Maxo,Maxon,mansio,maison, demain, transumansa, transumanare

Maxo,Maxon,mansio,maison, demain, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 1:03 pm

Maxo, Maxon, Maxio, Maxi, Maxer, Maxera, Maxerà, mansio, maison, demain/domain (demanio/dominio), maniero, Manero, Masaria, transumansa, transumare/transumanare
viewtopic.php?f=45&t=971


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Transumansa

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http://it.wikipedia.org/wiki/Transumanza

La parola transumanza deriva dal verbo transumare, ossia: attraversare, transitare sul suolo. Il verbo è costituito dall'accostamento del prefisso latino trans che vuol dire: al di là, attraverso, e dalla parola latina humus che vuol dire suolo, terreno. ???
Una alternativa e più complessa etimologia semitica è stata proposta per spiegare la parola: si riferisce all'accadico taru (andare attorno, girare, volgersi, andare e tornare), accadico ummanu (popolo, nazione, gente) e il pronome indicativo accadico anaforico ša, aramaico zi (quello).


http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Transumanza

Etimologia con connessioni e corrispondenze alla voce latina mansio
E' più probabile che la voce transumanza abbia a che fare con il soggiorno e lo spostamento tra varie fermate o stazioni di sosta diffuse dalla preistoria, ovunque si praticasse l'allevamento nomadico con gli spostamenti stagionali. Queste stazioni di sosta e la rete dei sentieri o semite o tramiti o piste che le le collegava stanno alla base delle reti stradali dell'età del ferro su cui si è sviluppata la rete stradale in epoca romana fino ai nostri giorni. Vedere le voci italiana tansumanare , mansio e latine maneo, -es, mansi, mansum, -ere. Alberto Pento.--79.38.249.59 (msg) 12:55, 7 lug 2014 (CEST)

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... oual-1.jpg


Mansio

http://it.wikipedia.org/wiki/Mansio

Una mansio (plurale: mansiones), in età imperiale, era una stazione di posta lungo una strada romana, gestita dal governo centrale e messa a disposizione di dignitari, ufficiali, o di chi viaggiasse per ragioni di stato. L'identificazione degli ospiti avveniva grazie a documenti simili a passaporti.
Spesso attorno alle mansiones sorsero campi militari permanenti o addirittura delle città.
L'etimologia del termine proviene dal latino mansus, participio passato di manere con il significato di fermarsi, rimanere.

http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Mansio
Vedere la voce transumanza
E' probabile che la rete stradale dei mansi postali di epoca romana ricalchi la rete dei mansi della transumanza da quando è iniziata nel neolitico o nell'eneolitico, quindi migliaia di anni prima dell'epoca romana. Questa rete stradale è alla base delle reti dell'età del bronzo, del ferro e dell'epoca romana. Rete preistorica che ricalca le piste degli animali e dei cacciatori-raccoglitori dell'età nomadica del Paleolitico. Alberto Pento--79.38.249.59 (msg) 13:00, 7 lug 2014 (CEST)
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 1:16 pm

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Riflessi linguistici dello sviluppo culturale in Italia; cap. XX
Ociàr p. 859 OR 2 Mario Alinei

4.3.1. Inizio dell’allevamento stanziale e del sedentarismo residenziale: maneo > mansio

Può sembrare triviale, ma il passaggio da maneo «rimango» a mansio e *mansum nel senso di «residenza stanziale (di animali)», già attestato in latino (cfr. «pecorum mansio», «mansio equorum» [DELL]), e presente quasi ovunque nei dialetti attuali, sarebbe impossibile senza il passaggio graduale dalla mobilità logistica al sedentarismo.
Questa motivazione non può quindi in alcun caso essere proiettata in un ambito romano o medievale, ma ha bisogno del Neolitico per acquistare un senso.
Per la documentazione, oltre al francese maison «casa», si notino per lo meno dalmatico mošun(a) «ovile», pugliese masunu, bergamasco trentino veronese mazon «pollaio», comasco mazon «malga», valtellinese mazon «fienile», logudorese masone «grossa mandria», campidanese mazoni «stalla per pecore, capre, maiali», ecc. [BEW 5311]; rumeno mas «ovile», trevigiano bellunese mas, gardenese mes «fattoria», linguadocico guascone catalano aragonese mas «fattoria» etc. [REW 5322].


