Nono taglio: riduzione drastica e graduale alle pensioni d'oro, d'argento e doppie con eliminazione di quelle false; riduzione dei vitalizi.
In particolare alle pensioni d'oro a cui mancano del tutto o in parte le contribuzioni.
Riduzione del numero dei graduati e degli ufficiali nelle varie armi e divieto dell'avanzamento ai fini pensionistici la cui pensione va calcolata in modo da rendere inutili le furberie italiche.
Pensioni d'oro | Legge Fornero | Aumenti minimi
i09 febbraio 2018 i
http://www.today.it/economia/pensioni-l ... ovita.html
È possibile tagliare le pensioni d’oro? Quale sarebbe il risparmio per le casse dello Stato? E ancora: con il taglio degli assegni più alti si riuscirebbero a finanziare altre misure previdenziali, ad esempio l’abolizione/superamento della legge Fornero o l’aumento delle pensioni più basse? Cominciamo col dire che il taglio alle pensioni d’oro è una delle proposte elettorali del M5s, come ribadito anche nel loro programma.
Boeri blinda la Fornero: "Via la Riforma? Sarebbe alluvione di tasse"
Non molto tempo fa, in un’intervista a Radio Anch’io, Di Maio ha detto che l’abbassamento dell’età pensionabile sarebbe stato reso possibile anche grazie ai fondi ottenuti dai tagli alle pensioni d’oro. “Vogliamo superarla, a partire dai lavori usuranti e poi gradualmente allargarla a tutti e riportare l’età pensionabile all’epoca pre Fornero. Per farlo ci concentreremo sulle pensioni d’oro (che ci costano 12 miliardi) e sui 50 miliardi di sprechi dello stato”. Di Maio era stato poi smentito dai fatti: per raggiungere la cifra auspicata dal candidato pentastellato, servirebbe infatti tagliare le pensioni già sopra i 2300 euro. E neanche il M5s sembra aver intenzione di farlo.
Pensioni d'oro e legge Fornero
La proposta dei 5 Stelle è infatti mettere un tetto massimo a 5.000 euro netti al mese. Nei “20 punti per la qualità della vita degli italiani” si parla inoltre di abolizione di vitalizi, privilegi, sprechi della politica e opere inutili. E ancora: riorganizzazione delle partecipate, spending review della spesa improduttiva. Tutto ciò dovrebbe fruttare alle casse dello Stato ben 50 miliardi di euro. Non è chiaro però quanto i 5 Stelle contano di risparmiare sul taglio alle pensioni d’oro. Ma torniamo alla domanda iniziale: è fattibile tagliare gli assegni più alti? E quanto si potrebbe risparmiare?
Pensioni, bollo e bonus per le famiglie: tutte le promesse elettorali
Pensioni d’oro e diritti acquisiti
Cominciamo col dire che l’ostacolo principale sarà quasi sicuramente essere di natura giuridica. Già in passato la Corte Costituzionale si è espressa contro la legittimità di misure che andavano a toccare i così detti “diritti acquisiti”.
Nel aprile 2015 la Consulta bocciò ad esempio l'adeguamento degli assegni al costo della vita per i trattamenti superiori di tre volte il minimo (1.423 euro lordi al mese) : secondo i Supremi giudici quella sentenza valicava “i limiti della ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere d’acquisto del trattamento stesso”. La Corte ha però più volte rimarcato che spetta al legislatore stabilire la misura dei trattamenti pensionistici ed eventuali variazioni, purché si rispetti il criterio della ragionevolezza. Fatto che sta che il sì al provvedimento proposto da Di Maio (per certi versi sacrosanto) è tutt’altro che scontato.
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Quanto si risparmierebbe con i tagli
Non molto secondo i calcoli di Franco Mostacci su Lavoce.info. In sostanza, fissando un tetto massimo di 5mila euro lordi all’anno e “tagliando l’eccedenza ai pensionati che hanno un reddito complessivo superiore ai 100 mila euro, si otterrebbe un risparmio stimabile in 490 milioni di euro”. Non molto per la verità, considerando che il superamento della Legge Fornero costerebbe sicuramente svariati miliardi alle casse dello Stato. Inoltre, come spiega ancora Lavoce, da questa cifra andrebbero sottratti i mancati incassi del’Irpef, per cui il risparmio si assottiglierebbe ancora: 280 milioni. Ciò non toglie che quella proposta dal M5s sia una riforma che va in direzione dell’equitàe a vantaggio dei ceti più deboli.
