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Il mostruoso politicamente corretto dei democraticiAMEN ed A-WOMAN. Così termina il discorso un "Pastore" parlamentare democratico. L'ignoranza è la fine della civiltàGiuseppina Perlasca
4 gennaio 2021
https://scenarieconomici.it/amen-ed-a-w ... la-civita/ Non è una battuta da giornale satirico. Non è il comico italiano che aveva satiricamente fondato il movimento “O-Men”. No qui è tutto, tragicamente, vero.
Si apre la 117 legislatura degli Stati Uniti. parla di democratico deputato Emanuel Cleaver, che, fra l’altro, è un Pastore da 37 anni. ha concluso il proprio discorso inaugurale alla Camera con un solenne
Amen and A-Woman
AMEN and A-WOMAN ?? che vuol dire . Amen NON è una parola della lingua inglese, ma ebraica, che si pronuncia sempre uguale in qualsiasi lingua, e che è utilizzato per dire “Così Sia”. Perfino nella lingua araba è utilizzato con lo stesso significato. Però l’egocentrismo e l’ignoranza profonda della nuova cultura “Woke” americana hanno l’incredibili potere di trasformare una parola ebraica in una inglese, dandole, fra l’altro, un valore sessista. Un po’ come qualche nostro giornalista scrive “ad hoc” “ad ok”, oppure pronuncia “Sine die “”Sein Dein”. tanto tutto fa brodo. Incredibile che questo accada a colui che afferma di essere stato un Pastore per 37 anni. Che insegnamenti ha portato al suo gregge?
Un pastore che poi appare incerto anche su quale sia il suo gregge perchè prima, chiedendo la pace sul mondo, chiede aiuto al “Dio monoteistico, a Bhrama o il dio chiamato con cento nomi da cento fedi.”. Ora se io fossi Amaterasu, Dea solare giapponese sposa dell’Imperatore, mi seccherei un pelo nel non essere citata direttamente. Del resto “Il dio dai cento nomi” deve essere stato preso paro paro dal “Dio dai molti volti” “Many faced god” di “Games of Thrones”. Salvo prima descrivere Dio che rivolge il suo “Viso verso di noi”, facendone quindi una personificazione che va bene per il cristianesimo, ma farà infuriare le altre religioni monoteistiche.
Questa generazione di politici e intellettuali “Politicamente corretti” si basa su due colonne fondamentali: l’ignoranza da un lato e l’egocentrismo dall’altro. Si tratta degli stessi intelligentoni che hanno abbattuto le statue di Colombo senza sapere che spesso erano omaggi delle comunità italo americane alla loro nuova patria. Tutto viene giudicato secondo il proprio metro di falso e soprattutto viene giudicato.
La Statua di Lincoln che celebrava l'emancipazione dalla schiavitù è stata rimossa perche "razzista".L'Osservatore Repubblicano
2 dicembre 2020
https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... &ref=notif Una statua di Abraham Lincoln con uno schiavo liberato inginocchiato ai suoi piedi è stata rimossa dal suo piedistallo a Boston.
Il problema era che lo schiavo nero inginnochiato costituiva una mancanza di rispetto e un'ingiustizia razziale.
Gli operai del comune hanno rimosso l'Emancipation Memorial, noto anche come Emancipation Group e Freedman's Memorial, all'inizio di martedì da un parco appena fuori Boston Common, dove si trovava dal 1879.
I funzionari della città avevano deciso alla fine di giugno di rimuovere il memoriale dopo le lamentele e un aspro dibattito sul progetto . Il sindaco Marty Walsh aveva riconosciuto all'epoca che la statua metteva "a disagio" sia i residenti che i visitatori.
Il "disagio" è solo nella mente di chi pensa a queste sciocchezze.
Se viene rimossa la statua di colui che ha combattutto la schiavitù degli afroamericani e la loro emancipazione, accusandola di razzismo allora è la fine della ragione.
La statua in bronzo è una copia di un monumento eretto a Washington, DC, tre anni prima nel 1876. La copia è stata installata a Boston perché la città ospitava il creatore della statua, Thomas Ball.
È stato creato per celebrare la liberazione degli schiavi in America ed era basato su Archer Alexander, un uomo di colore che sfuggì alla schiavitù, aiutò l'esercito dell'Unione ed era l'ultimo uomo rimesso in schaivitù ai sensi del Fugitive Slave Act del 1850.
Ma mentre alcuni hanno visto l'uomo a torso nudo alzarsi in piedi mentre si scuoteva dalle catene spezzate sui polsi, altri lo hanno percepito in ginocchio davanti a Lincoln, il suo emancipatore bianco.
L'iscrizione su entrambe le statue a Washington e Boston dice: "Una razza liberata e il paese in pace. Lincoln riposa dalle sue fatiche".
Più di 12.000 persone avevano firmato una petizione che chiedeva la rimozione della statua e la commissione per le arti pubbliche di Boston ha votato all'unanimità per rimuoverla. La statua dovrà essere conservata fino a quando la città non deciderà se esporla in un museo.
Il memoriale era sotto osservazione almeno dal 2018, quando la città di Boston ha lanciato una revisione completa per verificare se sculture pubbliche, monumenti e altre opere d'arte riflettessero la diversità della città e non offendessero le comunità di colore.
La commissione per le arti ha detto che stava prestando particolare attenzione alle opere con "storie problematiche".
La scorsa estate, i manifestanti antirazzisti, BLM avevano promesso di abbattere la statua originale a Washington, spingendo la Guardia Nazionale a schierare un distaccamento per proteggerla.
https://www.foxnews.com/us/statue-of-ab ... -in-boston Se la "Cancel Culture" sta cancellando l'America Michele Marsonet7 gennaio 2021
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... -lamerica/ Ormai non passa giorno senza leggere notizie che stravolgono le idee correnti sull’America e sulla sua cultura. In altre parole, il politically correct, la gender theory e la cancel culture stanno cambiando radicalmente il Paese e la sua immagine internazionale, tanto da indurci a chiedere se davvero gli Stati Uniti riusciranno a conservare in futuro il ruolo di nazione-guida dell’Occidente.
Ammesso, ovviamente, che l’Occidente liberaldemocratico tuttora esista, e che gli americani – o, almeno, la loro maggioranza – siano ancora interessati a conservare quel ruolo. Domande tutt’altro che peregrine, e alle quali non è per nulla facile rispondere.
