Ai bambini esclusi dalla mensa di Lodi sono stati donati 60 mila eurodi alessandro frau
14 ottobre 2018,20:43
https://www.agi.it/cronaca/mensa_bambin ... 2018-10-14Ai bambini esclusi dalla mensa di Lodi sono stati donati 60 mila euro
Sono i numeri a raccontare quello che sta succedendo a Lodi. Più di 2 mila persone hanno donato oltre 60 mila euro per garantire l’accesso ai servizi scolastici a tutti quei bambini che, per un divieto molto controverso del Comune, ne erano rimasti esclusi. Una cifra che non è definitiva ma è destinata ancora a salire e raggiungere, secondo quanto scrive TPI, i 90 mila euro. Un gesto di generosità che ha superato ogni previsione e che ha costretto i promotori dell’iniziativa a sospendere la campagna.
Coordinamento Uguali Doveri, il comitato che ha organizzato la raccolta, ha sottolineato l’importanza di questo traguardo affermando che “a oggi, siamo sicuri di poter garantire l’accesso a tutti i bambini lodigiani esclusi dai servizi scolastici almeno fino a fine dicembre 2018, data in cui speriamo che il ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi avrà annullato questa discriminazione”.
Per approfondire: Il duro intervento di Di Maio su Facebook sul caso Lodi, condiviso da Conte
Ma questo è solo il primo passo di un percorso più lungo. L’appello ora è per una partecipazione attiva a un presidio organizzato per ribadire la contrarietà a un regolamento, entrato in vigore il 4 ottobre del 2017. In particolare la contestazione riguarda quel passaggio che prevede, per i cittadini di stati non appartenenti alla Ue che volessero ricevere l’accesso alle prestazioni sociali del Comune, la presentazione di documenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge. Scuola compresa. L’appuntamento, si legge sul comunicato, è “per martedì 16 ottobre, dalle 8.30 alle 20, davanti al municipio di Lodi”.
Le reazioni politiche al caso dei bambini di Lodi
Come ricorda Repubblica, sono stati tanti i politici che hanno voluto schierarsi contro quella che giudicano una vera discriminazione da parte del sindaco leghista Sara Casanova. Da Matteo Renzi al segretario del Pd, Maurizio Martina, fino ad arrivare a Susanna Camusso e a Carlo Calenda.
I numeri
Il comitato, come racconta il Corriere della Sera, si è soffermato maggiormente su alcuni numeri particolarmente significativi e i relativi disagi: “Le domande di accesso agevolato ai servizi arrivate al Comune di Lodi da parte di persone non comunitarie sono state – al 1 ottobre – 316 di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per pre e post scuola, 23 per asilo nido. Sulla base di queste domande possiamo stimare un fabbisogno teorico per sostenere l’accesso dei bambini ai servizi per l’intero anno scolastico – ossia fino a giugno 2019 – di circa 220.000 euro”. Tutto dipenderà dalle decisioni del Tar riguardo al ricorso presentato in questi giorni ma le perplessità sulla legittimità e sul buon senso della decisione, anche da parte del ministro Bussetti, rimangono.
Di Maio è intervenuto sul caso dei bimbi di Lodi. E Conte ha condiviso il suo post14 ottobre 2018
https://www.agi.it/cronaca/di_maio_cont ... 2018-10-14"I bambini non si toccano. Se alcuni genitori non si comportano bene si multino loro, non i loro figli: questo Stato sarà sempre dalla parte dei bambini. Sono contento perché gli italiani hanno risposto dando prova della loro grande solidarietà e del loro grande cuore, alla faccia di chi si diverte a dipingerli in altra maniera. Parlerò con il ministro Bussetti che ha già detto che si troverà una soluzione. E vi assicuro che sarà cosi'". Così il vice premier Luigi Di Maio sul caso Lodi, dove l'amministrazione leghista richiede dati patrimoniali approfonditi alle famiglie straniere per poter accedere al servizio mensa nelle scuole.
Il post, molto diretto, del vicepremier è stato condiviso 30 minuti dopo dal premier Giuseppe Conte senza però aggiungere altro al testo di Di Maio.
Lodi, Fico: "Dopo delibera sulla mensa bisogna solo chiedere scusa, i bambini esclusi la utilizzeranno come gli altri"Alexander Jakhnagiev
15 ottobre 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... ri/4694274“Io credo che nel momento in cui si fa una delibera che, in modo conscio o inconscio, crea discriminazioni così importanti si deve chiedere solamente scusa”. Lo ha detto Roberto Fico, presidente della Camera, facendo riferimento alla delibera del sindaco di Lodi, Sara Casanova, con cui è stato impedito a decine di bambini stranieri di utilizzare la mensa scolastica, lo scuolabus e altri servizi a tariffe agevolate. “La colletta da 60mila euro? Il Paese, quando ci sono ingiustizie, c’è”.
