Islamizzazione dell'Europa contro Israele - Eurabia ?

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 1:40 pm

I leader europei senza figli che ci conducono come sonnambuli verso il disastro
di Giulio Meotti
27 giugno 2017

https://it.gatestoneinstitute.org/10589 ... enza-figli

Non avendo figli, i leader europei sembrano non aver motivo di preoccuparsi del futuro del loro continente.

"Oggi, l'Europa ha poco desiderio di riprodursi, di lottare per sé o di sostenere le proprie ragioni." – Douglas Murray, The Times.

"'Cercare noi stessi' diventa più importante che costruire un mondo." – Joshua Mitchell.

Non ci sono mai stati così tanti leader politici europei senza figli come oggi. Sono moderni, di larghe vedute, multiculturali e sanno che "tutto finirà con loro". A breve, sarà un sollievo non avere figli perché questo significa nessuna spesa per la famiglia, nessun sacrificio e nessuno che si lamenta delle conseguenze future. Come sostiene un rapporto di ricerca finanziato dall'Unione Europea: "Niente figli, niente problemi!".

Essere madre o padre, però significa avere un vero e proprio interesse per il futuro del paese che si governa. I leader europei più importanti non si lasciano dietro figli.

E sono tutti senza prole: la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier olandese Mark Rutte e il presidente francese Emmanuel Macron. L'elenco continua con il primo ministro svedese Stefan Löfven, il premier del Lussemburgo Xavier Bette e il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon.

Non avendo figli, i leader europei sembrano non aver motivo di preoccuparsi del futuro del loro continente. Il filosofo tedesco Rüdiger Safranski ha scritto:

"Per le persone senza progenie, pensare alle generazioni future ha poco senso. Pertanto [queste persone] si comportano come se fossero l'ultimo anello di una catena."

Vivere alla giornata: i leader europei più importanti sono tutti senza figli, tra loro la cancelliera tedesca Angela Merkel (a sinistra, nella foto) e il premier olandese Mark Rutte (a destra). (Fonte dell'immagine: Primo ministro Rutte/ Flickr)

"L'Europa si suicida. O almeno i suoi leader hanno deciso di suicidarsi", ha scritto Douglas Murray nel Times. "Oggi, l'Europa ha poco desiderio di riprodursi, di lottare per sé o di sostenere le proprie ragioni". Murray, nel suo nuovo libro intitolato The Strange Death of Europe, ha parlato di "stanchezza esistenziale della civiltà".

Angela Merkel ha preso l'infausta decisione di aprire le porte della Germania a un milione e mezzo di migranti per fermare l'inverno demografico del suo paese. Non è una coincidenza che la Merkel, che non ha figli, sia stata definita "la madre compassionevole" dei migranti. Alla cancelliera evidentemente non importa se il massiccio afflusso di questi migranti cambierà la società tedesca, probabilmente per sempre.

Di recente, Dennis Sewell ha scritto nel Catholic Herald:

"È questa idea di 'civiltà occidentale' che complica notevolmente il panico demografico. Senza di essa, la risposta sarebbe semplice: l'Europa non ha bisogno di preoccuparsi di trovare giovani per sostenere gli anziani nella loro vecchiaia. Ci sono molti giovani migranti che bussano alle porte, cercano di scavalcare il filo spinato o di solcare il mare a bordo di imbarcazioni fatiscenti per raggiungere le nostre coste. Tutto quello che dobbiamo fare è lasciarli entrare".

Il fatto che la Merkel non abbia progenie rispecchia la società tedesca. Secondo le statistiche dell'Unione Europea, il 30 per cento delle donne tedesche non ha avuto figli e per le donne laureate la quota sale al 40 per cento. Il ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che se il tasso di natalità non aumenta il paese dovrà "spegnere le luci".

Secondo un nuovo studio pubblicato dall'Institut national d'études démographiques, un quarto delle donne europee nate negli anni Settanta rischia di rimanere senza figli. I leader europei non fanno eccezione. Nel 1940, una donna su nove in Inghilterra e in Galles non aveva figli all'età di 45 anni, e nel 1967 era una donna su cinque.

Il nuovo presidente francese Emmanuel Macron ha respinto l'idea espressa dall'ex presidente François Holland che "la Francia ha un problema con l'Islam". Egli è contrario a togliere la cittadinanza ai jihadisti e continua a dire, contro ogni evidenza, che lo Stato islamico non è islamico: "Il problema non è l'Islam, ma certi comportamenti che vengono definiti religiosi e poi imposti alle persone che professano quella religione".

Macron predica una sorta di buffet multiculturale. Parla di colonialismo come un "crimine contro l'umanità". È favorevole alle "frontiere aperte" e a suo dire, sempre contrariamente all'evidenza, non esiste una "cultura francese".

Secondo il filosofo Mathieu Bock-Coté, il 39enne Macron, sposato con una sua ex insegnante di 64 anni, è il simbolo di una "globalizzazione felice che si è liberata del ricordo della perduta gloria francese". Non è una coincidenza che la "Manif Pour Tous", un movimento che si è battuto contro la legalizzazione dei matrimoni gay in Francia, ha esortato a votare contro Macron come "candidato anti-famiglia". Lo slogan di Macron, "En Marche!", incarna le élite mondializzate che riducono la politica a un esercizio, una performance.

È per conquistare l'Europa che il leader turco Erdogan ha invitato i musulmani ad avere "cinque figli" e gli imam esortano i fedeli a "fare figli". I suprematisti islamici sono impegnati a creare uno scontro di civiltà in Europa e dicono che i paesi che li accolgono in Occidente sono sull'orlo del collasso: senza popolazione, senza valori e senza alcun interesse per la loro stessa cultura.

Se si guarda alla Merkel, a Rutte, a Macron e ad altri, questi suprematisti islamici si sbagliano? I nostri leader europei ci conducono come sonnambuli verso il disastro. Perché dovrebbero preoccuparsi se alla fine della loro vita l'Europa non sarà l'Europa? Come ha spiegato Joshua Mitchell in un saggio, "'cercare noi stessi' diventa più importante che costruire un mondo. Lo ha già fatto la lunga catena delle generazioni. Ora giochiamo!".

Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » lun lug 17, 2017 9:57 pm

Il vero colpo di stato l'ha fatto Erdogan. La Turchia conferma che non esiste l'Islam moderato. Eppure l'Occidente continua a dare moschee e potere ai sedicenti "musulmani moderati"
Magdi Cristiano Allam
Il Giornale, 17 luglio 2017

