L’identità dietro il velo
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Introduzione
Le autrici vogliono presentare attraverso questo opuscolo, a chiunque voglia saperne di più, alcuni punti della religione islamica e qualche argomento d’ attualità che in qualche modo la riguardano, ma visti da una prospettiva esclusivamente femminile. Vorremmo, nel nostro piccolo, esprimere concretamente le idee, la condizione spirituale e quella sociale della parte meno esposta e nota dell’ Islam. Difatti ci sforziamo di essere, per ciò che riguarda la nostra realtà, un esempio di apertura verso il mondo occidentale, con la speranza di cancellare alcuni preconcetti che purtroppo a volte nascono a causa della scarsa conoscenza. Le autrici si augurano di fare cosa gradita a quanti lo leggeranno e di riuscire ad aprire una breccia nel muro della diffidenza (1A)*.
*A fondo opuscolo, si trovano due appendici, la “A” e la “B”, nelle quali sono contenuti rispettivamente i versetti del nostro Libro Sacro, il Corano, e i detti e aneddoti del Profeta Mohammed (pace e benedizioni su di lui), che sono la prima e la seconda guida spirituale e materiale alle quali ogni musulmano fa riferimento. Chi legge potrà così capire almeno in parte su che cosa si basa il nostro credo, e trovare un riscontro immediato alle nostre affermazioni.
L’IMMIGRAZIONE
E’ un fenomeno che ormai da anni fa parte anche dell’ Italia, e che è in continuo aumento. I mass-media ne parlano spesso, tralasciando però le vere problematiche che spingono le persone a lasciare il loro mondo per tentare di far parte di un altro, quasi completamente diverso. Lo fanno perché nelle loro terre d’ origine c’ è carenza di lavoro, di soldi, talvolta addirittura del minimo indispensabile per sopravvivere (2 A); perché vogliono sfuggire alla guerra e mettere al mondo dei figli senza temere che possano saltare su una mina da un momento all’ altro e, a causa di ciò, subire mutilazioni o peggio, morire. E, per inseguire la speranza di una vita migliore, compiono lunghi e pericolosi viaggi sulle cosiddette “carrette del mare”, o su gommoni insicuri e stracarichi, soffrendo il freddo, la fame e la sete e rischiando la vita, dopo aver dato fondo ad anni di risparmi sudati ed aver venduto tutti i loro averi per pagare i proprietari dei citati “mezzi di trasporto” che sempre più spesso pensano soltanto al profitto e non al dolore della gente. L’ Italia conosce bene questo tipo di storie, perché sono le stesse che questo paese ha vissuto sulla pelle di milioni di emigranti che si sono sparsi in tutto il mondo, quindi è ovvio che tutti sono in grado di capire che le ragioni che spingono a compiere un passo così importante sono più che serie. Tuttavia in molti temono che l’ immigrazione (in questa occasione ci occuperemo in particolare di quella musulmana) possa togliere qualcosa a chi la ospita e limitare la libertà di pensiero e d’ azione dell’ Italia, arrivando addirittura a pensare che possa venire “colonizzata”, come sostengono alcuni personaggi di spicco anche del mondo letterario (per esempio Oriana Fallaci, che ha tanta paura dell’ “Eurabia”…). Tutto ciò è scorretto. Chi viene in questo paese, vuole soltanto migliorare le proprie condizioni di vita ed aiutare i propri genitori, fratelli, figli. Ed è giusto farlo nel rispetto delle regole, scritte e non. E proprio l’ Islam insegna il giusto comportamento anche in questo ambito, difatti la nostra religione vieta di arrecare disturbo agli altri, in qualsiasi modo, e non autorizza assolutamente né a rubare né ad imbrogliare o a sottrarre diritti o autonomia a chi non è musulmano, e non permette di pretendere agevolazioni che non spettano di diritto o di svolgere il lavoro che compete a qualcun’ altro (1 B). La maggior parte degli stranieri di fede islamica, compiono mestieri umili e faticosi che, le italiane che sono fra noi lo ribadiscono con forza, quasi nessun giovane di questo paese vuole più fare. Agricoltura, bassa manovalanza, pulizie in genere, cura degli anziani e degli invalidi. Come si può “rubare” un lavoro che non viene svolto da un altro? Tempo fa, alcune grandi fabbriche del Nord sono state costrette a richiedere mano d’ opera direttamente ai paesi Nord-Africani, perché non erano riusciti a trovare personale in zona che fosse disposto a fare i turni massacranti che contraddistinguono, sfortunatamente, questo tipo di professioni. E’ raro