Lodi, bimbi stranieri esclusi dalla mensa scolastica: 'Brava Sindaco, sono come le zecche dei cani'http://www.la7.it/piazzapulita/video/lo ... 018-252658 Caso Lodi e Veneto. Garante infanzia a Rainews:http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... 34eed.htmlCaso Lodi e Veneto. Garante infanzia a Rainews: norma prevede autocertificazione Dopo il caso della mensa di Lodi, anche in Veneto vengono richiesti agli stranieri documenti aggiuntivi da reperire nei paesi d'origine per ottenere le agevolazioni economiche come l'acquisto dei testi scolastici e altri sussidi. "La norma che prevede l’autocertificazione anche per redditi e patrimoni posseduti all'estero ed è valida per tutti". Così la Garante nazionale dell’Infanzia Filomena Albano, intervistata da Rainews
Caso Lodi, il sindaco: "Il Regolamento rimane in vigore" http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 802a.shtml"Ringrazio i ministri Salvini e Bussetti, il segretario della Lega lombarda Grimoldi e tutte le forze politiche e i cittadini che ancora una volta numerosi si sono mobilitati in queste ore per dimostrarmi la loro solidarietà, dopo - ha sottolineato il sindaco di Lodi - un'ondata di insulti diretti contro di me, per il ruolo che rivesto. Ci sono anche attacchi personali e minacce che ritengo vergognosi".
"Sul tema delle prestazioni agevolate - ha spiegato Sara Casanova - l'amministrazione ha sempre accettato il confronto costruttivo con chiunque, ma chi ci critica non è stato in grado di fare altrettanto, cioè di costruire un dialogo politico rispettoso. Durante l'ultimo Consiglio comunale la maggioranza dei consiglieri ha assunto l'impegno di stendere linee-guida per l'applicazione del Regolamento per l'accesso alle prestazioni agevolate".
Salvini: "Basta furbetti, non è razzismo. La pacchia è finita" - "Il sindaco di Lodi vuole controllare che tutti quelli che devono paghino la mensa scolastica dei figli? Fa bene!!! Basta coi furbetti, se c'è gente che al suo Paese ha case, terreni e soldi, perché dovremmo dare loro dei servizi gratis, mentre gli italiani pagano tutto? Quanti immigrati hanno una casa popolare anche se hanno case al loro Paese? Quanti prendono contributi e pensioni e se le godono al loro Paese? Basta, la pacchia è finita. Non è razzismo, è solo giustizia e buon senso". Così sui social il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in merito al caso Lodi.
Fico: "Chiedere scusa e poi far rientrare i bimbi nelle mense" - In merito al caso Lodi è intervenuto anche il presidente della Camera, Roberto Fico. "Nel momento in cui si fa una delibera che, in modo conscio o in modo inconscio, crei delle discriminazioni così importanti - ha detto - si deve solamente chiedere scusa. Dopo le scuse questi bambini potranno rientrare tranquillamente nella mensa scolastica".
Ricostruendo la vicenda, Fico ha detto: "Nel momento in cui è accaduta questa situazione, questi 200 bambini non potevano andare in mensa perché non se lo potevano più permettere essendosi ritrovati all'improvviso nella fascia più alta; sono stati raccolti circa 60mila euro per permettere di andare a scuola fino alla fine di dicembre e questo è un gesto fondamentale ci rendiamo conto come ogni volta si crei una ingiustizia, una discriminazione il nostro Paese è sempre pronto a rispondere. La nostra Repubblica è forte i nostri valori sono saldi a partire da quelli costituzionali e questo è un dato fondamentale".
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Mensa di Lodi, Fico: “Si deve chiedere scusa”. Ma Salvini insiste: “Solo giustizia e buon senso”manuela messina
http://www.lastampa.it/2018/10/15/itali ... agina.html «Nel momento in cui si fa una delibera che in modo conscio o inconscio crei discriminazioni così importanti, si deve solo chiedere scusa». Lo dice il presidente della Camera, Roberto Fico, a margine della conferenza internazionale a Napoli Shipping and the law”, riferendosi alla vicenda di Lodi, dove 200 bambini stranieri sono rimasti tagliati fuori dal servizio mensa per i criteri fiscali fissati dall’amministrazione comunale. «Dopo le scuse - prosegue - questi bambini potranno tranquillamente rientrare alla mensa scolastica». I piccoli alunni rientreranno fino a fine dicembre grazie alle donazioni spontanee. «Questo è un gesto importantissimo - sottolinea Fico - perché ci rendiamo conto di come, ogni volta che si crea un’ingiustizia, il nostro Paese è sempre pronto a rispondere. La Repubblica è forte e i nostri valori, a partire da quelli costituzionali, sono saldi».
Salvini: “Sindaco fa bene, solo giustizia e buonsenso”
Matteo Salvini difende il sindaco di Lodi Sara Casanova criticata anche da Luigi Di Maio per il nuovo regolamento sulle mense scolastiche. «Il sindaco di Lodi vuole controllare che tutti quelli che devono paghino la mensa scolastica dei figli? Fa bene», scrive il ministro dell’Interno su Facebook.«Basta coi furbetti, se c’è gente che al suo Paese ha case, terreni e soldi, perché dovremmo dare loro dei servizi gratis, mentre gli Italiani pagano tutto?Quanti immigrati hanno una casa popolare anche se hanno case al loro Paese? Quanti prendono contributi e pensioni e se le godono al loro Paese?Basta, la pacchia è finita. Non è razzismo, è solo giustizia e buon senso». A margine dell’assemblea nazionale di Confimi Industria, Salvini ha inoltre detto che andrà «a trovare il sindaco e portargli tutta la mia solidarietà perché i furbetti, italiani o stranieri che siano, quelli che campano alle spalle del prossimo, che non pagano la mensa scolastica anche quando potrebbero farlo, non possono continuare a farlo alle spalle degli altri. Questo vale a Lodi come in tutti gli altri paesi in Italia». «Gli immigrati regolari e per bene sono i benvenuti e sono i miei fratelli, quelli che si fingono nullatenenti e non pagano una lira di tasse, se prendono contributi pubblici e gridano al razzismo quando vai a fare dei controlli, non sono miei amici», per cui, ha concluso, «fa benissimo il sindaco di Lodi a mettere tutti sullo stesso piano. Se hai delle agevolazioni devi dimostrare che non hai altri patrimoni. Sai quanta gente ha la casa popolare, il bonus bebé e ha due o tre quattro case nel suo paese? Se sei nullatenente ti do la mensa gratis, se hai dei quattrini la paghi come gli altri».