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 2489669668

Per una bizzarria di un destino che non è mai casuale, il susseguirsi lo scorso anno di due fatti traumatici nell'arco di 24 ore, la strage di Nizza il 14 luglio, e il fallimento di un «colpo di stato» più che sospetto in Turchia il 15 luglio, ci fa toccare con mano sia l'errore madornale dell'Europa che si è affidata ai sedicenti «musulmani moderati» per sconfiggere il terrorismo islamico autoctono ed endogeno, sia l'infondatezza e la potenziale pericolosità del cosiddetto «islam moderato».
Sono i fatti a dimostrare che il vero colpo di stato l'ha fatto il Presidente Erdogan. Non avrebbe potuto chiedere di meglio per consolidare la dittatura personale e soprattutto per accelerare l'islamizzazione di uno Stato che era l'unico sostanzialmente laico e democratico in seno alle popolazioni a maggioranza musulmana. I numeri della brutale repressione sono veramente impressionanti: 50.504 gli arrestati, di cui 8.849 agenti di polizia, 7.143 militari, 2.642 magistrati; 150.000 gli epurati, licenziati o sospesi dalla pubblica amministrazione; 168.801 i procedimenti giudiziari in corso per complicità con il presunto «colpo di stato».
Erdogan è la dimostrazione vivente che il cosiddetto «islam moderato» è solo una maschera di cui ci si libera non appena le condizioni consentano di affermare il «vero islam» che si sostanzia di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Eppure la Turchia, l'unico paese islamico a far parte della Nato e in attesa di far parte dell'Unione Europea, continua ad essere ufficialmente additato come la prova della compatibilità tra l'islam e la democrazia, e a condizionare la strategia dell'Occidente in Medio Oriente. Erdogan ha imposto all'Occidente di favorire l'avvento al potere del movimento estremista dei Fratelli Musulmani. Ed è la scelta che viene praticata all'interno stesso dell'Europa con un esito fallimentare.
Il fatto che il 14 luglio in Francia non si sia celebrata la Festa della Repubblica ma siano stati invece commemorati gli 84 morti della strage di Nizza, è di per sé un successo del terrorismo islamico globalizzato. Appena nove mesi prima, nella notte in cui Parigi fu insanguinata da atroci stragi terroristiche islamiche il 13 novembre 2015, il Presidente francese Hollande reagì drasticamente dicendo: «Siamo in guerra». Eppure la strage di Nizza dimostrò una serie di falle colossali sul piano della sicurezza che non avrebbero potuto verificarsi se veramente si fosse operato come prevede lo stato d'emergenza.
L'Europa di fatto si comporta negando quel «siamo in guerra», demandando il compito di combattere ai «musulmani moderati» sulla base di un baratto più che esplicito: voi isolate e sconfiggete i terroristi islamici, noi vi concediamo sempre più moschee e vi consentiamo di affermarvi politicamente. Per liberarci dai terroristi islamici, che difficilmente potrebbero sconfiggerci e sottometterci all'islam con la violenza, quest'Europa si è affidata ai «musulmani moderati» che hanno molte più probabilità di conquistare il potere e sottometterci all'islam «democraticamente».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » lun lug 24, 2017 7:21 pm

UNGHERIA - Orban: “No all’islamizzazione europea, voluta da UE e Soros”
Graziella Giangiulio

http://www.agcnews.eu/ungheria-orban-no ... ue-e-soros

I leader dell’unione Europea e il miliardario ungherese americano George Soros stanno cercando di creare una “nuova Europa, mista islamizzata”, ha detto il 22 luglio il primo ministro ungherese Viktor Orban sul rapporto tra immigrazione e Ungheria.

Il premier Viktor Orban ha affermato durante una visita in Romania che i confini delle frontiere dell’Ungheria, assieme ad altri paesi dell’Europa centrale, saranno chiusi allo sforzo che l’Ue e Soros stanno facendo per aumentare la migrazione musulmana in Europa.

L’Ungheria si è opposta all’accettazione di aliquote di migranti «che potrebbero cambiare l’identità culturale del paese», ha detto Orban aggiungendo che sotto la sua guida, l’Ungheria rimarrà un luogo in cui «i cristiani dell’Europa occidentale saranno sempre in grado di trovare sicurezza», riporta Ap.

Orban, che parteciperà alle elezioni per un quarto mandato ad aprile del 2018, ha dichiarato che i partiti dell’opposizione dell’Ungheria non erano veri antagonisti per il suo governo.

«Nella prossima campagna, prima di tutto, dobbiamo affrontare questioni esterne», ha detto Orban a un festival culturale a Baile Tusnad, in Romania (nella foto). «Dobbiamo combattere la rete mafiosa di Soros e i burocrati di Bruxelles. E, nei prossimi nove mesi, dovremo combattere contro i media che questi muovono». Soros è oggi diventato un bersaglio chiave di Orban e del suo governo.

Una recente legge in Ungheria cerca di chiudere o espellere l’Università dell’Europa Centrale a Budapest, fondata da Soros nel 1991. Ci sono anche nuove regole sulle organizzazioni non governative finanziate almeno in parte dall’estero, molte delle quali sono sostenute dalla Fondazioni Open Society di George Soros. Orban continua a dire che le ong finanziate da Soros vogliono indebolire la sicurezza dell’Ungheria con la loro difesa per i richiedenti asilo e ha dichiarato che l’Ungheria è riuscita a fermare l’”invasione dei migranti” con le recinzioni alle sue frontiere con la Serbia e la Croazia.

Orban ha ripetuto in più occasioni il concetto secondo cui la leadership dell’Ue sta colpendo i diritti degli Stati membri, cercando di applicare politiche, come l’aumento dell’immigrazione, cui, secondo il presidente ungherese, si oppone la maggior parte degli europei. Orban ha detto che la Polonia, sotto pressione dell’Ue perché vuole mettere sotto controllo politico la Corte suprema, ha preso il posto dell’Ungheria come obiettivo del “principale inquisitore” dell’Ue, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans: «L’obiettivo principale dell’inquisizione, l’esempio della governance nazionale da indebolire, distruggere e rompere è la Polonia (…) L’Ungheria sfrutterà tutte le possibilità legali nell’Unione europea per essere solidale con i polacchi».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » dom ago 27, 2017 9:55 am

Se l'imam inaugura il Consiglio comunale significa che l'Europa ha scelto di sottomettersi all'islam pacificamente
Magdi Cristiano Allam
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3558259894

(Il Giornale, 27 agosto 2017) - In Gran Bretagna l'islam ha già sostituito il cristianesimo. Non con la violenza dei terroristi islamici ma grazie alle leggi dello Stato e alle regole della democrazia. Lo si è riscontrato lo scorso 12 luglio a Oldham, città della contea della Grande Manchester. Il sindaco «di rappresentanza» Shadab Qumer, musulmano del Partito Laburista, che presiede il Consiglio comunale ma non ha i poteri esecutivi del sindaco effettivo Jean Stretton, ha inaugurato il suo mandato entrando nell'aula consiliare con il suo imam e chiedendogli di fare un sermone.

L'imam, dopo aver invocato Allah e Mometto, ha recitato in arabo una estrapolazione dei versetti 32-33 della Sura 5 del Corano: «Chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera». Poi in inglese ha invitato tutti i presenti, che hanno ascoltato in piedi e in silenzio, ad unirsi nella preghiera rivolta ad Allah, indicato come l'unico Dio, per commemorare le vittime delle violenze che hanno insanguinato la Gran Bretagna, senza menzionarle e senza specificare che si è trattato di attentati terroristici islamici, sostenendo che «nessuna religione o cultura tollerano il comportamento estremista». A parte la falsificazione dei versetti coranici che in realtà legittimano l'uccisione specificatamente degli ebrei, per la prima volta in un'assemblea elettiva in seno all'Europa l'islam è stato accreditato come la religione di riferimento. Nella solenne riunione del Consiglio comunale di Oldham non c'è stata una preghiera cristiana, ma solo la preghiera musulmana.

Il sindaco musulmano è la punta dell'iceberg di un processo che inizia con l'immigrazione più o meno regolare. Segue la crescita demografica grazie ai ricongiungimenti familiari e al più elevato tasso di natalità. Poi la formazione delle «comunità islamiche» che si auto-amministrano con proprie regole e addirittura con la «sharia», la legge coranica. In parallelo l'islam si radica attraverso la proliferazione di moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici. Quindi esplode il terrorismo da parte dei «puri e duri» che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.

