Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

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Messaggioda Berto » mer giu 24, 2015 6:17 pm

Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio
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Na ‘olta ła primavèra ła ghea nome: Vèrta,

e l’omo l'arava ła tera paràndo vànti i bò e da drio a vegnea el vàrsóro kel ła verxea butandoła sotosora
e ke pò l ła somenava.

Co jera l’óra, ła tèra arà ła se vèrxea e vegnea fóra ła vèrde Vèrta,
e entel brólo a vegnea su łe vèrxe e ła verdhùra.

Tùto el verde a vien fora co se vèrxe Vèrta.
E tuti sìga e cànta e bàła:
ła xe rivà, se gà vèrto Vèrta, càrga de vèrde, de vèrxe e de verxùra.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » mer giu 24, 2015 6:19 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » mer giu 24, 2015 6:20 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Sixara » dom feb 07, 2016 8:14 pm

Vèr- de vèrzare, " vertere" a se dirìa n italian o latin, ma vèr-zare a vòe anca dire "aprire" oltre ke voltare ( el robaltare de la tèra ca fà el ver-suro).
No capìso da indoe ke l vièn kel primo vere de el latin, da indoe ca rìva la parola primavera. La prima vèrta a vorìa dire; ke bixogno ghè de definirla prima come sa ghe ne fùse na seconda e pò naltra e naltra oncora... :?
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2016 9:40 pm

dixonaro "primavera" # tradur "primavera"
http://xref.w3dictionary.org/index.php?fl=it&id=48495

afrikaans die lente tot
olandese lente tot

swahili spring kwa
inglese spring to

bielorusso вясной
bulgaro пролет, за да
polacco wiosny do
russo весной
ucraino навесні
serbo пролећа до

slovacco na jar
ceco na jaře

croato proljeće
sloveno pomlad

ungherese tavasszal

catalano la primavera fins a
spagnolo la primavera hasta el
galiziano Primavera para
francese printemps à
italiano primavera
portoghese Primavera para
rumeno de primăvară pentru a
albanese pranverë të

gallese gwanwyn i

danese forår til
tedesco Frühling bis
islandese vor til
norvegese våren til
svedese våren
estone vedru

greco άνοιξη για

finlandese jousi

irlandese earrach go

lituano pavasario
lettone pavasarī

macedone пролет да
maltese rebbiegħa li

turco bahar için

ebraico אל המעיין
yiddish פרילינג צו

indonesiano semi untuk
malese semi anda

thai spring ไป
vietnamita mùa xuân đến
filippino tagsibol sa

cinese (cina) 春天到
cinese (taiwan) 春天到
arabo الربيع ل
hindi वसंत के लिए
giapponese 春に
coreano 봄
persiano به بهار
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2016 9:41 pm

???

La Primavera Sacra (Ver Sacrum in latino)

https://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_sacra
La Primavera Sacra (Ver Sacrum in latino) era una ricorrenza rituale di origine italica, praticata poi da diversi popoli dell'Italia antica, che comportava la deduzione di nuove colonie.
Veniva celebrata in occasione di carestie e in momenti difficili, o per scongiurare un pericolo particolarmente grave. Un altro fattore importante era la pressione demografica, per cui tramite questo rituale si favorivano i processi migratori.
Questo rituale era diffuso presso i Sabini e, sporadicamente, praticato anche dai Romani; traeva origine da una promessa al Dio Mamerte (il Dio Marte presso gli Osci) e consisteva nell'offrire, come sacrifici, tutti i primogeniti nati dal 1º marzo al 1º giugno (oppure, nel caso dei Sabini, quelli nati dal 1º marzo al 30 aprile) della seguente Primavera.
Gli animali venivano effettivamente sacrificati, mentre i bambini non venivano realmente immolati, crescevano piuttosto come sacrati (cioè protetti dagli Dei) per poi, giunti all'età adulta, dover emigrare per fondare nuove comunità (colonie) altrove. In questa maniera nasceva un nuovo popolo. La migrazione era guidata secondo una procedura totemica: si interpretavano i movimenti ed il comportamento di un animale-guida, per trarne auspici e indicazioni sulla direzione del viaggio. Ogni tribù aveva un animale sacro agli Dei; per i Sanniti era il toro, per i Lucani il lupo, per i Piceni il picchio e così via.

Con il voto della Primavera Sacra, praticato anche dagli Aborigeni, nacquero nell'Età del Ferro varie popolazioni italiche. Tra le più importanti ci sono i Sabini, originati direttamente dagli Umbri, che migrarono verso sud, restando sulla dorsale appenninica; i Piceni, che ebbero come totem il picchio verde, sacro al dio poi identificato dai Romani con Marte. Essi partirono dalla Sabina e popolarono tutto il territorio compreso tra il fiume Foglia e il fiume Salino, giungendo quindi a dare unità etnica a tutte le attuali Marche; per questo motivo lo stemma della regione Marche è il picchio verde.
Con simile voto successivo nacque, sempre dai Sabini, il popolo dei Sanniti, il cui totem fu il toro selvaggio e che occuparono aree comprese nelle odierne regioni dell'Abruzzo e del Molise. Dai Sanniti, poi, con una nuova primavera sacra, nacque il popolo degli Irpini, il cui totem fu il lupo (hirpus), e che occuparono l'attuale Irpinia.
Come si vede, questo rito fu responsabile del popolamento dell'Italia nell'Età del Ferro e avrebbe comportato, in età augustea, la divisione dell'Italia in regioni. Si può inoltre facilmente evincere che, a seguito dell'istituto del Ver Sacrum, gli Umbri siano da considerarsi la popolazione madre di quasi tutti i popoli pre-romani costituenti l'Italia mediana, ad eccezione, in particolare, dei Latini, degli Etruschi e dei Galli Senoni.
I racconti mitologici legati alla pratica rituale, e le modalità con le quali venivano effettuati i sacrifici, sono diversi tra le varie popolazioni.
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2016 9:41 pm

???

