Missili e povertà i RussiaIl nuovo missile nucleare di Putin: neanche la Nato può fermarloLorenzo Vita - Mer, 26/12/2018
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lan ... 21447.html Il presidente annuncia la riuscita del test: "Abbiamo una nuova arma". Il missile vola 20 volte la velocità del suono
La Russia ha testato con successo Avangard, un nuovo missile ipersonico che secondo il presidente Vladimir Putin renderà obsoleti tutti i sistemi missilistici precedenti.
"La Russia ha un nuovo tipo di arma strategica, e nel 2019 il nuovo sistema strategico intercontinentale Avangard entrerà al servizio delle Forze armate - queste le parole con cui il presidente russo ha annunciato al governo la buona riuscita dei test del sistema missilistico -. Il test è stato un successo completo, siamo i primi ad avere questo tipo di arma strategica".
Secondo le prime informazioni dei media russi, il missile ha percorso 6mila chilometri dalla regione degli Urali fino alla catena del Kura, in Kamchatka. Avangard, in grado di volare a velocità ipersoniche (ovvero più di 20 volte oltre la velocità del suono, circa 24.500 km/h), è capace di trasportare più testate nucleari indipendenti montate su cosiddetti "veicoli di rientro manovrabili". Il nuovo missile ha una gittata accertata di 5.800 chilometri. Ma secondo i russi, il sistema potrebbe superare senza problemi gli 11.000 chilometri. La differenza è chiaramente notevole: passare dai 5.800 agli 11mila chilometri significa che il missile, da vettore "a raggio intermedio", diventa a tutti gli effetti "intercontinentale" (Icbm).
Inoltre, stando alle prime informazioni, il sistema Avangard di fatto annullerebbe le capacità di risposta della Nato. Non solo sarebbe un missile di una potenza di fuoco senza precedenti, ma sarebbe anche impossibile da intercettare. Non esiste quindi uno scudo anti-missile in grado di proteggere totalmente gli obiettivi del nuovo sistema missilistico russo.
Come riportano le agenzie russe, lo stesso Putin ha supervisionato i test dal centro di controllo. Un segnale eloquente di quanto il Cremlino consideri fondamentale il sistema testato in queste ore. Una scelta politica e di propaganda che lancia un messaggio a tutte le potenze del mondo: Mosca non ha fermato la sua corsa per le nuove armi. E in un momento in cui le tensioni con l'Occidente non accennano a diminuire, Mosca riafferma la volontà di non abbassare la guardia.
Ma la notizia del test di Avangard arriva anche nelle stesse ore in cui i vertici della Marina russa hanno denunciato la presenza di armi ad alta precisione nei pressi dei confini russi. Come riportato dall'agenzia Tass, il comandate in capo della Marina russa, l'ammiraglio Vladimir Korolev, ha dichiarato al quotidiano Krasnaya Zvezda che gli Stati Uniti hanno aumentato il numero dei sistemi strategici non nucleari ad alta precisione nelle acque che circondano la Russia. Poche ore dopo, Putin ha annunciato il risultato del test del missile ipersonico. Segno che fra Mosca e Washington la tensione non accenna a diminuire.
I poveri in Russia: vita al limite della sopravvivenza Marta Natalini
2018/01/17
http://russiaintranslation.com/2018/01/ ... ravvivenzaOgni anno in Russia aumenta il numero dei poveri. Poveri in senso letterale: ovvero quelli con un’entrata minore di 9828 rubli al mese. Alcuni non riescono a comprare neanche il necessario, cibo e medicinali. “Gazeta.Ru” ha cercato di capire come sopravvivono le persone al limite della povertà assoluta.
Il numero di persone povere in Russia continua a crescere in modo lento ma costante. Lo dimostrano i dati di Rosstat, pubblicati alla fine di dicembre dello scorso anno. Secondo queste informazioni, alla fine del 2016 19,6 milioni nella Federazione Russa, ovvero il 13,4% della popolazione totale avevano un’entrata inferiore al minimo per la sussistenza, che secondo i dati del ministero ammonta a 9828 rubli. L’anno precedente erano 19,5 milioni, i cittadini russi con un’entrata simile, mentre nel 2014, erano 15,4 milioni gli abitanti della Federazione Russia alla soglia di povertà.
Le regioni più povere alla fine del 2016 erano l’Oblast’ autonoma ebraica (più del 25% dei suoi abitanti vivono alla soglia della povertà, l’Oblast’ di Pskov (19%), l’Oblast’ di Tomsk (17,2%) e la Cecenia (17%). In tutte e quattro le regioni il numero di poveri cresce costantemente dal 2014.