Ed è a questo punto che l'Europa sceglie di affidarsi ai sindaci musulmani che professano un «islam moderato» per sconfiggere i terroristi islamici. Per 1400 anni l'Europa ha rischiato di essere sottomessa all'islam con la violenza, ma è riuscita a sconfiggerlo con le vittorie militari a Poitiers, la Reconquista, Lepanto e Vienna. Oggi l'Europa si sta sottomettendo all'islam dopo aver accolto al suo interno il cavallo di Troia dell' «islam moderato». Possibile che chi ci governa non comprenda che sia i terroristi sia i sedicenti musulmani moderati perseguono lo stesso obiettivo di sottometterci all'islam? E che dobbiamo combattere non solo contro i terroristi ma soprattutto per salvaguardare la nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mer set 13, 2017 9:36 pm

Il futuro islamico dell'Europa
Guy Millière
13 settembre 2017

https://it.gatestoneinstitute.org/10996 ... o-islamico

I leader europei hanno accettato la trasformazione di parti dei loro paesi in territori nemici. Si rendono conto che è in corso un disastro demografico. Sanno che fra due o tre decenni l'Europa sarà governata dall'Islam.

Dieci anni fa, parlando di quello che ha definito "gli ultimi giorni dell'Europa", lo storico Walter Laqueur ha detto che la civiltà europea stava morendo e che sarebbero sopravvissuti soltanto i monumenti antichi e i musei. La sua diagnosi era troppo ottimista. Monumenti antichi e musei potrebbero essere fatti saltare in aria. Basta guardare ciò che stanno facendo i militanti vestiti di nero e incappucciati di "Antifa"– un movimento "antifascista", le cui azioni sono totalmente fasciste – alle statue negli Stati Uniti.


L'attentato terroristico di Barcellona ha suscitato la stessa reazione mostrata di fronte a tutti gli attacchi terroristici su larga scala sferrati in Europa: lacrime, preghiere, fiori, candele, orsacchiotti e proclami sul fatto che "l'Islam è una religione di pace". Quando le persone hanno manifestato per chiedere misure più severe contro l'influenza crescente dell'islamismo in tutto il continente, sono state duramente contestate da militanti "anti-fascisti". I musulmani hanno organizzato una manifestazione di protesta per difendere l'Islam e hanno obiettato che gli islamici che vivono in Spagna sono le "principali vittime" del terrorismo. Il presidente della Federazione spagnola delle entità religiose islamiche, Mounir Benjelloun El Andaloussi, ha parlato di una "cospirazione contro l'Islam", definendo i terroristi "strumenti" dell'odio islamofobico. Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, visibilmente commossa davanti alle telecamere, ha detto che la sua città rimarrà una "città aperta" a tutti gli immigrati. Il governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, ha usato un linguaggio simile. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, un conservatore, è stato l'unico che ha osato parlare di terrorismo jihadista. Quasi tutti i giornalisti europei sono stati concordi nel definire troppo dure le parole del premier.

Dopo l'attentato di Barcellona, in Spagna, le persone che hanno manifestato sul luogo dell'attacco per chiedere misure più severe contro l'influenza crescente dell'islamismo in tutto il continente sono state duramente contestate da militanti "anti-fascisti". Nella foto: Il 18 agosto 2017, militanti "anti-fascisti" aggrediscono sulla Rambla, a Barcellona, un uomo da loro accusato di essere un "simpatizzante di destra". (Foto di Carl Court/Getty Images)

Nel descrivere l'orrore, i giornali mainstream europei hanno cercato ancora una volta delle spiegazioni a ciò che continuano a definire "inspiegabile". L'autorevole quotidiano spagnolo El Pais, ha scritto in un editoriale che la "radicalizzazione" è il frutto amaro della "emarginazione" di alcune "comunità" e ha aggiunto che la risposta consiste nel garantire una maggiore "giustizia sociale". In Francia, Le Monde ha affermato che i terroristi vogliono "incitare all'odio", sottolineando che gli europei devono evitare i "pregiudizi". Nel Regno Unito, The Telegraph ha spiegato che "gli assassini attaccano l'Occidente perché l'Occidente è l'Occidente, e non per quello che fa", ma ha usato il termine "assassini", e non "terroristi" o "islamisti".

Gli esperti di antiterrorismo, intervistati in televisione, hanno detto che gli attacchi, compiuti in tutto il continente a ritmo più sostenuto, diventeranno più letali. E hanno precisato che il piano iniziale dei jihadisti di Barcellona era distruggere la cattedrale della Sagrada Familia e uccidere migliaia di persone. Gli esperti hanno ribadito che gli europei devono imparare a convivere con la minaccia di stragi su larga scala. Ma questi specialisti non hanno offerto alcuna soluzione. Ancora una volta, molti hanno affermato che i terroristi non sono veramente musulmani, e che gli attentati "non avevano niente a che fare con l'Islam".

Diversi leader dei paesi dell'Europa occidentale considerano il terrorismo islamico come un fatto normale a cui gli europei devono abituarsi – come una specie di aberrazione non legata all'Islam. E spesso evitano a ogni costo di parlare di "terrorismo". Dopo i fatti di Barcellona, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha condannato laconicamente l'attentato definendolo un atto "ripugnante" e ha espresso "solidarietà" al popolo spagnolo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha scritto un tweet di cordoglio e ha parlato di "tragico attacco".

In tutta Europa, le esternazioni di rabbia sono rigorosamente messe da parte. Le richieste di mobilitazione o di apportare qualsiasi cambiamento radicale nella politica in materia di immigrazione arrivano soltanto da politici sprezzantemente definiti "populisti".

La benché minima critica dell'Islam suscita immediatamente un'indignazione pressoché unanime. In Europa occidentale, i libri sull'Islam che sono facilmente reperibili sono scritti da persone vicine ai Fratelli musulmani, come Tariq Ramadan. Esistono anche libri "politicamente scorretti", ma vengono venduti sotto banco, come se fossero merce di contrabbando. Le librerie islamiche vendono opuscoli che incitano apertamente alla violenza. Decine di imam, simili ad Abdelbaki Es Satty, la presunta mente dell'attentato di Barcellona, continuano a predicare impunemente e se fossero arrestati verrebbero rapidamente rimessi in libertà.

La sottomissione regna. Ovunque si dice che nonostante la crescente minaccia, gli europei devono vivere la propria vita nel modo più normale possibile. Ma gli europei si rendono conto che la minaccia esiste. Capiscono che la loro vita non ha alcuna parvenza di normalità. Vedono poliziotti e soldati nelle strade, controlli di sicurezza che proliferano, rigorosi controlli agli ingressi di teatri e negozi. Avvertono insicurezza ovunque. Gli viene solo detto di ignorare la fonte delle minacce, ma conoscono la fonte. Dicono di non avere paura. In migliaia a Barcellona hanno scandito lo slogan, "No tinc por" ("Non ho paura"). Al contrario, sono spaventati a morte.

I sondaggi mostrano che gli europei sono pessimisti e pensano che il futuro sarà molto cupo. I sondaggi mostrano anche che gli europei non hanno più fiducia in coloro che li governano, ma ritengono di non avere alcuna scelta.

