I rasisti veri łi ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

I rasisti veri łi ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » dom lug 19, 2015 9:39 pm

I rasisti veri łi ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe
viewtopic.php?f=25&t=1755

Sto poro prete el conta bàłe - mi ente ła cexa de sto prete no ghe ndaria mai e gnanca me faria batexar, tanto manco dar łi oji santi.

“Vietato ingresso in Chiesa ai razzisti”, il cartello di don Formenton che piace a Facebook
Dopo gli incidenti accaduti a Treviso, il parroco spoletino provoca la riflessione sul razzismo
Carlo Ceraso - 18 luglio 2015

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... reviso.jpg


http://tuttoggi.info/vietato-ingresso-i ... ook/284766


E’ stato troppo per lui, non solo come prete ma anche come cittadino originario del Veneto: così don Gianfranco Formenton – il parroco di Sant’Angelo in Mercole a Spoleto, già rimbalzato agli onori delle cronache per attuare coerentemente la parola del Vangelo (ancor prima che si insediasse Papa Francesco) risultando spesso scomodo a certi politicanti come pure a certe schiere clericali – davanti ai nuovi episodi di razzismo verificatisi a Quinto di Treviso, ha deciso polemicamente di affiggere un cartello sul portone della Chiesa spoletina “In questa Chiesa è vietato l’ingresso ai razzisti…tornate a casa vostra!”, si legge. Poco sopra, un passo della Bibbia : “Ero straniero e non mi avete accolto…Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno…”. E’ così che ha voluto denunciare gli episodi verificatisi nella terra del governatore Zaia, criticato in queste ore anche dall’Avvenire, il giornale della Conferenza episcopale.
Un semplice, apparentemente innocuo cartello contro il ‘bottino di guerra’, come Forza Nuova ha ribattezzato il saccheggio operato nottetempo nei locali riservati agli immigrati da cui sono stati portati via televisori, radio,, rasoi, schiuma da barba e quant’altro.
Un monito, nonostante la distanza dalla terra trevigiana, anche per chi da queste parti, nella verde e pacifica Umbria (dove però l’ideologia leghista sta prendendo sempre più consensi), si trovasse d’accordo con quegli episodi razzisti sperando all’indomani di poter serenamente prendere la Santa messa.
E perché il messaggio scritto sul foglio non arrivasse ai fedeli come un fulmine a ciel sereno, lo ha anticipato attraverso uno scatto pubblicato sul proprio profilo Facebook che nel giro di poche ore ha ottenuto decine e decine di like, quasi una trentina di condivisioni e altrettanti ‘commenti’.
Tutti, o quasi, dalla parte del parroco ‘ribelle’. C’è anche chi, pur professandosi ateo, critica il gesto convinto che la Chiesa sia “un faro” che “deve perdonare, educare alla tolleranza” e non “sbattere fuori dalle sue porte chi sbaglia”.
E’ lo stesso don Gianfranco a ribattere: “è un invito delicato a tornare a casa a riflettere…che la ‘Casa del Popolo di Dio’ non è il posto per chi rifiuta di accogliere i poveri…un monito, legittimo, doveroso…ricordare ai razzisti che questa non è la loro casa, ci si devono sentire stranieri in questa casa”.
Proviamo a contattarlo telefonicamente, ma don Gianfranco respinge di aggiungere ulteriori dichiarazioni a quanto già scritto. Il messaggio è lanciato, destinazione Treviso. E non solo.

Łè on prete gnorante!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » dom lug 19, 2015 9:59 pm

Anco sto poro "teron cristian e tałian" kel sparla dei veneti, nol sa gnanca cosa ke sipia el rasixmo

https://lampidautunno.wordpress.com/201 ... di-treviso


Lettera aperta al parroco di Quinto di Treviso

Caro don Artemio,­

sono un semplice cristiano e scrivo da Cosenza. Le scrivo perché le scene di ordinaria follia accadute in questi giorni ­nel paesino di Quinto di Treviso mi hann­o lasciato perplesso per non dire disgustato e come me penso che abbiano lasciato interdetti molti italiani.