Cfr. Masaria (massaria), maseria, Maniero e Manero, Magioni, ...
anca tante Massa e Masso en volta par ła penixla tałega łi xe da portar drento sta gran fameja co raixa pristorega

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Maxi e maxeti a Viłaverla e Novoledo entel 1730

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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 1:32 pm

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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 6:56 pm

Pensè ke łi ga ancora enamente i romani e łi crede kel nome de Maxon el gapie a ke far co on çerto Papirio Masone de Roma o ke Maxon ła fuse stà na stasion de posta romana pal canvio dei cavałi dei postini romani e łi tira en bàło la Postumia (robe de naltro mondo):

http://www.comune.mason.vi.it/ev/hh_ant ... dtesto=103

Secondo alcune fonti il toponimo Mason deriverebbe dall'usanza romana (???) di denominare torri, castelli e colonie con il nome di un'antica famiglia; in effetti un certo Papirio Masone fu console nell'anno 522 di Roma e di un altro si fa menzione nel 652. Secondo altri invece il nome potrebbe provenire da "mansiones", stazione stradale dell'epoca romana, oppure da "mansione", che nel Medio Evo significava podere. La "mansio" di Mason si trovava lungo la Pista dei Veneti che, proveniente da Sovizzo, toccava Schio e quindi, sempre costeggiando i monti, congiungeva l'Astico al Brenta, passando per Calvene, Lugo, Fara, Breganze, Mason, Mure, Molvena, Pianezze, Marostica, Marsan e Angarano per continuare fino al Piave. Quando nel 147 a.C. il console P. Postumio fece costruire la grande strada Postumia, che da Genova conduceva ad Aquileia, la Pista dei Veneti diminuì d'importanza. Intorno all'antica "mansio", fornita di un cambio di cavalli per il servizio postale, sorse gradualmente un villaggio rurale o "pagus" dipendente, durante l'amministrazione romana, dal vicino capoluogo o "vicus" di Breganze. In seguito la corte de Maxone appare nominata per la prima volta in una carta del 1038, come bene dell'Abba­zia di Nonantola del modenese. Secondo dati raccolti nell'archivio della città del 1262, essa comprendeva però anche Costa Vernese.

E łora anca tuti łi Maxi, i Maxoni e łe Maxiere/Maxere o łe Masarie ke a ghè en volta łi garia a ke far co łi postini romani de ła Postumia o col ‘l roman Papirio Masone ? Pararia ke el servisio postal entel stato roman el fuse enflasionà pì de coeło de ancò, e de postini e de stasion de posta e ke te łi catàsi dapartuto anca sora i monti e longo łe vałi pì desperse e dexerte.
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 6:56 pm

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... assa-1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... assa-2.jpg


Transumanxa (transumanza):

http://www2.muse.it/pubblicazioni/7/42/12_Marzatico.pdf

Nell’ambito di un articolo di presentazione delle ricerche condotte nella zona degli altipiani di Luserna, Vezzena, Lavarone e Asiago, in un paragrafo dedicato all’“Archeologia del nonno”, Armando De Guio sottolinea che nel territorio del Trentino Alto Adige/Südtirol “appare molto verosimile che già la cultura neolitica dei VBQ (Vasi a Bocca Quadrata) praticasse, ad es. nel contiguo comparto lessineo, un regime articolato di transumanza, funzionalmente connesso all’esplorazione stagionale e successiva veicolazione ultraregionale della selce” (De Guio 2005: 96).

Secondo più autori non sembra una coincidenza che i “contatti inter-alpini” si intensifichino durante la prima metà del IV millennio, nel momento in cui sembra prendere avvio la pastorizia d’altura (Barfield et al. 2003: 676).

E, in effetti, come già rilevato da oltre un decennio, il tardo Neolitico segna concordemente una nuova dinamica di frequentazione degli ambienti montani (Bagolini & Pedrotti 1992: 359-377; Mottes & Nicolis 2002: 249).

Gli Autori affermano che “molto probabilmente è in questo periodo che le comunità stanziate nel cuore delle Alpi iniziano a portare le proprie greggi all’alpeggio, integrando la propria dieta con la pratica della caccia” (Pedrotti 1996: 83; De Marinis & Pedrotti 1997: 290).
A tale riguardo, a fronte di siti di area alpina appartenenti a facies diverse ma interessate da traiettorie di sviluppo comuni, quale un repertorio di forme vascolari limitato, è stata avanzata l’ipotesi di un ricorso alternativo a recipienti in materie organiche – in legno e cuoio –, considerati più funzionali in un quadro di maggiore mobilità, indicato anche dai contatti inter-alpini, in crescita già nella prima metà del IV millennio a.C., come evidenziato in precedenza (Pedrotti 1996: 83; De Marinis & Pedrotti 1997: 290; Venturino Gambari 1998: 244; Barfield et al. 2003: 676).