Neanche i dati sul disagio economico della popolazione infondono ottimismo. Secondo il capo della Corte dei conti Tat’jana Golikovaja, nel primo trimestre del 2017 la percentuale di cittadini alla soglia di povertà era il 15% della popolazione del Paese, ovvero 22 milioni di persone. Più di quanto mostrassero i dati del 2016, ha detto Golikova in uscita da una riunione del Consiglio della Federazione.
“Gazeta.Ru” ha incontrato alcune persone che non possono permettersi neanche il necessario e che spesso sono costrette a indebitarsi. Per rispetto dei protagonisti di questo articolo, quasi tutti i loro nomi sono stati cambiati.
Veronika Kovaleva, 30 anni, di Chot’kov (Oblast’ di Mosca)
Ho studiato fino alle medie, ma non le ho finite, sono arrivata solo alla nona classe della scuola secondaria. Faccio l’imballatrice in una delle aziende tessili dell’Oblast’ di Mosca, ma ora sono in maternità. Come è successo che la nostra famiglia diventasse povera? Beh, non ho mai avuto una vita particolarmente agiata. È andata così: a 19 anni sono rimasta incinta del mio ragazzo, almeno sembrava che stessimo insieme. Invece alla fine ho cresciuto da sola il mio figlio maggiore fino a quando ha avuto due anni. È stata dura, ho dovuto affittare un posto per vivere. I rapporti con la mia famiglia infatti sono peggiorati perché i miei hanno iniziato a darmi un sacco di consigli: “Non devi metterlo al mondo”, “lascia stare” ecc.
Poi ho incontrato Jurij, il mio attuale marito. Tutto sembrava andar bene. Lui è un pittore, aveva un lavoro stabile e amava molto me e mio figlio. Abbiamo avuto altri 2 figli a distanza di tre anni uno dall’altro. Dopo, però, Jura ha iniziato a chiudersi in se stesso, a ricordare gli anni da soldato in Cecenia (per richiamo alle armi) e in Tagikistan (pagato), in entrambi le situazioni ha riportato ferite e contusioni. Mio marito ha iniziato a sparire da casa per un mese-due, a fare il giro del Paese in autostop. In quel periodo è nata nostra figlia, e dopo un anno, mio marito è sparito per sei mesi. Lo hanno cercato persino i volontari dell’unità di soccorso “Liza Alert” e la polizia.
Lo hanno trovato con difficoltà, e dopo sei mesi è sparito di nuovo, ed ecco ora è quasi un anno che non è più con noi. Nel frattempo ho pregato i servizi sociali, l’amministrazione locale e altri enti per un sostegno materiale. Ma a parte i sussidi per i bambini e quelli del mio lavoro, per legge non mi spetta nulla.
Mi hanno spiegato che da noi non esiste un articolo di legge a cui si collega direttamente il mio caso. “Aspetti, quando sarà passato un anno e mezzo dalla sparizione di suo marito, faccia la denuncia per assenza senza preavviso e poi vediamo”, mi dicono tutti così.
Vivo con i bambini nell’appartamento di due stanze di mio marito. Io dormo con le due bambine in sala, i tre bambini nell’altra stanza. Ci sono state volte in cui non avevo neanche un soldo per comprare da mangiare e nella dispensa c’era solo un pacchetto di semolina. Non scorderò mai quei giorni.
Risparmio soprattutto sul mio guardaroba, e i vestiti per i bambini li compro nei negozi dell’usato. Non succede spesso che riesca a viziarli con dei dolci. Mangiamo le cose più comuni: semola, verdure, pollo, latte. A volte gli compro la frutta. Molti soldi se ne vanno in medicine perché si ammalano spesso di infezioni alle vie respiratore.
Compro il cibo nelle catene di negozi più economiche. Raramente uso i mezzi, e in generale solo la maršrutka o l’električka (maršrutka: servizio di taxi collettivo con piccoli bus, električka: servizio ferroviario suburbano, *NdT). Qui passano pochi autobus e sono più cari. Non ho mai pensato di andarmene in un’altra città, questa è la mia città natale, sono nata e cresciuta qui. In un altro posto a nessuno importerebbe di noi.