L'ORIGINE DI GUERRA DAL VER (SACRUM): UN APPROFONDIMENTO di Mario Alinei
In questo lavoro ritorno sull'origine di guerra dal lat. ver ( sacrum) [cfr. Alinei 2000, 936-939], con nuovi argomenti, una modifica nell'interpretazione e un approfondimento del contesto preistorico.
La semantica: la componente bellica, militare e "marziale" del ver sacrum.

http://www.academia.edu/11939584/Lorigi ... fondimento


Il rapporto fra 'guerra' e 'primavera', anche al di là dell'evidente legame fra 'guerra' e ' ver sacrum', su cui ritorno subito, è stato definito da uno storico come Franco Cardini come «antropologicamente e storicamente pleonastico (Cardini, com. pers.). E anche il titolo di un suo libro sulla cavalleria, che è, appunto, Guerre di primavera (Cardini 1992), pur non sviluppando il tema specificamente, si spiega perché sul suo sfondo c'è il legame fra guerra, spedizioni cavalleresche e maggio nella poesia dei secoli XII XIII. Basti ricordare la tradizione del Campo di Maggio , cioè l'assemblea plenaria degli uomini liberi, nella monarchia franca, durante la quale si decidevano le spedizioni militari che sarebbero state intraprese in quella stagione. O il cosiddetto «
elogio della guerra» del poeta provenzale Bertran de Born, che è, allo stesso tempo, anche un elogio della primavera:
Eccolo, nella traduzione di Aurelio Roncaglia:
Molto mi piace la lieta stagione di primavera che fa spuntar foglie e fiori, e mi piace quando odo la festa degli uccelli che fan risuonare il loro canto pel bosco, e mi piace quando vedo su pei prati tende e padiglioni rizzati, ed ho grande allegrezza. Quando per la campagna vedo a schiera cavalieri e cavalli armati. E mi piace quando gli scorridori mettono in fuga le genti con ogni lor roba, e mi piace quando vedo dietro a loro gran numero di armati avanzar tutti insieme, e mi compiaccio nel mio cuore quando vedo assediar forti castelli e i baluardi rovinati in breccia, e vedo lesercito sul vallo che tutto intorno è cinto di fossati con fitte palizzate di robuste palanche. Ed altresì mi piace quando vedo che il signore è il primo all'assalto a cavallo, armato, senza tema, che ai suoi infonde ardire così, con gagliardo valore; e poi chè ingaggiata la mischia ciascuno deve essere pronto volenteroso a seguirlo ché niuno è avuto in pregio se non ha molti colpi preso e dato. Mazze ferrate e brandi, elmi di vario colore, scudi forare e fracassare vedremo al primo scontrarsi e più vassalli insieme colpire, onde erreranno sbandati i cavalli dei morti e dei feriti. E quando sarà entrato nella mischia, ogni uomo d'alto sangue non pensi che a mozzare teste e braccia: meglio morto che vivo e sconfitto! Io vi dico che non mi da tanto gusto mangiare, bere o dormire, come quandodo gridare All'assalto da ambo le parti e annitrire cavalli sciolti per l'ombra e odo gridare Aiuta! Aiuta! e vedo cadere pei fossati umili e grandi fra l'erbe, e vedo i morti che attraverso il petto han troncon di lancia coi pennoncelli. Baroni date a pegno castelli borgate e città, piuttosto che cessare di guerreggiarvi lun l'altro. Papiol, volenteroso, al signore Si-e-Nò vattene presto e digli che troppo sta in pace.

Ma per quanto riguarda il mondo italico (e non solo in quello: il ver sacrum era praticato anche da Celti e da Germani (Livio V 34.3 sg., e cfr. Sereni 1955, 184, 187, Salmon 1985, 37), il carattere, allo stesso tempo rituale e bellico, del ver sacrum è già chiaramente implicito nelle definizioni che ne danno le fonti antiche. Sesto Pompeo Festo (s.v. ver sacrum), per esempio, così definisce il ver sacrum: «Ver sacrum vovendi mos fuit Itali. Magnis enim periculis adducti vovebant, quaecumque proximo vere nata essent apud se, animalia immolaturos. Sed cum crudele videretur pueros ac puellas innocentes interficere, perductos in adultam aetatem velabant atque ita extra fines suos exigebant (p. 436 L)». E altrove (= Festo 436): « Alii dicunt ex Sabinis vere sacro natos circiter hominum septem milia duce Cominio Castronio profectos occupasse collem cui nomen erat Samnio» .

http://www.etimo.it/?term=guerra
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Re: Verde, verxa, verta, verdura, verbena, virbio

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2016 9:55 pm

Diana e Virbio

J.G. Frazer, Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione. Introduzione di Alfonso M. Di Nola. Newton&Compton editori, 4^ ediz. 2010.
https://studiahumanitatispaideia.wordpr ... a-e-virbio
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