Casta: etimoloja e lista caste taleghe

Casta: etimoloja e lista caste taleghe

Messaggioda Berto » dom dic 01, 2013 7:20 am

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casta,
s. f. ‘ciascuno dei gruppi sociali che, rigidamente separati fra loro, inquadrano in un sistema sociale fisso i vari strati della popolazione’ (1583, Sassetti Lett. 380), ‘gruppo di persone che fanno o pretendono il godimento esclusivo di determinati diritti’ (1843, Gioberti).
Port. casta ‘razza pura’ (1551), dal lat. castu(m) ‘puro’. Cfr., però, anche il precedente (1444, Cadamosto) uso, forse ancora presente nel Sassetti, di ‘stirpe, razza’, genericamente (Soravia 372).


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1. castus, a, um, agg. con comp. e sup.,
1 puro, innocente, netto da; virtuoso, integro, onesto, leale, disinteressato: res familiaris casta a cruore civili (netta da, non macchiata da sangue cittadino), CIC. Phil. 13, 8; quis hoc adulescente castior (più onesto)?, CIC.;
2 casto, pudico; pio, religioso: castus puellae vultus (aria pudica), OV.; casta signa, segni di innocenza, di castità, OV. Met. 7, 725; casta contio, assemblea santa, CIC. Rab. perd. 11; casti maneant in religione, pii, scrupolosi osservino il rito, VERG. Aen. 3, 409; ara castis cincta verbenis (cinta di pure e sacre erbe), HOR.;
3 di stile = puro, GELL. 19, 8, 3
[cf. careo].

2. castus, us, m.,
rito, regola di astinenze, GELL.
[1. castus + -tus3].

castro, as, avi, atum, are, 1 tr.,
1 castrare, evirare, PL. e a.; fig. snervare, indebolire, CIC. e a.; di libri = purgare, MART. 1, 35, 14;
2 mozzare (una coda); rimondare, potare (piante); filtrare (vino); setacciare (farina), PLIN.
[cf. gr. keázo].


http://www.etimo.it/?term=casta
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http://it.wikipedia.org/wiki/Casta
http://it.wiktionary.org/wiki/casta

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???

http://www.etimo.it/?term=casta
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1. castra, orum, n. pl.,
1 accampamento, campo militare, alloggiamento: castra stativa, accampamento permanente, CIC.; castra aestiva, hiberna, acquartieramento d'estate, d'inverno, LIV.; castra navalia o nautica (NEP.), stazione (sulla spiaggia) per ricetto o difesa di navi e di truppe da sbarco, CAES. e a.; castra facere o ponere (LIV.) o locare e sim., accamparsi, CIC., CAES. e a.; castra munire, fortificare l'accampamento, CAES.; contra se castra habuisse, essere sceso in campo contro di lui, CAES. B. G. 1, 44, 3; castra movere, riprendere la marcia, CAES.; castra promovere, marciare avanti, CAES. B. G. 1, 48, 1; castra removere o retro movere, indietreggiare, ritirarsi, LIV.; se in castra recipere, ritirarsi nell'accampam., CAES.;
2 fig. campo, partito, scuola filosofica: nil cupientium castra, il campo dei contenti del proprio stato, HOR. Carm. 3, 16, 23; castra Epicuri, il campo di Epicuro, CIC. Fam. 9, 20, 1; in aliena castra transire, passare nel campo di altri, SEN.; arnia, alveare, VERG., PALL.;
3 meton. = vita militare, guerra; giornata di marcia: magnum in castris usum habere, aver grande pratica della vita militare, CAES. B. G. 1, 39, 5; cedat forum castris, l'oratoria lasci il posto alle armi, CIC. Mur. 30; tertiis, quintis castris, in tre, cinque tappe etc., CAES., LIV.;
4 quartiere, caserma, SUET., TAC.; residenza imperiale, SPART. Had. 13 e a.
[cf. castrum].

2. Castra, orum, n. pl.,
Campo (come nome di luoghi): Castra Martis, Campo di Marte etc., AMM. e a.

1. castrum, i, n.,
castello, fortezza, NEP. Alc. 9, 3
[cf. castro].