Legge Fornero e aumenti alle minime
Va detto, per correttezza, che in un articolo comparso sul blog delle Stelle e relativo alle coperture del programma, il M5s non indica come fonte primaria di risparmio i tagli alle pensioni d’oro. Secondo i pentastellati, i 10,5 miliardi necessari per superare la Fornero e garantire la staffetta generazionale, saranno coperti “a regime, per 4 miliardi con la spending review e per circa 6,5 miliardi con le tax expenditures sul settore lavoro (disponibili fino a 10 miliardi annui). Si possono utilizzare pure le risorse legate a mancette poco influenti come l’ape social, che viene inglobata”. Non è chiaro invece in che modo il M5s intenderà finanziare gli aumenti alle pensioni minime che Di Maio vuole portare a 780 euro, in linea con il reddito di cittadinanza.
Vitalizi, ex deputati contro Fico: "Class action per dire no ai tagli". Ma Casellati frena: "Soluzioni condivise"
Di Maio: "Ricorsi? Schiaffo alla miseria". Il progetto al vaglio dei vertici di Montecitorio: risparmi per 40 milioni. "Se c'è l'ok, via dal primo novembre". Ma gli ex parlamentari protestano: "Chiederemo i danni ai membri dell'ufficio di presidenza della Camera"
di TOMMASO CIRIACO
27 giugno 2018
http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... -200162993
ROMA - Il presidente della Camera Roberto Fico ha illustrato durante la riunione dell'ufficio di presidenza di Montecitorio il testo della delibera per il superamento dei vitalizi degli ex deputati. Ma in serata, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, frena, auspicando "soluzioni condivise", spiegando - da Washington - di avere "qualche perplessità sul fatto di poter incidere sui diritti acquisiti". Il taglio dei vitalizi, ha sottolineato la Seconda carica dello Stato, "significa incidere sullo status di persone che magari oggi possono avere anche un'età rilevante e che si trovano improvvisamente ad avere uno stipendio magari inferiore al reddito di cittadinanza". Il tema, ha aggiunto, "deve essere ripreso anche al Senato perchè sarebbe stravagante che la Camera operasse in un modo e che la stessa situazione non si verificasse nell'altro ramo del Parlamento".
Se il testo di Montecitorio passerà com'è, tuttavia, il nuovo sistema che ricalcola tutti i vitalizi finora percepiti sulla base del sistema contributivo, entrerà in vigore alla Camera dal prossimo primo novembre. La delibera verrà votata nella settimana tra il 9 ed il 13 luglio, e gli emendamenti potranno essere presentati entro giovedì. Secondo Fico, la delibera consentirebbe alla Camera un risparmio di circa 40 milioni di euro.
Ma subito scatta la protesta di chi verrà colpito dal provvedimento (gli ex deputati) o teme di esserlo (gli ex senatori, nel caso in cui Palazzo Madama adottasse lo stesso criterio taglia-pensioni). Il presidente della Associazione degli ex parlamentari, Antonello Falomi, annuncia infatti annuncia una pioggia di ricorsi, se non addirittura una vera e propria class action (ossia un'azione legale collettiva).
Ma non basta, l'Associazione ha inviato a tutti i membri dell'Ufficio di presidenza della Camera una diffida extragiudiziale a non approvare la delibera taglia-vitalizi, con la minaccia di un'azione civile e amministrativa per danni rispetto alla quale risponderebbe personalmente e patrimonialmente ciascun membro dell'ufficio di Presidenza, compreso il presidente Fico. "Non si può applicare retroattivamente una legge. È un'operazione vergognosa ma l'obiettivo è chiarissimo: noi siamo solo un 'cavallo di troia', questi nuovi arrivati vogliono applicare i dettami dei poteri forti che gli chiedono di mettere mano alle pensioni degli italiani".
Pesante la replica del vicepremier grillino Luigi Di Maio. "A queste minacce siamo abituati dagli ultimi sei anni - ha dichiarato il ministro del Lavoro - quelli sono privilegi rubati non diritti acquisiti e la smettano con le minacce, è uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare perchè ti tolgo un vitalizio di 6-7000 euro quando sei stato tre giorni in Parlamento".