Tre notizie recentissime confermano che la crisi culturale e ideologica che ha colpito al cuore gli Stati Uniti minaccia di essere epocale, e non transitoria. Parlo di crisi culturale e ideologica perché essa è nata, cresciuta e maturata in primo luogo nel mondo scolastico e universitario.
È stata innescata dalla presenza sempre più massiccia di insegnanti delle scuole superiori e delle università che hanno diffuso tra gli studenti modelli culturali e letture della storia alternativi, svilendo il sistema valoriale americano e occidentale per esaltarne altri.
Veniamo dunque alle notizie di cui sopra. In una High School del Massachusetts gli insegnanti, adottando lo slogan “Disrupt Texts”, sono riusciti a far passare l’idea che Omero fosse un bieco razzista e sessista, ragion per cui Iliade e Odissea sono state “purgate” ed eliminate dai programmi, pare con il consenso di moltissimi studenti.
Stessa sorte toccherà ad autori più vicini temporalmente come Nathaniel Hawthorne e Francis Scott Fitzgerald, ma in questo caso l’impressione è un po’ minore. Grande sconcerto desta invece il fatto che alla Brown University, nel Rode Island, gli studenti chiedano di abbattere le statue degli imperatori romani Augusto e Marco Aurelio poiché sarebbero “suprematisti bianchi”, mentre al New York Times alcuni redattori propongono di cancellare ogni riferimento ad Aristotele poiché “giustificava lo schiavismo”.
La seconda notizia è, se possibile, ancor più gustosa. Emanuel Cleaver, un deputato democratico del Missouri, nonché pastore protestante e importante esponente della comunità afroamericana, ha concluso il suo discorso inaugurale del nuovo Parlamento del suo Stato con la frase “Amen and Awoman”. Omaggio evidente alla parità di genere.
Tuttavia Cleaver è uomo di Chiesa e avendo 76 anni (è nato nel 1944) dovrebbe pur sapere che la parola amen è ebraica, e ha vari significati, tra i quali i più importanti sono “in verità” e “così sia”. Insomma nulla a che fare con sesso e genere e, soprattutto, niente a che fare con la lingua inglese. Si è quindi scatenata, giustamente, una bufera. Il buon Cleaver conosce, da pastore evangelico, l’etimologia di amen? Parecchi ne dubitano, ma ciò getta un’ombra sinistra sulla qualità dei politici Usa che amano definirsi “progressisti”.
Terza e ultima notizia. Dopo mesi di proteste e petizioni della locale comunità afroamericana, il sindaco democratico di Boston ha infine accolto la richiesta di rimuovere dalla metropoli del New England la statua di Abraham Lincoln. Sembra che per ora non sia stata abbattuta, ma solo trasferita nel vicino District of Columbia, in attesa di conoscere la sua sorte.
Strano destino per il presidente che dichiarò guerra alla Confederazione Sudista e la vinse ponendo così termine alla vergogna dello schiavismo. Odiato per questo dai razzisti bianchi, uno dei quali lo assassinò. Ebbene, gli autori della richiesta leggono la storia in modo alternativo, giacché per loro anche Lincoln era uno sporco razzista, che in effetti agì solo per opportunismo.
In realtà mise in gioco, rischiando molto, l’unità della nazione scatenando una guerra civile lunga e sanguinosa pur di porre termine alla schiavitù. Tuttavia i fautori della cancel culture, tra cui si collocano fior di accademici, non esitano a insistere e senza dubbio in breve tempo Lincoln finirà tra gli obiettivi degli abbattitori di statue, al pari dei generali che servirono la Confederazione Sudista.
Si rammenti, infine, che la pervasività del politically correct ha toccato persino i cartoni animati più classici della Disney, da Peter Pan a Lilli e il Vagabondo, da Gli aristogatti a Il libro della giungla. Difficile ormai vederli in tv perché la Disney si è adeguata alle regole della correttezza politica facendoli precedere da note informative. Vi si spiega, per esempio, che gli indiani di Peter Pan forniscono una rappresentazione derisoria dei nativi americani, mentre ne Il libro della giungla la scimmia King Louie canta in stile “dixieland” e sarebbe pertanto un’altra rappresentazione razzista e caricaturale degli afroamericani, aggravata pure dalla pigrizia del personaggio animato.
Che dire, è davvero difficile tornare indietro quando si tocca un livello così basso. Cos’altro dovremmo attenderci? Forse che qualche fanatico della cancel culture imiti quanto fecero i talebani distruggendo le statue di Buddha in Afghanistan. Qualcuno potrebbe raggiungere il Monte Rushmore e distruggere con la dinamite i volti di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e dello stesso Abraham Lincoln. Nessuno di essi, a ben guardare, si salverebbe dalla mannaia del politically correct.
Ieri gli studenti dell'Università di Harvard hanno lanciato un appello per togliere la laurea a Donald Trump. Io ricordo un solo caso del genere: l'Università di Bonn che levò la laurea honoris causa a Thomas Mann per le sue posizioni antinaziste.
17 gennaio 2021
Lungi da me paragonare Thomas Mann a Donald Trump sia chiaro, ma solo per dire che sono richieste molto pericolose queste. E tendo anche a sottolineare che gli studenti di Harvard sono rampolli del patriziato americano che giocano a fare gli inclusivi (sic) e i rivoluzionari dall'alto dei propri privilegi di classe.
Sempre sulla caccia alle streghe in corso negli Usa un'altra nuova arriva sempre da Harvard: è stata rimossa dal consiglio di amministrazione dell'università la deputata repubblicana Elise Stefanik, con la motivazione di aver partecipato alla contestazione dei voti del collegio elettorale il 6 Gennaio. Tira davvero una brutta aria di caccia alle streghe se un parlamentare nell'esercizio delle proprie funzioni viene licenziato dalle sue cariche civili per aver espresso un voto evidentemente non gradito.
Tira una brutta aria, aria di golpe bianco. (di G.M.)
https://it.wikipedia.org/wiki/Elise_Stefanik Il 25 settembre 2019 Stefanik ha annunciato che non avrebbe appoggiato la richiesta di impeachment contro Donald Trump. Durante l'udienza del novembre 2019 in cui il Congresso era impegnato ad ascoltare i testimoni in relazione all'inchiesta di impeachment nei confronti di Trump, Stefanik è emersa come il difensore-chiave del presidente Trump.