2. Castrum, i, n.,
Campo (come nome di luoghi): Castrum Novum, città etrusca, oggi S. Marinella, LIV. 36, 3, 6; Castrum Album, luogo della Spagna Tarraconese, LIV. 24, 41, 3 etc.

castrensis, e, agg.,
1 concernente l'accampamento, del campo, castrense, militare: castrensis ratio, regola del campo, CIC. Cael. 11; exilium castrense, interminabile servizio militare, IUST. 14, 4, 14;
2 del Palazzo imperiale, TERT. e a.; sost. m. = ufficiale del Palazzo imp., Cod. Th.
[1. castra + -ensis].

casula, ae, f.,
1 casetta, capanna, IUV. e a.; tomba, PETR. 111, 5;
2 indumento (= vestis cucullata), Ser.
[casa + -ula].

castro, as, avi, atum, are, 1 tr.,
1 castrare, evirare, PL. e a.; fig. snervare, indebolire, CIC. e a.; di libri = purgare, MART. 1, 35, 14;
2 mozzare (una coda); rimondare, potare (piante); filtrare (vino); setacciare (farina), PLIN.
[cf. gr. keázo].
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Casta etimoloja

Messaggioda Berto » sab dic 14, 2013 8:06 am

Le caste endiane.

Li ari, le lengoe arie e semeteghe
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... FHMXM/edit
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Re: Casta etimoloja

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 6:44 am

La Casta

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http://it.wikipedia.org/wiki/La_casta

L'uscita del libro e il suo straordinario successo hanno aperto un acceso dibattito in tutt'Italia su come tamponare le situazioni paradossali descritte nel libro. I vari incontri che i due autori hanno tenuto durante tutta l'estate del 2007 hanno riscosso sempre un notevole successo. Alcuni sostengono che l'inchiesta sia diventata una sorta di manifesto del "movimento dell'antipolitica", che a partire dall'autunno del 2007 si è fatto portavoce del crescente disagio dei cittadini nei confronti della politica, tanto che sono usciti anche altri libri che riprendono gli stessi contenuti (ad esempio Impuniti di Antonello Caporale). Inoltre i due autori hanno scritto un secondo libro che è un ideale seguito del best-seller: La deriva, dedicato stavolta alle contraddizioni del sistema Italia, e con un capitolo che riprende i contenuti de La casta. Sull'onda del successo del libro in questione sono stati pubblicati anche i due saggi di Stefano Livadiotti "L'altra casta. L'inchiesta sul sindacato" del 2008, e "Magistrati. L'ultracasta" del 2009, pubblicati da Bompiani.
Il giornalista Marco Travaglio, in molti suoi interventi, ha spesso voluto definire la casta come una cosca, riferendosi all'attitudine che secondo lui è radicata in essa di ricercare, sempre e comunque, l'immunità o l'impunità dai reati commessi e di fare fronte comune contro la giustizia e la magistratura quando uno dei suoi elementi viene indagato.

"L'altra casta. L'inchiesta sul sindacato" del 2008,
"Magistrati. L'ultracasta" del 2009,
pubblicati da Bompiani.
Due saggi di Stefano Livadiotti


La casta dei jornali e dei jornalisti
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I costi stratosferici della politica tanto contestati e denunciati vanno di pari passo con quelli del finanziamento pubblico ai giornali: quasi 750 milioni di euro finiscono in un anno, sotto forma di contributi diretti o indiretti, nelle casse dei grandi gruppi editoriali, organi di partiti, giornali. Lo scandalo che l'autore denuncia è clamoroso non solo per la consistenza dell'esborso dalle casse dello Stato, ma anche sul piano etico e morale, perché, secondo la tesi del libro, è stato nascosto alla pubblica opinione dagli stessi giornali percettori di rendite inconfessabili e comunque "politicamente scorrette". Con questa inchiesta alla vecchia maniera si riempie il vuoto ripercorrendo la storia ultraventicinquennale, dalla primitiva legge 416 del 5/8/81 fino a oggi.



Magistrati - L'ULTRACASTA
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mi a ghe xontaria anca coela de li avogadori

Magistrati. L'ultracasta

Vostro Onore lavora 1.560 ore l’anno, che fanno 4,2 ore al giorno.
Ma, quando arriva al vertice della carriera, guadagna quasi il quintuplo degli italiani normali.

Gli esami per le promozioni sono una farsa: li supera il 99,6 per cento dei candidati.

