che parte sta Joe Biden. Qualche giorno fa, la Casa Bianca ha formato una cosa chiamata “Commissione Presidenziale sulla Corte Suprema degli Stati Uniti“. Il compito di questa commissione era di valutare i “principali argomenti nel dibattito pubblico contemporaneo a favore e contro la riforma della Corte Suprema“.

È l’ultima frase che conta “riforma della Corte Suprema“. Non è il “court-packing“, non è quello che fece Franklin Delano Roosevelt. È “riforma della Corte Suprema“. La Casa Bianca dice che vuole solo studiare l’argomento in modo obiettivo. Giusto. Il vero scopo era quello di segnalare che il court-packing ora ha l’approvazione della Casa Bianca. In una conferenza stampa questo pomeriggio, alcuni dei più potenti Democratici del Congresso hanno chiarito di aver ricevuto il messaggio.

Rep. Jerry Nadler, Democratico di New York.: “Alcune persone diranno che stiamo espandendo il numero dei giudici della corte. Non la stiamo espandendo. La stiamo risistemando. Il senatore McConnell e i Repubblicani hanno aumentato i giudici alla corte negli ultimi due anni… quindi questa è una reazione a ciò.”

(Applausi per il 23enne assistente alle comunicazioni che ha pensato a questa linea).

Jerry Nadler è il presidente della Commissione Giudiziaria della Camera, che è un lavoro importante quando si parla di tribunali. Ma non era da solo…

Hank Johnson della Georgia era lì. Forse ricorderete Hank Johnson come il geologo dilettante che una volta ha ipotizzato in un’udienza in commissione che la nazione insulare di Guam potrebbe capovolgersi a causa della sovrappopolazione. Questo è Hank Johnson, e ha offerto la sua valutazione di quanto grande dovrebbe essere la Corte Suprema.

Hank Johnson: “Questa naturale espansione [della Corte] si è fermata dopo la guerra civile, lasciandoci oggi con la stranezza storica di tredici corti d’appello e solo nove giudici. Credo sia ora di tornare a questa tradizione e avere almeno tredici giudici.”

Torneremo a prima della guerra civile, dice Hank Johnson. È tempo di “tornare alla tradizione“. Davvero? Ci si chiede quali altre tradizioni antebelliche Hank Johnson voglia riportare negli Stati Uniti. Purtroppo non l’ha detto. Fino ad ora il partito di Hank Johnson ci aveva convinto che le precedenti tradizioni americane fossero radicate nel suprematismo bianco. Ma in qualche modo, non i tredici membri della Corte Suprema. Questo è quello che ci ha appena detto Hank Johnson.

Queste persone sono veramente radicali. La buona notizia è che sono anche stupide. Ed Markey, che ha servito nel Congresso per quarant’anni, si è alzato ed ha ripetuto la stessa solfa. Solo aumentando i numeri della Corte Suprema con dei Democratici di parte, ha detto Ed Markey, potremo ripristinare la legittimità della Corte Suprema.

Ed Markey: “E sono deluso nel dire che troppi americani mettono in dubbio la legittimità della corte. La conseguenza è che i diritti di tutti gli americani – specialmente le persone di colore, le donne e le nostre comunità di immigrati sono a rischio… Abbiamo una maggioranza stilosa ed illegittima di 6- a 3 nella corte che ha causato questa crisi di fiducia nel nostro paese.”

È difficile prendere sul serio il 74enne Ed Markey quando parla di “dare potere alle donne e alle persone di colore” mentre occupa un seggio al Senato in uno stato a stragrande maggioranza democratico. Ehi Ed Markey, perché non ti dimetti oggi e dai quel seggio a una donna o a una persona di colore? Oh, non vuoi farlo? Perché sei un bugiardo.

La parte migliore è l’idea che la gente non pensi che la corte sia legittima, ed è per questo che abbiamo bisogno di riempirla di Democratici, il tutto articolato davanti ad un cartello che diceva “espandere la corte“.

Markey voleva farvi dimenticare che non molto tempo fa ci diceva “abbiamo bisogno di nove”, il che significava nove giudici.

Ve lo ricordate? No, non vogliono che ve lo ricordiate. Non è l’unica cosa che non vogliono che ricordiate. Ed Markey preferirebbe che dimenticaste che quattro anni fa era in piedi davanti ad un podio che recitava “abbiamo bisogno di nove”, cioè nove giudici.

