Italia politica e dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

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Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:16 am

Italia politica e dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:17 am

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
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Il mito risorgimentale e le sue falsità italico-romane
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:19 am

Votar o no votar
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Lucio Chiavegato
5 marzo alle ore 17:09 · Bovolone ·
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4320407972


Breve analisi del voto.

Premesso che il sottoscritto per la prima volta non ha votato, vorrei dirvi il mio pensiero sul risultato di questa votazione itaGliana.

Dopo tre governi tecnici voluti e fatti dalla burocrazia e sostenuti dagli stessi partiti che ogni giorno se ne lamentavano, è arrivato il gran giorno di far votare gli itaGliani e quindi eccoli li pronti ai cancelli di partenza per andare ad esprimere il loro voto. Una liberazione!

Volevo usare una delle tante vignette del povero Fonzie di Firenze, ormai simbolo della liberazione dal male assoluto di tutti VOI che girano su whatsapp,Insomma ora siete liberi no? Il male, la crisi, l’immigrazione, la delinquenza era tutta dovuta al povero Renzino. Fosse vero da oggi si potrebbe pensare positivo e far ripartire tutto, ma non è così.

Ora immagino le critiche dei soliti poveri di spirito, di quelli che buttano il male a sinistra ed il bene a destra. Ci sono abituato e non mi tocca. Qualcuno riduce tutto alla solita considerazione del tipo AVRESTI PREFERITO ANCORA I COMUNISTI O I SINISTRI? Ovvero qualcuno non ha ancora capito che ci sono milioni di burocrati e parassiti che sono stati prodotti e sono ancora dietro una scrivania a cazzeggiare, messi li da destra, sinistra e lega. Dubbi? Volete nomi e cognomi? E con questo sistema ne dovranno produrre ancora per mantenere la cerchia di fedelissimi che ad ogni elezione vengono da te a convincerti a votarli.

Ora non si sa ancora cosa ne sarà del vostro voto, perché in base ad una legge elettorale da itaglianistan, che credo nemmeno in Corea del Nord sarebbe accettata, si fa la conta dei voti e comincia il mercato delle vacche, mercato sempre aperto 24h/24h e per 365 gg anno. In cosa consiste? Semplice. Per arrivare a fare un governo, tutto sarà nelle mani di una persona, che voi non avete eletto, che è pilotato dalla vecchia scuola politica e che rappresenta la burocrazia di generazioni e generazioni. Che succederà? Non lo so e non mi interessa. Lascio questi giochi di potere a chi vive degli stessi. Io e molti altri abbiamo altri problemi, il lavoro, farci pagare per ciò che sappiamo fare, la burocrazia che ci spenna e ci ostacola ogni giorno e uno stato che odia chi sa fare qualcosa.

Le prospettive, se prendiamo le promesse elettorali, saranno di oro puro fuso e distribuito ai cittadini, se invece analizziamo la realtà , sono disastrose. Vi ricordo che chi vi promette di cambiare tutto con la bacchetta magica, si dimentica di dirvi che la itaGlia ha 2.300 miliardi di debito pubblico vincolante per ogni manovra di alleggerimento tasse, che la disoccupazione è alle stelle, che migliaia di aziende sono chiuse e stanno chiudendo od emigrano in altri paesi, che la sQuola è al collasso, la sanità idem, la burocrazia e corruzione da paese del sudamerica, milioni di parassiti stipendiati per far nulla. Quanti anni per normalizzare questo? Possiamo permetterci ancora decenni di attesa?

Ora prendo spunto da frasi ricorrenti che ho sentito dire in questa campagna elettorale. La prima è quella di un amico Veneto, molto fedele alla Lega di Bossi prima ed ora a quella di Salvini, che mi ha redarguito con una semplice parola: MARKETING. Ovvero, Salvini ha cambiato casacca, ha levato la parola NORD, ha parlato di ciò che le cronache ci hanno tempestato in questi anni e ha vinto. GIUSTO. Un bel marketing. Ora da figlio di imprenditori che nella loro vita hanno sempre lavorato e pagato qualche miliardo di vecchie lire di interessi alle banche strozzine, da chi ne ha viste di cotte e di crude nelle aule di tribunale, da chi ha toccato con mano la corruzione combattendola a viso aperto vi dico altro. Se io dovessi assumere un direttore vendite che usa un fantastico marketing comunicativo, facendo passare la nostra azienda per quella che ha il prodotto migliore al prezzo più basso, aprendo le porte di tutti i mercati del mondo sarei felice? NO. E perché mai? Semplice non è la verità e non potrei mantenere gli impegni assunti da una persona che io pago e che alla sera se ne ritorna a casa sua lasciandoci con i veri problemi. Quindi il marketing serve solo a prendere voti a chi si fida ancora che un divano a € 249 sia fatto in itaGlia, ma non ti dirà mai da chi è fatto! Il mercato ti punisce, la politca no (a parte non rieleggere il politico che ha raccontato le bugie).

Ora io guardo con un sentimento di tenerezza, mai di odio, quasi di compassione a chi si è armato di buoni propositi e grandi speranze in questa tornata elettorale, come l’apertura di una valvola di sfiato di una diga che stava per tracimare. Ora sono tutti contenti ma dimenticano che la diga è ancora pericolante e a rischio crollo in qualsiasi momento. (per i meno volpini la diga sarebbe l’itaGlia, specifico perché anche se uso termini non universitari spesso qualcuno rimane li a cercare la diga….).