Il sindaco: il regolamento rimane in vigore
«Certamente il Regolamento rimane in vigore, la Legge deve sempre valere per tutti». Il sindaco di Lodi Sara Casanova, sceglie di affidarsi a una nota per replicare alle polemiche scoppiate sul caso mense e servizi scolastici che in base a una delibera comunale possono essere richiesti a tariffa agevolata dai cittadini extracomunitari solo presentando accanto al modulo Isee anche un documento - (difficile da reperire, questa la critica) che attesti che nei loro paesi d’origine di non possiedono case o altri beni. «Dispiace - aggiunge il primo cittadino - che non tutti condividano il principio di equità che sta alla base di questa delibera, che vuole mettere italiani e stranieri nella stessa condizione di partenza per dimostrare redditi e beni posseduti, né il successivo impegno preso dall’Amministrazione nei confronti dei cittadini che sono nell’oggettiva impossibilità di presentare la documentazione richiesta».
La vicenda
La delibera approvata dal comune di Lodi, che disciplina i servizi socio assistenziali, tra cui quelli scolastici, come la mensa e lo scuolabus, potrebbe non essere un caso isolato. Lo denuncia Valentina Tronconi del Coordinamento Uguali Doveri, nato in città da diverse associazioni unite dall’obiettivo di garantire l’accesso ai servizi scolastici a tutti i bambini lodigiani esclusi perché i genitori non sono riusciti a presentare la documentazione che attesti che non posseggono case o beni mobili nel loro paese d’origine. Il regolamento del Comune a guida leghista «fa capo a una delibera della giunta regionale n. 6972 del 31/07/2017 dal titolo `Linee guida per l’uniforme applicazione del D.P.C.M. 159/2013 in Regione Lombardia e la redazione degli atti regolamentari´, come aveva spiegato la vice capogruppo del Pd in Regione Patrizia Baffi».
La preoccupazione adesso è che Lodi non resti in caso isolato. «Sappiamo che sta succedendo anche a Vigevano - afferma Tronconi - . E Codogno ha già annunciato che vogliono attivare lo stesso regolamento. Questo vale anche per alcuni comuni del bresciano e del bergamasco. Oggi ci è stato segnalato che accade anche a San Giuliano milanese». Adesso che sia già realtà o che le amministrazioni ci stiano solo pensando, per il Coordinamento l’allarme resta alto. Ecco perché «l’idea è fare sistema, lavorare in rete» anche con altri comuni che hanno lo stesso problema. La delibera regionale in questione, a cui si fa riferimento, disciplina l’accesso alle prestazioni di welfare che comprendono tra l’altro, anche l’assistenza domiciliare, i servizi sociali diurni, i contributi per le rette di residenze sociosanitarie per anziani e per disabili (RSA e RSD) e l’erogazione di ulteriori contributi di voucher o misure aggiuntive a quelle erogate dalla Regione. Al punto 3 (Disposizioni transitorie di raccordo per le prestazioni sociosanitarie), comma 4, le linee guida regionali demandano ai comuni «con particolare riguardo ai servizi residenziali», la definizione delle modalità con cui effettuare l’istruttoria e la valutazione della richiesta di prestazione agevolata.
A quanto si evince il Comune di Lodi avrebbe utilizzato questa norma, riferita principalmente ai servizi residenziali, per definire le modalità di certificazione del patrimonio immobiliare dei richiedenti prestazioni a tariffa agevolata da parte dei cittadini, introducendo le restrizioni per i cittadini di origine straniera.
Il Pd "penalizza" le mamme italiane: 72% dei sussidi bebè va a immigratiClaudio Cartaldo - Lun, 08/10/2018
http://www.ilgiornale.it/news/milano/pd ... 85716.htmlSu 2.600 richieste arrivate finora al Comune ne sono state accettate 1.826 e di queste 1.307 sono finite a mamme extracomunitarie. Sardone: "Penalizzati gli italiani"
I numeri parlano chiaro. Troppo. E a sciolinarli è stato l'assessore Majorino dopo una interrogazione presentata da Silvia Sardone sulla sulla misura della Bebè Card.
Si tratta di un incentivo alla natalità introdotto dal Comune nell'ottobre del 2017. Le neomamme possono incassare un contributo mensile di 150 euro per 12 mesi. Di questi tempi, non si butta via niente.
Come spesso accade, però, non tutte le donne in gravidanza possono sperare di ottenerlo. La misura è infatti riservata a chi ha un Isee inferiore a 16.954 euro per quanto riguarda il 2017 e 17.141 per quanto riguarda il 2018. E così, come succede per le case popolari o gli asili, a trovarne maggior giovamento sono le famiglie extracomunitarie. "Su 2.600 richieste arrivate finora al Comune - spiega la Sardone - ne sono state accettate 1.826 e di queste 1.307 sono finite a mamme extracomunitarie: il 72% del totale. Il resto, ovvero 519 Bebè Card, sono andate a mamme comunitarie, ma l'assessore Majorino non è stato in grado di specificare quante italiane come avevo chiesto nell'interrogazione".
