Sparagno

Sparagno

Messaggioda Berto » sab gen 04, 2014 11:11 pm

Sparagno
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voxe purpia e caraterestega de l’ara veneta da secoli, de orijne jermanega


El sparagno = risparmio
el sparagnare = risparmiare

Sparagnare xe na bona mariegola de vida ke li nostri veci o havos li gà ognora prategà da mileni e ke li ne gà ognora ensegnà a fondamento de l’economia domestega de la fameja, de la comounidà e del stado.

La favola de la formiga e de la çigala!

Naltri veneti semo come la formiga ke sparagna par l’enverno e par li momenti en cu a no ghe nè (de carestia) e li tajani li xe cofà la çigala e li ne magna fora tuto a naltri venedi ke semo cusita bauki da sitar a farse tor par culo e a farse ciavar li skei.

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sparagno

Messaggioda Berto » gio set 11, 2014 1:36 pm

Cfr. co le voxi todeske de ancò:

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sparen
A tr
1 ökon etw (für etw akk) sparen {GELD, 10 000 EURO} risparmiare qc (per qc)
2 (einsparen) etw sparen {ENERGIE, KRAFT, STROM, WASSER} risparmiare qc, economizzare qc: Zeit sparen, risparmiare/guadagnare tempo; diese Maßnahmen helfen Kosten sparen, queste misure fanno risparmiare sulle spese
3 (ersparen) jdm etw sparen {ARBEIT, ÄRGER, MÜHE} risparmiare qc a qu
B itr
1 ökon (auf/für etw akk) sparen risparmiare (per fare qc): auf/für einen Computer sparen, ‹risparmiare per comprare›/[mettere da parte i soldi per l'acquisto di] un nuovo computer
2 (sparsam sein) (an/mit etw dat) sparen risparmiare (su qc), economizzare (su qc), fare economia (di qc): nicht sparen können, non saper risparmiare/[fare economia]; sparen müssen, dover fare economia; am Essen sparen, risparmiare sul mangiare; am falschen Ende/Ort sparen, risparmiare dove non occorre; bei dem Fest wurde an nichts gespart, alla festa non hanno badato a spese
3 (geizen) mit etw (dat) sparen essere avaro/parco di qc, lesinare su qc: mit Lob sparen, essere parco di lodi
C rfl
1 (sich ersparen) sich (dat) etw sparen risparmiarsi qc: sparen Sie sich die Mühe zu ..., si risparmi la fatica di ...
2 (sich enthalten) sich (dat) etw sparen risparmiarsi qc, tenere qc per sé: deine unnützen Ratschläge kannst du dir sparen!, i tuoi consigli inutili ‹puoi risparmiarteli›/[li puoi tenere per te]!


http://www.etimo.it/?term=risparmiare
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risparmiare,
v. tr. ‘non consumare, non sprecare’ (1348-53, G. Boccaccio), ‘non spendere o non usare per tenere da parte’ (av. 1540, F. Guicciardini), ass. ‘spendere poco’ (av. 1292, B. Giamboni), ‘fare a meno di q.c. o di fare q.c.’ (av. 1580, V. Borghini), ‘non affaticare qc.’ (1872, TB), ‘non togliere, concedere’ (av. 1348, G. Villani), ‘riguardare, salvare’ (1336 ca., G. Boccaccio),
v. rifl. ‘aver riguardo di sé, delle proprie condizioni fisiche’ (sec. XIV, Tavola Ritonda).

Locuzioni:
risparmiare gli occhi ‘non stancarli’ (av. 1837, G. Leopardi),
risparmiare il fiato ‘parlare piano’ (1939-40, Palazzi),
risparmiare le gambe ‘camminare piano’ (1939-40, Palazzi).
Derivati:
risparmiatore,
s. m. ‘chi risparmia, spec. denaro’ (1618, M. Buonarroti il Giovane),
risparmio,
s. m. ‘modo, atto, effetto del risparmiare’ (1300 ca., Albertano volgar.: “Lo risparmio è rimedio della necessitade, e medicina de' danni”), ‘quota del reddito disponibile sottratta al consumo e accantonata per il futuro’ (1551, L. Contarini).

Longobardo sparon, che in territorio gallo-romanzo si è incrociato col franco *waidanjan (V. guadagnàre), dando luogo alla forma sparniare documentata fin dal sec. VIII (“non pepercit: non sparniavit”, Glosse di Reichenau), che sta alla base del dial. sett. sparagnare. Il parallelo (ri)sparmiare, spiegato con infl. di altre parole, “data la sua limitazione geografica, sarà da considerare introdotto direttamente dai Germani in Italia, piuttosto che derivato dalla Gallia transalpina” (A. Schiaffini in ID VI [1930] 48).
Risparmio è dev. di risparmiare.
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Re: Sparagno

Messaggioda Berto » ven mar 13, 2015 12:44 pm

I trufadori ke łi roba el sparagno

IL BAZOOKA DI MARIO DRAGHI E LA LEZIONE DI ADAM SMITH di GERARDO COCO

http://www.miglioverde.eu/il-bazooka-di ... adam-smith

La Banca Centrale Europea ha varato il quantitative easing, lunedì 9 marzo, per una curiosa coincidenza, lo stesso giorno del 239esimo anniversario della pubblicazione della Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith. Qual è il nesso? Il nesso è che le pratiche di espansione monetaria non convenzionali risalgono addirittura ai secoli XVI-XVII e furono screditate proprio dal grande economista scozzese come concezione miracolistica dello sviluppo. La sua famosa opera può essere interpretata come una critica al Mercantilismo, ossia quella dottrina dell’interventismo economico che si tradusse in un sistema di sussidi, divieti, restrizioni, pratiche redistributive, legislazione farraginosa e il cui corollario fu un apparato pianificatore il cui sostentamento richiedeva una tassazione oppressiva e un’espansione monetaria inflazionista. Ma questo è anche il mondo attuale, una riedizione del mercantilismo in forma estrema o “neo mercantilismo” che solo gli ignoranti scambiano per neoliberismo.

