El caxo de ViçensaViçensaviewtopic.php?f=151&t=680http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... A7ensa.jpgDa “
Toponomastica Veneta” de
Dante Olivieri, (p. 151, ed. 1961;)
VicetiaV. Mommsen, CIL, V. 268: «
Vicetia in titulis plurimis optimisque, in optimis quibusque libris. E contrario Vincentia non legitur nisi in titulo non optimae aetatis» Ma pure è detto
Vicentia e
Vicentia già presso P. Diacono,
Vincencia Codice Ecclesiastico 5 (1074): v. Prati, Esc. II 183.
Da
I Veneti Antighi, de Jułia Fogołari e A. L. Proxdoçimi
p. 401
VicetiaLa tradizione manoscritta degli autori antichi oscilla tra
Vicetia e
Vicentia:
la più antica attestazione (135 a.C.) è senza nasale (etnico
Veicetinos) e indica che tale era la forma primitiva: si vede bene come l’influenza di nomi in
-entia (
Placentia, Pollentia) abbia esercitato un’attrazione (facilitata dalla debolezza di n anteconsonantico in venetico?) senza che si veda la possibilità di un’attrazione in senso inverso.
Secondo questa formazione (e concordemente con i dati storici) il toponimo rimanda a una spigazione prelatina.
Potrebbe trattarsi di un nome gallico (di conserva con la notizia di Pompeo Trogo in Giustino sulla fondazione gallica della città) e formazioni in
-et(o)- no sono estranee al celtico contientale.
D’altra parte l’accertata presenza de Veneti (le iscrizioni!) a Vicenza e la struttura analoga a Venetia, indicano un toponimo venetico.Secondo il Wolf («Mannus», XXII, 1930, p.204) seguito dalla Karg («WusS», 1941-2, p. 186), dal Radke (P.-W. VIII – 2, coll. 2053-4) e dal Krahe (Spraghe, p. 105: come
Mala-vico in Dalmazia, CILL III 10121), deriverebbe da
*weik di latino
vicus, greco
οἶxος (Pokorny, IEW, p. 1131 e Walde-Hofmann, II, pp. 782-3) con uma formazione comparabile a
Σερέτιον (su cui Ktahe, «IF», VII, 1939, p. 129, ove analizza
*set-io-n e cita
Σερέτον, castello della Dardania, in Procopio, De Aed. IV 4).
La spiegazione si fonda sulla sola attestazione di
-ei-, contro tutte le altre
-i-, compreso Tolomeo (Geografia III, 1, 26) che per la cronologia bilancia
vei- di CIL V 2490 cit.
veiko- è testimoniato dalla divinità
*Veikos Noriceios (§ 6.1), venetico e non celtico per
-ei- conservato; è possibile che esistessero entrambi i continuatori (come in sanscrito, greco e baltico) e che un
*viket- sia stato rimotivato da
weiko-, donde la variaziante
veicet-.
In ogni caso la derivazione da
v(e)iko- indica la funzione di derivazione anche denominale per
-(e)to-.
p. 411
*veikos: da restituire al lessico istituzionale locale sulla prova di
Veicetia (-eto/-ia su base nominale; come Veneti; cfr. appresso) e
Veica Noriceia, divinità topica, ipostasi di
*Veikos Noriceios; i risvolti istituzionali sono da sviluppare insieme con l’identificazione della posizione semantica rispetto a:
*teuta: «Le nom
*teutà- du «peuple» en tant qu’unité politique a una aire englobant le messapien, 1'osco-ombrien, le vénète (163, etc.), le gaulois, le celtibère, le brittonique, le gaélique, le germanique et le baltique, mais ne comprenant pas le latin» (Lejeune 1974 ‘Manuel’).
Anche qui l’importante non è la conservazione lessicale ma la configurazione semantico-istituzionale (sul concetto Prosdocimi 1978 ‘Lessico’) e il sistema in cui entra.