Secondo la proposta dell'ufficio di presidenza, alla quale ha lavorato con particolare attenzione il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro praticamente dall'inizio della legislatura, il "vitalizio minimo" sarà di 980 euro al mese, e andrà a chi ha fatto una sola legislatura. Il minimo per chi subirà una decurtazione superiore al 50% del vitalizio sarà di 1.470 euro. I vitalizi erogati a ex deputati dalla Camera sono in tutto 1.405: di questi, 1.338 saranno ricalcolati e dunque abbassati, mentre i restanti 67 non verranno ritoccati. In base alla delibera, quelli percepiti da ex deputati che hanno sulle spalle almeno quattro legislature si fermeranno al valore del 31 ottobre prossimo, alla vigilia dell'applicazione della delibera ove venga approvata.
E arrivano anche le reazioni politiche. Il dem Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, si dice d'accordo con la revisione del sistema, ma aggiunge: "Mi preoccupa l'impostazione della delibera, perchè è molto molto fragile e temo che non possa resistere ai possibili ricorsi". E l'altra vicepresidente, l'azzurra Mara Carfagna: "Sì al ricalcolo dei vecchi vitalizi per eliminare un privilegio, no alla rapina di Stato contro le vecchiette rimaste vedove. I totem si possono abbattere, ma con intelligenza, senza pretendere lo scalpo del, presunto, incolpevole, nemico".
Taglio vitalizi, la Casta minaccia rappresaglie contro Fico e l'ufficio di presidenza: "Chiederemo i danni a voi"
di F. Q. | 27 giugno 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... oi/4455488
Lo avevano detto chiaramente e pubblicamente a dicembre scorso in un incontro con Tito Boeri: “I parlamentari non sono uguali agli altri cittadini”. E partendo da quel presupposto oggi che il loro privilegio viene toccato dopo anni di polemiche, minacciano di chiedere i danni direttamente a chi approverà il provvedimento. Insomma la Casta minaccia rappresaglie. Sono gli ex parlamentari che ancora ricevono i vitalizi calcolati su base retributiva e non contributiva come tutti gli altri e che, alla notizia della presentazione della delibera che impone la stretta, dichiarano guerra: “È una vendetta politica”, hanno detto in una conferenza stampa, “un attacco frontale allo Stato di diritto”. L’associazione degli ex ha infatti inviato a tutti i membri dell’Ufficio di presidenza della Camera una diffida stragiudiziale a non approvare la delibera, con la minaccia di un’azione civile e amministrativa per danni rispetto alla quale risponderebbero personalmente e patrimonialmente ciascun membro dell’ufficio di Presidenza, compreso il presidente Roberto Fico. Il provvedimento che prevede un risparmio circa di 40 milioni all’anno, è stato incardinato a Montecitorio mentre è bloccato a Palazzo Madama. “Ho visto che già chi sta minacciando”, ha replicato il vicepremier Luigi Di Maio, “ma noi a queste minacce siamo abituati dagli ultimi sei anni. Quelli sono privilegi rubati non diritti acquisiti e la smettano con le minacce, è uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare perché ti tolgo un vitalizio di 6-7000 euro quando sei stato tre giorni in Parlamento”.
La pensano diversamente gli ex parlamentari. L’obiettivo finale del provvedimento, ha detto il presidente Antonello Falomi, “è mettere mano alle pensioni degli italiani”: “Ci batteremo in tutte le sedi per impedire che questo obbrobrio costituzionale venga perpetrato”. Secondo l’ex parlamentare “sventolare lo scalpo dei vitalizi” in vista di futuri appuntamenti elettorali rappresenta “una gigantesca presa in giro degli italiani, a cui si sta vendendo una merce propagandistica avariata“. La delibera illustrata dal presidente della Camera, ha spiegato, “è un monumento alla illegalità costituzionale” perché “non si può applicare retroattivamente” il metodo contributivo introdotto dalla legge Dini del 1996 “a persone che sono andate in pensione prima di questa legge”. Falomi ha aggiunto: “Siamo stati ricevuti dal presidente della Camera e dai collegi dei questori di Camera e Senato” ma “con una interlocuzione pari a zero: i nostri argomenti sono stati semplicemente ignorati”. “Abbiamo chiesto di disporre di tutta la documentazione istruttoria” ma, ha lamentato l’ex esponente di Rifondazione Comunista, “non ci è stato dato il più piccolo pezzo di carta. La ‘scatoletta di tonno’ che doveva essere aperta è rimasta ben chiusa”. Tuttavia, ha proseguito, “abbiamo saputo del parere negativo degli uffici parlamentari competenti” sul tentativo di ricalcolo dei vitalizi col metodo contributivo. La delibera, ha rincarato Falomi, “è peggio della legge Richetti” ed è stata scritta “sotto la dettatura del presidente dell’Inps Boeri”: “Un’operazione vergognosa che interviene nella vita delle persone in un’età fragile”, ha sottolineato citando i casi di alcuni ex parlamentari ultranovantenni che, in caso di via libera finale alla delibera, si vedranno decurtare drasticamente l’assegno. Per Falomi l’obiettivo dei promotori della delibera (su tutti il M5s, che ha fatto dell’abolizione dei vitalizi il proprio cavallo di battaglia) “è chiarissimo: mettere mano alle pensioni degli italiani. Noi siamo solo il cavallo di Troia. Stanno eseguendo alla lettera i dettami dei poteri forti”.