"Queste percentuali - attacca la consigliere regionale e comunale del Gruppo Misto - fanno il paio con quelle del Rei creato dal passato governo targato Pd: a Milano il 67-68% del Rei è finito a famiglie extracomunitarie. Per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito per le famiglie la percentuale, per il 2016, era del 65% per famiglie extracomunitarie". Insomma: a essere stranieri pare che convenga. Almeno dal punto di vista delle politiche comunali. "Sono numeri - continua Silvia Sardone - che ancora una volta confermano l'ossessione della sinistra per gli immigrati e il fatto che le misure di sostegno contro la povertà sono scandalosamente orientate a favorire gli stranieri. La Bebè Card si è rivelata il solito strumento ad hoc che finisce sempre nella stessa direzione, penalizzando gli italiani. Tanto ormai si sa, con Sala e Majorino i milanesi vengono sempre dopo".
Immigrati, la Lega attacca Fico: "Eviti polemiche e sia super partes"Sergio Rame - Lun, 15/10/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 88526.html Nuovo blitz del grillino sul caso Lodi. E il Carroccio si infuria: "L'ultimo presidente della Camera che entrava così tanto nel dibattito politico era Fini..."
L'ultimo blitz di Roberto Fico è sul caso di Lodi dove il sindaco Sara Casanova sta obbligando anche gli immigrati a presentare la documentazione sui beni pesseduti nei Paesi di origine per ottenere le agevolazioi fiscali su autobus e mense scolastiche.
Il presidente della Camera si è accodato alla sinistra buonista che accusa il primo cittadino leghista di discriminare gli stranieri. "I bambini a Lodi devono poter proseguire le loro attività scolastiche con tutta la serenità possibile - ha scritto il grillino su Facebook - per le discriminazioni che di fatto quella delibera comunale ha provocato, occorre chiedere scusa". Un'entrata a gamba tesa che ha innervosito non poco i leghisti. Che adesso lo invitano a fare il presidente super partes.
Prima la difesa a spada tratta delle Ong che ripescavano gli immigrati clandestini al largo della Libia per poi riversarli sulle nostre coste. Poi la polemica contro Matteo Salvini per aver chiuso i porti italiani a quelle imbarcazioni che battono bandiera straniera e arrivano in Italia cariche di extracomunitari. Ora l'entrata a gamba tesa contro il sindaco Casanova, anche lei del Carroccio, che a Lodi sta cercando di riportare un po' di ordine. "Non possono essere i più piccoli a pagare le conseguenze di errori altrui - bacchetta il presidente della Camera su Facebook - credo fermamente nella forza di un Paese che di fronte ad avvenimenti simili si indigna ed è pronto a rispondere rimettendo al centro i diritti e i valori di comunità". Fico plaude anche alle associazioni che in questi giorni si sono messe a raccogliere i soldi da dare agli immigrati che, non avendo presentato la modulistica richiesta dal Comune di Lodi, perderanno gli sgravi sulla mensa scolastica. "Adesso chi ha sbagliato chieda scusa - scrive ancora - così questi bambini potranno tranquillamente rientrare alla mensa scolastica. Integrare significa costruire spazi e luoghi di condivisione, come una mensa appunto".
La tirata di Fico non è passata inosservata. E Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, lo ha invitato pubblicamente a moderare i toni. "L'ultimo presidente della Camera che ricordo entrare così tanto nel dibattito politico era Gianfranco Fini, spero che Fico abbia più fortuna", commenta il leghista augurandosi che "invece che lanciarsi in polemiche gratuite contro la Lega si dedichi a tempo pieno all'organizzazione dei lavori di Montecitorio, restando super partes".
Caso Lodi, i bambini di nuovo in mensa insieme. Ma non per merito del Comune2018/10/16
ORIANA LISO
https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... -209088597I figli dei cittadini stranieri esclusi dal servizio scolastico per colpa di un percorso burocratico impossibile ora possono mangiare con i loro compagni grazie alla raccolta fondi fatta in tutta Italia. Ma la protesta continua: 12 ore di presidio sotto la sede del Comune. Il vescovo di Lodi: "Mi auguro che la questione si chiuda velocemente"
Il primo giorno alla mensa scolastica, tutti assieme. Dopo settimane di polemiche e proteste, da oggi a Lodi tutti i bambini figli di immigrati che non potevano accedere al servizio per un provvedimento della giunta leghista potranno pranzare con i loro compagni. Una storia che ha provocato molte reazioni politiche, da quelle del vicepremier Matteo Salvini - che ha difeso la scelta della giunta - a quelle di diversi esponenti del Movimento 5 Stelle, da Luigi Di Maio a Roberto Fico, con dichiarazioni più morbide rispetto all'alleato di governo, tanto che Salvini ha replicato a Fico: "Faccia il presidente della Camera".
Non è una marcia indietro dell'amministrazione, però: perché è soltanto grazie a una raccolta fondi nazionale organizzata da un coordinamento di cittadini lodigiani che le famiglie dei circa 180 bambini stranieri potranno pagare il buono mensa. Una raccolta fondi, quella del coordinamento Uguali doveri, che in pochissimi giorni ha raccolto oltre 80mila euro da tutta Italia, soldi arrivati da persone indignate per la scelta del Comune di obbligare i genitori stranieri a produrre una documentazione molto difficile, se non impossibile, da reperire nei paesi di origine per poter avere le agevolazioni sul costo del buono pasto.