Vedere quella rabbia, quella voglia di distruggere tutto ciò che non è mio ma di altri mi ha fatto venire in mente scene che le democrazie moderne nate dalle macerie di tanti conflitti dovrebbero aver ormai lasciato al giudizio e allo studio degli storici. Penso al Ku Klux Klan, penso ancor prima alla “Notte dei cristalli”, alle leggi razziali di Mussolini per non parlare di ciò che è accaduto in Irlanda ed ex Jugoslavia. Eppure sappiamo che dalla Storia non abbiamo imparato ­niente tanto che l’uomo cade sempre negli stessi errori ed al peggio non c’è mai­ fine. La cosa che però più mi ha scosso in questa vicenda sono state le interviste ai cittadini del piccolo paesino ven­eto. Visi candidi e apparentemente “puliti” esprimevano un odio ingiustificato e allo stesso tempo violento da lasciare sconvolti e senza parole. «Non siamo razzisti ma… Sono loro i veri razzisti, si proprio loro ci stanno portando ad essere razzisti». Eppure in questa “carica dei 101″ non si è mai visto un rifugiato perdere la testa e abbandonarsi ad atti violenti. Anzi sono sconvolgenti i loro­ sguardi sorpresi e impauriti, chissà co­sa pensavano davanti a simili scene; sarebbe bello chiederglielo, sicuramente qu­alche buon operatore lo avrà già fatto n­ella nuova struttura di accoglienza.

Lascia poi senza parole l’incendio di tutto ciò che serviva ad arredare le case di questi poveri cristi: materassi, carta igienica, piatti, posate ecc. Beni di lusso secondo i Suoi parrocchiani. Certo, in tempo di crisi pulirsi il sedere e dormire su un materasso possono essere considerati tali soprattutto per dei poveri profughi.

Così nel vostro paese e all’interno della Sua parrocchia sono andate di scena barricate e scontri in cui questi bei visi­ di Quinto non si sono fatti mancare un bel nulla visto che ad un certo punto sono arrivati in loro sostegno quelli della Lega e forse pure qualche simpatizzante di Forza Nuova giusto per disegnare il nuovo volto della destra italiana, in gergo si dice “prove tecniche di trasmissione”.

Caro don Artemio, Lei si chiederà perché sto qui a scriverLe. Sono cristiano Le dicevo all’inizio della lettera anzi cattolico praticante per l’esattezza e guardando queste scene mi chiedevo quanti di­ questi cittadini di Quinto già questa sera parteciperanno alla messa vespertina della domenica. Quanti saranno in prima fila ad ascoltare il Vangelo del giorno ed a battersi il petto nella parte iniziale della liturgia quando in modo preliminare ci si deve ricordare delle cose sbagliate compiute per poter meglio partecipare al banchetto eucaristico. E’ vero, Lei mi potrà subito cestinare o rispondere scrivendo: “Chi sei tu per giudicare” ma alcune cose non tornano. Scrivendo a Lei è come se stessi ponendo questi interrogativi ai tanti fratelli nella Fede che frequentano le parrocchie da nord ­a sud. Per esempio, nel vangelo non c’è ­scritto: «Ama il prossimo tuo come te stesso» oppure «Quello che farete al più piccolo tra voi lo avrete fatto a me » o ­meglio Lei mi insegna che nel capitolo 2­5 di Matteo, Gesù dice espressamente: «Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Sottolineo «Forestiero e mi avete ospitato ». Allora, chiedo in modo diretto ai fratelli di Quinto di Treviso: «Vi siete comportati da cristiani in questi giorni? A queste parole pronunciate da Gesù Cristo ci dobbiamo credere o dobbiamo considerarle delle barzellette?»