Similaun è dell’area alpina atesina, Elodia Bianchin Citton riconduce la presenza umana nel contiguo territorio delle Prealpi e Alpi Bellunesi fra la fine del IV millennio e nel III millennio a.C., a “pratiche connesse con la pastorizia transumante, l’alpeggio, la caccia nelle praterie d’alta quota e, in determinate zone, alla ricerca di selce di buona qualità, oltre che di giacimenti minerari” (Bianchin & Citton 2000: 27).
La frequentazione dei siti di alta e altissima quota della stessa area, tra il Neolitico finale e l’età del Rame, anche per Giovanni Leonardi starebbe a indicare la conduzione del bestiame al pascolo nelle praterie alpine e il ritrovamento in ambito montano di un elemento di falcetto richiamerebbe la pratica della fienagione, con una forma di economia di alpeggio già nel III millennio a.C. (Leonardi 2004: 76).

Secondo Luciano Bosio (archeologo: http://www.archeovenetaonlus.it/index.php?id=120 ) oltre a ła pista in Valdastego ke po’ da Pedescała montava su so ł’altipian, ghin jera altre do in val Brenta: ona ke montava su in Valstagna e daspò in Val Frenzela e naltra ke parava su verso Enego su par łe mołatiere de ła Piovega de Soto e ła Piovega de Sora.
I trodhi pì tranxità jera coełi meridionałi pa' Luxiana, Canpomexavia e so ła conca arento verso Gałio: ono da Basan e Vałe San Florian; ono da Marostega e ono da Breganse.


Monte Corgnon:
http://www.retemusealealtovicentino.it/ ... 603_1.html
Somexe (foto) viłajo pristorego del Monte Corgnon:
http://www.magicoveneto.it/Altipian/Lus ... gnon-1.htm

El vilàjo del Monte Corgnon a Louxiana
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dzdW8/edit

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Piovega de soto e Piovega de sora:
http://www.magicoveneto.it/Valsugan/trek/AVBrb.htm

Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BMVFk/edit

I xgràfi de la Val D'Asa:
http://picasaweb.google.it/pilpotis/XgrafiValDAsa

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... fiti-1.jpg
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 7:36 pm

Anca sti nomi łi ga a ke far co ła tranxumansa monte-pian e pian-monte


Ponsan (Ponzano Veneto in veneto; provincia di Treviso)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponzano_Veneto

viewtopic.php?f=45&t=974

Il meriggio delle pecore (riposo, riposare, pausare, raposare, ponsare, ...)

Da lat. meridies ‘meriggio delle pecore’, a latino mora e lat. umbra: origini italiche e sviluppo ligustico di un termine della pastorizia transumante; di MARIO ALINEI

http://www.continuitas.org/texts/alinei_meridies.pdf

...
Il “meriggio” delle pecore

Anche sul ‘meriggio’ delle pecore sarà bene dare al lettore qualche informazione preliminare, dato che si tratta di una nozione specialistica, ignota ai più. Nel ciclo stagionale della transumanza, dalla pianura alla montagna e viceversa, il meriggio è il riposo estivo delle pecore, delle capre e delle vacche, nelle ore più calde del giorno, quando i pastori, dopo essersi trasferiti in montagna, le conducono a ‘meriggiare’ in luoghi ombrosi, al riparo di alberi o di rocce o, in mancanza d’ombra, in luoghi ventilati. Non tanto per difenderle dal caldo, come si potrebbe pensare, e come io stesso, errando (non si studia mai abbastanza la realtà materiale!), ho scritto [Alinei 2007], ma dagli insetti, attivi in quelle ore, che possono provocare dolorosi disturbi e malattie.
...
(3) gr.-lat. pausa ‘pausa, sosta, tregua’, con il derivato verbale lat. pausare ‘arrestarsi’, diffusi in Italia nord-orientale.

Ponsan (Ponzano Veneto)
viewtopic.php?f=45&t=974



Montegan/Montecan (Monticano)
http://it.wikipedia.org/wiki/Monticano
Il Monticano (in Lingua Veneta Montegan, anticamente Motegan) è un fiume del Veneto che scorre completamente in provincia di Treviso.

viewtopic.php?f=45&t=975

Monticazione (montegare in veneto = andar al pascolo del monte, nar a pascolar sol monte)

http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_I ... nticazione
monticazione [mon-ti-ca-zió-ne] s.f. (pl. -ni) region. Trasferimento delle mandrie all'alpeggio

http://dizionari.corriere.it/dizionario ... care.shtml
monticare v. (montico, montichi) (rar) I tr. sömmern.
II intr. (aus. avere) auf der Sommerweide sein.

Montegan/Montecan/Monticano, Montà, Montata e Dexmontà
viewtopic.php?f=45&t=975
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 7:36 pm

LA CAMPAGNA ISTRIANA NEL MEDIOEVO di FRANCO COLOMBO
Trieste - Dicembre 2005

http://www.circoloistria.it/public/La%2 ... dioevo.pdf

Esaminiamo ora in particolare un paesaggio agrario al tempo dei Franchi.