Il Consiglio ha assolto persino il giudice sorpreso con un minorenne nei bagni di un cinema. Secondo la sentenza, costata allo Stato 70 miliardi di lire, era innocente perché tre anni prima aveva sbattuto la testa

Quella dei giudici e dei pubblici ministeri è la madre di tutte le caste. Uno stato nello stato, governato da fazioni che si spartiscono le poltrone in base a una ferrea logica lottizzatoria e riescono a dettare l’agenda alla politica. Un formidabile apparato di potere che, sventolando spesso a sproposito il sacrosanto vessillo dell’indipendenza, e facendo leva sull’immagine dei tanti magistrati-eroi, è riuscito a blindare la cittadella della giustizia, bandendo ogni forma di meritocrazia e conquistando per i propri associati un carnevale di privilegi. Per la prima volta, cifra per cifra, tutta la scomoda verità sui 9.116 uomini che controllano l’Italia: gli scandalosi meccanismi di carriera, gli stipendi fino all’ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni d’oro, la scala mobile su misura, gli orari di lavoro, l’incredibile monte-ferie, i benefit dei consiglieri del Csm. E, parola per parola, le segretissime sentenze-burla della Sezione disciplinare, capace di assolvere perfino una toga pedofila.


Arrestato per corruzione il pm Staffa, giudice dei processi Maniero e Serenissimi.
Favori in cambio di sesso: filmati a Roma gli incontri nel suo ufficio in procura con un trans e la compagna di un detenuto
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http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/VENE ... 6412.shtml


La casta sindacale:
http://snaterveneto.xoom.it/forum/stamp ... dacato.pdf
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Re: Casta etimoloja

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 7:17 am

La casta dei dipendenti pioveghi (publiçi)

(???)I numeri e la carriera dei dipendenti pubblici. Lavoro pubblico ridotto a macchietta?(???)
(???)http://www.leggioggi.it/2013/07/17/se-il-lavoro-pubblico-e-ridotto-a-macchietta (???)


Asenteixmo ente la piovega ministrasion taliana
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... =drive_web

Anda de i costi de l’ Aministrasion Piovega:
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... poR1k/edit
Pertanto, se la spesa della P.A. italiana fosse pari a quella tedesca, in rapporto al PIL,
si potrebbero risparmiare circa 60 miliardi di euro ogni anno.
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Re: Casta etimoloja

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 7:20 am

La casta dei bankieri e dei bancari

Banke robarie e depredasion taleghe
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RFSTA/edit
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Re: Casta etimoloja

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 7:20 am

La casta dei partidi e dei poledeghi

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http://it.wikipedia.org/wiki/La_casta
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Re: Casta etimoloja e lista caste taleghe

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 9:46 am

Università italiana, un pachiderma che si mangia miliardi di euro

http://www.lindipendenza.com/universita ... di-di-euro

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di ALESSANDRO SCOLARI

Finalmente gli abitanti di questo paesecominciano a scendere in strada, a far capire che la crisi ha messo in ginocchio quasi tutti, a gridare ad alta voce POLITICI TUTTI A CASA. In testa dal nostro punto di vista “devono esserci” i giovani, i NEET,quelli che non hanno un lavoro, non studiano, non stanno imparando un lavoro. In Italia sono 2,5 milioni, dicono le stime. A questi, aggiungiamo noi, devono unirsi un milione settecentocinquantaseimilacinquecentoventisei, 1.756.526, studenti universitari della penisola. I dati che riportiamo sono quelli presi dalla guida pubblicata da Alpha Test, QUALE UNIVERSITA’, anno accademico 2013/2014. Se facciamo bene i conti sono OLTRE 4 I MILIONI DI GIOVANI a cui ci sentiamo di appellarci perchè scendano in piazza, in strada, con il movimento del 9 dicembre, ma anche oltre. Questo articolo ha l’obiettivo di informare gli studenti universitari su “alcune ragioni” per noi forti che in Italia oggi non funzionano.