2000 anni e non ci abbiamo capito proprio niente e dentro mi ci metto pure io che Le sto scrivendo caro don Artemio. Anzi io non solo non ci ho capito nulla ma provo pure vergogna come cristiano.

Allora varrebbe la pena, visto che in tanti verranno a messa già stasera, capire­ se faceva così schifo avere 101 (mica 1000) nuovi vicini di casa. Faceva così paura alle mamme (magari tra queste c’è pure qualche catechista) far giocare i loro bambini in mezzo a questi giovani provenienti dall’altra parte del Mediterraneo? Fa davvero così schifo l’Altro?

Provo molta rabbia caro don Artemio, una rabbia che Lei da prete attento alla Su­a comunità sicuramente riesce a capire. Infatti questo sentimento nasce proprio dal mio essere cristiano. Il Veneto è terra di forte religiosità ed è stata anche terra di forte emigrazione. Terra di grandi missionari, preti, monaci, suore e laici che hanno perso la vita nelle tante periferie del Pianeta. Possibile che questo popolo non riesca a guardare alle proprie origini e sia in grado, oggi, nel 2015, di esprimere una così efferata violenza? Ho visto che Lei ha preso posizione sulla questione pronunciando testuali parole riportare dall’Agensir: «Si tratta di dimensioni limitate, benché il problema sia complesso. Almeno localmente andrebbe gestito con lungimiranza e competenza, senza stimolare paure irrazionali e in un dialogo costruttivo tra istituzioni e territorio». Il dialogo non si costruisce con chi fomenta l’odio, con chi ancora oggi inneggia al fascismo e all’odio razziale. Il Papa non più di 8 mesi fa, in merito ai fatti di Tor Sapienza a Roma disse durante l’Angelus: «Cittadini e immigrati, con i rappresentanti­ delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. È possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica e inclusiva».

A queste parole non ho davvero nulla da aggiungere. Sono sicuro che già nella messa di stasera Lei ripeterà il senso di queste parole ai suoi fedeli. Gliele ripeta a quella mamma che ieri sera in tv teneva in braccio il proprio bambino, al sindaco leghista, a quelli che pensano di aver vinto e invece in realtà hanno perso. Gli dica che è il messaggio del Papa, gli dica che il Vangelo e il sacrificio di Cristo sono cose serie. Gli dica che quei 101 anche se hanno la pelle nera non sono bestie feroci, gli dica che avremmo potuto essere noi quei 101, gli dica che stanno fuggendo dalle guerre e dalla povertà. Gli dica che anche i veneti hanno dovuto emigrare durante il Novecento. Gli dica che bisogna progettare insieme con questi uomini e queste donne arrivati da lontano il futuro dei nostri quartieri e delle nostre comunità parrocchiali. Soprattutto parli ai giovani, gli­ spieghi che la violenza genera violenza e l’odio razziale ha sempre e solo generato danni durante la Storia. Gli dica c­he oggi più che mai serve essere uomini e donne in grado di costruire ponti e stabilire relazioni umane e di fratellanza e che le nuove destre non promettono nulla di buono e rischiano di trascinarci in una deriva razziale e sociale senza ritorno. Ma anche se non pronunciasse queste cose ci penseranno le letture del giorno a sintetizzare tutto, per esempio la Prima tratta dal Libro di Geremia: «Dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore».

Fraternamente Andrea Bevacqua - Cosenza


Mi no so creistian, non credo ke Cristo el sipia Dio.
Mi no go gnente de spartir co sti creistiani gnoranti ke łi se parmete de darghe del rasista a xente ke no xe rasista; sto catołego nol sa gnanca coel kel dixe.
Kisà de cosa kel vive sto coxentin!
Sto creistian coxentin lè on de coełi tałiani ke łi nega ai veneti ła so storia, de esar on popoło, de ver na so łengoa e de poder esar endependenti.