Questo cambiamento nella loro vita è avvenuto in un tempo così breve, meno di mezzo secolo. Prima di allora, in Europa occidentale, erano presenti solo poche migliaia di musulmani – per lo più lavoratori immigrati provenienti da ex colonie europee. Sarebbero dovuti rimanere temporaneamente in Europa, quindi non è mai stato chiesto loro di integrarsi.

Presto, sono diventati centinaia di migliaia, poi milioni. La loro presenza è diventata permanente. Molti hanno ottenuto la cittadinanza. Chiedere loro di integrarsi è diventato impensabile: la maggior parte si considera innanzitutto musulmana.

I leader hanno smesso di difendere la propria civiltà. Hanno finito per dire che tutte le culture dovrebbero essere considerate allo stesso modo. Sembrano essersi arresi.

I programmi di studio sono stati alterati. Ai bambini è stato insegnato che l'Europa e l'Occidente in passato depredarono il mondo musulmano, e non che i musulmani avevano, in realtà, invaso e conquistato l'Impero bizantino cristiano, la maggior parte dell'Europa orientale, Cipro nord e la Spagna. Ai bambini è stato insegnato che la civiltà islamica era splendida e opulenta prima di essere distrutta dall'espansione coloniale.

Gli Stati sociali, nati dopo la Seconda guerra mondiale, iniziarono a creare un esteso sottoproletariato intrappolato in modo permanente nella dipendenza, proprio mentre il numero dei musulmani in Europa raddoppiava.

All'improvviso, i quartieri di edilizia residenziale sociale divennero quartieri musulmani. L'aumento della disoccupazione di massa – che colpì principalmente i lavoratori meno qualificati – ha trasformato i quartieri musulmani in quartieri contraddistinti da una massiccia disoccupazione.

Gli organizzatori di comunità hanno detto ai musulmani disoccupati che dopo aver presumibilmente depredato i loro paesi di origine gli europei usarono i lavoratori musulmani per ricostruire l'Europa e ora li trattano come utensili inutili.

La criminalità si è radicata. I quartieri musulmani sono diventati quartieri ad alta criminalità.

Poi sono arrivati i predicatori musulmani estremisti e hanno rafforzato l'odio verso l'Europa. Hanno detto che i musulmani devono ricordarsi chi sono; che l'Islam deve vendicarsi. Hanno spiegato ai giovani criminali musulmani in prigione che la violenza potrebbe essere usata per una nobile causa: il jihad.

Alla polizia è stato ordinato di non intervenire, per non aggravare le tensioni. Le zone ad alta criminalità sono diventate "no-go zones", terreno fertile per il reclutamento dei terroristi islamici.

I politici europei hanno accettato la trasformazione di parti dei loro paesi in territori nemici.

Si sono verificati disordini e i leader hanno fatto ancor più concessioni. Hanno approvato leggi che limitano la libertà di espressione.

Quando il terrorismo islamico ha iniziato a colpire l'Europa, i suoi leader non sapevano che cosa fare. E non lo sanno ancora. Sono prigionieri di una situazione che hanno creato e non riescono più a controllare. Sembrano sentirsi impotenti.

Non possono incriminare l'Islam: le leggi che hanno approvato glielo impediscono. Nella maggior parte dei paesi europei, anche mettere in discussione l'Islam è bollato come "islamofobia". E questo porta a pesanti sanzioni, se non addirittura a processi o a pene detentive (come accaduto a Lars Hedegaard, Elisabeth Sabaditsch-Wolff, Geert Wilders o George Bensoussan). Non riescono a ristabilire la legge e l'ordine nelle "no-go zones": e questo comporterebbe l'intervento dell'esercito e una virata verso la legge marziale. Non riescono ad adottare le soluzioni proposte dai partiti che hanno costretto all'opposizione, ai margini della vita politica europea.

Non riescono nemmeno a chiudere i loro confini, aboliti nel 1995 con il trattato di Schengen. Ripristinare i controlli alle frontiere sarebbe costoso e richiederebbe tempo.

I capi europei sembrano non avere né la volontà né i mezzi per opporsi all'arrivo di milioni di migranti musulmani dall'Africa e dal Medio Oriente. Sanno che i terroristi si nascondono tra i migranti, ma ancora non li vedono. Al contrario, ricorrono a sotterfugi e menzogne. Creano programmi di "sradicalizzazione" che non funzionano perché sembra che i "radicali" non vogliono essere "sradicalizzati".

I leader europei cercano di definire la "sradicalizzazione" come il sintomo di una "malattia mentale"; considerano l'idea di chiedere agli psichiatri di risolvere il problema. Poi, parlano di creare un "Islam europeo", completamente diverso dall'Islam altrove nel mondo. Assumono posizioni arroganti per creare l'illusione della superiorità morale, come hanno fatto Ada Colau e Carles Puigdemont a Barcellona: dicendo di avere nobili principi e che Barcellona rimarrà "aperta" agli immigrati. Angela Merkel si rifiuta di affrontare le conseguenze della sua politica di accoglienza dei migranti. La cancelliera striglia i paesi dell'Europa centrale che rifiutano di adottare le sue politiche.

I politici europei si rendono conto che è in corso un disastro demografico. Sanno che fra due o tre decenni l'Europa sarà governata dall'Islam. Cercano di anestetizzare le popolazioni non musulmane con il sogno di un futuro idilliaco che non esisterà mai. Dicono che l'Europa dovrà imparare a convivere con il terrorismo, che non c'è nulla che si possa fare per evitarlo.

E invece possono fare molto: è solo che non lo vogliono, perché potrebbero perdere i voti musulmani.

Winston Churchill disse a Neville Chamberlain: "Potevano scegliere tra la guerra ed il disonore. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra". Queste parole sono valide anche oggi.

Dieci anni fa, parlando di quello che ha definito "gli ultimi giorni dell'Europa", lo storico Walter Laqueur ha detto che la civiltà europea stava morendo e che sarebbero sopravvissuti soltanto i monumenti antichi e i musei. La sua diagnosi era troppo ottimista. Monumenti antichi e musei potrebbero essere fatti saltare in aria. Basta guardare ciò che stanno facendo i militanti vestiti di nero e incappucciati di "Antifa"– un movimento "antifascista", le cui azioni sono totalmente fasciste – alle statue negli Stati Uniti.

La cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona è stata risparmiata soltanto grazie alla goffaggine di un terrorista che non sapeva come maneggiare gli esplosivi. Altri luoghi potrebbero non essere così fortunati.

La morte dell'Europa sarà quasi certamente violenta e dolorosa: nessuno sembra disposto a impedirlo. Gli elettori potrebbero ancora farlo, ma dovrebbero agire subito, prima che sia troppo tardi.

Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » dom set 17, 2017 8:58 am

Magdi Cristiano Allam - L'Europa sdogana il terrorismo e si sottomette all'islam
Il Giornale, 17 settembre 2017

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 2106044039

Il fatto che l'attentato alla metropolitana di Londra di venerdì 15 settembre, tramite un ordigno esplosivo che a causa del malfunzionamento ha provocato «solo» 29 feriti, oltretutto «non gravi», ha determinato la scelta dei politici di mantenere un basso profilo e della stampa di non riservargli il titolo di apertura che sarebbe stato certo qualora ci fossero stati dei morti.
Significa che ormai il terrorismo islamico viene equiparato alla criminalità comune e, così come accade con i fatti di cronaca, il rilievo della notizia è subordinato all'ammontare delle vittime e all'entità dei danni. È come se fosse stato politicamente e mediaticamente sdoganato, concepito come un fatto ordinario della nostra vita, una realtà eversiva a cui dobbiamo rassegnarci.
La verità è che non si tratta di una scelta consapevole ma di un atto che quest'Europa sta subendo perché, di fatto, più che delle bombe ha paura della reazione dei musulmani, e ancor di più, di guardare in faccia la realtà dell'islam. Lo si tocca con mano dall'estrema prudenza, per non dire reticenza, con cui si ammette la matrice islamica degli attentati, senza mai palesare il concetto di «terrorismo islamico». E dalla fretta ossessiva con cui si assolve incondizionatamente l'islam reiterando la tesi del tutto ideologica secondo cui «nessuna religione legittima il terrorismo». In parallelo si esibisce il teatrino dell' «islam moderato», sollecitando gli imam e le cosiddette «comunità islamiche» a condannare genericamente «il terrorismo».
In cambio quest'Europa ha già legittimato acriticamente l'islam come religione. Così come promuove l'islamizzazione del proprio territorio favorendo la crescita demografica dei musulmani, consentendo la proliferazione di moschee, scuole coraniche, tribunali sharaitici, enti assistenziali e finanziari islamici, codificando il reato di «islamofobia». Infine assiste inerte alla scalata dei cittadini musulmani alle istituzioni pubbliche anche se si tratta di integralisti che sfruttano la democrazia per imporre la sharia.
Tornando all'attentato alla metropolitana di Londra, è del tutto evidente che la sua finalità non è militare ma psicologica. Nessuno potrebbe illudersi che l'Europa possa essere sconfitta massacrando dieci, cento o mille europei. Ma il terrorismo islamico ritiene di poterci sconfiggere nel momento in cui la paura sarà a tal punto radicata in ciascuno di noi che finiremo per subire senza reagire, per sottometterci all'islam senza combattere.
Ebbene se ad ogni attentato noi legittimiamo sempre di più l'islam e consolidiamo il potere di imam, moschee, finanza e rappresentanti islamici in seno alle nostre istituzioni, di fatto il terrorismo islamico emerge come la causa principale del loro successo. Dobbiamo prendere atto che il terrorismo islamico è funzionale alla crescita dell'islamizzazione dell'Europa per via democratica. Di questo passo l'Europa che annuncerà di aver sconfitto il terrorismo islamico sarà un'Europa islamizzata.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » mar ott 03, 2017 9:47 pm

In Inghilterra non è più il 2017 dopo Cristo
ottobre 3, 2017
Leone Grotti

http://www.tempi.it/in-inghilterra-non- ... dPQlTBx2jJ

La misura è stata presa da alcune scuole del Sussex e dell’Essex per non «offendere gli studenti musulmani». Un bel paradosso, visto che l’Arabia Saudita ha appena adottato il calendario gregoriano

Sul Corriere della Sera Pierluigi Battista critica una «provocazione decisamente ridicola» dettata dal «politicamente corretto»: quella di molte scuole del Sussex e dell’Essex, contee della Gran Bretagna, che hanno deciso di sostituire la sigla del calendario gregoriano “aC/dC”, prima e dopo Cristo, con un più neutro “bce/ce”, avanti l’era comune ed era comune. Il tutto per «non offendere gli studenti musulmani».

«GRANDE VERGOGNA». La notizia purtroppo è vera. Il trend, scoperto per la prima volta da un’inchiesta del Mail on Sunday, è stato descritto come una «grande vergogna» dall’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, che afferma di non aver «mai incontrato un singolo leader musulmano o ebraico offeso dal calendario gregoriano». Nel programma di religione 2017, pubblicato dal Consiglio dell’East Sussex, si legge che «i termini BC (avanti Cristo) e AD (anno domini) rimarranno di uso comune ma BCE (avanti l’era comune) e CE (era comune), utilizzati per la prima volta nel sesto secolo, saranno d’ora in poi utilizzati per dimostrare sensibilità nei confronti di coloro che non sono cristiani».

NESSUNO È OFFESO. Secondo Chris McGovern, a capo della Campagna per la vera educazione in Inghilterra, siamo davanti a una «capitolazione davanti al politicamente corretto». Anche il presupposto secondo cui la classica dicitura del calendario gregoriano sarebbe offensiva per i non cristiani è stato negato dal portavoce degli ebrei britannici: «Non penso che a qualcuno interessi se le scuole usano le diciture “avanti Cristo” e “anno domini”». Lo stesso concetto espresso dall’imam Ibrahim Mogra: «Non credo che costituisca un’offesa nei confronti dei musulmani».

CALENDARIO GREGORIANO IN ARABIA SAUDITA. Che l’imam abbia ragione lo dimostra anche il comportamento dell’Arabia Saudita, il regno ultraconservatore islamico che ospita le sacre moschee dei musulmani, Mecca e Medina. L’anno scorso Riyad ha deciso che a partire dal primo ottobre il calendario gregoriano sarebbe stato utilizzato in tutti gli uffici pubblici, mandando in soffitta quello islamico. Il motivo ovviamente non è religioso, ma economico: il calendario islamico è lunare e ha 10 o 11 giorni in meno rispetto a quello gregoriano. In questo modo i funzionari lavoreranno 11 giorni in più, senza che lo Stato debba spendere un solo riyal in più.

RAGIONI ECONOMICHE. Il calendario islamico parte dal 622 dopo Cristo, anno in cui è cominciata l’egira, cioè l’abbandono della Mecca da parte del profeta Maometto. L’anno islamico corrente sarebbe il 1438. La misura fa parte del piano di sviluppo Saudi Vision 2030, che ha come obiettivo quello di sganciare la prosperità saudita dalle esportazioni petrolifere, che oggi rappresentano il 46 per cento del Pil nazionale, l’84 per cento delle esportazioni e l’87 per cento delle entrate fiscali. Il piano prevede anche il taglio dello stipendio dei dipendenti pubblici e la decurtazione delle agevolazioni per casa e automobile.

COME IN COREA DEL NORD. Il risultato paradossale è che mentre nel paese più islamico del mondo Gesù scalza Maometto, anche se solo sul calendario, in Europa, un tempo considerata culla della cristianità, Gesù viene scalzato per non offendere Maometto. Le scuole del Sussex e dell’Essex entrano così a far parte di quei pochissimi luoghi del mondo dove non si data il tempo a partire dalla nascita di Gesù Cristo. Si avvicinano paradossalmente a un paese come la Corea del Nord, che parte dalla nascita del padre della patria Kim Il-sung. Attualmente, a Pyongyang, non è infatti il 2017 ma il Juche 106. Nel Sussex e nell’Essex invece è il 2017 dopo l’era comune.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » ven nov 17, 2017 6:03 am

Nelle carceri inglesi dilaga il jihad Il politicamente corretto sta fallendo
Lorenzo Vita
Nov 13, 2017

http://www.occhidellaguerra.it/nelle-ca ... a-fallendo

Non è una novità che il Regno Unito sia un Paese dalle mille contraddizioni. La minaccia del terrorismo islamico, unita alla radicalizzazione e al radicamento di alcune minoranze nelle periferie delle metropoli, ha reso evidente la necessità di adottare misure urgenti per contrastare il fenomeno dilagante dello jihadismo. Eppure, nonostante il numero di attentati, i morti e soprattutto i continui allarmi, anche da parte dell’intelligence di Sua Maestà, il sistema sembra quasi incapace di reagire in maniera efficace a un problema che ormai va ritenuto a tutti gli effetti endemico all’interno del tessuto sociale britannico. Al contrario, quello che appare da alcuni esempi di cronaca, dimostra semmai l’esatto opposto: che, nonostante la palese crescita della minaccia terroristica, i sistemi di sicurezza pubblica, d’intelligence e giudiziario, navighino a vista e senza essere in grado di colpire le centrali di reclutamento del terrorismo.

