cucire,
v. tr. ‘congiungere pezzi di tessuto, cuoio e sim., passando per essi un filo con l'ago’ (cusire nel lat. mediev. di Venezia: Sella Ven.; it. cucire: 1352, G. Boccaccio), ‘mettere insieme, collegare idealmente’ (1565, A. F. Doni).
Locuzioni:
cucire la bocca a qualcuno ‘farlo tacere’ (av. 1589, L. Salviati).
Derivati:
cucirino,
agg. ‘pertinente all'industria del cucito’ (1918, Panz. Diz., p. 646),
s. m. ‘filo di cotone o seta per cucire o ricamare’ (1941, Voc. Acc.),
cucita,
s. f. ‘cucitura rapida e improvvisata’ (1963, Migl. App.),
cucito,
agg. ‘unito mediante il filo e l'ago’ (av. 1375, G. Boccaccio),
s. m. ‘la roba che si deve cucire’ (1437-38, L. B. Alberti),
cucitore,
s. m. ‘chi cuce’ (av. 1342, D. Cavalca),
cucitrice,
s. f. ‘donna che cuce’ (1663, Oudin: VEI; 1664, Duez), ‘apparecchio automatico o manuale impiegato per la cucitura in tipografia e legatoria’ (1941, Voc. Acc.; ma cucitrice circolare ‘macchina da cucire di forma rotonda’: 1878, Catricalà Ital. brevettato 42),
cucitura,
s. f. ‘il cucire, linea secondo cui due lembi di tessuto sono cuciti’ (1233-43, Matasalà), ‘lato sinistro della pagina d'un libro o giornale, dalla parte del dorso’ (1964, Batt.).
Lat. parl.
*cosire, per il class.
consuere (comp. di
con- e
suere ‘cucire’: V.
sutùra). Cucirino: è vc. entrata in it. dai dial. sett.: cfr.
cusarìn ‘per cucire’ nel venez. (Boerio).
sutura,
s. f. ‘articolazione fissa fra due ossa, con interposizione di tessuto fibroso’ (1595, F. Serdonati), ‘metodo di riunione dei margini di una ferita con fili o graffette metalliche’ (1829, Fantonetti).
Derivati:
suturare,
v. tr. ‘sottoporre a sutura’ (1916, Cappuccini).
Vc. dotta, lat. sutura(m), da sutus, part. pass. di
suere ‘cucire’ (d'orig. indeur.).
http://www.etimo.it/?term=cucirehttp://www.etimo.it/?term=sarto Cfr. co:
http://www.etimo.it/?term=costruirehttp://www.treccani.it/vocabolario/sartosarto s. m. [lat. tardo sartor (-ōris), der. di sartus, part. pass. di sarcire «rappezzare, accomodare»; cfr. sartore] (per l’uso del femm., v. sarta). –
1.
a. Chi confeziona, cioè taglia e cuce, abiti maschili o femminili, lavorando in proprio come artigiano o anche, come lavorante esperto, alle dipendenze di altri: fare il s.; s. da uomo, da donna; forbici, ferro (per stirare) da sarto; pietra per sarti, il gessetto usato dai sarti per segnare la stoffa.
b. Chi dirige una grande sartoria, soprattutto per abiti femminili, e cura personalmente la creazione e presentazione dei modelli, sorvegliando e guidando il lavoro di esecuzione affidato a lavoranti e apprendiste (oggi detto più com. creatore di moda, stilista): l’affermazione dei s. italiani; le ultime creazioni dei s. francesi.
2. In zoologia, uccello sarto (o cucitore), nome delle diverse specie di muscicapidi, appartenenti al genere Orthotomus (v. ortotomo), che vivono prevalentemente nelle dense boscaglie dell’Africa e dell’Asia sud-orientale cibandosi d’insetti; hanno piccola statura, becco corto e leggermente appiattito, e sono così chiamati perché costruiscono il nido in una foglia a cui danno forma di imbuto, piegando e forando con il becco i margini, che poi uniscono con fili. ◆ Dim. sartino; spreg. sartùccio e sartùcolo, tutti usati esclusivam. nel primo significato.