Quando Ruth Bader Ginsburg è morta l’anno scorso, Ed Markey è stato uno dei molti Democratici che hanno esortato i Repubblicani a rispettare il suo “ultimo desiderio”.

“Mitch McConnell ha mandato in fumo un’udienza di conferma… andando contro il precedente ed il desiderio della giudice Ginsburg“

ha scritto Markey su Twitter. Anche dalla tomba, i giudici della Corte Suprema determinano chi li sostituisce.

Ma ora, Ruth Bader Ginsburg non è più utile a persone come Ed Markey, quindi vogliono che dimentichiate ciò che lei stessa ha detto sull’aumento dei giudici un anno prima di morire.

Ruth Bader Ginsburg a NPR nel 2019: “Ho sentito che ci sono alcune persone sul lato democratico che vorrebbero aumentare il numero di giudici … Se c’è qualcosa che farebbe apparire la corte come partitica, sarebbe proprio questo, una parte che dice: “Quando saremo al potere, ne amplieremo il numero”.

Ora, all’epoca, era legge federale che tutti i Democratici dovessero essere d’accordo con quello che diceva Ruth Bader Ginsburg, così Joe Biden lo fece.

Joe Biden, nel 2019: “Non entrerei in tribunale facendo i bagagli. Aggiungiamo tre giudici, la volta successiva perdiamo il controllo e loro aggiungono altri tre giudici. Così cominceremo a perdere qualsiasi credibilità che la corte abbia.”

Potremmo continuare, ma non lo faremo. Un ipocrisia così sfacciata comincia ad annoiarci. Sì, sono bugiardi senza principi che diranno qualsiasi cosa pur di mantenere il potere. Lo abbiamo capito.

Ora, nella vita reale, la legge di cui stiamo parlando potrebbe non passare. Ma la cosa triste è che non importa se passa o no, perché il danno è già stato fatto. Le persone che sono pagate per preoccuparsi del paese hanno dimostrato di non farlo. Distruggerebbero il paese pur di averne il controllo. Questo non è un messaggio rassicurante. Gli americani sono molto ansiosi in questo momento. Sono paranoici e diffidenti. Pensano che nessuna delle loro istituzioni sia all’altezza. Ma invece di rassicurarli che tutto andrà bene, i leader Democratici hanno appena mostrato loro che hanno tutte le ragioni per sentirsi così.

“Tucker Carlson Tonight” è un talk show americano e programma di attualità condotto dal commentatore paleoconservatore Tucker Carlson. Lo show viene trasmesso in diretta da Washington, D.C., su Fox News Channel alle 8:00 P.M. ET nei giorni feriali. Lo show include tipicamente commenti politici, monologhi, interviste e analisi. Ha debuttato come programma nella lineup di Fox News Channel il 14 novembre del 2016. Nel luglio 2020, “Tucker Carlson Tonight” ha battuto il record di programma con il più alto indice di gradimento nella storia delle notizie via cavo degli Stati Uniti, raccogliendo un’audience media di 4,33 milioni di spettatori.

Tucker Carlson è un conduttore di Fox News. Si è unito alla rete nel 2009 come collaboratore. Sostenitore dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si dice anche che abbia influenzato alcune decisioni politiche chiave di Trump stesso. Le sue controverse dichiarazioni su razzismo, immigrazione e femminismo hanno portato al boicottaggio degli inserzionisti contro lo show. Fiero oppositore del progressismo politico, è stato definito un “nazionalista” ed un “paleoconservatore”. È un critico dell’immigrazione. Originariamente sostenitore della politica economica libertaria, ha poi criticato l’ideologia come “controllata dalle banche” ed è diventato un “protezionista”. È anche uno scettico sugli interventi all’estero degli Stati Uniti.



Aumentano i crimini negli Usa: sotto accusa i procuratori finanziati da Soros
Roberto Vivaldelli
28 Aprile 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1619648503

In tutti gli Stati Uniti aumentano i crimini violenti e gli omicidi: sotto accusa i procuratori distrettuali eletti grazie alle ingenti donazioni del magnate liberal George Soros e del Ceo di Facebook Mark Zuckerberg
Aumentano i crimini negli Usa: sotto accusa i procuratori finanziati da Soros