Le carceri britanniche non sono da meno, ed anzi, sono per certi versi lo specchio di quanto detto. Secondo quanto riporta il Telegraph, che cita fonti del ministro della Giustizia di Londra, soltanto nel 2017 sono stati rinvenuti nelle prigioni del Regno ben 56 libri con materiale estremista, incitante all’odio o alla stessa guerra terroristica. Un numero che fa riflettere se si pensa che nel 2016, le pubblicazioni dello stesso tipo trovate nelle galere britanniche furono la metà. Il numero può sembrare irrilevante. Si potrebbe pensare che in fondo 56 libri su un totale di 86mila detenuti (fonte del ministero della Giustizia) non è un dato indicativo di un problema jihadista nelle carceri. È però un problema serio se questi testi non solo non hanno avuto un controllo precedente, ma se sono stati addirittura autorizzati ad entrare in carcere grazie alle linee-guida degli ultimi governo del Regno. E questa situazione era già stata denunciata da un ex-direttore di prigioni, Ian Acheson, il quale aveva segnalato al governo Cameron l’assoluta necessità di contrastare il crescente fenomeno della radicalizzazione in carcere dei detenuti che nulla avevano a che fare con il terrorismo quando erano entrati in carcere. “La radicalizzazione in carcere è un pericolo reale e presente che abbiamo visto crescere esponenzialmente” disse già lo scorso anno Acheson al The Daily Telegraph “i portatori di ideologie dell’odio prenderanno ogni tipo di vantaggio dagli spazi lasciati dal governo britannico. Il servizio penitenziario ha l’obbligo di bloccare questo fenomeno e fermare il politicamente corretto che ha impedito un’azione decisiva contro l’estremismo in tutto questo tempo”.

Quello che risulta evidente è la connivenza ormai acclarata fra sistema carcerario britannico e predicatori di radicalismo islamico. Un rapporto perverso già portato alla luce da alcune importanti inchieste giornalistiche. Ma finora si è fatto molto poco. Già nel 2016, Michael Gove, allora segretario di Stato per la giustizia, ordinò controlli a tappeto in tutte le prigioni e furono rivenuti questi materiali estremisti nelle sale di preghiera autorizzate, in cui però il controllo delle guardie carcerarie era minimo. I testi incitanti all’odio, all’uccisione degli infedeli e anche contro la stessa società britannica, circolavano liberamente fra i giovani e gli adulti che frequentavano il luogo di culto. E dal momento che i detenuti islamici nelle carceri del Regno Unito rappresentano il 15 per cento della popolazione totale dei detenuti, il dato non era da sottovalutare. Inoltre, non va tralasciato il collegamento di questa circolazione di libri estremisti con organizzazioni terze ed internazionali che raccolgono fondi proprio per questo genere di attività. Un’inchiesta del Times rivelò ad esempio che molti degli imam delle carceri erano legati all’attività della Deobandi, un’organizzazione musulmana conservatrice di origine indo-pakistana e che oggi forma l’80% circa degli imam delle moschee di tutto il Regno Unito. Tra questi materiali, alcuni incitavano non solo alla sottomissione della donna, ma anche a non avere amici fra i cristiani e gli ebrei per evitare “contaminazioni”.

Il dato fa riflettere perché nel Regno ci sono già 12.328 detenuti musulmani. Di questi solo più di un centinaio sono stati condannati per terrorismo, e la loro rieducazione – come del resto la rieducazione di tutti gli jihadisti in Europa – non dà alcun frutto. Ma il problema sono soprattutto i prigionieri “vulnerabili” a queste idee. Sono i detenuti per lo più giovani, per reati minori, che si trovano a contatto con persone dal forte carisma, che presentano loro una nuova prospettiva di vita dentro e fuori dal carcere e che diventano per questi ragazzi un esempio ma anche una guida. Il sistema carcerario britannico, ma in genere quello occidentale, sono oggi costretti a fare conti con il fatto che la prigione è divenuta una centrale di islamismo di fondamentale importanza, specialmente perché capace di catturare molte reclute nel momento di loro maggiore debolezza. Il politicamente corretto, come segnalato appunto da Acheson, dovrebbe lasciare il passo a nuove leggi, se non si vuole che catturando jihadisti si ottenga l’esatto opposto, e cioè far dilagare ancora di più il terrore.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » sab dic 23, 2017 9:03 am

Giulio Meotti - Ho rilasciato una lunga intervista apparsa questa...
22/12/2017

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 7288605869

Ho rilasciato una lunga intervista apparsa questa settimana sul settimanale ungherese Hetek. Si parla di Gerusalemme, di Europa e di tanto altro. Qui la traduzione

1. L'annuncio di Trump ha scatenato una grande tempesta nelle ultime settimane, da quando ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d'Israele e ha ordinato il trasferimento dell'ambasciata americana. Come vedi questa decisione?

È una decisione storica, giusta e coraggiosa. Gerusalemme è la capitale di Israele da settant'anni e la culla del giudaismo da 3000 anni. Solo tra il 1948 e il 1967 la città santa fu divisa da filo spinato e campi minati sotto il dominio giordano e non a un singolo ebreo fu permesso di vivere nella città vecchia o di pregare al Muro occidentale. Gerusalemme divenne di fatto una città islamica. Gerusalemme deve essere tenuta unita sotto la sovranità israeliana e la decisione degli Stati Uniti va in quella direzione. L'Europa dovrebbe seguire la decisione degli Stati Uniti e riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele e del popolo ebraico. Le altre religioni, l'islam e il cristianesimo, godono già della totale libertà di culto.

2. Che cosa pensi, quanto è fattibile la soluzione a due stati?

Oggi è totalmente irrealistica. E si è rivelata anche un'utopia sanguinaria. Nessun leader palestinese firmerà un accordo di pace basato sulla realtà e tutti si rifiutano di riconoscere Israele come uno stato ebraico in confini difendibili. I palestinesi sono contro la soluzione dei due stati: vogliono lo "Stato della Palestina" lungo un Israele non ebraico. Inoltre, ogni volta che Israele ha abbandonato la terra, è stata rilevata dai jihadisti: Gaza, Libano, Cisgiordania. Questa è la lezione di Gaza: invece della pace, Israele ha avuto la guerra. La formula dovrebbe essere la pace per la pace, non la terra per la pace.

3. Come vede l'atteggiamento del Vaticano nei confronti del processo di pace in Medio Oriente, l'opposizione israelo-palestinese, lo status di Gerusalemme?

Trovo vergognosa la politica pro araba del Vaticano. Israele è l'unico paese dal Marocco all'Iran dove i cristiani crescono e le chiese sono protette.

4. Una parte significativa delle sue pubblicazioni affronta la questione dell'immigrazione di massa e dell'islamizzazione dell'Europa. Qual è la tua posizione sulla crisi migratoria da qui a due anni? L'Europa ha fallito l'esame?

Abbiamo fallito. Non solo nella protezione dei confini dell'Europa, ma abbiamo fallito anche nella protezione della nostra cultura. Non è una coincidenza che l'Europa sia caduta vittima di un attacco jihadista durante la crisi migratoria. Perché stiamo vivendo una crisi esistenziale. L'Europa è stanca e annoiata, pacifista e invecchiata.