Ła barbarie tałiana de ła prima goera mondial
viewtopic.php?f=139&t=528

Li tałiani dapò ver desfà ła tera veneta e copà çentenara de miłara de veneti łi ciamava el Veneto: Veneto bubbone d’Italia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pTaUE/edit

Il processo delle terre liberate
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9RYkE/edit

Małavita a Trevixo
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... p5Ymc/edit
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » dom lug 19, 2015 10:13 pm

Anca sta kì lè naltra de "bona" co łi skei, ła tera, łe caxe, ła lebertà, i diriti de łi altri.

Quinto (comandamento): Non accogliere
17/07/2015 11:52
http://www.oggitreviso.it/quinto-comand ... ere-115046
Sta dona lè orenda!

...


I veneti łi ga da wardar coel ke fa łi altri ouropei e łi xvisari; no łi ga da scoltar e narghe drio a coel ke dixe i governi tałiani de Roma e a coel ke dixe el Papa enperial roman e łi so previ catołego-romani, ke nol ga gnaona creansa par i veneti, par ła so storia, par łi so diriti omani-çeviłi- połedeghi-coulturałi e par ła so łengoa.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » dom lug 19, 2015 10:47 pm

Naltro "bon" !

Quei diritti negati di Mario Marangon - Profughi e rivolta: conosco molto bene Quinto
16/07/2015 22:00


http://www.oggitreviso.it/profughi-rivo ... nto-115006

La notizia è nota, ma per chi non avesse avuto tempo... Arrivano a Treviso 101 profughi -il profugo è colui il qual scappa dalla guerra, anche se nel caos creato forse ci sono anche pasticceri. Il Prefetto, autorità nominata dal Governo che svolge e garantisce le funzioni dello Stato localmente, dispone con il consenso del proprietario di mettere la carica dei 101 in appartamenti sfitti in Comune di Quinto di Treviso. I tizi arrivano e senza che ancora sia accaduto nulla, la popolazione scende in strada e dà fuoco ai mobili. Più o meno i fatti. L’ULSS 9 della Regione Veneto dichiara gli alloggi inagibili perché manca la corrente elettrica. Il Presidente Zaia, che in attesa della indipendenza o secessione del Veneto resta una figura istituzionale e non anarco-padana, incoraggia-capisce-solidarizza con Quinto. Si smarca sia dal Governo e sia dal Prefetto. Che dire? Possiamo dire che ha avuto una valanga di voti per fare esattamente questo, o si tratta di un Golpe?

«Piccola città, bastardo posto...».

Città che negli anni ’70 prometteva una grande crescita, ma che in realtà è diventata «zona morta». Molti esercizi commerciali hanno chiuso e le Locande storiche mi pare siano morte o tramortite. Ormai zona di passaggio, e da scappare via in fretta, verso Padova. Ha chiuso anche una banca e credo l’unica banca al mondo costretta a chiudere nonostante Lagarde e Draghi. Anzi, più di una, ma non ne sono sicuro.

Città fascista e fascistissima nel ventennio con Monsignor Tognana contiguo al regime, ma anche «medico» della povera gente con un ricettario di rimedi naturali che forse ho ancora in casa.

Un Podestà -tipo il Prefetto di oggi, ma su nomina del Duce- stronzo, ma non cattiva persona. Negli anni della Repubblica il Podestà lamentava una persecuzione democristiana per via dello smembramento delle sue terre e forse aveva ragione. Il post-fascismo tutto democristiano come in tutto il Paese e le figure di spicco ex-fascisti graziati dal giusto clima di riconciliazione post-bellico. Per anni una donna sindaco della DC, poi passata al PPI e poi Assessore ai lavori pubblici in Provincia di Zaia-Muraro. A Quinto una figura di spicco leader della Lega con due candidature, senza esito positivo, nella amministrazioni regionali Zaia.