Quasi tutti i testi, cominciando da quelli scolastici, insistono soprattutto a parlare del “sistema curtense” applicato nella grande villa carolingia. Nella realtà, ci fu allora una grande varietà di sistemi di organizzazione del territorio rurale. La villa carolingia derivava sicuramente dalla grande villa gallo-romana ma non era certamente l’unico tipo di conduzione agricola dell’Alto Medioevo in quanto di fronte alle grandi proprietà regie, laiche ed ecclesiastiche stava un frazionamento del suolo molto più spinto a causa di un gran numero di appezzamenti, allora comunemente chiamati mansi, del tutto liberi, ingenuili, detti allora allodi.

La parola “manso”, sconosciuta nell’epoca romana (??? no ła jera scognosesta ma forse no ła gheva ancora el senso ke ła vesto dapò ente li ani carołenghi), appare in un testo per la prima volta nel 475, poi, rara nella documentazione merovingia, diviene frequente, a partire dai polittici, nell’età carolingia.

Mansus deriva dal latino manere, abitare e mansio, da cui poi anche il francese manoir (maniero) , per indicare inizialmente la casa d’abitazione, le costruzioni agricole annesse (stalla, granaio) ed il terreno (campi, orto, pascoli, bosco). ???

Questo focolare domestico agricolo che in precedenza era stato chiamato casa, sala, borda, masura, hospitium, herbergamentum sarà poi chiamato nell’antica lingua germanica Hoba (a Viçensa ghe jera on sindacaro kel se ciamava Oboe/Hoboe) o Hova, quindi Hufe ed in inglese hida per indicare un’unità fiscale ed insieme un’unità produttiva, in quanto originariamente esso è occupato da un’unica famiglia contadina e la sua superficie, che varia moltissimo a seconda delle condizioni di fertilità del suolo, è calcolata per assicurare il mantenimento dell’intera famiglia di un concessionario: spesso era la terra che poteva essere messa a coltura in un anno da un aratro tirato da un paio di buoi.

...
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » lun lug 07, 2014 10:24 pm

Demain /domai, demanio/dominio, dexmanià, Dexman

E Dexman (ła via Desman de Borgorico) no ła ga łighi col decuman/decumano roman de łe çenturiasion.

Borgorico, Dexman (Borgoricco, Desman)
viewtopic.php?f=45&t=337

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demanio,
s. m. ‘complesso dei beni appartenenti allo Stato o ad altro ente pubblico territoriale, destinati all'esplicazione d'una funzione pubblica’ (1416, in un doc. cit. in Rez.).
Derivati:
demaniale,
agg. ‘del demanio’ (doc. merid. del 1364 cit. in Rez.),
demanialità,
s. f. ‘qualità di demaniale’ (1902, N. Coletta, Sui limiti della demanialità dell'alveo del fiume Po, Roma).

Fr. ant. demaine ‘terra su cui si ha il dominio’, dal lat. dominiu(m) ‘dominio’. La vc. entrò in Sicilia coi Normanni e restò confinata nell'Italia meridionale fino al XIX sec., tant'è vero che L. Guicciardini nella sua Descrizione dei Paesi Bassi del 1567 adopera la vc. demaines in riferimento alla Fiandra, aggiungendo “ch'egli non saprebbe trovare il corrispondente italiano e latino a questa parola francese” (Zacc. Ra. 177; cfr. anche Migl. St. lin. 418) e che le vc. furono biasimate dall'Ugolini e dai Valeriani come francesismi (Viani I 425), tanto è vero che l'abate Cesari, il quale l'aveva introdotta in una sua novella, contestato da L. Angeloni, la sostituì successivamente con regio fisco (SLI XIII, 19-87, 61). Non è ancora chiarito quando e per quali tramiti demanio e demaniale si siano diffuse in tutta la penisola; Ugol. 1848 dice di loro: “così chiamavano sotto il Regno italico quel ministero pubblico che aveva in cura il regio patrimonio” e il TB registra demanio senza attestazioni d'autori. Non è peraltro pensabile a una reintroduzione direttamente dal fr. nel XIX sec., indipendente dal modello meridionale, dato che in quest'epoca la vc. fr. era ormai diventata domaine e quindi in it. sarebbe passata come *domanio o qualcosa del genere (e infatti il D'Alb. 1771 traduce domanial con domaniale, non con demaniale, di cui evidentemente ignorava l'esistenza).