Come semantica istituzionale è il nome della comunità che agisce quale persona giuridica (soggetto di un verbo votivo: Ca 13), in nome di cui si agisce (u teuta[ : Ca 24), e arriva a coprire il concetto politico (in senso stretto e non generico) di ‘pubblico’, come è supposto dal denominale teuters ‘publice statuerunt’ (Pa 14, § 2.2.4) e dall'abbreviazione te(utike?) `publice’ apposta a cippi terminali (inediti da Oderzo: v. ad *Pa 14 cit.); teuta forma nell’Italia antica un microsistema tipico (Prosdocimi 1978 ‘Lessico’ cit., da correggere per un presunto valore ‘nomen’ secondo Prosdocimi 1982 ‘Safini’).
L’importante non è la conservazione, ma il sistema in cui entra:
– nelle istituzioni italiche entra con
ocri-/ocar;
– in latino vi è assenza ma per sostituzione recente della coppia italica; vi è rimasto come spazio semantico (riadattato) ma non come lessema:
urbs – arx nella coppia canonica ‘salva urbe arceque’; il lessico – eccetto
arx che va con
acri- ne rimpiazza uno precedente:
urbs è imprestito, e civitas derivato, successivo all’elaborazione istituzionale di civis;
– in venetico il tipo
ocri- sembra escluso da
*poli-‘πόλις’; in
Pilpotei è trasparente: *
p°li-poti- ‘signore dell’
arx’.
La vocalizzazione di
-°l- è indipendente, come altrove, dall’esito di
“l(°)”(cfr. § 4..1.2); qui dipenderà dal colorito della vocale successiva (i); cfr., ma la situazione non è identica,
Silis <
*selis <
*selio- +
-s (v. sopra § 4.2).
A parte il valore per questa onomastica ‘aristocratica’, è di grande importanza il dato istituzionale: la cittadella ha il nome non italico di
ocri- (cfr. s.v.
teuta) ma quello del greco, lituano, etc.
*p°li-; come panindeuropeo è meno significativo, ma è comunque un dato acquisito.
Da questo punto di vista il venetico sembra appartenere al tipo greco con
πόλις, cui però non è ignoto il lessema corrispondente a
ocri e
arx, cfr. il tipo
akró-polis.
Tuttavia il tipo
ocri- è attestato dal toponimo
Ocra (e, forse, nella variante
akr- in
Acerra: § 5.3.3 (e ghe xonto mi in
Trinacria?), il che propone una situazione lessicale non difforme da ‘quella dell’italico e del latino, che pure conosce il termine
ocri- ma nel senso di ‘mons confragosus’ (Livio Andronico in Festo, cfr. Walde-Hofmann s.v. e Prosdocimi 1978 ‘Lessico’ cit.), il che permette per il venetico la sopravvivenza di un termine come poli: sopravvivenza a che titolo istituzionale?
Fossile onomastico o vitale e significante, così da dare un nome trasparente? Nel caso estremo che
*poli- fosse in venetico il corrispettivo di ocri- nella coppia istituzionale ‘comunità’ (teuta) e ‘centro munito’ (di riferimento), non si avrebbe ancora una diversità dall’italico significativa a fini classificatori, ma solo una diversa utilizzazione lessicale per spazi semantico-istituzionali comuni: non diversamente il latino ha urbs al posto di teuta.
Se questa è una spiegazione per l’ipotesi più contraria a quel tipo di unità storico-culturale latino(-italo)-venetica presupposta da termini come
louko-(appresso e § 2.2.4), la verisimiglianza diacronica porta a una ricostruzione per cui vi è un primo stadio comune nel quale c'è una terminologia comune poco fissata e mobile, nel senso non di vaghezza (che non avrebbe senso istituzionale).
...
Teuters, teuta, touta, totam, touto, toutatis, tuath, teutoni, tote, tutore, ... https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... FXREE/edit