Ora che le elezioni sono passate, sapete cosa succederà, come è sempre successo? Nulla. Nel senso pratico delle cose. Mi rispiego. Questa repubblica delle banane, nata da un paese costruito sull’imbroglio, sulla massoneria e sulla mafia, ci ha abituato a pensare che siamo in una democrazia, il potere appartiene al popolo che lo esercita….si peccato però che 1 il popolo itaGliano non sia mai esistito, 2 il potere lo detengono loro 3 finite le elezioni abbiano sempre fatto esattamente il contrario di ciò che promettevano 4 mai nessuna ribellione del popolo sia stata vista. Insomma, ci si accontenta tanto al nord quanto al sud passando per il centro. Sbaglio? Scusate non andiamo troppo indietro con il tempo, anche perché la memoria storica dell’itaGliano medio è di forse un mese (ed i politici lo sanno e godono a prendervi per i fondelli, giustamente) pensiamo alle varie tasse illiberali, anticostituzionali, illegali imposte dalla partitocrazia o pensiamo all’immigrazione selvaggia o alle varie sentenze di tribunali o ai vari privilegi che tutte le classi politiche si sono fatti per loro alla faccia nostra, che in altri paesi avrebbero fatto scendere in piazza milioni di persone armate di badili, forche o rastrelli, avete ricordi di sommosse? Manifestazioni? Non so ditemi voi, si ecco, VOI che diventate protagonisti e sostenitori degli stessi che sono a destra o a sinistra, che sono gli stessi che hanno provocato questo disastro, dove siete stati per decenni? Vi parla uno che da 25 anni ha fatto e ci ha messo la faccia per tanti di voi che ora mi vogliono insegnare che in POLITICA CONTANO I NUMERI. Bella sta frase, originale e molto usata. Io la cambio e dico che in POLITICA itaGliana CONTA CHI LA SA RACCONTARE MEGLIO, CHI PRENDE PER I FONDELLI MEGLIO, CHI SI SA VENDERE, CHI VENDEREBBE SUA MADRE AD UN PAPPONE, ma i fatti parlano chiari. A loro i benefici, distribuiti alla cerchia di chi lecca meglio e agli altri i sacrifici, le rotture di balle e tanta pazienza, quella che io non ho.

Quindi ora finita la compravendita di qua e di là forse avrete un governo, che la maggior parte di chi ha votato manco saprà cosa realmente faranno, anzi nessuno andrà rendere conto delle promesse da campagna elettorale con i fatti reali, e tutto andrà nel dimenticatoio, perché non è colpa loro, ma di quelli di prima e verrete liquidati con le solite frasi preconfezionate del tipo VOLEVAMO FARE MA ABBIAMO TROVATO UN BUCO oppure POTREMO COMPLETARE IL NOSTRO PROGRAMMA SE VERREMO RIELETTI ….le avete già sentite vero? Si certo ma nessuno di VOI ,supporters di questa o di quella fazione, è mai andato a suonare il campanello di domenica mattina a chi avete eletto e vi ha raccontato le balle, perché, fatevene una ragione, siete degli itaGliani medi, insomma vi accontentate, preferite passare la sera in casa al caldo se fuori fa freddo e al fresco se fuori fa caldo, insomma voi delegate ad altri il futuro vostro e dei vostri figli. Fatevene una ragione e prendetevela con voi stessi e non con chi ve lo sbatte in faccia.

E poi prendo la seconda frase, sempre da gente che ha votato per SALVINI, ex Lega Nord forza Vesuvio e Forza Etna, che ti dicono COLPA DEI TERRONI CHE HANNO TRADITO VOTANDO 5 STELLE! Tradito? Cosa? Insomma informo gli itaGliani del sud, che hanno votato per un partito nazionale che fino a ieri li considerava terroni che siete ancora terroni, per loro, e sempre lo sarete.

Insomma un paese che crea fazioni. Destra (che non c’è)contro sinistra (che non c’è) e poi nord contro sud. E’ questo un paese che può aspirare ad emergere e ritornare ai fasti passati, dove c’erano sempre i Mona Veneti che sgobbavano per far crescere le proprie aziende e rendere ricca la nostra Terra Veneta? NO.

Ora io abbandono il terreno nazionale, sono felice di non essermi messo in fila per fare una X su questo o quel partito, con una legge elettorale schifosa a detta di tutti, che non ti permetteva di scrivere un nome o cognome di una persona più meritevole. Io non ce l’ho fatta. Fare una X su un partito che già aveva scelto gli eletti, i paracadutati non fa per me. Io le persone le peso per ciò che sono e che hanno fatto nella vita.

Ora godetevi questa settimana di teatrino, forse quindici giorni o un mese, qualcosa succederà di certo, tranne che una ribellione di massa per quello che faranno contrario alle promesse.

Nel frattempo che i direttori marketing studieranno i prossimi slogan per farvi mettere in fila per un’altra volta, io e molti altri LAVOREREMO, senza compensi ma con solo un forte ideale di libertà per l’unica strada che ci può dare qualcosa di concreto, ovvero l’indipendenza del Veneto da questo stramaledetto paese corrotto comandato non dai pagliacci di turno dei vari partiti ma dai burocrati che nessuno ricorda, messi li in quota proporzionale da TUTTI i partiti, nessuno escluso, ed infatti nessun partito potrà mai mandarli a casa. Perché? Semplice. I parassiti si ribellano e fanno sciopero, mentre tu artigiano, commerciante, agricoltore, piccolo industriale, operaio, impiegato che vivi in Veneto non te lo puoi permettere, perché devi pagare, tasse, imposte, IMU, mutuo, corsi, analisi, e TUTTO Ciò CHE SI SONO INVENTATI consci della tua natura mite e di gran lavoratore. Insomma PAGA e TASI, il tuo futuro lo hai delegato a questo o a quel partito che ti chiama a votarlo ogni tanto, creando paure e facendoti dimenticare che sei un cittadino di serie Z, ovvero quello che deve produrre e pagare.

Non sta a noi aprirti gli occhi, noi ce la mettiamo tutta, malgrado il black out dei mezzi di informazione ordinato dagli stessi partiti che hai votato, ma sta a TE, i figli sono TUOI, il tuo futuro lo decidi tu. Noi abbiamo deciso di dare un senso alla nostra vita per un qualcosa di concreto, certamente più difficile di fare una X, lo faremo per tutti coloro che vogliono lottare per la concretezza e non per le favole itaGliane. Un Veneto INDIPENDENTE è e sarà possibile se ritroveremo l’unità di Popolo Veneto per costruire un futuro basato su solide fondamenta storiche di 1.200 anni di Republica Serenissima. Non è un salto nostalgico nel passato, anzi guardiamo al futuro tecnologico, solidale, compatibile con l’ambiente e alla qualità della vita che non è data da quanti soldi abbiamo in tasca, ma da leggi e regolamenti semplici ed applicabili al nostro modi di pensare, aperti al mondo che rispetta le nostre regole, ovvero ciò che in itaGlia non ci sarà mai che sia governata da una pseudo sinistra o da una pseudo destra o da un pseudo nuovo partito. La realtà è questa e abbiamo 150 anni di prove, Non ti bastano ancora?