dominare
,
v. tr. ‘tenere soggette persone o cose alla propria autorità’ (av. 1306, Iacopone), ‘soggiogare con la forza del proprio ingegno, della propria personalità e sim.’ (fine sec. XIV, Storia di Stefano), ‘sovrastare, essere in posizione elevata’ (1630, A. C. Davila), ‘contenere, frenare, reprimere’ (1686, P. Segneri),
intr. ‘essere padrone assoluto, esercitare il potere’ (av. 1348, G. Villani), ‘essere superiore’ (av. 1529, B. Castiglione), ‘ergersi, elevarsi’ (av. 1798, F. Milizia),
rifl. ‘tenere a freno i propri istinti, impulsi e sim.’ (1887, A. Fogazzaro).
...
dominio,
s. m. ‘autorità, potere’ (dimino: av. 1250, Giacomino Pugliese; dominio: inizio sec. XIV, Intelligenza), ‘potere politico’ (av. 1424, G. Sercambi), ‘territorio sottomesso a un potere politico’ (domino: 1264, Trattato di pace; dominio: 1483, S. degli Arienti), ‘ambito, campo, sfera d'attività’ (av. 1808, M. Cesarotti), ‘padronanza, controllo (di sé)’ (av. 1816, A. Verri),
di dominio pubblico ‘di proprietà pubblica, dello Stato’ (1869, TB), ‘di pubblica, comune conoscenza’ (1869, TB).
Vc. dotte, lat. dominari, passato a dominare nel lat. tardo (da dominus ‘padrone’, der. di domus ‘casa’: V. duòmo), col part. pr. dominante(m) e i der. dominatore(m), dominatione(m) e dominiu(m).

duomo 1,
s. m. ‘chiesa cattedrale, chiesa principale d'una città’ (1235, Lira di Siena: Cast. Tosc. 83).
Lat. domu(m) ‘casa’ (d'orig. indeur.), attrav. il lat. mediev. domu(m episcopi) ‘casa del vescovo’, ‘cattedrale’ (Migliorini-Duro).



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domaine
s. m.
1 campo: dans le domaine littéraire, scientifique, in campo letterario, scientifico; dans le domaine de la médecine, nel campo della medicina; c'est une autorité dans son domaine, è un'autorità nel suo campo; parlez-lui d'électronique, là il est dans son domaine, parlategli di elettronica, in questo campo è molto competente; cela n'est pas de mon domaine, questo non è di mia competenza
2 tenuta (f.), proprietà (f.): un domaine de plusieurs centaines d'hectares, una tenuta di parecchie centinaia di ettari
3 demanio: domaine public, beni demaniali; administration des domaines, les Domaines, (amministrazione del) Demanio
4 dominio: œuvre littéraire tombée dans le domaine public, opera letteraria fuori diritti; les domaines de la Couronne, i domini della Corona * (mat.) domaine convexe, dominio convesso; domaine de définition, d'intégration, dominio di definizione, di integrazione
5 (aer., fis.) regime: domaine subsonique, supersonique, transonique, regime subsonico, supersonico, transonico
6 (fis.) intervallo, campo: domaine de réglage, intervallo di regolazione
7 (fis.) dominio, campo: domaine des fréquences audibles, dominio delle frequenze udibili
8 (fis., elettr.) regione (f.): domaine anodique, cathodique, spectral, regione anodica, catodica, spettrale
9 (inform.) dominio.


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doma, atis, n., tetto, terrazzo, HIER. [gr.].

domesticus, a, um, agg.,
1 della casa, domestico; della famiglia, familiare, domestico: domestici parietes, pareti domestiche, CIC.; canes domestici (di casa), CIC.; vestis domestica, vestito di casa, SUET. Aug. 73; domesticus otior, me ne sto tranquillo in casa, HOR. Sat. 1, 6, 128; res domesticae et familiares, amministrazione della casa e governo della famiglia, CIC.; domesticus luctus, dolore domestico, CIC., OV.; homo prope domesticus, uomo quasi di casa mia, CIC. Fam. 7, 14, 1; domesticus usus et consuetudo, intima familiarità, CIC. S. Rosc. 15; contenti domestico usu (dell'applicazione in casa nostra), QUINT.; sost. m. pl. domestici, orum, i membri d'una famiglia, i familiari o le persone di casa (amici, clienti, affrancati), CIC. e a.; i domestici, gli schiavi, SUET.; persone del seguito d'un magistrato, Cod. Th.;
2 proprio, personale: ex domestico iudicio, per proprio giudizio, CAES. B. C. 3, 60, 2; domesticis se instruere copiis, assicurarsi risorse personali, CIC. de orat. 2, 38; uterer exemplis domesticis (di esempi personali, tratti da mie orazioni), CIC. Or. 132; domesticis exemplis compulit, indusse con esempi tratti dalla propria condotta, LIV.;
3 patrio, natio, del proprio paese: domesticae copiae rei frumentariae, risorse di vettovagliamento che dà il proprio paese, CAES. B. G. 2, 10, 4; domesticae opes, risorse proprie, cittadine, CAES.; domesticarum rerum (delle cose del proprio paese) fastidium, CIC. Fin. 1, 10; domesticae insidiae, insidie interne, CIC.; domesticum bellum, guerra civile, CIC.; guerra all'interno del proprio paese, CAES. B. G. 5, 9, 4
[cf. domus].