Molto preoccupante questo articolo sulla Harris, forse non casualmente nominata per prima dall’articolista, e su Biden.A beneficio di coloro che non comprendono il francese, riporto alcuni punti essenziali:
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7070329047- sul suo Twitter Kamala ha scritto che desidera che ci si riferisca a lei con questo prenome: SHE/HER. Complimenti per questo pensiero di grande innovazione per il genere umano, con tanti saluti a quanto previsto nella Bibbia che spiega per bene le ragioni dell’esistenza dell’uomo E della donna. Però, mi chiedo e LE/GLI chiedo, i suoi amici islamici saranno d’accordo con questo pensiero della filosofia Harrisiana?
- la rivista Vogue è stata duramente rimproverata per aver pubblicato una fotografia della vice-presidente (davvero solo vice?) nella quale la sua pelle appare più chiara di quanto non sia nella realtà. A poco sono servite le risposte di Vogue che ha risposto che il fotografo, oltre ad essere di colore egli stesso, è anche un militante del pensiero pro-diversità.
- Apple ha donato 100 milioni di dollari in favore dell’uguaglianza razziale. Il Propel center starà nell’università di Atlanta, “STORICAMENTE NERA”, ma non sono possibili gelosie: tutte le università “storicamente nere” riceveranno sussidi. E soldi arriveranno pure a due imprenditori che fanno parte delle minoranze (solo due? Come siete poco generosi voi della Apple!)
- Biden, in un suo tweet del 10 gennaio, assicura che la loro priorità sarà aiutare le piccole imprese di proprietà dei neri, dei latino-americani, degli asiatici e dei nativi americani (amerindi).
Auguri, America, ma noi dobbiamo preoccuparci non poco, con questo chiaro di luna.
Kamala Harris et Joe Biden: et ce n’est que le début… - Causeur
Kamala Harris et Joe Biden: et ce n’est que le début…Suite de "Cancel cul…quoi" ?
Didier Desrimais
18 janvier 2021
https://www.causeur.fr/kamala-harris-et ... oke-190348Come Joe Biden vuole distruggere lo sport femminile23 gennaio 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... femminile/ Le priorità dell’Amministrazione Biden-Harris e della Sinistra radicale: permettere agli uomini che si sentono donne di usare i bagni e gli spogliatoi delle donne e di gareggiare nelle competizioni femminili. Il tutto a danno della leale concorrenza tra le atlete.
Qualche ora dopo aver prestato giuramento, mercoledì, il Sleepy Joe Biden ha firmato anche un ordine esecutivo che conferisce ampi diritti agli uomini e alle donne che vogliono vivere come si sentissero appartenenti al sesso biologico loro opposto, incluso il permettere agli individui transgender di competere negli sport partecipando alle gare sportive nella categoria di genere in cui si identificano.
“Il primo giorno, Biden distrugge unilateralmente lo sport femminile”
ha scritto su Twitter l’autrice Abigail Shrier.
“Qualsiasi istituto scolastico che riceve un finanziamento federale dovrà ammettere gli atleti di sesso maschile dal punto di vista biologico nelle squadre femminili, alle borse di studio femminili, ecc.”
“Un nuovo soffitto di vetro (a opprimere) è stato appena posizionato sulle donne”
ha detto nel tweet.
“Ogni persona dovrebbe essere trattata con rispetto e dignità e dovrebbe essere in grado di vivere senza paura, non importa chi sia o chi ami”, ha scritto Biden nell’Executive Order, usando gli stessi punti di discussione usati durante l’amministrazione Obama.
L’ordine esecutivo renderà anche spazi come i servizi igienici e gli spogliatoi aperti a tutti gli individui, in base al sesso percepito (piuttosto che sul sesso biologico).
“I bambini dovranno essere in grado di imparare senza preoccuparsi se gli verrà negato loro l’accesso al bagno, agli spogliatoi o agli sport scolastici”, ha scritto Biden.
L’ordine esecutivo contempla anche delle disposizioni sul luogo di lavoro, assicurando che le persone non “vengano licenziate, demansionate o maltrattate a causa del sesso della persona con cui convivono a casa o perché il modo in cui si vestono non è conforme agli stereotipi basati sul sesso”.
L’ordine esecutivo cita anche gli statuti federali che Biden ritiene “sostengano” il suo provvedimento, incluso il Titolo IX, che in realtà dice il contrario, perché lo statuto proibisce alle scuole che ricevono finanziamenti federali la discriminazione nei confronti delle donne, anche nello sport.
L’ordinanza rivendica anche il Civil Rights Act del 1964 che impedisce la discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso e la nazionalità, e che si applica anche all’orientamento sessuale.
Biden cita il caso Bostock v. Clayton County della Corte Suprema degli Stati Uniti, in cui si decise che “un datore di lavoro che licenzia un individuo semplicemente per essere gay o transgender viola il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964″.
“La politica della mia amministrazione è quella di prevenire e combattere la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale e di far rispettare pienamente il Titolo VII e altre leggi che vietano la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale”, ha detto l’ordine. “È anche politica della mia amministrazione affrontare le forme di discriminazione che si sovrappongono”.
L’ordine esecutivo dovrebbe essere applicato a tutti i livelli del governo federale, e si chiede alle agenzie federali di farlo osservare.
Le motivazioni dei favorevoli
La campagna per i diritti umani, che da anni sollecita diritti “speciali” per le persone in base alle loro preferenze sessuali, ha elogiato l’ordine di Biden:
“L’ordine esecutivo di Biden è l’ordine esecutivo più importante e di ampia portata riguardante l’orientamento sessuale e l’identità di genere mai emesso da un presidente degli Stati Uniti.”
ha affermato in una dichiarazione Alphonso David, Presidente della Campagna per i diritti umani.
“Oggi, milioni di americani possono tirare un sospiro di sollievo sapendo che il loro presidente e il loro governo credono che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere non sia solo intollerabile ma illegale. Attuando pienamente la storica sentenza della Corte Suprema di Bostock, il governo federale applicherà la legge federale per proteggere le persone LGBTQ dalla discriminazione in materia di occupazione, assistenza sanitaria, alloggio, istruzione e altri settori chiave della vita.”
“Sebbene l’attuazione dettagliata nel complesso del governo federale richiederà del tempo, questo ordine esecutivo inizierà a cambiare immediatamente le vite dei milioni di persone LGBTQ che cercano di essere trattati allo stesso modo secondo la legge.”