George Soros e Mark Zuckerberg stanno c'entrando l'ambizioso obiettivo di cambiare radicalmente il sistema giudiziario americano in senso ultra-progressista, dopo aver eletto procuratori distrettuali particolarmente indulgenti e di orientamento liberal. Come spiega the American Conservative, è noto l'impegno del finanziere e fondatore dell'Open Society Foundations - rimarcato anche nel saggio In Defense of Open Society - nel sostenere e finanziare le elezioni dei procuratori distrettuali di estrema sinistra. Tant'è vero che dicembre 2019 l'ex Procuratore general William Barr accusava il fondatore dell'Open Society Foundations di aver iniziato "a eleggere persone che non supportano molto le forze dell'ordine" spiegando che i procuratori distrettuali da lui sostenuti "hanno iiniziato a vincere in diverse città e, a mio avviso, non hanno dato il giusto sostegno alla polizia. Potremmo trovarci nella posizione in cui le comunità che non supportano la polizia potrebbero non ottenere la protezione di cui hanno bisogno".
Soros e Zuckerberg cambiano il sistema giudiziario americano grazie alle donazioni

Nel novembre 2014, la Open Society Foundation di Soros ha donato 50 milioni di dollari alla Campagna dell'Aclu - l'Unione Americana per le Libertà Civili - per porre fine alle "incarcerazioni di massa". L'Aclu confermò in un comunicato stampa la donazione ricevuta dall'organizzazione filantropica fondata dal magnate di origini ungheresi, ribadendo il proprio impegno "a dimezzare i tassi di incarcerazione negli Stati Uniti entro il 2020" in quello che sarebbe diventato "lo sforzo più ambizioso per porre fine all'incarcerazione di massa nella storia americana". Poco dopo aver effettuato questa donazione, Soros ha iniziato a finanziare con ingenti somme i procuratori distrettuali di orientamento progressista. Ha speso più di 18 milioni di dollari dal 2015 in poi, con risultati un successo dietro l'altro (solo sette sconfitte su 29 elezioni).

Nell'ultimo anno, inoltre, dopo l'uccisione di George Floyd, anche i gruppi che aiutano i sospettati di crimini a pagare le cauzioni sono cresciuti a dismisura. La vicepresidentre Kamala Harris ha promosso uno di questi gruppi, il Minnesota Freedom Fund, che nel solo 2020 ha ricevuto circa 35 milioni di dollari. Proprio come Soros anche Mark Zuckerberg ha investito milioni di dollari per cambiare il sistema giudiziario americano. Come sottolinea the American Conservative, infatti, il Ceo di Facebook e sua moglie Priscilla Chan hanno iniziato a finanziare i fondi per il pagamento delle cauzioni e a supportare i gruppi di riforma dei pubblici ministeri. Nel biennio 2019-2020, la Chan Zuckerberg Initiative (Czi) ha donato 1 milione di dollari al progetto Fair and Just Prosecution del Tides Center, organizzazione no-profit che mira a promuovere un "sistema giudiziario fondato su equità, compassione e responsabilità".
Aumentano i crimini violenti in tutti gli Usa: sotto accusa i procuratori eletti grazie a Soros

Rimodellare il sistema giudiziario americano eleggendo procuratori distrettuali particolarmente "morbidi" e indulgenti sta, di fatto, rendendo gli Stati Uniti un Paese meno sicuro di prima, come aveva previsto l'ex Procuratore generale William Barr. Come confermano diversi dati raccolti negli ultimi mesi, il 2020 è stato un anno record per i crimini violenti e l'emergenza sociale generata dalla pandemia non può essere l'unica risposta. I dati preliminari dell'Fbi mostrano che i tassi di omicidio sono aumentati ovunque in America nel 2020 e circa del 24,7%, se misurato a livello nazionale. L'esperto di giustizia penale John Roman ha affermato che l'aumento del 2020 "è il più grande aumento della violenza che abbiamo visto dal 1960, quando abbiamo iniziato a raccogliere statistiche formali sulla criminalità". A Filadelfia, gli omicidi sono aumentati del 29% dall'aprile 2020, rendendo il 2020 l'anno più violento della città in oltre tre decenni. Larry Krasner, il procuratore distrettuale di Filadelfia che ha ricevuto quasi 1,7 milioni da Soros nel 2017, scarica però tutta la colpa sui lockdown e sull'emergenza pandemica. Eppure anche Politico ha sottolineato come l'aumento esponenziale dei crimini e degli omicidi stia mettendo in discussione la dedizione e la capacità di procuratori distrettuali troppo lascivi e accondiscendenti, eletti proprio grazie ingenti donazioni del magnate.
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Il mondo orrendo di Sleepy Joe e della sua banda Biden Biden

Messaggioda Berto » sab gen 23, 2021 4:02 pm

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