vedere un immigrato musulmano che fa il dottore, l’ insegnante, il presidente d’ industria o lo scienziato, anche se qualcuno con i dovuti meriti è riuscito faticosamente a farsi strada in questi campi. Purtroppo è anche vero che alcuni si comportano male nei confronti dell’ Italia. C’ è chi imbroglia e chi delinque, nessuno lo vuole negare. Ma, lo gridiamo ad alta voce, l’ Islam è radicalmente contrario a tutto ciò (3 A) (2 B). Il musulmano praticante e realmente timorato di Allah (traduzione araba del nome Dio), è il primo a voler rispettare le leggi e ha il dovere morale di fermare chi non lo fa (3 B). La nostra religione insegna il rispetto, l’ educazione e la generosità verso chiunque. Per questo, inoltre, non c’ è motivo di temerla. Nessuno pretende di imporre le proprie regole agli altri: il vero obiettivo è lavorare onestamente e praticare la propria fede come ognuno ha il diritto di fare (4 A). Se i musulmani non mangiano carne di maiale, non bevono alcolici, pregano cinque volte al giorno e frequentano le moschee, che fastidio possono dare a chi appartiene ad altre confessioni? Ammettiamo comunque che talvolta c’ è chi tende a strafare e ad esagerare (come è accaduto nel caso del crocifisso, che alcuni volevano togliere dai luoghi pubblici; proposta che è stata fortemente contestata da tutte le comunità islamiche presenti in Italia), ma nel complesso, ognuno osserva i doveri che spettano a chi risiede in questo paese e rispetta le tradizioni che ne fanno parte e, nello stesso tempo (senza togliere niente a nessuno), è anche giusto usufruire dei diritti che leggi concedono, avendo sempre nel cuore il timore verso l’ Unico Creatore che impone la giustizia, rapportandosi con gentilezza verso la gente con la quale convive. Infine, abbiamo la speranza che l’ Italia, dalla quale a suo tempo partirono milioni di persone che portarono con sé soltanto la famosa “valigia di cartone” e che furono accolti in terre lontane riuscendo a vivere decorosamente e ad integrarsi, possa a sua volta essere generosa e aperta come ha spesso dimostrato di essere, e che gli italiani siano comprensivi e permettano agli immigrati di avere una vita serena e dignitosa come merita ogni essere umano (5 A) (4 B).
UNO SGUARDO ALLA SOCIETA’
Grazie a Dio, viviamo in un paese che ha leggi aperte e tolleranti, perché ognuno è libero di praticare la propria fede. La società moderna, è composta da persone che appartengono a varie nazionalità, ed è sempre più consueto vedere giovani di diverse etnie frequentarsi, facendo nascere rapporti di lavoro, di amicizia, che spesso sono all’ origine della formazione di nuove famiglie. La “coppia mista” è un esempio di apertura sia culturale che spirituale, in quanto due persone che appartengono a credo e paesi differenti, possono arricchirsi l’ un l’ altro, trasmettendosi quanto di buono c’ è in loro (6 A). Questo tipo di famiglia, rappresenta un piccolo campione della realtà odierna. Anche la scuola rispecchia i cambiamenti che sono avvenuti in questi ultimi anni. Difatti, quasi in ogni classe vi è almeno uno studente straniero. Gli scambi culturali che avvengono nei vari contesti, contribuiscono alla reciproca conoscenza e, fortunatamente, favoriscono l’ abbattimento di nuovi preconcetti che, per quanto ci riguarda, il più delle volte si orientano verso l’ Islam. Capita spesso, soprattutto a noi donne, di scambiare quattro chiacchiere aspettando i nostri figli fuori dalla scuola oppure al supermercato. Durante queste conversazioni, ci rendiamo conto di quanto poco sia conosciuta la nostra religione, ed è un bene che ci siano persone incuriosite dal nostro abbigliamento o da ciò che mangiamo, perché le domande che ci vengono poste, ci permettono di aprire a chi lo desidera una piccola porta verso la nostra comunità, e, nello stesso tempo, di capire meglio quella altrui. E’ bello e costruttivo scoprire gli altri, sapere in cosa credono, cosa sperano, come si comportano nelle varie occasioni, come si divertono, etc. L’ unico modo che abbiamo per rispettarci e volerci bene reciprocamente è il dialogo (7 A). al giorno d’ oggi, la convivenza è obbligatoria, perciò non serve a nessuno osservare l’ altro da lontano e immaginare cose che, con una conoscenza più approfondita, si rivelerebbero sbagliate. La diffidenza basata sul preconcetto conduce solo al disprezzo, un sentimento negativo e spesso distruttivo (8 A) (5 B).