“La lista completa degli ordini esecutivi del primo giorno segna un gradito passaggio dalla politica della xenofobia e della discriminazione a un’amministrazione che abbraccia il nostro mondo, la sua gente ei suoi sognatori. Non vediamo l’ora di continuare a impegnarci con la Casa Bianca, il Dipartimento di Giustizia e le altre agenzie per garantire che la sentenza Bostock sia adeguatamente implementato in tutto il governo federale.”
Le motivazioni dei contrari
Tony Perkins, presidente del Family Research Council, sostiene invece che Biden minaccia le persone credenti e che si scontra con i fatti.
“Con un tratto di penna, il presidente Joe Biden ha ribaltato la legislazione sui diritti civili di 50 anni fa, svuotando le protezioni per le persone che hanno una fede.”
La tutela della libertà religiosa e di coscienza, infatti, è un altro “problema”.
Ad esempio, in base alla nuova direttiva di Biden, ai medici professionisti potrebbe essere richiesto di eseguire procedure per il cambio di sesso in violazione del loro credo religioso. Le aziende e le altre organizzazioni che hanno una base di fede religiosa potrebbero essere costrette a offrire piani di assistenza sanitaria che coprano anche il “cambio di genere”.
“Il presidente Biden sta attuando unilateralmente un radicale cambiamento di politica che di routine non è riuscito a ottenere tramite l’approvazione del Congresso, l’organismo incaricato dalla Costituzione di approvare le leggi.”
“Purtroppo, l’amministrazione Biden sta pianificando di andare molto oltre nel suo assalto alla realtà biologica e dovrebbe ordinare alle scuole di abolire gli sport femminili e costringere ragazzi e ragazze a usare le stesse docce e spogliatoi, e forse stare anche nella stessa cuccetta insieme nei viaggi scolastici. Il partito che afferma di essere il partito della scienza sta portando avanti politiche che negano la realtà.”
Biden ha quindi affermato di voler garantire la parità di trattamento ai sensi della legge ordinando alle agenzie federali di eliminare la discriminazione nelle linee guida e nelle politiche, mentre le voci critiche hanno previsto che il risultato finale sarà l’effettiva eliminazione dei bagni, degli spogliatoi, e dell’atletica femminile.
“Sfortunatamente, l’amministrazione Biden non ha perso tempo, chiedendo subito delle politiche che privassero le donne di tutele legali, negando alle atlete una concorrenza leale nello sport, ignorando le esigenze di salute uniche delle donne e costringendo le ragazze vulnerabili a condividere spazi intimi con degli uomini che si identificano come donne.”
ha detto Christiana Holcomb, consulente legale di Alliance Defending Freedom.
Un sondaggio del novembre 2019 di Rasmussen Reports ha rilevato che solo il 29% è favorevole a consentire ai maschi che si identificano come donne di competere nello sport contro le femmine, mentre il 51% si è opposto.
Le implicazioni per l’atletica hanno attirato l’attenzione nazionale l’anno scorso, dopo che l’ADF ha intentato una causa per conto di tre atlete di atletica leggera delle scuole superiori del Connecticut che hanno affermato di essere state private della leale concorrenza, degli onori e delle opportunità di ottenere le borse di studio da due corridori transgender, che avevano vinto 15 titoli statali.
“Questa non è uguaglianza e non è progresso”,
ha continuato la Holcomb.
“L’appello del presidente Biden all’unità è nulla se cerca di tenere in ostaggio coloro che ricevono i fondi federali se non fanno un danno enorme ai diritti, alle opportunità e alla dignità delle donne e delle ragazze”.
L’amministrazione Trump si era schierata con le atlete del Connecticut, sostenendo che la politica statale avesse violato il Titolo IX, discriminando le ragazze e le donne.
Terry Schilling, presidente dell’American Principles Project, ha sottolineato che il suo gruppo ha cercato di pubblicare un annuncio sulle minacce dei Democratici agli sport femminili, ma che l’annuncio è stato bannato da Facebook a settembre per “contesto mancante”.
“Abbiamo ha avvertito, durante le elezioni, che Biden e i Democratici erano una minaccia per i diritti conquistati a fatica delle donne, in particolare delle atlete”
“Questi avvertimenti sono stati etichettati come ‘bugie’ e ‘disinformazione’ da molti giornalisti e censurati dai social media. Ma ora Biden con il suo comportamento ci ha dato ragione, e nientemeno che nel suo primo giorno in carica.”
Ryan Anderson, ricercatore senior della Heritage Foundation, ed Emilie Kao, direttrice del DeVos Center for Religion & Civil Society, hanno affermato che “non ci vuole una sfera di cristallo per capire come i funzionari dell’amministrazione Biden interpreteranno ed applicheranno queste politiche”.
“Gli uomini che si identificano come donne dovranno essere ammessi negli spazi riservati alle donne, i ragazzi che si identificano come ragazze dovranno essere autorizzati a competere nelle competizioni atletiche femminili, i piani sanitari dovranno pagare per le procedure sulla transizione di genere, e medici ed ospedali dovranno eseguirle, [e] le agenzie di adozione non potranno cercare solo mamme e papà sposati per prendersi cura dei bambini bisognosi.”
Breitbart.com, WashingtonTimes.com
Gino QuareloUna totale mancanza di rispetto per le donne, demenzialità assoluta sia per i bagni sia per lo sport.JOE BIDEN: "LA NOSTRA PRIORITÀ: CONCEDERE AIUTI FINANZIARI ALLE IMPRESE DI PROPRIETÀ DI NERI, LATINI, ASIATICI, INDIANI E DONNE"12 gennaio 2021
https://www.islamnograzie.com/joe-biden ... i-e-donne/In un annuncio altamente controverso e discriminatorio domenica, il democratico Joe Biden ha proclamato che la sua amministrazione darà la priorità agli aiuti economici finanziati dai pagatori fiscali per le imprese in base alla razza e al genere.
“Il nostro focus sarà sulle piccole imprese di Main Street che non sono ricche e ben collegate, che stanno affrontando reali difficoltà economiche senza colpa propria”, ha detto Biden in un video discorso sceneggiato dai suoi gestori che è stato pubblicato sull’account Twitter di transizione ufficiale della sua amministrazione. “La nostra priorità saranno le piccole imprese di proprietà di neri, latino, asiatici e nativi americani, le imprese di proprietà femminile e infine l’accesso paritario alle risorse necessarie per riaprire e ricostruire.”
