Cfr. co:
Sałahttps://it.wikipedia.org/wiki/Sala_(Longobardi)
La sala era la struttura organizzativa della piccola proprietà terriera creata durante le prime fasi del Regno longobardo in Italia.
Il nome deriva dal longobardo sala, termine in realtà presente anche in altre lingue germaniche (francone) che in origine significava "costruzione con un solo grande vano". Successivamente è andato ad indicare la casa padronale della curtis, ovvero la casa per la raccolta delle derrate dovute al padrone. Alle sale spettava infatti la riscossione della tertia, cioè del tributo pari a un terzo del raccolto, pretesa dall'aristocrazia dai contadini italici sottomessi, secondo uno schema consueto nei Regni latino-germanici.
Sała (Sałeto e Monsełexe ?)viewtopic.php?f=44&t=1753 http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3%A0si.jpghttp://www.treccani.it/enciclopedia/lon ... a-Italiana)
L'assetto fondiario rimase sostanzialmente quello precedente.
La proprietà privata rimase la regola. Jugeri e moggia, le unità catastali romane, restarono nell'uso comune (???), come rimasero le locuzioni tecniche romane indicanti il modo e la locazione dei terreni (???). Se al momento dell'invasione molte grandi proprietà furono sconvolte e disgregate, altri grandi possessi si formarono con le terre del re, dei duchi, con quelle delle chiese e di potenti privati. In essi, più territori costituiti da terre lavorate a economia per mezzo di famigli o di servi, o con prestazioni di opere fornite da altri soggetti (
terrae dominicae), da terre coltivate da coloni dipendenti, organizzati nei piccoli villaggi,
vici, presso le chiese rurali, o dispersi nelle case tributariae, ingenuiles, massariciae, tenuti a corresponsioni varie di canoni, censi in denaro, in natura, in servigi ed opere (
pars colonicia o massaricia), erano amministrativamente uniti intorno a una
villa centrale, sala o curtis dominica, retta direttamente dal proprietario, o dai suoi actores, servi,
ouescarii. Che l'economia rurale, favorita anche dalla povertà della vita economica, si andasse adattando, specialmente nei maggiori possessi, a quell'economia chiusa, non ignota al latifondo romano, bastante entro certi limiti a sé stessa, in cui i consumi e i prodotti tendono ad adeguarsi a vicenda, è più che certo. E così nelle corti maggiori meglio organizzate funzionano anche quelle attività industriali più frequenti e più necessarie ai bisogni dei loro abitanti e dei lavori agricoli, quali quelle dei fabbri, tessitori, calzolai, ecc. Ma questa forma di economia, l'economia della corte, non fu esclusiva e nemmeno prevalente. La vita economica e civile italiana era troppo imperniata sulla città perché questa non dovesse, appena possibile, riprendere la sua funzione. Del resto i Longobardi non rifuggivano dalla vita della città. Le città furono fatte sede dei duchi, centro dell'amministrazione civile e militare, divennero residenza di molti signori longobardi; così vediamo nel periodo longobardo continuare i rapporti fra città e campagna e fra città e città, e i rapporti economici di produzione e consumo oltrepassare l'ambito della corte.
Corteviewtopic.php?f=44&t=85