Lucio Chiavegato

Ciao Veneti





Alberto Pento

Io invece dopo 20 anni che non votavo, ci sono andato e ho votato quello che mi è sembrato il male minore, per dar un segnale e far invertire la rotta contro l'invasione del nazismo maomettano e l'invasione dei clandestini dall'Asia e dall'Africa che stanno peggiorando la già infernale realtà italica e la triste condizione della maggioranza dei veneti.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:20 am

Elezioni, centrodestra prima coalizione. Vola il M5S, il Pd crolla sotto il 20%
Andrea Indini - Lun, 05/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... po-reale/1

Cala il sipario su una legislatura contestatissima e divisiva. E, dopo una lunga giornata segnata da errori, ritardi e code, lo spoglio dei voti incorona il centrodestra prima coalizione del Paese.

Secondo le proiezioni di Tecnè per Matrix, incassa il 35,7% alla Camera e il 36% al Senato. Il Movimento 5 Stelle è, invece, il primo partito del Paese col 32,7% alla Camera e il 30,91% al Senato. A piangere è Matteo Renzi che, dopo il tracollo del Pd al 19%, dovrà ora fare i conti con i malpancisti dem. Più in generale, il quadro che ne esce è complicato. Nessuna forza politica, né da sola né in coalizione, avrebbe dunque la maggioranza e, quindi, l'autosufficienza per poter governare. A meno che non vi siano "innesti" esterni.

"Si parte da noi - esultano in Forza Italia - il centrodestra è la prima coalizione". All'interno della coalizione, secondo le proiezioni di Tecnè, la Lega supera Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi è al 14,18% alla Camera e al 14,4% al Senato, mentre il movimento guidato da Matteo Salvini è al 18,47% al Senato e al 18,57 alla Camera. "È un momento storico per il Carroccio", chiosa Giancarlo Giorgetti che, escludendo "intese" post voto, avvia le trattative con gli alleati. Tra questi anche Fratelli d'Italia che incassa oltre il 4%. "Dopo cinque anni di governo della sinistra il centrodestra e non il Movimento 5 Stelle è l'alternativa vincente - fanno sapere da Forza Italia - gli italiani, come aveva chiesto il presidente Berlusconi, non hanno fatto prevalere la deriva grillina". La partita, poi, non è affatto finita. "Ci sarà la fila per entrare nel centrodestra...", commenta il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta.

Nelle prossime ore la palla passerà al capo dello Stato Sergio Mattarella. Che non potrà prescindere dall'exploit del Movimento 5 Stelle. Alessandro Di Battista ha già fatto sapere che non intendono aprire ad altre soluzioni se non quella di un governo pentastellato a cui altre forze potrebbero dare l'appoggio su determinati provvedimenti. Ovvero, in altre parole, solo alle condizioni dettate dagli stessi Cinque Stelle. Tutto, però, dipende dal computo (finale) dei seggi. Alla Camera il M5S ne conquista tra 220 e 268, il centrodestra tra 213 e 261, il centrosinistra tra 97 e 145 e Liberi e uguali tra 12 e 18. Al Senato, invece, al centrodestra vanno tra 113 e 139 seggi, ai Cinque Stelle tra 104 e 130, al centrosinistra tra 45 e 71 e a Liberi e uguali tra 4 e 10. A queste proiezioni, però, vanno ad aggiungersi quelli che sono ancora incerti.

Da queste elezioni è il centrosinistra a uscire con le ossa rotte. Alla Camera non arriva al 24%, mentre al Senato si ferma al 22,7%. E il primo imputato è Renzi. "Deciderà lui... ma prima pensiamo al Paese". Ettore Rosato, capogruppo piddì alla Camera, taglia corto quando gli domandano se Renzi lascerà la guida del Pd. "Voglio capire qual è la soluzione che il Parlamento può trovare per garantire un governo a questo Paese - si limita a dire - dopo discuteremo anche di cosa succede al Pd". Andando a guardare i singoli partiti della coalizione spicca, infatti, il crollo del Partito democratico. Che si ferma al 19,4% alla Camera e al 18,7% al Senato. Un abisso da quel 40,8% conquistato alle elezioni europee del 2014, ma anche dalla "non vittoria" di Pier Luigi Bersani nel 2013. Renzi assiste alla disfatta nel suo ufficio al Nazareno con un manipolo di big. Lo "schema" di buttare incolpare gli scissionisti regge solo fino a un certo punto, visti i risultati poco lusinghieri raggiunti dai bersaniani. Liberi e Uguali supera (di poco) il 3%, soglia di sbarramento per poter entrare in parlamento.




Elezioni 2018, Salvini vera sorpresa delle elezioni. Lega ago della bilancia
05/03/2018

http://www.affaritaliani.it/politica/el ... 28142.html

La vera sorpresa delle elezioni politiche 2018 è Matteo Salvini e la sua nuova Lega nazionale. Che il Partito Democratico di Matteo Renzi andasse incontro ad una debacle storica era nell'aria, così come il successo del Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. Ma in pochi si aspettavano un trionfo del Carroccio sovranista e ormai non più padano. Salvini ha staccato nettamente Berlusconi vincendo così la sfida all'interno del Centrodestra diventando il primo partito della coalizione. Con queste elezioni la Lega si conferma la nuova destra italiana che si appropria anche di una buona fetta dei voti che erano di Alleanza Nazionale, mettendo nell'angolo Fratelli d'Italia, e ha convinto gli elettori soprattutto sui temi della sicurezza e della lotta all'immigrazione clandestina, oltre che sul cambiamento radicale dell'Unione europea e sulla riduzione delle tasse e sulla cancellazione della Legge Fornero.

Salvini ha vinto, anzi stravinto, la sua scommessa perché ha saputo ottenere risultati record al Nord, Veneto, Lombardia e Liguria in testa, avvicinandosi al 20% nelle ormai ex Regioni rosse ma sfondando anche nel Mezzogiorno. In alcune zone del Centro-Sud, come nel Lazio, in Abruzzo e in Sardegna, la Lega supera addirittura il 10%. E comunque è sempre come minimo intorno al 5%. Un risultato clamoroso e impensabile fino alla vigilia, non preventivato nemmeno dai più ottimisti in Via Bellerio. Con queste elezioni viene definitivamente sconfitto Roberto Maroni, il Governatore uscente della Lombardia che una settimana prima del voto aveva disertato l'oceanica manifestazione salviniana a Piazza Duomo per poi affermare "questa non è più la mia Lega". Bene, l'ex ministro dell'Interno e del Welfare, in molti nel Carroccio definito "giuda" in questi giorni, esce definitivamente di scena. Ora Salvini diventa l'ago della bilancia che può decidere le sorti del Paese. Se resta nel Centrodestra e conferma l'alleanza con Forza Italia l'Italia è ingovernabile, se invece manda segnali a Di Maio e Grillo aprendo ad un esecutivo con i 5 Stelle cambia tutto. Ecco perché la vera sorpresa di queste elezioni si chiama Matteo Salvini.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:20 am

Il pacco demagogico statalista fascio-comunista dei 5 stelle, le scimmie irresponsabili dell'ignorante e presuntuoso orango genovese, il salvatore della provvidenza, il comico della patacca sull'idrogeno, lo sciamano della chiacchera a cui non è mai riuscito nemmeno un miracolo.