LA DONNA
Questo piccolo opuscolo, è nato dall’ intenzione di far conoscere la realtà che riguarda noi donne musulmane partendo dall’ interno, dalla nostra voce, esprimendo alcune opinioni su argomenti di interesse generale e raccontando qualche nostra esperienza. Perché purtroppo, chi non è musulmano, non riesce ad entrare e a comprendere il nostro mondo, e si ferma soltanto a ciò che appare di noi, al nostro abbigliamento, al nostro velo, al nostro comportamento, e in molti tendono a considerarci come povere sciocche sottomesse al marito, senza personalità né libertà di scelta nella vita. E questo ci ferisce profondamente, nel cuore e nella dignità. Abbiamo un motivo molto profondo che ci spinge ad essere ciò che siamo: è l’ amore verso Dio, Colui che Ha creato i cieli, la terra e ciò che vi sta in mezzo. Quindi obbedire ai Suoi ordini e compiacerLo è il nostro scopo principale (9 A). Siamo credenti, quindi adoriamo Allah sopra ogni altra cosa, perciò i nostri comportamenti derivano dal rispetto per le Sue leggi e i Suoi insegnamenti e cerchiamo di osservarli il meglio possibile. Questo perché i devoti obbediscono al Creatore, che ha stabilito regole ben definite per ognuno. In questo caso, tratteremo quelle che riguardano esclusivamente la donna, partendo dall’ abbigliamento. Noi indossiamo il velo e gli abiti lunghi non perché ce li impongono i nostri padri o i nostri mariti, ma perché, essendo musulmane praticanti, accettiamo spontaneamente di fare ciò che Dio ci chiede tramite il Sacro Corano (10 A) e che viene precisato da un detto del Profeta Mohammed (p. b. s. l.) (6 B). Molte di noi scelgono di non portarlo così come molti cattolici non vanno a messa. Nel Corano, troviamo anche preziose direttive che ci permettono di svolgere i ruoli che ci spettano nel migliore dei modi. Il primo dei quali è quello di figlie. Abbiamo dei doveri e dei diritti nei confronti dei nostri genitori. Dobbiamo loro innanzitutto obbedienza (7 B) (la stessa regola è ovviamente valida anche per i figli maschi), a meno che non ci costringano a fare qualcosa che è in contrasto con l’ Islam (8 B); dobbiamo collaborare alla gestione familiare (se lo studio e gli impegni personali lo consentono) e portar loro rispetto (11 A) (12 A). Per ciò che riguarda i diritti, i più importanti sono: ricevere da loro l’ insegnamento e il buon esempio a proposito della religione, essere nutrite e vestite convenientemente ed essere mantenute agli studi (9 B). Come mogli, possiamo logicamente scegliere con chi sposarci (10 B) quindi, amando e rispettando il proprio marito, dobbiamo aiutarlo moralmente e materialmente (anche lavorando, se esiste la necessità e la volontà). E poi curare la casa, educare i figli, creare un ambiente affettuoso e caloroso affinché sia un rifugio sereno per la famiglia, appoggiare e consigliare il proprio coniuge nel miglior modo possibile (13 A) (11 B). Anche noi, comunque, dobbiamo a nostra volta essere sostenute nelle difficoltà e non (14 A) (12 B), essere mantenute ed aiutate ad educare i figli e, se avessimo un lavoro, potremmo scegliere di tenere i soldi per noi (anche se non è consuetudine farlo, in quanto l’ Islam ci insegna anche ad essere generosi) (15 A)). E siamo inoltre libere di svolgere le nostre mansioni anche fuori casa (13 B), di studiare, di approfondire la religione e di praticarla (14 B). Abbiamo anche il diritto di ricevere la dote ( somma in denaro o beni materiali) da parte del nostro sposo, ne decidiamo l’ ammontare e ci deve essere consegnata quando ci necessita (16 A). Possiamo anche richiedere il divorzio se il matrimonio ci diventa insopportabile (se sussistono seri motivi, non per futilità). Per ciò che riguarda il ruolo di madri, il nostro primo compito è educare i figli secondo buoni principi. Per noi, l’ insegnamento della religione è alla base di tutto, in quanto riteniamo che formi l’ individuo sia spiritualmente che socialmente nel migliore dei modi. Ed anche in questo caso, non abbiamo solo oneri. I nostri figli ci devono obbedire, se siamo stanche o malate aiutare, e nella vecchiaia accudire (17 A) (15 B). Come emerge da tutto ciò, non siamo “schiave” dei nostri uomini, né ci riteniamo tali. Noi donne, come ogni altro essere vivente, dobbiamo essere sottomesse unicamente al Creatore. E’ ovvio che abbiamo ruoli ben precisi da sostenere (che non pesano affatto a chi sceglie liberamente di conformarsi al Volere Divino), Egli ce li ha imposti perché, nonostante spesso si affermi il contrario, la vera uguaglianza fra i sessi non esiste. Per esempio, diversamente dall’ uomo, la donna può fare l’ imam (cioè guidare le preghiere comunitarie) soltanto per altre donne e per i bambini. Comunque, questo tipo di differenze sono presenti anche in altre religioni. Il Cattolicesimo stesso non prevede sacerdotesse o cariche simili nel suo ordinamento. Ciò non significa che la donna non possiede qualità individuali eccellenti, anzi: ella è più paziente e dolce in famiglia, è più sensibile, ed ha un modo di ragionare molto particolare, in quanto spesso riesce a pensare a più cose e a svolgere diversi compiti quasi contemporaneamente. L’ Islam non ci svaluta affatto: noi siamo responsabili della formazione e