“Ma faremo uno sforzo concertato per aiutare le piccole imprese delle comunità a basso reddito nelle grandi città, nelle piccole città, nelle comunità rurali che hanno affrontato barriere sistemiche ai soccorsi”, ha continuato. “Pensa alla mamma e al proprietario pop con un paio di dipendenti che non possono prendere il telefono e chiamare un banchiere, che non ha un avvocato, un contabile, per aiutarli attraverso questo complicato processo per sapere se sono persino qualificati o chi semplicemente non sapeva dove questo sollievo è disponibile in primo luogo.”
Affermando che abbiamo attraversato questo “quando abbiamo riportato Detroit in ginocchio”, Biden ha concluso: “E come abbiamo visto nel rapporto sul lavoro di questa mattina, ristoranti, bar e industria dell’ospitalità sono stati sbattuti da questo virus. Dirigeremo verso quelle aziende e altre che sono state così duramente colpite, colpite più duramente. Dobbiamo loro quel sostegno per aiutarli a superare l’altra parte di questa crisi.
La nuova amministrazione di sinistra di Joe Biden sta lavorando sodo per coprire la sua lunga storia di commenti razzisti e discriminatori nei confronti delle minoranze. Anche la rivista di sinistra New Yorker ha sbattuto alcuni dei suoi numerosi reati, che concludono “lo rendono inadatto alla riabilitazione”,
Joe Biden una volta chiamò… Barack Obama “il primo tipo di afroamericano tradizionale che è articolato, luminoso e pulito”. Zio Joe ha descritto i criminali afro-americani come “predatori” troppo sociopatici per riabilitarsi – e i senatori suprematisti bianchi sono suoi amici.
Invece di offrirsi di dare denaro dei contribuenti alle imprese di proprietà delle minoranze per tagliare la burocrazia, Joe Biden dovrebbe tagliare le normative come ha fatto il presidente Trump, che ha dato potere alle piccole imprese prima che i blocchi le distruggessero.
Biden nomina Rachel Levine sottosegretaria alla Sanità: è la prima transgender al governo UsaMercoledì 20 Gennaio 2021
https://www.ilmessaggero.it/mondo/rache ... 13541.htmlJoe Biden ha nominato "assistant secretary" (sottosegretario) della Sanità Rachel Levine, che sarà quindi la prima persona transgender ad occupare un incarico federale dal Senato. La pediatria è stata nominata nel 2017 dal governatore Tom Wolf segretario alla Sanità della Pennsylvania, dove in questi mesi è stata il volto della risposta dello stato alla pandemia di Covid.
«Dr. Rachel Levine porterà la stabile leadership e l'ampia conoscenza di cui abbiamo bisogno per affrontare la pandemia, a prescindere dalla razza, religione, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità», ha dichiarato Biden sottolineando che quella di Levine è «una scelta storica e profondamente qualificata per aiutare a guidare l'impegno sanitario della nostra amministrazione». Biden ha nominato segretario alla Sanità Xavier Becerra, un esponente democratico ispanico, ed ha assemblato una squadra, che sarà coordinata da Jeff Zients, per la risposta al coronavirus con specialisti ed esperti epidemiologici. Anche Anthony Fauci, il direttore National Institute of Allergy and Infectious Diseases, continuerà a lavorare in stretto coordinamento con l'amministrazione Biden.
Biden revoca il divieto di Trump: «Sì ai transgender nell'esercito, la forza dell'America sta nelle differenze»25 gennaio 2021
https://www.ilmessaggero.it/mondo/biden ... 23987.html Joe Biden continua a smantellare a colpi di ordini esecutivi l'eredità ideologica di Donald Trump e revoca la misura con cui l'ex presidente aveva chiuso le porte delle Forze Armate ai transgender. Nell'ordine firmato da Biden si afferma «la politica che tutti gli americani che sono qualificati per servire nelle Forze Armate degli Stati Uniti devono poter servire».
«Il presidente Biden crede che l'identità di genere non debba essere un ostacolo al servizio militare e che la forza dell'America sia nella sua differenza», rendono ancora noto dalla Casa Bianca. «Permettere a tutti gli americani qualificati di servire il proprio Paese in uniforme è una cosa migliore per i militari e per la nazione perché una Forza inclusiva è più efficace» conclude la nota. In questo modo vengono revocati gli ordini, firmati da Trump nel 2017 e nel 2018 in reazione a loro volta ad una misura con cui nel 2016 Barack Obama aveva abolito un precedente divieto, e si stabilisce che da subito «militari transgender non possano più essere congedati o allontanati a causa della loro identità sessuale».
Biden vuole indagini approfondite sul come il Pentagono ha finora gestito il crescente fenomeno delle molestie e violenze sessuali tra i militari. Ma a preoccuparlo anche un dato da brividi e che risale agli ultimissimi giorni: tra i rivoltosi arrestati per l'assalto al Congresso del 6 gennaio scorso circa uno su cinque è legato alle forze armate, e molti di loro sono in contatto con gli ambienti dell'estrema destra e del suprematismo bianco.
Il falso nesso tra armi e razzismo in America. E con Biden-Harris vita dura per la polizia Usa Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
18 Feb 2021
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... lizia-usa/ Essendomi davvero stancato del politically correct che ci viene propinato a tonnellate ogni giorno dai mass media, e in primo luogo dai social network, mi sento obbligato ad esporre alcune brevi considerazioni dove di politicamente corretto non v’è traccia. La voglia mi è cresciuta dentro constatando che la tendenza sta ormai prevalendo anche negli Stati Uniti. E le conseguenze si vedono, come poi dirò.
Dunque. In un articolo di alcuni anni orsono scritto dal premio Nobel per la letteratura Toni Morrison (deceduta nel 2019), pubblicato in prima pagina su la Repubblica, veniva prospettato un nesso di conseguenza logica fra la diffusione delle armi in America, il razzismo e la crescente frattura che si avverte negli Usa tra forze dell’ordine da un lato e comunità nera (appoggiata da alcuni politici) dall’altro.
Che nella società americana sia molto diffusa la cultura dell’autodifesa, che autorizza l’uso delle armi, è risaputo. Non c’è alcunché di misterioso in tutto questo. È un fatto spiegabile senza difficoltà rammentando la storia della nazione, basata sull’individualismo e sulla convinzione che la risposta armata di fronte all’aggressione di criminali di qualsiasi tipo sia del tutto legittima e giustificata.