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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8790654040
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:21 am

Casta veneta e oomini casta, fanfaroni, politicanti
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25 anni di Lega e di Liga cosa ci hanno portato a noi veneti?
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 11:32 am

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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 2:55 pm

Scuola: unire elementari e medie, ritorno al prof prevalente e rientro dei docenti al Sud. Così la Lega vuole riformarla
Matteo Salvini ha illustrato l'ambizioso programma (di complessa realizzazione) già presentato in campagna elettorale dal responsabile Istruzione, Mario Pittoni. Riforma dei cicli, smantellamento della Buona scuola, graduatoria per le maestre magistrali tra le proposte del Carroccio
di CORRADO ZUNINO
14 marzo 2018

http://www.repubblica.it/scuola/2018/03 ... -191252526

ROMA - Ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini, in conferenza a Strasburgo ha parlato anche di scuola e università. E ha annunciato una riforma dei cicli scolastici: “Uniremo elementari e medie, introdurremo il prof prevalente”, ha detto. Programma ambizioso, il più ambizioso tra quelli presentati dai partiti. Di complessa realizzazione.

· IL MAESTRO-PROF PREVALENTE
La Lega, attraverso il suo responsabile federale all’Istruzione, Mario Pittoni, in campagna elettorale ha dettagliato la riforma possibile: unificazione di cinque anni di primarie e tre anni di medie inferiori in un unico ciclo. Per queste otto stagioni di studio sarà introdotto il cosiddetto “maestro e professore prevalente”. Il professore prevalente, uno soltanto, si occuperà delle materie principali (italiano, storia, geografia, scienze) e seguirà la classe per tutta la durata degli studi. Sarà affiancato dagli insegnanti delle materie specifiche (matematica, lingue, discipline sportive, discipline artistiche, musica). Chiuse le elezioni, lo stesso senatore Pittoni sembra meno sicuro della fattibilità della riforma dei cicli ribadita ieri a Strasburgo da Salvini: “E’ un’idea e non sarà calata dall’alto. Ci stiamo lavorando, ma prima di tutto dobbiamo rimettere la macchina organizzativa del ministero che oggi è ingessata”.

· IL RIENTRO DEI DOCENTI AL SUD
La seconda proposta forte è quella di attivare tutti gli strumenti a disposizione per riavvicinare i docenti al loro territorio. “Continuità didattica” e “continuità affettiva” devono avere la stessa valenza, dice Salvini. Si lavorerà al superamento dell’attuale sistema di reclutamento. Il principio da cui si parte è che gli stipendi degli insegnanti italiani – 1.250 euro netti il mese, considerando quello d’ingresso - non sono adeguati per gestire affitti e trasferte lontane.

· CONCORSI CON DOMICILIO PROFESSIONALE
La Lega vuole tornare ai concorsi su base regionale (non più nazionale): “Il candidato orienterà la scelta sulla regione dove concorrere, lo farà sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili”, spiega Pittoni. “Un candidato bravo di in una regione dove i bravi sono tanti potrebbe essere spinto a iscriversi nella regione vicina, che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro. A quel punto gli iscritti nell’altra regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità”. Lo dice ancora Pittoni.

· VIA LA CHIAMATA DIRETTA
La Lega vuole togliere dall’istruzione italiana la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che, seguendo la Buona scuola renziana, possono scegliere gli insegnanti di cui ha bisogno l’istituto all’interno di un bacino predefinito (la convocazione è impropriamente detta “chiamata diretta”). Introdotta con la Legge 107, la chiamata dei presidi è stata sempre contestata da un blocco importante di docenti.

· PRECARI, NIENTE PIÙ STOP DOPO 36 MESI
La Lega vuole abrogare la regola che prevede che dopo 36 mesi da precario, senza assunzione definitiva, il docente non possa proseguire nell’insegnamento. È l’interpretazione, quest’ultima, data dal Governo Renzi nel 2015 alla decisione della Corte di giustizia europea di sanzionare lo sfruttamento dell’insegnamento non stabilizzato: comma 131 della Buona scuola. “Vogliamo restituire il sonno a decine di migliaia di precari”, ancora Pittoni. Per i docenti non abilitati la Lega vuole riattivare i Pas (Percorsi abilitanti speciali), oggi superati dalla Buona scuola. Il ministero ora guidato da Valeria Fedeli su queste questioni ha previsto una serie di concorsi ad hoc, per abilitati e no.

· GRADUATORIA PER LE MAESTRE MAGISTRALI
Per le maestre diplomate che rischiano di non poter più insegnare dopo una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato, la Lega individua la soluzione in una modifica legislativa che estenda anche a queste il principio della “graduazione”, oggi previsto solo per la scuola secondaria. La questione riaccenderebbe lo scontro con le storiche Gae infanzia, laureate e in parte non ancora stabilizzate perché stralciate dal grande piano di assunzione della Legge107. Abilitati dell’infanzia e della primaria andranno inseriti in un elenco che diverrà una sorta di terza gamba rispetto alle graduatorie ad esaurimento e a quelle di merito del concorso 2016. “Sarà così da un lato riconosciuta e valutata positivamente l'abilitazione conseguita in percorsi accademici selettivi e dall’altro riconosciuta la valenza del servizio prestato”.

· SEVERITA’ NEL GIUDIZIO SUGLI STUDENTI
Ripristino del valore educativo della bocciatura. “Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, prima che degenerino”, dice Pittoni: “Ben vengano strumenti normativi e legislativi idonei a supportare chi fatica, ma senza rinunciare all'effetto deterrente della ripetizione dell'anno”.

· PIU’ POTERI ALLE REGIONI
Oggi esistono accordi particolari – pre-intese – del governo con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le Regioni, se la Lega avrà la guida del governo e del ministero dell’Istruzione, godranno di maggiore autonomia sul piano organizzativo.





