Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Messaggioda Berto » ven dic 06, 2013 8:08 pm

Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło
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El dir o el moto veneto ORO doprà entel senso de “bon, benon, okey, va ben, tuto a posto, ...”! ke ‘l vien dà da el nome del metàło presioxo “oro” come ke łi scrive so sto livro de etimołoja de ł moti veneti:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/175.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 39-oro.jpg
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Re: Oro, oro benon!

Messaggioda Berto » mer apr 09, 2014 6:08 pm

Forse sto moto lè pì da ligar a vece voxi venete e d’ara talega ke le corisponde a ste voxi kive del latin:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 02/oro.jpg


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oro, as, avi, atum, are, 1 tr.
1 parlare, dire; perorare, difendere;
2 pregare (assol., col doppio acc., con l'acc. della cosa, con l'acc. della persona, con ut o ne e il cong., col solo cong., con l'inf., con l'acc. e l'inf., con ab e l'abl., con cum e l'abl., con pro e l'abl.);
3 in posizione parentetica (oro te).

1 in gener., parlare, dire; in partic., pronunciare un'arringa, perorare, difendere: bonum aequomque oras, dici una cosa buona e giusta (cioè, fai un'osservazione giustissima), PL. Most. 682; talibus orabat Iuno, così parlava Giunone, VERG. Aen. 10, 96; complecti orando, abbracciare col discorso, CIC.; ars orandi, l'oratoria, QUINT.; orandi scientia, orandi studium, QUINT.; orantis vox, la voce dell'oratore, QUINT.; ex tempore orandi facultas, capacità di improvvisare un discorso, QUINT. 11, 1, 1; orandi validus, oratore valente, TAC. Ann. 4, 21, 3; orandi nescius, inesperto di oratoria, TAC.; causam orare, perorare una causa, TER., CIC., LIV. (VERG. Aen. 6, 849 causas o.); orare litem, difendere una lite, CIC.; causam dixit et ipse pro se oravit, pronunciò egli stesso la propria difesa, LIV. 39, 40, 12; matronis ipsis quae raptae erant orantibus, per intercessione delle donne stesse che erano state rapite, CIC. Rep. 2, 7, 13; part. sost. orantes, gli oratori, TAC. Dial. 6, 5;