della crescita dei figli, che formeranno la società futura, e della casa, rifugio della società attuale. Se non ci occupassimo bene delle nostre mansioni, verrebbero a mancare sia equilibrio che moralità, e le conseguenze sarebbero devastanti. Nel Sacro Corano e nei detti e fatti che riguardano il Profeta Mohammed (p. b. s. l.) (che rappresentano, dopo la Parola di Dio contenuta nel Corano, la seconda guida a cui ogni musulmano deve attenersi, in quanto egli era, come lo definì sua moglie Aisha, “un Corano che cammina”), vi sono molti versetti e aneddoti che riguardano la donna (molti sono contenuti nelle sopradescritte appendici), ed è chiaro che la ricompensa che Allah le ha promesso è uguale a quella dell’ uomo a parità di buone azioni (18 A) (19 A). Fra l’ altro, nel nostro Libro Sacro, la responsabilità del primo peccato (l’ episodio della mela citato anche dalla Bibbia), è equamente divisa fra Adamo ed Eva, e non vi è scritto che la donna ha più colpa di Adamo perché si lasciò tentare per prima o che fu lei a convincerlo a peccare a sua volta (20 A). E’ pur vero, purtroppo, che in molti paesi di religione musulmana la donna è maltrattata, segregata, torturata (anche attraverso l’ infibulazione, che non fa assolutamente parte della pratica religiosa islamica, essendo un rito tribale che risale addirittura all’ epoca faraonica). Ma questi modi di comportarsi, derivano unicamente dall’ ignoranza, che appartiene a molte persone indifferentemente dalla fede o dalla nazionalità (21 A). Basta guardare il tg per rendersene conto. La nostra religione ha infatti concesso alle donne dei diritti che non avevano mai avuto. Chi vieta loro di usufruirne, va contro la Legge di Dio, ed è in grave ed evidente errore. Anche noi, nel nostro piccolo, stiamo provando a combattere l’ ignoranza tramite questo libretto, perché è un dovere che spetta ad ognuno. Invitiamo oltre al resto chi legge a diffidare di ciò che si scrive e si dice (riguardo all’ Islam in generale e al mondo femminile nello specifico) da parte di chi non è competente a farlo, perché ultimamente sono stati pubblicati opuscoli e libri vari che descrivono noi musulmane come individui di serie B, non valorizzate dalla nostra religione e sottomesse fisicamente e psicologicamente al marito, con molti oneri e pochi onori. Questo tipo di testi, gettano fango (volontariamente o non) sul nostro credo che amiamo profondamente e che proviene da Dio, L’ Unico Creatore, che ha parlato agli uomini attraverso la Torah, il Vangelo, il Corano (22 A), e ne danno un’ immagine completamente distorta e lontana dalla realtà. L’ Islam è una religione talmente bella, equilibrata, profonda e giusta che basterebbe approfondirla solo un poco per accorgersi di quanto di buono può insegnare agli esseri umani, e del grande valore morale che trasmette. E’ fortemente ingiusto criticarla, non la si conosce, mentre sarebbe meglio tentare di scoprirla, per vivere in pace capendo meglio gli altri e magari, se Dio vuole, riuscendo a trovare la pace dentro sé stessi.
BREVI INTERVISTE AD ALCUNE TIPOLOGIE DI DONNE MUSULMANE
ORIANA (nome islamico da lei scelto: ASSMA), 28 anni, italiana, residente in Liguria.
-Salam alaykum, sorella. Chiediamo la tua collaborazione per presentare l’ Islam dalla parte femminile a chi ha la curiosità di sapere qualche cosa in più di noi. Parlaci un po’ di te. Che cosa fai nella vita?
-Alaykum salam. Io lavoro come donna delle pulizie e lavapiatti in un ristorante, e vivo con mia madre.
-Da quanto tempo sei musulmana?
-Da circa quattro mesi.
-Come ti trovi? Sei felice della scelta che hai fatto?
-Mi sento molto appagata, perché ho trovato le risposte alle domande che mi ponevo.
-Cosa ti ha colpito dell’ Islam che ti ha spinto alla conversione?
-Il rapporto stretto che lega i musulmani a Dio, che si ottiene attraverso gli insegnamenti del Sacro Corano e del Profeta Mohammed (p. b. s. l.), nonché dalla pratica religiosa.
-La tua famiglia come ha reagito alla notizia?
-Ha accettato la mia decisione, grazie a Dio, senza ostacolarmi.
-Spiritualmente parlando, che cosa hai ottenuto?
-E’ cresciuto dentro di me l’ amore per la giustizia, la generosità e il rispetto verso gli altri, anche attraverso la conoscenza di altre musulmane, e la mia fede in Allah è aumentata costantemente assieme alla devozione.
-La tua vita è cambiata molto?
-Non particolarmente, perché il mio carattere si avvicinava già di per sé agli insegnamenti islamici.
-Tu porti il velo. Hai avuto problemi in società a causa di questo?
-Sì, purtroppo. Sul lavoro mi hanno criticata, ed anche alcune persone che conosco, a volte, hanno fatto battutine sciocche. Comunque adesso non ci bado più di tanto.
-E per quanto riguarda il cibo, ritieni insopportabili certe privazioni?
-No, perché sono sempre stata astemia e il consumo di carne di maiale mi dava problemi di salute.
-Che progetti hai per il futuro?
-Vorrei continuare a migliorare in quanto credente approfondendo e studiando l’ Islam, ed anche avere presto una famiglia e dei figli…
-Ti ringraziamo molto per la tua disponibilità, che Allah ti conceda ciò che desideri e ti ricompensi anche per l’ aiuto che ci hai dato.
HALIMA, 30 anni, somala, residente in Liguria.