LETTERA A SALVINI
dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante

https://www.facebook.com/gruppodifirenz ... 3819534550

Premettiamo che, come associazione di docenti, non nutriamo alcuna ostilità per la Lega e consideriamo con la massima obbiettività e altrettanto interesse ogni proposta riguardante la scuola che da essa proviene, così come quelle provenienti da ogni altro partito. Per la verità non ci aveva convinto il leader Salvini quando aveva ritenuto di ripetere la nota litania dei tre mesi di vacanza che renderebbero gli insegnanti una categoria di privilegiati bramini. Quanto ha da poco dichiarato in un consesso europeo, però, costituisce un approccio più serio, e merita pertanto un commento articolato. Ci riferiamo, in primo luogo, alla proposta di unificare scuola elementare e media di primo grado.
In proposito, ci chiediamo perché mai ogni partito che si affaccia (o che si prepara ad affacciarsi) nelle ovattate stanze del MIUR esordisca con l’intento di modificare l’architettura dei cicli scolastici. A sommesso parere dell’AESPI si tratta di un approccio sbagliato, simile a quello di chi, intendendo edificare un palazzo, principia l’opera innalzando la struttura portante ma omettendo le fondazioni. E le fondazioni sono gli insegnanti e il loro lavoro, come ben comprese l’autore dell’unica vera riforma della scuola italiana, quel Giovanni Gentile che non si sognò di rimaneggiare l’architettura dei cicli istituiti dalla legge Casati, ma valorizzò il profilo professionale dei docenti considerandoli il vero centro motore dell’istituzione, e pensando la lezione – proprio quella “lezione frontale” che oggi suscita il disprezzo dei didattologi – come il cuore di tutto ciò che a scuola si fa.
Ma lasciamo il glorioso passato e veniamo al precario presente. E proviamo, noi dell’AESPI, a porgere a Salvini e al responsabile scuola della Lega Mario Pittoni qualche domanda e qualche modesta indicazione che vada al di là di una superficiale, per quanto suggestiva, ristrutturazione.
1) Sono consapevoli, i dirigenti della Lega, che in moltissime classi, soprattutto degli istituti professionali e tecnici, l’indisciplina è tale che l’attività didattica è sostanzialmente impossibile, e che pertanto NON viene svolta? Che migliaia e migliaia di ore di non lezione vengono spese tra urla, insulti e accorate quanto vane reprimende? Che spessissimo questo stato di cose, di per sé esiziale, sfocia in atti di vera e propria violenza, fra gli studenti e contro gli insegnanti? Le cronache sono piene di questi fatti, che appartengono ormai alla quotidianità di quasi ogni istituto. Sanno altresì che moltissime scuole sono luoghi di spaccio e consumo di stupefacenti? Si rendono conto che in classi siffatte la promozione e la bocciatura vengono decise sulla base di considerazioni che nulla hanno a che vedere con il rendimento, ma di natura diciamo così socio-familiare? Bene, è evidente che questo stato di cose non può essere modificato accorpando elementari e medie o grazie a similari alchimie, ma piuttosto eliminando il famigerato “Statuto delle studentesse e degli studenti” di matrice berlingueriana e istituendo un sistema disciplinare meno farraginoso, più rapido e rigoroso, tale da costituire un efficace deterrente per chi scambia la scuola per una palestra di boxe.
2) Sanno essi che il docente trascorre buona parte della propria vita professionale non a insegnare, non a leggere e documentarsi, ma a compilare moduli, siano essi cartacei che elettronici? Immaginano che questo genere di espletamenti avvilisce e disamora della propria professione chi l’ha scelta essenzialmente perché interessato alla cultura e al rapporto umano? Ebbene, se lo sanno operino per la traslazione di TUTTE le procedure burocratiche al personale di segreteria, riservando agli insegnanti le sole incombenze didattiche.
3) A proposito, hanno mai sentito parlare della cosiddetta “didattica per competenze”? Estraiamo dal web la seguente illuminante definizione: “La competenza è una dimensione della persona che, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare”. Il buon intenditor capisce subito che la definizione significa tutto e niente, e che la predetta “didattica” consiste nella somministrazione di dosi massicce di aria fritta. Bene, vogliano per cortesia restituire al “programma” e alla “nozione” le dignità perdute, lasciando le “competenze” alle follie didattistiche figlie, o almeno nipoti, della pedagogia deweyana?
4) Si sono chiesti gli addetti al settore scuola della Lega la ragione del proliferare presso gli studenti di disturbi di varia natura che autorizzano i consigli di classe a predisporre programmazioni facilitate e conseguenti promozioni automatiche? Non è per caso in corso quella che vorremmo chiamare la “medicalizzazione dell’asino” la quale, mentre deresponsabilizza insegnanti e alunni spostando in altro ambito il trattamento di questi ultimi, produce un notevole indotto in termini di occupazione? E nei casi in cui le varie “dis” (-lessia, -grafia, -calculia, ecc.) avessero fondamento, non sarebbe utile interrogarsi sulle metodologie didattiche in uso presso le scuole elementari, per verificare se le radici di queste pandemie non risiedano nei primi anni di scolarizzazione?
5) E infine, considerato che la Lega ha giustamente a cuore il tema dell’identità, hanno mai dato un’occhiata gli esperti di scuola di questo partito alle antologie scolastiche, segnatamente quelle scuole medie e del biennio delle superiori? Sono pressoché scomparsi, in nome dell’accoglienza e dell’inclusione, gli autori italiani. Fra romanziere sudafricane, sufi mediorientali e poeti amerindi, s’innabissa e scompare la nostra letteratura, che pure annovera qualche discreto scrittorello.
Ecco, Aespi consegna alla Lega queste modeste osservazioni e auspica che questo partito, reduce da una vittoria elettorale cui più di qualche insegnante ha certamente contribuito, voglia mettere mano a quelli che sono i veri punti nevralgici del sistema scolastico, tralasciando operazioni di pura facciata.

Il Presidente Angelo Ruggiero
Il responsabile della Comunicazione Alfonso Indelicato
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Il sud della penisola italica - i meridionali
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 2:55 pm

Ernesto Galli della Loggia a Libero: "Prevedo le elezioni anticipate e questa volta vincerà Salvini"
12 Marzo 2018
di Pietro Senaldi

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... lvini.html

«Ammettiamolo, l'unica sorpresa che il voto ci ha riservato è stato il sorpasso della Lega su Berlusconi. Tutto il resto, dal boom del M5S al tracollo del Pd, era stato previsto».