2 pregare, supplicare, chiedere, implorare; assol., col doppio acc. (pers. e cosa), col solo acc. della cosa o della pers., e con ut o ne e il cong.; meno frequent. col solo cong., con l'inf. o l'acc. e l'inf., con ab e l'abl., con cum e l'abl., con pro e l'abl.; assol.: venit ipsus ultro lacrimans orans obsecrans, va spontaneamente (dalla mamma della ragazza) piangendo, pregando, scongiurando, TER. Ad. 472; sed modus orandi qui sit (quale sia la maniera di pregare) prius ordine dicam, VERG. Georg. 4, 537; col doppio acc.: age siquid te maius oret?, via, e se ti domandasse qualche cosa di più grave?, TER. Ad. 941; illud te ad extremum et oro et hortor, ut..., di questo da ultimo ti prego e consiglio, che..., CIC. ad Q. fr. 1, 1, 16, 46; auxilia regem orabant, chiedevano aiuti al re, LIV.; orare aliquem libertatem, SUET. Vesp. 16, 3; con l'acc. della cosa: optumum atque aequissumum orat, egli fa una richiesta giusta e sacrosanta, PL. Men. 1147; orabo gnato uxorem, chiederò la moglie per mio figlio, TER. Andr. 3, 2, 48; legati Romam missi auxilium ad bellum orantes (a chiedere aiuto per la guerra), LIV. 21, 6, 2; veniam dapibus nullisque paratibus (dat.) orant, chiedono scusa per i cibi e per l'assenza di lusso, OV. Met. 8, 683; opem rebus affectis orare, invocare soccorso per la situazione difficile, LIV.; con l'acc. della pers.: me orat mulier, ENN.; virginem orare, ANDR.; pass.: per divos oratus uterque Penates, voi entrambi scongiurati per i santi Penati, HOR. Sat. 2, 3, 176; con ut o ne e il cong.: gnatam ut det oro, lo prego di concedere sua figlia, TER.; rogat oratque te... ut, ti prega caldamente che..., CIC.; orat multis et supplicibus verbis ut..., prega con molte e supplichevoli parole che..., CIC.; orat ut sibi parcat, prega di perdonargli, CAES.; morte me ut vindices ab Romanorum arbitrio oro obtestorque, ti prego e scongiuro di sottrarmi colla morte (uccidendomi, cioè) al potere dei R., LIV. 30, 12, 16; rogat eos atque orat ne oppugnent filium (di non osteggiare il figlio), CIC. Verr. 3, 96; ipse Caesar oratus etiam ab Artorio medico ne in castris remaneret, VELL. 2, 70, 1; col solo cong.: orant ignoscamus peccatum suom, ci pregano di perdonare la loro colpa, PL. Amph. 105; idque sinas oro, ti prego di concedere questo, OV.; con l'inf.: a me illos abducere Thestylis orat, T. chiede di potermeli portar via, VERG. Buc. 2, 43; Nisus et... Euryalus... admittier (= admitti) orant, N. e E. chiedono di essere ammessi alla loro presenza, VERG. Aen. 9, 231; nam principem orabat deligere senatores (di designare dei senatori), TAC. Ann. 6, 2; (sententiam) qua oraretur Claudius despondere Octaviam Domitio, con cui Cl. venga supplicato di consentire il matrimonio di Ottavia con D., TAC. Ann. 12, 9; con l'acc. e l'inf.: Aegypti praefecturam concedi sibi (che gli fosse concesso il governo dell'Egitto) oraret, SUET. Nero 47, 2; con ab e l'abl. della pers. e ut o ne e il cong.: hoc me orare a vobis iussit Iuppiter ut..., questo Giove mi comandò di
chiedervi, che..., PL. Amph. 64; petivit oravitque a suis amicissimis impense ut Aeneida... adolerent, supplicò vivamente i suoi intimi di bruciare l'Eneide, GELL. 17, 10, 7; con cum e l'abl. della pers.: tecum oro et quaeso... ut ei detur, ti prego vivamente di far consegnare a colui, PL. Curc. 432; oravi tecum uxorem ut duceres, ti ho pregato di prender moglie, TER. Hec. 686; con pro e l'abl.: tu pro illa ores ut sit propitius, prega per lei, che (il dio) le sia favorevole, PL. As. 783; pro civibus orare, IUST.; spesso oro è unito ad altro verbo: rogo atque (et) oro, prego vivamente, CIC.; oro et obtestor, CIC. (obtestorque, LIV.); oro atque obsecro, CAES. (oro obsecro, PL., TER.); precor atque oro, LIV. ecc.;
3 in posizione parentetica, oro te, CIC., SEN., HOR., oro vos, LIV., ti prego, vi prego o chiedo, per favore, di grazia (cfr. quaeso), come formula di cortesia specie per attenuare un imperativo: dic, oro te, clarius, parla, ti prego, più chiaramente, CIC. Att. 4, 8, 1; Lydia, dic, per omnes te deos oro, HOR. Carm. 1, 8, 2; ne illa quidem, oro vos (di grazia), movent?, LIV. 5, 5, 1; anche semplic. oro: absiste inceptis, oro, SIL. 11, 334.
• Orassis = oraveris, PL. Ep. 728
[cf. gr. ará].


orno, as, avi, atum, are, 1 tr.
1 equipaggiare, fornire (aliquem armis, pecunia etc.);
2 ornare, abbellire (orationem, capillos etc.; aliquem aliqua re);
3 onorare (aliquem beneficiis), celebrare (aliquem laudibus).