5. Quale potrebbe essere la soluzione per la crisi dei migranti nel tuo parere?

Il modello australiano. Non c'è via di mezzo. O apri i confini o li intendi come un limes, una frontiera di civiltà.

7. Come residente in un paese in cui l'islamismo e una grande minoranza musulmana non esistono realmente, è difficile comprendere completamente la posizione dell'Occidente. Con che tipo di esempi pratici potresti descrivere cosa cambia con la percentuale di musulmani in aumento?

La libertà di espressione sta morendo e ogni critica all'Islam è seguita da minacce di morte o processi (non è stato disegnato una sola vignetta di Maometto dopo il massacro di Charlie Hebdo). Lo stato di diritto sta scomparendo da molte aree europee, le 'no go zones'. A causa della debolezza delle nostre femministe e dei multiculturalisti, l'uguaglianza tra uomini e donne come libertà di coscienza è imposta solo per i nativi europei, mentre i migranti mediorientali vivono in una società parallela antieuropea. L'antisemitismo dilaga ovunque, gli ebrei fuggono. Attacchi terroristici sono comparsi in qualsiasi grande città europea. Avresti potuto immaginare tutto questo 15 anni fa? E cosa sarà tra 15 anni?

8. Non c'è consenso tra la stampa conservatrice e liberal sull'esistenza delle zone no-go. Come lo vedi?

Bruxelles, Malmo, Birmingham, Saint-Denis .... Ci sono centinaia di queste aree in Europa, dove dominano la delinquenza e la sharia. Negarlo è un segno di cecità.

9. Un recente sondaggio di Pew Research ha dipinto un quadro drammatico dell'islamizzazione dell'Occidente, principalmente dei paesi scandinavi. Come vedi il futuro?

La Svezia è persa. Essa avrà tra il 20 e il 30 percento della popolazione musulmana. La battaglia è finita lì. Negli ultimi giorni, le bombe sono state gettate nelle sinagoghe ebraiche, le bandiere israeliane sono state bruciate e "la morte agli ebrei" è stata scandita nelle città svedesi. La Francia sarà il test più importante in Europa con un 18 percento della popolazione islamica. Vedo il futuro dell'Europa come una decadenza che vivrà una crescente islamizzazione. La maggior parte delle città avrà enormi maggioranze o minoranze musulmane. L'Europa come la conosciamo cesserà di esistere. Le persone delle classi più basse saranno le più colpite. I ricchi vivranno tra di loro in una specie di bolla protetta dalle conseguenze dell'immigrazione di massa.

10. Come vede l'atteggiamento dell'Europa nei confronti delle sue radici ebraico-cristiane? Sembra che il continente rinunci sempre più ai suoi valori. Cosa ne pensi, questo processo è reversibile?

Ci stiamo suicidando e ci auto liquidiamo. Le chiese stanno chiudendo, sono demolite o convertite in moschee e ristoranti. La Francia ora parla di far pagare un biglietto per visitare le cattedrali. La correttezza politica ha contagiato la mente occidentale. L'isteria è dilagante. Il relativismo è un nuovo dogma, così ci vergogniamo di credere nella superiorità della nostra cultura, la migliore civiltà che l'umanità abbia mai conosciuto. I simboli islamici hanno sommerso la nostra immaginazione.

11. Le elezioni arriveranno in Italia il prossimo anno. Quale dei programmi dei tuoi candidati ritieni sia il più ottimale per la nazione?

L'Italia sta sperimentando un declino demografico e sociale di immense proporzioni. La nostra classe politica è lo specchio di questa crisi. Non vedo nessun candidato in grado di iniettare forza nel paese. Gestiremo solo la nostra irrilevanza.

12. Alla fine dell'anno, molte persone valuteranno l'anno passato e guarderanno al prossimo. Quale pensi che sia la più grande lezione del 2017 e quale ti aspetti sia la più grande sfida del 2018?

La lezione del 2017 è la destabilizzazione dell'Europa. La lezione del 2018 sarà il suo definitivo collasso o la sua salvezza. Il destino è nelle nostre mani.

13. Perché l'Europa occidentale considera la protezione dei musulmani e delle loro culture della massima importanza, ignorando la persecuzione dei cristiani?

Consideriamo i cristiani orientali come agenti del colonialismo invece di nativi di quelle aree. Li abbandonammo nell'ora del bisogno, come quando il Califfato li purificò da Mosul. Gli ebrei sono fuggiti negli anni '50, ora è il turno dei cristiani. L'Islam radicale sta crescendo ovunque. Nessuna minoranza potrà sopravvivere in questo ambiente di oppressione e "odium fidei", o odio religioso. La diplomazia europea, i media e le élite dedicano più tempo a discutere dei bagni transgender rispetto alla persecuzione dei loro stessi fratelli e sorelle in Medio Oriente.

14. Quali pericoli costituiscono l'infiltrazione (o piuttosto il ritorno) degli islamisti con la cittadinanza europea nel continente?

Il continente è disarmato. Migliaia di combattenti stranieri sono appena tornati dalla Siria e dall'Iraq come se nulla fosse accaduto negli ultimi due anni. La guerra è finita. Ma come se non ci fosse mai stata nessuna guerra. Non abbiamo mai combattuto. Raqqa è stata liberata dagli Stati Uniti e dai curdi.

15. L'islamizzazione dell'Europa può ancora essere prevenuta?

Se l'Europa gestirà i confini, avrà una possibilità. Altrimenti, l'Europa diventerà l'Eurabia. E anche nel primo scenario non sono sicuro che sia persa in ogni caso.

16. I media liberal occidentali sono pronti a fare scalpore su qualsiasi decisione che limiti l'islam o i musulmani, ma ogni volta che sentono parlare di tribunali della sharia, uccisioni d'onore e repressione delle donne, c'è il silenzio. Quale pensi sia la ragione di questo doppio standard?

Paura e autocensura. È un mix letale
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Xlamixasion de l'Ouropa contro Ixrael - Eurabia ?

Messaggioda Berto » gio gen 11, 2018 8:02 am

Sharia a Capodanno
Bruce Bawer
10 gennaio 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/11725 ... -capodanno

Lo scorso settembre, un uomo di nome Mark Feigin ha postato su una pagina Facebook di un centro islamico cinque commenti che non erano a favore dell'Islam. "QUANTO PIÙ MUSULMANI ACCOGLIEREMO IN AMERICA," egli ha scritto, "TANTO MAGGIORE SARÀ IL TERRORE A CUI ASSISTEREMO". L'uomo ha definito l'Islam "pericoloso" e ha affermato che "non c'è posto [per l'Islam] nella civiltà occidentale". Due di questi commenti sono stati espressi con un linguaggio volgare e blasfemo. Il 20 dicembre, lo Stato della California ha citato in giudizio Feigin, accusandolo di violazione [dell'art 653m] del Codice Penale che recita, in parte:

"Ogni persona che, con l'intento di infastidire o molestare, fa ripetute telefonate o ha ripetuti contatti per mezzo di un dispositivo elettronico di comunicazione (...) con un'altra persona è (...) colpevole di un reato minore".

Secondo l'ufficio del procuratore generale della California, Feigin era accusato di aver "ripetutamente molestato" delle persone la cui religione egli cercava di "dileggiare e denigrare".