Per questo le famiglie straniere - persone che vivono e lavorano regolarmente da anni in Lombardia -, non potendosi permettere di pagare la tariffa piena, sono state costrette a mandare a scuola i loro figli con un panino, che dovevano mangiare in un locale separato rispetto ai compagni. Con i soldi raccolti, quindi, le famiglie potranno pagare la differenza tra quanto avrebbero pagato in base al loro reddito Isee e la tariffa massima, almeno fino a dicembre.
Spiega Valentina Tronconi del coordinamento: "Prima di poter riequilibrare la situazione ci vorrà del tempo. Per adesso abbimo informato le famiglie che ci avevano contattato. Ma ci sono ancora molti genitori che non sanno di questa possibilità, di questo aiuto e continuano a portare i figli a casa nella pausa pranzo". Le richieste arrivate al Comune sono 316, di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per il pre e post scuola e 23 per gli asili nido."Chi è in difficoltà dovrà rivolgersi al Coordinamento e dopo una veloce verifica della domanda colmeremo la differenza: se prima queste famiglie pagavano 2 euro al giorno per la mensa del proprio figlio e adesso ne devono pagare 5, la differenza di 3 euro sarà versata da noi grazie ai fondi raccolti".
Una vittoria temporanea, quindi. Perché la battaglia del coordinamento - che ha presentato un ricorso al tribunale di Milano contro il provvedimento del Comune, e verrà discusso a novembre - va avanti nella protesta. Oggi a Lodi è stato convocato un presidio sotto la sede del Comune, al Broletto: 12 ore di manifestazione in cui i cittadini hanno chiesto, vanamente, di di incontrare la sindaca o l'assessora all'Educazione. In serata sono arrivate anche le parole del vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, che si è augurato che la "questione si risolva velocemente". Il vescovo ha anche raccomandato alla Caritas di offrire la massima collaborazione alle famiglie che si rivolgeranno all'associazione per chiedere aiuto.
Il caso Lodi e la discriminazione per asserita “insufficienza” della certificazione ISEE13/10/2018 Contrasto alle discriminazioni,Notizie Lodi
https://www.asgi.it/discriminazioni/lod ... zione-iseeSi va diffondendo in molte Amministrazioni la scelta di ostacolare l’accesso degli stranieri alle prestazioni sociali ponendo a loro carico oneri documentali sproporzionati e inutili, in contrasto con la normativa ISEE.
Ha avuto un vasto eco sui media, anche nazionali, la scelta del Comune di Lodi di varare un “Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate” erogate dall’Amministrazione locale ove è previsto che i soli cittadini extra UE, al fine di accedere a dette prestazioni, debbano presentare, contestualmente all’ attestazione ISEE, anche una certificazione relativa alle proprietà di beni immobili o mobili, rilasciata dallo Stato “di provenienza”, tradotta e autenticata dall’autorità consolare italiana nel predetto paese.
Analoghe previsioni sono contenute in atti di associazioni di Comuni (ad es. l’Azienda sociale sud Est Milano), mentre altre Amministrazioni hanno applicato i medesimi criteri anche per le prestazioni disciplinate da norme nazionali, escludendo così dall’assegno famiglie numerose ex art. 65 L. 448/98 e dall’assegno di maternità di base ex art. 74 D.lgs. 151/01 gli stranieri che, pur titolari di un reddito ISEE inferiori ai limiti di legge, non avessero presentato la citata documentazione aggiuntiva.
Quanto alle Regioni, la Lombardia ha varato una Delibera di Giunta invitando le Aziende Sanitarie Locali a conformarsi a detti criteri, mentre il Veneto ha addirittura emanato una legge regionale (l.r. n.2/2018) nella stessa direzione.
ASGI si sta mobilitando su questo fronte e ha introdotto una azione collettiva contro il Comune di Lodi (prima udienza il 6.11.2018) volta a ottenere la rimozione del Regolamento. Inoltre ha supportato azioni individuali contro il Comune di Palazzago e ha in cantiere altre azioni analoghe.
In estrema sintesi le ragioni fatte valere in queste azioni (e riassunte anche nelle lettere inviate alle varie amministrazioni) sono le seguenti.
I regolamenti e delibere sopra citati pretendono di fondarsi sull’art. 3 comma 4 del DPR 445/2000 a norma del quale: “le qualità personali e i fatti sono documentati mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall’autorità consolare italiana che ne attesta la conformità all’originale, dopo aver ammonito l’interessato sulle conseguenze penali della produzione di atti o documenti non veritieri.”
A prescindere dal fatto che tale differenza di trattamento tra italiani e stranieri, introdotta con un atto di fonte regolamentare, dovrebbe risultare in contrasto con il principio di parità di trattamento di cui all’art. 2 comma 5 Testo Unico sull’ immigrazione (“Allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge.“), ciò che più rileva è che il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 159/2013, che regola l’ISEE, ha superato le precedenti disposizioni.
Il DPCM disciplina infatti i criteri di accesso alle prestazioni sociali agevolate prevedendo che le regole ivi stabilite costituiscono “livello essenziale delle prestazioni” ai sensi dell’art. 117 Cost. e dunque tutte le Amministrazioni, allorché erogano una prestazione sociale, sono tenute ad attenersi ai criteri ivi indicati.
