Anco sto poro "teron cristian e tałian" kel sparla dei veneti, nol sa gnanca cosa ke sipia el rasixmohttps://lampidautunno.wordpress.com/201 ... di-treviso Lettera aperta al parroco di Quinto di Treviso
Caro don Artemio,
sono un semplice cristiano e scrivo da Cosenza. Le scrivo perché le scene di ordinaria follia accadute in questi giorni nel paesino di Quinto di Treviso mi hanno lasciato perplesso per non dire disgustato e come me penso che abbiano lasciato interdetti molti italiani.
Vedere quella rabbia, quella voglia di distruggere tutto ciò che non è mio ma di altri mi ha fatto venire in mente scene che le democrazie moderne nate dalle macerie di tanti conflitti dovrebbero aver ormai lasciato al giudizio e allo studio degli storici. Penso al Ku Klux Klan, penso ancor prima alla “Notte dei cristalli”, alle leggi razziali di Mussolini per non parlare di ciò che è accaduto in Irlanda ed ex Jugoslavia. Eppure sappiamo che dalla Storia non abbiamo imparato niente tanto che l’uomo cade sempre negli stessi errori ed al peggio non c’è mai fine. La cosa che però più mi ha scosso in questa vicenda sono state le interviste ai cittadini del piccolo paesino veneto. Visi candidi e apparentemente “puliti” esprimevano un odio ingiustificato e allo stesso tempo violento da lasciare sconvolti e senza parole. «Non siamo razzisti ma… Sono loro i veri razzisti, si proprio loro ci stanno portando ad essere razzisti». Eppure in questa “carica dei 101″ non si è mai visto un rifugiato perdere la testa e abbandonarsi ad atti violenti. Anzi sono sconvolgenti i loro sguardi sorpresi e impauriti, chissà cosa pensavano davanti a simili scene; sarebbe bello chiederglielo, sicuramente qualche buon operatore lo avrà già fatto nella nuova struttura di accoglienza.
Lascia poi senza parole l’incendio di tutto ciò che serviva ad arredare le case di questi poveri cristi: materassi, carta igienica, piatti, posate ecc. Beni di lusso secondo i Suoi parrocchiani. Certo, in tempo di crisi pulirsi il sedere e dormire su un materasso possono essere considerati tali soprattutto per dei poveri profughi.
Così nel vostro paese e all’interno della Sua parrocchia sono andate di scena barricate e scontri in cui questi bei visi di Quinto non si sono fatti mancare un bel nulla visto che ad un certo punto sono arrivati in loro sostegno quelli della Lega e forse pure qualche simpatizzante di Forza Nuova giusto per disegnare il nuovo volto della destra italiana, in gergo si dice “prove tecniche di trasmissione”.
Caro don Artemio, Lei si chiederà perché sto qui a scriverLe. Sono cristiano Le dicevo all’inizio della lettera anzi cattolico praticante per l’esattezza e guardando queste scene mi chiedevo quanti di questi cittadini di Quinto già questa sera parteciperanno alla messa vespertina della domenica. Quanti saranno in prima fila ad ascoltare il Vangelo del giorno ed a battersi il petto nella parte iniziale della liturgia quando in modo preliminare ci si deve ricordare delle cose sbagliate compiute per poter meglio partecipare al banchetto eucaristico. E’ vero, Lei mi potrà subito cestinare o rispondere scrivendo: “Chi sei tu per giudicare” ma alcune cose non tornano. Scrivendo a Lei è come se stessi ponendo questi interrogativi ai tanti fratelli nella Fede che frequentano le parrocchie da nord a sud. Per esempio, nel vangelo non c’è scritto: «Ama il prossimo tuo come te stesso» oppure «Quello che farete al più piccolo tra voi lo avrete fatto a me » o meglio Lei mi insegna che nel capitolo 25 di Matteo, Gesù dice espressamente: «Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Sottolineo «Forestiero e mi avete ospitato ». Allora, chiedo in modo diretto ai fratelli di Quinto di Treviso: «Vi siete comportati da cristiani in questi giorni? A queste parole pronunciate da Gesù Cristo ci dobbiamo credere o dobbiamo considerarle delle barzellette?»