Eugene Volokh, docente di legge alla Ucla, il cui blog "Volokh Conspiracy" è un famoso sito web di disquisizioni e dibattiti giuridici, il 29 dicembre ha scritto un articolo sul caso Feigin, osservando che, secondo la logica del Procuratore generale, lo Stato potrebbe citare in giudizio anche i cittadini che scrivono commenti critici su un sito web della NRA o pro-Trump. "Questo non può essere compatibile con il Primo Emendamento", ha detto Volokh.

No, certamente non lo è. Ma è perfettamente compatibile con la legge islamica, la sharia. Il fatto è che al giorno d'oggi sarebbe molto inverosimile vedere nel mondo occidentale che un individuo viene perseguito da un governo per aver dileggiato e denigrato un'organizzazione che si batte per la preservazione del diritto alle armi o un politico cristiano. No, queste straordinarie azioni legali sono quasi esclusivamente volte a sanzionare coloro che hanno criticato l'Islam.

Si prenda in considerazione il caso dello scrittore Lars Hedegaard, condannato per incitamento all'odio nel 2011 per aver detto durante una conversazione privata in casa sua che molte donne e ragazze musulmane sono stuprate dai loro stessi familiari. (La sua condanna in seguito è stata annullata dalla Corte suprema danese.) Oppure quello del politico olandese Geert Wilders che è finito tre volte sotto processo nei Paesi Bassi – e la terza volta è stato condannato – per "incitamento all'odio" contro i musulmani. O ancora, quello della compianta scrittrice italiana Oriana Fallaci, che è stata processata in Francia e in Italia per "incitamento all'odio religioso" e "diffamazione dell'Islam". Si pensi inoltre alla parlamentare finlandese Terhi Kiemunki, riconosciuta colpevole da un tribunale del reato di "diffamazione e offesa di coloro che professano la religione islamica" per aver "affermato che tutti i terroristi in Europa sono musulmani".

Ogni giorno nel mondo occidentale, opinioni assai diverse su ogni genere di argomento vengono espresse in libri, quotidiani, riviste, discorsi e in interviste radio-televisive. Una minima parte di tali pareri si traduce in azioni legali per diffamazione o insulti personali. E solo di rado un procuratore governativo mette sotto accusa un individuo per aver criticato un gruppo o una religione o per "incitamento all'odio".

Immancabilmente, il tema trattato è l'Islam. Politici e commentatori motivano questi procedimenti giudiziari con il fatto che i musulmani in Occidente sono una minoranza vulnerabile e che parlare male della loro fede religiosa alimenterebbe i pregiudizi o addirittura la violenza contro di loro. Al contrario, sembra chiaro che il reale motivo di tali azioni legali risiede nel fatto che le persone che rivestono posizioni di autorità temono la violenza da parte dei musulmani se chi li critica non viene messo a tacere.

Con questi procedimenti giudiziari si introduce in Occidente un elemento fondamentale della legge islamica della sharia. È dunque paradossale che il giorno successivo alla pubblicazione delle osservazioni di Volokh sull'azione legale avviata dallo Stato della California contro Mark Feigin il Guardian abbia pubblicato un articolo a firma di Ed Pilkington riguardante una serie di disegni di legge che vietano la sharia presentati nel 2017 in 18 Stati americani. "Gli esperti giuridici sottolineano che tali leggi sono superflue", scrive Pilkington, "poiché la Costituzione degli Stati Uniti è la suprema legge del Paese e tutte le leggi straniere sono subordinate ad essa".

Pilkington afferma che, secondo Elsadig Elsheikh, il reale motivo dei progetti di legge anti-sharia risiede nell'obiettivo di diffondere la paura dei musulmani americani. "Anche se tali disegni di legge non diventeranno leggi", ha detto Elsheikh, che monitora questi sforzi legislativi anti-sharia per conto dello Hass Institute, "essi contribuiscono a sottoporre i musulmani a sorveglianza e ad altre forme di esclusione e discriminazione". Pilkington cita inoltre nel pezzo altri "esperti" – dall'esecrabile Southern Poverty Law Center (SPLC) al Council on American-Islamic Relations (CAIR) collegato al terrorismo – secondo i quali le norme anti-sharia "emarginano ulteriormente e ostracizzano la comunità musulmana", normalizzano "l'islamofobia" e così via.

In nessuna parte dell'articolo di Pilkington c'è il minimo accenno al fatto che la sharia in effetti guadagna consensi in Occidente emarginando gli altri, non ultimo nel suo paese, il Regno Unito – dove, come abbiamo visto, la polizia può sembrare meno desiderosa di perseguire i veri criminali e più incline a tormentare coloro che sono ritenuti colpevoli del reato di incitamento all'odio. (Lo scorso giugno, ad esempio, nell'Irlanda del Nord, tre uomini sono stati arrestati con l'accusa di aver mostrato del "materiale anti-islamico" e la polizia del West Mercia ha inoltre arrestato due persone per aver bruciato una copia del Corano.) I processi in stile sharia di Wilders, Hedegaard e altri non vengono menzionati da Pilkington. E neanche il caso di Mark Feigin in California. Pilkington non fa alcun riferimento alla corte tedesca che, nel giugno 2017, ha di fatto "autorizzato l'autoproclamata 'polizia della sharia' a continuare a far rispettare la legge islamica nella città di Wuppertal".

Pilkington non tiene nemmeno conto di una legge tedesca sull'incitamento all'odio che obbliga i social network a rimuovere i messaggi offensivi. La norma, che è entrata in vigore l'1 gennaio scorso, non specifica in cosa consiste un "post offensivo", ma non è necessario farlo perché ormai tutti sanno cosa è. È in base a questa legge che i post pubblicati la notte di Capodanno da Beatrix von Storch e Alice Weidel, rispettivamente vicepresidente e leader del partito tedesco AfD, sono stati rimossi da Facebook e Twitter. Der Spiegel ha accolto con favore queste azioni repressive, ma si è lamentato del fatto che zittire le due leader politiche tedesche ha consentito loro "di mostrarsi come vittime". Der Spiegel ha ignorato con arroganza l'affermazione di un funzionario dell'AfD secondo cui la nuova legge comporta "la fine della libertà di opinione", nonostante sia certamente, quantomeno, un passo allarmante e significativo verso la repressione della libertà di parola. (A suo merito, il popolare quotidiano Bild ha riconosciuto il pericolo della nuova legge, titolando un articolo: "Per favore, risparmiateci la polizia del pensiero!" e ha chiesto che la norma sia "immediatamente abolita".)

L'infausta conclusione di tutto questo è che quegli stessi reporter e commentatori che insistono nel dire che è assurdo temere che la sharia arrivi in Occidente, di fatto, a livello ideologico si schierano al fianco delle autorità che stanno introducendo in maniera aggressiva nei paesi occidentali delle leggi in stile sharia, perseguendo il linguaggio che viola tali disposizioni e lanciando foschi moniti – con toni inappropriati per dei pubblici ufficiali di un paese libero – del tipo: "fareste meglio a imparare a conformarvi alla sharia oppure ve ne pentirete". La vera lezione di tutto ciò è che dovremmo imparare a essere aggressivi nella nostra resistenza a questa proliferazione di divieti influenzati dalla sharia o finiremo per pentircene davvero.

Bruce Bawer è l'autore del nuovo romanzo The Alhambra. Il suo libro While Europe Slept (2006) è stato un bestseller del New York Times e finalista del National Book Critics Circle Award.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Europa e America

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron