Pupiła, pupillapupilla,
s. f. ‘orifizio centrale dell'iride’ (1304-08, Dante; false le attest. di pupilletta attribuite dalla Crusca 4 e TB e fra Guittone e al Trattato delle segrete cose delle donne: Volpi Fals.).
Derivati:
pupillare 1,
agg. ‘della pupilla’ (1823, Diz. Bol.).
Vc. dotta, lat. pupilla(m), dim. di pupula, a sua volta dim. di pupa (V. pùpa 1): detta così dalla piccola immagine che si vede riflessa nell'occhio.
Bibliografia:
C. Tagliavini, Di alcune denominazioni della «pupilla», in Scritti minori, Bologna, 1982, pp. 529-568 (specialmente pp. 553-560).
pupa 1,
s. f. ‘bambola’ (“I Senesi, come notò pure nel suo Diz. toscano il Politi [1614], chiamano pupe o donnucciole (oggi s'ode anche il dimin. pupàttole), quei Fantocci di cenci, che fanno le fanciulle per loro spasso”: 1860, Viani II 226; “pupa: per bambola, pupattola, è dal puro latino pupa: dicesi in Romagna, nel Lazio e in molti paesi dell'Italia centrale”: 1905, Panz. Diz., il quale alla vc. mannequin scrive anche: “Mannequin è il modello di legno snodato che serve ai pittori: indica altresì quel fantoccio di vimini che serve alle sarte per provarvi le vesti: e in questo senso l'udii in Romagna chiamare la pupa”), ‘bambina, fanciulla’ (av. 1910, C. Dossi).
pupo,
s. m. ‘bambino piccolo’ (“Pupo mio, non sai tu che ogni cosa mia è tua?”: av. 1556, P. Aretino, cit. in Gher. Suppl. VI 459 [attest. isolata fino al sec. XIX]; pupo in dial. romanesco: 1835, G. G. Belli, cit. in Vaccaro Belli; “Pupo in dialetto romanesco significa anche bimbo piccino, lattante”: 1905, Panz. Diz.; 1915, L. Lucatelli, Come ti erudisco il pupo, Roma), ‘burattino (in particolare siciliano)’ (“voce gallica, da taluni italiani usata a indicare quei Fantoccini, coi quali nei teatrini ambulanti si rappresentano commedjuole”: 1846, Valer.: IL XI [1986] 196-197; “Pupi: le marionette in Sicilia, che ancora rappresentano le gesta di Orlando, Rinaldo, ma più da gruppi che da cavalieri”: 1931, Panz. Diz.; “Da Napoli, dove le marionette cavalleresche erano state portate la prima volta, così sembra, dai titereros castigliani al seguito del Viceré spagnolo nel 1646, i pupi siciliani sarebbero sbarcati in Sicilia, secondo una tradizione romantica legata al Risorgimento, nel 1861, per opera di Giovanni Grasso, nonno dell'attore omon[imo], dopo un avventuroso viaggio in mare compiuto per sfuggire alla polizia borbonica; secondo altri i pupi sarebbero arrivati nell'isola col napoletano Gaetano Greco nel 1844. Altre testimonianze identificherebbero tra i più antichi pupari Gaetano Crimi, gestore di un teatrino a Catania nel 1837”: Enc. spett.).
Lat. pupa(m) ‘fanciulla, bambola’, pupu(m) ‘bambolino, pupo’, d'orig. infantile-espressiva. Tutte le vc. di questa famiglia ci sono giunte attrav. il dial. romanesco: si vedano pupa, pupazza, pupazzo, pupo in Vaccaro Belli.
pupa 2,
s. f. ‘forma di passaggio dalla condizione di larva a quella di insetto perfetto, propria degli insetti a metamorfosi completa’ (av. 1799, L. Spallanzani).
Dal lat. pupa ‘bambola’ (V. pùpa 1), per l'aspetto. La vc. fu introdotta, in lat. sc., da Linneo nel suo Systema naturae del 1735 (Migl. Onom.).
poppa 1,
s. f. ‘mammella’ (av. 1292, B. Giamboni), ‘petto’ (av. 1321, Dante).
Derivati:
poppante,
part. pr. ‘che poppa’ (sec. XIV?, Bibbia volgar.),
s. m. ‘lattante’ (1840, Stampa milan.), scherz. ‘giovane inesperto che assume un'aria vissuta’ (1958, Diz. enc.),
poppare,
v. tr. ‘prendere il latte dalla poppa o dal poppatoio, succhiando’ (av. 1348, G. Villani),
poppata,
s. f. ‘atto del poppare’ (1871, TB), ‘pasto a base di latte assunto dal neonato’ (1958, Diz. enc.),
poppatoio,
s. m. ‘recipiente in vetro o materiale plastico per l'allattamento artificiale’ (“piccolo arnese a forma di capezzolo che si aggiusta alla bocca di una boccetta, entro la quale si pone latte o altro che debba succhiare il bimbo, quando gli manchi la mamma, la balia, o altro modo di allattamento naturale”: 1885, Coraz. Diz. met. 429; “arnese per l'allattamento artificiale, com[unemente] un recipiente di vetro in cui pesca un cannello, un tubo e un capezzolo di caucciù”: 1922, Zing.; la Crusca 3 [1691] lo registra nel sign. di “strumento per trarre il latte dalle poppe delle femmine” con un es. falso del Libro della cura delle malattie: Volpi Fals.).