Ebbene la procedura ISEE è articolata in una DSU – Dichiarazione Sostitutiva Unica (di provenienza dell’interessato) redatta con modalità che non prevedono alcuna distinzione tra italiani e stranieri, tanto è vero che neppure i moduli allegati al DPCM prevedono una simile distinzione: lo straniero è infatti abilitato a inserire nella DSU la dichiarazione di “impossidenza” di beni all’estero.
Alla DSU seguono (ai sensi dell’art. 2, comma 6 DPCM) le verifiche di INPS e Agenzia dell’Entrate e infine il rilascio dell’ISEE, che non costituisce quindi autocertificazione ma attestazione pubblica del livello di reddito ai fini appunto dell’accesso a prestazioni sociali agevolate.
L’Amministrazione comunale non ha dunque alcun potere di inserirsi in un procedimento stabilito in sede statale e ritenerlo insufficiente, gravando così il solo immigrato di oneri eccedenti ciò che, per lo Stato, costituisce “livello essenziali delle prestazioni”.
A ciò si aggiunga che la pretesa dei Comuni è anche iniqua (perché in molti casi lo Stato di provenienza non ha possibilità di fornire le attestazioni richieste per mancanza di un sistema di catasto o di registri) e illogica perché le possibilità di controllo dello Stato sulle dichiarazioni di italiani e stranieri inerenti le proprietà all’estero sono assolutamente le stesse: anzi molte convenzioni con Stati di provenienza dei migranti prevedono espressamente uno scambio di informazioni che agevola gli eventuali controlli sulle eventuali dichiarazioni di “impossidenza” che il migrante può rendere in sede di DSU (si vedano ad esempio le Convenzioni con la Costa d’Avorio del 30.7.1982 ratificata in Italia il 27.5.1985 con L. n. 293 o con il Senegal firmata a Roma il 20.7.1998 e ratificata con L. n. 417 il 20.12.2000),
È dunque importante attivarsi per monitorare e contrastare i provvedimenti locali sul “modello Lodi” che rischiano di avere per gli stranieri un effetto di esclusione pari a quello di un esplicito divieto di accesso.
Va infine segnalato che la questione si pone in maniera diversa per le prestazioni pensionistiche, per le quali la questione è disciplinata da norma speciali e sulle quali è già intervenuta, in senso favorevole al migrante, la giurisprudenza di merito.
A cura del servizio antidiscriminazione ASGI
Alberto PentoQuesto articolo dell'ASGI è solo l'interpretazione di questa associazione giuridica sinistrata pro invasione dei clandestini.
(L'ASGI è una nota associazione di sinistra (o nazi demo-comunista) pro invasione che promuove la violazione dei diritti umani e civili dei cittadini nativi italiani ed europei, aprofittando delle pieghe nelle legislazioni europee ed italiane e del sostegno delle corti e dei tribunali europei e dei singoli stati dove presso la casta giudiziaria prevale l'ideologia sinistrata pro invasione che tanto danno procura ai cittadini italiani ed europei.)
Questi dell'ASGI cercano di far passare per diritti quello che diritto non è, affermano falsi diritti umani e civili inesistenti dei migranti abusivi e negando così i veri diritti esistenti dei nativi e cittadini italiani ed europei, attraverso la loro depredazione e deprivazione legislativa, giudiziaria e politica.
Mentre questa è la Delibera del Consiglio comunale di Lodi dove non vi si legge alcuna discriminazione poiché essa non discrimina gli stranieri regolarmente residenti che lavorano e che rispettano le leggi italiane;
ma cerca solo e giustamente di contrastare e di mettere un freno all'abuso immigrazionista/invasionista degli stranieri che danneggia e viola i diritti umani e civili dei cittadini italiani e degli stranieri regolari che vivono e lavorano in Italia e in Europa.
https://www.asgi.it/wp-content/uploads/ ... i-Lodi.pdf
Ricordo che la manipolazione dei diritti umani universali naturali e civili è un crimine contro l'umanità.
Ricordo che tra i diritti umani universali vi sono anche quelli civili che sono propri della cittadinanza di ogni paese e che ogni uomo gode dei diritti civili del suo paese ma non di quelli di un'altro paese, poiché non esistono diritti civili universali.
Se in un paese vengono violati i diritti umani naturali e scarseggiano o sono violati quelli civili non significa che i cittadini di quel paese abbiano il diritto di andarsene liberamente in un altro; tra i diritti umani universali non vi è quello di andare a proprio piacimento in un altro paese per godere dei diritti civili di quel paese a prescindere dalla volontà e dalle leggi di quel paese, frodando, ingannando, illegalmente e clandestinamente poiché si violerebbe i diritti umani e civili dei cittadini di quel paese.
Non è un diritto umano naturale, universale e civile ma un crimine abusare delle leggi internazionali come quelle sul soccorso in mare e sull'asilo/rifugio politico, come non è un diritto violare domicilio e il territorio altrui che invece sono tutti atti, pratiche e comportamenti che violano i diritti altrui e pertanto crimini da contrastare, perseguire, condannare e bandire.
Violare il domicilio e il territorio altrui è un crimine, come è un crimine l'immigrazione clandestina e criminale è favorirla a danno dei cittadini di quel paese; promuovere il bene universale di tutti non si realizza facendo del male a qualcuno e manipolare i valori, i diritti e i doveri umani naturali, universali e civili è un crimine perché danneggia l'umanità.