Città chiusa, gretta, feudale che nel tentativo di difendere il passato, come se l’orologio della storia potesse essere tirato indietro, si è spenta. È morta. È dormitorio. Protesa e arroccata nel tentativo di difendere un "benessere", ma proprio in questo -e proprio per questo- un 'inarrestabile declino come molte città della Provincia di Treviso.

La «fiumana del progresso» ha travolto le ambizioni di Bastianazzo, affondato lo «scafo» Providenza con i lupini a bordo. Persa anche la casa del Nespolo.

Quinto non è un paese per profughi.
Buona fortuna.

Però el ga raxon a dir ke a Trevixo ghè màsa fasisti e fanfaroni e anca ladri (mi però ghe xonto anca màsa comounisti e catocomounisti)!
Se pense al leghista Jentiłini co tuta ła so ghenga e a Buxato del falbo referendo.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » lun lug 20, 2015 7:06 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Sixara » lun lug 20, 2015 9:14 am

E cosèlo? Se rièse darghe on nome?
Ki xeli cuei ke ga fato kele robe là? Fasìsti- democristiàn-leghisti-cato-comunisti pentìi... nòvi-for'zisti? Poareti-sioreti anca lori?
E l inprenditore - poareto - ke nisùn gh in parla de kel pòro inprenditore mèzo falìo, pien de debiti ke l pensava de cavarsela dandoghe on poki de kei apartamenti ke nol jera pì bon da vendare... gnente, la ghè ndà xbuxa anca par lì.
I lo gavarà so la cosien'za, anca cueo.
Elora: se rièse capire de còsa ca se trata? Nò parké mi a le disapprovo kele robe là e a ne so' ne fasìsta-leghista- democristiana- cristiana- cato-cumunista e manconcora for'zanovista e 'lora a voria savere n nome de ki e de còsa ke i le ga fate.
Tel so nome, elora. I se ga fato i so intarèsi, justamente. Ma elora sa fun'ziona cusì anca l inprenditore ga dirito de farse i sui.

Nol xe rasismo, a so d acordo : lè el mixerevole rexultà de tuta la serie de 'governi' de kel teritorio ( come pal resto de l Vèneto)longo i àni, ke no i xe sta boni de insegnarghe altro a i vèneti se no cueo ca se ga visto : de farse i so intarèsi.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » lun lug 20, 2015 9:31 am

Sixara ha scritto:E cosèlo? Se rièse darghe on nome?
Ki xeli cuei ke ga fato kele robe là? Fasìsti- democristiàn-leghisti-cato-comunisti pentìi... nòvi-for'zisti? Poareti-sioreti anca lori?
E l inprenditore - poareto - ke nisùn gh in parla de kel pòro inprenditore mèzo falìo, pien de debiti ke l pensava de cavarsela dandoghe on poki de kei apartamenti ke nol jera pì bon da vendare... gnente, la ghè ndà xbuxa anca par lì.
I lo gavarà so la cosien'za, anca cueo.
Elora: se rièse capire de còsa ca se trata? Nò parké mi a le disapprovo kele robe là e a ne so' ne fasìsta-leghista- democristiana- cristiana- cato-cumunista e manconcora for'zanovista e 'lora a voria savere n nome de ki e de còsa ke i le ga fate.
Tel so nome, elora. I se ga fato i so intarèsi, justamente. Ma elora sa fun'ziona cusì anca l inprenditore ga dirito de farse i sui.

Nol xe rasismo, a so d acordo : lè el mixerevole rexultà de tuta la serie de 'governi' de kel teritorio ( come pal resto de l Vèneto)longo i àni, ke no i xe sta boni de insegnarghe altro a i vèneti se no cueo ca se ga visto : de farse i so intarèsi.