A Falomi si è accodato Giuseppe Gargani, il quale ha comunicato di aver inviato ai membri dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio una diffida formale stragiudiziale per “mettere in chiaro” le loro responsabilità “personali e patrimoniali” in caso di approvazione del provvedimento: “Faremo ricorso in sede interna”, ha detto Gargani, ma “valuteremo anche altre strade” perché “l’Ufficio di Presidenza risponde personalmente delle sue decisioni”.
Magdi Cristiano Allam
28/06/2018
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3928414520
Il Presidente del Senato Fico vuole tagliare i vitalizi degli ex parlamentari alimentando l’invidia e lo scontro sociale. Ma è incostituzionale. Ciò che serve agli italiani è il lavoro
Buongiorno amici. Il Movimento 5 Stelle immagina di cambiare l’Italia togliendo ai ricchi e dando ai poveri. Solo che i Robin Hood all’Italiana dimenticano che un conto è fare giustizia in seno a una piccola comunità primordiale dove la gente si accontenta del minimo necessario per sopravvivere, un altro conto è governare uno Stato di 60 milioni di abitanti. I grillini o pentastellati vorrebbero farci credere che l’economia italiana si risanerà e lo sviluppo decollerà togliendo i vitalizi agli ex parlamentari e elargendo il reddito di cittadinanza pari a 780 euro al mese a milioni di italiani disoccupati, inoccupati, esodati o pensionati in difficoltà. Taglio dei vitalizi e reddito di cittadinanza sono solo delle manovre elettorali che raggirano gli italiani per carpirne il voto alle prossime elezioni. L’unica soluzione credibile per il rilancio dello sviluppo è la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro che si traducano nella produzione di beni e servizi reali. Per farlo non c’è alternativa che riscattare la nostra sovranità monetaria, legislativa, giuridica, sul piano della sicurezza e della difesa.
Ebbene di tutto ciò non c’è traccia nel cosiddetto “Contratto di governo” sottoscritto dal Movimento 5 Stelle e Lega. Ciò che ci danno in pasto sono dei surrogati delle soluzioni reali, un vero e proprio inganno dei cittadini che loro si vantano di rappresentare. Innanzitutto non si era mai visto un Presidente della Camera, qual è Roberto Fico, che dopo aver offeso la Patria assistendo con le mani in tasca e senza cantare l’inno nazionale nella commemorazione della strage di Capaci e mostrando il pugno chiuso alla Festa della Repubblica, opera come se fosse un rappresentante del Movimento 5 Stelle anziché il rappresentante di tutta la Camera dei deputati e la terza carica dello Stato. Non dovrebbe spettare a lui promuovere la legge sul taglio dei vitalizi con una modalità arbitraria sul piano procedurale e incostituzionale sul piano giuridico. I vitalizi sono stati aboliti nel 2012, ma quelli già assegnati giustamente non sono stati toccati. Ebbene il Movimento 5 Stelle ha lanciato una crociata contro i vitalizi già assegnati. Dato che il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, non è d’accordo, Fico ha preso l’iniziativa di avviare una delibera per il taglio dei vitalizi soltanto agli ex deputati. Si tratta di 1338 ex deputati che si vedrebbero ricalcolare l'assegno mensile in base al sistema contributivo, che è in vigore dal 2012 per i parlamentari delle ultime legislature. Altri 67 ex membri della Camera, che hanno al loro attivo più di 4 legislature, saranno invece esonerati dai tagli, che arriveranno fino al 50% dell'importo. Il risparmio, annunciato dallo stesso Fico, sarà di 40 milioni di euro: «Quaranta milioni di risparmi, un ulteriore passo per il superamento definitivo dei privilegi». Ma la proposta è di fatto incostituzionale sia perché verrebbe applicata in modo retroattivo ledendo dei diritti acquisiti sia perché si applicherebbe solo a un ramo del Parlamento, alla Camera, e non al Senato.