2000 anni e non ci abbiamo capito proprio niente e dentro mi ci metto pure io che Le sto scrivendo caro don Artemio. Anzi io non solo non ci ho capito nulla ma provo pure vergogna come cristiano.
Allora varrebbe la pena, visto che in tanti verranno a messa già stasera, capire se faceva così schifo avere 101 (mica 1000) nuovi vicini di casa. Faceva così paura alle mamme (magari tra queste c’è pure qualche catechista) far giocare i loro bambini in mezzo a questi giovani provenienti dall’altra parte del Mediterraneo? Fa davvero così schifo l’Altro?
Provo molta rabbia caro don Artemio, una rabbia che Lei da prete attento alla Sua comunità sicuramente riesce a capire. Infatti questo sentimento nasce proprio dal mio essere cristiano. Il Veneto è terra di forte religiosità ed è stata anche terra di forte emigrazione. Terra di grandi missionari, preti, monaci, suore e laici che hanno perso la vita nelle tante periferie del Pianeta. Possibile che questo popolo non riesca a guardare alle proprie origini e sia in grado, oggi, nel 2015, di esprimere una così efferata violenza? Ho visto che Lei ha preso posizione sulla questione pronunciando testuali parole riportare dall’Agensir: «Si tratta di dimensioni limitate, benché il problema sia complesso. Almeno localmente andrebbe gestito con lungimiranza e competenza, senza stimolare paure irrazionali e in un dialogo costruttivo tra istituzioni e territorio». Il dialogo non si costruisce con chi fomenta l’odio, con chi ancora oggi inneggia al fascismo e all’odio razziale. Il Papa non più di 8 mesi fa, in merito ai fatti di Tor Sapienza a Roma disse durante l’Angelus: «Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. È possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica e inclusiva».
A queste parole non ho davvero nulla da aggiungere. Sono sicuro che già nella messa di stasera Lei ripeterà il senso di queste parole ai suoi fedeli. Gliele ripeta a quella mamma che ieri sera in tv teneva in braccio il proprio bambino, al sindaco leghista, a quelli che pensano di aver vinto e invece in realtà hanno perso. Gli dica che è il messaggio del Papa, gli dica che il Vangelo e il sacrificio di Cristo sono cose serie. Gli dica che quei 101 anche se hanno la pelle nera non sono bestie feroci, gli dica che avremmo potuto essere noi quei 101, gli dica che stanno fuggendo dalle guerre e dalla povertà. Gli dica che anche i veneti hanno dovuto emigrare durante il Novecento. Gli dica che bisogna progettare insieme con questi uomini e queste donne arrivati da lontano il futuro dei nostri quartieri e delle nostre comunità parrocchiali. Soprattutto parli ai giovani, gli spieghi che la violenza genera violenza e l’odio razziale ha sempre e solo generato danni durante la Storia. Gli dica che oggi più che mai serve essere uomini e donne in grado di costruire ponti e stabilire relazioni umane e di fratellanza e che le nuove destre non promettono nulla di buono e rischiano di trascinarci in una deriva razziale e sociale senza ritorno. Ma anche se non pronunciasse queste cose ci penseranno le letture del giorno a sintetizzare tutto, per esempio la Prima tratta dal Libro di Geremia: «Dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore».
Fraternamente Andrea Bevacqua - Cosenza
Mi no so creistian, non credo ke Cristo el sipia Dio.
Mi no go gnente de spartir co sti creistiani gnoranti ke łi se parmete de darghe del rasista a xente ke no xe rasista; sto catołego nol sa gnanca coel kel dixe.
Kisà de cosa kel vive sto coxentin!
Sto creistian coxentin lè on de coełi tałiani ke łi nega ai veneti ła so storia, de esar on popoło, de ver na so łengoa e de poder esar endependenti.Ła barbarie tałiana de ła prima goera mondialviewtopic.php?f=139&t=528Li tałiani dapò ver desfà ła tera veneta e copà çentenara de miłara de veneti łi ciamava el Veneto: Veneto bubbone d’Italiahttps://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pTaUE/edit Il processo delle terre liberatehttps://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9RYkE/edit Małavita a Trevixohttps://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... p5Ymc/edit