-Salam alaykum, sorella. Vorremo porgerti alcune domande che riguardano sia te che l’ Islam. Tu vieni dalla Somalia, un paese completamente diverso dall’ Italia. Da quanto tempo vivi qui e che impressioni hai avuto il primo giorno che sei arrivata?
-Alaykum salam. Vivo qui da dieci anni. La prima cosa che mi ha veramente colpito è stata vedere attorno a me donne che, per età, mi ricordavano mia madre che però non portavano il velo. Io sono cresciuta in una famiglia dove l’ abbigliamento islamico fa parte della donna, perciò sono rimasta davvero stupita.
-Purtroppo il tuo paese è stato in guerra. È questo il motivo che ti ha spinto ad emigrare?
-Sì, perché in quel periodo non c’ erano possibilità di crearsi un futuro. Intorno a me vedevo soltanto ingiustizie e innocenti che morivano continuamente.
-E adesso come ti trovi in questo paese, ti sei ambientata? Hai avuto problemi a farlo?
-Una parte di me è contenta, perché ho avuto occasione di conoscere religioni e culture diverse dalla mia, e tutto questo ha fatto sì che amassi ancora di più l’ Islam. Un’ altra parte, logicamente, sente molto la mancanza della Somalia e della famiglia. In quanto ai problemi, grazie a Dio, non ne ho mai avuto.
-Qui in Occidente sei libera di praticare la religione senza ostacoli?
-Sì, mi sento libera, senza alcun ostacolo.
-Che rapporti hai con chi non è musulmano? Parli con loro del tuo credo? E cosa ne pensano a riguardo?
-Non ho molte conoscenze fra i non musulmani. Mi capita a volte di incontrare persone che hanno una buona opinione sulla nostra fede ed altre che invece ne parlano male.
-Che differenza c’ è secondo te, fra una musulmana somala ed una italiana o di un altro paese?
-Secondo me nessuna. L’ unica differenza che può esistere fra i musulmani è la misura della devozione verso Allah, che talvolta si percepisce attraverso i comportamenti. Maggiore è la fede, migliore sarà il modo di proporsi agli altri.
-Tu hai sposato un italiano, anch’ egli convertito all’ Islam da prima che vi conosceste. Crediamo che sia un bell’ esempio di integrazione e dell’ universalità del messaggio Coranico. Raccontaci su che cosa è basato un matrimonio islamico.
-E’ basato innanzitutto sulla fede in Dio e sui Suoi insegnamenti. Ed ovviamente sull’ amore, sul rispetto, sulla fiducia reciproca e sulla complicità fra marito e moglie, cercando di prendere la vita così come viene, con serenità ed allegria.
-Che cosa speri per il futuro? Cosa desideri per te e la tua famiglia?
-La felicità, in un mondo di sani principi, dove i miei figli possano essere liberi di praticare la fede islamica rispettando gli altri ed essendo rispettati, e che non esistano più discriminazioni.
-Grazie di tutto, sorella. Che Dio ti benedica e ti conceda ciò in cui speri.
ASSYA, 20 anni, marocchina, residente in Liguria.
-Salam alaykum, sorella. Tu sei la terza donna musulmana alla quale chiediamo un piccolo aiuto per farci conoscere un po’ meglio dagli altri, tramite questa breve,ma ci auguriamo significativa, intervista. Cominciamo col chiederti: da quanto tempo sei in Italia?
-Alaykum salam, sono arrivata in questo paese nel 1986.
-Data la tua giovane età, immaginiamo che tu vada ancora a scuola.
-Sì, frequento il quinto anno del Liceo Scientifico.
-Anche tu indossi il velo. A che età lo hai messo?
-Quando avevo sette anni, perché già allora avevo capito l’ importanza di obbedire a questo precetto religioso.
-Quando sei arrivata, hai avuto problemi ad inserirti in un tipo di società diverso rispetto a quello a cui eri abituata?
-Devo dire di sì, perché per chi mi vedeva, il mio abbigliamento era un qualcosa di nuovo e strano e ne ignoravano il significato, perciò tendevano a rifiutarlo.
-E a scuola, come ti hanno accolto?
-Non ho avuto problemi, abbiamo infatti instaurato un rapporto basato sul rispetto reciproco.
-Ti senti molto diversa dalle tue coetanee non musulmane?
-Ovviamente siamo diversi, nell’ abbigliamento ma anche nella mentalità. Comunque la diversità può essere positiva o negativa, rendere la gente migliore o peggiore. Non si può generalizzare perché in ogni cosa o persona sono presenti molte differenze.
-Sempre a proposito delle tue frequentazioni di fede differente dalla nostra, vi siete ritrovati ad avere opinioni o idee in comune riguardo ai vari problemi sociali?
-Sì, ho parlato con varie persone che la pensano come me per ciò che riguarda, per esempio, la Palestina, l’ Iraq, etc., e con le quali condivido il concetto che la pace e la giustizia sono fondamentali nella vita di ognuno.
-A scuola ti capita di parlare dell’ Islam?
-Sì, in molti mi pongono domande a questo proposito. Credo di essere una persona che attira molto la curiosità di chi mi vede.
-Che cosa pensano i tuoi professori e le tue compagne della nostra religione? La conoscono un po’?