Qual è la sintesi politica del voto?
«Siamo entrati nella Terza Repubblica, abbiamo uno scenario che non ha nulla in comune con i precedenti. È una rottura ancora più forte di quella avvenuta nel '94, quando destra e sinistra conservavano ancora importanti pezzi di Dc e Pci».

Perché M5S e Lega hanno vinto?
«Innanzitutto perché i loro leader, Di Maio e Salvini, sono stati bravissimi in campagna elettorale. La loro affermazione è la consacrazione della nuova generazione al potere. Hanno vinto perché sanno usare i social media e hanno la capacità di comunicare alla massa dell' opinione pubblica con messaggi basici ed elementari, direi trumpiani. Hanno superato Renzi sul suo campo».

Cosa chiedono i rispettivi elettorati a Di Maio e Salvini?
«L' elettore grillino cerca uguaglianza sociale, lotta ai privilegi e un importante intervento dello Stato per aiutare le fasce deboli a uscire dalla povertà. Quello leghista chiede meno tasse, meno immigrati, meno Europa, meno burocrazia e più sicurezza».

I due partiti possono governare insieme, come parte dei loro elettori chiedono?
«Ci sono punti di contatto nei programmi ma nella sostanza sono divergenti. Gli elettori grillini cercano soprattutto aiuto pubblico e miglioramento delle condizioni del Sud, chi sceglie il centrodestra non vuole sentire il peso dello Stato tranne che per la sicurezza e vuole meno immigrazione. Quel che conta però non è valutare l' astratta compatibilità politica dei due partiti, bensì vedere se un' alleanza di governo sia conveniente e la risposta è negativa per entrambi: darebbero vita a una maggioranza dilaniata dai contrasti e farebbero una pessima figura».

E quindi, che succede?
«Siamo all' impasse, perché neppure al Partito Democratico conviene governare con i grillini. Per i Dem raccogliere l' invito alla responsabilità fatto da Mattarella e magari diventare soci di minoranza di un governo a guida M5S significherebbe essere fagocitati.Gli elettori storici, praticamente i soli rimasti, non gradirebbero, il partito perderebbe visibilità e in più i grillini gli scaricherebbero addosso le colpe di tutti i fallimenti. Sarebbe un' operazione suicida».

E guardare dall' altra parte?
«Impossibile. Ormai il centrodestra è in mano a Salvini, che è incompatibile con il Pd e con il suo elettorato».

La tornata elettorale non ha fatto che rinforzare le convinzioni del professor Ernesto Galli Della Loggia, storico, editorialista del Corriere e saggista. «Sono almeno dieci anni che scrivo del declino dell' Italia» spiega. «Ma non è solo colpa dei governanti e dei politici, tutta la nostra società è politicamente ineducata e priva di spirito civico. I peggiori, o almeno quelli che portano la maggior responsabilità sono i ceti medio alti: quasi sempre attaccati ai loro privilegi, non sanno vedere oltre i propri interessi immediati e così hanno preparato la rovina collettiva e di loro stessi».

Nel suo ultimo lavoro (Il tramonto di una nazione. Retroscena di una fine; Marsilio editore, 2017), Galli Della Loggia ha lanciato una denuncia pesante dello stato in cui versa l' Italia, ignorata dal governo che ha continuato la sua narrazione di un Paese in ripresa. Il saggio, preveggente, passa in rassegna tutti i mali dell' Italia, dal trionfo dell' antipolitica al fallimento del multiculturalismo coniugato all' incapacità di difendere la propria tradizione culturale fino alle ragioni del ristagno dell' economia, alle ambiguità della giustizia, all' inadeguatezza del sistema di istruzione, alla disastrosa esperienza delle Regioni e al divario, sempre più crescente tra Nord e Sud. «Un processo lento, partito negli anni Settanta con errori che nessuno ha mai provato a correggere, in quanto noi tutti non la sola classe dirigente siamo stati incapaci di gestire la democrazia, dire dei no e fare le riforme che servirebbero. Con il risultato che ora il Paese è disunito come mai prima, basta guardare la cartina geografica dei risultati elettorali, tutta blu centrodestra al Nord, tutta gialla M5S al Sud: non si era mai avuto finora un dominio politico così forte in una sola area come quello dei grillini in Meridione e della Lega al Nord. Un tempo i partiti che guidavano l' Italia avevano una capacità federativa, come ha scritto Panebianco, oggi invece il Paese è totalmente spaccato, il Sud si è impoverito a livelli preoccupanti, i servizi pubblici sono in uno stato di degrado, la disoccupazione giovanile è disperante e la scuola non è all' altezza».

Gli osservatori danno la colpa al Pd, che infatti al Sud è crollato: condivide?
«È un discorso più complesso ma certo uno dei più grandi errori di Renzi, al di là del suo carattere poco inclusivo e inadatto a costruire una squadra e attrarre gente capace in grado di correggerlo, è stato governare da Firenze anziché da Roma. Così ha perso una parte del Paese senza neppure rendersene conto. Basti pensare che molto spesso è andato più al Sud Salvini come leader della Lega che Renzi come capo del Pd». Mossa azzeccata quella di levare il Nord dal simbolo della Lega?
«Mossa ambiziosa, da leader nazionale, e senz' altro intelligente e pagante. La proposta secessionista chiudeva gli spazi di crescita della Lega e favoriva Forza Italia. Adesso per la prima volta il partito si è presentato con un progetto aggressivo in grado di incidere su tutto l' elettorato, e così è arrivato il sorpasso su Berlusconi».

Non ci ha messo del suo anche il Cavaliere nella débâcle azzurra?
«Berlusconi è stato molto penalizzato dalla sentenza che gli inibisce di poter assumere incarichi pubblici. Il fatto che non possa ambire neppure a fare il sottosegretario alle Poste gli ha tolto credibilità. Rendeva tutto meno plausibile. In più hanno pesato l' età, la campagna elettorale solo in tv e non nelle piazze, neppure in quelle virtuali. Infine, l' indicazione di Tajani è stato un harakiri. È un politico conosciuto da cinquemila addetti ai lavori, mai andato in televisione, per di più con un ruolo di primo piano a livello di Ue, l' istituzione oggi più detestata dai cittadini. Proporre lui come capo del governo è stata un' impressionante prova di mancanza di lucidità. È notorio che il 60% dell' opinione pubblica nutre sentimenti anti-europeisti».
Eppure anche il Pd, con Gentiloni dalla Merkel pochi giorni prima del voto, ha sventolato la bandiera Ue in chiave elettorale «E, come Forza Italia, ne è stato danneggiato».