Il Sistema delle Università in Italia ha 157 tipologie di lauree, cioè percorsi di studio che i giovani possono scegliere dopo aver conseguito il “diploma di maturità”. Gli Atenei con una sede fisica(esistono anche le università telematiche, via internet)sono 30 nelle regioni del Nord, dall’Emilia Romagna in su, 26 in quelle del Centro, 24 gli Atenei nelle sedi del Meridione. Al Centro e nel Meridione ci sono quasi tutte quelle che telematiche. I 157 percorsi di studio si moltiplicano in 5960 corsi di studio effettivi in tutti gli Atenei, dando lavoro a oltre 110 mila insegnanti universitari, rigorosamente suddivisi in quattro tipi di contratti. Molti autori, essi stessi professori all’Università, da anni mettono in evidenza l’esistenza di un fenomeno chiamato baronaggio. Essere insegnanti all’Università non è solo questione di insegnare, studiare e ricercare per fare nuove ricerche scientifiche, ma si tratta anche di gestire i finanziamenti pubblici, organizzare concorsi pubblici attraverso cui “selezionare” i nuovi insegnanti, prendere decisioni come: quali corsi organizzare? Cosa offrire ai giovani che vogliono studiare per costruire la loro vita futura? E tante altri aspetti di cui si potrebbe parlare,ma il più importante che non vogliamo tralasciare è quello di una rigida gerarchia di ruoli. L’Università oggi è soprattutto un elefante burocratico dove valgono molte delle regole feudali. Chi ci insegna può farlo con 4 diversi tipi di contratto, ma il lavoro è sempre lo stesso: insegnare nuove cose ai giovani, formarli. I 4 tipi di contratto somigliano a 4 classi sociali, passare da una all’altra è…difficilino. Figuriamoci come può essere per i giovani! I 4 contratti sono: Professore Ordinario o l’equivalente Straordinario, Professore Associato, Ricercatore, Professore a contratto. L’ordine è dato in base all’importanza, alle responsabilità(potere?), possibilità di fare e far fare carriera ad altri e, non ultimo, in base a quanti soldi s guadagnano a fine mese. Da svariate migliaia di euro al mese, a poco più di mille, netti, a carico del Bilancio di Roma. Ora il problema che poniamo è questo. Un PACHIDERMA BUROCRATICO che costa alle casse pubbliche oltre 7 miliardi di euro annui, ha pensato ai giovani o ha dovuto dare lavoro agli insegnanti universitari?

Vediamo più nel dettaglio i “numeri” di personale con contratto a tempo indeterminato dell’Università. Nel 2008/2009 c’erano 18965 professori ordinari, 18282 professori associati, 24438 ricercatori, più 50 mila(circa)insegnanti a contratto. La spesa complessiva per i loro stipendi copre quasi per intero i 7 miliardi citati sopra. I mali dell’Università non sono solo questi certo, ma è cominciando a contestare questi numeri, queste regole che i giovani di oggi, disoccupati, studenti o altro che siano, possono sperare di avere un futuro indipendente, autodeterminato.
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Re: Casta etimoloja e lista caste taleghe

Messaggioda Berto » sab dic 21, 2013 11:23 pm

Sta kive lè la clàse direxente taliana
ke en bona parte lè laoreà, ke fa fato studi omanesteghi e claseghi ispirà a Roma e a la Greça ... alta coultura (???) ke la ga portà a ste frutarie o frutanse|

Ladri, parasidi, coroti, fanfaroni, eresponsabili, marudene, anca sasini se ocor, buxiari, gnoranti anca se laoreà, ... da bandire tuti!

Altro ke clàse derexente, altro ke statisti, altro ke omani de coultura, altro ke sapienti, altro ke bona xente de cu ver respeto e da amar, ... !

Altro ke la MAFIA E LA CAMORRA!
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Re: Casta etimoloja e lista caste taleghe

Messaggioda Berto » dom dic 22, 2013 7:29 pm

http://www.ilgiornale.it/news/interni/c ... 77054.html

La Casta ha paura degli italiani. Si comprano 210 auto blindate
Le auto blu blindate destinate ai soggetti istituzionali incaricati di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica


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Luca Romano - Gio, 19/12/2013 - 10:01

Alla faccia della spending review. Il Palazzo si blinda. Nel giorno della protesta dei Forconi, la Consip indice una gara per la fornitura in acquisto di autovetture blindate destinate alle esigenze dei soggetti istituzionali incaricati di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica.

La gara è strutturata in due lotti: il primo prevede la fornitura di un massimo di 150 berline a tre volumi (con una base d’asta di 18.075.000 euro Iva esclusa), il secondo 60 vetture a 5 porte a trazione integrale (con una base d’asta di 7.230.000 euro Iva esclusa). Il tutto avviene mentre il governo sottolinea i progressi nella riduzione delle auto blu per le amministrazioni centrali e locali. Per ciò che concerne lo Stato centrale, al primo dicembre 2013 sono 1663, il 7,6% del totale della P.A., 288 in meno rispetto a fine 2012 (-14,8%). Ridotte le auto di servizio nei Ministeri: sono 1290, ridotte di 201 unità rispetto a fine 2012 (-13,5%), la maggior parte delle quali (1128) concentrate nei dicasteri cui sono affidati servizi istituzionali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Sono poi 4.557 le auto blu a disposizione delle amministrazioni regionali e locali.
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Re: Casta etimoloja e lista caste taleghe

Messaggioda Berto » lun dic 23, 2013 9:00 am

Con questa classe politica la crisi italiana non avrà fine

http://www.lindipendenza.com/con-questa ... -avra-fine

di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

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Non occorre spendere molte parole sul livello della crisi che imperversa in Italia. Riusciranno i “nostri eroi” a uscirne? Ho più di un dubbio. Esaminiamo, per grandi linee, tre interrogativi fondamentali.

