Tangenti per «arredare» le Terme
In manette Ivano Marcolongo, avrebbe incassato una presunta tangente di mille euro per lo sfalcio del verde pubblico. Indagati anche tre imprenditori
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ABANO (Padova) Il primo alito del tifone che ha investito Abano e Montegrotto è soffiato lunedì intorno alle 21, quando i militari della Guardia di finanza hanno arrestato Ivano Marcolongo, 44 anni, assessore a Montegrotto con delega alle politiche ambientali e all’arredo urbano, ora in cella per concussione, indebita induzione a dare o promettere utilità (in parole povere la «vecchia» corruzione) e turbativa d’asta. In mano, l’altra sera, i finanzieri gli hanno trovato una mazzetta da mille euro ancora fresca: una tranche, sostiene il sostituto procuratore Federica Baccaglini, che con il procuratore capo di Padova Matteo Stuccilli sta conducendo l’indagine, da consegnare ai sindaci Luca Claudio e Massimo Bordin, primi cittadini ad Abano e Montegrotto Terme, per oliare gli appalti comunali legati alla manutenzione del verde pubblico.
Il venticello, da brezza si è trasformato in tifone nella notte, catapultando nel baratro i due comuni delle Terme Euganee. Alle 10.30 di martedì, nell’ex sala consiliare del municipio di Abano, il sindaco Luca Claudio stava aprendo una conferenza stampa sul progetto del Parco Acquatico. All’improvviso due militari della Guardia di finanza hanno interrotto l’incontro e chiesto al primo cittadino di seguirli, consegnandogli un avviso di garanzia per concussione e turbativa d’asta. Motivo? Proprio le gare d’appalto con cui veniva assegnata la gestione e la manutenzione del verde pubblico ad Abano e Montegrotto, dal 2008 ad oggi. Contemporaneamente, tre pattuglie delle Fiamme gialle bussavano agli uffici del municipio di Montegrotto Terme, per dieci anni «casa» di Claudio e dal 2011 – quando l’ex sindaco sampietrino ha vinto le elezioni ad Abano - in mano al fido scudiero Massimo Bordin. Nel mirino della Finanza ancora una volta gli appalti del verde urbano tra il 2008 e il 2015. Un business che è costato l’iscrizione nel registro degli indagati anche allo stesso Bordin, accusato di concussione, indebita induzione a dare o promettere utilità e turbativa d’asta, gli stessi reati contestati al suo assessore. Oltre ai tre politici, indagati per corruzione, sono finiti anche tre imprenditori vivaisti di Abano e Montegrotto, colpevoli, secondo la procura padovana, di aver pagato mazzette per controllare, e vincere, gli appalti.
I finanzieri hanno messo a segno sedici perquisizioni: a cinque indagati (Marcolongo escluso) e a undici tra dipendenti comunali e imprenditori al momento non coinvolti nell’inchiesta. Nelle loro case e nei loro uffici, però, gli investigatori contano di trovare la chiave di volta dell’intero fascicolo, la prova del nove capace di dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio, la tesi che ha dato la mossa decisiva all’inchiesta. Partita grazie ai racconti di alcuni imprenditori stanchi dell’andazzo che avevano preso le gare d’appalto nel bacino termale. Voci di paese da tempo, quelle accuse si sono materializzate nei giorni scorsi grazie a una intercettazione ambientale: una «cimice » piazzata dagli investigatori all’interno dell’auto dell’assessore Marcolongo. È ascoltando la sua stessa voce che è stato scoperto l’appuntamento di lunedì sera a Montegrotto, davanti alla casa di un imprenditore da cui l’assessore, considerato il «corriere» del gruppo incaricato di ricevere il denaro e farlo arrivare ai Comuni, doveva ritirare la mazzetta. L’hanno aspettato e pizzicato con le mani nel sacco. Ma l’inchiesta non si ferma al solo verde pubblico e punta dritta alle lottizzazioni e alla foresta di palazzi che hanno invaso i due centri termali. Su tutte, la questione dell’ex «Zeus» (l’hotel più lussuoso trasformato in case e negozi) e la costruzione di una serie di appartamenti di edilizia economica sull’ex campo da calcio di Montegrotto, espropriato dal Comune nei primi anni Duemila e consegnato alla Cooperativa Sacro Cuore per farlo diventare un alloggio a basso prezzo. Nel frattempo la cooperativa, di cui era socio l’attuale dirigente dell’unico ufficio Tecnico dei due comuni, Patrizio Greggio, è fallita. Ieri Greggio è stato sentito per ore dalla Finanza.