Tra i diritti civili vi è il welfare o assistenza pubblica e questo appartiene al bene pubblico di un paese che appartiene ai cittadini titolari del diritto di proprietà, ma non appartiene ai non cittadini.
Confondere e manipolare i diritti di proprietà è un atto disumano, un crimine, un furto, una truffa, una rapina, una predazione o depredazione che può generare omicidio, guerra e sterminio.
Non è affatto un valore umano, etico e civile favorire l'immigrazione clandestina, l'abuso del soccorso in mare, dell'asilo politico, la depredazione del bene pubblico e dei diritti civili di un paese, ma un grave crimine.
Aiutare l'umanità del mondo danneggiando l'umanità dei propri concittadini è un crimine e un tradimento.
Pensare e credere che fare ciò sia un bene è demenzialmente perverso criminale come lo sono tutte le ideologie, le dottrine e le utopie sociali, politiche e religiose che hanno fatto propria questa assurdità, questo disvalore disumano e incivile.
Nel caso di Lodi, non si debbono confondere i diritti umani con i diritti civili e il welfare della mensa è un un diritto civile che va aplicato soltanto ai cittadini e ai non cittadini equiparabili che lavorano e che sono in attesa di maturare la cittadinanza.
A tutti gli altri, in particolare ai clandestini, agli abusanti del diritto di asilo e a tutti coloro che sono in attesa di regolarizzazione, vanno applicati soltanto i diritti umani e l'assistenza di pura sopravvivenza, in attesa di essere rispediti al loro paese o regolarizzati, alcun beneficio inerente al welfare, proprio dei diritti civili di cittadinanza spetta a loro
E ciò è una responsabilie, ragionevole e giusta discriminazione in quanto i cittadini sono altro dai non cittadini, poiché se i non cittadini fossero del tutto equiparabili ai cittadini, chiunque da ogni paese della terra potrebbe venire in Italia e pretendere il welfare della cittadinanza italiana e quindi avremmo centinaia di milioni se non miliardi di persone che potrebbero riversarsi nel nostro paese distruggendolo completamente, depredando i suoi abitanti cittadini di tutto, sino alla loro riduzione in schiavitù e al loro sterminio.Delibera del Consiglio comunale di Lodihttps://www.asgi.it/wp-content/uploads/ ... i-Lodi.pdfSoros finanzia l’associazione che fa causa ai sindaci anti-migrantiClaudio Cartaldo - Sab, 30/12/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 78904.html Le attività dell'Asgi finanziati dalla Open Society Foundations. E l'associazione ha fatto causa ai comuni di centrodestra
"Ancora tu? Ma non dovevamo non vederci più?". Le note di Lucio Battisti sembrano perfette per descrivere il modo in cui gli Stati, in particolare l'Italia, e il finanziere George Soros si ritrovano, puntualmente, a giocare la stessa partita.
Soprattutto quando si parla di immigrazione. L'ultimo collegamento tra Soros e i pro migranti di casa nostra sarebbe il filo rosso che collega la Open Society Foundation e l'Asgi, l'Associazione studi giuridici sull’immigrazione.
Avrete già sentito nominare questa associazione, forse. "Al fine della promozione di azioni anti discriminatorie - si legge nel loro sito - Asgi si è costituita in giudizio con ricorsi civili e penali nell’ambito di alcuni procedimenti di rilevanza nazionale e in diverse cause concernenti il diritto anti discriminatorio e sta promuovendo una rete italiana di operatori e professionisti capaci di sollevare presso gli organismi amministrativi e giudiziari le questioni antidiscriminatorie l’Asgi ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all’elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri". La sigla è rimbalzata agli onori delle cronache, come fa notare La Verità che oggi pubblica una inchiesta sull'Asgi, per via del sostegno legale offerto nei ricorsi presentati (e vinti) da parte di alcune donne immigrate escluse dall'Inps dal bonus mamma. E l'Asgi compare pure al fianco della coop Ruah di Bergamo nella causa intentata contro la decisione di alcuni Comuni di introdurre una norma che imponeva una multa per i cittadini che accolgono migranti senza comunicarlo prima all'amministrazione cittadina. I sindaci di centrodestra di Ardesio, Capizzone, Chiuduno, Pontida e Torre Boldone si sono così ritrovati una causa e una richiesta di risarcimento.
Cosa collega Soros e l'Asgi? Secondo La Verità, "sul sito dell’associazione, si trovano alcuni comunicati stampa. Uno di questi presenta il rapporto chiamato 'Lungo la rotta del Brennero'" sulla situazione dei migranti e che "è stato realizzato da Anten- ne migranti, Asgi e fondazione Alexander Langer, grazie al contributo di Open society foundation". Non solo. Sempre sul sito si legge che "le attività e i servizi di ASGI nel settore del diritto antidiscriminatorio sono finanziati dalla Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS, dalla Tavola Valdese e da Open Society Foundations".
Immigrazione: Caritas e associazioni di sinistra si scagliano già contro la stretta del governo giallo-verdePaolo Padoin già Prefetto di Firenze Mail
venerdì, 18 maggio 2018
https://www.firenzepost.it/2018/05/18/i ... allo-verdeLe disposizioni sull’immigrazione inserite nel contratto di governo fanno discutere e sollevano le proteste del mondo cattolico e della sinistra, interessati a perpetuare il business dell’accoglienza. Subito si sono schierate batterie di giuristi e di associazioni per sollevare problemi di legittimità delle previsioni leghiste- pentastellate.