-Non hanno atteggiamenti critici a riguardo. Ho però notato io un particolare: loro, pur credendo in Dio, a differenza di come cerco di fare io, praticano piuttosto poco. Per quanto riguarda le loro conoscenze, credo che non ne abbiano molte, vedo però che hanno voglia di saperne di più.
-Anche a te, come alle altre sorelle che ti hanno preceduto in questo piccolo lavoro, chiediamo: che cosa speri per il futuro? Quali sono i tuoi progetti?
-Ho voglia di andare in Palestina per aiutare i fratelli e le sorelle che soffrono. Per il futuro, spero in un cambiamento favorevole della società attuale, e poi di avere un lavoro che mi dia la possibilità di modificare in meglio le cose. Tutto questo può avvenire anche attraverso il dialogo interreligioso e internazionale, perché il bene dell’ umanità sta a cuore a tutti.
-Ti ringraziamo molto sorella, e ti auguriamo che Allah renda concrete le tue speranze.
CONCLUSIONE
Speriamo sinceramente di aver interessato chi ha letto questo opuscolo, e che si sia capito almeno un po’ di quel che c’ è nel cuore e nella vita di noi musulmane, dell’ amore profondo e incorruttibile che può provare un credente verso Allah, della forza e dell’ intelligenza nonché della decisione con la quale cerchiamo di affrontare la vita giorno per giorno. Della nostra normalità, insomma. E della serenità che ci permette di raggiungere la nostra religione e la conseguente condotta di vita. Non siamo sottomesse, non siamo “fantasmi” che in società contano poco o niente, non siamo schiave. O per meglio dire, c’ è chi lo è, ma non a causa dell’ Islam. La nostra religione non è né misogina né maschilista, né ci costringe a fare ciò che è fuori dalle nostre possibilità o che non siamo coscientemente in grado di comprendere. Vi sono state in passato e vi sono tuttora donne molto forti e coraggiose che hanno dato un grande contributo alla società islamica, per esempio Khadijia, la prima moglie del Profeta Mohammed (p. b. s. l.), che gestiva in prima persona (sia prima che dopo il loro matrimonio), un vasto commercio carovaniero e nello stesso tempo era moglie fedele e madre di 6 figli, nonché molto devota e osservante verso i doveri religiosi, oppure Aisha, terza moglie del Profeta (p. b. s. l.), anche lei brava moglie e molto religiosa, che era dotata di una memoria prodigiosa e che grazie ad essa, riuscirono ad essere raccolti e trasmessi più di 2000 hadit. Fu merito suo, in un’ epoca dove l’ istruzione femminile era ancora un tabù, che la cultura della donna fu presa seriamente in considerazione. E poi Nusay, Hamna, Laila, Safiya, Umm Haran e Umm Salim, che assistevano sul campo di battaglia i feriti. Quest’ ultima addirittura fu vista impugnare una spada durante un’ importante battaglia, pronta a difendere il Profeta (p. b. s. l.) e la comunità islamica a costo della vita. Citando brevemente le storie di queste donne, che vissero all’ epoca del Profeta (p. b. s. l.), cioè circa 1400 anni fa, si capisce che la figura femminile islamica è perfettamente in grado di affrontare ogni tipo di situazione, e che sicuramente riuscirà a trovare il suo giusto spazio anche nella cosiddetta “epoca moderna”. Siamo altresì pronte a difendere ciò in cui crediamo con le armi più potenti che possediamo: la sensibilità e la gentilezza, che appartengono ad ogni donna.
APPENDICE “A”
In questa prima appendice, si trovano i versetti del Sacro Corano inerenti ai temi trattati. Invitiamo caldamente a leggerli per conoscere almeno in parte la Sacra Scrittura della quale molto si parla ma che raramente si approfondisce. Ringraziamo ulteriormente per la cortese attenzione che verrà riservata a quest’ ultima, ma più importante, parte del nostro lavoro.