14 aprile 2015
«Eravamo in tanti a pagare tangenti e i due sindaci si tenevano il 10%»
Parla l’imprenditore che ha consegnato i soldi e ha teso la «trappola» all’assessore Marcolongo
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ABANO TERME (Padova) «Può pure dire che Marcolongo è una vittima, un capro espiatorio, scriva pure che i veri artefici di tutto questo sistema erano i due sindaci, soprattutto Luca Claudio... L’assessore si muoveva per loro, conosco Marcolongo, siamo amici da una vita, l’ho tradito e mi spiace, ma ora spero venga fuori la verità». Parla l’imprenditore che l’altra sera ha incastrato Ivano Marcolongo, l’assessore all’arredo urbano e alle politiche ambientali di Montegrotto, finito ai domiciliari con l’accusa di concussione per induzione e turbativa d’asta, reati per i quali sono indagati il sindaco di Montegrotto Massimo Bordin e di quello di Abano Luca Claudio, oltre a tre florovivaisti della zona termale. L’assessore è stato pescato martedì con le mani nel sacco: aveva appena preso una bustarella da mille euro. L’imprenditore, indagato anche lui, racconta tutto, ma in cambio chiede l’anonimato. «Perché non sono un ladro, l’ho fatto per poter lavorare, non sono ricco, taglio l’erba e gli alberi ma conosco bene come funziona il sistema Abano-Montegrotto ». L’imprenditore ha solo una partita iva, vive in una semplice casa con moglie e figli. Dietro ha gli attrezzi. Anche ieri stava lavorando.
Come sono andate le cose? «Innanzitutto non sono un eroe, c’è qualche altra gola profonda che ha raccontato tutto alla Finanza. Poi gli investigatori, due mesi fa, sono venuti a prendermi e mi hanno detto: sappiamo tutto, o collabori o sei come gli altri».
E lei ha collaborato... «Si, non ho parlato con nessuno, nemmeno con mia moglie, l’altra sera ho dato io appuntamento a Marcolongo, c’era da pagare questi mille euro. Prima di uscire ho fotocopiato le banconote, perché mi aspettavo che la Finanza intervenisse, sono salito in macchina di Ivano, due chiacchiere, gli ho dato la busta e sono uscito, poi ho visto che i finanzieri lo fermavano, io sono tornato a casa» (la Finanza aveva una cimice nell’auto di Marcolongo).
Ha fotocopiato i soldi da solo? «Si, con la nuova legge (quella sulla concussione per induzione ndr) la Finanza non poteva aiutarmi e dovevo trovare il modo di tutelarmi».
Perché dice che i sindaci manovravano tutto il sistema? «Me lo aveva detto Marcolongo ancora anni fa, è un amico d’infanzia, sa quante volte gli ho detto ”manda loro a prenderseli questi soldi, invece di nascondersi dietro a te”. Ma non ha avuto il coraggio, lo hanno usato come marionetta».
Quindi lei non era l’unico? «No ce ne sono molti altri».
Come funziona il sistema? «Io non ho mai vinto una gara d’appalto, ho avuto sempre degli affidi diretti, si chiamano determine, perché stanno sotto i 40 mila euro, poi c’è un budget da rispettare, quando ho iniziato a lavorare per il Comune Marcolongo mi ha detto che c’era da dare una quota in più che variava tra i 10 e il 15% del valore della determina, in una decina d’anni gli avrò dato tra i 10 e i 20 mila euro di tangenti, per poter lavorare, mica per avere chissà cosa, e non ero l’unico».
Ma chi ha fatto partire il sistema? «E’ cominciata con Claudio, perché io ho iniziato a lavorare con lui quando era sindaco qui a Montegrotto».