domicilium, ii, n.,
domicilio, abitazione, dimora: domicilium Romae habere, avere il domicilio a R., CIC.; domicilia regis, i luoghi di soggiorno del re, NEP.; fig. domicilium imperii, sede della potenza, CIC. Cat. 3, 1; d. mentis, sede dell'intelligenza, CIC. Nat. deor. 1, 76; huic verbo (fideliter) domicilium est proprium in officio, questa parola (fideliter) ha il suo proprio significato quando è usata a proposito d'un dovere, CIC. Fam. 16, 17, 1
[cf. domus, 2. colo].

domina, ae, f.,
padrona (di casa), CIC. e a.; sposa, VERG. e a.; in senso proprio e fig., padrona, sovrana, regina; di dee, VERG. e a.; di imperatrici, SUET.; di donna amata, TIB. e a.; di concetti astratti: cupiditas dura est domina, CIC.; di passioni: dominae, padrone, SEN.; di Roma: dominam revocabit ad urbem, OV.
[cf. dominus].

dominatio, onis, f.,
dominazione, signoria, sovranità; potere assoluto; tirannide: Cinnae dominatio, lo strapotere di Cinna, CIC.; con in e l'abl. o l'acc.: regia dominatio in iudiciis, dispotico dominio sui tribunali, CIC. Verr. 6, 175; in libidinem dominatio, CIC. Inv. 2, 164; dominationes funestae, funeste tirannie, SEN.; meton.: totam eam dominationem, quell'intero branco di tiranni, FLOR. 1, 24
[dominor + -tio].

dominicus, a, um, agg.,
1 del padrone, VARR., COL. e a.: palatum dominicum, i gusti del padrone, SEN.;
2 dell'imperatore, Cod. Iust.;
3 del Signore: dies dominicus o dominica, il giorno del Signore, la domenica, TERT. e a.;
4 sost. n. Dominicum, i, raccolta di poesie di Nerone (dominus), SUET. Vit. 11; l'ufficio divino della domenica, la Messa, CYPR.
[dominus + -cus].

dominium, ii, n.,
dominio di, su una cosa, proprietà, diritto di proprietà, LIV. 45, 13, 15 e a.: in quae dominium casus exercet, che sono soggette al dominio del caso, SEN. Ep. 66, 23; proprium dominium habere, esercitare un dominio proprio, SEN.; plur. fig. tiranni: dominia impotentissima, SEN. Dial. 7, 4, 4; banchetti, festini, LUCIL., CIC. Verr. 4, 9
[dominus + -ium].

domino, as, are, 1 tr., vincere, FORT. [cf. dominor].

dominor, aris, atus sum, ari, 1 dep. intr.,
dominare, essere padrone, aver dominio, regnare, prevalere; assol.: dominandi cupidus, avido di potere, CIC.; con in e l'abl. o l'acc.: in iudiciis dominari, spadroneggiare nelle azioni giudiziarie, CIC.; summa dominari in arce, avere il possesso della rocca, VERG.; dominari in suos, comandare ai suoi, CIC., in cetera animalia, su tutti gli altri animali, OV.; actio in dicendo una dominatur, il modo di porgere è d'importanza fondamentale nel parlare, CIC. de orat. 3, 213; dominari con senso passivo = essere sotto il dominio di, Poet. inc. in CIC. Off. 1, 139; vedi dominans
[dominus + -o3].

dominus, i, m.,
1 padrone (di casa); padrone, proprietario: domino domus honestanda est, il padrone deve onorare la casa, CIC. Off. 1, 139; discordia dominorum, discordia del padrone e della padrona di casa, CIC. Fin. 1, 58; vilicus consideret quae dominus imperaverit, il fattore consideri le cose che ha ordinato il padrone, CAT.;
2 padrone e cioè: capo, signore, arbitro; organizzatore (di spettacoli): populus omnium gentium dominus (popolo signore di), CIC.; is qui rei dominus... est, il giudice che è arbitro della causa, CIC. de orat. 2, 72; dominus epuli (CIC.) o convivii (PETR.) o solo dominus (VARR.), chi offre un banchetto (cf. dominium), anfitrione; tiranno: de rege dominus exstiterit, dal re sia venuto fuori il tiranno, CIC. Rep. 2, 47;
3 Signore, detto di imperatori, SUET. e a.;
4 signore, termine di cortesia, SEN. e a.: iam dominum appellat, OV. Met. 9, 466;
5 il Signore, Dio, Eccl.: dominus Christus, OROS.
[domus + -nus].