-1 A “Non dialogate se non nella maniera migliore con la gente della Scrittura (*), eccetto quelli di loro che sono ingiusti. Dite (loro):-Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è a Lui che ci sottomettiamo-.” (Sura (**) n. 29, “Al-ankabut” -Il ragno- versetto n. 46)
-2 A “Egli è Colui che vi ha fatto remissiva la terra: percorretela in lungo e in largo, e mangiate della sua provvidenza. Verso di Lui è la resurrezione” (Sura n. 67, “Al-mulk” -La sovranità- v. n. 15)
-3 A “Non spargete la corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera. InvocateLo con timore e desiderio. La Misericordia di Allah è vicina a quelli che fanno il bene” (Sura n. 7, Al-A’raf, v. n. 56)
-4 A “I servi del Compassionevole: sono coloro che camminano sulla terra con umiltà e quando gli ignoranti si rivolgono loro, rispondono ace!-” (Sura n. 25, “Al-furquan” -Il discrimine- v. n. 63)
-5 A “E fan parte dei Suoi segni la creazione dei cieli e della terra, la varietà dei vostri idiomi e dei vostri colori. In ciò vi sono segni per coloro che sanno” (Sura n. 30, “Ar-rum” -I romani- v. n. 22)
-6 A “Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità” (Sura n. 60, “Al-mumtahana” -L’ esaminata- v. n. 8)
-7 A “Non voltare la tua guancia dagli uomini e non calpestare la terra con arroganza: in verità Allah non ama il superbo vanaglorioso” (Sura n. 31, “Luqman” v. n. 18)
-8 A “Forse Allah stabilirà amicizia tra voi e quanti fra di loro considerate nemici. Allah è Onnipotente e Allah è Perdonatore, Misericordioso” (Sura n. 60, “Al-mumtahana” -L’ esaminata- v. n. 7)
-9 A “Non c’ è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall’ errore. Chi dunque rifiuta l’ idolo e crede in Allah, si aggrappa all’ impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è Audiente, Sapiente” (Sura n. 2, “Al- baqara” -La giovenca- v. n. 256)
* Cristiani ed Ebrei
** Capitolo
-10 A “O Profeta, dì alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è Perdonatore, Misericordioso” (Sura n. 33, “Al-ahzab” -I coalizzati- v. n. 59)
-11 A “Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso
di te, non dir loro: -Uff!- e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l’ ala della tenerezza; e dì: -O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo.-” (Sura n. 17, “Al-isra” -Il viaggio notturno- v. n. 23, 24)
-12 A “E se entrambi ti obbligassero ad associarMi ciò di cui non hai conoscenza alcuna, non obbedire loro, ma sii comunque cortese con loro in questa vita e segui la via di chi si rivolge a Me. Poi a Me farete ritorno e vi informerò su quello che avrete fatto” (Sura n. 31, “Luqman” v. n. 15)
-13 A “Fa parte dei Suoi segni l” aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono” (Sura n. 30, “Ar-rum” -I romani- v. n. 21)
-14 A “I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l’ orazione pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della Misericordia di Allah. Allah è Eccelso, Saggio” (Sura n. 9, “At-tawba” -Il pentimento- v. n. 71)
-15 A “Credete in Allah e nel Suo Messaggero e date -una parte- di ciò di cui Allah vi ha fatto vicari. Per coloro che credono e sono generosi, ci sarà ricompensa grande” (Sura n. 57, “Al-hadid” -Il ferro- v. n. 7)
-16 A “E date alle vostre spose la loro dote. Se graziosamente esse ve ne cedono una parte, godetevela pure e che vi sia propizia” (Sura n. 4, “An-nisa” -Le donne- v. n. 4)
-17 A “Abbiamo imposto all’ uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: -Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me” (Sura n. 31, “Luqman” v. n. 14)
-18 A “Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene. Compenseremo quelli che sono stati costanti in ragione delle loro azioni migliori” (Sura n. 16, An-nahl” -Le api- v. n. 97)
-19 A “Ai credenti e alle credenti, Allah ha promesso i Giardini in cui scorrono i ruscelli, dove rimarranno in perpetuo, e splendide dimore nei Giardini dell’ Eden; ma il compiacimento di Allah vale ancora di più: questa è l’ immensa beatitudine!” (Sura n. 9, “At-tawba” -Il pentimento- v. n. 72)
-20 A “Con l’ inganno li fece cadere entrambi (*). Quando ebbero mangiato -dei frutti- dell’ albero, si accorsero della loro nudità e cercarono di coprirsi con le foglie del Giardino. Li richiamò il loro Signore: -Non vi avevo vietato quell” albero, non vi avevo detto che Satana è il vostro dichiarato nemico?-” (Sura n. 7, “Al-a’raf” v. n. 22)
* Satana, che tentò Adamo ed Eva
-21 A “Adorate Allah e non associateGli alcunché. Siate buoni con i genitori, i parenti, gli orfani, i poveri, i vicini vostri parenti e coloro che vi sono estranei, il compagno che vi sta accanto, il viandante e lo schiavo in vostro possesso (*). In verità Allah non ama l”insolente, il vanaglorioso” (Sura n. 4, “An-nisa” -Le donne- v. n. 36)
-22 A “Dite: -Crediamo in Allah e in quello che è stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù (**), e in quello che è stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non facciamo differenza alcuna fra di loro e a Lui siamo sottomessi-” (Sura n. 2, “Al-baqara” v. n. 136)
* All’ epoca (la Rivelazione coranica al Profeta Mohammed (p. b. s. l.) cominciò nel 610 d. c.) la schiavitù era in vigore, comunque nel Corano vi sono moltissimi versetti nei quali si esorta a liberare gli schiavi per ottenere una grande ricompensa da Allah o come espiazione di gravi peccati. Da ciò trapela che l’ Islam incoraggiò e favorì la liberazione di queste persone.
** Le dodici tribù di Israele che ebbero origine dai dodici figli di Giacobbe, chiamato anche Israele
APPENDICE “B”
Qui di seguito, sono contenuti detti e aneddoti del Profeta Mohammed (p. b. s. l.), i quali forniscono la spiegazione più chiara e diretta sui comportamenti da seguire nelle varie occasioni. Come abbiamo già detto, sono per noi una guida fondamentale, subito dopo la legge del Sacro Corano.