E Marcolongo faceva da tramite? «Si, sempre lui, i sindaci materialmente non li hanno mai presi i soldi».
Ma forse Marcolongo le raccontava bugie, forse lui voleva giustificarsi ai suoi occhi, visto che vi conoscevate da tempo... «No, assolutamente, sa da cosa l’ho visto? Dal tenore di vita: Marcolongo non fa la vita del ricco, e nemmeno io, che lavoro 20 ore al giorno, non so quanto prendano Bordin e Claudio come sindaci ma di sicuro loro se la godono molto».
Ma la bolla scoppia. Chi parla? «Non lo so, non sono stato io perché io dovevo continuare a lavorare, forse hanno pestato i piedi a qualcuno dell’ufficio tecnico che alla fine ha parlato... A me la Finanza ha detto: o stai da una parte o dall’altra. Io a quel punto ho pensato alla mia famiglia. Marcolongo è vittima del sistema, però adesso è lui che deve parlare. Lui sa come funzionano le cose qui, può difendersi, e spero che venga fuori il rapporto con gli altri due».
Lei avrebbe lavorato se si fosse rifiutato di pagare? «No. Se non pagavo addio lavoro».
16 aprile 2015
Tangenti alle Terme, sindaci all’attacco Claudio: «Una macchinazione perfetta» MONA!
Il sindaco di Abano: «Le manette? Nemmeno nei miei giochi erotici». Bordin: «Non mi dimetto»
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PADOVA Il giorno dopo il blitz della Guardia di Finanza che ha visto la denuncia dei sindaci di Abano e Montegrotto e l’arresto di un assessore di Montegrotto i due primi cittadini, Luca Claudio e Massimo Bordin, hanno deciso di parlare. «E’ stato un blitz che sembrava un film con tanto di elementi dell’opposizione e giornalisti allertati in tempo per ottenere il massimo della visibilità. C’e’ stata una macchinazione perfetta: dieci uomini e tre auto, parcheggiate tra l’altro in divieto, per nulla piu’ di mezzo chilo di carte» ha spiegato Claudio, sindaco di Abano. «Mi puzza la cosa sinceramente - ha continuato - anche perche’ il tutto è avvenuto ad un giorno di distanza dalla mia potenziale candidatura alle Regionali. Forse non è un caso. Mi difenderò e vincerò dimostrando la mia innocenza e poi chiederò i danni perche’ sono stanco di essere perseguitato. Le manette? nemmeno nei miei giochi erotici».
Si è detto sereno e contento che venga fatta chiarezza invece il primo cittadino di Montegrotto, Massimo Bordin. «Non darò le dimissioni perché questo vorrebbe dire ammettere la mia colpa - ha spiegato - la mia unica colpa è stata quella di non aver controllato l’operato dell’assessore ma quando si e’ una squadra ci si fida reciprocamente». Intanto Lega Nord e la civica Terme e Futuro di Montegrotto hanno chiesto le immediate dimissioni dell’assessore arrestato e un consiglio comunale urgente per chiedere se esista ancora la fiducia nella giunta.
15 aprile 2015
Tangenti, Marcolongo conferma tutto: Soldi a Bordin, sistema creato da Claudio
L’assessore di Montegrotto interrogato a lungo dal gip
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 7944.shtml
PADOVA Interrogato dal giudice per le indagini preliminari Ivano Marcolongo, l’assessore di Montegrotto ai domiciliari per aver intascato una mazzetta da mille euro per gli appalti del verde pubblico, ha ammesso tutto. Ha anche raccontato che lui era semplicemente l’esattore del sindaco di Montegrotto Massimo Bordin, in un sistema ideato dal sindaco di Abano (ed ex primo cittadino di Montegrotto), Luca Claudio. Marcolongo, assessore al verde, è stato arrestato lunedì notte con le accuse di concussione, turbativa d’asta e induzione indebita a dare e promette utilità, la vecchia corruzione. Stesse accuse contestate a Bordin, mentre Claudio è indagato per concussione e induzione indebita a dare e promettere utilità.
16 aprile 2015