Si noti, tra l’altro, che anche grazie a tale cultura diffusa gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale. Essendo i suoi cittadini abituati a maneggiare armi, risulta più facile – rispetto all’Italia e ad altri Paesi europei – addestrare le reclute e inviarle in missioni di guerra. Da noi il pacifismo imperante rende invece più arduo tale compito, inducendo al pessimismo nel malaugurato caso di attacco straniero al nostro territorio.
Scriveva dunque la Morrison che “le cosiddette leggi stand your ground for self-defense (che consentono a una persona armata di sparare a un presunto aggressore in base alla mera percezione di pericolo per la sua incolumità) permettono a chiunque di uccidere chi si trovi nella sua proprietà”.
Vero. Ma è forse migliore la situazione in Italia, dove per esempio un negoziante aggredito, se spara, rischia non solo di finire in galera, ma anche di dover risarcire l’aggressore? E dove lo stesso negoziante, che secondo i giudici non dovrebbe in alcun caso far fuoco, è obbligato a valutare nel giro di pochi secondi se il delinquente intende colpirlo sul serio oppure appropriarsi “soltanto” del suo denaro? Con ciò lasciando intendere che, in fondo, il furto del denaro altrui non costituisce reato?
E vengo ora alla questione del razzismo. La Morrison, lei stessa afroamericana, sosteneva che la polizia Usa è intrinsecamente razzista, scordando alcuni particolari importanti. In primo luogo non diceva che moltissimi neri fanno parte delle forze dell’ordine e subiscono anch’essi aggressioni. In secondo luogo dimenticava che tanti comandanti della polizia nelle principali città Usa sono, per l’appunto, neri.
Da rammentare inoltre il comportamento dell’ineffabile sindaco italo-americano di New York, il democratico Bill De Blasio. Sul suo caso molto è stato scritto, e mi limito a notare che il sindaco di una grande metropoli non dovrebbe indurre i propri figli a diffidare delle forze dell’ordine. Certo la polizia americana ha fama di durezza, ma non si vede come potrebbe lavorare diversamente in un contesto di quel tipo. Ancora una volta chiedo: meglio questo oppure il caos italiano, dove polizia e carabinieri vengono costantemente aggrediti, e pure criticati quando si difendono?
Aggiungo un’ultima chicca dell’articolo di Toni Morrison. Al tempo la scrittrice non era d’accordo con chi sosteneva che Barack Obama avrebbe dovuto fare di più per “difendere i neri”. Notando che era il presidente di tutti (e ci mancherebbe), affermava poi in modo quasi casuale: “Non dimentichiamo che sua madre e chi lo ha cresciuto erano bianchi”. Con ciò lasciando intendere che, se fosse cresciuto in una famiglia integralmente nera, avrebbe assunto un comportamento diverso.
I lettori di Repubblica apprezzarono molto il pezzo. Io – lo confesso – assai meno. Del resto sono ormai molti i Nobel che, dopo aver ricevuto il prestigioso premio, fanno dubitare della bontà delle scelte operate dalla giuria di Stoccolma. Basti pensare a tanti Nobel per la pace.
Mi accorgo ora di aver usato all’inizio di questo articolo l’espressione “cultura dell’autodifesa”, collocandomi ipso facto al di fuori dei confini che delimitano il politicamente corretto. Tuttavia non me ne pento affatto. È precisamente quel tipo di cultura, quella della Frontiera e del West, ad aver creato l’America com’è ora. O, meglio, com’era. Giacché pure l’America è cambiata, e negli ultimi anni i cantori del politically correct sono diventati maggioranza. Senza dubbio la presidenza Trump ha segnato un punto di svolta. Tuttavia le prime mosse di Joe Biden, efficacemente affiancato dalla sua vice Kamala Harris, lasciano chiaramente intendere che si sta tornando indietro. Le forze di polizia degli Stati Uniti avranno, col nuovo presidente, vita dura. Con tutta probabilità vedranno diminuire i fondi ad esse destinate, rendendo sempre più difficile da gestire una situazione dell’ordine pubblico già di per sé esplosiva.
Joe Biden: dopo il “realismo socialista” arriva il “realismo progressista”18 febbraio 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... gressista/ Riportiamo un articolo del magazine francese Causeur.fr scritto da Nicolas Lecaussin il 16 febbraio scorso, sulla politica progressista dell’amministrazione di Beijing Biden. Degli argomenti trattati ne abbiamo parlato più volte anche da noi dell’Osservatore Repubblicano, ma è interessante come vengano riassunti in un unico luogo tutti i casi ideologici portati avanti dalla Sinistra americana, che viene paragonata dall’autore dell’articolo allo “zdanovismo” di sovietica memoria.
Il Causeur è un magazine di attualità che si rivolge ad un pubblico conservatore e si considera “anti-conformista e pluralista”. Fondato alla fine del 2007 dalla giornalista Elisabeth Lévy, tra i suoi collaboratori figurano il filosofo Alain Finkielkraut.
Chi sarà il prossimo Andrej Zdanov?
A partire dagli anni ’30, sotto l’impulso di Andrej Zdanov, Segretario Generale nelle file dei bolscevichi, compagno di viaggio e stretto collaboratore di Stalin, si arrivò a pensare che l’arte e la cultura dovevano svolgere un ruolo essenziale nell’educazione ideologica delle masse. Gli intellettuali, gli artisti e i giornalisti non devono in nessun modo allontanarsi dalla loro funzione di “ingegneri delle anime“. Qualsiasi deviazione da questo “dovere” viene punita come si deve: censura dell’autore, divieto di scrivere e di creare, bando, arresto, gulag o addirittura la pena di morte. C’è una sola “verità” – quella socialista – e una sola “cultura”, quella ufficiale dettata dal Partito e che esprime il “realismo socialista“, sotto il controllo dei censori, degli apparatchik (ovvero il termine russo che indicava un funzionario a tempo pieno del Partito Comunista sovietico), dei propagandisti e degli altri scagnozzi al soldo di Zdanov. Alla fine della guerra, lo “Zdanovismo” permeò profondamente la campagna anti-occidentale che l’URSS e altri paesi comunisti condussero per tutto il periodo della guerra fredda, molto tempo dopo la morte di Zdanov nel 1948.
Anti-razzismo e teoria gender: una sola verità?
Naturalmente, non si può fare un paragone con ciò che sta accadendo attualmente in alcuni paesi occidentali, in particolare in America. Tuttavia, ci sono alcuni segnali sorprendenti. Per esempio, quando Joe Biden suggerisce nel suo discorso inaugurale che c’è solo una “verità” – che il “progressismo” deve essere compreso – e che coloro che sono contro di esso sono anche i “nemici dell’America”, il messaggio ha senz’altro un forte tono ideologico. Si basa su quella grandissima parte dell’America politica, culturale, accademica e mediatica che si è chiaramente votata al politicamente corretto. Con statue vandalizzate, nomi di strade cambiati, intellettuali e professori messi alla gogna, le azioni di “pulizia” culturale sono sempre più numerose e hanno poco da invidiare a quelle dello Zdanovismo degli anni ’30, che disonorava e censurava tutto ciò che era considerato appartenere alla “cultura borghese“.
Inoltre, anche i primi ordini esecutivi di Joe Biden sono un buon esempio della sua politica “progressista“, come, per esempio, la cancellazione della “Commissione 1776“ istituita dall’ex presidente Donald Trump. Questa commissione aveva appena ricordato i principi fondatori della Nazione e della Rivoluzione Americana in reazione ai deliri revisionisti del “Progetto 1619“ del New York Times, per il quale la Rivoluzione non aveva avuto altro scopo che preservare la schiavitù. Allo stesso modo, ha firmato un decreto in cui, in nome della lotta contro la discriminazione, ha negato le differenze di genere e ha sostenuto che i bambini dovessero essere invece istruiti contro gli “stereotipi sessuali“. Nel campo dello sport, tra l’altro, non ci saranno più differenze di genere o separazione tra uomini e donne. Biden reintroduce la discriminazione positiva degli anni di Obama, che è stata la fonte di molte tensioni e disuguaglianze nel settore dell’educazione e nel mercato del lavoro. Nell’annunciare la composizione del suo gabinetto, infine, Biden ha più volte sottolineato la “diversità” dei suoi membri. non si parla più di competenze, ma solamente della diversità razziale.
“Awomen“
Nello stesso tempo, alla Camera dei Rappresentanti, la presidente Nancy Pelosi ha approvato nuove linee guida linguistiche. Parole come “se stesso” e “se stessa” devono essere sostituite da una sola: “se stessi”. Le parole “padre”, “madre”, “figlio”, “figlia”, “fratello”, “sorella”, “zio”, “zia” ed altri termini legati al mondo della famiglia sono cancellati. La Pelosi ha anche creato un nuovo “Comitato ristretto sulle disparità economiche e l’equità nella crescita“, il cui vero ruolo è quello di giustificare tasse più alte e uno Stato più interventista. La sessione alla Camera si è conclusa con un “Amen” seguito da… ” Awomen“. Abbastanza da perdere letteralmente l’ebraico…
Tra le misure che ricordano le purghe sovietiche ci sono quelle prese da diverse Università americane. L’Università di Harvard rifiuta gli studenti asiatici e favorisce gli afroamericani. L’Università di Chicago introduce corsi obbligatori di “cultura nera”.
Anche nelle Scuole ci stanno arrivando. A San Francisco, non meno di 44 scuole hanno cambiato nome. Alla fine di gennaio, il San Francisco Unified School District (SFUSD) ha deciso infatti di cambiare i nomi per seguire criteri “progressisti e antirazzisti“. Licenziati Abraham Lincoln, George Washington, Thomas Jefferson, Daniel Webster, Paul Revere… Il loro torto? Non hanno combattuto la schiavitù (curioso che i censori abbiano evidentemente scordato che proprio Lincoln fece approvare il 13° Emendamento che aboliva la schiavitù) e il loro impegno politico non sarebbe stato sufficientemente “progressista” – e come avrebbero potuto? il progressismo moderno manco esisteva! Tra le vittime dell’epurazione c’è Diane Feinstein, che è ancora viva. Ex Senatrice e Sindaco di San Francisco. Ostracizzata perché aveva commesso il crimine, mentre era ancora in carica, di rimettere una bandiera confederata vandalizzata al suo posto in un museo. Ma meglio ancora, è stato stabilito che le “ammissioni competitive” a queste scuole di San Francisco erano a dir poco… razziste. Poiché la minoranza afroamericana era sottorappresentata, l’esame competitivo è stato eliminato. L’ammissione è ora basata su criteri razziali. D’altronde, anche il realismo socialista eliminava coloro che non avevano origini “sane”, cioè gli operai e i contadini.
Vandalismo progressista
Nomi di strade e persino di antiche Università sono sostituiti da altri nomi che non “offendono la dignità delle minoranze“. Thomas Jefferson, Benjamin Franklin e Cristoforo Colombo (la cui statua è stata abbattuta persino nella città che porta il suo nome, Columbus, in Ohio) sono vittime del vandalismo progressista e diventano parìa nella terra della purezza ideologica e razziale.
Almeno altrettanto grave, alcuni mass media contribuiscono attivamente alla diffusione di questa politica, quando non la incoraggiano. Editorialisti sono costretti a dimettersi per aver scritto e pubblicato articoli che non corrispondono alle dottrine alla moda. Come James Bennet, l’opinionista del New York Times, perché ha osato pubblicare un’intervista di un Senatore repubblicano conservatore. Stan Wischnowski, un noto editorialista del Philadelphia Inquirer, che è stato anch’egli costretto a dimettersi per aver scelto un titolo ritenuto “offensivo” dagli attivisti del Black Lives Matter che vandalizzarono degli edifici: il titolo era “Buildings Matter, Too“. Il giornale fece ovviamente il suo mea culpa per averlo pubblicato. Un’altra editorialista del New York Times, Bari Weiss, ha lasciato a causa della pressione dei colleghi e della censura di Sinistra, che le impediva di fare bene il suo lavoro. Non era abbastanza “progressista“.
Sempre il famoso New York Times ha appena proposto all’amministrazione Biden di creare una “agenzia” o una “task force centralizzata” per combattere, in collaborazione con le principali reti sociali, contro la “disinformazione” e “l’estremismo”, cioè contro tutto ciò che non è conforme alla propaganda ufficiale. E come uno “Zar della realtà”, controllerebbe l’informazione e le idee giudicate “sovversive”, decidendo cosa è corretto e cosa non lo sia.