-1 B “Il Profeta riferisce le parole del suo Signore che dicono: -O miei servitori! Mi sono vietato l”ingiustizia: la vieto anche a voi. Non siate ingiusti gli uni verso gli altri.- “(Tratto da “La via del musulmano” trasmesso da Muslim (*) )
-2 B “Il Profeta riferisce le parole del suo Signore che dicono: -Io stesso, il giorno della Resurrezione, sarò l” avversario di chiunque fa del male ad un suddito non musulmano.-” (Tratto da “La via del musulmano” trasmesso da Muslim)
-3 B “Ho sentito l’ Inviato di Dio dire: -Chi di voi veda un male, lo corregga di propria mano; e se non ne è in grado, lo faccia con la lingua; se non ne è in grado, lo faccia col cuore, e questa è la fede più debole.-” (Tratto da “I Giardini dei Devoti” trasmesso da Muslim)
-4 B “O popolo, Iddio dice: -O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e vi abbiamo diviso in popoli e tribù, sicché possiate conoscervi gli uni gli altri. In verità, agli occhi di Dio, il migliore di voi è colui che più lo teme!- Un arabo non è superiore ad un non-arabo, né un bianco è superiore ad un nero -e viceversa- ad eccezione che in timor di Dio.” (Tratto da “Mohammed l’ Inviato di Dio”, ed. “Del Calamo” -Milano- capitolo 5, “Il pellegrinaggio dell’ addio”. Parte del discorso che il Profeta (p. b. s. l.) fece ad Arafat, località nei pressi di Mecca)
-5 B “Il Profeta disse: -Facilitate le cose, e non rendetele difficili, rallegrate con la buona novella e non allontanate colla paura.-” (Tratto da “I Giardini dei Devoti”, trasmesso da Al-Bukhari e Muslim)
-6 B “Disse il Profeta: – Da quando la donna ha il suo ciclo mestruale, del suo aspetto fisico non ha da essere visibile che questo (e indicò l’ ovale del viso) e questo (le due mani)-“(Tratto da “Lo status della donna nell’ Islam” trasmesso da Abu Dawud)
-7 B “Il Profeta disse: -I peccati gravi sono: dare associato a Dio, disobbedire ai genitori, l’ omicidio e giurare premeditatamente il falso.-” (Tratto da “I Giardini dei Devoti” trasmesso da Al-Bukhari)
-8 B “L’ obbedienza è ammessa solo quando è lecita. Non c’ è obbedienza se offende Dio-, disse il Profeta.” (Tratto da “La via del musulmano”)
-9 B “Il Profeta disse: -Trattate i vostri figli con riguardo, essi sono doni che vi sono stati offerti.-” (Tratto da “La via del musulmano”)
-10 B “Il Profeta disse: -Non sposate una divorziata o una vedova, se non su sua richiesta e non sposate una vergine, se non con il suo consenso; e valga come consenso il suo silenzio.-” (Tratto da “Lo status della donna nell’ Islam” trasmesso da Al-Bukhari)
* Curatori delle raccolte dei detti e fatti del Profeta Mohammed (p. b. s. l.)
-11 B “Disse l’ Inviato di Dio: -La moglie è responsabile del focolare del marito e dei figli.-” (Tratto da “La via del musulmano” trasmesso da Al-Bukhari e Muslim)
-12 B “Il profeta fece questa raccomandazione a favore delle donne: -Il migliore di voi è quello che si comporta meglio con sua moglie. Io sono meglio di voi nei confronti della mia famiglia.-” (Tratto da “La via del musulmano” trasmesso da Tabari)
-13 B “Il Profeta disse: -Allah ti ha permesso di uscire di casa per le tue necessità.-(rivolgendosi a Sawda, una delle sue mogli)” (Tratto da “Lo status della donna nell’ Islam”)
-14 B “Disse il Profeta: -Non impedite alle donne di recarsi alle moschee.-” (Tratto da “La via del musulmano” trasmesso da Ahmed e Abu Dawud)
-15 B “Un uomo chiese al Profeta: -Chi è che devo trattare meglio?- Egli rispose: -Tua madre!- -E poi?- chiese ancora l’ uomo -Tua madre!- disse il Profeta -E dopo ancora?- -Tua madre!- insisté il Profeta -E dopo?- continuò l’ uomo -Tuo padre.- concluse il messaggero di Dio.-” (Tratto da “La via del musulmano”)
BIBLIOGRAFIA
“Il Corano”, edizione integrale a cura di Hamza Roberto Piccardo. Newton & Compton editori.
“La via del musulmano”, versione a cura di Hamza Roberto Piccardo.
“Il Giardino dei Devoti”, traduzione a cura di Angelo Scarabel dell’ università di Roma. Edizioni Al Hikma.
“Mohammed l’ Inviato di Dio”, autore Abdurrahman Rosario Pasquini. Edizioni Del Calamo.
“Lo status della donna nell’ Islam”, autore Abdurrahman Rosario Pasquini. Edizioni Del Calamo.
Per rispetto al nome di Dio contenuto in questo articolo, se si desidera stamparlo, si chiede cortesemente di non portarlo in luoghi impuri, grazie.