Cari amici, in uno Stato che ha un Pil di 1600 miliardi di euro e dove la metà del Pil, circa 800 miliardi di euro, sono il costo della pubblica amministrazione, 40 milioni di euro non cambiano nulla. Voler far credere che il taglio dei vitalizi di 1338 ex deputati per risparmiare 40 milioni di euro sarebbe la battaglia di civiltà che ristabilirebbe la giustizia e risanerebbe il bilancio pubblico, significa prendere in giro gli italiani. L’unico rischio reale è di innescare un conflitto intestino con la rivolta di tutti coloro che giustamente temeranno per la perdita di diritti acquisiti. Uno Stato serio non prende in giro i cittadini, non toglie loro ciò che è stato concesso legalmente. In ogni caso le leggi varate oggi non possono essere retroattive. Il Movimento 5 Stelle sta pericolosamente alimentando l’invidia e lo scontro sociale, mentre ciò di cui gli italiani hanno bisogno è ben altro: lavoro, lavoro, lavoro.
Vitalizi, Di Maio spaventa gli ex parlamentari: «Ve li togliamo anche se piangete»
https://ilmessaggero.it/primopiano/poli ... 28118.html
Sale lo scontro sui vitalizi.
«Oggi ho letto un articolo divertentissimo sul Corriere della sera. Raccoglie le lamentele di alcuni ex parlamentari a cui toglieremo i vitalizi tra pochi giorni», ha scritto sul Blog delle stelle il vicepremier
Luigi Di Maio, che precisa: «Uno piange miseria perché da 4.700 euro al mese grazie alla nostra delibera prenderà 2.500 e parla di atto illiberale. Ma dico io: ma se hai versato contributo per avere una pensione di 2.500 euro perché te ne davo dare il doppio? Questa è giustizia, altro che illiberalità. Un altro dice che da 2.000 passerà a 400 ed è una rapina. Quindi parliamo di un ex parlamentare che ha versato contributi solo per avere una pensione minima.
Capite questa gente?
Quando erano in parlamento non hanno mosso un dito per alzare le pensioni minime perché tanto loro avevano il vitalizio che valeva 5 volte tanto. Adesso lo Stato se ne frega di difendere chi ha i privilegi e pensa a proteggere i più deboli. Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro.
Noi i vitalizi ve li togliamo. Mettetevi l'anima in pace» ha concluso Di Maio.
L'ennesimo affondo del leader grillino arriva subito dopo quello che poche ore prima aveva affidato a Twitter: «I vitalizi non sono diritti acquisiti, ma privilegi rubati. I privilegi rubati non possono esistere nel nostro governo».
Parole che, per molti, erano una risposta neanche tanto indiretta alla presidente del Senato, Maria Alberta Elisabetta Casellati, che da Washington si era mostrata piuttosto fredda e tentennante sul taglio dei vitalizi previsto dalla delibera presentata dal presidente della Camera Roberto Fico.
«Ho chiesto agli uffici di effettuare una simulazione degli effetti finanziari che deriverebbero dall'applicazione dei criteri recati dalla proposta di deliberazione - ha puntualizzato Fico -. In proposito - ha continuato - è emerso che la rideterminazione dei trattamenti diretti e di quelli pro rata determinerebbe un risparmio annuo superiore a 30 milioni di euro; la rideterminazione dei trattamenti di reversibilità, effettuata sempre secondo le previsioni della proposta di deliberazione che vi sottopongo, determinerebbe una minore spesa annua pari a circa 10 milioni di euro. Il risparmio complessivo sarebbe dunque superiore a 40 milioni di euro annui».
Sul tema è intervenuto anche il presidente dell'Inps, Tito Boeri: «Il ragionamento simbolico conta tantissimo», ma «non devono esserci intenti punitivi», ha detto Boeri, secondo il quale i risparmi dal taglio «non sono briciole. Secondo le nostre stime, tagliando anche quelli dei senatori e di altre cariche elettive, come i consiglieri regionali, l'intervento poteva portare fino a 200 milioni, che sono niente rispetto al debito pubblico, ma sono importanti».