domito, as, are, 1 tr.,
domare, addomesticare, VERG. Georg. 1, 285 e a.: d. vitiferos agros, coltivare le piantagioni di vite, SIL. 15, 568
[domo + -to].

domitor, oris, m.,
1 domatore, addomesticatore (di animali), CIC. e a.;
2 vincitore, CIC. e a.
[domo + -tor].

domnus, i, m., sinc. = dominus, AUG.

domo, as, ui, itum, are, 1 tr.,
1 domare: domare feras beluas, domare le bestie feroci, CIC.; addomesticare: viam insiste domandi, prendi ad addomesticarli (i vitelli) metodicamente, VERG. Georg. 3, 164; domita mansuetudo, mansuetudine fatta domando, IUST. 15, 4, 19;
2 vincere, sottomettere, soggiogare (in senso proprio e fig.): d. nationes, domare le nazioni, CIC.; vino domiti, vinti dal vino, ENN.; d. ferrum igne, plasmare il ferro col fuoco, PLIN. 36, 200; rastris terram domat, doma il terreno coi rastrelli, VERG.; invidiam domare, vincere l'invidia, HOR.
[cf. gr. damázo].

domus, us, (locativo i, dat. ui, acc. um, abl. o, raro u, gen. pl. uum e orum, acc. pl. os e us, dat. e abl. pl. ibus), f.,
casa, abitazione,
1 stato in luogo, locativo: domi, in casa; intus domique, nell'interno della casa, CIC.; anche domo, in casa (CIC. Cluent. 27; VARR.; SUET. e a.) e in domo, in casa (QUINT. 5, 10, 16), e intra domum, SEN. Dial. 4, 31, 6 e a.; domi meae, tuae, suae, nostrae etc., a casa mia, tua, sua, nostra, CIC. e a.; anche in domo sua, nella sua casa, NEP. Alc. 3, 6; alienae domi, a casa d'altri, CIC.; domi (CIC.) o in domo (NEP. Lys. 3, 5) alicuius, in casa di qualcuno; aliquem tecto et domo invitare, invitare uno a casa propria, CIC. (anche con l'acc. di moto: domos invitant, invitano a casa, SALL. Iug. 66, 3); domi habeo (o domi est mihi), ho dentro di me; ho abbastanza in casa (senza bisogno di cercar fuori, di sapere da altri): domi habet fallacias, ha dentro di sé le frodi, PL. Mil. 192; domi habuit unde disceret, ebbe il maestro in casa, TER. Ad. 413; domo docta, dico, parlo, saggia di per me stessa, PL. Truc. 454; sed quid ego nunc haec ad te, cuius domi nascuntur?, ma a che dirti queste cose che sai benissimo da te?, CIC. Fam. 9, 3, 2; vetus ac domi parta dignatio, dignità antica acquistata da sé, TAC. Ann. 13, 42;
2 moto a luogo: domum, verso casa, a casa, CIC. e a.; anche con in: in domos refugere, rifugiarsi dentro le case, LIV. 26, 10, 7; domum meam, tuam, suam, alienam, a casa mia, tua, sua, d'altri, CIC. e a.; anche con in: cur non introeo in nostram domum?, perché non entro in casa nostra?, PL. Amph. 409; domum o in domum alicuius venire, venire a casa di uno, CIC.; domum abducere aliquem, attirare uno a sé, al proprio partito, CIC.;
3 moto da luogo: domo, da casa, CIC.; ex domo, dalla propria casa, LIV.;
4 in generale, abitazione, dimora, sede: domus cornea, il guscio della tartaruga, PHAEDR. 2, 6, 5; animae novis domibus receptae, le anime accolte in nuovi corpi, OV.;
5 casa, famiglia: domus te nostra tota salutat, ti saluta tutta la nostra famiglia, CIC.; scuola filosofica, setta, CIC., SEN.;
6 patria, luogo natio, CIC. e a.: foris bella, domi (in patria) seditiones, LIV.; domo emigrare, abbandonare il proprio paese, CAES.; domum (in patria) reverti, CAES.; unde domo?, da qual paese?, VERG. Aen. 8, 114; domi bellique (PL., CIC. e a.) o domi belloque o domo bellique (LIV.) etc., in pace e in guerra; domi militiaeque o domique militiaeque, etc., in pace e in guerra, CIC. e a.
• Locativo domui nel latino tardo (e sporadicamente in mss. di CIC., QUINT., TAC.)
[cf. gr. dómos, dôma].
® App. Ling. 2

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Kaimas, dorf, village, vila, borgo, contrà, selo, sat, landsby, küla, vesnice, dedina, ...
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Egetora, aimo, eik, goltanos, louderobos
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » mar lug 08, 2014 5:47 am

Demain /domai, demanio/dominio, dexmanià, Dexman

Borgorico, Dexman (Borgoricco, Desman)
viewtopic.php?f=45&t=337


Dexman (desman) el dovaria esar on mansio xvestio o mansi absi o dexmanià/dexmansià ke lè stà ente sta condision par tanto tenpo da devegner on nome purpio:

LA CAMPAGNA ISTRIANA NEL MEDIOEVO
di FRANCO COLOMBO
Trieste - Dicembre 2005

http://www.circoloistria.it/public/La%2 ... dioevo.pdf

Esaminiamo ora in particolare un paesaggio agrario al tempo dei Franchi.