In generale la situazione a Chot’kov non è facile. Ci sono tre grandi aziende: due pubbliche, la CNIISM (Istituto centrale scientifico e di ricerca per la costruzione di macchine speciali) e Elektroizolit, e la Novlajn che è privata. Per prima cosa entrarci è molto difficile, assumono solo per conoscenza. Poi non c’è niente da fare, gli stipendi ritardano sempre e in generale queste aziende crollano e vengono comprate da privati per creare aziende più piccole. Poi prendono soprattutto i giovani e le persone della Comunità degli Stati Indipendenti (*Confederazione di 15 ex-repubbliche sovietiche, NdT), c’è un continuo cambio di personale, “lasciano a piedi” le persone per i soldi.
Ora da noi hanno aperto tanti supermercati di vario tipo, ma anche lì c’è un cambio continuo di personale. Le persone corrono a Mosca per guadagnare, perché nella nostra città prendono 25 mila rubli al mese, una miseria. Sono aumentati ancora di più gli alcolisti negli ultimi tempi. Eppure la città di per sé è molto accogliente, tutti i servizi sono raggiungibili a piedi, c’è un nuovo asilo, una nuova scuola, un nuovo complesso sportivo (che purtroppo è diventato a pagamento), due parchi e un cinema.
Il prossimo anno per me sarà decisivo, ci sono molte questioni da chiudere. In particolare, mio figlio deve operarsi, devo saldare i debiti per l’appartamento, mia figlia deve iniziare l’asilo e dalla maternità devo tornare a lavoro. È difficile, ma me la caverò.
L’esperienza più brutta per me restano le visite dei servizi sociali per la tutela dei bambini. Vedono che non ho niente per mantenerli e minacciano di portarmeli via. Ma farò di tutto perché questo non succeda.
Sergej Kozyrev, 31 anni, villaggio Vorgašor (Repubblica dei Komi)
Ho finito solo la scuola dell’obbligo, non ho fatto il servizio militare, è andata così perché sono orfano di entrambi i genitori. Per l’incompetenza degli organi di tutela, non ho avuto quasi niente di quello che mi spettava da parte della mia tutrice. Fino al 1996 ho vissuto con lei a Gatčin, vicino Pietroburgo. L’appartamento di due stanze era intestato metà a me e metà alla mia tutrice, Ljubov’ Dmitrievna. Lì, oltre a noi era registrato anche il marito della donna, Michail, che è morto nel 1996.
Dopo la sua morte, il nostro appartamento è stato assegnato a persone straniere e ci hanno trasferiti nel villaggio di Myza-Ivanovoka, sempre nell’Oblast’ di Leningrado. Da lì la mia tutrice mi ha portato nell’Oblast’ di Novgorod, nella campagna di Sjabrenica. Andava tutto bene, ma nel 2006 Ljubov’ Dimitrievna è morta. La casa era intestata in parti uguali a me e a lei. Lei non ha fatto testamento, e siccome io non ero un suo familiare, solo una parte dell’appartamento è mia.
Poi volevano togliermi sia la casa che il terreno, c’erano degli zingari che vivevano in quella campagna. Ho dovuto andarmene e dal 2008 faccio il nomade. Mi sono rivolto alla procuratura e al Ministero degli affari interni, tutto inutile. Ora non c’è più nemmeno la casa, o è crollata o l’hanno demolita. Per me è ancora difficile tornare lì, per quanto mi hanno traumatizzato quando mi hanno minacciato di bruciarmi vivo e mi hanno intimorito in altri modi.
Mi è capitato di lavorare a Mosca, nel Monastero Savino-Storoževskij, come tuttofare sotto contratto. Ora vivo a Vorgašor da alcune persone che mi ospitano temporaneamente, vista la mia situazione. Oltre a me in questo appartamento vive un’altra persona. La maggior parte degli abitanti di questo villaggio lavora nelle miniere miniere di carbone.
Il salario medio aVorgašor è di 12.800 rubli, ma molti si lamentano che non basta. L’anno scorso a Vorkut c’è stata una riunione degli abitanti del villaggio che volevano un aumento del salario. Per farvi capire, una bottiglia di latte, ad esempio, nel nostro villaggio costa almeno 70 rubli, e il pane più economico costa 48 rubi a filone.
Da noi i prezzi di tutti i prodotti principali costano il doppio o il triplo rispetto alle regioni centrali della Russia. Molta gente beve e molto. Tra i giovani ci sono tanti drogati, e poco tempo fa c’è stata un’ondata di omicidi. Un bambino è stato investito da un’auto. Due persone sono state assalite. Al primo hanno sparato, il secondo è stato ferito con un coltello. Uno è morto, l’altro è all’ospedale. Hanno assalito una ragazza poco lontano da un negozio.
Quanto a me, devo risparmiare letteralmente su tutto. Mi capita di dover rinunciare alle medicine, anche se ho problemi alle gambe e soffro di gastrite. Spesso prendo soldi in prestito ma non riesco mai a restituirli. Compro sempre il cibo più economico e i vestiti non li compro proprio. Ogni tanto la gente me li regala. Da tanto tempo non so più cosa siano i trasporti, vado a piedi dappertutto. Però non mi arrendo, e il mio scopo primario ora è procurarmi almeno un posto per vivere.
[…]
FONTE: Gazeta.Ru – 13/01/2018, di Valdimir Vaščenko, Traduzione di Marta Natalini
Russia, la diseguaglianza cresce, 20 milioni sotto al livello di povertà Yurii Colombo
Russia. E nel suo comizio elettorale Putin deve fare i conti con la scarsa partecipazione
05.03.2018
https://ilmanifesto.it/russia-la-disegu ... di-povertaLa gente al comizio moscovita di Putin è arrivata alla chetichella. Del resto il clima meteorologico delle ultime settimane non è quello adatto per una manifestazione in uno stadio all’aperto. All’ingresso vengono distribuiti cartelli stile presidenziali americane con scritto: «Un presidente forte per una Russia più forte!»
LE BANDIERE TRICOLORI della Federazione, la gente invece se le è portate da casa. Sugli spalti si parla di tutto meno che di politica: va forte il tema «cosa fare questo sabato sera». Alle 13 in punto inizia la manifestazione. Salgono sul palco i vincitori delle medaglie alle recenti olimpiadi invernali di Corea.
Applausi convinti mentre sui maxi-schermi passano le immagini degli hockeisti che hanno sconfitto la Germania. Il programma, visti i -13 gradi – che leggende a parte non amano neppure i russi – è ridotto all’osso. Putin arriva sul palco alle 13,15 e parla per non più di 20 minuti.
SUPERBOMBA E SIRIA vengono lasciati negli spogliatoi dello stadio. Gli argomenti sono tutti di politica interna e le promesse non sono poche: riduzione della povertà, una sanità più efficiente, infrastrutture, pioggia di rubli per le donne che faranno molti figli.
A ogni promessa la gente sventola le bandiere, ma non c’è grande convinzione. «Qui hanno vissuto i nostri avi, qui viviamo noi e i nostri figli e vivranno i nostri nipoti. E noi faremo tutto perché essi siano felici!» urla nel microfono il presidente. Inno nazionale, tutti in piedi, e poi la gente sciama via rapidamente. Russia Unita in serata parlerà di 10mila presenze, ma per i cronisti ce ne saranno state sì e no la metà. Si dice che lo staff di Putin, più si avvicina al 18 marzo e più sia nervoso. Sulla partecipazione al voto dei russi ci sono ancora poche certezze mentre alcuni sondaggi darebbero il candidato comunista Pavel Grudinin, che ha battuto il tasto delle diseguaglianze della corruzione per tutta la campagna elettorale, al 15%. Dettagli si dirà, che però non piacciono a Putin.
MOTIVI per una certa insofferenza nel Paese del resto ce ne sono. La Vneshekonombank ha rivelato qualche giorno fa che i guadagni dei russi si sono ridotti del 6,9% nel 2017. Si tratta del quarto anno consecutivo di riduzione dei redditi: -5,8% nel 2016, -3,2% nel 2015 e -0,7% nel 2014. Ora il governo promette che dal 2018 le entrate dei russi cresceranno del 2,3% ma pochi ci credono.
Quello che preoccupa di più i russi è la crescente divaricazione delle ricchezze e la scarsa mobilità sociale. Dal «World Inequality Report 2018» recentemente pubblicato da Thomas Piketty e dal suo team, risulta che la forbice della ricchezza in Russia è tornata ai livelli del 1905. Se ai tempi della prima rivoluzione russa il 10% più ricco della società riceveva il il 47% delle entrate nazionali, il 50% più povero il 17% e il lo strato intermedio del 40% possedeva il restante 36%, nel 2016 il 10% dei benestanti ottiene il 45,5%, il 50% dei meno abbienti è rimasto fermo al 17% mentre la «classe media» ha rosicchiato appena un 1,5% in più (37,5%).
NON ESISTONO DATI comparativi, ma lo 0,01% più agiato della popolazione guadagna ben 2524 volte più della media nazionale (23mila dollari). Molti russi per ovviare svolgono 2-3 lavori contemporaneamente: la Russia è il quinto paese in cui ci si lavora di più al mondo. Nel 2017 i russi che vivono sotto il livello di povertà sono più di 20 milioni: il 13% dell’intera popolazione (concentrata soprattutto in Siberia) se la cava con 170 dollari al mese. Troppo pochi, anche se in provincia gli orti delle dacie garantiscono ancora a molti frutta e verdura.
Russia, vivere con 133 euro al mese. Così la prof smaschera il trucco del governo sulla soglia di sussistenzaROSALBA CASTELLETTI
https://www.repubblica.it/economia/2017 ... -174819371MOSCA - L'inflazione aumentava, il livello minimo di sussistenza si abbassava. Un paradosso che un'insegnante di Sterlitamak, nella Repubblica del Bashkortostan, Sud degli Urali, ha voluto denunciare nel modo più estremo: vivendo per un semestre sotto la soglia di povertà. Dara Goldberg, 29 anni, ha lanciato il suo esperimento lo scorso marzo dopo che il governo russo ha ulteriormente ribassato il livello minimo di sussistenza in Russia portandolo a 9.142 rubli, circa 133 euro, al mese. Un espediente per ridurre le spese per la previdenza sociale. Più basso è il minimo di sussistenza, meno sono le persone che vivono sotto la soglia di povertà e che hanno dunque diritto alle prestazioni sociali. L'anno scorso, secondo il ministero del Lavoro, 19 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà. Secondo gli economisti, i poveri nella Federazione sarebbero molti di più perché il minimo di sussistenza sarebbe sottostimato di almeno due volte.
È quello che pensa anche Dara Goldberg. Da quasi sei mesi si mantiene con poco più di 9mila rubli documentando la sua esperienza con video settimanali e mensili pubblicati su un apposito canale YouTube. Ora che l'esperimento è prossimo alla conclusione, non ha dubbi: l'ammontare fissato dal governo "non ha alcuna rapporto con i prezzi reali e, dal momento che non è realistico abbassare i prezzi, bisogna aumentarlo".
Per Dara non è stato facile adattarsi al nuovo regime. Guadagna 25mila rubli al mese e, prima di marzo, riusciva a malapena a mettere da parte poco più di un migliaio di rubli. I primi giorni, ha raccontato a "Radio Free Europe/Radio Liberty", al supermercato faceva la solita spesa. "Ammontava a quasi il mio intero budget mensile. Ho capito che così non andava". Dopo essersi consultata con alcuni amici in ristrettezze, ha cominciato a fare la spesa nei negozi di alimentari più economici e a comprare solo i prodotti in saldo. È andata per boschi alla ricerca di funghi ed erbe e ha iniziato a pescare. "L'emoglobina è scesa. È chiaro che non assumo abbastanza proteine perché mangio poca carne". Per risparmiare sui trasporti, ha provato a spostarsi a piedi. Ma non sempre ci è riuscita: le manca il fiato. E per non sprecare denaro in shampoo e tinte, si è persino rasata i capelli. "A scuola indosso foulard per non scioccare la gente".
Il paniere usato dal governo russo per calcolare il livello minimo di sussistenza comprende solo tre categorie: "prodotti indispensabili per la salute e la sopravvivenza", "prodotti non alimentari e servizi" e infine "tasse e bollette". Non prevede che una persona vada al cinema o al teatro, vada in vacanza o festeggi un evento con amici o parenti. Né tanto meno spese straordinarie per cure mediche, sostituire un elettrodomestico rotto o comprare scarpe e abiti nuovi. Si finisce, sostiene Goldberg, con il "pensare tutto il tempo a come risparmiare" e col "cadere in depressione". Si diventa "il cittadino perfetto per il governo attuale: vai a lavorare, mangi qualcosa, dormi e stop. Nessun'attività. Non puoi concederti nessun hobby, nessun interesse culturale o intellettuale. Senza, la vita è dura. Ti trasformi in un vegetale che lavora solo per guadagnare quanto basta a comprarsi da mangiare. È il momento psicologico più duro. E la cosa più spaventosa è che ci si abitua".
Per non perdere la motivazione, Goldberg ha deciso di mettere da parte mille euro al mese e di devolverli alla campagna presidenziale dell'attivista anticorruzione Aleksej Navalnyj se fosse riuscita a vivere sotto la soglia di povertà o offrirli al primo ministro Dmitrij Medvedev se avesse sforato il minimo di sussistenza. I primi cinque mesi a vincere il premio è stato Navalnyj. Ora le resta d'assegnare il gruzzoletto di settembre.