Se Renzi avesse candidato Gentiloni premier, come molti nel suo partito gli chiedevano, il Pd avrebbe arginato la sconfitta?
«Tutti tessevano elogi di Gentiloni, i giornali gli davano indici di gradimento alti. Ma un conto è essere considerato una brava persona e avere un' immagine rassicurante, altro è farsi votare. In parte significativa la politica è come l' amore, è un sentimento, qualcosa anche di irrazionale. Non è detto che ci si innamori sempre delle brave persone rassicuranti; Di Maio e Salvini hanno vinto perché sono leader nuovi con proposte politiche incisive, non perché sono rassicuranti».

Un altro flop considerevole è stata la Bonino, che pure era data alta nei sondaggi: come lo spiega?
«Perché avrebbe dovuto avere successo la Bonino? Sarebbe come se mi fossi candidato io».

Vede motivi di ottimismo?
«Dopo il voto non sono né più ottimista né più pessimista. Non penso che il declino sia irreversibile ma non vedo oggi chi o cosa possa invertire la tendenza».

Che cosa accadrà?
«L' esito delle urne ha sconvolto gli equilibri. A nessuno conviene accordarsi per un governo, se non a Berlusconi, che però non ha dei numeri decisivi. Prevedo un ritorno alle urne in tempi brevi».

Due anni, il tempo di cambiare la legge elettorale un' altra volta?
«Anche meno: prevedo tempi greci, per intendersi. E si rivoterà con questa legge: Di Maio e Salvini, i leader dei due partiti più forti, hanno vinto con il Rosatellum: perché dovrebbero cambiarlo? Il Pd calerà ancora, diciamo all' ingrosso il 12- 15% e due voti su tre di quelli che perderà andranno a M5S, che salirà dal 32 al 37%. La Lega ruberà altri voti a Forza Italia, il centrodestra passerà dal 37 al 42% e Salvini andrà al governo senza bisogno di nessuno. Sono tutti ragionamenti ipotetici, intendiamoci, ma forse non proprio infondati».

Non tornano i calcoli: il centrodestra 5 punti da chi li prende se Cinquestelle cannibalizza il Pd?
«Dal 30% di astenuti. Molti potrebbero essere tentati di tornare al voto per dare finalmente un governo eletto all' Italia».

Il Pd verso il 12% e Liberi e Uguali di Grasso e Bersani che ha fatto flop: sta dicendo che non esiste più una domanda di sinistra?
«Mi spieghi prima cosa significa la parola sinistra oggi e le rispondo. La distinzione tra destra e sinistra è molto cambiata. Comunque, la domanda ci sarebbe, solo che in politica contano le persone e il gruppo di LeU era troppo consumato politicamente per poter essere un interprete credibile delle richieste di rinnovamento che arrivano dalla società. Non c' erano proposte nuove a sinistra, quindi hanno vinto gli uomini che hanno saputo dare voce all' esigenza di novità, sicurezza e lotta alla disuguaglianza, declinata dai grillini come protezione sociale e dalla Lega come minore invasione dello Stato».

Quanto ha pesato l' immigrazione?
«Due dati: prima dei fatti di Macerata, l' omicidio di Pamela Mastropietro e la sparatoria di Luca Traini, la Lega in città era inesistente. Ora è al 20%. Fino a tre mesi fa il governo Gentiloni aveva fatto dello ius soli una bandiera. Appena si è saputa la data del voto ha provveduto ad ammainarla rapidamente e non ha mai toccato l' argomento in campagna elettorale. L' immigrazione è un tema decisivo».
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 3:06 pm

ELEZIONI. IL VOTO ITALIANO VISTO DALL’ESTERO
5 marzo 2018

https://parlamentonews.it/elezioni-il-v ... dallestero

Tutti sottolineano che i dati non sono definitivi e che vanno presi con le pinze, ma le testate online degli altri paesi registrano l’affermarsi dei “movimenti populisti” e “euroscettici” alle elezioni italiane, e parlando di un “parlamento in sospeso” senza una maggioranza chiara. “I partiti antieuropei fanno il pieno”, per Le Monde, che sottolinea come “non emerga alcune maggioranza chiara”. I Cinque stelle “vincono le elezioni in Italia ma secondo i sondaggi governerebbe il centrodestra di Berlusconi”, secondo El Mundo, che scrive che “gli italiani nelle urne misurano la temperatura dell’euroscetticismo e della xenofobia nell’UE alle urne”. Per EL Pais, “le forze radicali avanzano in Italia in uno scenario senza maggioranza chiara” e “si apre uno scenario complesso nel quale le opzioni moderate retrocedono chiaramente nella terza economia della zona euro”. Per il Financial Times “i partiti antiestablishment” sono in procinto di realizzare un grosso successo e “a prescindere da come procederanno i negoziati, una maggioranza di italiani sembra aver dato il proprio sostegno a partiti che sono profondamente scettici nei confronti dell’Unione europea in un momento in cui l’unione sta disperatamente tentando un rilancio”.