1.- Sono i parlamentari culturalmente all’altezza della situazione? Salvo rari casi, significativa eccezione, no. Pochi sono i laureati e, comunque, laureati e non laureati hanno acquisito zero esperienza nel mondo del lavoro. In quel mondo del lavoro, dove, impari la corretta metodologia per affrontare i problemi e, se fallisci, paghi di persona. La maggior parte dei parlamentari, sin da giovane, ha scelto di fare la carriera politica nella quale regnano sovrane l’arte della chiacchiera e dell’ intrigo.

Ho seguito con attenzione un recente dibattito televisivo. Con grande preoccupazione ho notato che i partecipanti, tutti ricchi di proposte al livello del “vogliamoci bene”, non avevano la più pallida idea di come funziona il meccanismo degli uffici pubblici. Ignorano, a causa della plateale mancanza di adeguata cultura ed esperienza, che la riorganizzazione di un meccanismo complesso è come il vecchio, noto gioco di Shangai: muovere uno stecchino cercando di non far muovere gli altri. Volete uno degli innumerevoli esempi? Pronti! Tutti parlano e scrivono dell’impellente necessità di abolire le Provincie, ma nessuno ha una sufficiente idea di che cosa le Provincie facciano, anche in funzione delle dimensioni e pensano, pertanto che solo un tratto di penna possa risolvere la situazione. La realtà è data invece dal fatto che alcuni lavori delle Provincie possono essere tranquillamente eliminati con il vantaggio economico di tutti. Naturalmente a seguito di un preciso e dettagliato studio. Altri possono essere trasferiti alle Regioni o ai Comuni a parità di costo . Ma ciò che dovesse rimanere non potrà essere cancellato, ma solo addensato accorpando alle più grandi le provincie più piccole. Pensate che qualcuno ha blaterato perfino di abolire le Regioni, in nome di una presunta, eccessivamente costosa disorganizzazione regionale. Come se Roma avesse dato dimostrazioni di superiore efficienza e di capacità, nonché (soprattutto) di onestà.

2.- Hanno una chiara visione di come operare? Sicuramente no! Sanno solo procedere per slogan e per schieramenti. Se un parlamentare qualsiasi fa una proposta, gli altri si domandano anzitutto, quando non esclusivamente, a quale schieramento appartiene. Se è dello schieramento avversario, ha sempre e comunque torto per cui bisogna contrastarlo con ogni mezzo, compreso l’uso della magistratura. In aggiunta il mantra classico è quello , consunto, di dividere i conservatori dai cosiddetti progressisti, come se conservazione e progresso fossero due categorie dello spirito. Anche perché spesso un’idea di cambiamento risulta disastrosa al momento dell’applicazione, mentre “mantenere la via vecchia “ non sempre è dannoso conservatorismo.

Un po’ meno di un secolo fa era considerato bieco conservatore chi sosteneva a spada tratta che entrare nell’euro sarebbe stato un disastro e che, seguendo un concetto progressista l’ingresso nell’area della moneta unica avrebbe creato in Italia il Paradiso in terra. E, peggio ancora, dividendo destra da sinistra come lo spirito del “sociale” dovesse appartenere solo alla sinistra, mentre il criterio del “ fare soldi “ appartenesse solo alla destra. Pensate che un certo Ingegnere (che aldilà di ogni dubbio, rifugge dal desiderio di guadagno, come San Francesco) ha la tessera n. 1 del PD!

3.- Hanno capito la situazione che si è venuta a creare con i “forconi”. Neanche per sogno! I ragionamenti che si sentono sviluppare ricordano molto da vicino quelli fatti a suo tempo da Maria Antonietta ( quella delle brioches) e sono ampiamente rappresentati dagli atteggiamenti ( da regina senza regno) della Presidente della Camera. Credo che se un giorno le cose dovessero volgere al peggio, il peggio nel senso della violenza, l’elemento di rottura della crisi lo avranno fatto produrre loro. Solo che il novello Bava Beccaris anche lui, come il suo predecessore mandato a sedare la “protesta dello stomaco” avrà come premio la forca e non una medaglia.
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