No no, ła colpa lè pì del stado tałian, parké lè stado tałian kel fa vegner drento tuti, kel va rancurar su tuti, par farse vedar bon e beło, par justefegar kel serve, ke a ghè cogno del stado e par far contenti tanti catocomounisti ke łi vive de stado e de viołensa e depredasion statal.
Ente on paexe çeveł a xe łi çitadini ke łi ga da deçidar se se pol ospitar o manco dei foresti, dei migranti, dei refuxà; no dovaria esar ła casta ke ła se crede mejo e xluxegà da Dio o da na vixon połedega sorana. Cogna cavar l'8xmiłe a łe cexe, el 5xmiłe a łe asoçasion e l 2xmiłe ai partidi.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Sixara » lun lug 20, 2015 1:20 pm

Berto ha scritto:Ente on paexe çeveł a xe łi çitadini ke łi ga da deçidar se se pol ospitar o manco dei foresti, dei migranti, dei refuxà; no dovaria esar ła casta ke ła se crede mejo e xluxegà da Dio o da na vixon połedega sorana. Cogna cavar l'8xmiłe a łe cexe, el 5xmiłe a łe asoçasion e l 2xmiłe ai partidi.

Infra tenpo ca spetemo sto paexe civile indoe stare, 'zerkemo de èsare civili prima naltri, demoghelo naltri, da ' in-bàso ' el bon exenpio de come ca se dovarìa conportarse co civiltà verso i foresti, ke a bruxare i stramàsi a te ghe confermi l idea ke i se ga fato ca no podemo decidare gnente, ca ghemo bixogno de èsare 'governà', ke naltri a ne semo bòni.
So l 8-5-2xmile a te dago raxon, ma tel senso ke, anca cuei ke i ghe lo dà volontariamente, no i lo sà mia come ke i vien doparà ( asémo perdare kel 2xmile ke lè propio on furto, ke lì a no te decidi gnente).
O anca, dixemo ke de cueo ca fà la cèxa a ne se sà gnente o scuaxi visti i rexultà so la costion de i profughi : a xe ben ke inutile ke i diga ke i devolve l 8xmile pa i 'poveri' n jenerale ( indove? e come?) e i làsa ke kei 'povereti' lì i se li spartìsa i privati .
I ga le canònike dexerte, i conventi vòdi, i seminari, i colèji stra-vòdi... còsa s in fà-i?
Rovigo àni fà i ga fato na mega ristrutura'zion de l vecio seminario e colejo vescovile ( indoe ke go studià mi fra l altro), na roba de lùso, a xe vegnù fòra on saco de apartamenti, propietà de la curia. E cusì anca pa altre robe soe de preti, tipo el vescovado, la caxa de ripoxo e viandare... vòde o scoaxi.
Sto cuà pa la cèxa e dopo a ghè el stato : caxerme, apartamenti de ex-poste, ferovie... tuti kei enti co tuti kei aloji pa i so dipendenti, a l mare n montagna... vòdi anca cuei.
Ma propio caxa de la zènte i ga da metargheli?
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » lun lug 20, 2015 6:01 pm

Cara Sixara se serve, se ocor, no se bruxa lomè ke i stramàsi! Co ghè le pandemie de bateri e de virus o l'envaxion dei bai, cogna bruxar tuto, stramàsi, pajoni, vestiti e anca el caxon.

No ghe dovemo gnente a sta xente, naltri veneti no ghemo debiti da pagar a sti popołi.
Se coalkedon da creistian o altro el se sente e en dover de darghe soledaretà el ga da farlo col suo e no co coeło de łi altri.
Mi no ghe devo gnente! No me sento en dover de darghe gnaona asistensa. Li pol ben tornar da endoe ke li xe vegnesti!

La xente ła ga da enparar a esar sorana e a revoltarse, no se ga da subir ła volontà dei governanti-casta ke no łi ga creansa par ti e ke łi deçide so ła to pełe e contro de ti.
Enparar a revoltarse lè el primo paso par esar sorani.
El ditator, se ocor el va copà.