La Bbc scrive di un “parlamento in sospeso” e la direttrice per l’Europa, Katya Adler, scrive su Twitter che è “teoricamente possibile che l’incubo dell’Unione europea divenga vero: una coazione tra gli euroscettici populisti: cinque stelle e Lega”. Bereitbart News, fondata dall’ex braccio destro di Donald Trump Steve Bannon, parla di una “crescita di massa per i partiti ppoulisti con i Cinque stelle che divengono il primo partito mentre alla coalizione populista-conservatrice di centrodestra manca poco per formare un nuovo governo”. Lo Spiegel parla di un “trionfo” dei partiti populisti con “i populisti anti-Ue e la destra di Berlusconi in vantaggio”. La Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolinea che il M5S è il fpartito più forte, la Sueddeutsche Zeitung mette in evidenza che “Forza Italia e il partito ostile agli stranieri della Lega raccolgono più di un terzo dei voti”. Secondo Politico “una Lega forte, con la sua agenda anti-immigrati, spingerebbe il tema ancora di più”. Il Pd di Renzi, in un “umiliante terzo posto”, è stato “punito dagli elettori per la lentezza della ripresa economica e la persistenza di alti tassi di disoccupazione” e se i dem si confermano sotto il 20 per cento “potrebbe essere difficile per il 43enne Renzi sopravvivere”. Ad ogni modo, “a differenza di Pd e Forza Italia, con la loro posizione filoeuropea, Lega e Cinque stelle hanno una posizione euroscettica sebbene durante la campagna elettorale abbiano abbassato i toni. Ad ogni modo una preoccupazione maggiore per il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, con parole che egli stesso ha usato prima di ritirarle, è che l’Italia abbia un ‘governo non operativo'”. La Bbc turca sottolinea che il risultato delle elezioni “è strettamente monitorato dall’Unione europea e dai mercati a causa della possibilità che i partiti populisti e di estrema destra salgano al potere”. Al Jazeera, che non ha aggiornato il proprio articolo online con i dati degli exti poll o delle proiezioni, sottolineava tra l’altro che “i principali partiti comprendono i populisti del movimento cinque stelle, la Lega, gli autodichiarati fascisti di CasaPound e i neofascisti di Forza nuova”. L’agenzia di stampa ufficiale cinese, da parte sua, spiegava, prima dell’apertura delle urne, che “le elezioni sono osservate da vicino e sono descritte nei mass media internazionali come il prossimo grande test per l’Unione europea a causa del crescente sentimento populista e nazionalista in Italia, che ha subito il peso della crisi dei migranti mentre è alle prese con una ripresa economica stagnante e una persistente elevata disoccupazione che si aggira attorno all’11%”.




Macron e Merkel: "Voto in Italia ha dato una scossa all'Ue"
Luca Romano - Ven, 16/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 06102.html

Incontro tra il presidente francese e la cancelliera tedesca: "L'Ue paga la crisi e la gestione dell'emergenza migranti"
Il risultato delle elezioni italiane ha avuto e avrà conseguenze anche sull'Europa. E così in un vertice bilaterale tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, Germania e Francia fanno il punto sugli scenari che riguardano l'Ue dopo il voto del nostro Paese.
Berlino e Parigi mettono a fuoco il messaggio delle urne italiane e regiscono così: "Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto montare gli estremi e che ci hanno permesso di toccare con mano le conseguenze di una lunga crisi economica e le sfide migratorie a cui non abbiamo saputo rispondere", hanno affermato Macron a margine del vertice con la Merkel. Il presidente francese in seguito ha rilanciato l'idea di ricostruire una Europa nuova che sappia dare quelle risposte che finora non è riuscita a dare: "È indispensabile costruire questa nuova ambizione per l’Europa". Insomma il risultato del voto di casa nostra ha avuto subito delle conseguenze anche nel contesto internazionale. Merkel e Macron vogliono serrare i ranghi in Ue e annunciano una "road map" per la "costruzione di una nuova Europa" entro giugno.


Macron-Merkel: «Italia choc Paghiamo crisi e migranti»
Roberto Fabbri - Sab, 17/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 06158.html

"Mancata gestione di migrazioni e recessione, il voto di Roma è la conseguenza". Roadmap comune per l'Ue

«I risultati del voto italiano del 4 marzo hanno evidenziato le conseguenze di una duratura crisi economica e delle sfide migratorie a cui non siamo stati in grado di rispondere».

Il presidente francese Emmanuel Macron fa una sorta di preoccupato mea culpa a nome dell'Europa nel corso della conferenza stampa congiunta all'Eliseo con Angela Merkel, che ieri secondo tradizione ha scelto Parigi per il primo viaggio del suo mandato.

Macron ha messo così in guardia contro il rischio del prevalere in Europa di partiti populisti ed estremisti. «Il contesto europeo è stato scosso», ha detto insistendo sull'urgenza di inviare nuovi segnali per un rilancio della costruzione europea.

Aveva del resto proprio questo scopo l'incontro tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron, enfant prodige della politica francese e nuovo partner di un tandem, quello franco-tedesco, che circostanze rinnovate - l'autoesclusione del Regno Unito, la debolezza politica ed economica dell'Italia, la marginalità di una Spagna alle prese con la crisi catalana - mantengono ancor più saldamente alla guida dell'Europa.

Costretta a rimandare il viaggio a Parigi dal protrarsi delle manovre politiche che solo pochi giorni fa, a quasi sei mesi dal voto dello scorso 23 settembre, hanno portato alla formazione del governo a Berlino, la Merkel ha mantenuto dunque l'impegno di vedere Macron prima del vertice europeo del 22 e 23 prossimi. L'obiettivo è quello di saldare una politica comune per rafforzare l'Unione e l'eurozona, rispondendo con una rinnovata strategia ai rischi di una fase caratterizzata da choc politici e carenze di visione.

Dunque, come hanno detto i due leader politici nella conferenza stampa congiunta seguita all'incontro, è tempo di «una roadmap chiara e ambiziosa». Parigi e Berlino, ha detto la Cancelliera, «devono fare da guida dando l'esempio». In tempo per il vertice europeo di giugno, Francia e Germania annunceranno linee comuni non solo sull'Eurozona, ma anche su temi come la difesa europea e la politica migratoria, con un piano congiunto sull'asilo che scaturirà da un annunciato apposito vertice tra i due Paesi.

Macron attendeva da tempo questa giornata per «accendere il motore franco-tedesco delle riforme europee». Lo scorso settembre, nel suo discorso programmatico all'università della Sorbona, il presidente francese aveva denunciato la «glaciazione europea» e invitato a rispondere con soluzioni audaci e ambiziose. Il leader quarantenne ha idee molto precise, e propone ad esempio un ministro europeo per l'Eurozona, con tanto di budget dedicato. Ma la Germania frena, sempre preda del timore di ritrovarsi a dover pagare i debiti degli altri (Italia compresa) senza che l'Ue diventi, come a Berlino ripetono spesso, più competitiva. Non a caso ieri a Parigi si sono incontrati anche i ministri dell'economia Bruno Le Maire e Olaf Scholz, consapevoli di dover affrontare una discussione complicata per «sposare meglio responsabilità e solidarietà».

La sfida lanciata da Donald Trump con le sue minacce di imporre dazi anche sulle merci europee dirette negli Stati Uniti è un altro banco di prova per Francia e Germania, decise a spronare tutti i Paesi membri sulla necessità di mostrare unità di fronte al tentativo piuttosto scoperto del presidente americano di dividere il fronte dell'Ue per arrivare a stipulare accordi commerciali separati con i singoli Paesi.
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