... Infine i testi carolingi fanno una distinzione tra i mansi vestiti che sono coltivati e mansi absi che non vuol dire incolti, come hanno scritto alcuni studiosi, ma vacanti, non occupati, o per partenza e morte del concessionario o per distruzione della sua magione (mansio). ---

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Dexman da = mansio dexmansià/dexmasià
entel “pato de Bionde” de l’a. 1091 (da Porçile de Belfior) se stabeleva ke : li mansi ke fuse restà sensa gnaon ke łi laorase (“mansi desmansiàti o desmasiati”), łi garia fato on tut'un e łi saria ndàsti ente łe man de łi viçini ke łi garia amenestrà pal so mejo.
= tereni o fondi o colture comouni


Demesne

http://en.wikipedia.org/wiki/Demesne

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... _manor.jpg

In the feudal system the demesne ( /dɨˈmeɪn/ de-main; from Old French demeine ultimately from Latin dominus, "lord, master of a household") was all the land, not necessarily all contiguous to the manor house, which was retained by a lord of the manor for his own use and support, under his own management, as distinguished from land sub-enfeoffed by him to others as sub-tenants. The system of manorial land tenure, broadly termed feudalism, was conceived in Western Europe, initially in France but exported to areas affected by Norman expansion during the Middle Ages, for example the Kingdoms of Sicily, Scotland, Jerusalem, and England.

Demanio regio
http://it.wikipedia.org/wiki/Demanio_regio

http://pl.wikipedia.org/wiki/Dominium_( ... 87_ziemska)
http://sv.wikipedia.org/wiki/Dom%C3%A4n ... ekonomiskt)
http://de.wikipedia.org/wiki/Landgut

Demesne
http://www.thefreedictionary.com/demesne
1. Law Possession and use of one's own land.
2. Manorial land retained for the private use of a feudal lord.
3. The grounds belonging to a mansion or country house.
4. An extensive piece of landed property; an estate.
5. A district; a territory.
6. A realm; a domain.

1. (Law) land, esp surrounding a house or manor, retained by the owner for his own use
2. (Law) Property law the possession and use of one's own property or land
3. (Government, Politics & Diplomacy) the territory ruled by a state or a sovereign; realm; domain
4. (Government, Politics & Diplomacy) a region or district; domain

http://en.wiktionary.org/wiki/demesne
From Anglo-Norman demeyne, demene et al., Old French demeine, demaine, demeigne, domaine (“power”) ( > French domaine (“domain”)), a noun use of an adjective, from Latin dominicus (“belonging to a lord or master”), from dominus (“master, proprietor, owner”). See dame, and compare demain, domain.

Dessmannsdorf

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http://de.wikipedia.org/wiki/De%C3%9Fmannsdorf
Deßmannsdorf ist ein Stadtteil der kreisfreien Stadt Ansbach.
Erstmals genannt wurde der Ort 1288. Der Ortsname bedeutet zum Dorf des Dankswind. Im Dreißigjährigen Krieg brannte das Dorf völlig nieder. 1856 hatte Deßmannsdorf 74 Einwohner. Bis zur Gebietsreform (1972) gehörte es zur ehemaligen Gemeinde Bernhardswinden.
Deßmannsdorf è un distretto della contea-città di Ansbach.
Fu chiamato il luogo 1288 Il toponimo significa villaggio grazie al vento. Nella guerra dei trent'anni ', il villaggio bruciato completamente. Deßmannsdorf 1856 aveva 74 abitanti. Fino alla riforma del governo locale (1972) apparteneva ai venti ex comune Bernhard.

http://de.wikipedia.org/wiki/Ansbach
http://it.wikipedia.org/wiki/Ansbach
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Re: Maxo, Maxon, mansio, maison, transumansa, transumanare

Messaggioda Berto » mar lug 08, 2014 5:47 am

Cognomi:

Masaro/Massaro, *Mansiaro/Mansiero, Maxiero, Maxer/Mazer/Mazzere, Maxo, Dal Maxo, Maxin, Maxeto, Maxet/Mazet, Manin, Manera, Maniero, Mantiero, ...

Cognomi de area veneta de Dario Soranso
viewtopic.php?f=41&t=1176
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dOejg/edit
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