Nell’arsenale programmatico mercantilista la politica monetaria era il motore principale del progresso economico. Le espansioni monetarie sbrigliate però, segnarono l’inizio delle grandi speculazioni di cui il banchiere John Law (1671-1729) fu uno dei famosi rappresentanti. Law escogitò un piano per risanare il debito pubblico della Francia basato su un istituto di emissione che doveva finanziare nel Mississippi, allora territorio francese, un progetto grandioso di sfruttamento commerciale e i cui proventi avrebbero ripagato il debito pubblico.

Scrive Smith: «L’idea di moltiplicare denaro senza limite era la vera base di quello che veniva chiamato il piano del Mississippi, forse il più stravagante progetto riguardante le attività bancarie». Si trattava di un piano di quantitative easing ante litteram: La liquidità della banca di stato, erogata in cambio di titoli del debito pubblico, fu impiegata per acquistare le azioni dell’iniziativa facendone lievitare prezzo: insomma la tipica operazione moderna bancaria di cash for trash.
L’esperimento si concluse con dei più disastrosi boom inflazionistici e collassi valutari della storia, centinaia di migliaia di persone si rovinarono e Law per salvare la pelle dovette riparare all’estero.
Law è il precursore dei banchieri centrali moderni. Supponiamo che il mondo di allora fosse stato globalizzato e interconnesso come l’attuale e impregnato della stessa cultura monetarista: le banche di altri paesi comprando i titoli tossici e monetizzandoli avrebbero avvelenato l’economia mondiale. Per fortuna in Inghilterra prevalse la cultura di Smith e quella dei successivi economisti classici rendendo il loro paese il più avanzato del mondo e, Londra, il mercato monetario e finanziario più efficiente mai esistito.
Alla base dell’universo di errori del monetarismo c’è per Smith la confusione fra denaro e capitale. «Il denaro che circola in un paese, scrive Smith, si può paragonare a una strada maestra che, pur essendo il mezzo per far circolare e trasportare al mercato tutti i prodotti, non ne produce nessuno»… «il denaro è il mezzo attraverso il quale l’intero reddito della società viene regolarmente distribuito tra tutti i suoi diversi membri… Il grande meccanismo della circolazione è completamente diverso dai beni che per suo mezzo vengono fatti circolare. Il reddito della società consiste interamente in quei beni e non dal meccanismo che li fa circolare». Ciò che crea la produzione, cioè i beni, non è il denaro ma il capitale. Per qualsiasi individuo é una verità di immediata evidenza che ciò che risparmia aggiunge al suo capitale che gli permetterà investimenti e quindi reddito per maggior consumo futuro. Ciò che vale per l’individuo vale per la società nel suo insieme. Smith scrive: «come il capitale di un individuo può essere accresciuto soltanto mediante quello che egli risparmia del suo reddito annuale, così il capitale di una collettività, che si identifica con quello di tutti gli individui che la compongono».

Per l’uomo della strada ciò che è risparmiato non è consumato.
Egli pensa che risparmiare significhi tenere per sé, mentre spendere significa distribuire agli altri. La parola risparmio, invece, non implica che ciò che è risparmiato non è consumato e nemmeno che il consumo ne sia differito ma soltanto che non viene consumato dalle stesse persone che lo risparmiano. Risparmio significa non spendere per il consumo ma spendere per i mezzi di produzione (materie prime, beni strumentali durevoli e salari) perché chi risparmia cede i propri fondi a chi li impiega come capitale nel processo produttivo trasferendo il potere di consumo a quei lavoratori che producono i nuovi mezzi di produzione. Il risparmio è dunque spesa di risorse consumate per fini di riproduzione.

Il suo mezzo di trasferimento è, ovviamente, il credito la cui funzione monetaria non è creare capitale ma di renderlo disponibile, mettendolo, per così dire, in condizione di completa attività in tutto il sistema economico. In nessun caso la sua espansione può accrescere lo stock di capitale esistente che presuppone il risparmio. E’, infine, l’aumento dello stock di capitale che aumenta la produttività e il tenore di vita.

Questa, in sintesi, la lezione “antimercantilistica” di Smith.

Le recessioni e depressioni sono quindi la conseguenza del tentativo di creare o «anticipare» capitale sulla base dell’espansione monetaria, invece che su quella del risparmio. Crea euforia, ottimismo e illusione di crescita ma alla fine si traduce sempre in investimenti rovinosi che minano l’accumulazione di capitale, la capacità di produrre, di consumare e rimborsare il credito.

La forma “eterna” dell’economia è, in fondo, quella dell’agricoltore che coltiva il campo grazie alla semente (il capitale) per ottenere il grano (la ricchezza) la cui vendita gli consente di ricostituire la semente e ottenere ogni altro bene che gli è necessario. Non si può ottenere grano senza aver prima accantonato la semente. Semente e grano sono espressi in moneta che è solo il titolo rappresentativo per farli circolare.

Ma è folle pensare di accrescere semente e grano aumentando la circolazione dei titoli che li rappresentano. Altrimenti a cosa servirebbe lavorare, produrre e risparmiare? Eppure a scorno della logica, la concezione miracolistica dello sviluppo neomercantilista ha acquistato dignità scientifica.
Finché si continuerà a credere alle assurdità, diceva Voltaire, si continueranno a commettere atrocità.
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