Lat. parl. *puppa(m), per il class. pupa(m) ‘fanciulla’ (V. pùpa 1), con passaggio semantico non del tutto chiarito. J. Orr in RLiR XXVII [1963], 295-299, notando che i succhiotti avevano forma di piccole bambole, pensa invece ad un passaggio inverso: mammella > mammella artificiale > bambola di pezza > fanciulla.
poppa 2,
s. f. ‘parte posteriore d'una nave o d'un'imbarcazione’ (av. 1321, Dante).
Locuzioni:
avere il vento in poppa ‘procedere bene in q.c., aver fortuna’ (av. 1527, N. Machiavelli).
Derivati:
poppavia,
s. f. ‘direzione relativa verso la parte di poppa’ (“brazioli di poppa via”: 1585, T. Garzoni, cit. in Diz. mar.; cfr. anche Guglielmotti che ne riporta varie attest. antiche),
poppiere,
s. m. ‘rematore di poppa, marinaio addetto a operare a poppavia’ (1623, G. B. Marino),
poppiero,
agg. ‘attinente al lato di poppa’ (1889, Guglielmotti).
Lat. puppi(m), di etim. incerta. Poppavia (comp. con via) e poppiere si sono prob. irradiate da Venezia.
Bibliografia:
Diz. mar.
pupa, ae, f., 1 bambina, giovinetta, MART.; 2 bambola, PERS.
pupilla, ae, f.,
1 bambina, fanciulla minorenne, orfana, pupilla, CIC.;
2 pupilla dell'occhio, LUCR.
[pupa + -illa].
pupillaris, e, agg.,
di minorenne, degli orfani, dei pupilli, LIV. e a.: pupillari aetate esse, esser minorenne, SUET.; pupillares pecuniae, LIV. 24, 18, 13; substitutus pupillaris, erede designato al posto di un orfano defunto, Dig.
[pupilla + -aris].
pupillus, i, m., bambino, minorenne, orfano, CIC. e a. [pupus + -illus].
pupula, ae, f.,
1 ragazza, fanciulla, APUL.;
2 pupilla dell'occhio, CIC. e a.: cupit ipsa pupula (vuole la pupilla stessa) ad te sibi derigere aciem (lo sguardo), CATULL. 62, 65;
3 occhio, APUL.
[pupa + -ula].
pupulus, i, m.,
1 ragazzino, maschietto, CATULL.;
2 fantoccino, ARN.
[pupus + -ulus].
pupus, i, m.,
1 pupo, bambino, VARR., SUET.;
2 pupilla dell'occhio, P. NOL.
[cf. pupa].
pusus, i, m.,bragazzino, POMPON. in VARR. L. L. 7, 28b[cf. puer, 1. pullus].
pusillus, a, um, agg.,
1 piccolo, piccolino, minuscolo, breve, angusto: pusilla epistula, letterina, CIC.; pusilla Roma, una Roma in miniatura, CIC.; pusilla vox, voce fioca, QUINT.; quovis puero pusillior, più bambino di qualsiasi bambino, APUL. Met. 5, 9; sost. n. pusillum, i, un pochino, un momento, SEN. e a.;
2 meschino, umile, di poca importanza, timido: pusillus animus, animo senza slancio, HOR. Sat. 1, 4, 17 (ma: spirito gretto, CIC. Fam. 2, 17, 7); tam pusilli oris (di tanto meschino aspetto) quam animi, SEN.; pusillus homo, uomo da nulla, SEN.; sost. n. pl. pusilla, orum, frivolezze, banalità, SEN.
[pusus + -illus].
pusio, onis, m., ragazzino, CIC. [pusus + -io1].
putillus, a, um, agg., piccolino, PL. [2. putus + -illus].
pusiola, ae, f., ragazzina, PRUD. [pusio + -ola].
pusa, ae, f., fanciullina, VARR. [cf. pusus].
puppis, is, f.,
1 poppa, parte posteriore della nave, con la quale si approdava: puppes vertere, volgere indietro le poppe, NEP. Hann. 11, 6; Colchos advertere puppim, approdare nella Colchide, OV.; surgens a puppi ventus, un vento levatosi da poppa, VERG. Aen. 3, 130; sedere in puppi, stare a poppa, tenere il timone, e fig. stare al governo, CIC.;
2 nave, VERG. e a.;
3 la Nave, costellazione, CIC.