El ditator, se ocor el va copà. Cogna darghe el bon somexo ai putini, revoltarse contro łe ingiustisie.

Le convension enternasional so l'aio ai refuxà połedeghi łe vincoła da parte ke łi sipia veramente xente persegoità e ke ła scanpa da ła goera ... e da staltra ke ghe sipia łe posebełetà materiałi-economeghe par l'ospetałetà e ke łi endexeni ło voja.
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Re: Li ciama rasixmo coel ke rasixmo no xe

Messaggioda Berto » lun lug 20, 2015 6:09 pm

Ecołi kì i veri rasisti:

Ixlam (e creistianfobia co persecousion e stermegno dei creistiani)
viewtopic.php?f=181&t=1356

El rasixmo/nasisxmo rełijoxo de łi xlameghi
viewtopic.php?f=25&t=1339

El rasixmo dei singani - etnorasixmo singagno
viewtopic.php?f=150&t=459

L'etnorasixmo contro i veneti: Toscani, Balàso, Formej
viewtopic.php?f=25&t=1379

Çentri soçałi łi fasisti rosi vargogne del Veneto come i fasisti neri
viewtopic.php?f=25&t=653


Sto kì lè on prete rasista kel no diria mai ła mesa en łengoa veneta:

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... ok+Interna

"Siete come Hitler e Mussolini". Prete choc contro Lega e Casapound

Ieri aveva vietato con un cartello l'ingresso "ai razzisti" nella sua chiesa a Spoleto. Ora torna all'attacco della Lega Nord, di Luca Zaia e di Casapound
Claudio Cartaldo - Lun, 20/07/2015

"Ho voluto dare una risposta ai fatti di Treviso e Roma. Lo slogan più diffuso oggi è tornate a casa vostra".

Lo ha detto don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo di Mercole a Spoleto. Il cartello che ieri aveva appeso all'ingresso della sua chiesa ha fatto il giro del web: "In questa chiesa è vietato l'ingresso ai razzisti - si leggeva - Tornate a casa vostra". Pensava agli italiani che si sono ribellati all'arrivo dei profughi in Veneto e nella capitale.

Oggi don Formenton, veneto di origine ma in Umbria da quanto è diventato presbitero, è tornato a parlare di quel cartello e ha precisato le sue idee. Quando lo ha scritto pensava alla Lega Nord, a Casapound e a Luca Zaia. Per il parroco non solo sono razzisti, ma sono come Hitler e Mussoli. "Zaia dice di essere contro la violenza stando dalla parte dei cittadini - ha detto il prete al Fatto Quotidiano - ma in questo modo giustifica il terrorismo messo in atto arrivando al punto da appiccare il fuoco. Queste azioni squadriste si sono già verificate negli anni Venti".

"C’è una violenza inaudita sul tema profughi - ha aggiunto - è l’emergere delle pulsioni peggiori dell’umana specie, coltivate da questi quattro politici che hanno una memoria storica non più lunga di tre mesi e che fomentano questo odio". È evidente, il prete ce l'ha a morte con la Lega Nord: “Noi dobbiamo scegliere se prendercela con i più poveri oppure con i furbi che hanno causato ciò. Purtroppo quest’ultimi sono lì ad indicarci i nemici di turno. Hanno fatto così Hitler, Mussolini e lo stanno facendo anche la Lega e CasaPound che hanno compreso quanto in questo modo si raccolgano consensi. Mi creda, ormai anche nella mia parrocchia c’è pieno di razzisti di qualsiasi parte politica".

Poi conclude: "Se mi avessero chiamato a benedire la sede della Lega a Spoleto avrei detto le stesse cose a Matteo Salvini". Ma non ha precisato se avrebbe fatto scendere la benedizione sui leghisti che definisce "razzisti".

No go mai sentesto, sto prete, dir ke łi xlamaeghi ke łi segoe a ła łetara el Coran łi xe come o pexo dei nasisti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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