Che intendono modificare la gestione dei flussi migratori e studiare gli algoritmi per fermarli in altri Paesi che non siano l’Italia. Rimpatri ed espulsioni, per chi è già arrivato, sono le parole chiave del nuovo esecutivo che si appresta a mettere sulla poltrona più calda, il ministero dell’Interno, proprio un leghista. Più fondi per le espulsioni: è una delle promesse del leader leghista in vista del nuovo governo col Movimento 5 Stelle.
Ma per l’Asgi (l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), che normalmente tutela i pretesi diritti dei migranti, le misure di allontanamento non funzionano e dimostrano il fallimento del sistema. «Possiamo investire risorse per espellere i pochi soggetti pericolosi, ma negli altri casi è una scelta ingiusta ed inattuabile» commenta Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’associazione. «La nostra normativa in materia di immigrazione è terribilmente rigida- aggiunge Schiavone-, e ha sempre prodotto un numero enorme di irregolari, ma per rispondere a questo problema non si è mai messo mano alla normativa ampliando i canali regolari di ingresso e regolarizzando i percorsi positivi di inclusione sociale e lavorativa degli stranieri».
Si schiera in tal senso ovviamente anche l’istituzione, legata ai vescovi, che gestisce il problema accoglienza. Anche per Oliviero Forti (Caritas), se si vuole puntare sulla legalità, la si può ottenere solo con i corridoi umanitari. «L’ingresso legale fa bene al migrante ma anche al territorio che lo accoglie» spiega Forti. Sul piano tecnico, aggiunge, il tema dei rimpatri è un dejà vu. In passato, infatti, era già stato posto al centro delle politiche da diversi governi. «E di fatto è impraticabile – sottolinea – perché serve la collaborazione con i Paesi di origine, con i quali occorre firmare accordi. Cosa che fino ad ora è stato difficile e ha portato a numeri di ritorni forzati e volontari molto ridotti». Salvini ribadisce anche che «in Italia non si entrerà più senza permesso». «La legislazione italiana – sottolinea Forti – come molti altri Paesi, prevede l’impossibilità di entrare senza permesso. I migranti che arrivano sulle nostre coste sono persone che fanno richiesta d’asilo, è un loro diritto».
Dulcis in fundo la trita osservazione di Amref, Onlus pro migranti: i dati e le statistiche ci dicono di guardare le persone migranti come una risorsa «In Italia dai migranti abbiamo ricevuto più di quanto abbiamo speso nei progetti di integrazione». Nove miliardi di contributi versati e due miliardi di utili netti prodotti dai lavoratori immigrati nel nostro Paese solo nel 2015.
Ma forse sinistra e Chiesa universale ignorano che c’è anche un problema di compatibilità politica, economica e sociale per tutti i Paesi, ma in questo momento in particolare per l’Italia, non possiamo accogliere tutta l’Africa senza creare inevitabili situazioni di conflitto sociale, che già si stanno manifestando in molte regioni, e non solo per colpa della lega, come accusano sinistre e cattolici.
ASGI: l’Italia e l’Europa hanno la piena responsabilità morale dei nuovi naufragihttps://www.meltingpot.org/ASGI-l-Itali ... 8aL8vZoSjI L’area nella quale i tragici fatti si sono svolti infatti è infatti un’area nella quale fino a poche settimane fa operavano le attività di ricerca e soccorso realizzate dalle organizzazioni umanitarie e dalle unità navali italiane. Dette attività sono cessate sia a seguito delle pressioni esercitate dal Governo italiano attraverso il cosiddetto codice di condotta imposto alle organizzazioni umanitarie, sia a seguito della proclamata competenza da parte della Libia della propria area SAR, comunque non riconosciuta dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).
Tale situazione ha costretto le organizzazioni umanitarie, già oggetto di incredibili campagne di denigrazione e delegittimazione, a ritirarsi dall’area di operazioni nella quale operavano. In violazione delle convenzioni internazionali sugli obblighi degli Stati nel predisporre misure adeguate a garantire il soccorso in mare, l’area di cosiddetta competenza libica è divenuta di fatto una sorta di “area di nessuno”, nella quale le attività di soccorso non vengono affatto garantite, come le stesse specifiche dinamiche del naufragio di cui si è venuti a conoscenza, con i pochi superstiti rimasti in balia del mare per giorni permettono di evidenziare con chiarezza.
Va sottolineato come non sia purtroppo possibile stabilire quante altre analoghe tragedie siano avvenute nelle settimane scorse e di cui l’opinione pubblica internazionale non è a conoscenza perché i singoli episodi, anche per dimensioni, sono stati facilmente occultati da parte di chi oggi precariamente controlla pezzi del territorio libico.
L’ASGI chiede nuovamente con forza il ripristino immediato delle operazioni di ricerca e soccorso nelle cosiddette aree SAR libiche da parte delle autorità italiane ed europee, nonché da parte delle organizzazioni umanitarie che debbono tornare a potere svolgere il proprio operato in condizioni di sicurezza e con il doveroso sostegno e la collaborazione delle istituzioni coinvolte.
L’ASGI sottolinea ancora una volta la necessità che l’Unione Europea realizzi al più presto dei corridoi umanitari e dei piani di reinsediamento in grado di fornire una risposta urgente alle persone in chiaro bisogno di protezione che si trovano a vivere in condizioni assolutamente disperate nei paesi che si trovano lungo le principali rotte di fuga.