1 apparecchiare, equipaggiare, fornire, allestire, preparare: orna te, mettiti in assetto, PL. Ep. 194; prandium ornare, allestire il pranzo, PL.; ornare lectum (il letto), CIC.; ornare classes, equipaggiare le flotte, CIC. Pomp. 9; legiones ornare armis, fornire di armi le legioni, LUCR. 2, 43 (ornare aliquem armis, VERG.); ornare provinciam, disporre tutto il necessario per il governo di una provincia, CIC., SUET.; ornare consules (CIC. Att. 3, 24, 1), praetores (CIC. ad Q. fr. 2, 3, 1), fornire ai consoli, ai pretori, il necessario per il loro governo, CIC.; (decemviros) ornare apparitoribus, assegnare (ai decemviri) dei subalterni, CIC. Agr. 2, 32; ornare fugam, preparare la fuga, TER. Eun. 673; ornare aliquem pecunia, fornire uno di denaro, PLIN. Ep.;
2 ornare, adornare, abbellire: ornatum delubrum, tempio parato a festa, PL. Poen. 1175; Italiam ornare, abbellire l'Italia, CIC.; orationem ornare, CIC.; ornare capillos e anche assol. ornare, acconciare la chioma, OV. (ornato capillo, con la chioma acconciata, PROP. 1, 2, 1); ad forum ornandum, per adornare il foro, LIV.; ornavitque etiam torque et armillis aureis, e (lo) fregiò con una collana e con braccialetti d'oro, NEP. Dat. 3; ornare cornua sertis, ornare con corone le corna dei buoi, VERG. Aen. 7, 488;
3 onorare, distinguere, favorire, illustrare, celebrare, vantare: civitatem omnibus rebus ornare, favorire una popolazione in ogni cosa, CAES. B. G. 7, 33, 1; maximis beneficiis ornare aliquem, colmare uno dei più grandi benefici, CIC.; a populo Romano ornari, essere onorato dal popolo romano, CIC.; senectutem ornare, onorare la vecchiaia, CIC.; tu vero istam ne reliqueris, quam semper ornasti...; illa enim te... ornaverat, tu no, non abbandonare codesta (arte retorica), alla quale hai sempre dato lustro; poiché essa ti aveva procurato onori (cariche pubbliche, cioè), CIC. Tusc. 1, 112 (aliquem ornare, procurare ad uno una carica, CIC. Fam. 1, 1); qui... augere posset atque ornare quae vellet, colui che era in grado di amplificare e dare risalto a ciò che voleva (nel discorso), CIC. de orat. 1, 94; seditiones ornare, esaltare retoricamente le rivolte, CIC. de orat. 2, 124; ornare aliquem laudibus, CIC.; homines frequentia sua vestrum egressum ornant, gli uomini vi onorano accompagnandovi quando uscite, CIC. Pis. 31; suffragio candidatum ornare, dare il voto al candidato, PLIN. Ep. 2, 1, 8; hedera ornare poetam, onorare il poeta con una corona di edera, VERG.; corporis formam ornare virtute belli, nobilitare la bellezza fisica col valore, NEP. Reg. 1, 4; ironic. pessume ornatus, proprio conciato per le feste, PL. Aul. 721 a; ornatus esses ex tuis virtutibus, saresti ricompensato secondo i tuoi meriti, TER. Ad. 176
[ordo + -o3].
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Re: Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Messaggioda Berto » sab mag 02, 2015 8:13 am

Lengoa, łenga, langue, lecar, ciuciar, suggere, Zunge, tongue , parlar, pregar, eloquio, dir, sermo, verna, word, mot, sigar, saràka, oro-orasion-oracoło...

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Oxar, oxar e oxana - oxe, voxe, voce
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Re: Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Messaggioda Berto » ven mar 03, 2017 12:57 pm

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Re: Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Messaggioda Sixara » ven mar 03, 2017 8:31 pm

El modo de dire n vèneto ... cofà l oràcolo, de tegnerse da conto na roba cofà on texoro, na roba pre'zioxa, o de darghe valore a na roba, anca na persona: el/la se la/lo tièn cofà l oràcolo come fàlo vegnere da oracolo?
A vòjo dire: còsa exatamente - la statuina de l ex-voto, el posto indoe ke te ghè portà el voto -?
co fà l oràcolo... e comè ke l fà l oràcolo ?

Dògnimodo, mi penso ke l òro de òro-benon no l gàpia ke fare co l oràcolo ca parla, ma co l òro-òro (sibèn ke la statuina o l ex-voto i podea èsare anca de òro).
Mi, fin da putìna, a go senpre pensà ke l oracolo de la fraxe sora el fùse na statuina de òro.
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Re: Oro, oro benon! - orar, orasion, oracoło

Messaggioda Berto » ven mar 03, 2017 9:22 pm

No Sixara, el dito "oro" e "oro benon" nol ga gnente a ke far co l'oro xało, ke nol ga gnaon senso.

Oro e oro benon vol dir: sì, ben, bon, çerto, seguro, vero, xe vero, te ghè dito justo, te ghè dito ben, te ghè parlà pułito, a xe cusì, ... e ła xe el memo moto ca'l se cata anca en latin.

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