Resta dunque da trovare questo apparatchik capace di imporre un realismo progressista. Da qualche parte, tra le grandi coscienze della “causa giusta”, ci deve pur essere un apparatchik capace di essere efficace almeno quanto lo fu il sinistro Zdanov.
Mississippi State Senate Passes Bill Banning Transgender Athletes from Playing Girls' Sports
Warner Todd Huston
14 febbraio 2021
https://www.breitbart.com/sports/2021/0 ... ls-sports/ The Mississippi state Senate passed a bill Thursday that would ban athletes who are biological boys from competing in girl’s or women’s sports in the state’s schools and universities.
Mississippi Republican state Sen. Angela Hill, the bill’s sponsor, said her law was introduced in response to questions from coaches, layers, and parents.
“I’ve had numerous coaches across the state call me and believe that they feel there’s a need for a policy in Mississippi because they are beginning to have some concerns of having to deal with this,” Sen. Hill said, according to the Associated Press.
The Mississippi bill still needs to be approved by the state’s House of Representatives before heading to the governor’s desk. But Gov. Tate Reeves hinted that he may sign the bill when he tweeted his respect for girls’ sports in the wake of President Joe Biden’s release of an executive order demanding that biological boys be allowed to play in girls’ sports.
Reeves said he was “disappointed” in Biden’s executive order:
Reeves’s tweet of disappointment came on the heels of the executive order that Biden signed on his first day in office that would withhold federal education funds from states that ban transgender “girls” from playing school sports among the biological girls.
Mississippi now joins a growing group of states that are considering or are in the process of enacting such bans into law setting the stage for a showdown between the states and the federal government on transgender athletes.
Other states considering bans include Alabama, Arizona, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, North and South Dakota, and Tennessee.
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Il Senato dello Stato del Mississippi approva la legge che vieta agli atleti transgender di praticare sport femminiliWarner Todd Huston
14 febbraio 2021
https://www.breitbart.com/sports/2021/0 ... ls-sports/ Il Senato dello Stato del Mississippi ha approvato una legge giovedì che vieterebbe agli atleti che sono ragazzi biologici di competere in sport femminili o femminili nelle scuole e nelle università dello Stato.
La senatrice repubblicana del Mississippi Angela Hill, sponsor della legge, ha detto che la sua legge è stata introdotta in risposta alle domande degli allenatori, degli strati e dei genitori.
"Ho avuto numerosi allenatori in tutto lo stato mi chiamano e credono che ci sia bisogno di una politica in Mississippi perché stanno cominciando ad avere alcune preoccupazioni di avere a che fare con questo," Sen. Hill ha detto, secondo l'Associated Press.
Il disegno di legge del Mississippi deve ancora essere approvato dalla Camera dei Rappresentanti dello stato prima di andare sulla scrivania del governatore. Ma il governatore Tate Reeves ha lasciato intendere che potrebbe firmare il disegno di legge quando ha twittato il suo rispetto per gli sport femminili sulla scia del rilascio da parte del presidente Joe Biden di un ordine esecutivo che richiede che ai ragazzi biologici sia permesso di giocare negli sport femminili.
Reeves ha detto di essere "deluso" dall'ordine esecutivo di Biden:
Il tweet di delusione di Reeves è arrivato sulla scia dell'ordine esecutivo che Biden ha firmato il suo primo giorno in carica che avrebbe trattenuto i fondi federali per l'istruzione dagli stati che vietano alle "ragazze" transgender di giocare negli sport scolastici tra le ragazze biologiche.
Il Mississippi ora si unisce a un gruppo crescente di stati che stanno considerando o sono in procinto di promulgare tali divieti nella legge che stabilisce la scena per una resa dei conti tra gli stati e il governo federale sugli atleti transgender.
Altri stati che stanno considerando divieti includono Alabama, Arizona, Georgia, Iowa, Kentucky, Mississippi, Nord e Sud Dakota, e Tennessee.
Il sen. Rand PaulWashington D.C.
https://www.facebook.com/paolo.verni/po ... 0847787483 in audizione al Senato ha posto questa semplice domanda al nuov* segretari* al Dipartimento della Salute degli Stati Uniti: "Dr. Levine lei ha sostenuto sia la possibilità di somministrare ai minori dei bloccanti ormonali, per evitare che attraversino la pubertà, sia la rimozione chirurgica dei genitali di un minore.
Sia la mutilazione chirurgica sia l'interruzione ormonale della pubertà può alterare e prevenire in modo permanente le caratteristiche sessuali secondarie e vorrei sapere se lei crede che i minori siano in grado di prendere una decisione che cambia la vita come quella di cambiare il proprio sesso”.
Levine, la prima persona transgender ad essere nominata per una posizione a livello governativo, ha schivato la domanda, di fatto si è rifiutat* di rispondere.
È persino vietato chiedere se chi governa ritenga che un bambino di 8 anni, che non può decidere cosa mangiare a pranzo, possa decidere di cambiare sesso con pastiglie, iniezioni o bisturi, tanto è vero che il Sen Rand Paul per aver posto la questione ora è accusato di transfobia. Qualsiasi cosa questa parola significhi.
A me preme però ricordare che Dr. Levine è tra i maggiori responsabili della disastrosa risposta al virus di Wuhan in Pennsylvania, un campionario di errori ed orrori.
Ma Levine non è stat* scelt* per competenza o merito bensì per completare una casella, “per fare la storia”.
E, oltre all’assenza di merito, in questo caso è persino difficile credere alla buona fede di un* servitore/trice dello Stato che, subito prima di inviare persone positive ad un virus che stermina anziani nelle case di riposo, ha fatto trasferire la propria madre da una RSA in un hotel.
È quello che ha fatto Levine.
Credete che il giornale unico ne abbia chiesto conto? Certo che no, è il privilegio di essere Liberals.
Basti pensare al governatore di New York Cuomo accusato di aver mentito sui dati delle morti nelle case di riposo, di aver minacciato come un gangster di periferia chiunque mettesse in discussione le sue scelte e ora anche di molestie sessuali.
Eppure è ancora seduto al proprio posto di comando. Ma la lista del doppio standard è lunga.
E così siamo in mano a persone che antepongono la propria agenda politica, fatta di divisione e disgregazione, al bene dei cittadini.
Senza mai doverne dare conto.
Alla peggio, all’ora del voto, ci pensa Demonion.